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Autore: MissGolightly    04/12/2015    1 recensioni
Cosa diavolo le era saltato in mente?
Davvero, tra tutte le idee che aveva avuto nei suoi diciassette anni di vita, quella era sicuramente la peggiore. E, per quanto Lily Evans fosse la strega più dotata del settimo anno, di idee pessime ne aveva avute anche lei.
[...]
Ma in quel momento, stava facendo i conti con l'idea peggiore che avesse mai avuto in tutta la sua vita.
Insomma, per quale assurdo motivo aveva accettato di uscire con James Potter?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Appuntamento in amicizia… o forse no!
 
 
Cosa diavolo le era saltato in mente?
Davvero, tra tutte le idee che aveva avuto nei suoi diciassette anni di vita, quella era sicuramente la peggiore. E, per quanto Lily Evans fosse la strega più dotata del settimo anno, di idee pessime ne aveva avute anche lei.
Ad esempio, c’era stata quella volta in cui, quando aveva nove anni, aveva deciso di arrampicarsi su un albero del parco giochi per dimostrare a Petunia che non aveva paura di toccare un alveare. E ovviamente era stata punta. Tante, tantissime volte. I suoi genitori l'avevano portata al pronto soccorso e, dopo essersi assicurati che stesse bene, l'avevano sgridata e messa in punizione.
Poi, c’era stata la volta in cui la signorina Applewhite, la sua maestra di geografia delle elementari, aveva deciso di metterla in coppia con Peter Ross per fare una ricerca sui fiumi dell'Inghilterra. Lily sapeva che Peter non era ciò che si definisce un alunno modello e che la sua voglia di applicarsi era pari a zero, ma aveva deciso di dargli fiducia e di lasciare nelle sue mani metà del lavoro. Il risultato era stato disastroso e Lily aveva preso un brutto voto in quella ricerca. Il primo e unico brutto voto della sua vita.
E poi, come dimenticarsi della volta in cui aveva deciso di diventare la migliore amica di un ragazzo che non molti anni dopo l'aveva chiamata Mezzosangue?
Pessime idee, tutte quante.
Ma in quel momento, stava facendo i conti con l'idea peggiore che avesse mai avuto in tutta la sua vita.
Insomma, per quale assurdo motivo aveva accettato di uscire con James Potter?
Quando, poco più di una settimana prima, era tornata in camera dopo la lezione di Incantesimi e aveva raccontato ad Alice che Potter le aveva chiesto di uscire e che lei aveva accettato, l'amica l'aveva guardata sconvolta per qualche secondo e poi le aveva chiesto: "E perché avresti fatto una cosa del genere?"
Lily si era stretta nelle spalle e aveva risposto: "Non lo so, è stato diverso."
E lo era stato davvero. Nessun bigliettino lanciato durante la lezione, nessuna proposta urlata in mezzo ai corridoi, nessuna dimostrazione del tipo "Io sono James Potter e sono un figo quindi devi per forza uscire con me". Semplicemente, si era avvicinato a lei alla fine della lezione, si era offerto di aiutarla a portare i libri, le aveva chiesto un paio di consigli sul tema di Pozioni che il professor Lumacorno aveva assegnato il giorno precedente e poi, quando ormai erano quasi arrivati alla Torre dei Grifondoro, si era passato una mano tra i capelli e, quasi come se si sentisse in imbarazzo, le aveva chiesto di uscire.
"La prossima domenica c'è l'uscita a Hogsmeade. Devo comprare i regali per i Malandrini, visto che è quasi Natale, e pensavo che sarebbe carino se tu mi accompagnassi. Come amici, ovviamente. E solo se ti va, non voglio di certo obbligarti." aveva detto, quasi balbettando. Lily si era ritrovata a rispondere di sì prima ancora di rendersene conto.
Cosa diavolo le era saltato in mente?
Beh, ormai il danno era fatto e lei non poteva tirarsi indietro. Per quanto James Potter sapesse essere irritante, Lily non lo avrebbe mai umiliato dandogli buca all'ultimo momento.
Così prese un respiro profondo e uscì dalla camera.
 
 
 
James Potter si guardò allo specchio un'ultima volta, per poi sospirare rumorosamente.
Che senso aveva vestirsi bene per un appuntamento tra amici?
Già, tra amici. Parole sue.
Finalmente era riuscito a chiedere a Lily di uscire senza fare stupidaggini, e cosa usciva dalla sua bocca? "Usciamo come amici."
Solo a pensarci aveva voglia di sbattere la testa contro il muro.
Invitare una ragazza a un appuntamento tra amici era l'equivalente di un biglietto di sola andata per la friendzone. Si era friendzonato da solo.
"Sono davvero un idiota." disse guardando il suo riflesso.
"E questo già si sapeva. Qual è il motivo della tua idiozia, questa volta?" chiese Sirius, entrando in camera.
"Che ci fai qui? Pensavo fossi in punizione con la McGranitt."
Sirius sventolò il suo spazzolino da denti davanti agli occhi di James e rispose: "L'igiene orale viene prima di qualsiasi punizione. Non si sa mai, magari nei corridoi potrei incontrare qualche damigella bisognosa d'aiuto."
"E pensi di aiutarla mettendole la lingua in bocca?" chiese James ridendo.
"No. Ma potrebbe essere il suo modo per ringraziarmi. Ora veniamo a te: perché dici di essere un idiota?"
"Sai che oggi ho un appuntamento con Lily..." iniziò James.
"Sì, non hai parlato di altro negli ultimi nove giorni. E permettimi di ricordarti di non chiamarla mai Lily! Sai che non sopporta che tu ti prenda certe confidenze."
"Cercherò di ricordarlo. Il problema è un altro."
Sirius aggrottò le sopracciglia e invitò l'amico a continuare.
"Potrei essermi giocato ogni possibilità, sempre ammesso che io ne abbia mai avute. Le ho chiesto se le andava di uscire come amici."
Sirius rimase a fissarlo impassibile, quasi come se non avesse sentito cosa aveva appena detto James, motivo per cui l'amico disse: "Non dici niente?"
"Che dovrei dire? Finalmente si spiega come mai la Evans ti ha detto di sì! In effetti, mi sembrava strano che avesse accettato di uscire con te."
James cercò di ignorare il commento di Sirius e, dopo aver afferrato la giacca, scese in Sala Comune.
In fondo, Sirius aveva ragione e lui era consapevole che con Lily non ci sarebbe mai stato nulla più di un'amicizia. Ma quell'uscita era molto di più di tutto ciò che aveva ottenuto in sette anni e se l'unica cosa che poteva ricavare da quella giornata era un rapporto di amicizia, si sarebbe accontentato.
 
 
 
La prima parte del non-appuntamento (ormai James era venuto a patti con il fatto che un appuntamento tra amici decisamente non può essere chiamato appuntamento) era trascorsa velocemente.
Avevano fatto un giro per il paese, approfittando della bella giornata e del fatto che, nonostante fosse l'inizio di dicembre, l'aria non fosse così fredda come si aspettavano. Poi erano andati a prendere una burrobirra ai Tre Manici di Scopa. Erano rimasti seduti a parlare per circa un'ora, senza nemmeno rendersi conto del tempo che passava. James aveva raccontato a Lily che Sirius si era trasferito a casa sua durante l'estate e che, per quanto gli dispiacesse che l'amico avesse problemi con la sua famiglia, allo stesso tempo era felice di avere qualcosa di vagamente simile a un fratello. Lily aveva ascoltato il racconto in silenzio, sinceramente interessata, ed era intervenuta di tanto in tanto per fare qualche domanda. Quando James aveva finito di raccontare, era stato quasi naturale per lei iniziare a parlare del difficile rapporto che la legava a sua sorella Petunia.
"Tua sorella è davvero una stronza." si era lasciato sfuggire James, a un certo punto. Poi, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto, aveva cercato di correggersi ma Lily l'aveva bloccato.
"Hai ragione, a volte lo è. Ma è comunque mia sorella."
James non aveva aggiunto altro. Erano rimasti in silenzio per un po', fino a quando James si era alzato e, dopo aver pagato per entrambi (a nulla erano servite le proteste di Lily), aveva preso per mano la ragazza e l'aveva trascinata fuori dal locale.
"Ma dove stiamo andando?" aveva chiesto lei.
"In un posto che ti tirerà su di morale." aveva risposto lui.
E così, pochi minuti dopo, si ritrovarono da Mielandia.
Lily si voltò verso James e sorrise. Era assurdo che James Potter la conoscesse così bene da sapere che i dolci di Mielandia l'avrebbero fatta stare meglio.
"Grazie" disse lei, stringendo leggermente la sua mano. Da quando erano usciti dai Tre Manici di Scopa non l'aveva ancora lasciata andare e, stranamente, la cosa non le dava fastidio.
"Non so se mi ringrazierai quando ti verrà mal di pancia per aver mangiato troppe caramelle" rispose James.
Lily scoppiò a ridere.
Per la prima volta, Lily Evans rise a una battuta di James Potter. E James pensò di non aver mai sentito suono più bello di quella risata.
 
 
 
Mezz'ora più tardi, James e Lily uscirono dal negozio tenendo in mano un sacchetto di caramelle a testa.
Lily aveva ritrovato il sorriso che aveva perso mentre parlava di sua sorella e James non poteva che sentirsi orgoglioso di essere, almeno in minima parte, causa di quel sorriso.
"Accidenti, ho dimenticato le Api Frizzole!" esclamò Lily, esaminando il contenuto del suo sacchetto.
"Io ne ho prese parecchie, posso dartene un po' delle mie" disse James.
Lily lo guardò indecisa se accettare o no la sua proposta. Le piacevano davvero tanto quelle caramelle, ma non le sembrava corretto prendere quelle di James.
"Avanti, sediamoci su quella panchina. Così posso spostare un po' delle mie nel tuo sacchetto" disse James, con un tono di voce che non ammetteva repliche.
Lily si limitò a sorridere, pensando a quanto fosse strano che James la capisse senza bisogno di parlare. Il ragazzo con cui era uscita sembrava così diverso da quello che frequentava le lezioni con lei.
Dopo che James ebbe regalato a Lily la maggior parte delle sue Api Frizzole (anche se si ostinava a dire di avergliene date solo metà, Lily si era accorta che gliene aveva date molte di più), rimasero seduti sulla panchina a guardare la persone che passavano lungo le vie del paese, cariche di regali e addobbi natalizi. Solo in quell'istante, Lily si ricordò di ciò che le aveva detto James quando le aveva chiesto di uscire.
"Non hai preso i regali per i Malandrini!" esclamò.
"Cosa?" domandò James, senza capire di cosa stesse parlando.
"I regali per i tuoi amici. È  per questo che siamo qui, no?"
"Oh. Ehm...ecco... in realtà non ho nessun regalo da comprare. Era solo una scusa per invitarti a uscire." disse James, leggermente imbarazzato e pronto a beccarsi uno schiantesimo. In fin dei conti, le aveva mentito quindi avrebbe avuto tutto il diritto di schiantarlo.
"Ah, ho capito. Beh, allora non c'è fretta di alzarsi da qui." disse semplicemente Lily.
"Non sei arrabbiata?"
"Dovrei esserlo?"
"Ti ho raccontato una bugia solo per chiederti di uscire con me. Pensavo che te la saresti presa."
"Hai fatto cose peggiori, Potter. Per esempio, ricordi quando qualcuno ha fatto esplodere dei fuochi d'artificio nello spogliatoio dei Serpeverde, dopo l'ultima partita? Certo, che te lo ricordi. Malfoy è finito in infermeria con un braccio ustionato, qualsiasi Grifondoro ricorderà quel momento per il resto della sua vita. Il punto è che, anche se tu e i tuoi amici continuate a negare, so che siete stati voi."
"Se ne sei così convinta, perché non lo hai detto alla McGranitt?"
"I Serpeverde hanno vinto una sola partita dall'inizio dell'anno e si sono vantati come se avessero vinto la Coppa del Mondo di Quidditch. Si meritavano che qualcuno li rimettesse al loro posto." disse Lily, sorridendo.
"Evans, sei diabolica. Sai, potresti quasi essere una di noi. Ti vedrei bene tra i Malandrini."
Lily rise a una battuta di James. Di nuovo.
Uscire con James Potter non era così male come aveva pensato. Doveva ammetterlo, almeno a se stessa: aveva fatto bene ad accettare l'invito.
 
 
 
Quando tornarono al castello, il sole stava quasi per tramontare e Lily si ritrovò a pensare che la giornata era passata decisamente troppo in fretta. Purtroppo.
Guardò James con la coda dell'occhio e pensò a come aveva cambiato opinione su di lui nel giro di poche ore.
Si era divertita e addirittura si era aperta con lui, raccontandogli una parte della sua vita che nemmeno Alice sapeva. Tutto ciò doveva pur dire qualcosa.
Così, quando ormai erano arrivati in Sala Comune, si fece coraggio e chiese ciò che le ronzava per la testa da quando James l'aveva invitata a uscire.
"Potter, eri serio quando mi hai detto che sarebbe stata un'uscita tra amici?"
James si fermò di colpo. Tutto si sarebbe aspettato, tranne quella domanda.
"Io... credo di sì. Insomma, sì certo. Penso che sarebbe bello se fossimo amici. Dopotutto, apparteniamo alla stessa Casa. Perché me lo chiedi?"
"Curiosità" disse semplicemente Lily, un po' delusa. Per un attimo aveva sperato che da quell'uscita potesse nascere qualcosa di più.
"Ok. Comunque è stata una bella giornata e sono contento che tu abbia accettato di uscire con me"
Lily sorrise non sapendo che altro dire e, quando James le disse che si sarebbero visti più tardi a cena, lei si limitò ad annuire con la testa, consapevole che se avesse parlato James avrebbe capito che qualcosa non andava.
Ma appena James si diresse verso il dormitorio, Lily lo fermò.
Nemmeno lei sapeva per quale motivo lo avesse fatto, ma ormai non poteva tornare indietro quindi tanto valeva tirare fuori ciò che le passava per la testa. Insomma, lei era una Grifondoro. Non si sarebbe lasciata intimorire da una sciocchezza simile.
"Scusa, forse ho interpretato male i segnali, ma credevo che oggi fossi stato bene insieme a me."
"Infatti è così. Mi sono divertito e sono stato molto bene con te." disse James confuso.
"E allora perché vuoi vedermi solo come un'amica?"
"Scusami?"
"Hai confermato che la nostra era un'uscita tra amici, ma io ero convinta di piacerti. Di piacerti davvero, intendo. Non di piacerti come amica."
"Tu mi piaci, Lily. Sono io che non piaccio a te, e mi sta bene. Dopo sette anni di rifiuti ci ho fatto l'abitudine e posso abituarmi anche a essere solo tuo amico" disse James sorridendo. Non sarebbe stato facile, lo sapeva, ma poteva farlo. Era solo questione di abituarsi all'idea di vedere Lily come un'amica e non come una possibile fidanzata.
"A me non piace la persona che sei a scuola. Quello che si mette nei casini, che finisce in punizione e che appende i Serpeverde a testa a in giù solo per divertirsi. Ma il James con cui sono uscita oggi non è quel tipo di persona. Il James con cui sono uscita oggi mi piace. E anche parecchio, se devo essere sincera."
James la fissò per un attimo prima di risponderle. Era cotto di Lily Evans dalla prima volta che l'aveva vista e lei lo aveva sempre tenuto a distanza. Ma ora le cose sembravano essere cambiate.
Sospirò prendendo le mani di Lily tra le sue. "Non posso essere sempre il James Potter che hai visto oggi. Quella è solo una parte di me. Non posso rinunciare al Malandrino che c'è in me, questo lo sai, vero?"
Lily annuì. "Sono disposta a provare ad accettare anche quella parte di te, a patto che tu non ti metta troppo nei guai. Quest'anno abbiamo i M.A.G.O., dovresti concentrarti sullo studio."
"Ehi, frena. Sei la mia ragazza da due secondi e già mi ricordi che devo studiare?"
"Aspetta un momento: mi sono persa il momento il cui sono diventata la tua ragazza."
"Hai detto che ti piaccio, credevo fosse scontato!"
"No, James non lo è!"
 
 
Poco distante da loro, due ragazzi osservavano la scena nascosti sotto il mantello dell'invisibilità.
"Sono contento che Ramoso ce l'abbia fatta. Ho sempre pensato che alla fine l'avrebbe conquistata."
"Conquistata? Lunastorta, non so se ti sei accorto che stanno già litigando."
"Non sarebbero loro se non discutessero un po'."
"Secondo me, si lasceranno prima degli esami. Scommettiamo?"
"Felpato, non puoi scommettere sulla felicità del tuo migliore amico!"
"Sì che posso. Avanti, ci stai o no?"
"Ok, ci sto. Scommetto che dureranno più di quanto immagini. Anzi, ti dico di più: secondo me si sposeranno!"
"D'accordo. Facciamo venti galeoni?"
"Venti galeoni."
“Sai che vincerò io, vero?”
“Vedremo, Sirius. Vedremo.”

 
   
 
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