CAPITOLO 8
Sentivo da tutte le direzioni voci che mi chiamavano. Chiusi
gli occhi. Stavo bene, come era possibile che me la fossi cavata?
Senti un fruscio e un sussurro:
<< Bella, tutto okay?>> l’ unica cosa che mi
fece aprire gli occhi fu la carezza di una mano fredda come la neve e il mio
nome sussurrato da lui con respiro affannato.
<< Bella. Tutto a posto? >> .
<< Sto bene >>. La mia voce suonava strana.
Cercai di sedermi, e mi accorsi che mi teneva stretta contro il suo fianco, con
una presa ferrea.
<< Attenta >>, mi avvertì, mentre cercavo di
liberarmi. << Mi sa che hai preso una bella botta in testa >>.
In quel momento mi accorsi della dolorosa pulsazione sopra
l'orecchio sinistro.
<< Ahi >>, dissi, sorpresa.
<< Almeno una visita la devi fare, senza storie Bella!
Sarei dovuta rimanere con te >> e mia sorella mi prese la mano.
<< non sto morendo non ti preoccupare >>
bofonchiai.
<< Come diavolo … >> esclamai tutt’un tratto
rivolta ad Edward << come hai fatto ad arrivare così in fretta?!?
>>
<< ero qui accanto a te Bella >>
<< non è vero! Eri vicino la tua macchina! >>
<< Bella, ne parliamo dopo >> esclamò mia
sorella << non è il momento >>
<< Prometti che poi mi spiegherai tutto? >>
rivolta ad Edward. Mi fidavo di più di lui ormai.
<< Promesso >>
concluse lui, esasperato.
<< Promesso >>, ribadii, arrabbiata.
I momenti dopo fui assalita dalla vergogna in continuazione,
mi presero con la barella, Edward li obbligò a mettermi il collare e mi
caricarono nell’ambulanza. Nel mentre, arrivò Charlie gridando << Bella,
Bella! >>. Fortunatamente ci pensò Helena a calmarlo.
Poi vidi i suoi fratelli che osservavano la scena da lontano:
alcuni sembravano infuriati, altri scuotevano il capo, ma nessuno di loro
sembrava minimamente preoccupato per la salute del fratello.
Cercavo una spiegazione logica per ciò che avevo appena
visto, una soluzione con cui convincermi di non essere pazza. E poi la domanda
che cercavo di evitare con tutte le mie forze ma che non potevo completamente
escludere: perché Elena sembrava così in sintonia con loro?
<< Bella, non sai quanto mi dispiace! >>.
<< È tutto a posto, Tyler. Tu sembri davvero
malridotto, sicuro di star bene? >>. Mentre parlavamo, le infermiere
cominciarono a sciogliergli il bendaggio, scoprendo una miriade di escoriazioni
sulla fronte e sulla guancia sinistra.
Non rispose. << Ho avuto paura di ucciderti! Andavo
troppo veloce, e ho preso una lastra di ghiaccio... >> . Fece una smorfia
di dolore, quando l’infermiera iniziò a strofinargli la faccia.
<< Non preoccuparti, mi hai mancata >>.
<< Come hai fatto a spostarti così in fretta? Ti ho
vista, e un istante dopo eri sparita... >>.
<< Ehm... è stato Edward a spingermi via >>.
Sembrava stupito. << Chi? >>.
<< Edward Cullen. Era lì accanto a me >>.
Mentire non era mai stata la mia specialità: non ero stata affatto convincente.
<< Cullen? Non l'ho visto... Dio, forse perché è
successo tutto talmente in fretta. Lui sta bene? >>.
<< Penso di sì. È qui anche lui, non so dove. Ma non
l'hanno nemmeno portato in barella >>.
<< figlio del dottore … >> brontolò Tyler.
Annuii col capo.
Dopo un po’, arrivò Helena. Mi diede un bacio in fronte. Io
la guardai di traverso.
<< mi hai fatto prendere un colpo sist! Fortuna che
c’era Edward lì con te. >> io la guardai ancora più storta, ma non ebbi
il tempo di rispondere, perché arrivò lì un divo del cinema con un camice
bianco da medico. Aveva un aria stanca, occhiaie profonde che circondavano
occhi ambra. Supposi che fosse il dottor Cullen.
<< Buongiorno Isabella >>
<< Bella >> lo corressi. Mi sorrise.
<< I risultati sono buoni, quindi puoi anche uscire
dall’ospedale. Ma se hai giramenti di testa o ti si alza la temperatura, torna
subito qui. Chiaro? >>
<< si dottore >>
<< tra poco arriverà l’infermiera col foglio d’uscita.
Intanto Helena può aspettare fuori. >> lei annuì ed uscì.
C’è qualcosa che non mi quadra. Come faceva a sapere il nome
di mia sorella?
Aspettai con calma piena di domande e poi, finalmente, uscì
con le mie gambe da quella stanza, mentre medicavano Tyler.
<< Perché l’hai fatto Edward? >> questa frase mi
arrivò alle orecchie appena uscita e naturalmente risvegliò la mia curiosità.
Quando si parla di Edward, la mia curiosità si risveglia sempre.
<< Dovevo lasciarla lì? Sei pazza Rose? >>
<< hai messo in pericolo tutti! >> la voce acida
era la fantomatica Rose.
<< Ragazzi smettetela, quello che è fatto è fatto
>> era mia sorella. Io e lei dovevamo avere una bella discussione.
Venne verso di me e sgranò gli occhi quando mi vide.
<< oh, sei qui. Andiamo >> e mi prese
sottobraccio.
<< devo parlare con Edward >> risposi.
<< no che non devi. >> era perentoria. Ma la
strattonai.
<< non sei mia madre. Devo parlare con Edward!
>> forse non mi ero mai girata così male nei suoi confronti. Rimase
scioccata. Girò i tacchi e se ne andò.
Edward si avvicinò a me. << non devi girarti così male
con lei. Vuole solo proteggerti. >>
Sospirai. << Lo so, mi scuserò con lei >> se non
scapperà di casa prima. Helena era quella istintiva. << Mi devi una
spiegazione >>, gli ricordai.
<< Ti ho salvato la vita. Non ti devo niente >>.
Arretrai davanti al risentimento che trapelava dalla sua
voce. << L'hai promesso. Voglio la verità. Voglio sapere perché ti sto
coprendo >>.
<< Secondo te, cos'è successo? >>, sbottò lui.
Non riuscii a trattenermi.
<< Quello che so è che eri tutt'altro che vicino a me.
Neanche Tyler ti ha visto, perciò non dirmi che ho battuto la testa. Quel
furgoncino stava per schiacciarci entrambi, invece non l'ha fatto, e con le
mani hai lasciato un'ammaccatura sulla fiancata sinistra - e hai lasciato un
bozzo anche sull'altra auto, senza farti niente - e il furgone stava per
spaccarmi le gambe, ma l'hai alzato e trattenuto... >>. Mi resi conto di
quanto suonasse assurdo, e non riuscii a continuare. Ero talmente infuriata che
ero sul punto di piangere; serrai i denti per lo sforzo di trattenere le
lacrime.
<< non ci
crederà nessuno lo sai. >>
<< non lo dirò a nessuno. È solo che non mi piace
mentire, ma quando lo faccio ci deve essere un buon motivo. >> feci un
respiro profondo << perché mi hai salvato? >>
<< non lo so >> poi voltò le spalle e se ne
andò.
Io girai i tacchi e me ne uscii dall’ospedale. Trovai mia
sorella ad aspettarmi in macchina, con le ginocchia al petto e lo sguardo
vacuo.
Entrai in macchina e con un rombo di motore lei partì. Lo
stereo era spento, cosa stranissima. Non ci scambiammo una parola. Arrivammo a
casa e lei si chiuse nella sua stanza. Mi evitava come la peste.
Passammo il fine settimana come due estranee, in una casa
gigantesca che non era fatta sicuramente per due persone. Ma neanche per tre.
Non avevo il coraggio di entrare nella sua bolla per chiederle spiegazioni.
La notte aspettavo alzata di vedere l’ombra. Quella figura
poteva essere solo lei.
C’era qualcosa che non andava e iniziai a cercare su lei e
sui Cullen. Su di lei non trovai nulla, ma quello che risultava dalle mie
ricerche sui Cullen, non era una cosa umanamente immaginabile. La forza, gli
occhi cangianti, non si vedevano quando c’era il sole, la velocità portavano
tutti alla stessa cosa, che io non riuscivo ad accettare.
Insomma, loro non potevano essere vampiri!
Ecco qui un'altro capitolo e la storia comincia a farsi più interessante!
Il mio scopo originario era creare un twilight alternativo, ecco il perchè di alcune scene praticamente identiche ma con l'aggiunta di Helena, Robert e altri...
Se volete sapere cosa succederà, rimanete sintonizzati e fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio
ese96