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Autore: PeterPoncho    03/12/2015    0 recensioni
Questa storia a un che di patetico, perché parla di me e perché io sono colossalmente sfigata. Ma ehi, c'est la vie. Se non avete niente da fare e volete leggere qualcosa di leggero e divertente, questa storia fa per voi.
Dal testo:
La mia vita è sempre. Assolutamente. Immancabilmente. Noiosa.
Questo finché non sono riuscita, per pura coincidenza e qualche mistica legge del destino, a farmi degli amici. E non solo, ma al punto della ragazza del treno ci arriverò più tardi.
Da quel momento la mia vita ha subito un cambiamento radicale, che mi ha portata da essere sconosciuta sulla faccia della terra a essere l'idolo di una scuola di comunisti. Mio Dio, ancora sono confusa su questa parte, credetemi.
Ho vissuto sulla mia pelle una notte da leoni, ho marinato la scuola entrando dal portone e uscendo dalla finestra, ho rapinato una drogheria, sono entrata nel bioparco di notte vestita da festa, mi sono arrampicata sul tetto del liceo per raggiungere un'altra classe, ho organizzato un party che farebbe un baffo a Project X e non solo.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ve lo dico subito: questa storia ha un che di patetico, ed è perché è sono colossalmente sfigata. Vivo per il momento in cui mi guarderò dietro e riderò per le mie disavventure passate, un po' come ridono tutti gli altri delle mie disavventure presenti. Ne combino una peggio dell'altra, e se il mio scopo fosse quello di divertire allora sarei più che soddisfatta della mia vita; purtroppo non è questa la mia aspirazione, ma ehi, bisogna accontentarsi. E dunque vi ho detto che questa storia ha un che di patetico perché sono colossalmente sfigata, ma non vi ho detto la cosa più importante, ossia che questa storia è tratta nientedimeno che dal mio diario, personalissimo e segretissimo, nel quale tengo conto delle grandi trovate che mi portano a vergognarmi di me stessa. 
Ma procediamo con calma. 
Iniziamo a dare un senso a quest'accozzaglia di lettere. Innanzitutto c'è da dire che il mio nome è Luna e sto studiando per la maturità. Vabbe', siamo onesti, sto cercando di studiare per la maturità. 
La mia vita procede tra sveglie traumatiche, treni persi, incomprensioni con i professori, ricreazioni solitarie, altri treni persi, studio mancato, e serie tv. Semplice, lineare, ripetitivo. Aggiungiamo qualche variabile: scivolate, cadute, gaffe linguistiche, gradini bastardi...seriamente, la lista potrebbe essere infinita; ma in ogni caso la mia vita è sempre. Assolutamente. Immancabilmente. Noiosa.
Questo finché non sono riuscita, per pura coincidenza e qualche mistica legge del destino, a farmi degli amici. E non solo, ma al punto della ragazza del treno ci arriverò più tardi. 
Da quel momento la mia vita ha subito un cambiamento radicale, che mi ha portata da essere sconosciuta sulla faccia della terra a essere l'idolo di una scuola di comunisti. Mio Dio, ancora sono confusa su questa parte, credetemi.
Ho vissuto sulla mia pelle una notte da leoni, ho marinato la scuola entrando dal portone e uscendo dalla finestra, ho rapinato una drogheria, sono entrata nel bioparco di notte vestita da festa, mi sono arrampicata sul tetto del liceo per raggiungere un'altra classe, ho organizzato un party che farebbe un baffo a Project X e non solo. Vi giuro, tutto avrà un senso alla fine. Beh, quasi tutto. 
Questa storia inizia il 5 Ottobre, e dura un mese esatto.

5/Ottobre/2015

Caldo. E' assolutamente caldo per essere Ottobre. Sto a maniche corte in classe, sfogliando una rivista scientifica che ho portato da casa. Caldo, e noia pure. Vabbe', che ci si lamenta a fare se non per attirare altra sfiga su di sé ?
Infatti mi ha appena chiamata la Spiga all'interrogazione. 
La Spiga è la professoressa di chimica. Se vi capita di vedere il lontananza uno spillo con una massa informe di ricci biondi in cima, è lei. Scappate.
Ora considerate che io sono brava nelle materie scientifiche. E non è per vantarmi, lo giuro, però sono brava sul serio. Il punto è che siccome sono brava in chimica la prendo sottopiede e non la studio mai, ed è questo il motivo per il quale adesso il mio volto già chiaro in partenza è sbiancato del tutto e il mio corpo si è immobilizzato, perché dai, magari se non vede nessun movimento rimane confusa e inizia a pensare che sono solo un'allucinazione e che magari, perché no, Luna non è mai esistita. 
Ma chi sono io per giocare a essere Dio ? E infatti mi richiama, quindi sbuffo e vado alla lavagna.
Considerando che sono brava nelle materie scientifiche questo quattro lo potevo pure evitare, eh. Ora mi tocca studiare per recuperarlo...
La scuola è una merda. Scusate il francesismo, ma tanto sono sicura che lo pensate anche voi. E se non lo pensate sappiate che il 99% degli studenti lo pensano. 
Il fatto è che svegliarsi così presto per andare a sprecare un botto di ore ad ascoltare passivamente lezioni su argomenti di cui non mi può fregar di meno, ma che dovrò studiare bene da libro sprecando così anche i pomeriggi perché poi sarò interrogata, veramente non mi spinge ad apprezzare la scuola. Consideriamo poi che ci sono professori che mettono veramente angoscia e che non ho nessuno con cui lamentarmene, perché a fare amicizie faccio veramente pena... Per non parlare poi della Gerarchia. 
Mio Dio, che sistema complicato quello della Gerarchia. 
Se volete vi spiego come funziona, ma ci si capisce ben poco e non è importantissimo, quindi potete pure ignorarlo alla stragrande.
In pratica in cima ci sono i Fighi e le Fighe del quinto. Si potrebbe dire che loro posseggono la scuola. Poi c'è il manipolo di  Pettegoli, chiave del sistema (senza di loro le informazioni salienti non arriverebbero neanche alla metà della metà della classe). Loro fanno parte del Piano Alto. In seguito si passa al Piano Medio, di cui fanno parte quelli che non pettegolano ma seguono gli usi e i costumi perché questo è ciò che si fa per sopravvivere, e infine si arriva al Piano Basso. I primini. Loro, poveretti, fanno parte di questa categoria perché sono appena arrivati e devono imparare tutto sulla Gerarchia, e saranno messi alla prova per essere smistati dalla massa poco più tardi. 
Nel caso ve lo stesse chiedendo, io non faccio parte di nessuna di queste categorie. 
Eh no, perché ce n'è una ancora inferiore.
Gli Esclusi.
La categoria di quelli che non si adattano semplicemente perché non ne colgono il motivo, che non seguono la moda del momento non per un qualche principio tipo "Mi fa schifo la moda quindi non la seguo né la seguirò mai, siano dannati i miei organi genitali se cadrò in tentazione" (in questo caso sarebbero i Trasgressivi, piuttosto apprezzati dalla Gerarchia) ma perché quella particolare tendenza non fa per loro, che non prendono mai una posizione perché non gli interessa mai se Gabriele dovrebbe mettersi con Angelina o con Jessica (si, sono questi i livelli massimi dei dibattiti nella mia scuola), e che, a loro discapito, non hanno nessun amico. Anzi, di solito sono evitati come la peste, al che finiscono ovviamente per stare da soli al banco. 
La mia categoria.

Ve l'ho detto che la Gerarchia è roba complicata. Ancora più complicato è il fatto che, effettivamente, nessuno ha mai messo per iscritto niente su questo complesso sistema, né ha detto niente di preciso. E' come una legge non scritta; si capisce col tempo, si sa e basta, e chi non la capisce finisce sempre per diventare un Escluso. 
E' una legge universale e tutti la rispettano. Magari qualcuno se n'è uscito, tempo fa, "Ehi guarda, arrivano i Fighi, datti una sistemata!" e allora si è stabilito subito che quelli erano il Piano Alto; è così che funzionano le cose.
Io odio la Gerarchia.
Capitemi, navigo in un sistema che odio da cinque anni, mi perdonerete dunque se ho sviluppato sarcasmo, ironia, autoironia, insofferenza, e soprattutto un abbonamento annuale al poligono di tiro contro i miei stessi coglioni. Fatti crescere appositamente. 
Ma si è masochisti.

Insomma le giornate passano così, tra qualcuno che mi ignora e qualcun'altro che mi ignora. C'è da dire che in classe sono l'unica Esclusa, gli altri sono tutti del Piano Alto e qualcuno pure del Piano Medio, quindi è normale così.
Dopo la Spiga si passano il trono altre cinque materie, e poi suona l'ultima campanella della salvezza. 
C'est bon, odio la scuola. 

Il treno, di lunedì, è più pieno del solito. Vai a capire perché. O forse sono io che lo percepisco più pieno perché il lunedì è una brutta bestia per tutti, fatto sta che un posto a sedere non ci sta mai. Rimango in piedi vicino alle porte, posando lo zaino davanti a me. 
Oggi Trenitalia ci stupisce e parte in orario: sento l'ormai abituale rumore delle ruote che cigolano sui binari e la stazione, dai finestrini, inizia a muoversi. Presto il treno prende velocità e si stabilisce sulle rotaie, e io prendo il cellulare per ascoltare un po' di musica.
Conoscete gli Skillet ? Non tutti li conoscono, ma spaccano. Ora, non è che me ne intendo di musica, quindi il massimo che posso dirvi è che mi piace quando attacca la chitarra elettrica e batteria e combinano le voci maschili e femminili, ma non potrò mai essere precisa raccontandovi dei miei gusti musicali. Chiedetemi tutti sui film d'animazione, sui progetti passati, presenti e futuri della NASA, su matematica, fisica, chimica e biologia, ma chiedetemi che musica mi piace e io vi risponderò: "Gli Skillet e la musica celtica".
Che stanno bene insieme come coca cola e mentos.
Una delle cose che a mia sorella piaceva fare in treno, ennesima differenza tra me e lei, è guardare le persone che le stavano vicino. Lei lo trovava interessante, e quando le andava si inventava storie sulla loro vita, tipo dove stavano andando, che lavoro facevano, quanti figli avevano. Non vorrei sembrare menefreghista, anche se lo sono, però ecco, a me non frega proprio niente del lavoro che fa la gente accanto a me. 
Non che sia difficile capirlo. Ad esempio il tipo col berretto accanto a me fa giurisprudenza, a giudicare dai libri che si intravedono nel suo zaino semi aperto; davanti a lui una signora è di sicuro avvocato, perché il completo elegante è quello, e perché tiene discorsi con le sue amiche/colleghe come se stesse cercando di argomentare e giustificare la sua tesi. Ma proprio non mi interessa. Soprattutto quando gli Skillet mi urlano nelle orecchie. 
Calo il cappuccio della giacca leggera e alzo ancora di più il volume, isolandomi completamente. Ah, relax.
Mh-mh. Super.
Il treno inchioda di botto, perché è Trenitalia e giustamente uno se le dovrebbe aspettare queste cose dopo cinque anni. Io vengo proiettata in avanti, e mentre le mie labbra articolano termini poco eleganti ma assai adatti, cerco di ristabilire l'equilibrio poggiando un piede per terra davanti a me, con l'unico risultato di inciampare sul mio stesso zaino, catapultandomi verso la parete opposta.
O meglio.
La gente sulla parete opposta.
La mia caduta è per l'appunto attutita da qualcosa di liscio e morbido. Le cuffiette sono sbalzate dalle mie orecchie e a prendere il posto degli Skillet è il suono rassicurante di un cuore che batte. Dio, fa che non sia caduta sul decolté di una signora. Avverto due braccia -non le mie- sui miei fianchi, spingendomi su per aiutarmi a rimettermi in piedi e reggermi autonomamente. Prima di pensare all'ennesima figura di merda (ariscusate il francesismo, però è vero) che ho fatto, mi alzo e faccio per ringraziare chiunque mi abbia evitato un sonoro spappolamento di faccia contro la parete.
Salvo accorgermi che tale salvatore è la ragazza più bella che abbia mai visto. 
Pelle chiara, capelli arancioni -naturali-, occhi grandi e verdi, lentiggini ovunque. Mi gioco un occhio che non è italiana. Che poi a far caldo fa caldo, ma questa ragazza indossa solo una canottiera sopra i jeans. Sicuro è nordica.
Infatti mi fa << Are you ok ? >>, con un accento così stretto e pieno di H scozzate che all'inizio non ho la minima idea di cosa abbia detto. Mi ripeto in mente quell'accozzaglia di suoni finché non assumono un significato e dico << Oui >>
Come diamine mi è uscito fuori il francese rimarrà un mistero irrisolto nella storia.
<< I mean, yes. Yes, I'm fine. Thanks >>
Lei mi sorride, le porte del treno si aprono, lei scende, e io rimango in piedi in mezzo al nulla a guardarla allontanarsi con gli occhi sgranati. Dio, bella e pure scozzese. 

A casa nessuno mi capisce. Se provassi a dire che in treno c'era una ragazza meravigliosa mi guarderebbero malissimo, e mia sorella direbbe schifata "Lesbica", come se fosse un insulto. Al che si aprirebbero questioni infinite sul mio orientamento sessuale, cazzi e mazzi. Racconto dunque della mia interessantissima giornata scolastica a vado in camera mia a illudermi di poter studiare con il computer a meno di un metro da me. 

La mia camera, come per i bambini, è la mia fortezza. Qui dentro c'è tutta la mia vita, compattata in libri, DVD, computer e cuscini. Capite bene che studiare, quando ho tutto questo ben di Dio a portata di mano è impossibile.
E infatti do inizio alla 7° Maratona di Sherlock. Oh yeah.
Per chi di voi non è fissato con qualche serie TV, ecco il mio consiglio: statene alla larga. Ve lo assicuro, è un pozzo senza fine. Se invece siete già in qualche fandom, piangiamo insieme, amici miei. 

Continuo a vedere serie TV finché non mi addormento, e ovviamente nessuno in casa ha pensato di svegliarmi per cena, quindi tiro avanti fino alla mattina dopo. Un altro giorno di disperazione scolastica. Il giorno in cui la mia vita si ribalterà da dentro a fuori come un calzino.
  
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