Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: silvia93    03/12/2015    2 recensioni
Quando Arthur ritorna finalmente da Avalon, ritrova un Merlin un po’ scoraggiato a causa di tutti gli anni passati ad aspettare da solo.
Lentamente, Arthur lo aiuta a rimettere insieme i pezzi e Merlin comincia a credere che Arthur sia davvero lì per restare. Poi ritrovano Gwen e Merlin si prepara a lasciarlo andare, ma la decisione di Arthur non è quella che si aspetta.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elyan, Gwen, Merlino, Principe Artù, Sir Leon | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Aiutare Arthur ad adattarsi al ventunesimo secolo era un processo lento; Merlin non doveva insegnargli  solo le nuove tecnologie, ma doveva anche parlargli della storia del mondo.
Pensava sarebbe stato facile, visto che l’aveva vissuta, ma in realtà aveva vissuto nascosto nel suo angolino. Si era perso parecchie cose.
C’erano stati parecchi ostacoli all’inizio, c’era stata la volta in cui Arthur aveva allagato la cucina quando aveva provato a lavare la sua armatura in lavatrice. Tentativo che era costato a Merlin una nuova lavatrice e un nuovo tappeto per il soggiorno. Poi c’era stata la prima esperienza di Arthur con la cioccolata, il gelato e il dolci che lo aveva portato a stare male dopo averne mangiato troppi.
Tuttavia, il peggior incidente finora, per quello che riguardava Merlin, era stata la volta in cui Arthur, che insisteva nell’esercitarsi regolarmente con Excalibur, si stava allenando in riva al lago.
Un bambino aveva osato avvicinarlo e dirgli quanto sembrasse ridicolo e Merlin aveva dovuto trascinare in casa un Arthur fumante di rabbia prima che il bambino si ritrovasse senza testa.
Arthur continuava a sorprendersi per tutte le cose che Merlin gli mostrava.
Merlin gli aveva insegnato a cucinare le cose più semplici, il che non era stato il disastro che si era aspettato.
Lo lasciava anche andare da Tesco da solo, a patto che promettesse di non mangiare niente prima di averlo pagato.
Ormai Arthur era in grado di usare anche le funzioni base del portatile di Merlin, anche se all’inizio si era arrabbiato quando Merlin aveva settato il computer in modalità per la sicurezza dei bambini, rifiutandosi di essere trattato come un poppante.      
Usando internet, che per certi aspetti era un insegnante migliore di Merlin, Arthur stava lentamente imparando del resto del mondo.
Anche con quello avevano avuto dei problemi all’inizio.
Una volta Merlin aveva lasciato Arthur che leggeva un articolo su Wikipedia sull’era Vittoriana mentre lui era andato a preparare la cena e una volta tornato lo aveva trovato su eBay a offrire venti sterline per un cappello da stregone blu e argento.
-Arthur cosa stai facendo?- gli aveva chiesto lasciando cadere i guanti da forno e togliendogli il mouse dalle mani.
-Questo è un mercato on line, Merlin, hanno moltissime cose- aveva risposto Arthur allegramente.     -Lo sto comprando per te Merlin..sono sicuro che ti starà bene- gli aveva assicurato.
-Hai comprato qualcos’altro?- aveva chiesto Merlin cliccando sulla cronologia -un’offerta di trecento sterline per una corona, davvero? E’ costosa Arthur-
Arthur aveva scrollato le spalle un po’ imbarazzato, ma non dispiaciuto.
Merlin gli aveva permesso di continuare l’asta finché aveva vinto la corona a poco meno di quattrocento sterline.
I soldi ce li aveva, avendo risparmiato la maggior parte di quello che aveva guadagnato nel corso degli anni; aveva avuto pochi motivi per spenderli.
Tuttavia dopo quella storia aveva stabilito dei limiti su quello che Arthur aveva il permesso di fare col computer, giusto in caso tentasse di comprare qualcosa di più sfarzoso.
Pochi giorni dopo l’incidente di eBay Merlin era tornato dal supermercato e aveva trovato Arthur nel suo studio.
Non gli aveva espressamente vietato di andarci ma non gli aveva neanche detto che poteva.
Arthur era seduto per terra, circondato dai libri e dai quadri di Merlin; aperto sulle sue ginocchia c’era uno dei libri più vecchi che parlava di streghe e draghi.
Merlin aveva sempre scritto di ciò che conosceva, anche se si trattava di fatti realmente accaduti e non fantasia.
Sembrava che ad Arthur piacesse mentre scorreva le pagine con le dita.
Merlin si schiarì la gola e Arthur alzò lo sguardo colpevole.
-Non ne capisco molto- gli disse Arthur -Ma penso sia bello-
Merlin si era unito a lui sul pavimento,  avevano letto le storie insieme con Merlin che gli spiegava  le parti più complicate, la spesa dimenticata.
Quando Merlin se n’era ricordato il gelato preferito di Arthur si era completamente sciolto, ma non sembrava importargli granché. 
Nei mesi seguenti al ritorno di Arthur, Merlin aveva cominciato lentamente a credere che non gli sarebbe stato portato via all’improvviso.
Tuttavia continuava a preoccuparsi che il ritorno di Arthur volesse dire che stava per succedere qualche disastro, cercava di ignorare le proprie preoccupazioni e vivere il presente meglio che poteva, cosa per cui Arthur era molto sollevato.
Erano seduti sulla riva del lago, un passatempo comune in quei giorni e Arthur lo stava guardando scrivere la sua storia a computer.
-Come sta venendo?- chiese Arthur.
-Abbastanza bene in realtà, ma sono solo a metà- gli disse Merlin.
-E poi la spedirai a quelle persone a Londra che la trasformeranno in uno dei tuoi libri?-
-Si- confermò Merlin.
-Ma tu non hai mai incontrato queste persone?-
-Non ne ho mai avuto bisogno- disse Merlin scrollando le spalle.
-Ho cercato altri scrittori su internet, sai che non è necessario nascondersi dal resto del mondo, vero?- chiese Arthur.
-E io ti ho spiegato perché ho abbandonato l’idea di farmi degli amici, Arthur- disse Merlin, sospirando per la vecchia discussione.
-Ma sembri stare meglio- osservò Arthur -Penso che tu fossi depresso-
-Che scoperta- borbottò Merlin.
-Ma penso che tu stia meglio, internet dice che probabilmente dovresti vedere un dottore, ma io credo che tu possa stare bene- gli disse Arthur in tono speranzoso.
-Mi sento meglio, più felice- concordò Merlin chiudendo il portatile e avvicinandosi ad Arthur.
Era estate e le serate erano più calde, con Arthur accanto il lago non sembrava più così solitario.
-Eri così triste- disse Arthur a bassa voce -Mi dispiace che tu sia rimasto qui da solo- sussurrò avvolgendo un braccio intorno alla schiena di Merlin.
-Lo so, Arthur, ed ero depresso, pensavo davvero di averla presa bene, ma non era vero. Pensavo che non importasse se non mangiavo o dormivo perché non posso morire, ma non ero nemmeno davvero vivo- mormorò Merlin -Penso che sperassi di sparire come la magia. E’ estenuante, Arthur, dover vivere per sempre quando non hai più niente per cui vivere, quando l’unica cosa che vuoi non tornerà più-
-Ma l’ho fatto, Merlin. Sono tornato- sussurrò Arthur rafforzando la presa su Merlin -Mostrami della magia- chiese dolcemente.
Merlin allungò il palmo della mano e l’acqua di fronte a loro si trasformò in draghi e foreste, cavalli e Cavalieri e alla fine in Camelot con tanto di bandiere sventolanti, che brillavano alla luce del tramonto.
Seduto lì, con la presenza rassicurante di Arthur accanto a sé, Merlin si concesse solo un breve momento per credere che Arthur fosse tornato proprio per lui. Si rilassò ulteriormente e appoggiò la testa sulla spalla di Arthur e quando quest’ultimo non si irrigidì o lo allontanò, Merlin chiuse gli occhi.
Si sveglio ore dopo con Arthur che lo scuoteva leggermente.
-Ehi, Merlin, si sta facendo freddo, dovremmo rientrare- gli disse Arthur dolcemente aiutandolo ad alzarsi.
Merlin ondeggiò stancamente e gli finì contro, ma Arthur lo tenne saldamente in piedi.
-Il mio portatile- si preoccupò Merlin.   
-L’ho già preso- lo rassicurò Arthur mentre lo guidava verso casa.
Praticamente Arthur lo portò ancora mezzo addormentato nella sua camera, lo fece stendere delicatamente a letto e si chinò perfino a togliergli le scarpe.
-Come sono diverse le cose adesso, Maestà- disse Merlin assonnato.
Arthur si limitò a sorridergli affettuosamente e poi si fece per andarsene, ma Merlin gli afferrò il polso in un momento di panico.
-Resta per un po’- sussurrò -Ti prego. Tu riesci a tenere lontani gli incubi-
Arthur annuì e si tolse le scarpe.
Merlin chiuse gli occhi aspettandosi che Arthur si sarebbe sistemato sulla poltrona, perciò si lasciò scappare un suono sorpreso quando sentì il letto abbassarsi e due braccia forti che lo circondavano.
-Dormi Merlin, io sono qui- gli promise Arthur.
 
Quando Merlin si svegliò la mattina dopo si sentì più sicuro e a suo agio di quanto si fosse mai sentito.
Poi realizzò cosa fosse il calore che lo circondava e si bloccò.
Si liberò con attenzione dalla presa di Arthur e scese dal letto, provò ad uscire dalla stanza prima che Arthur si svegliasse, ma inciampò nelle sue scarpe e cadde pesantemente a terra.
-Te la stai squagliando, Merlin?- chiese Arthur dal letto -Lo sai che questa è la tua camera?-
-Arthur, mi dispiace..ieri sera..sono stato così appiccicoso..io..-
-Va tutto bene, Merlin- disse Arthur -Senti, penso che dovremmo parlarne-
Merlin lo guardò nervoso.
-Penso..ultimamente mi è sembrato che forse..-
-No, Arthur- sussurrò Merlin.
-No?-
-Non posso..non posso-
-Non ho intenzione di andare da nessuna parte, Merlin, sono qui per restare e..-
Si interruppe strisciando in avanti per appoggiarsi sul bordo del letto contro cui Merlin era rannicchiato sulla difensiva.
Scosse la testa incredulo e allungò le mani prendendo delicatamente il mento di Merlin fra le dita.
-Oh Merlin- disse dolcemente.
-Non farlo, Arthur, senti qualsiasi cosa pensi di provare è solo perché sono tutto ciò che ti è rimasto delle tua vecchia vita- tentò di ragionare Merlin.
-Va bene, Merlin, pensa quello che vuoi- disse Arthur allontanando la mano ma il suo sguardo tradiva il fatto che avesse accettato la sfida.
-Te lo farò vedere- mormorò sottovoce.
Merlin scosse la testa e si allontanò dal letto.
-Allora Merlin, cosa abbiamo in programma oggi?- chiese Arthur cambiando argomento.
-Uhm..dobbiamo provare ad andare in città in autobus- gli ricordò.
-Perfetto. Vado a fare una doccia- disse Arthur con soddisfazione e lasciò la stanza dopo avergli accarezzato teneramente i capelli.
Merlin rimase seduto in camera, accarezzandosi il punto del mento dove Arthur lo aveva toccato, la sensazione delle dita gli faceva bruciare la pelle, finché non sentì la doccia spegnersi e Arthur andare nella sua camera. Solo allora si diresse verso il bagno.
Arthur non riprese il discorso di quella mattina per l’intero viaggio in città e seguì tranquillamente  Merlin mentre quest’ultimo gli mostrava vari negozi.
-Possiamo entrare?- gli chiese Arthur indicando Waterstones.
-Si, certo, vuoi un libro?- chiese Merlin mentre entravano.
-Uhm..voglio solo dare un’occhiata, è piuttosto diversa dalla vecchia biblioteca di Geoffry, vero?-
-Si- concordò Merlin.
-Come sono ordinati i libri?- chiese Arthur.
-Secondo l’ordine alfabetico del cognome dell’autore, la narrative è laggiù e lì ci sono quelli per bambini- disse Merlin indicando le varie sezioni -Fantascienza,  fantasy e gli altri generi sono di sopra- lo informò.
Arthur si diresse velocemente di sopra e Merlin lo seguì un po’ confuso.
Quando arrivò al piano superiore trovò Arthur immerso nella sezione Fantasy, che guardava lo scaffale dei suoi libri.
Arthur gli sorrise mentre si avvicinava.
-Questi sono altamente raccomandati dai proprietario del negozio, Signor M. Emerson- gli disse Arthur con gli occhi che brillavano d’orgoglio.
Merlin gli sorrise.
-Qui ci sono libri anche su di te- gli disse.
-Quelli di cui mi hai parlato, pieni di sciocchezze su di me e Morgana?- chiese Arthur con un pizzico di disgusto solo al pensiero.
-Si, ma puoi darci un’occhiata se vuoi- gli propose Merlin.
-Magari un’altra volta- rispose Arthur.
-Vuoi andare a pranzo?-
-Questa si che è una buona idea, tutto questo shopping mi ha fatto venire fame- concordò Arthur.
-In realtà non abbiamo comprato niente, Arthur- gli ricordò Merlin mentre uscivano dal negozio.
Arthur gli mise un braccio intorno alla schiena mentre tornavano indietro verso la strada principale e Merlin non riuscì ad allontanarsi e si appoggiò ad Arthur un po’ riluttante.
-Non sto fingendo, Merlin- gli sussurrò Arthur -Amici o qualcosa di più, io sono qui per restare-
-Va bene Arthur, ti credo- rispose Merlin scuotendo stancamente la testa -dove vuoi mangiare?-
Arthur lo fisso accigliato.
-Arthur?-
-Tu non mi credi- lo accusò Arthur ma non sembrava arrabbiato, solo triste.
-Ma voglio farlo, non sai quanto- ammise Merlin.
E lo voleva davvero, solo che non osava sperare.
Riavere Arthur era abbastanza per il suo cuore ferito. Non voleva essere avido e rovinare tutto.
Erano ancora in mezzo alla strada, con le braccia l’uno intorno all’altro.
-Potrai anche essere tutto ciò che mi rimane, Merlin, ma non è per questo che tengo a te. Tengo a te perché sei l’uomo più gentile e fedele che ho mai conosciuto e te lo dimostrerò- gli promise Arthur
-Ma andiamo a pranzo prima, va bene pizza?-
-Va bene- concordò Merlin con rassegnazione -Ma ho bisogno di contanti- disse portando Arthur verso un bancomat.
Arthur si appoggiò al muro, mentre Merlin prelevava i soldi, e continuò a fissare con interesse i passanti.
-Ok, fatto- disse Merlin.
Si diressero verso la strada, ma all’improvviso Arthur si fermò.
-Guinevere- sussurrò.
-Cosa?- chiese Merlin sorpreso.
-Quella donna, è Guinevere, guarda!- disse Arthur indicando una donna che stava incatenando la bicicletta.
-Guinevere! Guinevere!- urlò correndo verso di lei.
Merlin gli corse dietro per fermarlo prima che spaventasse quella povera donna, ma si fermò improvvisamente quando la donna alzò lo sguardo e sorrise in segno di riconoscimento.
Era Gwen.
Gli si rovesciò lo stomaco e Merlin si trovò a combattere la nausea che sentiva crescere.
Sapeva che era stato stupido sperare questa volta Arthur sarebbe stato suo.
Rimase lì immobile per quelle che gli parvero ore, guardando Gwen che abbracciava Arthur e gli sorrideva.
Cominciò ad allontanarsi per lasciarli da soli a parlare ma in qualche modo Arthur se ne accorse.
-Merlin? Dove vai? Vieni, Gwen dice cha sa dove si trovano Elyan e Leon!-
Merlin gemette silenziosamente e prese un respiro profondo prima di camminare verso di loro.
Gwen lo attirò in un abbraccio e Merlin non riuscì a non sorriderle, anche se debolmente.
-Ciao Gwen- disse.
-Oh, Merlin- sussurrò lei con preoccupazione -Arthur mi ha detto che non sei mai morto, che hai vissuto per tutti questi anni-
-Si, ma tu quando sei tornata? Chi si sta prendendo cura di te?- le chiese Merlin sentendosi in colpa per averla abbandonata in qualche modo.
-Prendendosi cura di me?- ripete Gwen.
-Gwen è rinata, Merlin, rinata in questo periodo. Le ho raccontato che hai dovuto insegnarmi tutto del mondo moderno- gli spiegò Arthur.
-Oh-
-Si, ho iniziato ad avere tutti questi ricordi pazzeschi quando ero adolescente, ma per fortuna Leon e Elyan c’erano già passati e mi hanno aiutato. Sapevo che un giorno ti avrei ritrovato- disse ad Arthur sorridendogli con affetto.
-Solo Elyan e Leon?- chiese Merlin tentando di stare calmo.
Sentiva che stava per scoppiare in lacrime anche se non ne aveva alcun diritto. Non aveva alcun diritto su Arthur.
-Si, ma siamo cresciuti insieme anche l’altra volta quindi ha senso, ho sempre tenuto gli occhi aperti in caso riconoscessi qualcuno, ma finora non ho incontrato nessuno- ammise Gwen.
-Beh, sono sicuro che siano là fuori da qualche parte- disse Arthur con ottimismo -Questo posto è immenso. Posso capire quanto sia difficile trovarli-
-Esatto- concordò energeticamente Gwen -Ti andrebbe di andare a prendere un caffè per aggiornarci?- gli chiese speranzosa.
-Mi piacerebbe, così potrei provare finalmente questo caffè che Merlin mi ha proibito, ma stiamo andando a pranzo, magari un’altra volta- si scusò Arthur.
-Va bene, allora- disse Gwen sembrando scontenta.
Era niente in confronto a quello che stava provando Merlin.
Guardò Arthur scambiarsi il numero di telefono con Gwen e prometterle di mandarle un messaggio più tardi.
Gwen annuì sembrando piuttosto delusa e lanciò a Merlin uno strano sguardo prima di andarsene.
-Pranzo?- chiese Arthur voltandosi verso Merlin.
Merlin scosse la testa lentamente.
-No, possiamo andare a casa per favore?- rispose con voce tremante.
Era stato troppo.
-Merlin stai tremando- si preoccupò Arthur prendendolo sottobraccio -Cosa c’è che non va?-
-Voglio solo andare a casa, ti prego- lo implorò.
-Va bene, va bene, andiamo a casa- disse Arthur dolcemente conducendolo alla fermata dell’autobus e mantenendo la presa su di lui per tutto il viaggio verso casa.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: silvia93