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Autore: Inquisitor95    02/12/2015    1 recensioni
L'ultimo anno scolastico: il più memorabile, il più tormentato e difficile da affrontare. Nove ragazzi decidono di andare per il fine settimana nella baita di montagna sul Crow's Peak vicino Seattle. La notte di Halloween non è mai stata così divertente per loro, tuttavia qualcosa turberà la loro notte che si trasformerà in un incubo ad occhi aperti nel quale la paura sarà l'elemento base.
[Storia Interattiva]
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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7.

Intimidazione






Blair
Garage – 23.50



« Pensi davvero che il guardiacaccia possa aiutarci? Voglio dire non è la polizia... e non sappiamo neanche che cosa fosse quel rumore, non sappiamo nulla! » dice Ingrid mentre prendiamo i nostri cappotti; sia io che la ragazza guardiamo Ben in attesa di una risposta, sembra confuso visto che ha gli occhi persi nel vuoto, capisco subito: non sa come affrontare la situazione, neanche io lo so in effetti.
« Penso che abbia una linea migliore della mia per cui possa chiamare qualcuno esterno alla montagna visto che sembriamo essere isolati... » rivolgo un ultimo sguardo verso il salotto mentre Ingrid apre la porta ed esce dalla baita, subito la segue Ben che però si sofferma sulla soglia aspettando che anch'io mi unisca a loro due.
Sam si avvicina a me e mi abbraccia, un abbraccio forte e tenero di cui ho realmente bisogno; siamo in una situazione strana e so di poter contare su di lui. È il mio migliore amico, è normale che mi dia conforto. « State attenti. Il bosco è brutto di notte... » dice, so benissimo a cosa riferisce.
« E tu cerca di stare con Serena. Non lasciarla sola... » dico io, fa una mezza smorfia col quale sembra non voler eseguire la mia richiesta. « Sam vuoi uscire dalla baita!? Abbiamo deciso tutti insieme che qualcuno doveva restare qui. »
Sbuffa infastidito dal fatto che lo rimprovero. « Lo so benissimo. Tranquilla non mi caccio nei guai... » non ho proprio idea di cosa gli passi per la mente, lo abbraccio un'altra volta e poi finalmente esco dalla baita insieme a Ben che per tutto il tempo è rimasto sull'uscio.
« Non penso che Samuel sia così stupido da uscire dalla baita per lasciare sola Serena. » mi dice il padrone di casa facendomi strada per il porticato, arriviamo davanti al garage dove sono parcheggiate le quattro auto, la più facile da uscire è quella di Ingrid che è rossa fiammeggiante.
« Lo spero... » sussurro, non so se mi sente comunque non risponde. Ingrid sale quindi nel posto guida sistemandosi il sedile e lo specchietto, Ben si mette nel posto del passeggero al suo fianco mentre io mi siedo dietro allaccio comunque la cintura e mi avvicino al finestrino.
Usciamo dal sentiero della baita e la vedo sparire alle nostre spalle mentre seguiamo la strada principale, ancora Alex e Violet non erano tornati nella baita; che possa essere successo loro qualcosa? Spero di no, immagino che mi stia facendo solo strane idee per via di queste assurde visioni! Adesso sento di avere ancora più paura...
Arriviamo in circa dieci minuti al capanno del guardiacaccia; quando ero passata con James e Sam c'erano alcune luci accese nella casetta, c'era anche la poliziotta. Adesso sembra completamente desolata, è possibile che l'uomo stia già dormendo visto che è quasi mezzanotte. Scendiamo dall'auto ma prima che Ingrid spenga le luci dell'auto vediamo un cervo in mezzo alla strada che passa sul morbido manto di neve, quando Ben si avvicina a lui però scappa via correndo nella boscaglia e facendo chiasso.
« Proviamo a bussare... » propone il ragazzo, si avvicina alla porta e bussa forte col pugno, non riceviamo risposta quindi al bussare unisce la sua voce. « C'è qualcuno in casa? Abbiamo bisogno di aiuto! Sono Benjamin Williams, della baita più avanti... » aggiunge spiegando chi sia.
Ancora silenzio, è possibile però che stia venendo qualcuno ad aprirci anche se non sentiamo né passi né parole. Ci guardiamo tutti negli occhi. « Proviamo ad entrare lo stesso. » dico io, tutte e due mi guardano: è un'effrazione ma la serata è decisamente atipica rispetto alle altre.
Ben gira quindi la maniglia, con facilità entriamo dentro la piccola stanza del guardiacaccia: è abbastanza grande, si tratta di un monolocale con una singola porta dall'altro lato, probabilmente il bagno. C'è un letto grande dall'altro lato della stanza, alcuni mobili come un comodino o un armadio; un tavolo con alcune sedie intorno e una radio accesa che fa rumore, intorno a noi si trova l'intera cucina. « Pierre? È in casa? Sono l'Agente Hills dell'FBI, risponda per favore... »
L'FBI! Subito mi avvicino al tavolo ma Ben mi precede e lascio che sia lui a rispondere alla donna visto che è più lucido di me, o almeno appare. « Sono Benjamin Williams, abbiamo bisogno di aiuto! » aspettiamo la risposta che però tarda ad arrivare dopo le interferenze.
« Pierre? Non riesco a senti... la prego di ripete... » la comunicazione si distorce con troppe interferenze e decidiamo di chiudere la comunicazione. La radio è totalmente inutile, così come lo è stato venire qui.
Ci guardiamo intorno cercando qualcosa che possa aiutarci a trovare il guardiacaccia. « Che siamo stupidi! » dice Ingrid improvvisamente battendosi una mano sulla fronte. « Probabilmente è andato già a controllare l'origine del rumore! » potrebbe essere così. Non sarebbe tanto assurdo.
« Cerchiamo un modo per contattare qualcun altro. O il suo numero di telefono o un walkie talkie per cercare di parlargli. » Ben insiste nel curiosare in giro e la cosa mi preoccupa, già non dovremmo essere qui e pensare che sono stata io stessa a proporre di entrare. Nonostante questo anch'io cerco in giro.
Mi sposto dal lato della camera da letto avvicinandomi al comò e osservando alcune foto del guardiacaccia nel bosco. « Tutta questa situazione è assurda... » dice Ingrid improvvisamente, non aveva ancora espresso il proprio parere; non che ci fosse molto da dire.
« Che intendi? » chiede Ben che invece sta cercando tra i cassetti della cucina, prendo una foto in mano, si tratta del guardiacaccia insieme ad un uomo di colore vestito con una divisa azzurrognola, sembrano essere su queste montagne.
« Dovevamo divertirci. Passare una serata ridendo e scherzando, o guardandoci qualche film da spavento. Invece sembra che ne siamo gli attori... » sento una venatura nella sua voce, è spaventata. Allora crede nella mia visione.
« Lo penso anch'io. È tardi e vorrei solo andare a dormire, così da svegliarmi domani mattina per tornare a casa e fare tutto quello che facevo prima di oggi... » dico abbastanza arrabbiata, poso la fotografia e un'altra colpisce la mia attenzione: è girata però e vedo solo che c'è scritta una data con una bella grafia. Risale a quarant'anni fa.
« Suvvia ragazze, la situazione è una gigantesca merda però non dobbiamo pensare così negativamente. Inoltre non c'è mica un pazzo assassino... » sorrido appena: cerca di tranquillizzarci e ci dice che va tutto bene. Tipico di un film dell'orrore, solo che non ci credo più di tanto.
Prendo la foto e la giro tra le mie mani osservando le persone raffigurate sopra: sono dei bambini di circa dieci anni più o meno, due di loro sono gemelli e sono vicini a un ragazzino di colore, tutti e tre sembrano felici e molto uniti; più distante da loro però c'è un altro ragazzino, biondo come tutti i bianchi presenti nella foto e mingherlino. Chiaramente arrabbiato o infastidito dalla foto con quelli che probabilmente sono amici o fratelli.
« Che strana foto... » sussurrò, forse è il caldo presente nella capanna del guardiacaccia, o forse è perché questa situazione è difficile da sopportare, mi gira la testa. Apro e chiudo gli occhi appoggiandomi con tutto il peso al mobile.
Quando apro gli occhi alla decima volta vedo immagini molto diverse dalla capanna del guardiacaccia: vedo Alex spaventato e sporco di terra o polvere, si trova vicino a una leva che sta per abbassare, poi vedo della benzina che esce da un barile e in seguito una grande esplosione e le fiamme che divorano una persona, sento un urlo acuto quando la visione di interrompe bruscamente e ritorno alla realtà.
Mi scappano le lacrime e cerco di mordermi la lingua per non scoppiare a piangere, non è possibile che mi sia capitato ancora. Non voglio crederci! « Blair? »
Ben si accorge subito della mia sofferenza e accorre in mio soccorso tenendomi per le braccia, cercando di sostenermi. « Non c'è la faccio più... » dico, sto per raccontargli della visione quando sentiamo un rumore nel bosco seguito da delle urla che non riconosco.
Tutti noi ci voltiamo verso la finestra e di corsa usciamo dal capanno, quel rumore era tonfo, mozzato. « Quello era uno sparo? » chiede Ingrid; non è possibile. Avremo sentito male... scuoto il viso coprendomi il volto con le mani.
« Dobbiamo tornare alla baita. Subito! » dice Ben fissando il sentiero dal quale siamo venuti e avvicinandosi all'automobile, sono pronta a seguirlo quando vedo Ingrid che indica la direzione opposta.
« Aspettate: ci sono dei segni sulla neve. Forse si tratta del guardiacaccia... » li osservo: sembrano andare verso il ponte dal quale siamo passati quando siamo entrati nel Crow's Peak. « Penso che dovremmo controllare... »
Mi volto a destra e sinistra, sono l'ago della bilancia e posso scegliere se assecondare Ingrid spostandoci verso il ponte o se ascoltare Ben e tornare alla baita.



Violet
Sentiero innevato – 0.05



« Va bene, amore. Resteremo qui un altro po'... spero che non mi si geli il cazzo almeno! » dice Alex avvicinandosi di nuovo a me, ci abbracciamo e sento il suo bacino spingere contro il mio, unisce i nostri due corpi sia sotto che sopra e mi bacia con foga mentre le sue mani si spostano per tutta la schiena, stringe un po' forte.
« Vacci piani altrimenti mi strizzerai e non resterà più nulla di me... » cerco di essere più seducente possibile, voglio divertirmi un po' con lui e per quanto andare alla baita sia più eccitante, ritengo che stare con gli altri a sentirmi dire che sto per morire non sia la cosa migliore del mondo.
« Non hai paura che in questo bosco possa esserci un lupo? Magari qualcosa che ti voglia fare molto male... » abbassa il volto e vedo che i suoi occhi hanno una luce quasi animalesca, la stessa che aveva nella nostra stanza.
« L'unica cosa che potrebbe mangiarmi sei tu, mio bel lupo delle nevi... » scherzo un po' con lui e cominciamo a baciarsi sempre più velocemente e con più foga, le sue mani si spostano per tutto il mio corpo e le mie imitano i suoi gesti.
Perdo la cognizione del tempo insieme a lui mentre mi fa poggiare contro il tronco di un albero, mi tiene bloccata col suo corpo mentre le nostre mani cercano zone molto piccanti, le nostre non sono normali effusioni; sembriamo aver ritrovato la voglia che avevamo nella baita e dovremmo tornare indietro lo riconosco, siamo ormai fuori da diversi minuti e gli altri potrebbero preoccuparsi per noi.
« Dai spogliamoci! » dice Alex, lo guardo come se fosse impazzito anche se non può vedere i miei occhi visto che mi sta dando dei baci sul collo.
« Sei impazzito? Con questo freddo rischieremmo di congelare! » dico, a quel punto vorrei fermarlo per poi riprendere alla baita ma lui sembra non volerne sapere.
« Vedrai che appena iniziamo a scopare passa il freddo! » non so se è tanto lo scopare a darmi fastidio o se il suo tono così frivolo ma gli tiro una ginocchiata alle palle, faccio piano e lui sente subito il dolore. « Che cazzo fai? » dice arrabbiato e incredulo allontanandosi da me di alcuni passi.
« Non voglio scopare con te in mezzo al bosco. Andiamo alla baita. Subito o non te la darò per chissà quanti mesi... » la minaccia sembra sortire l'effetto desiderato, si morde le labbra mentre si massaggia dolcemente proprio dove l'ho colpito, si mette con la schiena dritta e sospira.
« Va bene cazzo, ma sbrighiamoci o mi esploderà! » gli faccio un sorriso e lui ricambia, non era mia intenzione dargli una ginocchiata ma peggio per lui che non mi ha assecondata.
Guardò l'orologio del cellulare e vedo che è mezzanotte passata da pochi minuti, rimango quasi di sasso visto che mi sembrano passati pochi secondi da quando sono uscita dalla baita. « Cazzo è mezzanotte! » lui controlla l'orario e annuisce. Riprendiamo la strada per la baita muovendoci tra i boschi, mi sembra di aver perso l'orientamento però.
« E allora? Abbiamo tutta la notte per fare sesso. Non dirmi che ti tiri indietro ora che siamo a questo punto? » sorrido della sua affermazione, poi i miei pensieri vengono dirottati come se non avesse detto nulla.
Penso ancora alle parole di Blair e Ben: quella strana visione, quella in cui avrebbe visto la mia morte, la mia o quella di Serena. Non mi sento molto a mio agio ma non voglio dargli peso, ha ragione Alex: sono bambinate, sciocchezze e dovrei essere più realista. Però non riesco a togliermi dalla testa quell'avvertimento visto che ho la schiena piena di brividi, quasi come se venisse percossa da migliaia di spilli, non è una sensazione piacevole!
« Ehi piccola a che pensi? » mi chiede Alex, mi volto verso di lui mentre camminiamo fianco a fianco nel bosco sempre più tenebroso e innevato, noto che tiene una sigaretta tra le mani, sta fumando!? Stringo i pugni.
« Sai che mi fa schifo quando fumi. Mi trasmetti lo schifo che contiene quella cosa e... » cerco di contenermi ma in fondo ho ragione e lui ha torto, come sempre visto che io ho un cervello e lui no. « Cazzo mi fa schifo baciarti e sentire il sapore di quella merda! » dico apertamente, non mi importa se ci resta male, gliel'ho detto centomila volte e sempre mi chiede scusa per poi tornare a farlo.
Il vizio del fumo è parte di lui, ma se vuole stare con me è meglio che si dia alle chewing gum!
« Va bene calmati e non fare la stronza! Non mi facevo un tiro da mesi! » risponde buttando via la sigaretta ancora accesa, mi sento più sollevata anche se la libido mi è finita praticamente sotto la scarpa visti i miei pensieri.
E qualcos'altro poi richiama la mia attenzione: sono dei passi che corrono, si muovono velocemente nella boscaglia davanti a noi, non posso fare a meno che aggrapparmi al braccio di Alex per la paura. « Che cos'è? » chiedo io, è troppo veloce per un animale, dev'essere una persona.
« Stai tranquilla non è nulla... » Alex si para con un braccio davanti me per proteggermi da qualunque cosa arrivi, spezza dei rami per terra e si muove nella neve, poi improvvisamente arriva e getto un urlo per la paura.
La mia azione spaventa anche la persona appena arrivata, un ragazzo che indossa una giacca di pelle. Ha i capelli riccioluti e castani e gli occhi spaventati. « Sam! Che cazzo di spavento, porca troia! » dico esasperata sbattendo i piedi per terra mentre il ragazzo si alza e si riprende dallo spavento.
Mi volto dando le spalle ad Alex e Sam e spostandomi di alcuni passi per sedermi vicino un cespuglio pieno di rami grossi rami secchi mentre i due parlano. « Ehi finocchio che ci fai qui? Ti volevi unire a noi? » chiede Alex con sarcasmo.
Sam fa una smorfia al solo pensiero. « No, cazzone. Ero preoccupato per voi! Siete fuori da più di mezz'ora, pensavo vi fosse successo qualcosa... » preoccupato per noi? Forse è solo preoccupato per Alex, ma il ragazzo non può competere con le mie belle tette. « Mi avete fatto lasciare Serena da sola alla baita! » dice subito dopo con tono aspro.
Alzo la testa di scatto. « Cosa? Ti sei forse rincoglionito? E se fosse in pericolo? Se un qualche pazzo fosse entrato dentro la baita e adesso... » vengo interrotta da Alex che sbuffa, riprendo il discorso delle visioni e dice che mi appoggia eppure adesso non sembra appoggiarmi, anzi, sembra nuovamente in disaccordo con me.
« Qualche problema, Alex? Non dicevi di aver fiducia in me e in ciò in cui credo? » gli rinfaccio.
Sospira e con fatica parla: « Sì, ci credo. Ma la baita è come una fortezza, non può entrare nessuno che non ci sia stato invitato personalmente. » si volta verso Sam e con uno sguardo freddo continua a parlare: « Grazie per la preoccupazione, Sammy! » lo dice in tono dispregiativo.
Il ragazzo gay sta per replicare quando un altro rumore colpisce le nostre attenzioni. Cerco con lo sguardo l'origine del suono che si trova alle loro spalle, questo li costringe a girarsi per guardare gli alberi, sono lontani di pochi metri eppure sembrano chilometri in questo momento!
Una figura in nero compare dal sentiero da dove è venuto Sam, tutti noi restiamo pietrificati davanti a quella figura: ha il volto coperto da un passamontagna nero e i suoi occhi sono freddi e mi mettono paura. Reduce dall'esperienza di qualche ora prima con Benjamin provo a chiedere chi sia.
« Ben? Non è divertente questo scherzo! »
Sam però ha la risposta subito pronta contro di me. « Ben è andato con Blair e Serena... non può essere lui! » si tratta di un uomo dalla spalle larghe. Per esclusione direi...
« James? »
« Non è tipo da fare questi scherzi... » mi risponde Alex mentre sia lui che Sam indietreggiano lentamente, la figura in nero sembra impassibile mentre noi tutti ci chiediamo chi sia, con la mano cerca qualcosa che si trova dentro la sua giacca e allora sento una scarica di adrenalina mentre mi fissa con quell'espressione quasi sadica.
Con gli occhi cerco qualcosa che possa aiutarci: potremmo seguire il sentiero e fuggire per il bosco, torneremmo indietro ma almeno potremmo scappare; una luce poco lontana coglie la mia attenzione, quasi come se fossero i fari di una macchina, forse sono i nostri amici che ci stanno cercando e potrei urlare loro di stare lontani o di aiutarci in qualche modo; faccio un passo indietro e tocco i rami del cespuglio: alcuni rami sono staccati e sono abbastanza robusti da tenere lontano un aggressore, potrei prenderne uno abbastanza grosso e avere un'arma con cui difendermi anche se sento gli arti paralizzati dalla paura: riesco a muovere solo le gambe che tremano violentemente perché sono pronte a correre qualunque cosa io decida di fare.



James
Camera della caldaia – 23.55



« Proviamo a fuggire da questo condotto! » dice Nicole mentre io corro verso la porta, ho la mano già sulla maniglia e potrei aprirla con un semplice gesto.
« Sei impazzita? Ci prenderà di sicuro! » mi riferisco a chiunque sia entrato nella piscina, sicuramente starà venendo verso di noi, sentiamo i passi che scendono le scale che echeggiano per i corridoi, così come anche i nostri sussurri staranno facendo.
« La porta non ci farà uscire. Passando dal condotto magari arriviamo da qualche parte. È un condotto dell'aria no? Potrebbe avere un collegamento con l'esterno... » sussurra lei in preda al panico, devo decidere in fretta e scelgo di darle fiducia. Mi metto da un lato e poggio le mie dita sulla base di ferro mentre lei cerca di tirarne la parte superiore.
Una prima spinta non basta e la grata neanche sembra muoversi in un millimetro dalla posizione, controllo nel caso in cui si siano viti che la bloccano ma non sembrano essercene; è inserita ad incastro ma il freddo deve aver ghiacciato il metallo che sembra attaccato alla parete come se fosse incollato. Mi rivolgo nuovamente a Nicole.
« Dobbiamo andare dalla porta. È pericoloso stare qui, la grata è bloccata e stiamo solo perdendo tempo nel quale potremmo già essere dall'altro lato della piscina. » le faccio notare, i passi si fanno sempre più forti, questo significa che qualcuno si sta avvicinando ma lei mi ignora.
« Proviamo ancora! » infilo le dita tra il piccolissimo spazio che trovo tra la grata e il suo incavo e comincio a tirare fino a farmi male, neanche sento più il freddo gelido dei miei vestiti visto che ho il cuore alla gola.
Proviamo ancora a spingere, stringo i denti ignorando il dolore e infine riusciamo a staccare la grata dalla parete, non abbiamo modo di afferrarla e quella va a sbattere direttamente contro la parete, cade subito dopo sul pavimento facendo così tanto chiasso che potrebbero averci anche sentito fino alla baita! Chiunque stia arrivando adesso sa che c'è qualcuno qui, per questo i passi aumentano e diventano più veloci.
Spingo Nicole davanti all'apertura del condotto e la faccio entrare quasi spingendola con forza, non mi preoccupo di farle male e sento una morsa allo stomaco ma almeno riesce a gattonare per qualche metro permettendomi di entrare, mi fiondo all'interno del condotto mentre mi intima di sbrigarmi, ho come la sensazione che potrebbero afferrarmi dai piedi e tirarmi nuovamente fuori, tuttavia non accade in quanto sia io che Nicole superiamo il primo angolo, non ci fermiamo di certo visto che potrebbe inseguirci anche dentro il condotto.
Svoltiamo gli angoli velocemente, Nicole sembra andare a tutta velocità senza preoccuparsi di dove andare, è svelta e si vede che fa palestra; sento che i gomiti mi fanno male da impazzire visto che sono schiacciato tra le pareti, alla fine ci troviamo davanti un'altra grata, oltre di essa vediamo uno strato di neve e degli alberi poco lontani che girano tutti intorno alla piscina: siamo quasi fuori!
« Dobbiamo sfondarla a calci, cazzo! » dice lei, sento che sta morendo dalla paura dalla voce, cerco di portare avanti le gambe così da poter dare dei calci con tutta la forza che ho, anche lei gira il proprio corpo e per alcuni istanti sembriamo un ammasso di persone che stanno facendo sesso.
Dopo cinque volte che sferriamo dei calci riusciamo a far volare via la grata, lei è come sempre la prima ad uscire, non sento comunque passi o rumori dietro di noi quindi suppongo che non ci stiano inseguendo. Almeno non dal condotto.
Nicole mi trascina fuori dalle gambe e ci troviamo a contatto con l'aria fredda della notte, nonostante io senta caldo per via della corsa mi raffreddo, sento gli arti intorpidirsi in pochi istanti e ritorno a battere i denti mentre le punte delle dita si raffreddano. « Corriamo alla baita, cazzo! Non voglio stare qua ancora un secondo in più! » le dico, annuisce e ci mettiamo a correre, sembra sapere dove siamo, probabilmente dietro la piscina ma non importa dove stiamo andando, l'importante è correre in fretta.
Per alcuni minuti restiamo tra i boschi mentre corriamo e improvvisamente si leva un rumore, sembra il suono di una pistola che spara ma probabilmente l'ho solo immaginato. Entriamo in un sentiero illuminato dai pali e alla nostra destra vedo un piccola chiesetta in mezzo al nulla. Continuiamo a correre finché non vedo il profilo della baita. -Dev'essere un miracolo o un'allucinazione! Voglio piangere, cazzo!- penso mentre percorriamo il sentiero, saliamo i gradini del porticato notando però che le luci sono tutte spente stranamente.
Entriamo con la chiave di Nicole e subito ci troviamo al caldo dell'ingresso. « Ragazzi siamo tornati! Dove siete? » comincia ad urlare Nicole con tutta la voce che ha. « Ben? Ho provato a chiamarti ma non rispondevi, dove sei? Ben! » ci spostiamo verso il salotto dove il camino è ancora acceso e riscalda la stanza. Tutto il resto della casa però si trova nel buio più totale e una figura si trova nel mezzo di esso.
« Serena dove sono tutti quanti? » chiede Nicole avvicinandosi alla ragazza bionda, sembra spaventata, ma non capisco da cosa. Noto che ci sono le tende del salotto tutte abbassate o tirate così da non far vedere l'interno.
« Ben, Blair e Ingrid sono andati dal guardiacaccia a cercare di capire cosa fosse stato quel rumore... » dice lentamente, è successo qualcosa di grave. « Sam invece è andato a cercare Alex e Violet che erano nel bosco... » fa un'altra pausa. « E io sono qua da sola a cagarmi sotto dalla paura per colpa di quella cazzo di visione di Blair! » continua visibilmente spaventata. È nel panico!
Restiamo in silenzio, visione? Non ho idea di che cosa la ragazza possa aver bevuto, forse ha fumato qualcosa. Nicole però resta seria, improvvisamente sembra capire perché Ben l'ha chiamata tante volte. « Ben mi voleva avvertire... » fa un'altra paura e si guarda intorno. « Va bene, vediamo di attivare il generatore d'emergenza. È strano che non si sia attivato da solo. Qualcosa non va... »
La ragazza mi fa cenno di seguirla al piano di sotto dove c'è il seminterrato e dove probabilmente si trova l'impianto e il generatore dell'intera casa. La seguo visto che non voglio lasciarla da sola in un posto come il seminterrato anche se vorrei tanto mettermi davanti al fuoco, tra la corsa nel bosco e il calore della baita però mi sento meglio anche se continuo a starnutire. « Che cos'è questa storia della visione? » chiedo scettico mentre scendo i gradini restandole alle spalle.
« Una lunga storia. Meglio che ti spieghi quando c'è Ben. » si volta verso di me per vedere la mia reazione: probabilmente i miei occhi le dicono molto più di quanto le parole potrebbero fare. Sbuffa esasperata.
« Si tratta di una visione di morte. Premonizione o in qualunque modo ti venga di chiamarla. » comincia a spiegare, sembra assurdo che mi stia dicendo questa cosa però non la interrompo. « Nostra zia aveva questa particolare dote, prevedeva la morte degli altri. Penso che stia succedendo lo stesso a Blair... anche se non capisco il perché... »
Scendiamo le scale che ci portano in una grande stanza molto buia ma riesco comunque a scorgere il profilo di alcuni mobili e parecchi scaffali pieni di scatoloni. « Blair ha delle visioni sulla nostra morte? Cosa che sembra accadere da un momento all'altro? » continuo a chiedere.
La vedo annuire mentre camminiamo tra le ombre del seminterrato. « Immagino che potrebbero non essere così imminenti. Anche se dal modo in cui Serena era sconvolta credo che lo siano... » annuisco in silenzio mentre mi guardo intorno cercando di osservando l'ambiente.
Una parte dello scantinato è occupata da alcuni macchinari: immagino si tratti della caldaia e dei vari generatori della luce visto che ci avviciniamo proprio a quelli, Nicole fa luce col suo cellulare illuminando la via. Apre uno sportello e comincia a giocherellare con alcune levette, resto in silenzio mentre lei cerca di ripristinare la luce nella baita. Sono ancora in pensiero: sono preoccupato per Blair e mi piacerebbe vederla, magari cercare di starle vicino. « Cosa c'è là? »
Indico un punto lontano in un'altra stanza, sembra una strana porta di ferro, molto grande. Lei gli getta un'occhiata veloce e poi risponde. « Quella porta è un'uscita d'emergenza. Qui ci sono delle provviste, sai in caso di guerra o Dio non voglia cosa! Quella è una seconda uscita ma si apre solo con la combinazione giusta... » resto scioccato alle sue parole e cambia discorso ritornando al fattore della luce e del generatore. « Porco troia, non funziona! »
« Potrebbe esserci un guasto? Una spina non collegata bene, un filo leggermente rovinato... » cerco di indovinarne la causa ma lei scuote il volto negando tutto quanto.
« No, il problema è tutt'altro: credo che la luce saltata sia colpa della centrale. Capitava spesso, so come riattivarla visto che mio padre ci portava con se quando capitava. Ci stiamo dieci o quindici minuti al massimo, il tempo della strada e di mettere mano ai fili... vieni con me? »
Potremmo andarci io e lei e risolvere il problema in pochi minuti, non penso però che dovremmo lasciare Serena di nuovo da sola... potremmo portarla con noi e scrivere un biglietto agli altri nel caso dovessero tornare anche se sono certo Nicole vorrebbe stare sola con me...





Warnig:
Link del progetto: https://www.facebook.com/groups/1166158216733219/
Ripeterò questo avviso ad ogni capitolo: ho creato una pagina Facebook riguardante la mia storia nella quale potrete vedere aggiornamenti, scelte da compiere, foto e altro materiale che mi appresterò a pubblicare per allietare la notte di terrore e la vostra esperienza.  
  
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