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Autore: GiulyHermi96    30/11/2015    1 recensioni
Severus Piton ha appena commesso lo sbaglio peggiore della sua vita, ha appena offeso la sua migliore amica.
Cosa vorrà fare? Sappiamo che la sera dello stesso giorno andrà a parlare con lei, ma prima di ciò che cosa avrà fatto?
"Davanti a sé Severus Piton rivedeva la scena successa quel pomeriggio dopo i GUFO, come uno di quei film babbani che Lily gli mostrava quando erano bambini.
Rivedeva sé stesso a testa in giù, appeso per aria da quel viziato, pomposo e insopportabile Grifondoro di nome James Potter."

Questa storia partecipa al contest "Tra pensieri torbidi e occhi a cuoricino" di S.Elric_ sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Horace Lumacorno, James Potter, Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nick: GiulyHermi96 

Pacchetto scelto: 6/2  (Prompt: Pozione, Personaggio: James Potter)

Citazione scelta: Sono troppo abituato a me stesso per voler cambiare. (Haruki Murakami) 

Coppie e/o protagonista: Severus Piton (Accenni a Severus/Lily) 

NdA: Ed eccomi. Dunque, non sono per principio una fan della coppia Snily (poiché come ho spesso detto, ritengo che il sentimento d'amore fosse decisamente unilaterale) ma, in questo caso, ho dovuto scrivere di qualche accenno perché la storia segue Severus, quindi era impossibile non mettere qualcosa sulla relazione che lui avrebbe sempre voluto avere con Lily. Detto questo, ho scritto anche che Severus fosse uno studente "brillante". Ora so che non fosse così, ma parlando SOLO della materia "Pozioni" ho pensato che definirlo in tal modo fosse appropriato visto il suo talento nel creare e nel modificare le ricette. Spero che la storia sia leggibile... Io la posizionerei nella categoria "pensieri torbidi", visto e considerato che di coppie, in realtà, ce ne sono davvero poche... Buona lettura <3 

 

Tra pensieri torbidi
e pozioni azzurrine

 

Mezzosangue. 

Quella parola risuonava nella mente del ragazzo mentre il borbottio sordo del calderone rimbombava nel sotterraneo. 
L’aria era impregnata di fumi colorati e odori acri mentre il silenzio della stanza ricordava al suo unico abitante di essere completamente e inevitabilmente solo. 

Mezzosangue, Mezzosangue. 

Come uno scherzo di cattivo gusto quella parola sembrava ripetersi nella sua testa, quasi fosse un'orrenda filastrocca creata appositamente per farlo sentire in colpa. 
Sentiva il sapore acre di quel disgustoso termine, sentiva l'odore della sua stessa paura, del suo stesso senso di colpa. 

Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue. 

Davanti a sé Severus Piton rivedeva la scena successa quel pomeriggio dopo i GUFO, come uno di quei film babbani che Lily gli mostrava quando erano bambini. 
Rivedeva sé stesso a testa in giù, appeso per aria da quel viziato, pomposo e insopportabile Grifondoro di nome James Potter. 
Rivedeva il suo sorriso strafottente guardarlo come fosse il peggiore dei viventi, vedeva i suoi capelli, spettinati come non mai, di fronte a sé mentre se la rideva con i suoi stupidi compagni da strapazzo: Black, Minus e Lupin. 
Rivedeva tutta la scuola ridere di lui... di nuovo. Ridere dei suoi vestiti vecchi, ridere della sua solitudine, ridere della sua faccia, del suo naso, dei suoi silenzi. 
Eppure non era il peggio, non era questo ciò che lo tormentava da ore. 

Con un sospiro, Severus aggiunse alla pozione gli ingredienti richiesti e continuò a mescolare, guardando il liquido grigio scuro schiarirsi lentamente. 

Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue. 

Il ragazzo si fermò un momento, come fosse stato colpito da una freccia, poi ricominciò a girare il mestolo, cercando di stare attento alla pozione che stava creando. 
Ricordava che tra le risate generali si era sentita una voce che lui aveva sempre definito limpida, una voce che, pur essendo tale, aveva sovrastato tutte le altre e, con decisione, aveva chiesto a quei Grifondoro senza cervello di smetterla. 
Un rumore sinistro, come se una sedia di legno si fosse appena spezzata in due, fece voltare Severus di scatto. Forse se l'era immaginato, oppure Pix aveva deciso di rompere tutto ciò che era in quel sotterraneo. 

Sospirando, tornò alla pozione. 

Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue. 

Col respiro corto, Severus continuò a girare la miscela nel calderone. Ricordare quei momenti era doloroso quanto essere attraversati da una spada arroventata. Gli occhi gli si velavano di lacrime che erano difficili da trattenere. 
Sentiva ancora l'aria calda dell'appena passato pomeriggio primaverile sul suo viso, sentiva ancora il laccio invisibile dell'incantesimo di Potter sulla sua gamba, sentiva ancora la voce di Lily vicino a lui e a quel deplorevole Grifondoro, sentiva ancora addosso il freddo di quella variante dell'incantesimo della Pastoia*
Ricordava Lily mentre combatteva per lui e sentiva ancora le risate di scherno dell'intera scuola. Il fastidio e l'odio che aveva dentro per tutti gli aveva gelato il sangue, lo aveva fatto smettere di pensare. 
Ricordava Potter mormorare un contro incantesimo e, infine, ricordava distintamente sé stesso pronunciare la peggior frase mai detta in vita sua. 

"Non mi serve l'aiuto di una piccola, schifosa mezzosangue!" 

Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue. 

Come uno di quei dischi a casa di Lily, quella parola sembrava volersi ripetere nella sua testa all'infinito. 

Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue. 

Severus sentiva ancora sulla pelle il brivido di quelle parole, il vuoto che gli avevano lasciato dentro. Vedeva ancora davanti a sé lo sconcerto di Potter e dei suoi amici, ma soprattutto vedeva, come fosse impresso nelle sue palpebre e fosse obbligato a rivederla ad ogni battito di ciglia, l'espressione di Lily. Vedeva i suoi grandi occhi verdi posarsi su di lui, feriti come non mai. Vedeva le iridi farsi di fuoco mentre le lacrime cominciavano a rendere lucidi quegli occhi così espressivi. Vedeva il respiro di tutti farsi corto e il dispiacere di Lily diventare rabbia davanti a sé. 

Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue. 

Battendo un pugno sul tavolo e facendo rotolare gli ingredienti non utilizzati, Severus si morse le labbra per trattenere un lamento di dolore. 
Come aveva potuto? La sua Lily, che gli era sempre stata vicino. Come aveva potuto ferirla in quel modo? 

Col respiro accelerato, afferrò il coltello che usava per tagliare e schiacciare gli ingredienti, raccogliendo con la punta una lacrima che gli stava scivolando dall'occhio destro. 
Avrebbe sistemato tutto, la pozione che stava preparando avrebbe sistemato tutto. 
Scuotendo appena il coltello d'argento, versò la lacrima nel calderone. 

Non aveva mai pianto. In casa sua non gli era mai stato permesso di versare lacrime per alcun motivo. Suo padre era solito picchiarlo semmai avesse provato anche solo a lamentarsi tra le mura che lui stesso si era "Sudato col sangue e col lavoro", come soleva dire quando era arrabbiato. Lily sarebbe stata la sua unica eccezione, se l'era ripromesso quel pomeriggio dopo aver iniziato a preparare la pozione. 

Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue. 

Appena la lacrima toccò la pozione, il liquido virò dal grigio chiaro all'azzurrino e il fumo che fuoriusciva dal calderone divenne bianco latte. 
Un rumore sordo rimbombò nell'intruglio e, in un attimo, tutto il fumo rientrò nel liquido e creò una luce fortissima che fece chiudere gli occhi, ancora umidi, al ragazzo. 
Con un respiro profondo, Severus alzò lentamente le palpebre e guardò la pozione. Era di un azzurro perfetto, proprio come doveva essere. Sorridendo e facendo apparire una fiala con un colpo di bacchetta, stava iniziando a riempire il piccolo contenitore con la pozione colorata quando sentì dei passi e la porta del sotterraneo aprirsi velocemente. 

"Ragazzo mio! Cosa stai facendo? Ho sentito un tremendo frastuono e mi sono precipitato qui per vedere se andasse tutto bene.". 
Il professor Lumacorno si diresse verso Severus ondeggiando sulle gambe grosse. 
"P-Professore i-io mi stavo esercitando per i GUFO" rispose Severus tentando di chiudere il calderone. 

Horace Lumacorno era sempre stato un grande opportunista con un forte naso per gli affari e i vantaggi gratuiti... in alcun modo, però, era mai stato uno stupido. 
Sorridendo alla manovra poco ortodossa del giovane, guardò nel calderone e riconobbe immediatamente la perfetta pozione appena creata dal suo studente più brillante. 
"Signor Piton, lei ha appena creato in pochissimo tempo una perfetta pozione Non-ti-Scordar-di-Me!" Esclamò l'uomo, sorridendo leggermente a disagio: "Non è in programma, è ben più avanti rispetto al livello richiesto dai GUFO... cosa stai architettando, ragazzo? Se posso chiedere, è ovvio." Disse bonariamente l'uomo. 

Piton deglutì cercando di pensare a una scusa plausibile, ma la disperazione di quel piano architettato in poco tempo e la stanchezza dopo ciò che era accaduto quel pomeriggio lo spinsero a dire semplicemente la verità. 
"Professore io... ho fatto un errore. Ho ferito una mia amica... Volevo solo che si dimenticasse dell'accaduto e ricordasse che io... che io..." Cercò di dire senza riuscire a definire cosa lui sentisse per la dolce Lily. 
Il professor Lumacorno sorrise e appoggiò una delle sue grandi mani sulla spalla sinistra del suo giovane, brillante e solitario studente. 
"Vede, signor Piton... a volte la magia non ci può aiutare in cose che solo noi possiamo aggiustare. Cerchi di chiederle scusa, se vorrà capirà. Non c'è nulla di meglio che delle parole che vengono dal cuore, come dico sempre." concluse chiudendo il calderone e battendo nuovamente la mano sulla spalla di Severus. 
Il giovane Serpeverde pensò alle parole del professore e guardò l'orologio in fondo alla classe. Se si fosse sbrigato avrebbe raggiunto Lily prima che tornasse in Sala Comune dopo la cena. Sospirando, però, guardò sconsolato l'insegnante: "Se non volesse ascoltarmi? Se non volesse più vedermi? Se non riuscisse a vedere più nulla di buono in me?" Chiese esprimendo i propri dubbi. 

Lumacorno si fece serio tutto d'un tratto e pensò a quell'eventualità, poi sorrise nuovamente e disse: "Diciamo che, in quel caso, potrà tornare da me a chiedere un altro consulto allora..." Disse l'uomo facendo scomparire la pozione dal calderone. 
Piton guardò sconsolato il suo lavoro svanire sotto i propri occhi, poi annuì e iniziò a dirigersi verso l'uscita. 
"Signor Piton... sono sicuro che la signorina Evans sarà capace di vedere al di là di ciò che è successo. Lo fa sempre, non ho dubbi che lo farà anche questa volta." Lo rassicurò il professore. 

Piton annuì e, camminando lentamente, cominciò a salire le scale. Non ne era molto sicuro. Lily era capace di guardare al di là delle apparenze, era vero... ma se lui era esattamente come appariva, come avrebbe fatto a perdonarlo? Gli avrebbe chiesto di cambiare? E se l'avesse fato, lui ci sarebbe riuscito? 
Con un sorriso amaro dipinto sul viso mentre si appoggiava al muro accanto al ritratto della Signora Grassa, Piton scosse la testa. Non sarebbe cambiato, non ce l'avrebbe fatta. Era troppo debole, troppo impaurito di perderla, troppo sé stesso. 

Con ancora gli occhi velati di lacrime e quel consapevole sorriso sulla faccia, Severus Piton attese la ragazza dai capelli rossi che così tante volte lo aveva salvato in quegli anni, sapendo che avrebbero parlato, forse, per l'ultima volta e, addolorato per la perdita che stava per subire, si rese conto che la parola che fino a pochi minuti prima si era ripetuta nella sua mente come una litania aveva smesso di comparire, lasciando il posto a una frase dolorosamente veritiera: 

Sono troppo abituato a me stesso per voler cambiare... 

Sono troppo abituato a me stesso per voler cambiare... 

Sono troppo abituato...  
[1619 parole]

 

*L'incantesimo "Petrificus Totalus" è una variante dell'incantesimo "Locomotor Mortis", ovvero l'incantesimo della Pastoia. 

   
 
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