Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Tefnuth    01/12/2015    0 recensioni
Dopo l'avventura che ha visto come esito la punizione di Samahel, Michael ha deciso di abbandonare il suo compito di angelo raccogli-anime tuttavia gli è stata concessa la facoltà di restare nella dimora celeste assieme a Samahel, la sua eterna punizione. Non parla più con nessuno, con Raphael specialmente, e deve passare il tempo a salvaguardare il corpo del suo amico. Un nuovo complotto ordito da Lucifero lo costringerà a riallacciare i ponti con i suoi simili, questo gli darà la possibilità non solo di salvare il suo diavolo ma anche di scoprire ancora qualcosa di più sulla verità che lega lui e Samahel.
Le porte dell'Inferno sono aperte, la bestia è libera.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Forza ragazzo” gli aveva urlato contro Raphael nel bel mezzo della battaglia. Il vecchio arcangelo aveva ragione: se non fosse stato più accorto si sarebbe fatto sopraffare dal numero dei nemici; d’altronde lui non era abituato ad affrontare più di un nemico alla volta.
Lui, Michael, raccogli-anime che di reali battaglie non ne aveva mai affrontate, era stato chiamato sa Raphael la notte prima con grande urgenza. L’arcangelo era entrato di colpo nella sua camera svegliandolo di soprassalto, rischiando di essere attaccato da Samahel “Fermo Samahel – ordinò Michael, poi si rivolse a Raphael - . Che diavolo vuoi?” “E’ un’emergenza: dei diavoli sono usciti dall’inferno! Dobbiamo dare man forte ai guerrieri” aveva detto l’ex mentore.
Così si era ritrovato in mezzo ad un’orda di diavoli pronti ad ucciderlo al minimo sbaglio, e di attenzione doveva averne abbastanza per se e Samahel che non potendo percepire il dolore rischiava più di tutti di morire. Era insolito vederlo uccidere dei suoi simili, ma per Michael era confortante averlo come commilitone perché aveva una tecnica di lotta invidiabile, e grazie alla sua spada a catena (che Michael era riuscito a procurarsi a gran fatica) poteva tenere i diavoli a gran distanza. Anche Raphael era molto abile nel combattimento, d’altronde lui aveva millenni di esperienza alle spalle, i suoi occhi avevano già visto molte battaglie. Non c’era demone che poteva sorprenderlo alle spalle, il maestro di spada percepiva l’aura maligna di ogni essere che gli si avvicinava; fortunatamente Raphael non poteva sentire l’invidia che l’ex allievo provava per lui.

Più passavano le ore e più aumentava la stanchezza che gravava sulle braccia di Michael, con esse anche la sua concentrazione andava scemando; l’adrenalina non riusciva più a tenere la sua mente lucida così il giovane angelo non vide il demone che lo colpì in pieno petto con un sonoro crack. La grossa spada lo aveva trapassato da parte a parte, esattamente come aveva fatto lui con Samahel mesi prima; si aspettava di vedere il suo nucleo di lì a poco tuttavia quando il possessore dell’arma fu ucciso e la spada divelta dalla cassa toracica, al suo interno non c’era alcun nucleo luccicante bensì solo un cuore fermo “Cosa?” un lampo lo accecò e quando la luce svanì il corpo del demone era esploso in una nube di polvere.

Non era stato Raphael ad uccidere il diavolo, non sarebbe mai arrivato in tempo: Samahel aveva fatto aprire la spada a catena e con esse aveva colpito il bersaglio in testa. “Il tuo amico ha riflessi pronti” Damien si era posto al fianco di Michael e la sua spada Claymore rifletteva la luce solare. Michael era rimasto sorpreso nel vedere il bibliotecario presentarsi all’adunata di qualche ora prima, non lo avrebbe mai creduto capace di combattere in guerra. Era stata Sarah, l’angelo che aveva affilato la lama della Katana di Michael, a raccontargli il passato da soldato del bibliotecario “Lui un soldato?” le aveva domandato Michael mentre osservava la donna al lavoro, le sue braccia tutt’altro che esili erano solcate da minuscole cicatrici e tutto il suo corpo era madido di sudore a causa del calore del fuoco della fornace “Me lo ha raccontato il capo: era un soldato di fanteria, si è dovuto ritirare per una brutta ferita alla spalla. Da allora fa il bibliotecario, gli è sempre piaciuto leggere quindi non ha perso nulla; inoltre ha sempre avuto un’ottima memoria perciò ha trovato il lavoro perfetto”.
A causa della ferita alla spalla, Damien era stato costretto ad indossare una pesante armatura con spalline rinforzate più del normale che ne rallentavano i movimenti, per di più la Claymore era pesantissima e per facilitarne l’uso da parte del portatore vi erano stati incisi nuovi incantesimi per far si che i nemici, una volta colpiti, non fossero in grado di scagliare un contrattacco troppo veloce.

Quando la battaglia terminò, ore dopo, agli angeli non restò che contare i proprio caduti; ne avevano persi molti, forse troppi, e ciò intristì molto i loro cuori. Michael non  aiutò i suoi commilitoni a recuperare le vestigia dei deceduti, era così sfinito da non riuscire a sollevare le poderose ali; inoltre aveva una cosa più urgente da fare: curare la ferita che Samahel aveva subito alla spalla. Il colpo era stato inferto al diavolo con un’arma maledetta nel momento in cui aveva abbassato la guardia per salvare Michael che, non si sa come, non aveva per niente risentito del colpo al torace.

“Sarà stata un’arma di qualità inferiore, i fabbri dell’inferno non sono bravi quanto i nostri e i migliori sono impiegati nella creazione delle armi per i diavoli guardiani, gli unici a poter possedere le armi maledette” gli disse Raphael una volta tornati a casa, nella camera dove Michael si era immediatamente ritirato per curare la ferita di Samahel “Ma questa ferita è stata inferta da una di quelle armi, da un diavolo minore” rispose il giovane angelo mentre osservava la ferita che lentamente si richiudeva, ormai era divenuto un esperto nell’utilizzare quell’incantesimo che tanto lo aveva stancato la prima volta “I diavoli sanno che lui è tra le nostre file, non sarebbe strano se volessero puntare subito ad ucciderlo” ipotizzò Raphael, restando sempre in piedi “Sicuramente è così, o non avrebbero dato un’arma del genere ad un diavoletto da due soldi. Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo continuare così, io non posso” Michael aveva terminato di curare la ferita, ma le sue mani non si staccarono dalla pelle del diavolo “Cosa intendi dire?” domandò Raphael, aveva già intuito qualcosa “Devo restituirgli il nucleo! Morirà sul serio se continua a vivere in uno stato che gli impedisce di reagire all’istinto di pericolo, e al dolore; non che si possa chiamare vivere questo” Michael continuava a pensare che, quel giorno, avrebbe potuto fare qualcosa di più anche se sapeva che era impossibile “Non spetta a me deciderlo, e nemmeno a te. Dovresti parlare con le alte sfere per questo, ma non so come la prenderanno” “Mi dovranno dare il permesso, o di sicuro perderemo una guerra”.
 

 
  
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