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Autore: silvia93    02/12/2015    1 recensioni
Quando Arthur ritorna finalmente da Avalon, ritrova un Merlin un po’ scoraggiato a causa di tutti gli anni passati ad aspettare da solo.
Lentamente, Arthur lo aiuta a rimettere insieme i pezzi e Merlin comincia a credere che Arthur sia davvero lì per restare. Poi ritrovano Gwen e Merlin si prepara a lasciarlo andare, ma la decisione di Arthur non è quella che si aspetta.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elyan, Gwen, Merlino, Principe Artù, Sir Leon | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Merlin aprì gli occhi lentamente, stiracchiandosi languidamente, oh quanto gli era mancata una buona notte di sonno.
Richiuse gli occhi e affondò sulla poltrona, lasciando per un momento che la luce del sole gli scaldasse il viso.
Quando riaprì gli occhi si guardò intorno e vide Arthur, seduto sul divano, che lo scrutava attentamente.
-Sei ancora qui- mormorò Merlin.
-Dove altro potrei essere? Non ho nemmeno idea di dove qui sia- disse Arthur seccato.
-No, intendo che sei tornato davvero- disse Merlin dolcemente, ancora incredulo, e le sue labbra si inarcarono in un sorriso nel vedere Arthur seduto e imbronciato che lo fissava
-Per caso hai fame Arthur?-
-Si, in effetti sto morendo di fame, Merlin, e tu hai dormito per ore- si lamentò Arthur in tono petulante.
-Oh, che ore sono? E perché non mi hai svegliato?- chiese Merlin sbadigliando ampiamente.
-Come diavolo posso saperlo?- sbottò Arthur -Hai detto che non dormi mai, ma Merlin sembravi esausto l’altra notte. Non ho voluto svegliarti finché non ti fossi riposato- aggiunse dolcemente.
-Uhm..ok, grazie, credo, ma sei stato sempre qui seduto ad aspettare?- chiese Merlin cominciando a sentirsi un po’ a disagio per la preoccupazione di Arthur nei suoi confronti.
-Ero troppo spaventato per toccare qualcosa, hai degli oggetti davvero strani Merlin - gli disse Arthur.
-Ti insegnerò tutto più tardi- disse Merlin guardando l’orologio -oh cavolo sono quasi le nove ho dormito tantissimo- si lamentò alzandosi dalla poltrona e stiracchiandosi per bene, le sue ossa scrocchiarono sonoramente.
-Sicuramente è un bene- disse Arthur alzandosi.
-Credo, dai facciamo colazione- disse Merlin portandolo in cucina e facendolo sedere al piccolo tavolo.
Merlin si mise al lavoro in cucina un po’, innervosito da Arthur che continuava a fissarlo senza fare commenti.
Ci volle un momento perché si ricordasse che Arthur era appena tornato dal regno dei morti e quindi gli si poteva concedere un po’ di silenzio.
Arthur lo fissò quando gli piazzò davanti una scodella di cereali.
-Cos’è questo?- chiese, il suo tono fece sorridere Merlin.
-Colazione, Maestà- gli rispose Merlin beffardo.
-Sto morendo di fame Merlin, non posso mangiare questa brodaglia! Portami della carne!- ordinò ad alta voce.
-Nessuno mangia più carne a colazione, Arthur, a meno che non la facciano fritta- replicò Merlin.
-Perchè?-
-Non lo so, penso non  sia salutare. Comunque questi sono cereali e sono abbastanza buoni quindi mangia- ordinò prendendo una cucchiaiata dalla sua scodella.
-Cereali?-
-Si, Coco Pops, tecnicamente sono per bambini, ma i cereali per adulti sanno di cartone- lo informò Merlin.  
-Cartone?
-Uhm..non sanno di niente, come segatura- suggerì Merlin
-Beh suona delizioso, davvero è questo che mangiate per colazione?- chiese Arthur incredulo.
-Beh io non faccio spesso colazione, penso dipenda dal fatto che non dormo quindi ho perso il ritmo. Mangio quando ho fame- spiegò Merlin.
-Che ovviamente è mai visto lo stato in cui ti ritrovi- disse Arthur beffardamente, ma c’era una nota di preoccupazione nella sua voce.
-Beh non è che posso morire di fame, vero?- rispose Merlin alzando gli occhi al cielo.
Arthur scosse la testa e provò a mangiare la sua colazione.
-E’ dolce!- esclamò.
-Certo che è dolce, cosa ti aspettavi?- rispose Merlin confuso.
-Beh, sembrava fango quindi immaginavo che sapesse di fango- sbottò Arthur prima di mangiarne ancora.
-Pensavi ti avrei servitor fango per colazione?- chiese Merlin a bassa voce -Oh mio Dio la cioccolata! Arthur non hai mai assaggiato la cioccolata-
-Cofa?- borbottò Arthur con la bocca piena -E’ daffero buono!-
-Devo andare a fare la spesa- disse Merlin fra sé.
Dopo che Arthur ebbe spazzolato tre ciotole di Coco Pops finalmente dichiarò di essere sazio e lasciò che Merlin gli mostrasse le varie tecnologie nella sua cucina.
Sembrò accettare lo scopo del microonde e del forno, anche se non riusciva a capire perché servissero entrambi. Rimase molto impressionato dal frigorifero e ammise che era una cosa molto ingegnosa.
-Sei ricco, Merlin?- chiese spiando di nuovo dentro il frigo, chiaramente deliziato dall’aria fredda al suo interno, anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce.
-Uhm, sì, ho dei soldi, parecchi in realtà- rispose Merlin confuso.
-Questa credenza gelata, e le altre, anche quella riscaldata, sono praticamente vuote- osservò -Non ti stai prendendo cura di te stesso- disse pensieroso.
-Sto bene, Arthur, quindi smettila. Senti, non ho bisogno di molto cibo solo per me, ok? Lascia perdere e basta- insistette Merlin.
-Merlin ero serio quando ho detto che sembri morire di fame-
Merlin chiuse gli occhi e si strinse la radice del naso prima di prendere un respiro profondo.
-Smettila- sussurrò
-Smettila di fare cosa?- chiese Arthur confuso.
-Ti prego smettila di essere gentile con me, è come se non fossi tornato veramente-
Arthur inarcò le sopracciglia.
-Vuoi che sia scortese con te?- chiese rivolgendosi a Merlin come se fosse mentalmente instabile.
-Voglio che mi tratti come facevi una volta- lo pregò Merlin.
-Vuoi che ti tratti come un servitore, per quale razza di motivo..-
-Perché mi manchi!- sbottò Merlin, gli occhi lucidi per le lacrime -Mi manchi e non sei te stesso! Sei gentile ed educato e sono sicuro dipenda dal fatto che sei spaventato e non sei abituato a questo mondo. So che sono l’unico che può mostrarti come funziona tutto questo, ma per l’amor d’Iddio smettila di essere gentile con me!- lo pregò Merlin.
-Perché?- sussurrò Arthur.
-Perché ho lasciato che tu morissi!- urlò Merlin -Perché ho lasciato che tu morissi e ti ho mentito per anni e avrei dovuto fermare Mordred e ciò che è successo a Morgana è stata colpa mia e..e..- Merlin boccheggiò e scoppiò in lacrime.
-Va bene- disse Arthur -Datti un contegno, smettila di fare la femminuccia- sbottò.
Merlin gli sorrise debolmente attraverso le lacrime, ma il sorriso scomparve di nuovo quando Arthur lo attirò in un abbraccio.   
-Per tutti questi anni hai pensato solamente a cosa avresti potuto fare diversamente?- mormorò Arthur
-Si, sempre, ci penso sempre, non importa cosa tento di fare per distrarmi- borbottò Merlin, il viso appoggiato alla spalla di Arthur.
Arthur sciolse l’abbraccio e lo fissò attentamente per un attimo.
-Ok, dai Merlin, mostrami il resto della casa e poi andremo al mercato e riempiremo le credenze- ordinò.
-Va bene- disse Merlin asciugandosi gli occhi e seguendo Arthur in soggiorno -Cosa vuoi sapere?-
-Cos’è questa?- chiese Arthur indicando la televisione.
-Uhm..ok, questa è la mia TV..-
-Cosa fa?- lo interruppe Arthur.
-Se mi avessi dato un secondo ti avrei spiegato che ti permette di guardare degli show, delle specie di opere teatrali, serve per l’intrattenimento-
-Fammi vedere- ordinò Arthur.
-Va bene ma..non è magia quindi non dare di matto- lo avvertì Merlin.
Ovviamente Arthur diede di matto; ordinò a Merlin di far uscire le persone dalla scatola indipendentemente da quanto Merlin cercasse di spiegargli che non erano davvero lì dentro.
Merlin decise che era meglio aspettare un po’ prima di mostrargli il computer.
Arthur non capì come Merlin riuscisse ad intrappolare i lampi nelle lampadine, ma ammise che erano molto più utili e luminose delle candele. Rimase assolutamente stupito dall’acqua corrente e da quanto fosse più facile che andare al pozzo e ovviamente si innamorò della doccia e vi rimase più di un’ora dopo che Merlin gli aveva spiegato come funzionanava.
-Mi sono vestito- disse Arthur con orgoglio mentre entrava in salotto con i capelli ancora umidi  
-Ma questi vestiti continuano a non piacermi- aggiunse.
-Ben fatto, un’azione che molti imparano a svolgere prima dei sei anni, quindi hai solo un migliaio d’anni di ritardo- replicò Merlin guadagnandosi un cuscino in faccia -e quei vestiti sono perfetti- insistette.
-Andiamo al mercato a comprare del cibo. Tu puoi morire di fame ma io certamente non voglio- disse Arthur sedendosi per infilarsi gli stivali.
-Arthur, forse dovrei andare da solo- disse Merlin con calma.
-No, chiaramente non posso fidarmi di te per prendere le cose giuste. Finiresti per tornare con altri cereali, che per quanto buoni, non sono abbastanza- lo informò Arthur pomposamente.
-Non sai neanche cosa vendono- ribatte Merlin.
-Vengo con te, Merlin- disse Arthur.
-Va bene. Andiamo. Non ho una macchina, perciò dovremo camminare- gli disse Merlin, ma non erano poi molto lontani dal negozio.
-Una macchina?-
-Vedrai- disse Merlin, un po’ compiaciuto.
Arthur per poco non saltò mezzo metro da terra quando la prima macchina passò loro affianco, ma dopo sembrò abituarsi in fretta, o al meno finse di farlo.
-Sei sicuro che non si tratti di magia?- gli chiese nervosamente.
-Assolutamente- gli assicurò Merlin prima di allontanarlo da una cassetta della posta.
-La magia è ancora vietata allora?-
-No, ma le persone non ci credono più ormai- disse Merlin lentamente -è sparita del tutto, a parte me- aggiunse tristemente.
-Quindi non c’è proprio più magia?-
-No, ma va bene, giusto? Scommetto che sei contento- disse Merlin.
-In realtà no- confesso Merlin.
-Uhm? Anche se la magia è malvagia?-
-Ma non lo è in realtà, vero Merlin? Voglio dire, guardati..apparentemente sei l’ultima creatura magica esistente e sei la cosa più lontana dall’essere malvagio che io conosca- disse sorridendogli con affetto.
-Stai facendo di nuovo il gentile- lo avvertì Merlin.
-Senti, non sarò scortese con te perché ti senti in colpa per qualcosa che io non considero colpa tua. Ad essere onesto, Merlin, tutte le volte..la maggior parte delle volte, in cui ero scortese prima era perché difficilmente potevo essere amichevole con un servitore. Ora non sei più un servitore perciò non ti tratterò come tale. Tu sei mio amico, l’unico che ho in questo momento. Continuerò a farti notare quando ti comporti da idiota, come per esempio adesso, ma ti farò anche sapere quando mi preoccupo per te, di nuovo, come adesso-
-Sto bene, Arthur- disse Merlin con voce stanca.
-No, non stai bene e non penso che tu stia bene da molto tempo- rispose Arthur -sei cambiato, non penso che tu riesca a vederlo. Forse proprio perché per te è passato così tanto e per me invece si è trattato solo di giorni. Credimi, Merlin sarai bravo a mantenere i segreti, ma io ti conosco. Posso dire quanto dura sia stata quest’attesa per te- disse Arthur dolcemente.
-Senti, lasciamo perdere ok? Non voglio discutere di questa da Tesco- sbottò Merlin tirando l’altro all’interno del negozio.
Arthur dimenticò qualunque cosa stesse per dire e si guardò intorno, a bocca aperta.
-Tutto questo cibo, Merlin- sussurrò.
-Si, siamo una società consumistica- replicò Merlin afferrando un cestino.
Merlin prese del pane, della carne e della frutta senza altri problemi che quello di dover trascinare Arthur lontano dall’uva.
Aveva iniziato a mangiare degli acini dopo aver visto un bambino che faceva la stessa cosa e si era rifiutato di credere a Merlin quando quest’ultimo gli aveva detto che non poteva farlo prima di averli pagati.
-Ma sono buoni, Merlin- si era lamentato Arthur mentre veniva allontanato -e io sono..-
-Non sei il Re e non puoi servirti a tuo piacimento- lo interruppe Merlin.
-Va bene!- sbuffò Arthur frugando nelle tasche della sua felpa -Stavo per dire che sono affamato, comunque- disse tirando fuori del pane.
-Dove lo hai preso?- chiese Merlin.
-Laggiù- disse Arthur indicando vagamente un punto per poi mettersi ad osservare con interesse i cartoni di succo di frutta.
Merlin ne mise un paio nel carrello e poi prese il pane dalle mani di Arthur ignorandone le proteste.
-E’ più freddo qui- osservò Arthur.
-Si, è come un grande frigorifero, devo solo prendere del latte- spiegò Merlin.
Arthur lo ignorò e si giro verso una donna che stava scegliendo degli yogurt fra la vasta esposizione.
-Mi scusi, davvero pensa che sia il caso andare in giro così svestita? E’ piuttosto freddo qui- le disse.
-Arthur!- sibilò Merlin trascinandolo via prima che la donna lo schiaffeggiasse.
-Mi scusi, non intendeva..-
-Ma vaffanculo!- sbottò la donna prima di allontanarsi.
-Non puoi rivolgerti così alle persone, Arthur- borbottò Merlin afferrando il latte e buttandolo rabbiosamente nel carrello.
-Ma era praticamente nuda! Nel frigorifero!- replicò Arthur confuso.
-E’ così che la gente si veste oggigiorno- insistette Merlin.
-Si, ho notato le differenze- concordò Arthur -Le donne indossano questi Jeammi o come li chiami- disse mentre andavano verso la cassa.
-Jeans- lo corresse Merlin -In effetti le gonne lunghe e larghe non sono più pratiche- spiegò mentre metteva i prodotti sul bancone.
-Lo sono mai state?- chiese Arthur guardandolo attentamente.
-Beh, si, per i balli e i banchetti e quel genere di cose- disse Merlin impacchettando la spesa.
Pagò e prese due delle borse.
-Arthur puoi prendere l’ultima?- chiese.
-Credo di si, voglio dire non dovrei, non è molto appropriato, vero? Ma tu sei deboluccio e non vorrei che finissi per far cadere tutto il cibo- rispose Arthur prendendo l’ultima borsa e seguendo Merlin fuori dal negozio.
-Non hai pagato- lo accusò una volta fuori.
-Si che l’ho fatto- replicò Merlin confuso.
-No, non hai dato nessun pezzo d’oro a quell’uomo- gli disse Arthur.
-Oh, no. Ho usato la carta di credito, nessuno paga più in oro- spiegò Merlin.
-Mmh..è molto diverso questo posto- disse Arthur a bassa voce.
-Lo so- rispose Merlin gentilmente.
-Perché sono tornato, Merlin?-
-Non lo so- sussurrò Merlin -Kilgharrah, il drago, mi disse che saresti tornato quando Albion avrebbe avuto più bisogno, ma non mi sembra ci siano grandi difficoltà- spiegò.
-Forse sono tornato per sbaglio- suggerì Arthur.
-O forse sta per succedere qualcosa di terribile- rispose Merlin cupamente.
Una volta tornati, Arthur lasciò che Merlin sistemasse la spesa e preparasse il pranzo prima di riprendere con le domande.
Di cosa sono fatte le borse? Cos’è esattamente la plastica? Che cosa vuol dire frizzante? Perché non posso assaggiare il caffè?
Domanda dopo domanda, fino al punto in cui Merlin collassò esausto sul divano, una notte di sonno aveva ricordato al suo corpo quanto esattamente fosse stanco.
Arthur gli si sedette affianco, spostando le gambe del mago per farsi spazio.
-Mi dispiace, Arthur, faccio pena a spiegare, io ho avuto secoli per adattarmi, so che sembra tutto diverso. Ma è così difficile spiegarti tutto- si scusò Merlin.
-Va bene, penso di aver avuto abbastanza informazioni per adesso- rispose Arthur giocando con un apriscatole.
-Mi dispiace per questa mattina quando ti ho urlato contro e ho pianto, penso di essere stato un po’ sotto shock per averti rivisto- disse Merlin con calma -Pensavo che non saresti più tornato- ammise.
-Cos’è successo quattrocento anni fa? Quando hai smesso di dormire?- chiese Arthur appoggiando l’apriscatole sul tavolo.
-Te l’ho detto..gli incubi..-
-Ma cos’è cambiato?-
-La magia, l’ultimo barlume di magia è scomparso. E’ tornata tutta alla terra, presumo, ma io non riesco più a percepirla- confessò Merlin -e mi sono sentito davvero solo, davvero senza speranza. Ho pensato che, visto che la magia era scomparsa, tu non saresti mai più tornato-
-Ma era rimasta la tua magia- disse Arthur -E il cibo? Quando hai smesso di mangiare, Merlin? Quando hai smesso di prenderti cura di te stesso?-
-Io mangio- rispose Merlin sbuffando e lo faceva davvero, quando gli veniva fame.
Alcune volte se ne dimenticava, ma come aveva detto prima non poteva certo morire di fame.
-Merlin, sei più magro di quando sei arrivato a Camelot- insistette Arthur.
Merlin riflette per un attimo, non aveva notato che si stava lasciando andare, ma pensandoci bene forse se n’era accorto, ma aveva smesso di curarsene molto tempo prima, affondando sempre di più nella depressione.
-Dopo la Guerra, la Prima. E è stato ancora peggio dopo la Seconda. Era tutto così orribile e tetro e pensavo davvero che saresti tornato, Arthur- sussurrò.
-Sono qui adesso- promise Arthur.
Mormorò qualcos’altro che Merlin non riuscì proprio a cogliere ma che assomigliava molto a ‘mi prenderò cura io di te’. 

 
  
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