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Autore: shadspecs    29/11/2015    2 recensioni
Sterek Student\Teacher AU.
Derek Hale è il nuovo, giovanissimo professore di chimica alla Beacon Hills High School.
Stiles Stilinski è uno studente dell'ultimo anno che si distrae molto facilmente.
Derek decide che la sua nuova missione sarà aiutare Stiles a migliorare i suoi voti per entrare al college.
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stiles non trovò subito il coraggio di affrontare Derek, e quindi evitò il professore per qualche giorno, ripetendosi mentalmente il discorso che avrebbe dovuto fargli riguardo alle ripetizioni e al fatto che non potessero più svolgersi nella villa degli Hale. In realtà, quei giorni gli servirono soprattutto per inventarsi una scusa, visto che non poteva esattamente confessare di aver origliato le parole di Laura e Cora dopo essere uscito.

In ogni caso, dopo tre giorni il ragazzo non riuscì più a evitare Derek correndo fuori dall’aula appena finita la lezione, perché il professore si mise a guardare gli studenti uscire sulla porta, e lo bloccò prima che lui potesse svignarsela.
“Stiles, so che devi essere molto impegnato, ma non ho potuto fare a meno di notare che non ci siamo ancora accordati per la prossima lezione” esordì Derek semplicemente, senza nessuna fretta (d’altronde, non era lui che aveva un’altra lezione tra cinque minuti dalla parte opposta della scuola).
“Sì, ehm, professore. A proposito delle ripetizioni..” balbettò il ragazzo, portandosi una mano ai capelli per passarvi le dita, rendendoli ancora più disordinati, “Credo che sarebbe meglio se ci incontrassimo qui a scuola. Sa, è abbastanza lunga la strada fino a casa sua, e sarebbe molto più comodo..”
“La mia famiglia ti ha messo in imbarazzo, non è così?” lo interruppe il più grande, con un sorriso imbarazzato, “Mi dispiace, avrei dovuto fare in modo che non fossero in casa. E le mie sorelle.. Be, a loro piace scherzare su qualsiasi persona alla quale mi avvicino. Ma non devi preoccuparti delle loro, hm.. Insinuazioni.”
“In..Insinuazioni?” Stiles spalancò gli occhi e si allontanò quasi istintivamente dal professore, fissando subito lo sguardo sui propri piedi, imbarazzato da quelle parole, “N-no, certo, nessuna preoccupazione, non mi permetterei mai.. Sa.. Uh..”

Quando Stiles alzò di nuovo lo sguardo, dopo che il silenzio si fu prolungato per qualche minuto, notò che il professore stava cercando di nascondere un sorriso che tradiva molto di più del semplice divertimento. Ma forse era solo una sua impressione.
Per un momento, i loro occhi si incontrarono, e entrambe le loro espressioni cambiarono: quella di Stiles, dalla confusione alla sorpresa, e poi alla paura, che vide riflessa nella nuova espressione di Derek.

Quell’attimo fu interrotto dal suono della campanella che segnalava l’inizio della nuova ora di lezione, risvegliando entrambi dai loro pensieri.
“Bene, allora ci vediamo qui in laboratorio, domani alle quattro per la prossima lezione” concluse Derek sbrigativamente. Stiles si limitò, come suo solito, ad annuire a quelle parole, per poi correre verso l’altra aula, alla quale ovviamente arrivò in ritardo, cosa che attirò lo sguardo contrariato- e decisamente assassino, se qualcuno l’avesse chiesto al ragazzo- della professoressa di inglese.

*****

Il giorno dopo, quando Derek arrivò nel laboratorio di chimica, lo trovò completamente vuoto: Stiles non c’era, e quando andò ad informarsi dalla segretaria, lei gli risposte che non risultava nemmeno presenta a scuola, quel giorno.
Derek controllò più volte il proprio telefono e la mail, pensando di non aver visto un messaggio di Stiles che lo avvisava, ma non c’era nulla, nemmeno una parola da parte dello studente. Derek pensò che il ragazzo stesse male, e si convinse che non c’era niente di cui preoccuparsi.

Per i due giorni seguenti, tuttavia, non vide neanche l’ombra di Stiles a scuola, e la situazione rimase così per un’intera settimana. All’ottavo giorno dalla loro ultima conversazione, Derek decise che era arrivato il momento di fare qualcosa: visto che ormai il giorno dei colloqui con i genitori si stava avvicinando, chiamò personalmente lo sceriffo Stilinski- dopo aver preso il numero dalla segretaria- per essere sicuro di avere un appuntamento con lui.
Mancava un’altra settimana al colloquio, ma fino a quel giorno Stiles non si presentò a scuola, e non rispose nemmeno alle mail di Derek, che chiedeva se e quando volesse riprendere le ripetizioni. Il professore iniziò a pensare a tutto quello che poteva essergli successo: era malato? Stava avendo problemi in famiglia, con lo sceriffo? Aveva deciso che si era stufato della scuola?

Con tutti questi pensieri che gli giravano per la testa, Derek si ritrovò quasi nel panico quando dovette presentarsi ai colloqui: per tutta la sera fu distratto, confondendo spesso gli studenti- non che i genitori gliene facessero una colpa, visto che era nuovo- e dimenticandosi immediatamente delle persone che aveva appena visto. Questo, ovviamente, finché l’uomo sulla cinquantina che si sedette di fronte a lui non si presentò come Stilinski.

A quel nome, la testa di Derek si sollevò con uno scatto talmente veloce che quasi gli sembrò di essersi preso un colpo di frusta. I suoi occhi vagarono sulla figura di fronte a lui: non sembrava affatto uno sceriffo, se non forse per l’aria seria del viso segnato dalle rughe; per il resto, somigliava a tutti gli altri genitori, non indossando la divisa.

Derek si affrettò a schiarirsi la voce e presentarsi, come aveva fatto con le decine di genitori precedenti. Dopodiché, questa volta ricordandosi perfettamente di chi stava parlando, procedette ad elencare i meriti e le pecche di Stiles, da quello che in circa tre mesi aveva potuto osservare. Quando finì di parlare, lasciò che il silenzio si prolungasse, dando così il tempo allo sceriffo di fare qualche domanda; cosa che, tuttavia, non fece.

Dopo qualche minuto di silenzio quasi imbarazzante, Derek si decise a fare la domanda che tratteneva da ormai due settimane.
“Signor Stilinski, mi rendo conto di poter sembrare invasivo, ma non ho potuto fare a meno di notare che suo figlio è assente da qualche tempo. Mi chiedevo se fosse successo qualcosa di grave, se ci fosse un modo per aiutarlo, magari, viste le ore perse."

Lo sceriffo sembrò sorpreso da quelle parole e Derek si ritrovò ad arrossire, pensando immediatamente di aver oltrepassato l’invisibile linea del rispetto tra un genitore e un professore.
Stilinski, comunque, si prese qualche minuto per ricomporsi, per poi rispondere con molta semplicità che Stiles non era stato bene, ma sperava che potesse fare ritorno dopo il weekend.
Derek non si azzardò a chiedere altro, si limitò a stringere la mano dello sceriffo e proseguire nei colloqui rimanenti- nei quali ovviamente tornò ad essere confuso e distratto: non poteva pensare ad altro se non a quello che poteva essere successo a Stiles, nonostante ora avesse almeno un’idea del perché non venisse a scuola.

Qualche ora dopo, quando Derek tornò a casa, si rintanò nella sua stanza, evitando volontariamente ogni contatto con la sua famiglia, soprattutto con le sorelle.
Aveva bisogno di pensare, e pensare davvero, a quello che stava facendo.

*****

Beacon Hills non era una città grande, in nessun senso. Ci abitavano poche persone, il centro aveva una varietà di negozi davvero limitata, e praticamente nessuno la conosceva. Bene o male, almeno di vista, ci si conosceva tutti, e non era raro incontrare una faccia nota in un luogo qualsiasi.

Ad ogni modo, Derek si stupì quando, il weekend dopo aver parlato con lo sceriffo, notò il guizzo di una camicia a quadri e una felpa rosso acceso al supermercato.
Era lì quasi per caso, perché Laura l’aveva obbligato ad accompagnarla, e non aveva nessun bisogno specifico, nessun oggetto che moriva dalla voglia di comprare, e quindi si affrettò a seguire il lampo di colore che gli era passato di fianco, sperando di non essersi sbagliato.

Quando girò l’angolo, in effetti, scoprì di aver indovinato- non che fosse difficile, c’era una sola persona che si vestiva a quel modo in tutta Beacon Hills. Stiles era in piedi, immobile, davanti allo scaffale dei cereali, e sembrava star riflettendo molto seriamente su quale fosse la scelta migliore.
Derek si avvicinò molto lentamente, dopo aver dibattuto con sé stesso per qualche secondo, e posò una mano sulla spalla di Stiles non appena fu abbastanza vicino. Il ragazzo sussultò talmente tanto da far quasi spaventare anche Derek, e poi si allontanò di colpo, abbassando la testa con uno scatto fulmineo.
Il più grande aggrottò la fronte, sorpreso e confuso da quel movimento inaspettato, e si schiarì la voce.
“Ciao, Stiles! E’ un po’ che non ti vedo e, be, ho pensato di salutarti. Tuo padre mi ha detto che non sei stato molto bene, ora ti senti meglio?” Esordì Derek, tutto d’un fiato.

Il ragazzo borbottò che “andava tutto bene” e si girò di nuovo verso i cereali, come se per lui la conversazione fosse già terminata. A Derek però questo non andava, più per la preoccupazione che gli era rimasta attaccata per due settimane che non per la palese maleducazione di cui quel gesto era carico.
“Stiles.” Ripeté gentilmente “A scuola sono tutti molto preoccupati, vorrebbero sapere cosa ti è successo… Quando tornerai…”

A quelle parole il ragazzo rialzò la testa, girandosi finalmente verso l’altro, così che potesse vedere il suo viso. Derek rimase senza fiato: l’occhio destro di Stiles era gonfio e coperto da un livido giallo-violaceo, che raggiungeva lo zigomo. Il labbro inferiore invece era rotto sul lato destro, e la zona adiacente era dello stesso colore dell’occhio.
“Contento ora, professore?” sbuffò Stiles, visibilmente irritato, mentre si guardava intorno nervosamente per controllare che fossero soli. Doveva essere così che aveva passato le ultime due settimane, pensò Derek. Nascondendosi da tutti, cercando i momenti più calmi per uscire di casa in modo che non vedessero il suo viso, e che non facessero domande. Come stava facendo lui.

Il ragazzo fece per allontanarsi, ma Derek gli bloccò la strada, stando ben attento a non toccarlo, vista la prima reazione che aveva avuto.
“Ricordi quando ti ho detto che potevi parlarne con me? Puoi ancora farlo. Posso riaccompagnarti a casa”
Stiles sembrò indeciso per un attimo, con gli occhi nocciola enormi e segnati dalle ferite, ma poi annuì con un unico, breve cenno.

Derek sapeva che avrebbe dovuto faticare per conoscere davvero ciò che era successo, perché se c’era una cosa che aveva imparato di Stiles in quel periodo era che il ragazzo era dannatamente testardo. D’altro canto, probabilmente era per quello che Derek era così interessato a lui, perché era esattamente il suo opposto.
Vederlo così, spento, privo della vitalità e delle costanti chiacchiere che di solito lo contraddistinguevano, convinse Derek ancora di più, nonostante il suo carattere che poteva sembrare chiuso e burbero. Con Stiles… Con lui non era così, e forse non lo era mai stato, nemmeno in classe.

Stiles smuoveva qualcosa in lui, lo spingeva a essere più aperto, a condividere le proprie esperienze per far sentire meglio qualcuno.
In quel momento, quindi, Derek condusse Stiles alla sua Camaro nel più completo silenzio, senza nemmeno avvertire Laura- si sarebbe arrangiata, casa Hale non era poi così distante. Era perfettamente determinato ad aiutare Stiles, in un modo o nell’altro, sapendo o non quello che era successo. Stiles sarebbe stato meglio, e sarebbe stato grazie a lui.



*******
Mi dispiace enormemente per il tempo che ci ho messo a finire questo capitolo, ma sono stata sommersa di roba da fare. 
So che questa fic procede moooooolto lentamente, ma ci avviciniamo alla sterek vera e propria, lo prometto!
Ad ogni modo, spero vi sia piaciuta, e colgo l'occasione per pubblicizzare un po' il book che sto facendo per Tyler Hoechlin e che gli consegnerò alla Nemeton Returns tra un paio di settimane. Qui c'è il link della pagina fb https://www.facebook.com/You-Are-A-10-To-Us-Tyler-Hoechlin-Fanbook-Project-461764947325119/?ref=hl  dove è spiegato tutto. Manca poco ma potete ancora mandare quello che volete fino all'8 dicembre!
Ringrazio ancora tantissimo chi segue, recensisce e legge, vi adoro davvero!
-Mich
   
 
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