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Autore: LookAliveSunshine    30/11/2015    0 recensioni
Una ragazza noiosa, piena fino all'orlo della stupidità dei suoi coetanei. Una tredicenne che ha letto troppi libri per stare bene coi piedi per terra. Storia di uno zombie in vestaglia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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30 Novembre –  ore 19:52
Okay, okay, non riesco a credere che lo sto facendo davvero.
Aspetta a distruggerti, autostima. Ho bisogno di te per tenermi su! Ora ti spiego tutto.
Dunque, la settimana scorsa è stata uno schifo. Tutti i posti in cui sono andata e tutte le cose che ho fatto mi hanno delusa così tanto che, la domenica, sembravo una spugna intrisa di disprezzo, brufoli e sonno.
E immagina la mia faccia, autostima. Tu mi conosci: non sono brava a nascondere i sentimenti. Sembravo una specie di zombie in vestaglia. Mamma e papà se ne sono accorti, hanno fatto un incontro al vertice per capire cosa aveva la loro figliola, poi, sotto gli occhi preoccupati di papà, mamma mi ha presa in disparte e mi ha fatto la fatidica domanda:
- Cos’hai, amore?-
Quante scene! E’ come prendere in mano una spugna e strizzarla fino a fare uscire tutto il liquido che c’è dentro. E io, da brava spugna, ho bagnato i miei genitori di tutto il disprezzo che avevo in corpo. Gli ho lanciato una delle mie occhiate nonrompetemiicoglioni, come le chiamava una mia amica.  
- Niente, mamma.-
- Sai, tesoro, questi sono i problemi classici della tua età, e dovresti...-
Oh, ma ci sente o no?
- Ti consiglio di scrivere tutto quello che senti, se non vuoi parlarne con noi.- ha continuato con voce pietosa.
- Ma mamma, sto bene...-
- In ogni caso, io e tuo padre ci saremo sempre a darti una mano, se vuoi.-
No, non ci sente affatto. Sposto lo sguardo sul sorriso compassionevole di papà. Mi abbracciano, tutti convinti di aver fatto la cosa giusta.
E io me ne torno in camera mia. Consolata? No. Ma con una cosa in più a riempire il mio tempo.
Oggi, dunque, inizierò a scrivere su questo quaderno tutti i problemi che possono affliggere una noiosa ragazzina di terza media: mamma e papà non devono vederlo, Marco non deve vederlo, solo io.
Sei contenta, autostima? Ecco come tutto questo ha avuto inizio: non odiarmi, ti prego, non buttarti dal balcone. Dirò la verità: non penso che questa specie di diario possa proteggermi da quella massa di adolescenti che frequento ogni giorno, quella specie di gruppo disorganizzato, affamato di pettegolezzi e pronto ad odiarti per un passo (o un paio di scarpe) sbagliato. Ma comunque, proverò, per fare piacere a mamma e anche per sfogarmi un po’.
Per essere una spugna un po’ meno piena.
Alla prossima volta,
Flavia
   
 
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