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Autore: En Sev En    01/12/2015    1 recensioni
Tutto è compiuto. Il comandante Viola Shepard giace ai piedi delle rovine della Cittadella mentre il male che opprimeva la galassia sembra essere stato sconfitto. Ma l'oscurità la avvolge fin da Mindoir, passando per Akuze o con i razziatori e non sarà facile per lei rompere definitivamente questa minaccia. Eppure potrebbe bastare una piccola cosa di cui lei è ancora all'oscuro... presto Liara, il comandante è ancora in pericolo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Quattro mesi.
120 giorni terrestri ed ancora non era in grado di muoversi liberamente ma adesso non utilizzava più alcun sostegno per camminare. Assomigliava più ad un bambino che ha smesso di gattonare e prova a compiere le sue prime corse in piedi: certo qualche caduta, ma alla fine impara. Lei aveva perso circa l'8% delle sue capacità biotiche e di conseguenza il 17% circa delle sue prestazioni fisiche in seguito alla rimozione dei dispositivi cibernetici ma finalmente le operazioni erano terminate e il bendaggio era notevolmente diminuito. Solo il braccio destro necessitava ancora di osservazione stretta ed anche il bacino non era ancora perfettamente stabile. La muscolatura iniziava a riprendere tono. Ma la riabilitazione procedeva anche più spedita di quanto avessero previsto i medici: da buon soldato il recupero era divenuto il suo obbiettivo principale in quella fase e con buone ragioni.
Era stufa ormai di vedere sempre la stessa stanza, quattro pareti statiche ed incolori. Non le veniva permesso di uscire neanche per fare una passeggiata nel corridoio, qualora esistesse un corridoio. Ufficialmente perchè ancora non era pronta ma non le sfuggiva che probabilmente vi erano ragioni di sicurezza; lei era molto famosa e la sua fama non poteva che essere aumentata anche nel caso in cui la vicenda fosse stata parzialmente nascosta e modificata come d'abitudine dalle autorità. Ma un eroe che distogliesse l'opinione pubblica dai problemi doveva sicuramente esserci e non vi era dubbio che fosse lei. Ormai aveva molti amici sparsi per la galassia che sicuramente la stavano omaggiando. Ma era altrettanto certa che nella galassia esistessero ancora più nemici pronti ad ucciderla, c'era solo l'imbarazzo della scelta. Ed in quelle condizioni sarebbe stato molto facile anche per un Hanar.
“Vediamo, uhm... gli ex di Cerberus se ancora vivi, qualche indottrinato se ancora vivo, alcuni nazionalisti terrestri se ancora vivi, qualche strafatto di terra rossa se ancora vivo, Aria T'loak? Si, è possibile non mi fido di lei. Fino a che i nostri interessi sono coincisi non ho corso rischi ma adesso la situazione è cambiata.“
Non era comunque un grosso problema: su Omega l'unica regola era non contraddire Aria, ma nella galassia contava non contraddire Shepard adesso. E nonostante tutte le arie che si dava quell'asari dubitava che potesse essere più pericolosa di una macchina lunga più di due km che andava cancellando forme di vita da milioni di anni. Era lei – la grande e possente umana – come l'aveva definita il patriarca nel suo dannato locale.
“Qualche razziatore rimasto nello spazio profondo se ancora vivo, i custodi? No loro no, molti Batarian se ancora vivi, direi Balak se ancora vivo. E spero che lo sia" il tono truce e beffardo con cui aveva detto quest'ultima cosa avrebbe fatto desiderare al terrorista Batarian di essere morto se ancora non lo fosse stato.
“Ci rinuncio, è una lista troppo lunga”.
Non aveva a disposizione neanche un datapad decente. Nessuna connessione a extranet o altre fonti esterne di informazione. Tutto ciò che aveva per parlare o informarsi erano le sue 3 care dottoresse ma iniziava a non bastarle più adesso.
Era stufa di vedere sempre e solo lo stesso spicchio di mondo, in fondo non aveva salvato la galassia solo per vederne lo stesso piccolo punticino dalla sua finestra.
E sopratutto voleva ritrovare la sua gente, i suoi amici, lei.
L'unica distrazione dalla routine giornaliera erano le visite sempre frequenti delle sue – aguzzine – ma aveva sempre l'impressione che si stessero controllando.
Ed i fiori: i “serenis” avevano delle particolarità uniche per una specie floreale. Innanzitutto erano molto resistenti, se opportunamente curati rimanevano in fiore anche sei mesi e questi che le erano stati regalati non facevano eccezione. Di solito i fiorai non mettevano in vendita tale specie visto che per loro si rivelavano un pessimo affare. Ma la particolarità era data dal loro colore: di giorno, in presenza di forti fonti di luce, avevano un colore bianco tenue, quasi trasparente con piccole e quasi invisibili macchie puntiformi rosacee, ma di notte viravano verso un blu acceso ed intenso e quelle macchie divenivano di un giallo molto evidente al punto tale di far divenire il fiore brillante e luminoso come un neon. Questo era un motivo per il quale questo fiore non veniva tenuto nelle camere da letto nelle case coloniali o perchè spesso venivano usati nelle cene romantiche al posto delle solite e classiche candele.

Shepard non volle nulla con cui coprire i fiori di notte, quei colori le ricordavano le notti passate con le sue amiche su nei campi in collina vicino alla sua casa natia lì nella fascia di Attica: da lì dominavano una valle piena di questi fiori che accendevano l'orizzonte con uno spettacolo mozzafiato. Poco più in alto nel cielo spesso era visibile anche un sistema di stelle binario in certi periodi dell'anno e l'immagine che ne risultava era tale da togliere il fiato a chiunque avesse un cuore nel petto e un'anima in corpo.
I fiori di Mindoir parevano essere tutti splendidi e resistenti. E di notte quel blu le ricordava lei.

Ma Shepard in quel momento non era alle prese con il cromatismo dei suoi fiori, era in piedi nella sua stanza mentre tentava faticosamente di riprendere l'usuale confidenza con il camminare e con tutte quelle operazioni che un eroe dovrebbe poter compiere senza sforzo.
“Ehilà Sheppy”
dal vuoto della stanza emerse una voce delicata ma nessuna figura corporea. Non vi erano dubbi su cosa stesse succedendo.
“Kasumi ?! Sei tu ? Dovresti smetterla di fare questi giochetti, altrimenti mi toccherà comprare dei campanellini da metterti al collo”
Era proprio lei Kasumi Goto, forse la ladra più abile dell'intero spazio del Consiglio. Non una grande impresa per lei superare le difese del luogo di reclusione del comandante e meno che mai eludere la sorveglianza della Chakwas.
“Si Shep sono io” disse riapparendo all'improvviso con il suo classico rumore elettrico “ ti chiedo scusa se ho invaso la tua stanza ma devo lasciare il sistema e non volevo farlo senza nemmeno salutarti” proseguì mentre Shepard non poteva fare a meno di notare che lei invece continuava ad usare sempre e solo gli stessi vestiti. “Spero ne abbia diverse copie e non sia sempre lo stesso” pensò.
“Sai, siamo qui da diverso tempo ma sapevamo che non era ancora il momento di incontrarti, che avevi bisogno di tempo. Ho monitorato i macchinari per vedere le tue condizioni ma non dirlo alla Chakwas , lei e l'Alleanza non sanno che ho bypassato tutti i controlli per accedervi dall'esterno.”
Ovviamente!
“Siamo hai detto? Ma quindi sono presenti tutti? Ce l'hanno fatta tutti?”
“Si non preoccuparti sono tutti qui fuori a proteggere la struttura fin da quando vi sei stata trasportata. Non credo che esista qualcuno che possa riuscire ad entrare con cattive intenzioni...”
“Tu però sei entrata” malignò Viola “ed anche senza troppi problemi a giudicare da quello che mi hai detto."
L'istinto del soldato ancora una volta prese il sopravvento e l'inefficienza dei sistemi di sicurezza messo in luce da Kasumi non le poteva passare inosservata.
“Shep tu mi offendi, sono o non sono la ladra più brava che esista? E se avessi cattive intenzioni stai sicura che non avrei potuto fare due passi senza che Garrus mi avesse intercettato, quel Turian farebbe letteralmente di tutto per te”. Quindi Garrus era presente. Era incredibile come Shepard potesse ottenere informazioni da tutti senza neanche chiedere niente, anche da una persona abile a gestire dati sensibili come Kasumi. O forse era stata lei a far finta di cedere informazioni? Era un possibilità da non escludere.
“Puoi dirmi chi è presente? Sembro quasi una reclusa, anche prima dell'invasione ero più libera di adesso. Non mi merito forse un piccolo premio dopotutto? ”
Non erano le parole alquanto banali a convincere le persone a seguirla o eseguire le sue richieste, era il suo tono, la sua aria e forse il suo sguardo. Sta di fatto che nessuno riusciva a resisterle, tranne la Chakwas ovviamente.
“Non dovrei ma credo che possa solo farti del bene, ok. Garrus te l'ho già detto, c'è poi Jacob. Sai che è in grado di fare più addominali di Vega in due ore? “
“ Kasumi...”
“Scusami Shep. Dicevo Jacob, poi c'è Grunt anche se Garrus è più impegnato a non fargli distruggere la struttura che a sorvegliarla. Wrex non è presente, dopo la vittoria è dovuto tornare a Tuchanka e credo che tu possa intuirne il motivo” alluse maliziosamente ma Shepard prestò più attenzione alla parola “vittoria” che al sottile pettegolezzo della Goto.

VITTORIA!

Semmai avesse avuto qualche dubbio adesso ne era certa. E' finita, una volte per tutte. La lunga avventura iniziata su Eden Prime era terminata ed era arrivata una vittoria. Eden Prime non era molto distante da Mindoir, entrambe le colonie avevano dato il via a storie importanti della sua vita. Ma se sul paese natale gravava il ricordo di una terribile sconfitta e perdita, non era così per Eden Prime. Non più. Per la prima volta non stava pensando a quanto avesse perso e sacrificato ma solo che aveva vinto. Forse non tutto del suo passato era stato superato, una sottile forma di euforia la stava pervadendo, la sua mente era solo rivolta alla disfatta dei razziatori e alle parole della Sovereign – sono l'avanguardia della distruzione -: non dovrà più sentire queste parole. Mai più. E' lei e lei sola la distruzione.
VITTORIA.

“Ma comandante mi stai ascoltando? Hey Sheppy...Lo sai che Miranda acquista autoreggenti di tipo economico? Ho intercettato il suo ultimo acquisto su extranet...”
“come extranet... cosa compra Grunt...?” si ridestò di soprassalto dal fiume in piena dei suoi pensieri
“ecco vedi come non mi stai ascoltando? Così non è divertente. Comunque c'è Vega come avrai capito e si è portato appresso anche quel suo amico del ponte 5”
“Steve Cortez?”
“Si proprio lui, è un tipo così in gamba ma quei due non me la raccontano giusta. Lui con tutti quei muscoli e quei tatuaggi fa il duro ma secondo me fa gli occhioni dolci a...”
Sorrideva Shepard. Kasumi era sempre la stessa, sempre più interessata alle persone che alle cose benché fosse una ladra. Ed era una terribile sentimentale. Se il mondo fosse stato pieno di persone come lei forse le cose sarebbero andate meglio.
“Poi c'è Zaeed ma forse sarebbe meglio che non vi fosse. C'è Jeff e c'è Samara. Ma secondo te sono naturali? Cioè sono enormi da vedere. Alle asari in età avanzata evidentemente...e forse tu ne sai qualcosa.”
Ancora quel tono estremamente malizioso ma Shepard sorvolò su quella insinuazione personale.
“Scommetto che c'è anche Kenneth Donnelly visto il tuo accenno a Samara” le disse.
“Ma come hai fatto ad indovinare? Meno male che non ho mai dovuto incontrare agenti come te nella mia carriera o sarebbe stata terribilmente breve”

Con Kasumi non sapevi mai cosa pensare: quel tono così da bambina ingenua ma una perversa ingegnosità nel parlare; ci si rendeva conto che ogni parola che diceva era finalizzata ad ottenere uno scopo e una reazione. Lei sapeva dei discorsi di Ken su Samara, sapeva di Cortez ma lasciava cadere le cose lì come per farti credere di avere intuizioni non comuni. E Shepard dovette ricredersi su cosa aveva pensato fino a qualche minuto prima. Era lei che le dava solo le informazioni che voleva, altro che farla cadere in errore. Ma c'era di più. Il tono sembrava il solito di quando aveva il suo posto all'osservatorio sulla Normandy, non c'era traccia di commiserazione o di adulazione o di qualsiasi altro modo che potesse portarla ad uno stato emotivo differente di quando era sopra la Normandy: quella era la sua casa ormai e le persone ospitate la sua famiglia. Quale ambiente migliore quindi per accelerare in qualche modo il recupero di un malato se non quello più familiare? Ormai le intenzioni della giapponese erano evidenti per quanto ben celate; anche il termine vittoria probabilmente non era stato scelto a caso.
“Cara Kasumi, ho sempre pensato che fossi troppo sentimentale ma te ne sono grata, grazie”
pensò Shepard mentre la ladra continuava ad inondarla di parole.
“Però Gabby non è potuta venire, avrebbe dato un braccio pur di poterlo fare. Ah e non preoccuparti di Liara, anche lei ha un impegno che non può assolutamente rimandare ma in fondo la cosa riguarda anche t...”
“KASUMI GOTO !!!" L'ira funesta di Karin Chakwas infine si abbatté anche su di lei; per quanto fosse abile nello sviare e confondere eventuali inseguitori questa volta aveva dovuto abbandonare ogni prudenza per parlare con il comandante e questo le fu fatale.
“ GIURO CHE TI FACCIO SBATTERE IN CELLA A VITA E CON UNA PALLA DI VENTI TONNELLATE AI PIEDI E QUATTRO MECH PRONTI A SPARARTI AL MINIMO MOVIMENTO”
ma ovviamente tutti nella stanza sapevano di quanto fossero vane minacce.
“Dottoressa io volevo solo salutar...”
“TU farai bene solo ad ubbidirmi questa volta; devi andare ad Arcturus? Vai e fallo senza più importunare il comandante “
Niente da fare, in privato aveva iniziato a chiamarla Viola ma una minima presenza esterna la spingeva a rientrare in un rigoroso formalismo militare.
“Forse dovrei pretenderlo da tutti d'ora in poi, anzi potrei ripristinare l'antica usanza del giro di chiglia così voglio vedere chi proverà a chiamarmi ancora Lola” penso Shepard mentre la dottoressa stava ancora riversando la sua indignazione sulla sfortunata ladra.
“Stiamo passando ogni secondo della nostra vita a studiare un modo per farla guarire completamente e tu rischi in soli 5 minuti di ucciderla a chiacchiere… Lascia subito immediatamente questa stanza se tieni veramente a lei”.
In fondo bastava solo quest'ultima frase per generare un vero effetto di vergogna. Perché Kasumi, come tutti gli altri che erano fuori, teneva veramente a lei ed il pensiero che questa sua bravata potesse in qualche modo nuocere a Shepard la fece sentire male. E la Chakwas non era tipo da esagerare su certe cose quando si parlava di salute.
Ma lei doveva partire e non per rubare qualcosa questa volta. Il suo aiuto nella realizzazione del crucibolo fu serio ed importante. Inaspettatamente nelle greybox di KJ vi erano informazioni che avevano aiutato a recuperare sottosistemi adatti al congegno ed Hackett non era il tipo da farsi scappare membri così di valore da sottomano. Shepard non era l'unica a riconoscere il talento quando lo vedeva. In più la decisione di non distruggere la greybox fu quanto meno fortunata.

Doveva partire e non voleva farlo senza nemmeno averla rivista, senza non aver nemmeno scambiato una parola; era troppo importante per lei. Shepard aveva sempre avuto ragione in fondo, lei era troppo sentimentale.
“Viola, mi fa piacere averti rivista. Davvero” Questa volta il tono era serio e deciso, niente più sottintesi o giochetti.
“Un'ultima cosa Shep, tra gli altri sotto c'è un drell, chissà perchè poi...” E svanì così com'era apparsa.
Un drell.
Kolyat.
“Thane...”
La dottoressa non disse più nulla decidendo di uscire immediatamente dalla stanza, mentre ai piedi del comandante delle gocce d'acqua apparivano sempre più copiose.

 
   
 
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