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Autore: mikilily    29/11/2015    3 recensioni
Sulle note di Cuore e Vento dei Modà ecco una piccola Dramione. spero vi piaccia parla di un amore clandestino che cessa all'improvviso ma come la fenice...
Se vi ho incuriosito andate a leggerla e se vi va lasciate un piccolo segno del vostro passaggio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Si arrende anche la luna alla bellezza
Il mare la sua splendida corazza
Conserva la sua storia nella terra
Concede un ballo solo a chi sa amarla


 
Seduto nel suo studio situato in uno dei piani alti del ministero della magia, cercava di trovare la forza per lavorare.
Impossibile.
Nella testa continuavano a ronzargli le parole che il suo migliore amico Blaise Zabini aveva annunciato.
“L’hai sentito: La Granger si è fidanzata” aveva detto e il mondo si era fermato in quell'istante. Tutto quello che aveva conquistato dopo gli anni bui successivi alla guerra erano stati vani. Lei alla fine, aveva preso una decisione e non lo includeva.
Come poteva includerlo?
Era nato tutto come un gioco tra loro, una cosa da nulla. Avevano preso a parlare, perfino ridere, ma nessuno mai li aveva visti. Per molti erano ancora due mondi distanti: Il Mangiamorte e la salvatrice del Mondo Magico.
Invece…
Invece avevano iniziato a frequentarsi, anche se nessuno ne sapeva nulla: né gli amici di lei i fantomatici buoni, né gli amici di lui e tanto meno la sua famiglia.
La loro strana relazione era un segreto, una macchia difficile da spiegare a stento riuscivano loro stessi a capire il motivo che li aveva spinti a rifugiarsi uno nelle braccia dell’altro. Avevano preso a incontrarsi in una vecchia casa di proprietà che Draco aveva ereditato dal nonno, a volte si concedevano un intero week end da soli inventandosi del lavoro improrogabile e lì finalmente soli si lasciavano andare mai del tutto però. Nessuno dei due aveva mai osato assegnare un nome a quella relazione. Era sesso aveva detto una volta la Granger e il suo cuore ancora strideva per quella classificazione punto nell'orgoglio non l’aveva cercata per giorni.
Non era sesso, lui sapeva bene cosa provava per quella strega ma mai osò dichiararsi.
A quale scopo poi visto quello che poi era successo. Lei evidentemente non provava la stessa cosa.
L’aveva usato forse per fare ingelosire quello stolto di Weasley e mai affronto fu più umiliante di quello.
Preferito a uno straccione si ripeteva da ore.
Draco non riusciva a sopportarlo e la odiò con tutto se stesso, anche se in cuor suo sapeva che era tutto inutile poiché ancora la amava.  
 
 
Montèras donant a su mare
S’olòre de sa murta in frore
No apo coro e bentu
Chena istìma né carignos suos

Non tutti sanno che le stelle brillano
Per tutti ma non brillano per me
Perché anche il cielo l’ha capito subito
Che non può farci niente se
Non vedo luce se non sto con… te…
 
Aveva preso una giornata di permesso per dedicarla a se stessa. Non l’aveva detto a nessuno dove si sarebbe recata, nemmeno a Ginny e tanto meno a sua madre anche perché non conoscevano quel luogo.
Non lo conosceva nessuno nemmeno Ron il suo fidanzato, quel paesino immerso nel verde con il mare davanti era un luogo sconosciuto a tutti i suoi amici e parenti, solo lui lo conosceva.
Non sapeva bene perché si era recata lì; pensare forse, ma non avrebbe dovuto, lo sapeva bene.
Pensare non faceva bene, si era buttata a capofitto in un’altra relazione proprio per non fermarsi a pensare se lo avesse fatto, sarebbe rimasta ancora ferma.
Ferma in attesa di un gesto che non sarebbe arrivato. Si era illusa per mesi e poi alla fine aveva preso il coraggio e si era staccata.
Aveva sopportato perché stranamente si era vergognata di ammettere di aver sbagliato. Era stato un grande sbaglio avvicinarsi a lui, quella relazione non aveva portato a nulla se non tanta sofferenza. Era certa che era la sola a soffrire, quello stronzo non sembrava per niente turbato. 
Aveva continuato la sua inutile vita come se non fosse successo nulla, non aveva fatto una piega quando non si era presentata all'appuntamento e tanto meno aveva chiesto spiegazioni quando aveva annunciato il suo fidanzamento con Ron. 
Era più che evidente che non gli importava nulla di lei e questo le fece più male che ricevere una pugnalata.
Ancora una volta ebbe la conferma che nulla era cambiato, lui era sempre lo stesso stronzo egoista purosangue. Mai si sarebbe mischiato con una come lei, tanto meno avrebbe macchiato il suo nome uscendo allo scoperto. 
Per mesi si era illusa di significare qualcosa per quel damerino.
Si vergognava per essersi data a lui, non si meritava nemmeno un attimo del suo tempo e la infastidiva sapere che il suo cuore, seppur si sforzasse, gli apparteneva.
Ron era l’uomo perfetto e benché avesse accettato per sfinimento di diventare sua moglie, non lo amava, non come amava Draco almeno.
Il rapporto con Ron era più quello tra un fratello e una sorella, c’era complicità, amicizia, rispetto ma non amore…
Non sentiva le farfalle nello stomaco quando lo vedeva, non contava gli attimi che trascorrevano quando non stavano insieme.
Ron non era Draco e più ci pensava e più si sentiva una stronza per aver accettato di sposarlo.
Ecco perché era andata lì, quel posto era l’unico porto che la faceva stare bene.
Lì era stata per la prima volta con Draco e forse lì aveva lasciato la sua anima e ora la rivoleva indietro forse così sarebbe ritornata in sé.

 
Più forte dell’estate e dell’inverno
Ti preferisco in abiti d’autunno
E si deo penso a tie che isposa mia
Vorrei tu fossi sempre primavera

 
Doveva prendere aria, uscire da quel posto che lo opprimeva a stento riusciva a respirare.
- Blaise ho un tremendo mal di testa, vado a casa - disse rivolgendosi all'amico che era intento a leggere un articolo sportivo della Gazzetta del Profeta.
Zabini sollevò lo sguardo e annuì.
- Sì, hai una pessima cera amico - replicò il moro di origini Italiane.
Draco strinse le labbra ma non osò ribattere smaterializzandosi nella sua villa all'istante.
Non sarebbe dovuto andare lì, il Manor era il posto più sicuro. Lì ci sarebbero stati i suoi fedeli elfi e perfino le cure di sua madre, l’unica che sapeva la verità, ma Draco masochista come pochi decise di andare nella villa che li aveva visti amanti felici.
Lì dove tutto era iniziato, lì dove si poteva sentire ancora il suo profumo, lì dove era stato felice.
Ma la felicità per i Malfoy dura un attimo e quella fu veramente breve. Hermione l’aveva lasciato, non si era più fatta viva, non l’aveva praticamente vista, eppure, lavoravano entrambi al ministero. Ora poi si era perfino fidanzata con lo straccione. Era lui l’uomo che ora la stringeva tra le sue braccia, lui la baciava, l’amava ed era certo che di Weasley non si sarebbe mai vergognata.
Al solo pensiero gli si chiuse lo stomaco, volle urlare il suo disappunto ma nonostante fosse solo non osò, non era da Malfoy lasciarsi sopraffare dall’ira.
Era stato già un grande smacco doversi nascondere lì per paura di incontrarli sorridenti e felici negli anditi del Ministero. Cosa avrebbe fatto ? se lo chiese solo in quel momento. Nulla, avrebbe continuato a camminare a testa alta come se non esistessero.
Era certo che quello l’avrebbe ferita e ferirla era l’unica cosa che ora gli importava.
Ferirla proprio come aveva fatto lei con lui, lasciandolo senza alcuna spiegazione.
Lasciandolo? Non erano stati nemmeno insieme si rispose. La loro era una relazione clandestina di cui nessuno, a parte loro, era a conoscenza. Avevano semplicemente smesso di incontrarsi e lui da quel momento aveva terminato di vivere.
L’invero si era impossessato ancora una volta del suo cuore ed era certo che mai più sarebbe stata primavera.

 
Montagna che regala il mare 
L’odore dei suoi mirti in fiore
Cuore e vento non ho
Se non dormo nel suo abbraccio
Perché anche il cielo l’ha capito subito…
Che non può farci niente se non vedo luce se non sto con te…



 
 
 
 
Hermione si avviò lungo la stradina che conduceva alla villa.
 Un’ultima volta si disse, una sola e poi andrò via.
Non tornerò mai più.
Prenderò atto di ciò che è stato e mi rifarò una vita con un altro uomo.
Lo amerò come giusto io faccia, dimenticherò il passato, dimenticherò Draco e quello che c’è stato con lui.
Devo farlo per Ron ma soprattutto per me, si ripeteva fino alla sfinimento, mentre il vento sferzava sul viso accarezzando i suoi capelli ondulati.
Devo.
Devo assolutamente dimenticarlo o non riuscirò a fare ciò che ormai è deciso.

La luce della villa era accesa, inconsueto per quell'ora della mattina. Non poteva esserci nessuno, non certo il padrone si disse, così curiosa entrò per un’ultima volta, quasi sicuramente si era scordato di spegnerla.
Aprì la porta con un gesto veloce della bacchetta ed entrò. L’odore era sempre lo stesso di legno e sandalo, impregnava la casa e si mischiava a quello della salsedine. Quell’odore le faceva ricordare ogni cosa che era successa tra loro, quella casa era il loro nido d’amore.
Il loro eden.
No, doveva entrarci ma le gambe non l’ascoltavano il suo cuore batteva frenetico e lei a stento riusciva a respirare, gli occhi s’inumidirono man mano che s’insinuava all’interno della casa. Il corridoio in cui erano affisse delle vecchie foto di famiglia animate, le scale che conducevano alla stanza patronale, la cucina nel retro e la grande sala dove era situato il camino.
La porta era socchiusa, la luce soffusa, ma un ceppo ardeva lentamente era strano. Molto strano Hermione non riuscì a resistere alla curiosità posò una mano sulla porta e l’aprì ritrovandosi così all’interno della stanza. Tutto era perfettamente al suo posto tranne quel ceppo . fece un passo verso di esso e solo in quell'istante si rese conto dell’uomo che era seduto sulla poltrona.
- Lumus - dissero all'unisono e il silenzio ripiombò nella stanza.
I loro occhi s’incontrarono dandosi battaglia. Gli occhi grigi di Draco erano furenti, quelli scuri di Hermione spaventati.
- Che cosa vuoi, come osi venire qui? - disse con astio.
Lei indietreggiò scottata da quelle parole.
Era furioso e non poteva biasimarlo.
Forse… no che stupida è solo ferito nell’orgoglio.
- Io -
- Vattene Granger, non sei più la benvenuta- La voce tagliente di Draco echeggiò nella stanza. Il cuore di Hermione si fermò non appena sentì quella frase. Da quanto non la chiamava Granger. Per fortuna non aveva usufruito quell’odioso nomignolo che era solito usare a scuola.
- Tranquillo non ho alcuna intenzione di rimanere u attimo di più qui con te- rispose voltandosi.
- Esilarante - replicò lui prima che la dona scomparisse oltre la porta.
- Nemmeno un mese fa, non vedevi l’ora di venire qui per farti scopare da me.
Hermione sentì le gambe abbandonarla ma la rabbia prese il sopravvento.
- Stupeficium - urlò e vide Malfoy volare per la stanza. Atterrò poco lontano dal camino battendo violentemente la testa. Era certo che non sia spettava un attacco, in effetti non aveva nemmeno in mano la bacchetta.
Hermione si sentì morire quando vide che non si sollevava più e accorse in suo aiuto. Gli occhi di Draco erano chiusi, anche se respirava ancora, era atterrato male. Per fortuna, notò, non aveva alcuna perdita di sangue; Se fosse stata una Serpeverde se ne sarebbe andata, ma lei era una perfetta Grifondoro e rimase al suo capezzale. Evocò dei cuscini ponendoli sotto il capo dell’uomo e attese che si ridestasse.
Guardarlo disteso e inerme non fece che confermare ciò che già sapeva, lo amava anche se l’aveva appena ingiuriata.
Pero sell’era cercata non avrebbe dovuto andare lì, non ora che era la dona di un altro. Recarsi nella villa che li aveva visti amanti era stata una vera stupidata ma …
Una mano l’afferrò e si ritrovò a una spanna dal suo viso.
Il cervello si spense per interminabili minuti li stessi in cui Draco la baciò con tale ardore da farle dimenticare perfino il suo nome.
Ricambiò quel bacio perché era difficile mentire a se stessa.
Erano così diversi e per questo perfetti, questo li rendeva unici.
Forse con il tempo gli amici l’avrebbero perdonata, Ron forse no, ma non poteva precludersi all’amore. Draco era la sua metà e quel bacio valeva più di mille parole.
 
Non vedo luce se non sto con te
 
 ***********
 
Epilogo:
-Allora come è andata?- domandò sdraiato sul letto con un solo lenzuolo a coprirgli le parti intime.
Hermione guardò il soffitto ricordandosi quanto era stato difficile per lei affrontare quello che solo tre mesi prima era il suo più caro amico, anzi il suo promesso sposo.
Ron era stato restio a incontrarla. L’aveva lasciato su due piedi senza alcuna spiegazione. Anzi in realtà gli aveva spiegato il motivo per cui non voleva sposarlo ma lui si era risentito.
L’aveva accusata di averlo usato per riprendersi quel damerino di Draco. Aveva urlato tutto il suo disprezzo, offendendola.
- Umh -
- Ti ha mancato di rispetto?- domandò Malfoy, se solo avesse osato l’avrebbe crucciato senza alcuna pietà. Quel damerino aveva più volte ingiuriato sulla sua donna senza alcun ritegno.
- No…-
- Certo che lo ha fatto, lo fa ogni giorno cosa pensi che non lo sappia, Blaise ha detto-
- Lascia stare Draco tu al suo posto hai fatto lo stesso- le ricordò ritornando a quella mattina.
- Io e te avevamo una storia, lui ti ha presa per sfinimento perché…-
- Dobbiamo ancora rimarcare ciò che è passato?- chiese.
- Comunque ora si è ripreso sta con una… - rispose Hermione informandolo delle novità. Anche se, vista la faccia fatta da Ginny, non doveva riscuotere molto successo tra i Weasley.
- Sì certo, sono sicuro che è una bugia per vedere la tua reazione – replicò Malfoy con infido sarcasmo.
- Non lo so e non m’importa- rispose.
- E quegli altri due?- chiese ancora Malfoy.
- All’inizio erano tesi, poi però si sono rilassati-
- Ah sì e come mai?-
- Ho mostrato loro l’ecografia-
- L’eco … cosa?-
- La foto che ha fatto quel macchinario babbano a nostro figlio- rispose Hermione.
- Oh, in pratica hai cercato di uccidere due Weasley e Potter mostrando loro una foto. Sì è ufficiale sei proprio una perfetta Lady Malfoy -
 
- Cretino! - disse Hermione ma Draco non la lasciò finire avventandosi su di lei, voglioso ancora una volta di farla sua.
   
 
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