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Autore: En Sev En    01/12/2015    1 recensioni
Tutto è compiuto. Il comandante Viola Shepard giace ai piedi delle rovine della Cittadella mentre il male che opprimeva la galassia sembra essere stato sconfitto. Ma l'oscurità la avvolge fin da Mindoir, passando per Akuze o con i razziatori e non sarà facile per lei rompere definitivamente questa minaccia. Eppure potrebbe bastare una piccola cosa di cui lei è ancora all'oscuro... presto Liara, il comandante è ancora in pericolo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“Squit, squit” era un nuovo giorno, ancora un altro da passare in quel rifugio.
“Squit squit.” Il criceto spaziale destò il comandate dal suo sonno. Erano passati quasi nove mesi da quando era entrata nella struttura ma ormai era quasi pronta. I fiori sul comodino erano già secchi da tempo ma Shepard aveva voluto che restassero lì lo stesso nonostante le insistenze di Miranda. Non poteva non notare come questi fossero bellissimi e nel pieno delle forze quando lei era in preda ai suoi deliri nei mesi passati mentre adesso che era quasi completamente guarita, loro erano ormai rinsecchiti. Come se lei avesse prosciugato la loro vitalità.
Ma era una considerazione che non aveva nessuna connotazione negativa nella mente di Viola, non era più debole come qualche tempo addietro quando avrebbe speso qualche lacrima anche per questi fiori. Era solo una semplice constatazione.

La Chakwas aveva acconsentito da tempo alla richiesta di Shepard di avere nella sua stanza quell'animaletto; tutto sommato anche lui faceva parte a buon diritto della Normandy. Era stata indecisa se chiedere anche un acquario ma vista la sorte sventurata che capitava spesso ai suoi pesci decise che poteva risparmiare sofferenze a quei simpatici esserini. Il criceto bastava ed avanzava. Inoltre questa volta si era anche assicurata che Miranda non avesse usato cloni per curarla, quindi nessun pericolo per entrambi.
Con la scusa di poter accelerare la sua riabilitazione chiese anche un piccolo impianto hi-fi e Karin, ormai impotente di fronte ad ogni richiesta della sua viziata figlia, non poté non accontentarla salvo poi pentirsene amaramente: tra le assurde passioni di Shepard c'era sicuramente il ballo ma se vi era un campo dove la natura fosse stata davvero avara di talento con lei, questo era sicuramente quello. Neanche un Elcor obeso avrebbe potuto eseguire movimenti così sgraziati e con così costante frequenza ed ostinazione. La dottoressa arrivò persino a pensare che fosse una sottile forma di vendetta studiata per farle pagare tutte le operazioni subite nei mesi precedenti.
Le cose erano decisamente cambiate tra loro due: adesso che era vicina alla guarigione completa, adesso che era vicina ad abbandonare quel posto, Shepard provava un senso di smarrimento e di tristezza. Era da tempo ormai che aspettava ogni giorno le visite di Karin che non consistevano più in analisi o esperimenti. Erano lì a volte solo a parlare, altre volte senza dire niente mentre l'anziana dottoressa le passava le mani tra i capelli carezzandola dolcemente. In quei frangenti né Miranda né la Michel osavano entrare ed interrompere madre e figlia. Ogni cura poteva aspettare.
Ormai le consentiva anche di passeggiare brevemente per il corridoio. Sì, il corridoio esisteva ma con somma delusione Shepard vide che tutta la struttura era molto più piccola di quello che si aspettava: c'era solo la sua stanza ed un piccolo corridoio che portava ad una porta che presumibilmente dava sul mondo esterno. Ma non ebbe mai l'istinto di provare ad aprire quella porta. Qualche mese prima l'avrebbe fatto ma ora no.
E si avvicinava anche il momento di incontrare i suoi amici, la sua squadra. Fu proprio la Chakwas a comunicarglielo stabilendo però che non li avrebbe fatti entrare tutti insieme ma suddividendoli a giornate. Anche da queste cose si capiva quanto tempo avesse vissuto in una struttura militare. Viola fu felice per la notizia ma non era più impaziente. Ora aveva ripreso il pieno controllo di se stessa e ripensando ai funesti giorni passati non poté fare a meno di sdegnarsi per tutte le lacrime che aveva versato (più che in tutto il resto della sua vita) e per il fatto che l'avevano vista farlo.
“E' sempre un segno di debolezza mostrare i propri sentimenti in pubblico” pensò in perfetto stile militare.
Ma sapeva che era una bugia, non lo pensava più veramente da tempo visto che ormai aveva imparato ad accettare anche questo lato del suo carattere. Ed aveva riflettuto tanto sulle sue paure, sulla sua oscurità: non si può provare a contenerla. Non è un liquido che possa essere messo in un contenitore e chiuso, è un qualcosa di sfuggente che mano a mano avvolge tutto ciò che esiste rendendolo freddo e buio. L'oscurità non può essere contenuta. E l'odio non è una fiamma, semmai l'esatto contrario; è un buio che ti pervade, che oscura il tuo essere. L'odio è il cibo eterno dell'oscurità. Ma la soluzione è ancora una volta semplice, nessuna cura miracolosa o pensiero esistenziale: per dissipare il buio basta solo una luce. Anche una piccola luce.
Più è grande l'oscurità e più risalta questo piccolo bagliore. E se le fonti di luce aumentano, il buio non può che sparire.
Aveva iniziato a comprendere bene quale fosse l'importanza delle sue relazioni con le altre persone. La Chakwas era divenuta una luce intensa, così come Thane, così come Kaidan, così come tutti coloro che le volevano bene. Così come Anderson.
Per la prima volta non pensava a loro con tristezza, ma con gratitudine. Il loro non era stato un sacrificio vano, non erano persone che necessitavano della sua protezione. Semmai era vero l'esatto contrario. Erano loro che la stavano proteggendo e continuavano a farlo anche da morti. Adesso lo aveva capito. Adesso aveva capito pienamente anche Martin Johnson, aveva capito in pieno il suo gesto e cosa lo avesse scatenato.
La luce era diventata accecante e l'avevano accesa tutti loro.

L'aria triste che sembrava avvolgere i suoi occhi ormai era sparita. La sua guarigione spirituale non era completa certo, ma adesso era evidente a chiunque che aveva ripreso un nuovo vigore. Adesso era tornata in sè, adesso era il comandante Shepard.
Ed era così vero che Karin decise di comunicarle una cosa avvenuta da pochi giorni confidando nel nuovo stato mentale di Viola: Javik era morto. Non a causa della battaglia finale ma per un virus particolare della sua razza. Probabilmente era già in lui al momento del processo di congelamento e le scarse conoscenze della fisiologia Prothean non avevano permesso di curarlo in maniera adeguata. Né lui volle essere curato. Concluse la cosa sottolineando che era morto con un sorriso e ringraziando Shepard per il suo aiuto.
Come si attendeva la dottoressa, Viola non si scompose alla notizia. Anzi sorrise. Il prothean era sopravvissuto con un unico scopo: la vendetta. Ed era riuscito nel suo scopo, era sereno e ne era consapevole. Per questo sorrise, per questo anche lei sorrise. Ormai il suo mondo non esisteva più non esistevano più legami con questa realtà: lei aveva perso amici e familiari nel corso della sua vita ma avrebbe mai potuto immaginare un universo senza più il suo mondo? Come si può concepire un'esistenza in cui tutto ciò che sei viene cancellato completamente?
Non aveva mai riflettuto che prima dei Prothean vi erano state migliaia di civiltà progredite tanto quanto la loro o tanto quanto quella umana ma cosa era rimasto a prova della loro esistenza? Niente, non un nome, non un monumento, non una testimonianza. Per l'universo era come se prima dei prothean non fosse esistito nulla. E sarebbe stata la sorte anche dei prothean e degli umani se non fosse riuscita a fermare i razziatori. Ma così non era stato anche grazie Javik.
Javik sapeva che in ogni caso adesso i prothean avrebbero vissuto nel ricordo di qualcuno senza sparire definitivamente dall'universo e non aveva più altri obbiettivi importanti da realizzare. Ed era sereno.


Adesso in piena efficienza psico-fisica era venuto anche il momento di riordinare le idee su cosa fosse successo sulla cittadella. Vi erano troppi punti oscuri sulla vicenda e troppi particolari da mettere a fuoco. Sembrava uno di quei romanzi gialli in cui gli assassini usano dispositivi temporali per spostare le prove dei loro reati in maniera tale da confondere le acque. Era quella la sensazione che provava: era come se qualcuno o qualcosa avesse volutamente confuso gli indizi per nascondere la verità.
Il primo pensiero corse al Lieviatano ed a ciò che le aveva detto; era da escludere che fosse stato lui a mentire, il suo delirio di onnipotenza era troppo evidente così come il desiderio di vendetta nei confronti di quella IA e dei razziatori. Quindi la sua storia doveva essere presa per buona o quantomeno doveva considerare sincero il suo punto di vista.
In effetti il suo tono era identico a quello utilizzato dalla Sovereign, la stessa arroganza, la stessa superiorità ed in parte lo stesso disprezzo per l'inferiorità delle specie organiche. - Una mutazione genetica, un errore – così aveva definito la vita organica sottintendendo quanto fosse casuale e priva di importanza. Non aveva difficoltà a vedere in quella macchina un “diretto discendente del Leviatano”. Ma allora perchè il catalizzatore ha parlato di preservare la vita organica? Possibile che si sbagliasse? O mentisse?
“E se...”
Il gioco del domino era ancora presente nel 2188. Il suo semplice meccanismo era ben chiaro a tutti: bisognava posizionare correttamente i mattoncini nell'ordine voluto, poi bastava una leggera spinta sul primo mattoncino perchè avvenisse una cascata consequenziale. Dal primo all'ultimo in un senso ben definito, seppur il flusso si possa sparpagliare in una moltitudine di rivoli laterali, tanti quanti costruiti dall'autore del disegno desiderato. Ogni mattoncino è causa della caduta del successivo ma è effetto della caduta del precedente. Questo però se si è spinto il primo mattoncino. Nella vicenda dei razziatori non era chiaro il disegno realizzato ma apparve evidente a Shepard che forse il primo mattoncino era ancora in piedi, che il flusso fosse partito da un mattoncino diverso e che quindi il disegno fosse completamente sbagliato alla fine. Non restava quindi che rimettere in piedi i pezzi caduti e cercare dove fosse l'inizio.
Preservare la vita organica tramite lo sterminio delle civiltà evolute: l'IA era stata creata per dare risposta a come fermare la possibilità di sterminio degli organici da parte dei sintetici creati e questo era senz'altro il punto di partenza. Ma non era il primo mattoncino. E' così chiaro, come aveva fatto a non capirlo subito? Questo è il disegno da rappresentare con i mattoncini, non i mattoncini.

“E se quell'IA mi avesse mentito?"
Era questa l'intuizione che mano a mano si faceva breccia nei suoi contorti ragionamenti.
“Possibile che un'IA possa mentire? In fondo è un sintetico.”
Ancora una spinta sbagliata, rimetti in piedi il mattoncino Viola!
La logica deve essere fredda ma non calcolatrice nel senso che intendiamo noi. I sintetici non mentono ma non dicono neanche verità. I sintetici sono per loro natura ovvi. Sì, li aveva visti “evolversi” come Ida o Legion ma cosa significava evolversi? Erano semplici programmi consequenziali che alla fine erano arrivati tutt'al più a pensare come organici o al limite a comprenderne il loro “funzionamento” ed adeguarsi ma "non erano qualcosa in più."
Il loro livello di pensiero doveva essere più semplice ed in questo caso doveva essere solo finalizzato ad eseguire il disegno realizzato. E comprese.

“Legion mi ha mentito? No, non mi ha mentito ha solo eseguito ciò che era necessario per completare il suo disegno; mi ha tenuta all'oscuro di alcune cose è vero ma solo perchè potevo essere una variabile che l'ostacolava. Non c'era una connotazione etica in quel nascondere la verità. E così Ida quando ha dovuto aiutare Jeff in varie occasioni. L'avevamo umanizzata ma il suo agire era perseguire uno scopo senza una morale precisa o un'etica consapevole.”
Questo però implicava un'altra domanda: cosa provava Ida per Joker? Era solo un'imitazione del comportamento umano? Possibile che avesse compreso realmente la portata di un sentimento, che fosse capace di simulare in sè un sentimento? Se fosse stato vero il ragionamento che stava portando avanti non avrebbe avuto più senso ma mano a mano iniziava ad avere sempre meno dubbi sulla bontà della sua intuizione. In ogni caso avrebbe parlato a lungo con Ida non appena possibile.
Quindi occorreva concentrarsi sul disegno finale. Era quello che in fondo aveva sempre fatto lei; anche lei aveva avuto delle variabili da affrontare, ma un essere vivente affoga il suo razionalismo con i sentimenti. Un sintetico non avrebbe avuto esitazioni nel caso di Kaidan, erano le emozioni di Shepard che avevano interferito sulla decisione. Un sintetico non avrebbe avuto dubbi nel lasciar morire Liara invece di richiamare la Normandy sul campo di battaglia. Ma i sentimenti avevano interferito. Era sempre stato così in tutte le sue scelte. Ed era così anche in questa ricostruzione, i sentimenti e le emozioni avevano ostacolato la ricostruzione dei fatti, ma un'IA come quella aveva già dato prova e dimostrazione di questa ipotesi.
La razza del Leviatano lo aveva generato ma una volta pensata la soluzione non aveva esitato a sterminarli tutti. O quasi.
Non aveva esitato...” ancora una connotazione morale. Era questo il problema nella ricostruzione: la sua umanità interferiva portando a spingere il mattoncino sbagliato. E non poteva fare a meno di pensare che forse era anche il motivo per il quale quella IA avesse ideato quella soluzione.
“Le emozioni degli organici portano a scelte sbagliate. E' questo che avrà pensato quella stupida intelligenza artificiale”.
Le scappò da ridere. Stupida intelligenza, ma il pensiero che miliardi di individui fossero stati spazzati via perchè un costrutto artificiale reputato intelligente avesse generato una considerazione tanto idiota la atterriva  “Tanta sofferenza per nulla.”
Ma occorreva andare avanti per questa strada. Il catalizzatore perseguiva unicamente il suo scopo. Ma Shepard si soffermò a riflettere anche sul quel nome.
“Catalizzatore. Ma quando è apparso quel nome? Chi ce lo ha fornito e come l'abbiamo saputo?”
Era nei progetti dei Prothean. Ma come era possibile? Pensando a Javik aveva realizzato come non fosse rimasto nulla delle precedenti civiltà. Invece adesso avevano trovato sonde spaziali ed addirittura un progetto di un'arma così potente. Possibile?
“Ma come potevano sapere i prothean dell'esistenza del catalizzatore? Come potevano sapere dell'esistenza di quel catalizzatore?” L'IA le aveva chiaramente detto che per la prima volta un organico era lì al suo cospetto, era forse anche quella una menzogna tesa ad ottenere lo scopo? Improbabile, quello doveva essere vero e così realizzò l'assurdità del crucibolo. O meglio dell'elemento essenziale del crucibolo. Perché l'arma aveva funzionato, mentre non era chiaro cosa avesse fatto questo catalizzatore. Aveva avuto uno scopo?
“Si!" I mattoncini avevano iniziato a cadere in maniera rapida e inarrestabile. E forse questa volta partendo dal punto giusto.
Il catalizzatore, l'IA non era solo l'ideatore della soluzione ma ne era anche il custode. Ma durante i miliardi di anni di funzionamento aveva dovuto rilevare che le specie organiche non si limitavano ad utilizzare e far funzionare ciò che c'era e neanche si limitavano ad ideare nuovi strumenti per migliorare la loro vita. Un sintetico se agisce nei normali parametri di funzionamento continua così senza alcuna variazione. Ma per gli organici non è così: noi in ogni fase della nostra vita subiamo un normale processo di evoluzione. E' la nostra tendenza naturale al miglioramento, la vita organica non è statica. E' un processo che avviene lentamente ed anche in maniera inconscia. Non abbiamo bisogno di pensarlo o di desiderarlo, avviene semplicemente perchè è la nostra natura. E se la forziamo in un senso subito ci adattiamo riprendendo l'evoluzione nella migliore via possibile per il mutamento subito. Ma questo è un concetto incomprensibile per una macchina: non hanno l'inconscio c'è solo logica e programmazione. Invece la nostra programmazione naturale non è definibile a priori, si evolve e si adatta.
Una variabile in più da analizzare ma impossibile da capire; altrimenti quella soluzione non sarebbe stata più valida. Ma l'IA aveva usato anche queste parole, dunque aveva compreso ?
Ancora un errore di ragionamento. Non aveva compreso, aveva analizzato ed aveva studiato la migliore contromisura possibile perchè la situazione restasse immobile ed il suo disegno fosse realizzato: sabotare. Le sue menzogne continue erano solo sabotaggi. Il sabotaggio era un ottimo strumento di controllo perchè dà l'illusione di aver raggiunto il proprio scopo alla vittima senza in realtà sapere che non ha ottenuto nulla. E le balzò in mente la proposta della consigliera Salarian su Tuchanka: il sabotaggio della cura e le menzogne che l'avrebbero accompagnato sarebbero rimasti nascosti nel corso dei secoli senza scoprire il perchè i Krogan non riuscissero ancora a riprodursi o cosa fosse andato storto. Ma avrebbe funzionato e non si sarebbe saputo più nulla pur avendo fatto apparentemente tutto ciò che era necessario. Semplicemente geniale.

“No semplicemente razionale. E disumano ”. Shepard a lungo aveva pensato se sabotare la cura o no ma infine non aveva potuto.
Ma adesso la ricostruzione funzionava: i piani del crucibolo erano ideati da organici ma questi organici dovevano necessariamente aver capito cosa stava succedendo e come funzionavano fisicamente i portali. Sicuramente i prothean vi erano riusciti. Vigil su Ilos le aveva narrato di come fosse nato il condotto e le sue parole e le prove viste testimoniavano la sua “sincerità”.
Ma perchè non aveva accennato dunque ai piani di costruzione del crucibolo? Questa domanda non trovava risposta ed in realtà Shepard si chiedeva come mai anche nelle sonde non vi fosse traccia dei piani. Le era venuto in mente di quando Liara sulla Normandy le aveva mostrato il suo dispositivo della memoria, la sua capsula del tempo. E Liara aveva inserito i piani del crucibolo come ovvio che fosse. Ma dunque? Molto semplice: Ilos era una struttura segreta ma per questo isolata dal resto dell'impero prothean. Semplicemente nessuno di loro aveva idea di cosa fosse il crucibolo né della sua esistenza. Nelle sonde spedite da Ilos dunque non vi poteva essere alcun riferimento. Ma erano presenti i progetti di funzionamento dei portali. Fu questo il grande aiuto di Kasumi nello sviluppo dell'arma. Nella greybox di Keiji erano stati rinvenuti gli schemi degli scienziati prothean rinvenuti sulla cittadella chissà quando. Ovviamente non erano stati compresi da coloro che eventualmente li avevano esaminati; ma ora che il crucibolo era in costruzione, una mente brillante ed intuitiva come quella di Kasumi aveva subito capito l'importanza di quei diagrammi. Il non distruggere la greybox fu realmente una fortunata coincidenza alla fine.

Il segreto era non credere più a ciò che le veniva messo in mostra facilmente: le IV, quelle si che invece erano affidabili. Vigil e la IV su Thessia, Vendetta. E come non notare che Vendetta le aveva parlato della cittadella come catalizzatore e non di una dannata IA. Eppure era stata chiara. Ed era ovvio: lei sapeva perfettamente cosa fosse la cittadella. Era stata progettata come fulcro della rete dei portali ed un portale aveva la possibilità di generare un'energia immensa e di diffonderla tramite la rete in tutta la galassia. Che stupida, come poteva servire qualcosa di non noto e di sintetico al funzionamento di una tecnologia sviluppata interamente da organici? E come poteva essere stato progettato il crucibolo per l'uso di un sintetico di cui nessuno aveva conoscenza?
Possibile che l'IA abbia però sottovalutato il progetto di costruzione del crucibolo? No, non l'aveva sottovalutato, era impossibile. E le venne in mente di come la rete dei portali fosse stata offerta agli organici per determinarne lo sviluppo. In ugual modo il crucibolo poteva avere avuto la stessa funzione, poteva essere stato contaminato dal sabotaggio parziale di agenti indottrinati qualora fosse stato necessario. La ciclicità delle azioni nei vari cicli di estinzione le era ben nota: non erano solo le civiltà a svilupparsi nella stessa maniera ma anche i conflitti interni dovuti agli indottrinati. Dai governi ad altro. Cerberus, ad esempio. L'uomo misterioso pensava di essere in grado di controllare i razziatori ma era solo un ulteriore strumento di sabotaggio dell'IA e di divisione tra gli umani. Ed aveva quasi compromesso la missione. Solo la non perfetta comprensione della natura organica però aveva portato a non comprendere la variabilità di quest'incognita. Shepard era riuscita a “ridestare” Saren, così come l'uomo misterioso. Loro avrebbero dovuto fermarla ma erano stati reintegrati nell'umanità dal comandante. Una riprogrammazione impossibile da capire per un sintetico.
“Loro avrebbero dovuta fermarla” pensò nuovamente.

Altra intuizione. C'era un motivo preciso per il quale i progetti esistevano ancora nonostante le tracce fossero state inquinate o cancellate ove possibile. C'era un motivo preciso per il quale la Sovereign doveva attivare il segnale ed aprire il portale tramite i custodi. la Sovereign ed i custodi. L'IA NON poteva agire. Le aveva detto che la cittadella era parte di sè ma questa era una menzogna. Se così fosse stato non avrebbe avuto bisogno né della Sovereign né dei custodi. Ma non solo. Se così fosse stato avrebbe potuto impedire l'attivazione del crucibolo. Le avrebbe precluso la possibilità della scelta. Non avrebbe avuto bisogno dell'uomo misterioso lì sulla cittadella, avrebbe avvertito la Sovereign a suo tempo. Ma non lo fece.
“Non poteva farlo!” era una questione di potere. L'imprevedibilità degli organici era incontrollabile, se fosse fallito il progetto di partenza della Sovereign occorrevano contromisure temporanee in attesa dell'arrivo dei razziatori dallo spazio profondo. Ma ci voleva tempo e la costruzione del congegno doveva essere scongiurata con le sole armi che avrebbe potuto utilizzare, gli indottrinati e il sabotaggio, non aveva altro potere a disposizione
“Non armi, strumenti Shepard, strumenti.” Le veniva tutto chiaramente adesso, ci aveva messo un po' ad entrare in quella visione piccola e ristretta ma adesso era lì.
Quante bugie aveva sentito: - il catalizzatore non può discriminare - che assurdità; era solo un tentativo di pressione psicologica per evitare la fine del ciclo e la sua fine. I fatti hanno dimostrato che il catalizzatore era solo uno strumento in mano agli organici e discriminava in base alle nostre esigenze, altroché. Certo chi avesse progettato quella sezione doveva di certo aver compreso parte della natura dei razziatori e della loro tecnologia. Ma in fondo ripensava a quando aveva attraversato il portale di Omega 4 circa due anni or sono; anche lì fu necessario capire quale tecnologia utilizzasse il portale per riconoscere e far passare la nave dei collettori. Anche lì occorreva aver compreso la natura del problema e la tecnologia in gioco. Ma anche lì i sintetici commisero un errore di valutazione. Capito questo bastò programmare correttamente i parametri energetici necessari. Qui le cose erano solo un po' più complicate e di dimensioni decisamente maggiori, ma sarebbe bastato applicare la stessa filosofia di concetto. La materia oscura era una fonte energetica molto potente, bastava polarizzarla semplicemente per modificare in maniera sostanziale la massa degli oggetti, figuriamoci riprogettarla per un'esplosione che dovesse discriminare la matrice dei razziatori da quella degli organici. Era possibilissimo conoscendo la natura dei sintetici in questione. Certo danni collaterali sarebbero stati possibili ma anche lei comprendeva che al di là del danneggiare la tecnologia esistente oltre il necessario non poteva accadere. Sempre che gli scienziati avessero capito bene cosa fare. Un piccolo brivido le percorse la schiena a questo pensiero.

- Si producono sempre gli stessi conflitti - altra bugia detta per ingannarla. Ma il punto era sempre quello: un sintetico ha una visione statica della realtà; dato che era da evitare un particolare evento non c'era da considerare la possibilità che gli organici potessero migliorarsi fino ad evitare i conflitti con i propri creati. Si doveva solo eseguire il piano giacché certamente le cose avrebbero funzionato così come ideato
“Ma noi non siamo esseri statici” si ripeteva “noi ci adattiamo e contemporaneamente ci evolviamo”.
Due concetti in antitesi per una macchina. Ed in più abbiamo il libero arbitrio, altro concetto incomprensibile per un sintetico. Una scelta sbagliata non potrebbe mai essere presa da una macchina che funzionasse correttamente, ma per gli organici è una condizione naturale: Shepard aveva ordinato alla Normandy di recuperare Liara, scelta sbagliata ed irrazionale. Ma l'aveva presa. E lei era lì oggi in attesa dell'arrivo della sua amata mentre la macchina perfetta che l'avrebbe dovute cancellare dall'esistenza non era più di questo mondo. Ricordava di come Ida si fosse stupita analizzando il comportamento degli umani prigionieri che si sacrificavano per gli altri invece di pensare alla propria sopravvivenza pur senza alcuna speranza di riuscita.
Era sempre stato tutto lì davanti ai suoi occhi, banalmente evidente.
Ed anche di questo ne aveva le prove inconfutabili: nel suo ciclo il conflitto non si è creato. Anzi senza i razziatori, i Geth non si sarebbero ribellati o quantomeno non avrebbero attaccato gli organici. Non solo; Shepard, in maniera del tutto irrazionale, era riuscita a pacificare completamente creatori e creati in questo caso ed i Geth ricostruivano Rannoch in quel momento. Aveva fatto dono dell'individualità agli stessi Geth addirittura.
“Beh questo non è proprio vero in realtà”
osservò silenziosamente cercando di non alterare quel suo stato percettivo.
Certo non ci sarebbe stata alcuna garanzia che la pace reggesse o che non sarebbe successo quello che l'IA doveva scongiurare, ma ugualmente non c'era alcun motivo valido perchè non fosse vero. In ogni caso fino ad adesso nella storia di questa galassia non era mai successo e questo era un fatto certo ed indiscutibile. Per merito del ciclo? No perchè questo ciclo ha mostrato anche che questo non era vero.
Ma ormai non era rimasto molto da capire, tutto funzionava perfettamente.

“Anche l'immagine del bambino, solo un altro strumento di controllo”.
Lo capì grazie all'esperienza passata negli ultimi dieci mesi nella sua stanzetta. Certo la morte di quel bambino sulla Terra l'aveva sconvolta parzialmente ma c'erano ferite ben più profonde nel suo animo. Allora perchè aveva assunto quell'aspetto? Perché doveva essere in grado di sondare parzialmente la nostra memoria, anzi il nostro cervello. Cosi come Vigil e Vendetta l'avevano fatto per scorgere i segni dell'indottrinamento. Ma certo non doveva che essere così. Solo che non aveva potuto scavare nel profondo, il nostro inconscio non è razionale ed era rimasta solo la superficie della memoria da analizzare. E quindi la fine di quel bimbo innocente. Non Kaidan, Non Thane, Non Mordin. Solo la superficie. E le menzogne che aveva sentito erano solo la superficie delle verità che aveva ormai scoperto. Se avesse avuto ragione, ed ormai ne era quasi certa, forse anche Ida era viva. Una bella speranza finalmente!
Le restava solo un ultimo dubbio da sciogliere, un'ultima menzogna da scoprire: che scelta aveva avuto? Se avesse optato per la sintesi o per il controllo? Ma erano scelte reali o trappole estreme della disperazione?
“Come potrebbe un raggio energetico fondere organico e sintetico...Sono veramente una stupida!” Come sempre bastava soffermarsi un attimo sugli eventi per distinguere il vero dal falso. Ed una tecnologia in grado di compiere magie di certo non esisteva. I razziatori usavano i denti di drago per iniettare nano sonde e creare i mutanti, altro che raggi colorati. E c'è da credere che il controllo avrebbe sortito l'effetto contrario nella migliore delle ipotesi. In più, era davvero necessario il suo intervento nell'attivazione?
- Non abbiamo più tempo - le aveva detto, ma evidentemente era riferito a loro, ai razziatori, non a Shepard ! Anche qui non poté fare a meno di pensare che in realtà il crucibolo avesse solo bisogno di un certo tempo di attivazione. In fondo stava per generare la più formidabile onda di energia mai vistasi nell'universo e non un'energia generica. Occorreva che fosse opportunamente parametrizzata in frequenza, in ampiezza, in fase o in qualsiasi diabolica opzione che avesse evitato l'estinzione di tutta la galassia, sintetica ed organica. E forse lei avrebbe rischiato di DISATTIVARE il tutto. E' inutile negare che era stata fortunata, non era una questione di abilità o di intelligenza. Probabilmente era stata solo fortunata nel fare solo ciò che avrebbe dovuto fare. Chissà se qualcuno in passato era arrivato allo stesso punto e magari aveva sbagliato. Certo le era stato detto che lei era la prima ma ormai sapeva che peso dare a queste informazioni. Ed in più aveva sperimentato in questi dieci mesi che in condizioni di stress e debolezza si perde completamente la lucidità e la personalità, arrivando fino a baratri di disperazione impensabili. Si diviene manipolabili.
“Chissà se ha provato anche ad indottrinarmi"
Il comandante Shepard alla fine non era stata un suo strumento. L'IA aveva provato disperatamente ma aveva fallito.
L'ultimo mattoncino era caduto e non ne erano rimasti in piedi questa volta.
Con un motto di autocompiacimento:
“IO sono il comandante Shepard!”.

 
   
 
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