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Autore: silvia93    01/12/2015    1 recensioni
Quando Arthur ritorna finalmente da Avalon, ritrova un Merlin un po’ scoraggiato a causa di tutti gli anni passati ad aspettare da solo.
Lentamente, Arthur lo aiuta a rimettere insieme i pezzi e Merlin comincia a credere che Arthur sia davvero lì per restare. Poi ritrovano Gwen e Merlin si prepara a lasciarlo andare, ma la decisione di Arthur non è quella che si aspetta.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elyan, Gwen, Merlino, Principe Artù, Sir Leon | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Il lago ghiacciò e rimase così tutto l’inverno e stava appena iniziando a sciogliersi dopo quello che era stato un Marzo particolarmente freddo. Merlin era molto soddisfatto del suo corpo ringiovanito, non avrebbe gestito bene quello che era sembrato un inverno senza fine con quelle sue vecchie ossa.
Come al solito Merlin era seduto sulla riva del lago a disegnare la vecchia torre cadente alla luce del tramonto quando improvvisamente l’acqua cominciò a ritirarsi per poi abbattersi pesantemente sul terreno ghiaioso.
Merlin si guardò intorno freneticamente, non c’era ne vento ne un temporale e il suo primo pensiero fu che il Consiglio stesse usando il lago per nascondere qualche orribile creatura acquatica.
L’acqua tornò calma, anzi sembrava ancora più ferma del solito. Marlin boccheggiò quando qualcuno emerse da lago infrangendo la superficie immobile. Il giovane chiuse gli occhi, tutto quello non era possibile, ma posò a terra il blocco da disegno e si alzò lentamente.
Dopotutto non poteva essere nessun altro.
Merlin avanzò nell’acqua, ignorando il freddo, e fece alcuni passi avanti prima di riaprire gli occhi.
Era Arthur, gocciolante e stretto nella cotta di maglia proprio come allora e stava avanzando verso di lui, nono molto velocemente, visto il peso che lo accompagnava.
-Sei tornato!- urlò Merlin correndogli incontro.
-Così pare- rispose Arthur e il cuore di Merlin scoppiò nel sentire il suono della sua voce.
-Sei tornato davvero- sussurrò Merlin fra sé prima di inciampare su una roccia e cadere in avanti.
Si preparò per l’impatto con l’acqua fredda, ma ad attenderlo trovò le braccia di Arthur che, forti e sicure, lo aiutarono ad rialzarsi.
-Sempre un goffo idiota- lo stuzzicò amichevolmente Arthur, quasi con affetto.
-Si- soffiò Merlin guardando con meraviglia in suo re.
Gli riempiva il cuore di gioia vedere il viso di Arthur pieno di vita, le guance rosa e non cineree, gli occhi blu e vivi e non grigi e offuscati.
Lo sguardo di Merlin percorse tutto il corpo del re fino al punto in cui la spada di Mordred lo aveva trafitto e non riuscì ad impedirsi di allungare la mano, infilarla sotto la cotta trovando nient’altro che pelle intatta.
-Quanto tempo è passato?- sussurrò Arthur.
-Un po’- rispose Merlin rabbrividendo, alla fine la gioia di rivedere Arthur era scemata e il freddo aveva cominciato a farsi sentire  -vieni, usciamo dall’acqua che ne dici?-
-Va bene- concordò Arthur seguendolo fino alla riva.
-Cos’è questo?- chiese quando Merlin si chino per raccogliere il suo blocco e la sua matita prima di dirigersi verso il cottage.
-Uhm..il mio blocco da disegno..mi piace disegnare- spiegò Merlin mentre arrivavano alla porta.
-Oh..perchè?- chiese Arthur con curiosità entrando nel piccolo cottage.
-E’ qualcosa per passare il tempo- disse Merlin allegramente prendendo Arthur per un braccio per poi accompagnarlo in salotto -Aspetta qui un attimo, io accendo il riscaldamento e poi ti aiuto ad uscire da quell’affare-  disse vivacemente andando in cucina per accendere la caldaia.
Merlin andò nella camera degli ospiti e tirò fuori alcuni vestiti dall’armadio, poi tornò indietro di corsa trovando Arthur nell’esatta posizione in cui l’aveva lasciato.
Arthur stava lanciando occhiate nervose al suo portatile che per fortuna aveva come sfondo l’immagine di un drago. Merlin lo chiuse velocemente e si avvicinò ad Arthur.
-Va tutto bene. E’ solo una foto- lo rassicurò.
-Ok- Arthur deglutì continuando a sembrare nervoso -Cos’è questo posto Merlin? Dove siamo?- chiese.
-Questa è casa mia- rispose Merlin mentre alzava le braccia del re, la vecchia routine era dura a morire.
-Casa tua?- lo prese in giro Arthur.
Merlin si offese un po’.
-In realtà sì, l’ho costruita io- disse togliendogli la cotta forse un po’ troppo bruscamente.
-L’hai costruita tu- ripete Arthur lentamente rimanendo immobile mentre Merlin gli infilava una vestaglia -Merlin quanto tempo è passato?- chiese preoccupato.
Merlin non rispose e gli tolse gli stivali e pantaloni prima di posarli sul radiatore.
-Per favore dimmelo Merlin- disse Arthur con calma.
Merlin esitò -Io..uhm..ho perso il conto, le date non erano riportate molto bene a quei tempi..sono passati almeno mille anni Arthur, probabilmente siamo più vicini a millecinquecento in realtà- confessò guardando l’altro con preoccupazione.
-Più di mille anni- ripete Arthur.
-Si-
-Ma tu sei ancora qui, com’è possibile che tu sia ancora qui?- chiese il re.
Merlin ridacchiò tristemente -Beh, è saltato fuori che sono immortale, che fortuna eh?- disse a bassa voce, non era mai stato facile.
-Hai vissuto per mille anni, sempre qui ad aspettarmi?- chiese Arthur apparendo stordito.
-Già, vuoi vestirti?- gli chiese Merlin gentilmente.
-Si grazie-
Merlin lo vestì con un caldo maglione rosso e dei jeans, ignorando le lamentele su quanto stupido sembrasse e quanto il tessuto pizzicasse.
Erano tutte sciocchezze; i vestiti erano in realtà piuttosto costosi, solo il meglio per l’ex sovrano.
Merlin lo fece sedere sul divano mentre andava a cambiarsi.
Dopo aver indossato dei vestiti asciutti andò in cucina per vedere cosa potesse offrirgli da mangiare..era da un po’ che non faceva la spesa.
Trovò del pane congelato che scongelò velocemente con la magia e del latte, e anche del formaggio che non sembrava da buttare. Tornò in salotto  con due tazze di the e dei panini, si sedette accanto ad Arthur e gli offrì il piatto.
-E’ solo pane e formaggio, ho pensato che sarebbe stato meglio cominciare dalle cose semplici- disse Merlin prima di addentare il proprio panino.  
Arthur annuì e si cominciò a mangiare.
-Ok, senti, so che è molto da digerire e sono sicuro che avrai un sacco di domande..-
-Cosa hai fatto? Merlin, cosa hai fatto per mille anni? Ti prego dimmi che non ti sei limitato ad aspettare qui, tutto solo- lo interruppe Arthur.
Merlin fu sorpreso che questa fosse stata la prima domanda; era preparato per qualcosa più sulla linea di domande su cosa fosse successo a Camelot, su come Gwen avesse portato avanti il regno senza di lui.
Dovette pensare un po’ alla risposta.
-Ho viaggiato, all’inizio, ho visto gran parte del mondo, ma dopo centinaia di anni mi sono stancato così sono tornato qui, ho costruito questo posto e mi sono sistemato- spiegò Merlin.
-Ma sempre da solo?-
-Beh..si..-
-Merlin..-
Merlin lo fermò con un gesto -No, non è così semplice. Senti c’è un limite alla volte in cui posso farmi nuovi amici per poi vederli morire, prima che diventi insostenibile. Sto meglio da solo Arthur, te lo giuro- disse Merlin tristemente.
-Ma cosa fai? Non puoi solamente sedere sulla riva del lago tutti i giorni- insistette Arthur.
-Beh, no. In realtà sono uno scrittore adesso, scrivo libri e li vendo- spiegò -è qualcosa che posso fare facilmente da qui, mi fa passare il tempo e mi piace. Poi leggo, adoro leggere, e sono anche un po’ dipendente dalla televisione in questo periodo, anche se ho cercato di resisterle per molto tempo; pensò che la adorerai anche tu. Oh, e internet..è un’invenzione fantastica e ottima per perdere tempo-
Arthur sembrava confuso.
-Queste sono tutte cose nuove?- chiese.
-Si, ti mostrerò tutto, ma forse non adesso, potresti esserne sopraffatto- suggerì Merlin.
-Si, penso che lo sarei, ma che genere di libri scrivi? Posso leggerli?- chiese Arthur.
Di nuovo, Merlin rimase sorpreso, era convinto che Arthur non leggesse per diletto, e ancora meno qualcosa che avesse scritto lui.
-Uhm..di tutto, narrativa per di più, molto fantasy. Uno strizzacervelli probabilmente direbbe che sto cercando di trovare rifugio nella mia immaginazione, ma a me piace. A te probabilmente non piacerebbe- rispose.
-Oh, sono sicuro che siano davvero orribili, ma mi piacerebbe vedere che cosa hai fatto senza di me- disse Arthur lentamente sembrando più se stesso.
-Che cosa è successo dopo?- chiese a voce bassa.
-Camelot è prosperata con Gwen come Regina e lei ha regnato per molto tempo, c’è stata pace, per un po’. Tuttavia, alla fine, sono arrivati sempre più Sassoni che hanno preso il potere, e dopo di loro sono arrivati i Normanni. La Monarchia è cambiata molto nel corso degli anni, ma siamo sempre un solo regno, il Regno Unito, il regno che tu hai fondato. Siamo stati anche un Impero per un po’.
Ma Camelot è sparita, la capitale è Londra adesso e temo sia tutto molto diverso lì fuori. Ma io rimango qui per la maggior parte del tempo-
-Sparita- sussurrò Arthur -Chi è il Re di questa Londra?-
-Elizabeth, lei è Regina del Regno Unito e non regna poi molto, quello è più il compito del Primo Ministro che è più o meno il leader che viene eletto dal popolo- provò a spiegare Merlin.
-E’ il popolo ha scegliere chi comanda?- chiese Arthur sembrando incredulo, ma non scandalizzato.
-Eh sì, ho paura sia così- disse Merlin -Non è così male, non ci sono quasi più poveri contadini e tutti vanno a scuola adesso-
-No, sembra..sembra giusto- concordò Arthur.
Merlin gli sorrise.
-Non sono mai tornato- sussurrò poi.
-Mai?-
-Non potevo sopportarlo, sono andato un po’ a casa, a Ealdor, mia madre si è presa cura di me per un po’. Poi ho trovato una nave e me ne sono andato, non sono tornato per quasi trecento anni- raccontò Merlin.
-E’ la magia? Che ti rende immortale?- chiese Arthur.
-Io..uhm..non lo so..magia..destino..sembrano tutte cavolate oggigiorno- disse Merlin scrollando le spalle.
-Pratichi ancora la magia?- chiese Arthur.   
-Una volta, ma non più tanto adesso, la tecnologia moderna la rende per lo più inutile e non è che abbia più mostri da combattere- scherzò Merlin.
-Voglio che mi racconti tutto, Merlin, tutto quello che hai fatto- sussurrò Arthur.
Merlin era restio, era una storia così lunga, ma lo fece. Aveva dimenticato molte delle cose che aveva fatto nel corso degli anni ma non aveva mai dimenticato Camelot.
Raccontò ad Arthur di tutte le volte che lo aveva salvato: dai banditi, Sidhe, assassini, draghi, Wyvern e ovviamenti dagli stregoni.
Arthur ascoltò pazientemente mentre Merlin confessava i suoi fallimenti in particolare quelli riguardanti Uther, Morgana e Mordred.
-Non è stata colpa tua Merlin- disse Arthur dolcemente -Non ti biasimo-
-Io sì- ammise Merlin.
-Lo so, posso vederlo nei tuoi occhi, ti perseguita anche dopo tutti questi anni, vero?-
Merlin annuì -Ho avuto tempo per pensare. So che non sono stato io a far impazzire Morgana, ma se avessi provato ad aiutarla, o se avessi ucciso Mordred quando il Drago mi ha detto che avrei dovuto poi tu non saresti morto. Così tanti, dannati ‘e se’, Arthur, fa male- sussurrò.
-Mi dispiace che tu sia stato da solo per così tanto tempo- mormorò Arthur.
Sedettero in silenzio per un po’, Merlin diede il tempo ad Arthur di processare tutte le informazioni, di piangere la perdita della sua Regina e del suo Regno.
Era scuro quando Arthur parlò di nuovo.
-Merlin sono piuttosto stanco- disse.
-Certo. Ti ho costruito una camera da letto, non è bella come le tue vecchie stanze ma è meglio che stare all’aperto perciò dovrai accontentarti- lo informò Merlin.
Arthur annuì e si lasciò condurre lungo il corridoio verso la camera.
-Hai davvero costruito tu questa casa?- chiese una volta arrivati.
-Si, Arthur- disse Merlin alzando gli occhi al cielo.
-Non l’hai creata con la magia?- chiese Arthur davvero curioso.
-No Arthur. L’ho costruita a mano, penso fosse importante, mi ha aiutato a tenermi occupato- gli disse Merlin.
-Come i libri e i dipinti- disse Arthur indicando un acquerello che raffigurava un paesaggio, appeso alla parete della stanza.
-Si. Qualcosa del genere. Devi andare in bagno?- chiese Merlin distrattamente mentre frugava tra i cassetti in cerca di un pigiama.
-Devo cosa?-  chiese Arthur.
-Oh..vieni dai che ti mostro- disse -questi sono vestiti per dormire- aggiunse mostrando il pigiama prima di appoggiarlo sul letto.
-Questo è una specie di vaso da notte, premi qui quando hai finito- disse indicando una maniglia.
Merlin aspettò fuori e ridacchiò fra sé quando il water scaricò e Arthur corse fuori dal bagno con gli occhi spalancati per lo spavento.
-Merlin il vaso da notte è vivo!- urlò.
-No è solo autopulente, più o meno- provò a spiegargli Merlin.
Arthur scosse la testa e si diresse verso la camera come se non si fosse appena spaventato per un water e Merlin lo seguì.
Aiutò Arthur ad infilarsi il pigiama ma lo informò che la maggior parte delle persone oggigiorno si vestivano da sole, anche quelle più snob.
-Tu dove dormi?- chiese Arthur mentre Merlin stava uscendo dalla stanza.
-Io..uhm..ho una camera in fondo al corridoio, ma..-
-Ma?-
-In realtà non dormo più- confessò.
-Tu non dormi?- chiese Arthur incredulo.
-Non dormo da quasi quattrocento anni- gli disse Merlin.
-Perché?-
-Non lo so, ho avuto incubi da quando sei morto e un giorno ne ho avuto abbastanza così ho deciso di smettere di dormire per un po’. Che male può fare? Penso di aver dimenticato come fare- spiegò Merlin.
Arthur si limitò a fissarlo silenziosamente finché Merlin uscì dalla camera.
Il giovane tornò in salotto e si sedette sulla sua poltrona e cominciò a pensare a modi per ad Arthur come vivere nel nuovo mondo. Sarebbe stata una cosa lunga.
Stava pensando a come spiegargli l’elettricità quando si accorse che i suoi occhi bruciavano per la stanchezza, qualcosa che non avevano più fatto da molto tempo; si concesse di chiuderli sperando che ora che Arthur era tornato, gli incubi sarebbero spariti.
  
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