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Autore: Marta_N    29/11/2015    4 recensioni
Cosa succede nella vita di Camilla e Gaetano negli anni dopo la nascita di Camilla e Lorenzo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sveglia impostata alle 6.00: ha bisogno di tempo perché tutto sia perfetto, deve essere tutto perfetto; se lo meritano; se lo merita lui stesso, che ha passato più di 10 anni a desiderarla e a rincorrerla, e se lo merita lei che negli ultimi giorni, ne ha dovuto scontare un po’ la pena.
Gaetano non può avere la sicurezza di riuscire nel suo piano, ma d’altronde lei gli ha detto di amarlo e chi, meglio di lui, sa che alla persona amata si perdona e si concede quasi tutto?
Ripensa alla sera precedente; il tonfo sordo proveniente dal corridoio, messaggio inequivocabile che Camilla se n’era andata, e i minuti seguenti, affollati da un turbine incasinato di pensieri: immagini confuse degli ultimi giorni, la confessione di lei, l’agguato al buio, l’aver quasi ceduto quando se l’era ritrovata sotto di lui e il suo sapore gli era rientrato dentro ancora una volta, gli incontri in commissariato.
La ama, Lara lo ha lasciato per questo, ma a dire la verità Camilla non sa nessuna di queste due cose, dettaglio che gli hanno permesso di giocare d’anticipo con la Prof, mettendola in situazioni imbarazzanti tanto quanto divertenti, e caratterizzate da un’alta carica eccitante.
Si è divertito a vederla in difficoltà, non può negarlo, ma Camilla ha ragione, nel suo comportamento, di uomo, c’è stato poco davvero, e se mai dovesse raccontare a Tommy come si conquista una donna, non ha certo intenzione di dovergli raccontare quello che ha appena fatto, anzi, spera proprio che questo non lo venga mai a sapere.
Quello che invece vorrebbe raccontargli è come, dopo 10 anni di amore sincero, dopo bellissimi momenti condivisi, dopo tanti errori da parte di entrambi e dopo un incredibile fatica per rimediarli, finalmente suo papà e Camilla, hanno capito di appartenersi, e che al destino non si sfugge; ci puoi provare, ti può anche sembrare di esserci riuscito, ma quello, il destino, ne sa sempre più di te, ti fa fare mille giri, ti fa allontanare, per poi riportarti al punto di partenza.
Adesso che ha finito di prepararsi, l’unico pensiero che occupa la sua mente è la speranza che Camilla capisca, comprenda, e accetti ; messaggio a Torre per informarlo di chiamarlo solo in caso di emergenza e… via! C’è una persona da riconquistare!
*
Non aveva praticamente dormito, non che lo volesse in realtà; era certa che, appena caduta fra le braccia di Morfeo, avrebbe cominciato a sognare quelle braccia, quelle mani, quella bocca e persino quel profumo; sentiva di essere stata umiliata e sapeva che ancora più umiliate sarebbe stato doverlo guardare negli occhi, la prima volta che lo avrebbe incontrato forse anche lui si è sentito così davanti a quella macchinetta, e forse anche lui moriva dalla paura di dovermi rincontrare … certo com’è strana la vita: lui impegnato con un’altra persona, e io innamorata di lui; lui che mi provoca e io che vorrei solo zittirlo con un bacio. Si, la vita avvolte è proprio stronza!
E con questo ultimo pensiero, raccoglie la borsa e apre la porta, pronta ad iniziare una nuova faticosa giornata, quando quasi inciampa in un mazzo di cinque rose rosse, che si ritrova fra i piedi; si guarda intorno, quasi come se si aspettasse di vedere spuntare il responsabile da un momento all’altro, poi si china e scorge un biglietto fra le rose ‘Per C.’.
Fra la sorpresa e la curiosità, raccoglie il mazzo e apre il biglietto:
 
CINQUE ROSE ROSSE.
UNA, come la prima che ti ho regalato, durante il nostro primo pranzo, al termine del ‘nostro’ primo caso risolto;
l’inizio di tutto quello che ci è successo dopo, l’inizio dei tuoi impicci e del mio bisogno di proteggerti, l’inizio … di tutto!
UNA, come quella che ti ho regalato nel mio ufficio quando mi dicesti che secondo te avevo paura di innamorarmi.
Questo non era possibile, e sai perché? perché io di te, ero già innamorato; ero già innamorato dei tuoi occhi, del tuo collo, del tuo profumo, del tuo carattere, ero già innamorato della persona che eri; e non si può avere paura di una cosa così bella, quando ci sei già dentro con tutto te stesso.
TRE, come il mazzo che ti ho regalato quel pomeriggio, al nostro bar.
Ricordo ancora di non aver resistito, erano talmente belle che ho pensato potessero essere degne solo di te.
G.
 
Rimane lì, ferma, con lo sguardo che si sposta fra il biglietto e le rose, un accenno di sorriso le si disegna in volto; certo che riesce sempre a stupirla e, soprattutto, a lasciarla senza parole: che significano adesso queste rose? Sul biglietto non ci sono scuse, non c’è una richiesta di chiarimento o di incontro, solo quelle parole, così sincere e dolci da lasciarla immersa nei ricordi per qualche istante.
Che fosse una delle persone più dolci che conoscesse, lo aveva imparato con il passare del tempo; ma che dopo come l’aveva trattata negli ultimi giorni, potesse tornare ad essere quell’uomo nel giro di una notte, questo la spiazzava in maniera disarmante.
Rientra in casa per sistemare le rose in un vaso, ma decide di portarsi dietro quel biglietto, per tenerselo stretto nel corso della giornata e cercare di capirci qualcosa.
Mentre è alla guida della sua Jeap, non riesce a fermare i ricordi che immancabilmente la riportano a quelle prime due rose così simili, ma così diverse: la prima, quasi ingenua, donata per sancire quella bella conoscenza nata per caso, e fatta già di grandi intese e sguardi profondi; la seconda, che di ingenuo non aveva nulla, arrivata proprio nel momento in cui Camilla cominciava a chiedersi se dietro quella intesa così immediata e dietro quelli sguardi così ardenti, non ci fosse qualcosa di più che una bella amicizia.
E poi quel mazzo di rose, dichiarazione silenziosa di un amore così devoto quanto discreto, da stupirla per la naturalezza con cui le venne regalato.
Entra a scuola e la voce del bidello la desta da questi ricordi zuccherini “Signora Professoressa, mi scusi, ma ho una cosa per lei …” un mazzo di fiorellini colorati, avvolti da un nastrino lilla, da cui spunta lo stesso foglietto ripiegato ‘Per C.’.
 
UN MAZZOLINO DI FIORI DI CAMPO
Come quello che ti ho fatto dare da Tommy, quando Livietta era implicata nel caso che stavo seguendo.
Mi avevano detto che questi fiori rappresentavano la semplicità.
In un momento così delicato, mi sono messo da parte e ho messo da parte i miei tentativi di conquistarti, limitandomi a fare il mio lavoro al meglio e cercando di starti vicino come meglio potevo.
Non volevo e non potevo fare altro, se non donarti la semplicità della mia presenza.
G.
 
Sa di avere tutti gli occhi della scuola puntati addosso, per questo ringrazia frettolosamente il bidello e cerca di sgattaiolare via, il più velocemente possibile; arriva finalmente in un corridoio semi vuoto e si appoggia al muro; se le rose le avevano riempito il cuore di una strana leggerezza, nonostante non ne avesse capito l’intento, adesso quel mazzolino di fiori, recapitato ancora una volta senza spiegazioni, le lascia uno strano senso di stupore Altri fiori e ancora nessuna spiegazione   … ma cosa vuole fare?
E con questa domanda nella testa, passa meccanicamente dalla sala professori per prendere il materiale didattico e lasciare le sue cose e i fiori.
Arriva davanti alla porta chiusa della 5°B e un insolito silenzio cattura la sua attenzione; apre la porta e si trova tutti quanti i suoi studenti ammutoliti e ai propri posti; entrando non può far altro che osservarli attentamente per capirne il motivo; poi si volta verso la cattedra e il motivo lo comprende immediatamente “Non è possibile!” sussurra; un fiore d’ananas troneggia accanto al registro e questa volta Camilla non sente imbarazzo nel sorridere radiosa; sa già che un altro biglietto l’attende, e lo trova lì, fra le foglie di quel meraviglioso frutto ‘Per C.’.
 
FIORE D’ANANAS
 
Te lo ricordi il suo significato? La perfezione.
Lo credevo davvero, sai? Quando ti ho regalato questo fiore, pensavo sul serio che fossi perfetta.
Ero innamorato della tua perfezione.
Poi ti ho vissuto, e ho capito che perfetta non lo eri, ma per questo ti ho amato ancora di più.
G.
 
Sa bene che adesso la sua faccia è il ritratto della felicità, cerca di non sorridere ma è più forte di lei; se l’intento di Gaetano era quello di farsi perdonare, ci è riuscito alla perfezione, e non le importa nulla se nel corso di tutta quanta la restante lezione dovrà convivere con un sorriso ebete sul volto, adesso le sembra di aver ritrovato il suo Gaetano; quello dei Vermuth, quello degli sguardi rubati e delle intese perfette, e non importa se lui adesso è felice con un’altra, lei ha ritrovato il suo migliore amico e pur di non perderlo di nuovo, è pronta a convivere con l’inferno di non poterlo più avere.
Non si sono ancora parlati, non si sono ancora chiesti scusa, ma ci sarà tempo per questo, adesso è solo importante rimettere insieme tutti quanti i pezzi, i loro pezzi.
Le ore di lezione passano veloci e, rientrando in sala professori prima di lasciare la scuola, la sorpresa è grande: un altro mazzolino di fiori; questa volta il giallo, il bianco e il rosa dominano la creazione floreale che è stata riposta con cura vicino al suo cappotto; ed eccolo lì, raccoglie quel foglietto ripiegato, che sa già contenere un pezzetto di cuore ‘Per C.’.
 
RANUNCOLO E TRIFOGLIO BIANCO
 
Si potrebbe dire che questi sono i ‘nostri’ fiori, no? Quelli prima della ‘nostra’ notte.
Ma quando te li ho regalati, ancora non potevo saperlo …
IL TUO FASCINO E’ RADIOSO; il tuo fascino ha sempre illuminato i nostri incontri, come il sole illumina il giorno e la luna illumina la notte; eri il mio sole, e sei stata la mia luna nelle notti in cui potevo stringerti fra le braccia.
PENSAMI. Pensami, perché io non facevo altro; non avevo fatto altro negli ultimi dieci anni.
In ogni cosa che facevo, la tua immagine si intrometteva prepotente.
Facevo sesso e  sognavo di fare l’amore con te.
Ho sposato una donna e ho sperato fossi tu.
Ho avuto un figlio e ho desiderato con tutto me stesso che fossi tu a rendermi padre.
 
Ti capita mai di pensare a quello che siamo stati?
Ti capita mai di pensare e a quello che potevamo essere,se solo avessimo agito diversamente?
G.
 
Spiazzata; Gaetano ha questo potere, portarla in paradiso con delle semplici parole e trascinarla giù all’inferno, un attimo dopo; non riesce a capire se in quelle ultime parole c’è del rancore, o se il rancore che sente, sia imputabile solo a se stessa; rancore per quello che davvero potevano essere, ma che non erano stati, solo per la sua folle paura di essere di nuovo felice insieme a lui; lui adesso felice lo era, lo era senza di lei, e poco la rincuorava sapere di fare ancora un certo effetto a Gaetano, quando l ‘unico effetto che desiderava ancora provocarli, era quello di vedere i suoi occhi tremare quando si scontravano con i suoi, era quello di sentirlo sospirare quando si sfioravano, era quello di vedere il suo volto illuminarsi quando si incontravano.
Con un po’ di malinconia nel cuore, non si accorge nemmeno di essere già arrivata a casa, e mentre percorre il cortile con aria assente …
“Professoressa! Professoressa! Abbiamo spasimanti qui eh …!” grida Gustavo con la sua inesistente discrezione “ … sono arrivati questi per lei!”;
un sorriso spaesato e un espressione meravigliata … e come potevano mancare le Margherite?
Ancora un fiore a descrizione della loro storia, e ancora un biglietto nascosto fra quelle gemme bianche ‘Per C.’.
 
MARGHERITE
 
CREDO DI AVERTELO DIMOSTRATO:
SONO UNO CHE SA ASPETTARE
 E ANCHE SE TU NON LO DICI
IO … TI AMO
G.
 
Un attimo di smarrimento, Camilla non può credere a quello che legge;di nuovo, dopo due anni, lui ha ancora la forza di dirle questo?
Poi, come scossa da un presentimento, volta il foglio e il ritorno alla realtà è immediato
 
Te lo ricordi? Io ce l’ho stampato nella testa come se te lo avessi scritto ieri;
Ti ho dimostrato di potere aspettare anche dieci anni per averti; ma quello che volevo era averti davvero, non volevo più la tua bocca, il tuo corpo,senza avere la tua testa e il tuo cuore.
Ho aspettato quelle parole, le ho desiderate con ogni fibra del mio corpo, ma non sono arrivate; sono arrivate adesso, adesso che è troppo tardi;
adesso che è  troppo tardi per tutto il tempo perso,
adesso che è troppo tardi per quello che potevamo essere,
adesso che è troppo tardi per quel  noi cominciato dieci anni fa.
 
Sai qual è il significato delle Margherite? La pazienza e l’amore fedele, libero dai sensi di colpa .
Era il fiore giusto per noi;
LA PAZIENZA, quella che ho avuto per 10 lunghi anni, e non nel aspettarsi, perché per quello ne avrei aspettati altri 10. No, la pazienza di sopportare tutti i tuoi sorrisi maliziosi, tutti  i tuoi sguardi provocatori, tutte le tue indecisioni,tutti i tuoi passi verso di me, verso di noi, per poi tornare ancora più distante.
L’AMORE FEDELE, c’è bisogno di spiegartelo? Non ti avrei venerato per dieci anni se non fosse stato amore fedele.
LIBERO DAI SENSI DI COLPA, finalmente era vero, finalmente non vedevo più quel velo di vergogna che ti oscurava lo sguardo, quando ti guardavo dentro, attraverso i tuoi meravigliosi occhi, e questo perché finalmente eri libera dai sensi di colpa, eri libera di viverti questo amore.
Poi, hai voluto rovinare tutto.
La Margherita era il fiore giusto per noi … era.
 
Sa che il rancore non se l’è solo immaginato; anzi, adesso sa che sommato a quel velo di astio percepito in quelle parole scritte, c’è tutta la sua delusione; la delusione per quello che potevano essere, per quello che potevano vivere e provare insieme; ma quello che indubbiamente le fa più male, è leggere in quelle parole, la delusione verso di lei.
Si era sbagliata, Gaetano non voleva recuperare proprio niente, e lei sicuramente non avrebbe riavuto neanche il suo migliore amico.
Era stato bello vivere per un attimo nell’illusione di recuperare quella magia unica, ma era stato doloroso calarsi in quei panni che probabilmente avevano oppresso Gaetano per così tanti anni, in cui si fa di tutto e si cerca ogni forma di contatto con l’altro, pur di non perdere la persona desiderata.
Con questa consapevolezza ben impressa nel cuore, Camilla ha bisogno solo di tornare a casa, farsi una doccia e lasciare che le lacrime si mescolino con l’acqua scrosciante.
Neanche si esalta più quando, arrivata davanti al proprio portone, trova un altro mazzo di rose rosse. Senza la minima idea di precipitarsi a leggere quali altre frecce trafiggenti abbia deciso di scagliarle ancora Gaetano, entra in casa lasciando cadere in terra la borsa e i tutti quanti i fiori, con i quali aveva fatto abili giochi di prestigio per non sciuparli e non farli cadere.
Osserva le rose sullo zerbino, indecisa sul da farsi, poi sospira sapendo di meritarsi quella ennesima sofferenza e sceglie di raccogliere le rose, senza preoccuparsi neanche di rientrare in casa.
La colpisce un piccolo sacchetto, posto fra la carta colorata e il biglietto, ma il bisogno di leggere l’attira come una calamita.
Solito biglietto, solite parole: ‘Per C.’.
 
12 ROSE ROSSE
 
Dodici rose rosse, come i dodici anni che sono passati da quando ho scoperto l’amore.
Dodici rose rosse, come i dodici anni che sono passati da quando sono nato per la seconda volta.
Dodici rose rosse, come i dodici anni di passione che sono trascorsi da quando i miei occhi si sono persi nei tuoi, e non hanno più trovato la strada di casa.
Passione, come quella che mettevi nel cercare la verità.
Passione, come quella che sentivo ogni volta che ti incontravo, che ti ammiravo, che ti sfioravo.
Passione, come quella con cui avrei voluto darti le cose più semplici, il cassetto del mio comodino, il bicchiere per il tuo spazzolino, la mia tazza per il caffellatte … le chiavi di casa mia, le chiavi del mio cuore.
Ma tu questa passione non l’hai mai capita,non l’hai mai condivisa;  non hai mai voluto prendere le chiavi del mio cuore, non hai mai voluto prendere le chiavi di casa mia …
 
Niente spiegazioni, niente di niente; senza capire cosa fare, afferra il piccolo sacchetto ancora attaccato al mazzo di rose e lo apre, decisa a svelarne il contenuto.
Quello che ne esce, subito dopo un altro piccolo biglietto, la lascia a bocca aperta: un'unica chiave, troppo simile a quella di casa sua, per non sapere di avere per le mani la chiave per aprire il portone di fronte a lei; ma quello che la lascia senza parole è la piccola bustina di camomilla fatta plastificare e utilizzata come portachiavi.
Non ci credo, questo è veramente … tanto!
Quando Gaetano aveva parlato di cuori e di chiavi, lei lo aveva accusato di essere un bambino, ma davanti a questo, davanti ad un gesto così disperatamente tenero, Camilla si trova a non avere neanche le parole per esprimersi, ritrovandosi in testa un silenzio disarmante; si porta al volto quel regalo prezioso, come a volerne percepire l’odore, quando si accorge del biglietto che ancora stringe nell’altra mano  
  
… ma te lo richiedo adesso, prendi queste chiavi e vieni da me, abbiamo bisogno di parlare.
G.
   
 
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