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Autore: world_magic    29/11/2015    2 recensioni
Un anno dopo l'iniziazione di Quattro ed Eric, una piccola ragazza Pacifica, Elizabeth, compie una scelta inaspettata: decide di unirsi agli Intrepidi. Lasciando tutti a bocca aperta, Elizabeth si impegna al massimo per diventare una vera Intrepida conservando tuttavia la dolcezza dei Pacifici. Ma cosa succederà quando gli occhi verdi e caldi di Elizabeth incroceranno gli occhi grigi e freddi come il ghiaccio del più giovane Capofazione degli Intrepidi?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 22
Old friends and discussions
 
(LIZ p.o.v.)
Dopo colazione, con la scusa di allenarci un po’ al poligono per scaricare la tensione per le simulazioni, Diego ed io ci dileguiamo dal dormitorio e ci dirigiamo di soppiatto verso la sala dove ci aspetta Quattro. Sinceramente mi sento di troppo, ma Diego ha piacere che vada anch’io, convinto com’è che Quattro sia più flessibile quando sono nei paraggi, perciò lo accompagno.
Quando entriamo nella stanza, notiamo che il nostro istruttore è già lì ad aspettarci, seduto su una sedia davanti al computer.
Quando ci sente entrare, si alza dalla sedia e picchietta con una mano sulla poltrona delle simulazioni: - Diego, siediti qui. Liz, puoi metterti sulla mia sedia. –
Diego fa un sorriso sghembo, come se volesse dirmi: Visto? Con te è sempre accomodante, ma lo ignoro e vado a sedermi come ha detto Quattro.
L’istruttore si piazza davanti a Diego nella sua solita posizione, cioè con le braccia conserte e le gambe divaricate, lo sguardo impenetrabile e l’espressione seria e inizia a porgli una serie di domande:
-Prima di tutto, voglio dirti una cosa: per aiutarti ho bisogno che tu mi risponda il più sinceramente possibile. Tutto quello che ci diremo non uscirà da questa stanza, perciò non ti preoccupare: dì semplicemente la verità. Dunque, qual è stato il tuo risultato al test attitudinale? –
Diego sembra esitare prima di rispondere: -Inconcludente. –
-Come immaginavo. Questo spiega i tuoi tempi nelle simulazioni e anche le tue … tecniche per uscirne. –
-Cosa? – chiedo io incuriosita: com’è possibile capire se qualcuno è divergente solo dalle simulazioni?
Quattro mi guarda e vedo comparire l’ombra di un sorriso; okay, forse Diego un po’ di ragione ce l’ha. Quattro sembra veramente molto accomodante nei miei confronti, anche se non capisco il perché.
-Un soggetto divergente è cosciente durante la simulazione: sa che non è reale. Questo gli permette di uscire dallo scenario in modi … inusuali e in tempi brevissimi, perlomeno rispetto alla media. –
-Quindi per far credere che non sono divergente devo cambiare il mio comportamento nelle simulazioni? – chiede Diego.
-Esattamente. –
Quattro continua a parlare con Diego, spiegandogli come ci si dovrebbe comportare nello scenario della paura, ma la mia attenzione viene attirata da un’immagine impressa sul monitor: probabilmente l’istruttore si è dimenticato di chiudere la simulazione precedente e, quindi, l’ultima immagine dello scenario è ancora ferma sullo schermo.
Riesco a distinguere la figura di un uomo, di cui non riesco a determinare l’età, con i capelli leggermente lunghi e brizzolati, con una cintura in mano, in procinto di colpire qualcuno. Fisso poi l’altra figura: è sfocata, ed è di schiena, ma riesco a distinguere un particolare molto importante. Sul collo, proprio sopra l’orlo della maglietta a maniche corte, spunta fuori un pezzetto di tatuaggio.
Fisso la nuca di Quattro e ho la conferma di quello che avevo intuito: il ragazzo nel monitor che sta per essere colpito dalla cintura è il mio istruttore. E quello che sto fissando è l’ultimo fotogramma del suo scenario.
Vengo colta all’improvviso da uno strano senso di familiarità: c’è qualcosa nell’uomo con la cintura che non mi è nuovo. I tratti del viso, la corporatura, il fatto che indossi vestiti da Abnegante e che stia picchiando il ragazzo … tutto è stranamente familiare. E tutto d’un tratto riconosco in quell’uomo Marcus Eaton, un vecchio amico di mio padre, che spesso veniva a trovarci con suo figlio, Tobias. Ricordo che una volta mi sono rivolta in maniera troppo impertinente a suo padre, già da piccola faticavo a tenere a freno la lingua, ed ero corsa sul mio albero preferito a piangere dopo che mio padre mi aveva sgridato. Tobias si era arrampicato e mi aveva consolato, poi aveva iniziato a fare delle battute per farmi  ridere. Da quel giorno eravamo diventati migliori amici. Dopo qualche anno non era più tornato tra i Pacifici con il padre perché, come mi aveva spiegato lui quando avevo chiesto dove fosse Tobias, era diventato abbastanza grande e doveva iniziare ad aiutare gli altri membri della società come fanno tutti gli Abneganti.
Un flash della conversazione di ieri sera conferma quello che avevo appena intuito:
-Liz, devi dirmi se c’era un nome in particolare su quella lista. –
-D’accordo. –
-Tobias Eaton. Era sulla lista? –
Quattro non mi ha chiesto se quel nome è sulla lista senza motivo. Quattro è Tobias Eaton, uno dei miei più vecchi amici, ed è un divergente.
 
Rimaniamo due ore in quella stanza mentre Diego cerca di evitare di mostrare la sua divergenza nelle simulazioni. I suoi tempi si allungano in maniera impressionante, ma Quattro sembra soddisfatto, perché questo significa che sta imparando a superare lo scenario come farebbe un Intrepido. Sfinito, Diego esce dalla stanza senza aspettarmi, probabilmente non si ricorda neanche che sono lì, mentre io resto ancora nella sala. Voglio chiedere a Quattro –Tobias, mi corregge una vocina nella mia testa – perché non mi ha detto subito chi è veramente.
-Che c’è, Liz? – mi chiede quando vede che lo sto guardando in modo abbastanza truce.
-Perché non mi hai detto subito chi sei, Tobias? –
Appena lo chiamo con il suo vero nome, lo vedo immobilizzarsi e sbiancare, poi i suoi occhi si fissano nei miei.
-Mi hai riconosciuto? Credevo non ti ricordassi di me. –
-Sei cambiato in questi anni, ed effettivamente non ti avevo riconosciuto all’inizio, ma prima ti sei dimenticato di chiudere il tuo scenario. Ho riconosciuto tuo padre che ti picchiava, e quando ho notato che il ragazzo nello scenario aveva il tuo stesso tatuaggio che spunta sulla nuca, ho capito di trovarmi davanti a quello che una volta era il mio migliore amico. –
-Perché, ora non lo sono più? – dice con il sorrisetto che usava quando voleva provocarmi.
-Certo che lo sei! – esclamo dandogli un pugno giocoso su un braccio. – Ma sono infuriata perché non mi hai detto subito di essere Tobias! Non è giusto, tu sapevi chi ero! –
Si rabbuia un attimo: - Non ti ho detto chi ero perché tu sai la verità sulla mia famiglia. Tu sai che mio padre mi picchiava, sai che non è l’Abnegante perfetto che tutti pensano che sia. Non volevo metterti nella posizione di dover mantenere questo segreto per me. –
All’improvviso capisco perfettamente perché non mi ha detto nulla, e non posso fare altro se non andare verso di lui e abbracciarlo. È strano ritrovarlo dopo tutto questo tempo, ma ne sono felice: ho sempre voluto rivederlo per sapere come stava, che fazione aveva scelto, se si trovava bene … e il destino ci aveva fatto ritrovare nella stessa fazione.
-Tranquillo, non dirò nulla a nessuno. – dico per tranquillizzarlo prima di lasciare la stanza.
 
(ERIC p.o.v.)
Non sono neanche andato in mensa per cenare. A dire la verità, non ho neanche pranzato, e la colazione che avevo preso stamattina è finita per buona parte nella spazzatura.
Liz sa tutto, sa che abbiamo l’incarico di scovare i divergenti, e sa che il nome del suo amico è su quella lista.
L’ansia derivata da tutto ciò e il terrore di perderla per qualcosa di cui neanche m’importa si stanno divertendo a torcere il mio stomaco come se fosse un pupazzo.
Guardo l’orologio e ogni secondo sembra infinito.
Quando sento bussare alla porta, scatto in piedi e corro ad aprire: Liz è lì davanti, con uno sguardo impenetrabile, e non mi guarda neanche direttamente negli occhi quando mi faccio da parte per lasciarla entrare.
-Forza, spiegami tutto quello che mi devi spiegare, e vedi di essere convincente. – dice sedendosi sul divano.
Nonostante il tono e la postura da dura, che sta palesemente copiando da me, riesco a percepire il suo dolore e la sua tristezza per la scoperta che aveva fatto. Mi siedo accanto a lei, pregando che capisca la situazione delicata.
-Quella lista ci è stata fornita dagli Eruditi che vogliono aprire la caccia ai divergenti: li ritengono un pericolo per la nostra società e vogliono eliminarli prima che diventino  una minaccia concreta. –
-D’accordo, ma non è questo che voglio sapere. Quello che m’interessa è: tu approvi questa lista? Perché non l’hai bruciata o buttata? Perché l’hai tenuta? –
Non posso credere che mi stia giudicando solo perché ho tenuto quella cavolo di lista!
-Anche se la buttassi, non cambierebbe assolutamente nulla! Max si limiterebbe a darmene un’altra copia! – non riesco a trattenermi, mi alzo e inizio a urlare. –Non puoi seriamente giudicarmi solo perché ho tenuto un foglio che mi hanno dato in orario di lavoro! È una stupidaggine! Non me ne frega niente di quella lista, non ho nulla contro i divergenti! E mi fa infuriare che tu pensi che io ucciderei degli innocenti solo per una piccola diversità! –
Liz mi sta fissando e nei suoi occhi leggo solo terrore: mi rendo conto che mi sto comportando come il vecchio Eric, quello che si limitava a sbraitare e non provava sentimenti per nessuno. 
-Scusami. – le dico sedendomi di nuovo. Le prendo una mano, nel tentativo di dimostrarle che non voglio più urlare come un pazzo e che sono più calmo e, quando non la ritrae, mi sento incoraggiato a continuare. – Non sono d’accordo con quella lista, okay? Credo che bisognerebbe prendere questo tipo di misure solo quando si ha la prova concreta e inconfutabile che i divergenti o chicchessia siano veramente una minaccia. Ma devi anche capire che non dipende da me. Domani mattina ci sarà un altro incontro con gli Eruditi e voteremo se applicare le misure contro i Divergenti suggerite o no. Non ti nascondo che io voterò no, ma se gli altri Capofazione voteranno sì, non mi resterà che eseguire gli ordini. Lo capisci? –
Liz sta fissando le nostre mani intrecciate: passano vari minuti e lei continua a rimanere in un ostinato silenzio.
-Ti prego, dì qualcosa. – dico non riuscendo a sopportare oltre.
-Capisco quello che sta succedendo, e credimi sono contenta che tu come me non approvi questa cosa, ma cosa succederà se la lista verrà approvata? Ucciderai degli innocenti solo perché ti viene ordinato? –
Vedo delle lacrime spuntare agli angoli dei suoi occhi e non resisto all’impulso di abbracciarla.
-Ti prometto questo: farò il possibile perché la lista non venga approvata. Ma, se questo succedesse, farò tutto quello che posso per salvare più vite possibili. –
La sento sciogliersi tra le mie braccia e capisco che mi ha perdonato, che non è più arrabbiata con me, e per il sollievo mi sfugge una lacrima che mi affretto a far sparire.
Dopo un tempo che pare infinito Liz scioglie il nostro abbraccio e mi sorride, finalmente.
-Scusa se mi sono arrabbiata, ma non potevo … -
-Non ti preoccupare, capisco che trovare quella lista ti abbia fatto venire dei dubbi. Ti va di restare un po’? O devi andare?  – chiedo nella speranza di passare un po’ di tempo da soli.
-Posso restare, ma non per molto; ho chiesto a Diego di coprirmi dato che mi doveva un favore ma non so per quanto riuscirà a nascondere la mia assenza. –
Restiamo sul divano accoccolati a chiacchierare e per un po’, purtroppo troppo poco, siamo una coppia normale che si sta godendo i momenti insieme. Ci raccontiamo la nostra giornata e quando lei mi racconta dei progressi che ha fatto con il suo scenario, non posso che esserne fiero.
Dopo un po’, prima di quanto sperassi, si alza e si avvia verso la porta per tornare al dormitorio: mi dà un bacio e sta per aprire l’uscio quando si blocca di colpo e si volta verso di me.
-Posso chiederti un favore? – mi chiede.
-Certo. –
-Nel caso in cui la lista fosse approvata, potresti proteggere Diego? –
Capisco la sua richiesta, vuole solo proteggere i suoi amici e anche se so che potrebbe diventare una missione impossibile, rispondo: - Certo. –
Non posso deluderla, perché significherebbe correre il rischio di perderla, quindi farò il possibile e l’impossibile per accontentarla.  
 
 
 
 
Spazio autrice
Eccomi qua con il nuovo capitolo! Che ne pensate?
Liz ed Eric hanno appianato i loro problemi e sembra proprio che Liz abbia ritrovato un vecchio amico. Ora bisogna solo sperare che Diego riesca a nascondere la sua divergenza …
Ringrazio tutti quelli che leggono/recensiscono e spero di leggere i vostri commenti.
A domenica prossima con il terzultimo capitolo!
Un bacio!
  
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