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Autore: Fede Seminara    29/11/2015    2 recensioni
Dean Winchester, un uomo forte, coraggioso, disposto a tutto per colui che amava più di qualsiasi altra cosa. lui, quell'uomo che non avrebbe mai abbandonato a costo di perdere tutto. Lui, il compagno di una vita ha deciso di andar via, di scappare dalla sua vita per averne un'altra. Sam non c'è più e Dean si sente a pezzi. dentro si sé porta un vuoto che non riesce più a riempire, nonostante l'amore di qualcuno pronto a salvarlo dal precipizio in cui stava cadendo. Sam era tutto ciò che contava, era suo fratello e il suo compito era quello di proteggerlo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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- CAPITOLO 10 –






Arrivai a Casa di Bobby verso le nove del mattino, ma sfortunatamente non lo trovai lì. Al suo posto, un vecchio Rottweiler non faceva altro che abbaiare e ringhiarmi contro con fare poco amichevole, ma con mia fortuna lo trovai legato ad una catena. Ad una certa distanza lo stronzo si sarebbe fermato.
-Un mal di gola no eh!?! – esclamai esasperato, ma il cane sembrò infuriarsi ancora di più. Se fosse stato sciolto sicuramente mi avrebbe attaccato.
-Buono!- disse improvvisamente una voce calda. Mi voltai sorpreso e vidi Castiel accarezzare la belva, diventata improvvisamente docile e affettuosa.
-Ti presenti solo ora Cas?- domandai irritato.
-Ho avuto da fare … rispose.
-Ah davvero? avevo bisogno di te, ti ho chiamato più volte, ma tu mi hai ignorato!- dissi arrabbiato.
-Te l’ho detto, avevo delle questioni da risolvere!- disse freddo. Notai il suo umore particolarmente cambiato e iniziai a preoccuparmi. Non sorrideva e mi fissava in modo inquietante.
-Che hai Cas?- domandai.
-Nulla. Tu invece? Vedo che sei in vena di discutere!- disse irritato.
-Mi serviva il tuo aiuto!- ripetei.
-Sbaglio o avevi detto che non ti serviva affatto il mio aiuto?- rispose.
-Cas ma che diavolo stai dicendo?- dissi preoccupato. Lo guardai senza riconoscerlo.
-Non posso arrivare ogni qual volta che tu lo desideri, non è così che funziona Dean!- mi disse arrabbiato. Pian piano iniziai a rattristarmi, quel suo tono non mi piaceva affatto, anche se ero stato io il primo ad attaccarlo.
Stavo per rispondere, quando ad un certo punto vidi la macchina di Bobby entrare dal cancello. Quando ci vide sbarrò gli occhi sorpreso. Inizialmente pensai che fosse stupito nel vederci lì, ma pochi minuti dopo venni a conoscenza che era preoccupato per il suo cane.
-Cosa avete fatto al mio cane!?! È docile come un agnellino!- esclamò infuriato.
-Io non ho fatto proprio un bel niente al tuo bastardo!- risposi schifato alla vista della bava che colava dal muso dell’animale.
-Castiel!!- urlò voltandosi verso di lui.
-Stai tranquillo Bobby, gli ho solo detto che siamo amici, non abbiamo cattive intenzioni!- rispose l’angelo.
-Cosa porta due idioti come voi qui?- domandò raccogliendo il sacchetto della spesa da dentro la macchina.
-Bobby, devo parlarti!- dissi preoccupato. Castiel iniziò a fissarmi con un’espressione alquanto strana. Proprio non riuscivo a comprendere la ragione del suo comportamento.
-Di cosa Dean!?!- disse irritato.
-Si tratta di Sam!- risposi.
-Dean!- esclamò l’angelo. Mi voltai verso di lui e lo vidi fissarmi con aria arrabbiata, quasi come se non volesse che Bobby venisse a conoscenza di quello che stava accadendo.
Prima che riuscissi a rispondere, Castiel si avvicinò a me, mi prese per un braccio e mi costrinse a seguirlo. -Non lo farei se fossi in te!- mi disse sussurrando.
-Perché!?!- domandai.
-Sarebbe solo un peso in più, Bobby non può esserci utile!- rispose arrabbiato.
-Bobby ha diritto di sapere Castiel- dissi spostandolo per passare, ma non appena lo superai di qualche passo, con forza improvvisa mi tirò indietro dandomi una leggera, ma decisa scrollata. Senza rendersene conto l’angelo strinse con forza involontaria il mio polso bloccandomi per qualche secondo la circolazione del sangue.
-Tu non dirai una sola parola!- esclamò minaccioso.
-Altrimenti che cosa farai Cas, mi picchierai!?!- risposi irritato.
-Mi spiegate che diavolo sta succedendo?- sbraitò Bobby irritato. Castiel mollò la presa continuando a fissarmi. Notai con la coda dell’occhio che Bobby ci stava guardando con aria turbata.
-Sento aria di tensione tra di voi!- aggiunse.
Guardai Castiel in cagnesco poi mi voltai e raggiunsi Bobby. Non me ne fregava nulla di quello che aveva detto Castiel, Bobby doveva sapere quello che stava accadendo a Sam. Lui era stato come un padre per noi e come tale si è sempre preso cura di me e di Sammy. Ci aveva aiutato molto durante il corso della nostra vita e di certo non potevo tenergli nascosta una cosa così grande, non dopo tutto quello che aveva fatto per noi.
Poco dopo essermi voltato, l’angelo sparì senza lasciare traccia, come faceva sempre del resto. Se ne andò senza neppure spiegarmi il motivo della sua strana rabbia nei miei confronti.
-Vieni, entra!- disse Bobby invitandomi ad entrare in casa sua. Mi sedetti su una delle sue poltrone, nel frattempo Bobby andò in cucina a prendere due birre. Quando tornò si sedette di fronte a me e mi fissò con aria preoccupata, quasi paterna.
-Tu non stai bene, vero Dean?- mi domandò improvvisamente.
-No Bobby, non sto affatto bene!- risposi tristemente.
-Hai discusso con Castiel?-
Al suono di quel nome sentii un brivido scorrermi sotto la pelle. -Castiel è strano!- risposi semplicemente.
-Credo che non sia una novità. Quell’angelo non ha tutte le rotelle a posto. Se non fosse per il fatto che ti ha aiutato diverse volte, a quest’ora lo avrei già ucciso!- sorrise. Sorrisi lievemente anch’io, cercando di nascondere la mia tristezza.
-Ancora nulla su Sam?- mi domandò.
-A proposito di Sam … - dissi malinconicamente. Bobby mi fissò scuro in volto e non ebbi altra scelta che raccontargli tutto. Tutto tranne il mio incontro con Crowley.
Mentre parlavo con il mio caro vecchio amico, un pensiero mi attraversò la mente. È vero, Castiel era un tipo parecchio strano, ma non faceva mai nulla a sproposito. Se si era comportato in quel modo, un motivo doveva pur esserci.
Raccontai a Bobby il mio scontro con Sam, gli dissi quanto era diventato forte e soprattutto quanta rabbia avesse nei miei confronti. Nella mia mente rividi tutta la scena e ricordai ogni parola esatta.
-Vengo con te!- esclamò Bobby dopo il mio racconto. Balzò in piedi di scatto e corse per la casa alla ricerca di un vecchio borsone da riempire per il viaggio.
-No Bobby, scordatelo!- dissi severo.
-Scherzi Dean! Questa cosa riguarda anche me, devo esserci!- mi disse quasi offeso.
-Potrebbe essere pericoloso, non posso rischiare di perderti!- dissi afferrandolo per le spalle. Bobby mi fissò quasi commosso dal mio improvviso gesto d’affetto e quasi non mi riconobbe. – Sei come un padre per me e ho ancora bisogno di te. Devi fidarti e lasciarmi andare!- -Dean, non sei più lo stesso da tempo ormai, potresti aver bisogno di me!- disse irritato.
Ad un tratto, un forte boato risuonò tra le mura esterne della casa. Alle nostre orecchie arrivò come un suono di cocci che si frantumavano ed io quel rumore me lo ricordavo molto bene.
spaventati ci affacciammo dalla finestra e vedemmo il cane di Bobby conficcato nei vetri di una vecchia Ford. La povera bestia era ancora viva e stava soffrendo moltissimo. Il Rottweiler si dimenava come una furia, ma più si muoveva, più i cocci taglienti sotto il suo collo gli laceravano la pelle. Guaiva e strillava dal dolore.
Spaventato, corsi in aiuto dell’animale, ma non appena lo raggiunsi fece una mossa fatale. Nell’intento di liberarsi, strusciò con forza il collo su uno spuntone di vetro affilato, tagliandosi la giugulare. Il sangue mi schizzò in faccia e cercai di ripulirmi gli occhi. Quando li riaprii vidi il cane ancora vivo guardarmi con aria implorante, ma proprio come con quella ragazza, per lui non avrei potuto fare nulla. La bestia morì in un modo atroce e agonizzante sotto i miei occhi.
-No … - disse Bobby con le lacrime agli occhi. Raggiunse il corpo del suo amico e lo accarezzò con dolcezza. Anche se io odiavo i cani, in quel momento soffrii come se li avessi sempre amati. È vero, ogni volta che andavo da Bobby quel maledetto cane non faceva altro che ringhiare e sbavarmi contro. Proprio non lo sopportavo, ma era di Bobby e la sua morte lo fece soffrire parecchio.
Rimanemmo per qualche secondo a fissare il corpo esanime dell’animale ancora caldo. Bobby aveva gli occhi lucidi ed io mi sforzai di guardare altrove.
-Hai un sacco grande o una vecchia coperta?- domandai.
-Come è potuto succedere!?!- domandò Bobby carico di rabbia e dolore insieme. Lo guardai sorpreso, poi alzai lo sguardo verso il cielo e vidi che ad un tratto stava diventando sempre più scuro, probabilmente un temporale era in arrivo.
-Magari è saltato sopra la macchina e il vetro non ha retto sotto al suo peso!- ipotizzai stupidamente. Bobby si voltò di scatto verso di me e mi mostrò infuriato un pezzo della catena che legava il cane.
-Idiota, il mio cane non saltava mai sulle macchine, glielo avevo insegnato!- urlò furioso.
-Sto solo cercando di trovare una spiegazione!- risposi a tono, quasi offeso.
-Fanculo Dean!- urlò lanciando la catena a terra.
Improvvisamente un vento gelido ci assalì e il cielo divenne completamente nero. Bobby ed io ci guardammo preoccupati, tanto che decidemmo di tornare in casa, ma quando raggiungemmo la porta, essa si bloccò misteriosamente.
-Merda!- esclamai forzandola, ma nulla, non si aprì.
-Era un bel cane in fondo, peccato!- disse una voce all’improvviso. Bobby ed io ci voltammo rimanendo a bocca aperta. Era Sam e i suoi occhi erano completamente rossi, proprio come quelli di Crowley, che ogni tanto si divertiva a far brillare. Forse anche Sam aveva deciso di fare scena per spaventarci.
-Sam!!- urlò Bobby. Preso dalla rabbia tentò di avvicinarsi, ma io glielo impedii, lo tirai indietro tenendolo per la manica della giacca.
-Non fare idiozie!- esclamai sussurrando.
-Già Bobby, non fare idiozie!- ripeté Sam sorridendo. Nel ridere un rivolo di sangue gli colò lungo le lebbra. Divertito se lo leccò.
-Hai ucciso il mio cane!- urlò arrabbiato.
-Non preoccuparti gli farai compagnia molto presto!- rispose voltandosi in direzione della povera bestia.
-E poi mio caro Bobby, il tuo stupido animale si è finito da solo. Se non fosse stato così stupido da strattonarsi probabilmente lo avreste tirato fuori no?- continuò ridendo di gusto.
Sentii Bobby fremere sotto alla mia presa. Se lo avessi lasciato andare le cose si sarebbero messe male.
-Hey Dean, non sapevo che ti piacesse giocare a fare la puttana. Dimmi, come ci si sente a farsi riempire il culo da un angelo?- mi domandò di colpo serio. Improvvisamente un senso di calore mi avvolse, provai vergogna e non osai guardarlo negli occhi. Lui era lì, con quello sguardo da pazzo e sapeva ogni cosa. Mi guardava con aria divertita e godeva di ogni mio tormento.
-Che significa?- domandò Bobby voltandosi verso di me. I nostri occhi si incontrarono e in quell’attimo mi sentii davvero umiliato, impotente, quasi come se fossi stato di colpo pietrificato.
-Il mio fratellino si dà alla pazza gioia quando nessuno lo vede o almeno crede, di non essere visto!- aggiunse sogghignando.
-Che vuol dire!?!- continuò Bobby infuriato, ma ancora una volta non riuscii a parlare. Ero rosso di vergogna e non sapevo cosa fare per riprendere in mano le redini della situazione.
-In poche parole vecchio imbecille, Dean si è rivelato una cagna in calore e come tale ama farsi montare da cani di grossa taglia!!!-
Bobby rimase a fissarmi ammutolito ed io non potei far altro che assorbire le parole di Sam come una spugna. Come faceva a sapere quello che era successo tra a me e Castiel? Eravamo soli quella notte, solamente io e lui uniti pelle contro pelle.
Quelle parole arrivarono dritte al mio cuore con la velocità di un proiettile. Mi trafissero come un pugnale e per un attimo mi lasciarono senza respiro. Lo sguardo di Sam, quello di Bobby, tutti su di me. Mi sentivo prigioniero di emozioni contrastanti, in lotta contro l’amore che provavo per Castiel e la normalità che tanto bramavo. Amare qualcuno come me, identico nelle passioni, nei sogni e nel sesso era qualcosa di sconosciuto agli occhi degli altri. Lo era anche per me un tempo, ma quando scoprii Castiel mi dovetti ricredere. Se lo amavo,perché avevo paura del giudizio degli altri? Perché i loro sguardi riuscirono a spaventarmi?.
Sam iniziò ad avvicinarsi a me, sorridendo e continuando a guardarmi negli occhi. Decisi che non avrei più abbassato lo sguardo, non con lui. Era vicinissimo a me, ma non indietreggiai di un solo passo. Rimasi fermo e lo fissai con aria di sfida.
-Sai vero che pagherai per tutto il male che stai facendo Sam!?!- ringhiai.
-Dovrei avere paura Dean?- sorrise.
Veloce come una saetta estrassi il mio coltello e senza pensare alle conseguenze lo trafissi. Sentii la sua pelle lacerarsi al contatto con la lama, fredda e senza pietà.
Sam urlò dal dolore , stupito dalla mia velocità e dalla sua stupidità. Se c’era una cosa che nostro padre ci aveva insegnato, era quella di non abbassare mai la guardia.
Il mio coltello avrebbe dovuto ucciderlo, ma non lo fece. Sam rimase in piedi e con facilità estrasse il coltello e lo lanciò a miei piedi, totalmente immune al danno che gli avevo procurato. Guardai lo squarcio guarire in pochi secondi con incredulità. Che essere orribile era diventato? Un demone normale sarebbe dovuto morire, ma lui no! Mio fratello era in piedi innanzi a me, più infuriato che mai. Entrai nel panico, non avevo nessuna via d’uscita, neppure chiamare Castiel sarebbe servito. Lui era arrabbiato con me per motivi che neppure conoscevo.
-E così mi avresti ucciso caro fratellino? Non mi vuoi più bene!- ringhiò mostrandomi improvvisamente i suoi denti e la sua lingua insanguinata. I suoi occhi divennero rossi come due pozze di sangue e la sua bocca si dilatò mostrando sfilze di denti affilati. Non era un vampiro, né un Leviatano. Era qualcosa di spaventoso, orribile e mostruoso.
Bobby si scansò impaurito e Sam se ne rese conto, sentii l’odore della sua paura e ne fu attirato. Si voltò verso di lui deciso ad attaccarlo, ma io non glielo avrei mai permesso. D’istinto mi misi davanti a Bobby, avrei difeso il mio vecchio amico a qualsiasi costo. Troppe erano le persone che stavano morendo a causa sua.
-Patetico!- esclamò Sam alzando di scatto la sua mano sinistra. Con la forza dei suoi poteri mi scaraventò addosso ad una macchina e poi nuovamente addosso al muro della casa di Bobby. Battei violentemente la testa sul cemento e tutto ciò che ricordai prima di perdere i sensi fu la voce terrorizzata di Bobby che chiamava il mio nome, poi tutto si fece nero e sfocato. Caddi a terra stordito.
   
 
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