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Autore: Rin Hisegawa    02/03/2009    1 recensioni
In piedi al centro della stanza un uomo stava chino su un tavolo simile a quelli che si vedono nelle sale operatorie, dando le spalle alla porta. Era molto alto, e indossava il kimono tipico degli shinigami, nero, con un obi bianco stretto attorno alla vita. Il viso era coperto da una maschera, che raffigurava un volto deformato da un orribile sogghigno e gli conferiva un aspetto vagamente inquietante. [MAYURI KUROTSUCHI X OC]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Bleeding Saga'
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I dieci Capitani erano disposti in piedi, con aria solenne, in due file ordinate che formavano una sorta di corridoio attraverso la stanza luminosa. seduto sul suo seggio che dava le spalle alla parete frontale, il venerabile Capitano della prima Divisione, Yamato Genryuusai, fissava la porta all’altro capo della sala con un’espressione di assente serenità.
- Kurotsuchi Mayuri, - annunciò la guardia alla porta, scostandosi con un movimento solenne, frutto di lunghi anni di esperienza.
I membri della dodicesima Divisione, che erano stati convocati per l’occasione, si voltarono all’unisono verso l’entrata. Tra loro Rin Hisegawa, con il suo nuovo abito da shinigami, si fece sfuggire un leggero sorriso. Kurotsuchi-san era entrato nella stanza, in silenzio, con il suo solito passo deciso. Attraverso la maschera terrificante, gli occhi ambrati erano incessantemente fissi su Genryuusai, che a sua volta lo osservava con un misto di compiacimento e attesa.
Mayuri si fermò al centro della sala.
Dalla sua posizione in prima fila, Rin riusciva perfettamente a vedere la scena. Il vice-Capitano era silenzioso e tranquillo, benchè vigile come al solito. Indossava la sua uniforme da shinigami, e portava la spada fissata alla cintura del kimono.
Nonostante fosse vietato dalle leggi della Seiretei, Kurotsuchi Mayuri continuava a portare con sè la zanpakuto ovunque andasse. Rin lo detestava per questo, e allo stesso tempo lo ammirava: d’altra parte, lei aveva dovuto ricorrere a trucchi ben più meschini per avere sempre con sè la propria arma...
- Kurotsuchi fuku-Taichou. - La voce di Genryuusai era roca e solenne, come quella di chi è ormai abituato a ripetere, ancora ed ancora, una stessa formula all’infinito.
- Genryuusai-sama.
Nessuno si mosse. Mayuri si inchinò impercettibilmente in direzione del vecchio, che annuì. Poi, alzando appena una mano, gli fece segno di seguirlo dietro ad una tenda posta infondo alla sala, alle sue spalle.
Ordinatamente, i tredici Capitani – Genryuusai e Kurotsuchi in testa – si spostarono nella stanza adiacente. Era molto ampia e scarsamente illuminata, con le pareti scure e gradinate di legno disposte ad anfiteatro. Seduti sulle gradinate, i membri del Consiglio dei 46 al gran completo.
Il vice-Capitano della dodicesima Divisione rimase in piedi al centro della stanza, fronteggiandoli. Un giovane shinigami semplice mosse qualche passo incerto verso di lui, e gli sfilò dal braccio la fascia che contraddistingue il ruolo di fuku-Taichou.
Nella sala adiacente, Rin e gli altri membri della Divisione numero dodici attendevano, in silenzio. A loro non era permesso entrare e prendere parte alla cerimonia, tuttavia era loro dovere rimanere lì, in attesa, per accogliere il nuovo Capitano quando si fosse presentato loro.
Genryuusai si avvicinò a Mayuri, camminando lentamente.
- Onorevoli signori del Consiglio! - disse il vecchio, con voce sicura - Sono qui oggi per chiedere la nomina di Kurotsuchi Mayuri come Capitano della dodicesima Divisione. Attendo risposta.
Una figura vestita con un kimono interamente bianco si alzò da uno dei sedili incima alle gradinate. Parlò.
- Kurotsuchi Mayuri. Da quanto tempo sei vice-Capitano?
- Quasi quattro anni.
- Sei in grado di creare un bankai completo?
- Lo sono.
- Dimostralo.
Kurotsuchi estrasse la spada dal fodero. Il sogghigno dipinto sulla maschera nascondeva le sue labbra, anch’esse piegate in un sorriso malvagio. Gli occhi ambrati erano freddi e privi di gioia.
- KONJIKI ASHISOJI JIZOU!
La zanpakuto scomparve, in una nuvola di fumo. Al suo posto, una gigantesca figura confusa iniziò a prendere forma. I membri del Consiglio si ritrassero involontariamente contro le gradinate, alcuni di loro riparandosi il volto con le mani. Mayuri non si mosse.
Dietro di lui, si ergeva un mostro orribile, a metà strada tra un neonato e un verme, giallastro, con un’aureola dorata e, attorno al collo, quello che sembrava un mantello rosso. Le orbite dei suoi occhi erano vuote e le mani, piccole e rattrappite, si muovevano lentamente come per afferrare l’aria. L’espressione degli shinigami che osservavano fu dapprima di chiaro disgusto, poi qualcuno di loro si alzò in piedi. Infine, l’uomo interamente vestito di bianco disse:
- Richiamalo!
Mayuri ubbidì. Il mostro scomparve com’era venuto, con un suono sibilante e una spirale di fumo, tornando ad essere la curiosa spada dalle tre lame dorate che costituiva lo shikai Ashisoji Jizou.
- Basta così, è sufficiente, - l’uomo vestito di bianco aveva un’espressione grave. Cominciò a discendere lentamente le gradinate. Nessuno parlava.
- Kurotsuchi Mayuri, - estrasse la propria zanpakuto dal fodero. - membro della dodicesima Divisione, ex-vice Capitano della dodicesima Divisione, membro del Centro di Ricerca Scientifica della Soul Society. Giuri di servire la seiretei con tutte le tue forze e tutto il tuo potere, e di guidare con saggezza la tua Divisione per il bene della Soul Society?
- Giuro.
Sollevò la spada, e la lama scintillò nella pallida luce della stanza.
- Per il potere del Consiglio dei 46, io ti nomino Capitano della dodicesima Divisione di shinigami della Seiretei.
Appoggiò lievemente la spada sulla spalla di Mayuri, che si inchinò come un cavaliere medievale che riceva l’investitura. Genryuusai si avvicinò. Il vecchio teneva in mano la tradizionale giacca del Capitano, bianca con il numero della Divisione dipinto in nero sulla schiena. La appoggiò sulle spalle di Kurotsuchi, che rimase un attimo immobile prima di alzarsi di nuovo.
Il neo-Capitano della dodicesima Divisione si voltò lentamente verso Genryuusai, in silenzio. Per qualche istante, nessuno parlò. Era come se tutti gli occupanti della stanza stessero aspettando che svanisse l’alone di solennità ancora percepibile, per timore di spezzarlo con inutili parole.
Poi, l’uomo vestito di bianco disse:
- Kurotsuchi Taichou, chi chiedi come tuo vice-Capitano?
Kurotsuchi alzò tranquillamente gli occhi ambrati, e parlò con voce chiara e forte.
- Chiedo Rin Hisegawa come mio vice-Capitano.
Mormorii stupefatti percorsero le gradinate.
Rin Hisegawa.
La ragazza che aveva ucciso la sua intera famiglia. Colei che era sfuggita alla condanna solo perchè il Consiglio aveva scelto di evitare un simile scandalo. Insomma, una criminale.
- Kurotsuchi Taichou, sei convinto della tua richiesta?
Lo shinigami che aveva posto la domanda fu messo a tacere da un’occhiata di fuoco. I mormorii perplessi si estinsero lentamente. Solo Genryuusai, a bassa voce, disse: - Ne sei sicuro, Kurotsuchi-sama? Sei al corrente delle voci che...
- Come ho già detto alle guardie che avete mandato a casa mia, sono disposto a rinunciare alla mia carica di Capitano se non posso avere Hisegawa come vice. Nessun altro all’interno della mia Divisione sarebbe in grado di occupare quel posto.
- Beh, in tal caso... - nella voce dello shinigami del Consiglio c’era una sfumatura speranzosa. - ... potremmo cercare tra i membri delle altre Divisioni, non sei obbligato a scegliere un tuo diretto sottoposto.
- Rin Hisegawa, - replicò semplicemente Kurotsuchi. E non disse altro.

Il giovane Dio della morte dai capelli scuri fissava la ragazza seduta in un angolo, il mento sulle ginocchia e gli occhi chiusi. Da quando Kurotsuchi si era allontanato nell’altra sala, agli shinigami semplici era stato concesso di sedersi, e lei se ne era rimasta immobile in quella posizione.
Il ragazzo sapeva chi era. Ne aveva sentito parlare da un senpai, qualche mese prima. Rin, la giovane aiutante del vice-Capitano: silenziosa, intelligente e straordinariamente rapida ad apprendere. Qualcuno la descriveva come la ricercata che aveva ucciso la propria famiglia in un momento di follia, altri come l’amante del fuku-Taichou. Lui, dal canto suo, non sapeva a cosa credere.
Vedendola adesso, raggomitolata in un angolo e con un mezzo sorriso placido dipinto in volto, non sembrava così straordinaria. Aveva l’aspetto di una comunissima ventunenne, piuttosto mingherlina per la sua età, completamente innocua e decisamente poco provocante.
- Rin Hisegawa! - uno shinigami del Consiglio faceva il suo ingresso nella stanza, dritto e impettito nel suo kimono bianco. Rin aprì gli occhi di colpo, come un gatto che scruta una preda, e si alzò in piedi.
- Sono io.
Lo shinigami la squadrò da capo a piedi, come se anche lui stesse valutando quanto potesse esserci di vero nelle voci che circolavano. Poi, forse decise di lasciar perdere, perchè le disse:
- Seguimi.
La ragazza fece come le era stato detto, e fu condotta al centro della sala semicircolare, nel posto dove prima era stato in piedi Kurotsuchi. Il nuovo Capitano della dodicesima Divisione adesso era appoggiato ad una parete alle sue spalle, immerso nella semi oscurità. Rin scorse i suoi occhi ambrati brillare nel buio, inquietanti e rassicuranti al contempo.
"Kurotsuchi-san, che cosa mi faranno?"
- Tu sei Rin Hisegawa?
La ragazza fissò lo shinigami che gli aveva posto la domanda, sgomenta. L’avevano scoperta? Mayuri-san l’aveva consegnata al Consiglio? Incerta, si voltò verso Kurotsuchi, che piegò impercettibilmente la testa in un piccolo cenno d’assenso.
- Si, - rispose Rin, fiduciosa.
- Sei in grado di creare uno shikai completo?
Questa seconda domanda insospettì la ragazza ancora di più, ma Kurotsuchi le aveva fatto capire che doveva rispondere, e così fece.
- Si.
- Dimostralo.
Prendendo il coraggio a quattro mani, Rin raddrizzò la schiena e fissò lo shinigami biancovestito. Non aveva più paura. Portò la mano destra al nastro scarlatto che portava avvolto tra i capelli, e sciolse il nodo con cui l’aveva legato. Immediatamente, la striscia di tessuto assunse le sembianze di una katana.
Era una zanpakuto sottile, più corta di quelle normali, con l’elsa nera a cui erano fissati un lungo filo cremisi e due campanellini. Rin la impugnò.
- Tintinna, Koumaru!
La zanpakuto scomparve per un attimo, come l’immagine in un televisore mal sintonizzato, poi riapparve. Adesso la lama era dritta, nera e a doppio taglio, come quella di una daga medievale. Di tanto in tanto, emetteva lievi bagliori argentati.
Nessuno disse niente. I membri del Consiglio sembravano intenti a scavare nella propria mente, in cerca di una legge o un cavillo che impedisse a Rin di diventare vice-Capitano. Non riuscirono a trovarne: le voci erano solo voci, e la ragazza era perfettamente capace di creare uno shikai completo.
- Rin Hisegawa, - il tono dello shinigami biancovestito era intriso di collera repressa. - Deponi la tua arma. E’ sufficiente così.
Rin gli lanciò un rapido sguardo indagatore: - E adesso?
- Sei in grado di eseguire lo shikai della tua zanpakuto. Kurotsuchi Taichou...
Mayuri uscì dall’ombra, impassibile. L’espressione sul suo volto era difficile da interpretare. Si avvicinò a Rin, sempre più perplessa.
- Inginocchiati, - le ordinò lo shinigami vestito di bianco. Rin si affrettò ad ubbidire: non sapeva come dovevano svolgersi le cerimonie di nomina interne alla Seiretei, perchè non aveva mai partecipato ad un simile evento prima.
Kurotsuchi parlò.
- Rin Hisegawa, - alla ragazza sembrò strano sentirgli pronunciare il suo nome completo, era la prima volta che lo usava per rivolgersi direttamente a lei - giuri di onorare il compito che ti verrà assegnato e servire la Seiretei con lealtà e giustizia?
- Giuro.
- In qualità Capitano, io ti nomino luogotenente della dodicesima Divisione.
La fredda lama della zanpakuto di Kurotsuchi sfiorò leggermente la spalla destra di Rin, per poi sollevarsi di nuovo.
- Alzati, - le disse Mayuri. Rin fece come le era stato detto.
- Questa devi portarla sempre con te, - interloquì Genryuusai, porgendole la fascia di vice che prima era appartenuta a Mayuri.
Rin la prese, annuendo in silenzio.
- Siete liberi di andare, adesso.

- Silenzio!
La guardia nella stanza adiacente sibilò il basso ammonimento nervosamente, senza convinzione. Da quando Rin si era allontanata, i mormorii fra gli shinigami della dodicesima Divisione si erano fatti più insistenti, più concitati.
- Perchè il Consiglio l’ha fatta chiamare?
- Che cosa avrà combinato?
- Non vorranno eleggerla vice-Capitano?
Era sceso il silenzio, un attonito silenzio carico di astio. Poi, le voci irose si erano levate di nuovo, più taglienti di prima.
- Non è possibile!
- Potrebbe essere un’assassina!
- Non ha abbastanza esperienza per diventare vice-Capitano!
La porta infondo alla sala si aprì lentamente, e due figure emersero dall’oscurità retrostante. Kurotsuchi Mayuri indossava la casacca da Capitano. Il numero dodici, nero in campo bianco, spiccava sulla sua schiena. Nessuno disse niente.
Dietro di lui, Rin Hisegawa camminava a testa china, consapevole dell’assurdità della situazione. La fascia del vice-Capitano, che si era legata al braccio destro – al sinistro non aveva potuto, a causa delle vecchie ferite - le sembrava pesantissima. Più pesanti erano però gli sguardi degli altri shinigami, tutti crudelmente puntati su di lei.
Genryuusai comparve a sua volta da dietro la porta, con un sorriso placido dipinto in volto.
- Shinigami della dodicesima Divisione, questo è il vostro Capitano, Kurotsuchi Mayuri.
Solo dalle prime file si levò qualche mormorio, che poteva essere di congratulazioni come di dissenso. Non era l'informazione che volevano, questa lo sapevano già...
- E lei è il vostro vice-Capitano, Rin Hisegawa.
Il silenzio che seguì l’affermazione fu rotto immediatamente da un coro bisbigliante.
- Allora era vero?!
- Com’è possibile?
- E’ ingiusto!
Stavolta, l’astio era chiaramente percepibile nei sussurri degli shinigami. Rin abbassò lo sguardo, a disagio. Non le importava cosa pensavano gli altri, certo che no... tuttavia, era perfettamente consapevole di non meritare affatto il ruolo assegnatole.
Kurotsuchi aveva chiaramente notato la disapprovazione nei volti e nelle parole dei suoi sottoposti, ma non disse nè fece niente per far cambiare loro idea. Rin comprese che, se voleva chiarire la questione con gli altri, avrebbe dovuto farlo da sola.
I mormorii non accennavano a diminuire. L’espressione del Capitano della dodicesima Divisione era impassibile, distaccata. Rin sollevò appena gli occhi, fissandolo interrogativamente.
- Andiamo, - disse Mayuri semplicemente.
Attraversò a lunghi passi la sala, senza guardare il gruppo degli shinigami, caduto improvvisamente nel silenzio più attonito. Rin lo seguì rapidamente, evitando di alzare lo sguardo da terra. Attraversarono i lunghi corridoi dell’edificio del Consiglio e ben presto furono liberi, all’esterno.
Nell’aria fresca e luminosa della tarda mattinata, la ragazza si sentì come se avesse appena ripreso a respirare. Nessuno li aveva fermati, nessuno aveva impedito loro di uscire. Era tutto finito.
Eppure, c’era ancora una cosa che aveva bisogno di sapere.
- Kurotsuchi-san... - esordì, con tono incerto.
Sapeva che sarebbe stato inutile chiedergli “perchè proprio io”. Mayuri non amava dare spiegazioni del genere. La domanda che voleva rivolgergli era un’altra.
- Come facevi a sapere che sono in grado di eseguire uno shikai?
Kurotsuchi la fissò distrattamente, apparentemente senza prestare troppa attenzione alla sua domanda. Prese a camminare lungo la strada, intenzionato a tornare il prima possibile ai suoi esperimenti.
- Quando sei arrivata al laboratorio, con il braccio ridotto in quello stato... era già ovvio.
Sembrava infastidito: un simile quesito richiedeva complesse spiegazioni, e Mayuri non sembrava desideroso di parlare. Scelse accuratamente le parole, in modo da doverne usare il minor numero possibile:
- Le lesioni ai tendini e ai muscoli erano chiaramente dovute ad un afflusso eccessivo di Energia Spirituale... della tua Energia Spirituale. Qualcosa di incontrollato, di una potenza superiore a quella che saresti stata in grado di sopportare. Del livello di un bankai.
Rin sussultò, e rallentò il passo. Kurotsuchi ignorò la sua reazione.
- Naturalmente, per riuscire a realizzare un bankai, è necessario saper creare uno shikai completo.
Lo shinigami continuò a camminare, incurante del fatto che Rin si era ormai fermata. Il cuore della ragazza batteva all’impazzata e, benchè si sforzasse, le sue gambe si rifiutavano di muoversi. Si sentiva la testa completamente sgombra.
Kurotsuchi si voltò appena, sogghignando.
- E’ per questo che ti ho suggerito di non far vedere in giro quelle ferite, cosa credevi? - una pausa studiata: il Capitano si stava godendo il risultato della sua brillante deduzione. Lanciò a Rin un’occhiata perforante. - Non dirmi che, intelligente come sei, non eri arrivata a capirlo da sola...

Ichimaru stava in piedi, in un angolo dell’ampia stanza scarsamente illuminata. Un uomo alto, dai lisci capelli castani, gli dava le spalle seduto ad una bassa scrivania.
- E così l’hanno eletta vice-Capitano, Aizen-sama, - esordì Gin, la collera graffiante che gli alterava la voce solitamente pacata. - Kurotsuchi ha insistito per avere lei come luogotenente, e non ha voluto sentire ragioni...
Una breve risata.
Senza neppure voltarsi a guardare il suo interlocutore, l’uomo che rispondeva al nome di Aizen appose il timbro del Capitano della quinta Divisione sulla lettera che stava scrivendo. Il discorso del suo fuku-Taichou non riusciva ad interessarlo completamente.
- Pensi davvero che questo sia un problema, mio giovane ed inesperto Ichimaru? - domandò con voce gentile, socchiudendo le labbra in un blando sorriso. - Se quella Rin Hisegawa occupa un posto che noi vorremmo libero per qualcuno “dei nostri”, sarà mia cura personale liberare quel particolare posto per colui che deve venire.
Si alzò in piedi. Lo sguardo, generalmente limpido e rassicurante, era adesso pervaso da un’ombra di perversa soddisfazione.
- Ho sentito che un gruppo dei nostri shinigami semplici ha trovato un Hollow sfuggito ai laboratori di Kurotsuchi aggirarsi per i quartieri della quinta Divisione... scommetto che, con un po’ di allenamento, potrebbe diventare un fantastico cagnolino da riporto, non lo pensi anche tu...? 
  
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