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Autore: f9v5    30/11/2015    1 recensioni
[Crossover; Full Metal Panic/Black Lagoon] [Linguaggio scurrile "gentilmente" concesso da Revy e anche da altri, astenersi finti moralisti]
Un nuovo incarico per i Fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge, un rapimento che nasconde più trame di quante ne mostri all'apparenza.
Una Whispered incolpevole il cui unico peccato e avere concetti tecnologici in testa che lei neanche ha chiesto e un fissato delle armi che si crede sempre in guerra.
Attraverso la frazione rossa che porta al "Domani".
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Sto per vincere, sto per vincere, sto per vincere!” la mente di Rowan Cliff era come imbambolata, fissata su quel pensiero. Dentro di essa non vi era altro in quel momento.

Quell’unica, piccola scintilla che brillava nella sua testa trasudava di tutta l’emozione che in quel momento l’uomo stava provando.

Portò le mani nelle tasche del suo cappotto per poterle stringere convulsamente senza essere notato e calmare in minima parte il suo desiderio di esplodere dalla gioia. Finalmente stava per raggiungere il suo tanto agognato scopo, dopo tante umiliazioni sarebbe giunta per lui l’ora della rivalsa, contro Leonard Testarossa, contro l’Amalgam, contro il mondo.

Non vedeva neanche i suoi stessi uomini mentre li incrociava per i corridoi, vedeva soltanto la porta che conduceva al suo ufficio, alla fine di quel corridoio che, mai come in quel momento, gli stava sembrando fastidiosamente lungo da percorrere.

Ma ogni passo che riduceva le distanze da essa era un battito in più per il suo cuore, batteva così forte che sembrava volesse minacciare di scoppiare all’improvviso.

“Col cazzo, bello. Non ora che siamo arrivati fin qui.” disse lui nella sua testa.

Doveva solo varcare quella porta una volta raggiunta, nient’altro.

A quel punto tutto sarebbe venuto da sé: la Whispered sarebbe stata finalmente sua!

E i membri della Lagoon avrebbero incontrato la morte poco dopo, trivellati dai colpi dei suoi uomini, che li avrebbero aspettati giusto fuori dal suo studio e i due scagnozzi della Mithril li avrebbero seguiti; anche mettendo che la Mithril, insospettita dal fatto che non avrebbe ricevuto notizie per giorni, avesse preso la decisione di inviare altri soldati, a quel punto loro sarebbero già andati via da lì, ormai irrintracciabili.

Non doveva far altro che varcare quella soglia che, progressivamente, era sempre più vicina.

Mancava sempre meno, ancora pochi passi.

Quasi senza rendersene conto varcò la soglia del suo studio, fece entrare i membri della Lagoon e i loro ostaggi (la Whispered era praticamente sua), chiuse la porta.

-Ho vinto!- esclamò a bassa voce

Cominciarono i suoni degli spari; qualcosa nella mente di Rowan Cliff si incrinò, il ghigno di Dutch crebbe (lo aveva sentito) e la sua sentenza fu ben diversa.

-Hai perso!-

 

 

 

-È stato illogico, perché lo hai fatto?-

-Non che me ne freghi qualcosa, ma il moccioso qui accanto a me ha ragione. Li hai lasciati passare senza batter ciglio pur sapendoli nostri alleati, cazzo ti è preso, ti è saltata qualche rotella?- aggiunse Revy, unendosi alla domanda fatta dal suo temporaneo alleato, lo stesso con cui, poche ore prima, si stava prendendo a mazzate come se non ci fosse stato un domani.

-Ho sempre pensato che il mio capo fosse un tipo troppo sicuro di sé, non ho aggiungo altro. Ma con voi ho intrapreso una sfida ed è diverso. Dimostratemi che le vostre convinzioni sono più forti delle mie!-

Revy sbuffò contrariata; convinzioni, ideali, era davvero di simili stronzate che stava blaterando?! A Roanapur?!

-Tsk, le ho proprio sentite tutte. Senti un po’, mocciosetto…- si rivolse al giovane soldato di fianco a lei -… vedi di non starmi tra le scatole. A questo coglione ci penso io!-

-Negativo!- Revy lo fulminò all’istante con lo sguardo. -Non è un avversario da sottovalutare, è al di fuori della nostra portata se lo affrontiamo in singolo! Pertanto suggerisco di stipulare un metaforico accordo di reciproca collaborazione per sconfiggerlo.-

Aveva ragione, dannazione se aveva ragione, ma col cazzo che avrebbe ammesso di pensarla come lui e dargli il suo assenso; Revy era sempre stata molto orgogliosa.

Quell’omaccione dinanzi a loro non era il classico “tutto muscoli e niente cervello”, con lui non sarebbe bastato agire con un briciolo di inventiva per averla vinta, bisognava proprio metterlo sotto torchio pesantemente, senza dargli fiato e tempo per pensare.

Lo si leggeva nel suo sguardo, era uno come “Loro”.

Ma l’orgoglio in certi casi sa rivelarsi controproducente.

-Fanculo, non intralciarmi!- inaspettatamente Revy si gettò alla carica verso il suo avversario, mirando al volto con un destro ben calibrato, che il suo nemico parò senza fatica.

La donna tentò di colpirlo sul fianco opposto con un calcio laterale, quello che non immaginava era che questi non avrebbe tentato di pararsi, incassandolo in pieno.

-Era molto forte, lo ammetto. Ma ho subito colpi peggiori.- con la mano destra rimasta libera colpì Revy in piena faccia, gettandola al tappeto.

La donna sentì come se il volto le fosse andato a fuoco.

“Cazzo, che male!” pensò, non ricordava di aver mai provato tanto dolore per un pugno in pieno volto (l’altra volta che qualcuno era riuscito a strapparle un gemito di sofferenza per un colpo fisico era stato durante lo scontro contro quella bastarda cameriera sudamericana).

Vide la minacciosa figura del suo nemico incombere su di lei e lì giunse un ulteriore smacco al suo orgoglio.

Sosuke, a cui aveva intimato di non intromettersi, si frappose fra lei e il pugno destro che altrimenti il loro nemico avrebbe sferrato al suo stomaco, bloccandolo con entrambe le braccia.

Con uno sforzo fisico enorme (lo si poteva intuire da come strinse i denti) proiettò l’altro uomo verso un container facendocelo sbattere di schiena.

E, come se non bastasse, poi l’aiutò a rialzarsi e la portò a distanza di sicurezza, mentre l’uomo biondo si rialzava senza aver subito apparentemente nessuno danno.

 

 

 

-Te l’avevo detto che in singolo non abbiamo possibilità!-

Sosuke non si rendeva ancora conto del fatto che rinfacciava troppo spesso le cose agli altri. Non era qualcosa di premeditato, per lui le sue non erano altro che constatazioni dette senza il minimo intento provocatorio.

Per questo non comprese l’ennesimo “Fanculo” cha la sua temporanea alleata gli aveva riservato a denti stretti mentre si rialzava.

Decise comunque di sorvolare sulla questione e concentrarsi su quella in quel momento prioritaria.

L’assistente di Cliff si era di nuovo piazzato davanti al container che fungeva da ingresso alla base del suo capo, non li avrebbe mai lasciati passare con le buone… almeno non loro due.

-Come vuoi tu, idiota. Se è l’unico modo che abbiamo per fare a pezzi questo armadio, per stavolta farò un eccezione. Revy!-

-Sosuke!- presentazione di circostanza, nulla di più.

Notò come la donna avesse stretto gli occhi prima di accettare a collaborare, segno che doveva aver fatto un immenso sforzo per sopperire temporaneamente il suo orgoglio; a suo modo, le era riconoscente di questo.

-E allora, visto che ci tieni tanto a collaborare, hai qualche idea, Sosuke?- il sarcasmo nel tono della donna era così pesante da essere quasi tangibile.

-Basterà sfiancarlo. Adesso!-

Scattarono praticamente all’unisono e lo presero dai lati, entrambi cercarono di assestare un pugno sinistro.

L’uomo incrociò le braccia e bloccò entrambi i colpi, si intesero all’istante.

Entrambi eseguirono un attacco con il braccio destro, Sosuke lo colpì violentemente alle gambe, sbilanciandolo, Revy lo prese in pieno volto.

La combinazione portò il loro avversario ad una rovinosa caduta.

Quando entrambi tentarono di colpirlo in pieno petto con un gancio, questi si sfilò il bazooka usandolo come scudo per parare i loro colpi e spingerli indietro.

Sosuke si scambiò una rapida occhiata con Revy, la quale, seppur di malavoglia, annuì seria e convinta.

Sembrava quasi paradossale che tra di loro fosse nata subito quell’intesa combattiva, specie considerando che giusto fino a poche ore prima erano occupati a menarsi come bestie.

Evidentemente l’aver condiviso la stesso passato, fatto di morte e sangue, doveva aver in qualche modo influito sul loro modo d’agire, per quanto entrambi non lo avessero affrontato nella stessa maniera.

Entrambi scattarono nuovamente, ciascuno da un lato diverso, Sosuke colpì per primo, provando ad eseguire un affondo di sinistro; come previsto, venne schivato, ma ottenne l’effetto di coprire temporaneamente la vista all’avversario, quel tanto che bastò affinché Revy lo colpisse con una gomitata al fianco.

Sembrò funzionare, per la prima volta lo videro piegare il volto in una smorfia infastidita.

Revy proseguì con una ginocchiata indirizzata al petto che il suo avversario bloccò col braccio sinistro, Sosuke lo colpì con un colpo di taglio a quello destro prevedendo che avrebbe tentato di attaccarlo, per poi sferrargliene un altro alla base del collo per sbilanciarlo.

Quando l’assistente di Cliff crollò per la prima volta in ginocchio, i due pensarono sinceramente di averlo finalmente messo alle strette, quando invece questi reagì con una rapidità sorprendente colpendoli entrambi al volto con due montanti sferrati in contemporanea, potenti al punto da spingerli alcuni metri più indietro, compresero che la battaglia non era ancora prossima al termine.

-Porca puttana.- Revy sputò e si asciugò un rivolo di sangue che le colava dal labbro inferiore, notando che Sosuke stava facendo lo stesso col naso.

Quel bastardo di Cliff se l’era scelto bene, il suo braccio destro.

 

 

 

Nella mente di Cliff gli spari che giungevano dai corridoi della sua base sotterranea fuori dal suo studio suonavano come echi lontani.

Non poteva essere vero!

Doveva essere tutto uno scherzo, magari stava solo vivendo un incubo, a breve si sarebbe risvegliato e avrebbe scoperto che la Whispered era già nelle sue mani mentre lui ed i suoi uomini era già andati via da quel letamaio che era Roanapur.

-Sei stato troppo arrogante, amico mio, ora vedrai cosa accade a chi fa il galletto in un posto come questo.- odiosa e indesiderata, giunse alle sue orecchie la voce del leader della Lagoon.

Accadde in un attimo.

I due “ostaggi” della Mithril sciolsero i nodi che gli bloccavano le braccia (era stato troppo facile per pensare che fossero davvero legati, stupido lui che non se n’era accertato) e scattarono verso di lui bloccandogli e braccia e spingendolo contro un armadio, dove la sua schiena cozzò duramente.

“È troppo reale questo incubo, dannazione!”

Si ritrovò la possente figura di Dutch a pochi centimetri dal volto, lo fissava con uno sguardo da predatore.

-Non dico che tu non abbia giocato bene le tue carte, anzi, riconosco che hai preso tutti i provvedimenti necessari, se solo non fossi stato a Roanapur avrebbero anche potuto funzionare.-

Ma proprio come gli spari che giungevano dall’esterno, anche quelle parole giungevano ovattate alle orecchie di Cliff.

“Perché?” continuava a chiedersi; dove aveva sbagliato per ritrovarsi in quella situazione?

Osservò Kaname Chidori, in quel momento libera al fianco dell’uomo della Lagoon in camicia e cravatta; era così vicina, e paradossalmente non era mai stata così lontana.

“Perché?” se lo chiedeva.

-Dal momento che non c’è più nessuna fretta, non vedo perché non darti una spiegazione. Sarà l’ultima cosa che sentirai!- sentenziò Dutch, anche se, osservando lo sguardo vacuo di Cliff, neanche lui ci avrebbe giurato, che lo stesse sentendo davvero.

Intanto gli spari continuavano ad echeggiare, eppure nessuno sembrava preoccupato da essi, come se avessero già saputo come sarebbe andata a finire, a parte Rock, che ogni tanto lanciava qualche occhiata apprensiva verso la porta che portava fuori dallo studio, come temendo che qualcuno dei loro nemici potesse entrare all’improvviso.

-Bisogna partire dall’inizio ovviamente, dal giorno in cui ci ingaggiasti per il rapimento della piccola Kana qui presente.- la ragazza in questione storse il naso al sentire il suo soprannome.

-Bisogna dire che è stata una mossa azzardata e al contempo intelligente, la tua: raramente chi ci ingaggia ha le palle di venire personalmente, solitamente mandano i loro sgherri. Ma venire personalmente è stato un modo efficace di non farci sorgere sospetti, almeno all’inizio. Perché c’è un elemento che hai dimenticato di considerare: a modo suo, noi abbiamo già avuto a che fare gli uni con gli altri. Prego, Benny Boy, continua tu! Dopo tutto, le questioni informatiche sono il tuo pane.- il capo della Lagoon lasciò il posto al suo collega biondo.

Dopo essersi schiarito la voce, Benny prese la parola.

-Allora, dopo che te ne sei andato e dopo aver mandato Revy e Rock in missione, Dutch mi ha detto di controllare certi dati relativi ad una nostra missione passata poiché aveva il sospetto di averti già visto, pertanto sono entrato nei server di controllo dell’Hotel Moscow, l’organizzazione della mafia russa che detiene la maggior parte dei poteri qui a Roanapur, considerate le grandi collaborazioni che abbiamo sempre avuto con loro non è stato un problema, per i controllare le informazioni relative  ad un incarico svolto qualche tempo fa. La cosa che più ha attirato la nostra attenzione fu che quella missione ci venne si commissionata dall’Hotel Moscow, ma in accordo con un’altra organizzazione per lo scambio tra le due di un grosso carico d’armi che noi avremmo appunto dovuto rubare.-

Rock restò leggermente confuso, evidentemente doveva essere accaduto prima che lui entrasse nel gruppo.

-L’organizzazione in questione si chiamava… Amalgam!-

Amalgam… Amalgam… AMALGAM?!

“Perché? Perché deve sempre tormentare la mia esistenza?” il sentire il nome della sua ex-organizzazione fece scattare in Cliff un moto di rabbia e disgusto, ora si che stava davvero prestando attenzione.

-Vedi, prima di cominciare quell’incarico, le due organizzazioni si scambiarono un fascicolo contenente ciascuno informazioni riguardanti tutti coloro che facevano parte dei due gruppi a quell’epoca, una dimostrazione di fiducia e promessa di non intralciarsi mai in futuro, possiamo dire. Ho controllato il fascicolo dei membri dell’Amalgam: c’eri anche tu!- disse l’informatico della Lagoon.

Il rumore degli spari cessò all’improvviso.

La porta dello studio; Dutch sorrise sardonico, Benny e Rock sospirarono sollevati, solo Kaname e i due soldati della Mithril mantennero la guardia alta, come a temere un ripensamento dell’ultimo.

Sull’uscio, fiera e terrificante nel suo volto sfregiato, stava Balalaika, leader dell’Hotel Moscow.

-Se permettete, ora continuo io!- e lo sguardo che riservò a Rowan, almeno fu quello che pensò Kaname, fu dei più gelidi e violenti che avesse mai visto.

 

 

 

Sosuke venne letteralmente sollevato di peso e scagliato contro Revy; la donna dovette fare una bella faticata per prendere al volo il suo alleato, la forza della spinta fece cadere sul didietro anche lei.

-Non è stata esattamente una delle mie migliori prestazioni.- commentò a denti stretti il ragazzo, ancora tra le braccia della donna.

-Levati di dosso!-

I due si rialzarono, avevano entrambi il fiato corto, l’assistente di Cliff aveva cominciato a boccheggiare.

Non si sarebbero mai aspettati che fosse tanto resistente, era davvero “uno di loro” ed evidentemente aveva anche più esperienza di loro.

Come se quella consapevolezza sarebbe potuta bastare a fermarli.

Revy ignorò il dolore al labbro inferiore e ghignò lievemente.

-Ehy, Sosuke, direi che a questo punto non è il caso di trattenersi. Tiriamo fuori i ferri del mestiere e mettiamo a posto questo stronzo!- con un impeto di quella che poteva essere definita gioia, Revy mise finalmente mano alla cintura, le Sword Cutlass erano impazienti di sputare ferro e fuoco.

-Concordo.- anche Sosuke tirò fuori la sua fidata pistola.

Avevano il serio presentimento che anche l’assistente di Cliff avrebbe messo mano alle armi, sicuramente avrebbe smesso di usare il suo bazooka solo come scudo o oggetto contundente.

-Questo è il turno decisivo!- esclamarono i tre all’unisono, un’intesa istintiva che solo chi aveva vissuto l’Inferno poteva avere.

Era ora di chiudere la questione!

 

 

 

Angolo dell’autore:

Ed ecco che siamo giunti al rush finale, ormai la banda di Cliff è stata sgominata, Revy e Sosuke hanno deciso di giocarsi il tutto per tutto contro Nick e Balalaika, leader dell’Hotel Moscow è finalmente entrata in scena, anche se, come vedrete, si può dire che sia stata in gioco fin dall'inizio.

Mi fermo qui, al prossimo capitolo per le ultime spiegazioni e retroscena e la fine delle ostilità.

Alla prossima ragazzi.

 

  
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