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Autore: Tefnuth    01/12/2015    2 recensioni
Georg è sempre stato diverso dagli altri: ha potenti poteri psichici che ha dovuto imparare a controllare sin da piccolo. Come lui anche suo fratello minore, Gustav, ha una capacità particolare: il suo corpo genera elettricità. Sarebbe stato tutto perfetto se una sera un mostro non fosse entrato nella loro casa e non avesse ucciso i loro genitori,una rigida sera d'inverno in cui le loro vite si incrociano con quelle di Bill e Tom, due gemelli dotati anche loro di capacità particolari (per di più sono figli del leggendario Hellboy). Da quella sera la vita di Georg e Gustav non sarà più la stessa, si popolerà di cacce ai demoni in un mondo in cui loro non sono i personaggi più strani e nemmeno i più pericolosi.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Non avevano ancora fatto a tempo a ribattere, che Hellboy e Elizabeth li avevano già accompagnati all’interno della sala degli allenamenti; la cosa buona era che non gli avevano fatto indossare quelle tute, i due fratelli odiavano le cose troppo aderenti. Appena varcata la porta blindata gli sguardi dei gemelli si erano immediatamente fissati su di loro “Vi è piaciuto lo spettacolo?” domandarono insieme “E ce lo domandate? Certo che si!” esclamò Gustav ancor prima che il fratello potesse dire qualunque cosa “Adesso tocca a voi” disse Bill tutto contento, non vedeva l’ora di cominciare “Non esagerate, mi raccomando” Elizabeth ammonì subito i suoi figli poiché sapeva che, se non stavano attenti, avrebbero potuto farsi prendere troppo la mano e sarebbe stato un problema, i due gemelli fecero segno di giuramento; una volta tranquillizzata la fata tornò in sala comando, anche se il suo occhio vigile non si sarebbe mai staccato dai figli.

“Allora, chi comincia?” domandò Georg sfregandosi le mani “Andremo io e te, i bambini si devono riposare. Gustav e Bill possono restare qua a vedere dal vivo, tanto non sarà una cosa pericolosa. Almeno credo.” rispose Tom, anche se la piccola fitta nella testa gli diceva che a qualcuno non era piaciuto essere chiamato bambino “Va bene però…, io so solo far lievitare oggetti e qui non c’è niente” osservò il moro, gli dispiaceva recare tanto disturbo ma se doveva dimostrare quanto aveva sviluppato le sue capacità gli serviva qualche oggetto da poter manipolare “Non c’è problema, Bill  può creare delle sfere che tu potrai usare” una facile soluzione al problema. Immediatamente, mentre Tom e Georg si disponevano ai loro posti, Bill generò delle sfere perfette di diverse dimensioni ai piedi di Georg; erano otto globi di ghiaccio disposti a circolo attorno al moro, proprio come aveva desiderato lui; poi il gemello dai capelli corti si sedette accanto a Gustav.

“Prego, a te la prima mossa, fammi vedere che sai fare” disse Tom a Georg, prima di iniziare a fare qualunque cosa insieme aveva bisogno di vedere cosa poteva fare il nuovo arrivato. Dopo alcuni brevi istanti di concentrazione Georg iniziò a far levitare attorno a sé le sfere di ghiaccio, non erano molto pesanti e sentiva di poterle muovere anche ad una certa velocità; poi frantumò metà dei globi a mo’ di dardi in modo da aumentare le frecce al suo arco “Mmmh niente male, almeno riesci a manipolare più oggetti in contemporanea. Che ne diresti ora di provare a lanciarmeli contro? Ma non credere di potermi colpire facilmente” propose Tom mettendosi in posizione di guardia. Subito dopo alcuni dei dardi indirizzarono le proprie punte verso il ragazzino e pochi secondi dopo, come dei proiettili, si lanciarono contro Tom in un attacco frontale o, almeno, quello che sembrava essere tale. Georg sapeva l’inutilità di un azione così semplice perciò mutò la strategia facendo girare i dardi attorno a Tom con l’intenzione di colpirlo da dietro le spalle. I dardi stavano per andare a segno quando un’ondata di calore li vaporizzò all’istante “Sei sleale, non si attacca alle spalle” lo rimproverò Tom “Ci ho provato, un attacco frontale sarebbe stato troppo semplice” si giustificò il moro aprendo le braccia “Sleale ma intelligente; ora tocca a me – le mani di Tom presero fuoco, fiamme blu che danzavano eleganti e minacciose tra le dita del ragazzo - . Hai mai provato a controllare oggetti che ti venivano lanciati addosso? O almeno a bloccarli?” domandò Tom giocando con le mani, sembrava stesse creando un globo di fuoco “Non ne ho mai avuto l’occasione, ma posso provarci; tanto credo che tu mi lancerai lo stesso quella sfera” ipotizzò Georg mentre cercava già di concentrarsi sulla sfera blu “Hai indovinato” il braccio del gemello caricò il colpo e poi lanciò la sfera, sembrava una cometa con la piccola coda che si lasciava dietro.

Con la mente Georg cercò di fare presa sul globo, in modo da poterla poi spostare o bloccare ( a seconda di quello che gli sarebbe riuscito fare), però a causa dell’inconsistenza dell’elemento per quanto ci provasse non riusciva a “farlo suo”. Dovette scansarsi per non rischiare di prenderlo in pieno volto e Tom non tentò di fermarla, così la sfera andò a schiantarsi poco sopra la testa di Bill che non si mosse, lo stesso non si potè dire di Gustav.
“Ah no, non ci siamo. Eppure ero sicuro che ce l’avresti fatta” Tom si grattò la testa, pensieroso “Possiamo riprovare, per favore?” gli chiese il moro, gli bruciava  il non esserci riuscito “Ma certo, siamo qua apposta, e per essere sicuri controllerò la sfera; non voglio che tu ti faccia del male”.

 Riprovarono ancora una, due, cinque volte ma il risultato era sempre lo stesso e finiva con Georg che si scansava e la palla di fuoco che tornava nelle mani di Tom; in un’occasione Georg si fece anche male al gomito sinistro perché era inciampato e ricaduto di peso sul pavimento nell’evitare il proiettile “No, no, no! Così non và proprio; dobbiamo trovare un sistema per farti smuovere un pò” disse Tom cui venne l’idea osservando Gustav “Potremmo provare un approccio più diretto – aggiunse -, magari potemmo usare il fratellino” la sua proposta era agghiacciante “Che stai blaterando?” domandò il moro, già poteva sentire la tensione allo stomaco “Un mio pensiero e Bill potrebbe congelarlo in un istante; lo ritroveresti a terra frantumato in minuscoli cristalli” lo sguardo del figlio di Hellboy era inquietante, non sembrava stesse scherzando e il particolare colore dei suoi occhi non aiutava “Non oseresti!” esclamò Georg adirato.
Il grido di Gustav riempì subito la sala: la mano gelata di Bill stava stringendo l’avambraccio del biondo, uno strato di ghiaccio si era formato nel punto in cui lo stava toccando, era stato impossibile per Gustav non gridare. “Lascialo subito!” gridò il telecineta a Bill, ma il ragazzino non gli obbedì “Lui da retta solo a me” replicò Tom “Allora digli di lasciarlo andare” Georg sentì l’energia aumentare dentro di sé, era qualcosa che non aveva mai sentito prima “No se questo è l’unico modo per farti usare i tuoi poteri” gridò deciso Tom “Fallo! Ora!”. Un’ondata di energia cinetica si propagò dal corpo di Georg per tutta la sala, i gemelli che furono investiti in pieno dall’onda d’urto si ritrovarono scaraventati a diversi metri rispetto a dove erano; solo Gustav era rimasto al suo posto.      

“Oh si! Sono uno psicologo formidabile” esultò Tom non appena si fu rialzato, tuttavia la sensazione di vittoria fu presto sostituita dallo stupore: Georg stava levitando a un metro da terra. “Oh porca troia” scappò detto al demone di fuoco, se la madre fosse stata nella sala gli avrebbe tirato uno schiaffo dritto in faccia (Elizabeth odiava che si dicessero parolacce) “S…sto levitando?” borbottò Georg iniziando istintivamente ad agitare le braccia “Che ti avevo detto? Sapevo che non eri buono solo a spostare le cose” esultò di nuovo Tom che, in seguito, aiutò il moro a ritornare con i pedi ben saldi a terra “Non mi era mai successo, ho sentito qualcosa che non avevo mai percepito” realizzò il telecineta “Certi sentimenti ci fanno sprigionare il nostro vero potere – spiegò Tom mentre i due si dirigevano dai rispettivi fratelli - . Eri arrabbiato perché io stavo minacciando Gustav, e la voglia di proteggerlo ti ha fatto generare l’onda d’urto ma attento: se reagisci usando solo la rabbia, o sentimenti simili, rischieresti di perdere il controllo” poi il ragazzino si rivolse a Bill e Gustav e disse loro “Adesso tocca a voi”.

Il biondo e il gemello si alzarono immediatamente, i loro posti da spettatori furono presi da Tom e Georg “Non mi è piaciuto per niente lo scherzetto di prima, sappilo bene” gridò Gustav al signore dei ghiacci (una volta che si furono disposti), il quale rispose molto semplicemente “Per così poco? Non ti avrei mai fatto del male” non gli riusciva molto difficile fare la faccia da innocente “Si si certo, sei un angioletto. Ora vedi come ti sciolgo, ghiacciolo” rispose baldanzoso il biondo. Essendo più competitivo e impulsivo del fratello Gustav preparò subito l’attacco, aumentò il voltaggio all’interno del proprio copre fino a che non vide delle piccole scintille serpeggiare tra le sue dita: voleva mettere Bill al tappeto prima ancora che lui potesse generare la sua armatura di ghiaccio. Subito dopo il segnale di inizio, dato da Tom, la prima scarica partì veloce dalle mani di Gustav; sarebbe stato un colpo veloce e preciso se fosse andato a segno, tuttavia il fulmine si bloccò a metà percorso per poi spandersi su quello che sembrava una lastra di vetro: era un’invisibile barriera di ghiaccio che si disfece davanti ai suoi occhi.

“Ma come?” si domandò Gustav confuso, eppure Bill non si era mosso, poi vide la bocca del ragazzino semiaperta e con le labbra leggermente corrugate, come quando si soffia, e capì che a lui era bastato un soffio per creare un muro invalicabile “Non dovevi farmela pagare? Hai per caso le pile scariche?” domandò Bill a Gustav provocandolo apposta per fargli tirare fuori il suo meglio “Ora vedrai stuzzicadenti!” il biondo si rimboccò le maniche e generò altri fulmini che, per quanto potenti, non colpirono mai l’obiettivo : con l’aumento della potenza la precisione ne risentiva sempre di più, i fulmini andavano così a colpire il soffitto o il pavimento. “Per fortuna sono un demone, o sarei già morto di vecchiaia” lo insultò ancora Bill rischiando di provocare perfino le ire di Georg, il quale stava affondando le unghie nel cemento pur di non intervenire “Smettila di prendermi per il culo! Parli proprio tu che mi sembri una ragazza. Dimmi una cosa, la pipì la fai in piedi o seduto?” sbottò Gustav in un attacco d’ira. Bill non rispose all’insulto però i suoi occhi divennero molto inquietanti, non erano più quelli di un bambino bensì quelli di un predatore che aveva puntato la sua preda; la brina ricoprì il suo viso e sul braccio sinistro comparve una lama di ghiaccio dal filo seghettato.
Compreso di averlo insultato troppo, Gustav tentò di scusarsi immediatamente come meglio poteva; disse di aver sbagliato e che non pensava veramente quelle cose. Di nuovo il signore dei ghiacci non rispose, non a parole : con un solo balzo il ragazzino atterrò il biondo, gli bloccò le braccia ai lati del corpo con le gambe e rivolse il braccio con la lama verso il petto di Gustav, che aveva uno sguardo terrorizzato “Credo di aver vinto io. Ti do un consiglio: quando insulti una persona assicurati di poter vincere” gli occhi color ghiaccio di Bill erano fissi su quelli di Gustav. La voce di Elizabeth irruppe nella sala attraverso il microfono “Basta ragazzi, per oggi abbiamo finito” sembrava innervosita, forse perché aveva rischiato di perdere uno dei figliastri.

Uscirono dalla sala, i gemelli si rivestirono nello spogliatoio, e poi si rincontrarono con i genitori e Abraham “Ottimo lavoro ragazzi, se permettete ora vorrei che mi seguiste in infermeria” propose Blue con il suo solito modo cordiale, rifiutare era impossibile.
L’infermeria somigliava molto di più ad un laboratorio per tutti gli strumenti che c’erano, da quelli più tradizionali ad altri di cui i fratelli non sospettavano nemmeno l’esistenza; i gemelli non erano entrati con loro, erano rimasti fuori a parlare con i genitori (forse Elizabeth stava sgridando Bill per quello che aveva fatto). Il posto non era vuoto, intenta ad osservare una cartella c’era una donna con i capelli a caschetto color fucsia, con gli occhi bicolore e un fisico atletico, ma non troppo asciutto, nascosto da un lungo camice bianco “E lei chi è?” domandò Georg “Il mio nome è Nahila, aiuto Abraham quando occorre” rispose lei, la sua voce era calda e sembrava quella di una ninfa; Gustav si sentì improvvisamente imbarazzato da quella presenza. “Dire che mi aiuta è limitativo, lei è un medico e la sua vista è un dono straordinario. Può vedere ciò che si cela sotto la pelle delle persone, a diversi livelli, può decidere se vedere solo gli organi o lo scheletro. Anche l’energia che scorre dentro una persona dotata” spiegò l’uomo- pesce “Tu, per esempio – lei indicò Gustav – tu sei una centrale elettrica ambulante. L’energia elettrica pervade tutto il tuo corpo, ed è solo grazie alla tua pelle che non fulmini chi ti tocca” lei aveva quasi le stesse movenze di Abraham “E io?” chiese Georg “Tu hai bisogno di un po’ di disinfettante, hai dei graffi sul gomito”. Nahila prese subito dell’acqua ossigenata, ne mise qualche goccia su del cotone e lo passò con delicatezza sulle piccole ferite; poi, le sue mani, presero a danzare  esperte sul corpo di Georg. Sembravano le brezze leggere che gli piaceva assaporare seduto sulla veranda di casa sua durante l’estate; gli occhi di lei erano fissi, quasi spiritati.

“Posso farti una domanda?” domandò il ragazzo nel momento in cui gli occhi bicolore di lei incrociarono i suoi grigio-verde, la domanda sembrò distoglierla dalla sua trance “Certo che puoi” rispose Nahila molto cordialmente “Io non ho altre ferite, oltre a quella che hai già curato. Cosa stai cercando?” “Domanda lecita. Sto…anzi, stavo leggendo la tua energia cinetica. La tua abilità è diversa da tutte quelle che ho visto fin ora, volevo capire in che modo si diffonde” spiegò lei “E quindi?” domandò di nuovo il moro “Essendo un telecineta il tuo potere nasce tutto nella parte inconscia della tua mente. A differenza di altri, tu non hai bisogno del tuo corpo per utilizzare le tue capacità; a volte usi le mani per aiutarti ma quello è solo un modo per espandere il tuo raggio di azione sul piano fisico. Se tu riuscissi, mentalmente, a porre te stesso su un altro piano potresti far tutto ciò che vuoi senza sforzare un dito” una spiegazione difficile da comprendere e infatti la faccia di Georg diceva che lui non aveva capito “Come ti ho detto il tuo potere nasce nel tuo subconscio, ma tu lo stai sfruttando con la parte conscia di te. Agendo così è come se ti mettessi dei freni inibitori, un filtro che impedisce di arrivare al tuo massimo” spiegò meglio la donna “Come se già non fossi abbastanza frustrato perché non riesco a spostare una palla di fuoco” il moro si riferiva al fallimento di prima “Un potere come il tuo è difficile da controllare, specie se non sei nelle condizioni giuste per allenarti” cercò di consolarlo Nahila “Come invidio i gemelli, più piccoli di me e sono già abilissimi nello sfruttare le loro capacità”. Nahila si mise a ridere “Li invidi per così poco? E’ solo frutto di anni di allenamento, e ancora hanno tanto da imparare. E’ vero, la loro natura li aiuta a comprendere ciò che sono, tuttavia sanno anche che in futuro potrebbero esserci dei cambiamenti fisici che limiteranno loro la possibilità di agire indisturbati tra la gente comune durante il giorno senza conseguenze. Tu e Gustav invece potrete agire senza problemi sempre e comunque. Inoltre il loro essere figli di un’umana, anche se dotata, li rende bersagli delle prese in giro degli altri demoni” Le parole di Nahila fecero capire ai due che lei aveva provato quell’esperienza sulla pelle.

 
  
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