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Autore: Chia_084    02/12/2015    2 recensioni
un principe e un mago, due facce della stessa medaglia, con un destino in comune, riportare la magia nel regno di Camelot.
[dal testo]
“sapete Artù Pendragon, voi siete un gran egoista! Pensate che vi sia tutto dovuto!” il moro si alzò in piedi e continuò “ Ma è normale, siete cresciuto nella comodità, sempre servito e riverito, non sapete com’è doversi guadagnare qualcosa! Mi dispiace dirvelo sire, voi non sapete nulla sulla gratitudine!” Merlino prese la sua roba e si diresse verso la porta
ArtùMerlino MerlinoGalvano ArtùGinevra
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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L’aria fresca del mattino entrò dalla finestra lasciata semi aperta, Merlino rabbrividì stringendosi di più contro Artù alla ricerca di un po’ di calore.
“mmmm… Merlino… fa freddo” mugugnò il biondo appoggiando la sua testa contro la schiena del moro “perché non vi alzate voi?!”
“perché sei tu il servitore” rispose il principe spostandolo delicatamente verso il bordo del letto “ieri notte non eravate di quest’idea…” rispose il servo con tono malizioso.
Artù sbuffò e, con poca grazia, spinse Merlino che cadde sul pavimento “ahi!” disse “bene, visto che sei in piedi chiudi la finestra”.
Il moro non fece nemmeno in tempo a rialzarsi dal pavimento che le campane di Camelot suonarono 9 rintocchi “Artù! Per diamine sono le 9!” , il biondo si mise a sedere e con lo sguardo assonnato lo guardò confuso “ e quindi?! È ancora presto, torna a letto”
“ ma cosa dici! Leon sarà qui a momenti e se ci trovasse così non saprei che scusa inventare!” il servo cominciò a strattonare il principe “potresti dirgli che abbiamo avuto caldo, la primavera non è lontana ormai…”.
Dopo vari tentativi e qualche strattone in più del solito Merlino riuscì a tirare giù dal letto l’asino reale “ ecco qua, adesso siete pronto” disse mentre gli allacciava il mantello “grazie cucciolotto” rispose Artù posandogli un bacetto sul naso, il moro arrossì guadagnandosi un sorrisetto compiaciuto da parte dell’amato.
“dove avrò messo il mio fazzoletto?” si chiese il mago guardando sotto il letto “intendi questo?” chiese il principe mettendosi il fazzoletto di Merlino al collo scimmiottandolo “sono Merlino, e solo talmente idiota che non capisco quando la gente mi ama!!”
“ehi! Ridammelo!”.
I due cominciarono a rincorrersi giocosamente fino a finire abbracciati, il corvino fece scivolare le mai sulle spalle del biondo che gli cinse la vita con le sue braccia “ti amo asino, non mi stancherò mai di dirtelo ”
“ti amo anch’io idiota, e non mi stuferò mai di sentirtelo dire”.
Dei passi nel corridoio li fecero sussultare “sire, siete pronto?” chiese ser Leon
“si si entra pure” rispose Artù da dentro.
Il Cavaliere entrò e notò subito il fazzoletto del mago attorno al collo del principe “ehm… sire, se… se è pronto la stiamo aspettando”
“perfetto, andiamo” rispose il biondo precedendo ser Leon fuori dalla porta.
 “ehm… sire… volete indossare anche quello?” chiese il Cavaliere indicando il fazzoletto rosso “Artù! Devi smetterla di rubarmi le cose! disse il corvino correndo a recuperare il suo amato pezzo di stoffa.
La sala del trono era gremita di gente, da dietro il pesante portone si potevano percepire i sudditi chiacchierare amabilmente tra loro, tutti erano in fermento e in attesa del loro futuro re.
Leon entrò per primo e prese posto sul punto rialzato accanto a Geoffrey di Monmouth, bibliotecario di corte, e si preparò ad annunciare l’entrata del principe.
“pronto Artù?” chiese Merlino ancora dietro la porta “si, sono sempre stato pronto per questo, ho solo bisogno di una cosa” detto ciò Artù si piegò in avanti posando le sue labbra su quelle del moro, in quel momento le trombe squillarono e le ante del portone si spalancarono.
Il biondo attraversò la navata centrale a grandi passi, tutti i sudditi e i Cavalieri s’inchinarono al suo passaggio, creando una specie di onda.
Una volta arrivato davanti al mastro cerimoniere s’inginocchiò, un raggio di luce irruppe dalla vetrata del salone e illuminò la figura di Artù dandogli un aspetto etereo, Merlino rimase incantato da quella visione e provò il desiderio di correre da lui e baciarlo.
Geoffrey di Monmouth sollevò la grande corona d’oro dal morbido cuscino di velluto rosso e la posò sul capo del principe “lunga vita al re!” gridò Leon con voce possente “lunga vita al re!” gridarono i Cavalieri poi seguiti da tutti i sudditi presenti in sala, il mago esitò un attimo , abbagliato dalla bellezza del suo amato poi si unì al coro “lunga vita al re!”.
 
 
Le campane di Camelot suonarono a festa, la città aveva finalmente un nuovo re e tutti, maghi, druidi e comuni cittadini speravano in un regno diverso da quello del defunto monarca.
“Artù! Se continuate ad abbuffarvi così dovrò fare altri buchi alla cintura!” esclamò Merlino passando vicino ad Artù e rubandogli la pagnotta che stava per addentare, “ehi! Molla l’osso Merlin!” il nuovo re si alzò e corse dietro al suo servitore.
I Cavalieri scoppiarono a ridere divertiti dalla scena “scusate ragazzi, ma io sono l’unico ad aver notato che fra loro due sembra esserci qualcosa?” chiese ad un tratto Elyan “no amico, anch’io l’ho notato… pensa che stamane quando sono entrato nella sua stanza, Artù stava indossando il fazzoletto di Merlino…” disse Ser Leon.
 Galvano e Lancillotto si scambiarono uno sguardo d’intesa “voi due sapete qualcosa e non volete dircelo!” esclamò Parcifal puntando un dito contro i due Cavalieri “noi!? No no non sappiamo assolutamente nulla!” esclamò il castano sulla difensiva “ pensate quello che volete, noi non vi diremo nulla” concluse il moro.
I 5 Cavalieri si guardarono per un po’ negl’occhi poi Galvano scoppiò a ridere “ Lance, ti giuro non ce la faccio! Loro lo devono sapere!”
“ma Galvano! Abbiamo promesso!” protestò Lancillotto “dai non fare sempre il perfettino, prima o poi tanto lo dirà anche a loro…”
“ uf… e va bene!” sulla faccia dei Cavalieri che ancora non sapevano nulla si dipinse un’espressione d’attesa “dai Galvano! Non abbiamo tutto il giorno!” sbottò alla fine Elyan “ok, ok ve lo dico… quei due… ecco… vedere… stanno insieme!” il castano vide mutare l’espressione dei suoi amici “non è possibile, ma ne sei sicuro?” chiese Leon allibito “si, a me e Lancillotto lo hanno detto ieri sera… non è vero?” Lancillotto annuì per confermare le parole di Galvano “per la dea! Questa si che è una notizia!” disse Parcifal e tutti scoppiarono a ridere.
“dove ti sei nascosto piccolo ladruncolo da quattro soldi!” la voce di Artù rimbombò per tutto il corridoio, avrebbe trovato Merlino e gliel’avrebbe fatta pagare, ovviamente a modo suo, “dai lo so che sei qui da qualche parte! Vieni fuori, non ti faccio nulla!”.
Merlino intanto era nascosto dietro uno degli araldi del corridoio secondario che portava alle camere dei servitori “non mi troverà mai qui” disse fra se e se lasciandosi scappare una risatina.
Improvvisamente il pezzo di stoffa fu spostato violentemente e due occhi azzurro cielo fecero capolino da dietro di esso “trovato!”
“non mi fare del male ti prego!” disse il corvino scherzosamente “non ti farò del male, una giornata intera alla gogna ti farà passare la voglia di fare lo spiritoso!”
“no la prego mio signore! Non lo farò più” il mago si buttò in ginocchio fingendosi veramente pentito “potrei essere clemente per questa volta, ma tu cosa mi offriresti in cambio della mia bontà” dicendo ciò il re prese con due dita il mento del servitore e lo alzò fino a sfiorarlo con le sue labbra “non ho nulla da darvi in cambio, avete già il mio cuore e il mio corpo, di più non possiedo” il corvino si alzò tirato su dal biondo che lo avvolse con le braccia coprendo quel poco spazio che li separava.
Artù prese tra i denti il labbro inferiore di Merlino “non permetterti mai più di dire che sono grasso hai capito!?” ringhiò il biondo “non è forse la verità?” Scherzò nuovamente il moro “non costringermi ad essere cattivo…”
“voi siete sempre cattivo, sire” a queste parole il re strinse il mago ancora di più a lui e lo baciò.
“puoi stare zitto adesso Merlino?” chiese affannato Artù “mmm… potrei pensarci in futuro…” disse Merlino con un ghigno compiaciuto sulla faccia.
“sire! Sire!” la voce di Lancillotto riecheggiò per il corridoio “ssshhh… rimani nascosto qui” sussurrò il re lasciando un ultimo bacio sulle labbra del mago “sono qui Lancillotto ”
“mio signore, delle sentinelle ci hanno riferito che un gruppo di Sassoni si sta radunando sulla collina difronte a Camelot, sono guidati da una donna con un mantello blu… penso di sapere chi è, e anche voi potete immaginarlo” .
Il biondo digrignò i denti “Morgause…”
“cosa!? Morgause è tornata!?” la voce del corvino arrivò chiara e squillante da dietro l’araldo “Merlino!!” sbraitò Artù prendendolo per un orecchio e tirandolo fuori dal nascondiglio, “ti avevo detto di restare nascosto” gli sussurrò all’orecchio “ufa!” Merlino mise il broncio e incrociò le braccia “ma che problema c’è! È solo Lance, lui sa già tutto di noi! Per fortuna che volevi farlo sapere a tutti... Vado da Gaius, magari ha bisogno di me…” disse prima di avviarsi per il corridoio.
“ehi principessa! Ho visto Merl andarsene e mi sembrava piuttosto arrabbiato” disse Galvano sbucando da dietro l’angolo “Galvano! Non rompere o ti metto alla gogna! Adesso ho altro a cui pensare! Chiamate a raduno tutti gli altri Cavalieri e raggiungetemi ai 10 rintocchi nella sala del trono”.
I due militi partirono per radunare il resto dell’esercito, il biondo si diresse verso il corridoio che portava all’armeria ma, arrivato a metà di quest’ultimo, si fermò per qualche istante indeciso sul da farsi, poi svoltò improvvisamente nella direzione che conduceva alle stanze del medico.
Quando spalancò la porta, facendola sbattere nel muro come suo solito “ehi ma che!?” esclamò il corvino sobbalzando “Artù! Per fortuna Gaius è appena uscito altrimenti gli sarebbe venuto un infarto! Ma come ti salta in mente di entrare così!? E poi perché ti sto parlando, io sono arrabbiato con te, arrabbiato, deluso e…” il re azzerò la distanza tra loro con poche rapide falcate e si tirò contro il mago facendo incontrare le loro labbra “tu parli troppo idiota”
“e tu sei una testa di fagiolo”,
“perdonato?” chiese Artù strofinando il suo naso contro quello di Merlino “mmmm… si…” rispose quest’ultimo sorridendo.
L’orologio della torre di Camelot batté dieci rintocchi e, con un suono di pesanti armature che cozzano tra loro, i Cavalieri si sistemarono sotto il balcone dal quale il re avrebbe parlato da li a poco “Cavalieri di Camelot!” esordì “come ben sapete Morgause ha radunato un esercito di Mori e, se i nostri calcoli non sono errati, attaccheranno questa notte. Per vincere questa battaglia dobbiamo spingerli fino a Camlann, li potremmo attaccarli su due fronti, sarà uno scontro duro e non nego che ci saranno molte perdite, ma combatteremo con coraggio, per Camelot!”
“per Camelot!” risposero tutti i Cavalieri in coro.
La notte scese e l’esercito si preparò a partire, lo scalpitio dei cavalli sulla piazza riempiva ogni via di Camelot, così come i pianti e gli addii delle donne che vedevano partire i propri uomini, senza avere la certezza che li avrebbero rivisti al ritorno.
“pronto Merlin?” chiese Artù affiancando il suo destriero bianco a quello nero di Merlino “si Artù, promettimi solo una cosa, fallo per me, non morire” a quelle parole il re non riuscì a non reagire, prese il viso del mago tra le mani e lo baciò con trasporto sotto gli occhi sconcertati del suo gruppo di Cavalieri “non è possibile!” esclamò Elyan sgranando gli occhi “noi te l’avevamo detto! “ esclamò Galvano soddisfatto “e io lo sospettavo” concluse Leon passandosi una mano tra i ricci biondi.
“Artù… i Cavalieri!” il corvino sulle labbra dell’amato “per la Dea!” esclamò il biondo voltandosi  verso il piccolo gruppo di militi che li osservavano come si osserva un dolce, il viso gli si imporporò e cercò di dire qualcosa ma Parcifal lo fermò “non abbiamo bisogno ne di spiegazioni ne di altro sire, voi siete felice e noi non vi giudicheremo, ne ora ne mai”
il re sorrise compiaciuto e anche il mago si ritrovò a tirare un sospiro di sollievo.
L’esercito si mosse uscendo in silenzio da Camelot, inoltrandosi nel folto del bosco, aiutati dalle tenebre, Merlino e Artù occupavano le prime file e dietro di loro tutti i Cavalieri si muovevano in piccoli gruppi cercando di fare meno rumore possibile.
 Arrivati vicino a Camlann lo schieramento si divise in due gruppi, Artù, Merlino, Galvano, Lancillotto, Parcifal, Elyan, Leon ed altri Cavalieri avrebbero attaccato frontalmente mentre gli altri sarebbero arrivati da dietro.
“per Camelot!” dicendo ciò i Camelottiani si lanciarono all’attacco dei Mori.
Le lame cozzarono, rumori di armature che venivano squarciate, l’odore acre del sangue si mischiò a quello acido del sudore, Artù uccise dieci, venti e più uomini, sempre coperto dalla potente magia di Merlino.
Improvvisamente un urlo squarciò l’aria e il povero mago si voltò verso la fonte di questo suono e vide Lancillotto cadere, prima sulle ginocchia, poi a terra, uno dei Mori estrasse la sua spada dal ventre del Cavaliere facendo gocciolare il sangue sul terreno polveroso.
“Lancillotto!” esclamò Merlino correndo verso il suo amico, un Moro fece per attaccarlo ma, con un gesto della mano volò via sbattendo violentemente contro una roccia, il mago si inginocchiò al fianco del Cavaliere “Lancillotto, no, no amico mio “
“m-Merlino” Lancillotto alzò una mano verso il mago sporcandogli la guancia di sangue “gehalge”
“è in-inutile Merlino, non puoi fare più nulla nemmeno tu, di-di a Gwen che l’ho amat-a sem-sempre” con queste parole le ultime forze abbandonarono il Cavaliere e i suoi occhi si chiusero.
Il corvino si piegò sul cadavere di Lancillotto e percepì la magia crescergli sempre di più sotto la pelle, era una sensazione forte, quasi incontrollabile; “nooo!” gridò alzando di scatto la testa e un’onda d’urto si propagò per tutto il campo di battaglia spedendo a terra tutti i nemici.
Una mano si poggiò sulla spalla di Merlino “Artù…” disse piangendo, Artù lo abbracciò stringendolo forte tra le proprie braccia “Lancillotto era un caro amico e un Cavaliere valoroso” disse accarezzandogli i capelli corvini “era il mio migliore amico…”
“lo so amore mio”.
Un fruscio quasi impercettibile alle spalle del re fece alzare la testa al mago, e fu allora che la vide “Artù attento!” così dicendo spinse di lato il biondo, appena prima che una grossa lancia gli si conficcasse tra le scapole.
 “Merlin! Tutto bene!?” Artù si rialzò cominciando a riavvicinarsi a Merlino, che con un tonfo sordo cadde sulla schiena e, solo all’ora il reggente notò la lancia infilata nello stomaco del mago fino a un quarto dell’asta.
“oddio! No! No! No!” il biondo si precipitò sul corpo del moro che, scosso da qualche convulsione giaceva a terra “fai qualcosa stupido idiota! Curati! Sei un mago per la Dea!” disse con le lacrime che già gli rigavano le guance “M-M-orgause” tentò di dire il corvino.
Artù si voltò verso l’insenatura di roccia dalla quale era partita l’arma e notò un bagliore provenire da un punto vicino a loro “vieni fuori codarda!” gridò estraendo Exalibur dal suo fodero “quanto coraggio e che aggressività” disse la bionda apparendo dal nulla “cosa pensi di fare con quella, sono immortale e nessuna spada può sconfiggermi, solo la magia può e, a quanto pare, l’unica vostra possibilità sta morendo soffocata nel suo stesso sangue…” la maga rise di gusto godendo dell’espressione sconfitta del giovane re.
Improvvisamente una calda luce si sollevò dal corpo di Merlino avvolgendo la spada di Artù rendendola splendente, il biondo si preparò a sferrare il colpo finale e affondò la lama nel petto di Morgause che, con un rantolo si inginocchiò a terra “come è possibi…possi…bi…le “ balbettò cadendo sulle ginocchia, la luce allora abbandonò la spada e prese le sembianze del corvino “hai fatto male a sfidarci nuovamente, potrai anche aver ucciso il mio corpo, ma la mia vera essenza, la magia è immortale e imbattibile” 
“ti odio Emrys” con queste parole la strega chiuse gli occhi e morì, la magia del mago poi si avvicinò al re posandogli un delicato bacio a fior di labbra “addio amore” e, detto ciò sparì.
“no! Idiota non fare così, non mi puoi abbandonare!” Artù si lanciò nuovamente sul corpo di Merlino, che a malapena riusciva a respirare “ci dev’essere un modo!”
“Drak…on, e male… so ftengo…metta tes..d'hup'a…a…nankes” disse questo con un filo di voce prima di chiudere gli occhi.
La luce della luna ebbe un fremito e il suono di un battito d’ali si levò sopra la pianura “ci si rivede giovane re, cosa succede?”
“Kilgarrah, Merlino… lui, lui sta morendo” disse il biondo tra le lacrime “ormai non posso fare più nulla… devi lasciarlo andare”
“no! Non posso perderlo, io lo amo!” .
il lucertolone chinò il capo in segno di riverenza “non c’è speranza per lui Artù, deve essere portato ad Avalon, il lago è impregnato di magia, li potrà riposare in pace” Artù si asciugò gli occhi strofinandoseli con il dorso della mano “voglio restare con lui” disse serio “puoi farlo kilgarrah? Puoi fare in modo che i nostri corpi rimangano insieme?”
“un modo c’è… ma non sarà molto piacevole… le leggende narrano che, quando il mondo avrà di nuovo bisogno di lui, il grande Emrys risorgerà dalle acque del lago… la vostra unica possibilità è quella di giacere con lui sul fondo del lago per dieci, cento, mille anni se è necessario, siete disposto a fare tutto ciò?” .
sul volto del biondo si formò un accenno di sorriso “si, sono pronto, io lo amo e lo aspetterei anche tutta l’eternità se fosse necessario”  
“bene allora, non perdiamo tempo” dicendo ciò il drago si caricò il re sulle spalle e, con una delicatezza impressionante prese il corpo freddo del mago e, insieme volarono verso il lago.
Arrivati sulle sponde cristalline di Avalon il lucertolone li depositò entrambi a terra “pronto sire?” Artù annuì e si sistemò abbracciato al corpo di Merlino “non temere amore, presto saremo di nuovo insieme”
“codladh go deo” disse il drago prima di soffiare un velo di fuoco azzurro attorno ai due ragazzi.
Una luce si sprigionò dai corpi a contatto tuffandosi nel lago “la storia di cui abbiamo fatto parte verrà ricordata per sempre dagli uomini, e non temete, quando Albione ne avrà nuovamente bisogno, Merlino e Artù risorgeranno”
 
 
FINE

 




dopo secoli, anni, di attesa eccomi con il tanto atteso capitolo finale di questa ff... premetto che da scivere è stato un parto e, più volte ho dovuto chiudere perchè mentre scrivevo mi veniva da piangere... (gente che tira pomodori) comunque ringrazio tutti quelli che, nonosante la mia lentezza nello scrivere sono arrivati fino qui e vi do appuntamento, sempre si vi va, alla nuova storia originale che pubblicherò più avanti. un bacio Chia 
 
 
  
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