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Autore: gabry86    11/03/2005    3 recensioni
spero lo leggerete in molti aspetto le vostre critiche.se il signore degli anelli vi è piaciuto,immaginate il mio racconto come una copia più avventurosa!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Signore di Valleria Prologo. La nostra storia ha inizio ai tempi degli antichi Re pagani, che con il loro potere credevano di poter governare il mondo. Un mondo popolato da uomini;elfi;proverbiali per la loro vista e la loro bontà d’animo verso le creature dei boschi e tutte le altre forme di vita;di diverse razze essi studiarono la magia per poter salvare meglio il mondo da creature malvagie dette draghi. Queste creature custodivano in loro un potere magico capace di distruggere e creare nuova vita. Di una forza inimmaginabile i draghi distruggevano tutto sul loro cammino. Ogard drago dell’oscurità; egli era il re. In potenza imbattibile si diceva che la sua morte avrebbe dato a colui che lo avrebbe ucciso il potere di evocare due demoni dall’inferno dei caduti di Valleria. Un potere oscuro che si diceva ne corrompesse il possessore; ma gli avrebbe dato una tale potenza da mettere il mondo ai suoi piedi! Non essendo un fatto certo molti valorosi lo cercarono ma tutti perirono nell’impresa diventando anche pasto del drago….Con il passare degli anni la cosa diventò una leggenda. Gli uomini,creature che per natura avevano la tentazione di dominare tentarono di studiare la potenza dei draghi per poter acquisire la loro potenza magica senza uccidere i draghi;ciò era pressoché impossibile ma alcune persone ci riuscirono diventando potenti stregoni. Essi accecati dalla loro superiorità vennero conosciuti con il nome dei tre guerrieri di Ogard. Essi;uno di una bontà fuori dal comune,un altro di pari cattiveria per quanto il primo era buono. Il terzo che a potenza li superava tutti e due era però a differenza degli altri due mortale;e anche se di una potenza sorprendente destinato prima o poi alla morte per fatalità del destino. Altri riuscirono a usare la magia;ma nessuno riuscì a eguagliare la loro potenza;anche se molti ci provarono ma senza successo. Chiamati i guerrieri di Ogard per il motivo che andavano cercando i draghi maggiori….uccidendo un drago minore la magia in lui durava poco. Per capire cosa portò uno di questi stregoni alla supremazia sui due altri stregoni grazie alla malvagità che lo caratterizzava intensificandosi a tal punto da trasformarlo in un essenza di puro male: Kilkia. Ma ora vediamo cosa accadde: Kilkia elfo silvano dalla immortale e invidiabile bellezza…dai capelli albini e vestito di leggeri abiti verdi insieme a Calad, sua sorella,anch’ella splendida alla vista ti ammaliava con un semplice sguardo. Curavano un orso ferito. In quel giorno di sole che riscaldava il bosco di faggi;ovvero il luogo dove vivono indisturbati gli elfi all’oscuro del mondo e appunto il mondo all’oscuro della loro esistenza;se ne narrano solo leggende di uomini e donne dalla tale bellezza da incantare chi li osserva. Videro ad un certo punto nel bosco una creatura ferita che lasciava dietro a se molto sangue. Il fatto curioso era che dove passava tale sangue l’erba non ricresceva più. Infuriati con tale creatura per la tortura che il bosco soffriva ad ogni suo passo. Kilkia e Calad decisero allora di seguirla e di porre fine alla sofferenza di entrambi. Dopo ore di cammino lo trovarono;era un cucciolo di drago lungo appena tre metri accasciato su un fianco di un albero marcio. Aveva uno squarcio di un metro sul fianco sinistro;era nero come la pece e il colore del sangue che ne usciva corrodeva la ferita contribuendo la morte della creatura,appena Kilkia si avvicinò attratto come in sogno da una forza a lui oscura il drago si rialzò e lo colpì con una codata facendolo sbattere contro un albero;Calad estratto l’arco comincio con la velocità e la maestria che solo un elfo può fare scagliando le frecce sull’animale colpendolo al cuore e al collo. Colpito il drago diede una codata a Calad;fortunatamente saltò in tempo;ma troppo tardi per evitare la coda;il drago la colpì ad una caviglia rompendogliela e con tutto il sangue perso finalmente cadde a terra e non si mosse più. Kilkia svegliatosi come da un sonno di mille anni e accortosi della realtà dei fatti si volse verso il drago vedendolo immobile e notò una macchia che sotto di lui si allargava e tutto distruggeva facendo marcire l’erba che toccava. La creatura era ormai pelle e ossa;che il sangue lo corroda da dentro e ne aumenti la velocità di decomposizione? Kilkia intimorito da questo pensiero e se il sangue fosse velenoso?cercò di alzarsi ma tutto dolente non vi riuscì. Vide allora Calad svenuta poco più avanti di lui ma pericolosamente vicino a quella sostanza che si allargava a macchia d’olio. I secondi sembravano interminabili vide la caviglia di sua sorella gonfia e storta;di un colore violaceo molto brutto……..arrabbiato con quella creatura si senti come possedere da una forza estranea a lui ma non maligna……..alzatosi di scatto e sentendo la nuova forza scorrergli dentro come una presenza inquietante ma che non rappresentava pericolo per lui….almeno per il momento…….presa in braccio la sorella Kilkia intraprese una corsa folle attraverso il bosco incantato;e mentre correva pensando solo a mettere più spazio possibile tra lui e quella creatura Kilkia sentiva che i suoi sensi si affinavano e miglioravano. Dopo quasi un ora di corsa appoggio la sorella al suolo e toccandogli la gamba vide che guariva e si sgonfiava velocemente svegliatasi come da un sogno Calad disse , disse Kilkia quasi come se il sentirlo lo confortasse <……Si…..sento qualcosa che scorre in me;è buona; però. La sento!>. rialzatasi Calad per tutto il viaggio di ritorno i due fratelli non parlarono e arrivati a casa ancora meno. Essendo gli unici due figli del re Tole e della regina Tah entrarono nel castello che dalla immensa grandezza si riusciva a vedere anche da fuori: se, per la magia del bosco incantato non venisse celato agli occhi umani e mostrato solo a quelli elfici. Di un colore bianco perla circondato da un fiume cristallino che gli passa davanti e che solo gli uomini di purezza d’animo lo possono guadare. Gli animali liberi di girare in mezzo a queste creature convivono con loro protetti da una magia che circonda il bosco e i suoi abitanti. Appena vi si accede due sentinelle elfiche stanno a guardia dei cancelli in cima a due alberi essi osservano tutto come solo gli elfi sanno fare,una caratteristica curiosa è che gli elfi hanno la capacità di celarsi all’occhio umano e nascondersi nella natura circostante come vogliono attaccando anche alle spalle se il bersaglio lo vogliono solo catturare. Ora per continuare la storia dobbiamo fare un salto di almeno dieci anni. Al giorno del centesimo compleanno di Kilkia in cui:perfino, fu l’unico a mancare al banchetto in suo onore; degno di un re della sua specie. A base di frutti di bosco colti dagli alberi della vita eterna;i cui frutti si dice a chiunque li mangi donino la vita eterna. Molti uomini hanno provato ad assaggiarne il proibito frutto ma essendone rimasti solo venti esemplari al mondo di cui 19 sono protetti assiduamente da sentinelle elfiche giorno e notte che non lasciano avvicinare nessuno oltre al re Tole il ventesimo albero si dice disperso in mezzo al deserto dimenticato;protetto da creature che sono ben peggiori degli elfi. Ma non per questo interessante. Per il nuovo Kilkia;ormai distaccato dalla sua razza. Era diventato quasi un fantasma che vagava nella millenaria biblioteca elfica in cerca di libri sui draghi e sul loro potere magico. Calad rimase sempre uguale e lo spirito caldo che gli scorreva dentro come una calda presenza da allora non l’aveva più lasciata. Incontrò un giorno un vagabondo che viaggiava per i suoi boschi dicendo di essere un mago che con parole magiche poteva evocare fiamme o curare la gente. Disse di aver bevuto dell’acqua che sapeva di morte,ma la sete è sete ;non bevevo da giorni e ne bevve a boccate non curante del rischio che correva;il viandante venne accolto da Calad che ormai sola cercava la compagnia di un uomo con cui conversare e lo curò trattenendolo per molti giorni. Se ne innamorò subito. Nei mesi seguenti ella ebbe un figlio con i capelli albini ma umano. Da quel giorno i tre stregoni vennero a presentarsi nelle leggende dei popoli di Valleria. Questo viandante odiato dagli elfi per aver corrotto tale pura e nobile razza venne cacciato e bandito per sempre dal bosco di faggi. Calad donato un ciondolo come ricordo del suo eterno amore verso il mago lo lascio andare con il figlio tenendolo sempre nel cuore. Kilkia intanto; completamente cambiato, cominciò a fare esperimenti sugli animali e per undici anni mise a ferro e fuoco Valleria, commettendo indicibili torture ai poveri animali dei boschi;creando malformazioni di creature selvagge e incontrollabili orribili esseri a otto zampe che mangiavano ogni cosa sul loro cammino;creature striscianti e esseri come Troll e Goblin;malformazioni magiche che si diffusero infestando Valleria. Trovò alla fine colui che cercava Ogard colui che uccidendolo gli avrebbe dato il potere di dominare il mondo!non fu molto facile ucciderlo ma dopo tre giorni e tre notti di dura lotta tra i due alla fine il drago cedette e l’elfo si sentì invadere di una rinnovata forza che lo faceva sentire superiore a tutto e tutti. Tornato a casa i suoi fratelli elfi non lo riconobbero più schivo e tetro venne bandito dalla comunità elfica perché ormai puzzava troppo di demone;era diventato un elfo corrotto. Infischiandosene degli altri, lui era tornato solo per Calad la sua sorella;così bella che senza di lei sentiva di non poter vivere. Lei evitandolo e non riconoscendo come il fratello Kilkia che aveva perduto ormai da tempo;in quel viandante vestito di neri stracci vide solo una povera creatura maledetta che aspetta solo la fine del suo lugubre e tormentato viaggio. Maledicendo lei e la sua razza senza versare una lacrima Kilkia se ne andò a rifugiarsi nelle Terre Senza Nome. Il luogo dove aveva ucciso Ogard. Ancora vi giaceva il cadavere. Costruì una torre che anche dal castello di Zoe si riesce a vedere;nera trafigge il cielo e dalle nubi è circondata. Da solo si sposta nella torre di Ogard traboccante di sentimenti vendicativi. Tramando come distruggere e conquistare il mondo. Circondato da orchi;goblin e altre creature che con il suo male ha diffuso in tutta Valleria infestando le pianure e creando cosi nuove specie predatrici che l’uomo deve temere per poter sopravvivere. Orchi e goblin;più temibili degli altri perché con un intelligenza pari a quella umana questi ultimi sono in grado di organizzarsi in gruppi e attaccare. Con il passare degli anni gli orchi. Misero alle strette i goblin rendendoli in alcuni casi schiavi o facendoli rifugiare in caverne e luoghi bui. Essi riuscirono perfino dimostrando una intelligenza notevole ad organizzarsi e a creare veri e propri villaggi soprattutto vicino al territorio nero del deserto delle mille anime perdute dove abita Kilkia. Altri più audaci si insediarono in fortezze umane rendendole loro e facendosi temere. Da allora tra uomini e orchi esiste una enorme rivalità che da molti anni va avanti senza vinti ne vincitori. Fino ad oggi. INIZIO. CAPITOLO 1. . ; . , ; ; <………> L’odore di libri antichi e quel odore acre di polvere magica era più forte ora che Orion lo aveva lasciato. La giornata era tersa e non c’era una nuvola come se il cielo mi volesse prendere in giro pensò Gabriel afflitto dalla sua morte. Guardò l’uomo a lungo;come per sperare in un movimento;in un sussulto di quel corpo esanime. Ricordandosi del suo severo modo di insegnargli;non facendolo riposare un attimo e quando ferito o esausto curandolo con amore. Ogni volta che mi allenavo e miglioravo vedevo che non guardava me;ma diventava serio e osservava a sud-ovest pensando a chissà quali segreti arcani, che ancora custodisce,e che la morte alla conoscenza ha tolto. Lui mi insegnò che la magia ci rende forti ma che non ci si può sempre contare. Arrivata la sera e Gabriel ormai rassegnato;preso il suo bastone……quel bastone che un giorno spezzato un grosso ramo suo padre gli disse con la piccola spada smussata che mi diede per farlo ci costruii il mio bastone come è ora. Ci misi tre giorni a farlo ma ci trovai anche molta soddisfazione nel finirlo. E forse un giorno riuscirò ad eguagliare in potenza il mio maestro pensavo. Allora ero piccolo;sono cresciuto e ancora sono ben lontano da essergli anche minimamente accanto;nonostante gli anni. Preso lo zaino da viaggio del suo maestro e un po’ di cibo appoggia il tutto accanto alla porta. detto ciò Gabriel si diresse verso la casetta della legna;prese una pala e cominciò a scavare con le lacrime che gli solcavano gli occhi ormai rossi e gonfi. Ore dopo prese il corpo e lo getto nella fossa recitando una preghiera in una lingua ormai perduta che pochi ancora sanno < [Signore della luce, accompagna nella via questo defunto. La sua morte non sarà vana,ma degna di sedere accanto agli dei e per l’eternità vegliare sul mio cammino sino a che non lo raggiungerò.] Ormai arrivata la notte Gabriel si accinge a preparare un fuoco in casa e a pernottare consumando le ultime legna rimaste per l’inverno e mangiando gli avanzi che altrimenti andrebbero agli animali versando ancora qualche lacrima. Arrivata la mattina con gli insegnamenti di magia e le basi della scherma Gabriel si accinge a partire salutando la sua umile dimora. Camminando in quei boschi da solo riesce perfino a ricordare quando da piccolo provava a imitare il suo maestro essendo egli orfano e avendo come unica famiglia il corpo che la sera prima aveva seppellito;vedendosi da bambino insieme al maestro a lanciare la sua prima magia, ricordandosi che, il suo maestro guardandolo in quel momento versò una lacrima, forse di tristezza……..Tutto ciò lo rese molto triste così che urlando e cominciando a correre per il sentiero inciampa cascando e graffiandosi le mani ed il volto e non si accorge di aver svegliato un orso gigante: una creatura 2-3 volte un orso normale;dal pelo folto e grigio argento,creatura temibile per la sua mole e la sua interminabile tenacia. Creatura pacifica ma solo quando dorme….visto chi lo ha svegliato,l’orso produce un verso terrificante che risuona in tutto il boschetto. Rialzatosi in piedi Gabriel con la faccia sconvolta dalle lacrime e dalla creatura infuriata che si ritrovò di fronte in un attimo,il mago si gira e inizia una frenetica corsa verso l’uscita dal sentiero sperando di far perdere le proprie tracce alla feroce bestia zigzagando tra gli alberi cercando di fargli perdere le tracce ma ogni volta che si riposava ad un albero l’orso con un’ artigliata lo portava via;dopo 30 minuti di interminabile corsa l’orso non desisteva. Stanco di correre. Gabriel gridò <.> Un muro dalla terra pronunciate tali parole si erge davanti al mago…….l’orso colto di sorpresa vi rovina pericolosamente addosso provocando un terrificante boato;tanta era la sua foga, seguito il colpo il muro si disintegra diventando polvere che, un soffio di vento si porta via lasciando intravedere la figura grigia dell’orso svenuto. Stremato il giovane mago si allontana fasciandosi le mani sanguinanti sperando che la bestia non lo segua oltre. Ormai giunta l’ora di pranzo; con lo stomaco che borbottava, il mago si toglie le bende perché ormai le ferite sono guarite; un pregio che aveva fin da quando era piccolo, la capacità di guarire da solo tagli graffi o lividi superficiali. Una cosa estranea al genere umano,un fatto unico che con gli anni era diventato utile e normale. Una capacità a cui ormai non dava più molto peso ma che riusciva a stupire ancora chi ne osservava gli effetti con il tempo diventati ormai quasi istantanei. Infatti quando un uomo ci metteva una settimana a riprendersi di una ferita grave; lui in giorno era gia in grado di camminare e muoversi tranquillamente,in due giorni la ferita spariva non lasciando nemmeno la cicatrice nella sua quasi vellutata pelle. Il mago si accascia ad un albero e mangia un po’ recuperando le forze. Un ora dopo sotto il cocente mezzodì si avvia lungo il sentiero. È ormai arrivato in terreni che ha visto solo nelle grandi e dettagliate mappe del suo maestro. Un regalo che si porta dietro e che pensa gli sarà molto utile durante i suoi lunghi viaggi. Fidati del tuo istinto,a me salvò molte volte la vita;diffida se non sei sicuro di una persona in questi tempi. Le ultime parole di suo padre. Solo a questo pensava Gabriel mentre attraversava il buio boschetto. Ascoltando i rumori del bosco;alla fine immerso nei pensieri Gabriel non si accorse di essere quasi giunto alla fine del boschetto. Ma di essere stato anche seguito. Uscito in una radura;non conosceva niente del mondo,ma la cosa sarebbe cambiata. Dei passi pesanti ad un certo punto si fecero sempre più frequenti,voltatosi con un presentimento il mago vide una figura enorme e grigia…. uscito dal boschetto e visto il mago in mezzo alla radura l’orso infuriato accelera la sua corsa verso la cena…… <FSACRA!> Dalle mani a coppa dell’uomo uscì un cono di fuoco che avvolse completamente l’orso provocandone la morte quasi istantanea. Avvicinandosi all’orso. . Raccolte le sue cose si accorse come della sensazione tangente di essere sempre osservato; non vedendo nessuno,si avvia verso il villaggio ormai prossimo dietro la radura. Affrettando quindi il passo Gabriel arriva al villaggio. Si accorge appena vi entra che li c’è un aria familiare,attraversandolo la sensazione si accentua e ormai a buio si incammina verso il centro del piccolo villaggio. Vede un bambino che corre con un altro bambino più grande e corrono in mezzo alla gente; ma come in un sogno i bambini gli passano attraverso svanendo poco più in la come le persone che vedeva come fosse pieno giorno. Vedendo un pozzo in mezzo alla piazza si avvicina e toccandolo hai bordi ormai vecchi e con i mattoni che quasi si sbriciolano al tatto vede di nuovo quel bambino che con un secchio in mano corre e aggrappandosi al bordo si arrampica e preleva l’acqua tornando poi dopo qualche minuto alla porta da dove era uscito. Senza accorgersene Gabriel lo segue vedendo la porta aprirsi. Ne esce una giovane donna che dice Gabriel parlando a voce bassa senza nemmeno accorgersene . Era il villaggio dove era stato adottato quasi ventiquattro anni fa. Arrivato davanti alla porta;bussa. Non riceve però una bella accoglienza dato il vestito:nero con uno zaino da viaggiatore una tunica nera e il cappuccio che ne copre il viso, i capelli corti biondo albino coperti dal cappuccio e la pelle molto chiara; senza barba. La sua pelle un dubbio che lo tormentava fin da piccolo,sulla sua pelle non crescono peli. Gli altri alla sua età come suo padre si radevano;ma lui non ne ha mai avuto bisogno. Un dubbio a cui forse non avrebbe mai trovato risposta. La scena faceva pensare data l’ora tarda ad un ladro o ad un assassino;dato che, da quelle parti osano bussare alla porta della vittima ed entrare come viandanti, in cerca di riparo per la notte e, poi ucciderla senza lasciare traccia. Scambiato per bandito la donna allora. . Per niente intimorito della minaccia il mago si toglie il cappuccio e alzando il capo dice: Sentite queste parole si avvicina con la scopa in mano e con le lacrime dice: Abbracciandolo con forza appena sotto la luce fioca della candela posata sul tavolo accanto all’uscio di casa . Gabriel Sedutosi. Mary sedutasi anche lei Gabriel guardando la casa non molto spaziosa ma pur sempre calda e accogliente, con i suoi muri dentro ai quali aveva giocato da piccolo insieme ad un altro bambino con il camino rudimentale che riscaldava il piccolo ambiente illuminato dalla candela e dalla luce del camino. . Detto questo Gabriel si diresse verso l’unica porta che divide le due stanze dalle camere da letto. Ancora, ricordandosi dove era dopo tutto questo tempo la sua stanza,vi entrò e, posati i bagagli non si addormento subito;da come gli sembrava grande prima ora gli sembra solo una dispensa per le scope. Sdraiatosi sul letto rudimentale non riuscì ad addormentarsi subito ripensando all’intensa giornata che lo aspettava l’indomani. Alle prime luci dell’alba sentendo dei rumori si sveglio di soprassalto impugnando il suo bastone che dalla gemma incastonata nella merlettatura della punta emetteva una leggera luce blu; aveva sudato forse per un incubo ma che ora però non ricordava bene. La porta si aprì e scattando in piedi Gabriel fece paura alla povera donna che era venuta a svegliarlo per la colazione. , . . . . . ; abbassando lo sguardo….Gabriel sorpreso… Non vorrei sospettasse di qualcosa comunque, meglio rilassarsi,non rappresenta un pericolo…..mai fidarsi vero?.....ascolto sempre i consigli…uscito dalla camera un profumo di rose e piante selvatiche entrò dalle finestre. Una casa piccolo borghese ma ben tenuta….non credo mi fiderò più così di una persona pensò Gabriel mentre si accingeva ad entrare nella stanza da pranzo la casa non era di grandi dimensioni ma aveva la sala dove mangiare e tre stanze separate dove poter dormire. Nel retro ci stava la fossa della latrina da cui non usciva troppo male odore, perché il più era coperto dalla moltitudine di rose che crescevano intorno alla casa…..forse troppe….entrato nella sala da pranzo vide, e riconobbe Mary la sua matrigna anche se per breve;il suo patrigno di cui non ricordava bene il nome e questo famigerato fratello di cui non ricordava l’esistenza se non in modo sfocato………entrato:con i passi che, calpestando il terreno, facevano un rumore di marcio e vecchio. Gabriel non si preoccupò più di tanto. Il patrigno alzatosi da tavola gli si muove incontro a braccia aperte con uno sguardo che non lo convinceva;nascondeva molto di più di quello che voleva lasciare intendere con un semplice sguardo Gabriel appena venne a contatto con il patrigno che lo abbracciava ebbe come una visione momentanea di un bambino che veniva picchiato da quest’uomo e una donna che osservava piangendo…..l’uomo accortosi dello spavento…. < Gabriel cosa ti succede>; , All’improvviso vide di nuovo quel uomo che picchiava il bambino e la donna piangeva impotente…stavolta però l’uomo gridava . [in lacrime]. Sedutisi tutti a tavola mangiano in silenzio. <……………> <…………..> <…………..> dice Exegion con un po’ di imbarazzo forse dovuto alla lontananza. Gabriel guardando Send con quasi aria di sfida e sorridendo Exegion guardando Send Send rivolgendosi a Gabriel; . La colazione sembrava interminabile per Gabriel sotto gli occhi di tutti;solo, a base di latte di mucca e pane secco. Gabriel abbassando lo sguardo con fare rispettoso Alzatosi si dirige verso la porta. Guardando fuori Gabriel vede solo pochi villani rendendosi conto che il villaggio è veramente piccolo…senza guardie e con un armaiolo ormai vecchio;un negozio di pelli e pochi cibi a base di carne. Con un po’ di esitazione Gabriel,continuando a guardare le persone che lavoravano: Exegion guardando ora anche lui i contadini Gabriel guardando il bastone e ricordandosi le lezioni di scherma del suo maestro . Gabriel guardandolo male e con aria dubbiosa, continuando Allora Gabriel Exegion ringraziandolo Detto questo a corsa e con un sorriso enorme sbatte la porta alle sue spalle. Mi servirà una spada…usare la magia è troppo faticoso e d’ha anche troppo nell’occhio, non posso usarla in pubblico se non estremamente necessario,meglio imparare ad usare bene una lama se posso, quando saprò usare la spada imparerò ad usare l’arco,sarà dura ma ci riuscirò per ora sono troppo debole per essere definito un abile spadaccino come mio padre;ma presto ne onorerò il nome;ma fino a quel momento meglio contenersi e migliorare senza dare troppo nell’occhio. . ; . . , . Sorridendo entrambi si dirigono dal vecchio. Exegion è un ragazzo di bassa borghesia ma, all’oscuro di tutto vive la sua vita con i vestiti di pelle pregiata che gli regala suo padre dopo ogni viaggio. Capelli neri e occhi marroni ma ha sempre il sorriso in bocca e fa sopportare al villaggio la tirannia di suo padre sui tributi di pagamento settimanali sempre più cari. Vedendoli arrivare verso di lui il vecchio un uomo distinto dai capelli bianchi un po’ gobbo e con la barba bianca che quasi pesta;vedendo arrivare i ragazzi li accoglie con un sorriso che ormai è diventata la sua deformazione professionale non riesce a fare a meno di sorridere ad un possibile cliente che gli si avvicina. Prima quando era giovane sorrideva comunque credendo che gli affari sarebbero andati bene;ma non aveva calcolato che i contadini sono pacifici e non usano armi;ormai rassegnato ad ogni persona che gli passa davanti cerca di invitarla a offrirgli del lavoro con un sorriso. Il vecchio villano a sedere comodamente davanti al bancone da lavoro su una sedia di legno e con un aria pacifica Mostrandogli la spada appena regalatagli e sorridendo a sua volta come per rispondere alla tranquillità che gli trasmetteva il sorriso di quel vecchio. Gabriel rivolgendosi al vecchio . Con un sguardo di dubbio lo ricambia il mago. Exegion intervenendo e parlando a bassa voce . La giornata passa monotona,per i lavoratori le ore non passano mai ed Exegion aiuta il padre a spalare il concime per i campi…. Mentre Gabriel avvicinatosi al pozzo con un secchio ripensa a quando lo faceva da piccolino. Raccolta l’acqua per il bagno si dirige verso la sua stanza che a quanto pareva in sua assenza fungeva da bagno perché vi era in un angolo una specie di vasca fatta di legna e con un fondo ricoperto di cera così da non far filtrare l’acqua. Dopo averla pienata con due viaggi dal pozzo Gabriel restò a mollo nella vasca con i suoi pensieri. Arrivata l’ora di pranzo nessuno parla. Per l’occasione a base di carne essiccata e vino;nessuno parla e poche ore dopo Exegion e Gabriel vanno a recuperare la spada dal vecchio armaiolo. Exegion: . . Presa la spada i due uomini si dirigono in uno spiazzo lontani dalla gente. Posata la spada Exegion si dirige verso una baracca che sembra servire per la legna e torna con due spade in legno Gabriel appoggiando il bastone che porta sempre con se ad un albero vicino a lui colpo-colpo-colpo colpo-colpo colpo-colpo-colpo-colpo volando la spada e cascando a terra con poco rumore. rivolgendosi ad Exegion con un ampio sorriso. Rispondendo: . . Exegion raccogliendo la spada . colpo-colpo-colpo. Tutto questo sotto gli occhi vigili di Send che non si fidava affatto di Gabriel. Arrivata la sera; dopo un bel bagno rinfrescante vanno tutti a tavola. Come il pranzo tutti in silenzio mangiano e poi Send ed Exegion vanno a letto e rimangono solo Mary e Gabriel. . Una luce bianca si libera dalle mani del mago e cura qualunque parte del corpo lui sfiora….. . . Alzatosi Gabriel: . Dopo essere entrato nella sua stanza appoggia il bastone al letto a portata di mano;e si sdraia addormentandosi quasi subito stremato dalla magia;quando cura una persona si stanca sempre troppo e questa cosa lo fa star male perché vorrebbe curare questo mondo dalla crudeltà,ma sa bene che se questo mondo sapesse dell’esistenza di un uomo in grado di curare qualunque ferita lo cercherebbero ovunque chiedendogli di guarire troppe persone così da accorciargli la vita ed indebolirlo fino ad una prematura morte….per questo preferisce l’anonimato…..un uomo comune passa meglio inosservato e al sicuro tra la gente;quando sarà il momento si mostrerà. Il giorno dopo entra nella sua stanza Send infuriato alzandosi dal letto e impugnando…..il bastone dove è?guardandosi in torno….. alzatosi in piedi; afferrata la spada con un movimento quasi fulmineo;Send tremando come una foglia. Accortosi dello sbaglio commesso. Guardando la gemma del bastone si accorge che sta diventando da blu a rosso fuoco…lasciandola cadere rivolge lo sguardo a Gabriel,che:alzando gli occhi con lo sguardo fissò su Send. Fissandolo a sua volta si accorge che gli occhi di Gabriel diventano di un colore nero tenebra. Con uno scatto fulmineo è su Send, con una mano lo afferra per il collo, alzandolo da terra e con la mano destra;in un fendente fulmineo affetta le carni del collo di Send lanciando il sangue contro il muro che schizzato sulla parete lascia una scia rossa di sangue. Con la testa di Send ancora in mano con gli occhi strabuzzanti dal terrore;Gabriel abbassa lo sguardo e la getta al muro provocando un rumore sordo e molle quando atterra sul pavimento di legno. Tutto nell’arco di pochi secondi. Il bastone tornando di un colore blu chiaro e poi spengendosi del tutto. I capelli biondi del mago un po’ struffati a coprire i suoi occhi verde chiaro. Rendendosi conto dell’ accaduto gli tornano a mente delle parole del maestro;non usare la magia per scopi personali ciò ti porterà ad essere come Kilkia gli uomini sono esseri fragili si corrompono facilmente al contrario di tua madre…..poi capirai……Gabriel ripensando a tali parole del padre pulita la spada e recuperato il bastone Gabriel guarda la stanza pensando:anche questa volta un addio veloce. Uscito dalla stanza chiede Mary rivolta a Gabriel visibilmente preoccupata. Risponde soprappensiero Gabriel ripete la donna con maggiore ansia. Risponde con franchezza Gabriel. abbracciandolo forte Mary . messa la roba nella sacca e presa un po’ d’acqua per il viaggio;dirigendosi verso la porta, <….Addio….>rivolgendo uno sguardo a Exegion: uscito di corsa con una lacrima che gli rigava il viso Gabriel si guardò intorno;non vedendo animali, ripensò alla baracca che conteneva le due spade di legno. Avvicinandosi Gabriel sentiva un rumore di zoccoli. Tombola!ho trovato il cavallo!entrato a corsa nella baracca vide il cavallo legato e maltrattato. Avvicinandosi lentamente all’animale e parlando in Kalmeril una lingua che solo il cavallo capiva;<  [Non ti preoccupare sono venuto solo a chiederti un passaggio;per il castello del re. Mostrami la strada fiero animale,ed io in cambio dopo ti restituirò la libertà]. Detto questo il cavallo si calmò e si fece liberare. Usciti dalla baracca Gabriel saltò in sella al cavallo avvicinatosi all’orecchio.< [Ora corri e mostrami la parola velocitàcon uno scalpitare di zoccoli il cavallo partì veloce come il vento attraversando il piccolo villaggio e alzando steli di erba ad ogni passo in una corsa folle attraverso la pianura che si espandeva verde e rigogliosa. Il vento primaverile caldo muoveva l’erba in una dolce danza con quel fragrante odore di erba. Il mago correva insieme al cavallo in una corsa che la fretta faceva sembrare interminabile e la mèta irraggiungibile. Il vento muoveva il pelo del cavallo in modo uniforme insieme hai capelli biondi del mago formando una leggera danza. Arrivata la sera il mago si accampo nella pianura accettandone il rischio di rimanere allo scoperto;la sensazione di essere seguito lo aveva ripreso da quando era uscito dal villaggio. Rivolgendosi al cavallo < [Riposati;domani sarà una giornata molto dura]. Affamato il mago prese un po’ di cibo dalla sacca prendendo la pèsca . Gabriel si era quasi addormentato quando un urlo assordante incrina la tranquillità della notte. Svegliatosi di soprassalto e impugnato il bastone che nella notte emette una grande luce blu che a distanza di due metri il mago riesce a vedere perfettamente;sentendo ancora il rumore assordante il mago con gli occhi socchiusi alza lo sguardo e riesce ad intravedere un ombra che oscura il cielo stellato e la luna che nel plenilunio risplende in modo alterno influenzando le creature marine e terrestri in base a come esce e a quanto risplende. Con pochi battiti d’ala la creatura battendo in picchiata fece un vuoto d’aria sotto alle sue zampe provocando un vento che tolse il cappuccio rivelando alla luna i suoi capelli albini corti e struffati facendogli opporre molta resistenza perché il mago non cascasse a terra. Atterrato l’animale emise un urlo assordante;spaventò il cavallo che libero come era fuggì di corsa. Gabriel urlando < [Non scappare,ti proteggo io!]presa ora la spada nella destra . La creatura simile ad un pipistrello, dalla testa grande come quella di un orso gigante con artigli come lame;una pelle unta ad un primo sguardo,nera;con zanne grondanti saliva e ali nere che coprivano il cielo. La creatura,chiuse le ali si avvicina con la bocca spalancata mostrando i denti alla preda e molto lentamente procede nella sua direzione girandogli in tondo e osservandolo. Gabriel pensando;meno male che è uno solo,al buio così riesco a vedere a malapena i suoi movimenti vedendone la mole sembra lento sennò mi avrebbe attaccato…….pensando così osservò l’essere azzardando una corsa nella direzione della creatura illuminandola a poco a poco che si avvicinava ad essa; in un secondo se la vede sparire da davanti agli occhi, di colpo il mago si ferma e azzarda un fendente dietro di se,ma niente; giratosi lentamente…..sente muovere il vento sopra di se;di colpo si butta a terra, e giratosi di schiena azzarda un fendente nel buio sopra di lui Sente un urlo assordante,e rialzatosi in piedi di scatto mentre si allontanava dalla sua posizione; la creatura lo guarda dall’ombra con uno sguardo di rabbia assoluta con i suoi occhi gialli emette un grido assordante e con un balzo è subito sopra al mago che rotolandosi su se stesso evita i morsi a vuoto dell’animale e sotto la gola gli azzarda un altro fendente che però non va a segno;l’animale mordendogli il braccio lo costringe a lasciare la spada. Gabriel a denti stretti l’animale molla il braccio che da come glielo ha ridotto è già tanto che è ancora attaccato,ma riesce ad evitare completamente la fiammata bruciandosi solo leggermente un’ ala < >passandosi la mano sinistra sul braccio destro che gli provocava un enorme dolore e con un urlo ruggente misto tra rabbia e dolore Gabriel si rialzò dicendo. impugnata la spada corre in contro alla creatura urlando di rabbia con le lacrime che cominciavano a scendergli dagli occhi pensando:perdonami padre non sono degno del tuo nome ma morirò con onore….. SILENZIO…….ad un certo punto un sibilo fischia dalla sinistra del mostro colpendolo in pieno seguito da una voce un ascione sibilando nell’aria si pianta nel fianco dell’animale facendolo morire di colpo e facendolo rovinare a terra con un tonfo fragoroso. Un ombra a corsa si muoveva verso il mago che impietrito dall’accaduto era rimasto come un baccalà a bocca aperta e con una non sperata seconda opportunità un pensiero gli si intrufolò nella mente…..e se avesse sbagliato mira?di notte così. Bastava un piccolo errore e uccideva me!....vedendolo arrivare ha sembianze umane…..ma….mai fidarsi;comunque grazie….entrato nella luce del bastone l’uomo prosegue sfoderando la lunga spada che portava al fianco sinistro;e passando oltre il mago con un fendente taglia di netto la testa alla creatura che salta sul terreno con brevi spasmi e muore. L’uomo girandosi verso gabriel appoggiato il piede al corpo esanime del mostro ne estrae l’ascia mostrando i muscoli possenti che ha….alto 2metri circa;castano con i capelli raggruppati in una coda di cavallo dagli occhi marroni e possente alla vista e porta delle pellicce di….orso;sarà forse un cacciatore è possibile che mi sbaglio….. comunque grazie ma per ora è meglio non fidarsi. L’uomo osservando l’animale dice . . < Nessuno. Se vuoi vivere seguimi sennò aspetta e vedrai ma non tornerò a salvarti…>prese le sue cose il mago corse verso il bosco da cui è uscito quel uomo seguendolo a ruota;correndo a più non posso per la radura. ormai giunti al bosco si sentono cadere in picchiata delle creature che emettono versi assordanti forse 10 o 11 troppe da uccidere;quasi arrivati si addentrano nel bosco e l’uomo agilissimo nonostante la mole si arrampica su un albero e arrivato in cima aiuta il mago a salire dicendo sentendo queste parole Gabriel rivide parlare davanti a se il suo defunto padre ma questa volta non si commosse;ogni giorno che passava diventava sempre un po’ più forte il suo sguardo si rivolse ai tempi passati e il suo viso possente mentre raccontava si velava di tristezza . ; . . . Ridendo . . . . . le mani si illuminarono di blu e lasciando a bocca aperta l’uomo che stupito ringraziò il mago ancora incredulo di tale miracolo; Gabriel molto stanco . Mentre calava nel sonno profondo vide l’uomo che osservava la ferita e poi in modo offuscato vide che osservava lui ;poi più nulla. CAPITOLO 2. Il nostro eroe si svegliò di soprassalto quasi cascando e ricordandosi appena in tempo di essere su un albero;che il giorno precedente non era un sogno ma realtà, e che doveva la vita ad un certo Caled che per lui poteva essere benissimo un ladro travestito di buone intenzioni. Dato che era sveglio avrebbe potuto ucciderlo in qualsiasi momento ma non lo ha fatto;fidiamoci almeno fino a quando non mi porta al castello di Deyl poi vedremo se fidarsi o no. Caled vedendo che si era svegliato .<è questo che mi preoccupa….>; . facendo illuminare di blu il bastone… scendendo si accovacciano e gobbi nell’erba alta del fitto bosco cominciano una folle corsa per uscire da esso prima del tramonto;molto difficile,dato che per attraversarlo tutto ci vogliono almeno un giorno e mezzo…..si vedrà come se la caveranno. I due scesi dall’albero cominciano una folle corsa contro il tempo per evitare di essere mangiati. Gabriel non del tutto ancora sveglio si fida ciecamente di Caled che al momento è il suo migliore amico se riesce a portarlo da Deyl. Correndo nel folto bosco che ad ogni passo diventa sempre più buio e comincia a puzzare di trappola e agguato già architettato;arrivati davanti ad un enorme masso Gabriel ormai esausto Caled girando intorno alla roccia trova un buco della altezza di un uomo adulto in piedi grande a tal punto da farci passare un cavallo non finisce la frase che sente qualcosa sulla sua spalla che silenziosamente si arrampica e vedendo la faccia pietrificata di Gabriel; si vede arrivare sulla schiena un ragno grosso come un pugno dal colore a zebrature gialle e nere;con cinque occhietti neri otto zampine e due zanne colanti veleno sotto agli occhi. Senza voltarsi e con ribrezzo Caled gli sferra senza pensarci due volte un pugno che lo butta giù dalla sua spalla e dice girandosi estrae la spada e trafigge l’aracnoide che emette un sibilo……..pochi secondi dopo almeno un centinaio di sibili identici si accendono in coro dal fitto della foresta; salendo poi a sua volta sulla roccia alta 3 metri ma facilmente scalabile ed evitando il morso di un ragno che lo voleva mordere alla caviglia. Gabriel estraendo la spada e facendosi luce intorno riesce a vedere con disgusto che lui ed il suo momentaneo amico, sono circondati da un brulicare di ragni tutti uguali che uno sopra all’altro si avventano alla roccia salendo e circondandoli colpendo intanto i ragni che riuscivano a raggiungerli in cima alla collina……Gabriel infilzando un altro ragno . sorpreso di sentir tremare la terra intorno alla pietra su cui stavano facendo cadere la maggior parte dei ragni nella crepa che dopo 10 secondi si richiude da sola. Alcuni ragni però saldamente attaccati alla roccia si salvano e cominciano l’arrampicata per la cena. bruciando tutti i piccoli e schifosi esseri attaccati alla parete sotto di lui.solcando l’aria sotto di lui con la sua ascia e mutilando a morte i ragni investiti dalla possente lama. . Gabriel pietrificato Con un pensiero fisso di terrore interno e primitivo che ti sale dalle viscere e ti fa ricordare quanto è meglio essere già morti prima di affrontare una così colossale sfida Caled si gira e di fronte a lui vede cinque enormi occhi neri vitrei che lo fissavano facendogli venire in mente mentre uno di quei cosi prendeva la sua ragazza e lei rimasta da sola a fronteggiarlo gli gridava. e correndo via si girò un attimo e vide la cosa più atroce della sua vita un ricordo che marchiato a fuoco gli rimarrà sempre stampato nei suoi pensieri;la sua futura sposa che veniva addentata da quel essere e morbida cadeva al suolo dopo l’ultima spadata in preda alle convulsioni e il ragno la portava via nel suo nido per darla hai suoi piccoli. Come svegliatosi da un incubo in pochi secondi si ritrovò ad affrontare un passato che lo aveva seguito fino ad ora;ma adesso basta sarebbe giunto il momento di combattere!Caled sentendosi spostare e udendo in lontananza parole poco udibili si ritrovò subito catapultato nel presente. Gabriel spostandolo con un braccio e mettendosi davanti a lui <FIAMMA SACRA!>una fiammata che investi in pieno il ragno ma che non fece molto effetto al mostro dato che aveva una pelle molto più resistente e coriacea dei figli. La creatura emettendo un verso roco e cavernoso si avventò con le sue zanne colanti veleno su Gabriel. il ragno infuriato per la perdita dei piccoli sta per avventarsi sul mago che viene protetto all’istante da un muro di pietra resistente ma non molto duraturo. Rivolgendosi a Caled Caled infilando la spada nel fodero . Il muro calando e frantumandosi in polvere sotto i ripetuti strattoni delle bestia avvolta da una nuvola di polvere emise un altro verso terrorizzante;alto quanto la pietra il ragno non vedeva nulla….ad un certo punto si sentì atterrare sopra il dorso una cosa che grazie alla nebbia non riusciva a definire bene nei particolari ma riusciva a capire che era cibo. Caled con l’ascia possente in mano osservò gli occhi del ragno e con rabbia e tutta la sua forza con un fendente ci conficcò a fondo la lama dell’ascia proprio in mezzo ad essi sentendo subito dopo un verso roco e gutturale di sofferenza dalla creatura. Mettendo il piede destro su un occhio ci fece forza ed estrasse l’ascia provocandogli altro dolore;con un altro fendente lo colpì nello stesso punto ma più in giù così da allungare la ferita e aumentare la tortura del ragno. Con un enorme sorriso ed una risata efferata a suo seguito estrasse nuovamente l’ascia;Il mago saltando ora a sua volta sul ragno. detto questo appoggia la mano sul taglio in mezzo agli occhi del ragno. <FIAMMA SACRA ALLA MASSIMA POTENZA!!!>detto questo dalla sua mano si formano due venti contrari;uno che con forza scompiglia i capelli di Gabriel togliendogli il cappuccio marrone, e dalla mano(tutto in pochi secondi),esce un vortice di fiamme che si allarga di almeno 10 centimetri di raggio provocando una fiammata che provoca un foro di diametro venti centimetri in mezzo agli occhi del ragno sfondandone il torace e facendo un foro nel terreno di vari metri. Il ragno con un gesto unico crolla emettendo un ultimo verso roco;facendo così arrivare a terra i due uomini sul suo dorso e il ragno come per riflesso scesi i due uomini si rigira sulla schiena e comincia a fare un tunnel con le enormi zampe richiudendolo in fondo con l’addome fermandosi poi definitivamente. . non finisce la frase che crolla di stanchezza svenendo. Caled preoccupato . Avvicinandosi al suo petto senti che era ancora vivo; prendendolo in spalla si accinge a scalare il sasso così da essere al sicuro nel caso volesse far visita qualche ospite indesiderato;non si sa mai…..arrivato in cima lo sdraia sul sasso e va nei dintorni in cerca di cibo. detto questo Caled si accinge a scendere dalla roccia la raggira e scopre che con l’apertura della terra il nido degli Scratch era crollato anche se ce ne erano dentro ormai sono morti!pensò addentrandosi nel fitto del bosco. cercherò qualche bacca e qualche frutto se ce ne sono di sani……..il bosco si presentava sempre più fitto e a mano a mano che entrava vedeva sempre meno…il bastone!pensò: si voltò e torno a corsa indietro a recuperarlo. Arrivato dopo qualche minuto di corsa al masso si accinse a scalarlo. Arrivato in cima vede Gabriel come in trans Gabriel voltandosi con gli occhi verdi velati di nero . , . . ;Con un aria sarcastica negli occhi; . Caled impaurito dalla minaccia . . Gabriel crollando di nuovo e cadde in un sonno profondo privo di pensieri e di assoluto riposo. Ora sono più forte! Più combatto e più sento la magia fluire in me e chiedere sangue!non voglio che sia così!non voglio che la magia sia chiedere il sangue degli altri esseri viventi non voglio!Gabriel svegliandosi di colpo . . . . . . rimettendosi il cappuccio che gli oscura completamente la faccia anche se in pieno giorno. Caled senza dire niente recupera il recuperabile e si avventurano nel folto del bosco oscuro. . . . . . . Gabriel girandosi e vedendo due occhi luminosi che lo fissano e dal buio si vede uscire due zanne gocciolanti con relative zampe che gli corrono incontro evitando goffamente gli alberi che ne rallentano la corsa cominciando a correre Caled e voltandosi girandosi e correndo più forte a sua volta. Dopo aver visto entrambi la creatura cominciano una folle corsa verso quella che sembra l’uscita dal bosco. . . Aumentando il passo. I due nella folle corsa per uscire che non sembra concludersi mai;in un interminabile minuto di corsa sfrenata riescono a sentire il fiato acido della creatura ragnesca sul loro collo che si avvicina. Arrivati a pochi passi dall’arrivo e con la creatura che li aveva ormai raggiunti i due avventurieri si buttano fuori nella vallata sperando nel destino e atterrano poco dopo fuori rotolando nella pianura per qualche metro. Il ragno arrivato di corsa all’uscita vede il sole che tramonta e urlando di dolore per i suoi poveri occhi non abituati alla luce si blocca e si ritira nel fitto del bosco urlando di dolore e di rabbia per la cena che gli era scappata. I due avventurieri ormai salvi prendono la roba che nel ruzzolare avevano abbandonato e continuano a corsa mettendo più distanza possibile tra loro ed il ragno. Arrivati ad un miglio dal boschetto ed ormai esausti vedono che la luna è alta in cielo e si accampano. Dovrai formare un esercito di compagni fedeli che ti seguano in battaglia verso il male…….. . . arrivati dopo pochi minuti sulla collinetta;riescono da li a vedere per almeno 2 miglia circolari sotto di loro che nel buio sotto la luce lunare sembrano vuoti e con questa calma ne approfittano per mangiare un po’ e finire le provviste dopo un ora circa……… ormai sdraiato e con gli occhi chiusi;lo zaino sotto la testa e il bastone accanto alla mano destra. sdraiandosi a sua volta cominciando a dormire e cascando in un sonno così profondo che da molto tempo non aveva più. Il giorno dopo alle prime luci dell’alba svegliatosi di colpo,si vide circondato da almeno mille soldati con l’arco puntato su di loro. Gabriel alzandosi in piedi e stiracchiandosi con il bastone in mano. Caled impaurito imbraccia l’ascia……. . Esce fuori dal folto dei soldati un uomo con una corazza rossa e con il simbolo di Amret marchiato sul pettorale destro in bianco;ha una cicatrice che gli deforma e deturpa tutto il viso percorrendogli tutto il lato sinistro. L’uomo si fa avanti mostrando l’ascia di caled e spostandosi i capelli nero pece dagli occhi;dicendo: il Capitano infuriato il viaggio prosegue lungo la pianura arrivando alle rive del lago Hallen al tramonto avvicinandosi troppo al bosco nero che incuteva paura anche ai soldati ma pure il lago non li tranquillizzava tanto è che nessuno ne toccava le rive;per paura di cosa?si domando Gabriel. . Tutti in silenzio si accingono a dormire quelle poche ore che le creature del bosco e del lago gli consentiranno prima di cenare. arrivata la mattina i soldati si accorgono che sia che dalla spiaggia che dal boschetto sono sparite almeno in tutto 200 delle 1000guardie che il capitano aveva sotto il suo diretto controllo;tra urli umani e strazianti versi animali e di chissà cosa la notte passa facendo dormire tutti con un occhio aperto. detto questo i soldati raccogliendo il tutto e preparandosi alla partenza. Lasciando una preghiera rivolta al cielo e alla terra;che i loro spiriti trovino la pace. Svegliato di soprassalto Gabriel afferra il bastone buttando a terra il soldato che lo stava svegliando con una testata in pieno mento. . Rialzatosi e dolorante il soldato si accinge a dare una spadata al mago……… interviene il capitano . interviene serio Gabriel. . Ripresa la marcia forzata i soldati attraversano una grande e verde pianura……… a bassa voce sempre a bassa voce dalla protezione a forma di testuggine si sente da sotto arrivare a pioggia frecce in abbondanza che sugli scudi cominciano fragorosamente a rimbalzare ma non solo quelle arrivano da fuori;dei rumori rochi come di grida e un rumore di scontri contro la protezione laterale e da dentro con un seguire fragoroso di schianti e spade in contrasto; Girandosi Caled vede dietro di se che gli uomini rimasti erano la maggior parte e dinnanzi a loro c’era solo due soldati e il capitano;legati come erano solo il mago poteva fare qualcosa con le mani libere per portare il bastone, Gabriel giratosi a sua volta a vedere dietro vede il sangue che a fiotti scorre misto tra il rosso e il viola scuro degli orchi. Una visione di cadaveri con sopra di loro pochi orchi a mangiarne le carni;una cosa raccapricciante che non aveva mai visto e mentre vedeva un orco nella sua visione che lo fissava e sorrideva mostrandogli la sua faccia e strappandogli con un morso una ciocca di capelli e una parte di pelle……si risvegliò come da un sogno e……vide lo stesso orco che lo guarda sorridendo dopo aver tagliato la testa ad un soldato;ma un uomo con forza gli corre incontro e gli trafigge la spada in petto facendogli cambiare espressione in estrema sofferenza. Voltandosi l’uomo;uguale come una goccia d’acqua al mago gli grida; < BASTARDO!!!!CORRETE VOI!!! QUI CI PENSIAMO NOI!!!>il mago incredulo chiude per un istante gli occhi e riaprendoli vede che è una persona totalmente diversa;con barba e capelli biondo scuro;voltandosi il soldato continua la battaglia trafiggendo un altro orco come se fosse in un sogno e continuando a correre risponde . Dopo circa tre ore di corsa senza sosta riescono ad intravedere il castello di Amret nella sua grandezza;un castello di cui nessuno mai ne ha scoperti i segreti. con gli orchi alle spalle affamati e armati con sciabole scheggiate e scudi quasi inutili corrono incuranti del pericolo e verso una invitante cena. Arrivati alla soglia del Castello i cinque sopravvissuti trovano i cancelli chiusi e con gli orchi alle calcagna cominciano a spazientirsi; segue estrapolate tali parole un silenzio tombale rotto solo da un soffio di vento naufrago della corrente che lo ha separato dalla tempesta che lo ha creato portandolo a morire li. Le porte con un suono sordo si aprirono il Mago al sentire nominare quel nome vennero a mente scene di combattimenti tra un demone e suo padre ma il padre alla fine dello scontro ridotto in fin di vita fuggiva da una porta che si trasformava in un enorme torre nera che oscurava il cielo;cosa potrà mai essere ciò;pensò Gabriel nel momento in cui l’immagine se ne volò via come quel alito di vento a morire chissà dove. Aperte completamente le porte i soldati con i prigionieri entrano con tanta fretta che sembra abbiano le ali hai piedi. Le guardi all’interno del castello entrati i cinque cominciano a contrarre l’arco e a scagliare frecce alla ceca tra gli orchi che parandosi con gli scudi riescono a proseguire calpestando i pochi colpiti che nel cadere segnano la loro morte. Nel mentre della corsa però gli orchi intenti più a pararsi che a osservare davanti a loro non si accorgono che mentre venivano scagliate le frecce il cancello veniva chiuso impedendogli di entrare. Accortisi troppo tardi la maggior parte vi rovina addosso e gli arcieri sulle mura prendono la mira e cominciano a scagliare a pioggia le frecce sugli orchi così da ucciderne a decine i pochi che riescono a scappare e a portarsi a distanza di sicurezza dalle frecce se la cavano con qualche ferita e decidono che non vale la pena di morire per un pasto. Gli uomini tornati a casa vengono bene accolti a differenza dei due prigionieri che li trattano come cani e non gli rivolgono nemmeno lo sguardo;Gabriel prende paura vedendo ad un tratto tutto il villaggio in fiamme e un uomo che le appicca con un sorriso sulle labbra e rivolgendosi con lo sguardo al nero castello di Deyl vede un uomo che dal pennacchi della torre si getta nel vuoto e nella caduta viene divorato dalle fiamme. Come prima in un attimo si risveglia di soprassalto e continua la traversata del villaggio in mezzo ai villani come essere indesiderato;stesso effetto per il suo amico. Arrivati molto lentamente e facendosi strada tra la folla. Arrivato alle porte del castello esse si aprono per pare entrare i cinque uomini;chi male accolto e chi bene accolto, entrati nel castello i due prigionieri vengono immediatamente rinchiusi nelle segrete da dove vengono strani lamenti e odore di carne morta ed in putrefazione. . Nel mentre che Caled dice tali parole passa un uomo gobbo e sinistro con il suo ghigno tetro dicendo e procede per la sua strada continuando a ghignare a tutte le celle che seguono. un urlo interrompe Gabriel che gli fa accapponare la pelle; . Dice Caled rivoltosi all’amico;ma guardando le ombre che tetre vanno a formare un oscura presenza che si diffonde nei tetri corridoi sotterranei del castello di Amret. CAPITOLO 3. Il giorno dopo dai letti di paglia delle celle infestate dai topi;i due si risvegliano….dei rumori provengono dai corridoi e l’uomo della sera prima che scende le scale a corsa arriva davanti alla cella con le chiavi aprendola in fretta e furia e urlandogli di uscire e correre dal re Deyl che li aspetta con impazienza e minaccia di tagliargli la testa a lui se non arrivano in salvo al suo cospetto blaterando di un errore e di arrivare immediatamente al suo cospetto. I due non riuscendo a comprendere i fatti;ancora assonnati chiedono spiegazioni ma di tutta risposta l’uomo gli urla di correre e proseguire a destra dopo le scale e poi a dritto. Usciti i due dalla cella,l’uomo la richiude e corre in giù lungo il corridoio accendendo le torce ai lati e illuminandolo a poco a poco prosegue. . I due fidandosi all’apparenza di quel uomo proseguono arrivando alle scale e osservando le celle che seguivano la loro; alcune erano vuote;ma altre erano abitate da creature simili a bambini ma deturpati in volto che sembravano stare indifesi nell’angolo della cella ma avvicinandosi Gabriel si accorse che non era così. Appena Gabriel si avvicina alla cella infatti la creatura simile ad un bambino si gira e all’apparenza pare guardarlo negli occhi;si avvicina lentamente alle sbarre nella penombra con due occhi che sembra debbano sgorgare in lacrime da un momento all’altro;e gli porge la mano il mago fa per avvicinarsi a prendergliela quando Caled interviene tirandolo a se lontano dalla cella. La creatura accortasi di essere stata scoperta si avventa alle sbarre cercando di afferrare il mago con le mani pustolose e mutilate emettendo versi rabbiosi e avventandosi sempre di più. . Guardando ai piedi della creatura vede una ciotola e spostandosi indietro per la furia ceca del piccolo essere per paura di essere afferrato . L due armati solo con il bastone di Gabriel e derubati dal capitano delle altre armi;proseguono per le scale evitando altri due esseri che al loro passaggio si avventano alle sbarre cercando di afferrarli per un bavero con la speranza ceca di mangiare carne. Salgono lentamente le tetre scale che solo due torce ne illuminano la salita. Arrivati in cima girano a destra e proseguono per il corridoio illuminato da poche torce che rendono tetro il corridoio come il resto del castello. Arrivati alla fine del corridoio si ritrovano davanti ad un portone vecchio e marrone scuro. I due avvicinandosi lentamente vedono che il portone si apre da se mostrando ai loro occhi un corridoio ben illuminato dal sole;ciò significava che non avevano poi dormito tanto;entrando nella sala deserta ed enorme proseguono con il sole che li segue illuminandogli la strada con il suo sorgere. Un uomo allora si avvicina a loro con aria amichevole e li invita a seguirlo dicendogli . Decidono di seguirlo non vedendo alterative . Rivolgendogli uno sguardo di assenso e impugnando più saldamente il bastone si accingono a seguirlo. Dopo circa 30 minuti che i tre giravano per le sale del immenso castello l’uomo li porta davanti ad un portone simile a quello che li ha fatti uscire dai sotterranei. Apertosi davanti a loro il portone gli mostra una sala altrimenti inaccessibile con un trono al centro con dietro due grossi stemmi in rosso di una enorme D bianca su un tendone ricamato di un colore rosso sangue che come quest ultimo colava dalle pareti uniforme smosso solo da singoli e sporadici colpi di vento;la sala era ben illuminata e alla sua destra dava accesso ad una terrazza da cui si poteva vedere tutto il villaggio. Ai lati del trono rivestito di velluto rosso anche quello aveva accanto due soldati ben piazzati a sinistra del trono e due a destra;ma a destra c’era anche il capitano che pochi giorni prima gli aveva rubato le armi e li aveva condotti dove sono ora. Gabriel guardandosi intorno osservò la terrazza e come un abbaglio vide di nuovo quel uomo che si buttava di sotto dalla cima di una torre. interviene Gabriel> <………Come fai a…..> Gabriel infuriato e rivolgendosi a Caled . Sentite tali parole il mago si rivolta a Deyl dicendo a Caled parole che lo segnano . Scorgendo negli occhi di Deyl uno strano luccichio di divertimento misto a follia dice intervenendo il capitano con l’ascia rubata in mano,agitandola verso Gabriel abbassando lo sguardo e rialzandolo come per sfida sugli occhi di Caled con un ghigno esilarato mostrandogli la spada che gli aveva rubato durante il sonno. Caled sopprimendo la sua ira e guardando Gabriel si calma vedendolo serio e calmo;al contrario di Deyl che era al quanto divertito;quasi come un bambino che ha ricevuto un nuovo giocattolo e pensa al modo in cui distruggerlo. avvicinandosi a Caled con disgusto gli restituisce le armi e di schiena . . . Uscendo dalla sala Gabriel e Caled;quest’ ultimo rimettendosi la spada alla cintura e allacciandosi la sua cara ascia. . . Gabriel guardandolo con uno sguardo severo ma in cui si nascondeva poco bene un sorriso… . sorridendo entrambi con fare complice. Escono e se ne vanno dalla sala. . sorridendo entrambi fino a formare un tetro ghigno il capitano si accinge a preparare la tomba teatrale che aspetta i due avventurieri. Usciti dall’immenso castello e sempre osservati visitano il villaggio trovando un armaiolo da cui Caled essendoci abituato a contrattare ci parla chiedendogli una spada ed uno scudo resistente a poco prezzo. interviene Caled fa il mercante allarmato Gabriel consegnandogli la moneta d’oro allontanandosi e allacciando lo scudo al braccio Gabriel la giornata era tersa e il sole caldo riscaldava dolcemente i corpi dei lavoratori. Arrivata l’ora di mangiare i due si dirigono al castello pretendendo un degno pasto e un riposo in un letto morbido e pulito per gli ospiti. Arrivati si fanno accompagnare da un ancella che li accompagna in bagno a lavarsi puliti e cambiati con i loro abiti a lavare;vestiti di bianco e candidi come angeli vanno a mangiare con addosso abiti reali presi in prestito;e le loro armi a portata di mano. Dopo aver quasi svuotato le dispense regali Caled si dichiara sazio emettendo un fragoroso rutto che rimbomba nella sala per qualche istante;pronunciando le fatidiche parole arrossendo come un peperone mentre tutti lo fissavano;dichiarando . . Detto questo Gabriel si dirige dal re. Non trovandolo subito si dirige sulla terrazza uscendo dalla sala. Da li si osserva il villaggio per intero;affacciandosi nel vuoto e osservando la gente del villaggio che da li era così piccola. Restando li a pensare alla sua vita così complicata decise dopo poco di andare a cercare nel palazzo la biblioteca perché se un re ha un palazzo così Grande avrà anche una biblioteca;sennò come lo passa il tempo. Uscendo dalla stanza incontra la gentile damigella che lo ha scortato al bagno voltandosi e nascondendo un ghigno. Non mi piace questa donna dopo aver consultato la libreria andrò da Caled a vedere come sta. Pensando ciò senza accorgersene arrivò davanti alla biblioteca. entrati entrambi Gabriel si stupisce di vedere tanti libri uno scaffale alto almeno sette metri pieno di libri;così tanti che il mago rimpiangeva il poco tempo che aveva a disposizione per leggerli tutti. Davanti all’immenso scaffale c’era un tavolo con una lanterna ad olio accesa sopra di esso che emetteva una luce soffusa. Seduto al tavolo intento a leggere un libro. Lo riconobbe subito ma era diverso;invecchiato. Come se dall’ultimo incontro avesse perso tutta la superiorità e la spietatezza di prima. Avvicinandosi si accorse che era molto più vecchi e come se in poco tempo la vecchiaia lo avesse divorato. Incrociando Gli occhi con i suoi si stupì della mancanza di sfida che aveva prima e che ora si era tramutata in stanchezza ed estrema sofferenza. avvicinandosi Gabriel si accorse ormai essendogli davanti che il vecchio aveva il volto deturpato dalle fiamme di un grande incendio e i suoi occhi verdi stavano ad indicare la grande sofferenza che provava. Toccandolo,senza volerlo venne investito come da un fulmine rivedendo l’uomo che si buttava dalla torre;ma non moriva. Entrava nelle fiamme contorcendosi;ma atterrando incontrò un uomo che lo rese immortale e gli disse; . Detto questo si allontanò facendo tornare alla realtà il mago. Sei riuscito a vederlo anche te vero?allora sei davvero colui che riuscirà a distruggere questa maledizione che ormai da troppi anni ci avvelena l’anima salvaci mago e io ti ricompenserò!> . una fiamma si concentra sulla mano dell’uomo e va a formare una freccia incandescente; chiede stupito il mago. <!>la freccia viene lanciata conficcandosi nel muro;piantandosi e, scomparendo un dardo di ghiaccio si forma sulla mano del vecchio voltandosi verso di lui. <!>lo scudo coprendo il mago lo protegge dal dardo di ghiaccio facendolo infrangere contro lo scudo. <!>Gabriel con il dardo in mano facendo spegnere la freccia. Girandosi di spalle proverò ad esaudire il tuo desiderio vecchio allontanandosi da lui lentamente. Ghignando il vecchio;lentamente disse <>Il mago fulmineamente si rigirò di scatto e correndo in contro al vecchio <!>ed estraendo la spada <!>spostando il braccio davanti a se fa infrangere il dardo e sempre nell’arco di pochi secondi mette avanti la spada <…..>non finisce la parola perché ormai il mago lo ha infilzato con la sua spada trapassandogli il cuore. La fiamma non fa in tempo ad accendersi che il vecchio spira l’ultimo respiro . Estraendo la spada Dirigendosi verso la porta con la donna che avendo assistito alla scena era rimasta immobile ed a bocca aperta . Uscito il mago si dirige in fretta alle stanze da letto prendendo tutta la roba ed entra dopo essersi rivestitosi con i suoi abiti ormai asciutti prende anche quelli di Caled ed entra nella sua stanza;trovando un uomo dallo sguardo assassino che si avvicina a Caled con un coltello tutto vestito di nero e nascosto con il favore dell’ora tarda e delle ombre che con il sole si sono allungate facilitandogli la furtività. voltandosi l’uomo si impaurisce vedendolo e corre verso Caled pugnalandolo al collo e buttandosi dalla finestra. Correndogli in contro e bloccando l’emorragia con la mano < >. Una luce ferma la ferita rimarginandola completamente. Caled ormai sveglio detto questo Gabriel si addormenta in un sogno agitato che lo fa svegliare;sognando guerre passate e avvenimenti futuri che non ha mai visto;troppo cruenti per lasciarlo dormire in pace. Svegliandosi di soprassalto gridando mettendogli una mano sulla fronte Arrossando e osservandolo riaddormentarsi come un angelo. E, rimettendosi a guardare le stelle passa la serata. Arrivata la mattina svegliando il mago. Ancora assonnato preparati e freschi i due si rivestono e si accingono a fare forse la loro ultima colazione. Entrati nell’immensa sala da pranzo,sempre vigili trovano tutto apparecchiato. Vedendo Deyl Gabriel . Dopo aver mangiato ed essere sazi. . Detto questo mangiano e escono dal castello andando in contro al loro destino. . arrivati nella piazza scoprono desolazione e sangue sparso ovunque. Guardandosi in torno Caled scorge una coda verde come un grande serpente che scivola via. finito di dire ciò una testa verde esce da dietro ad una casa alle spalle dei due e lentamente si avvicina a fauci spalancate senza emettere rumore;la testa con denti come lame e due occhi azzurri come l’acqua che scintillano e si illuminano con i raggi del sole;Di una luce non loro. Una creatura di illimitata furbizia e malvagità con un sol boccone già pregusta il suo pasto quando. Si proprio come se dietro di noi ci fosse qualcosa>girandosi di scatto il mago non finisce la frase che viene spintonato lontano da li. Estraendo l’ascia e girandosi Caled rimane pietrificato alla vista di tanto spaventosa creatura. Un dardo di ghiaccio si forma nella mano del mago <!>il drago sorpreso di essere stato scoperto esita per un secondo poi si fionda sui due,ha però un altra esitazione guardando la mano di uno dei due. Un MAGO! Pensa quanti secoli che non avevo occasione di mangiarne uno!sono cosi gustosi. Spostandosi all’ultimo istante evitando il dardo e lasciando senza parole il mago,<  !> [UN MAGO,MA INESPERTO A QUANTO VEDO;IL PRIMO DRAGO CHE PROVI AD UCCIDERE?VAI SUL PESANTE VEDO!] sentendo tali parole uscire come da una caverna si osserva intorno e guardando il drago capisce che HA PARLATO. Il mago non avendo mai sentito tale lingua si stupì che riusciva a capirla;forse perché il drago parlava direttamente alla sua mente?sarà davvero dura uccidere questa creatura!pensò Gabriel.  [SI,PARLO;CARO MAGO,SAI SONO SECOLI CHE NON NE MANGIAVO UNO E TE MI SEMBRI PROPRIO SUCCULENTO. MI ERO QUASI SCORDATO COME ERAVATE VOI MAGHI;MA ORA, AVRO’ OCCASIONE DI RIFARMI LE FAUCI] Con gusto il drago si avventa sul mago che con un salto lo evita all’ultimo; Caled ancora pietrificato dalla paura non si muove di un millimetro e resta con l’ascia impugnata in mano girandosi verso di lui lo vede bianco e come pietrificato il mago si gira e comincia una corsa dando uno spintone a Caled che lo sveglia e lo butta in un vicolo buio tra due case. Il drago sputando terra scavalca la casa appoggiandoci la zampa posteriore destra che ne distrugge metà edificio lasciando solo macerie. < PI!> [DOVE SCAPPI PICCOLO MAGO TANTO E’ INUTILE!]schiacciando carri e cadaveri che incontra nella sua strada. Girandosi <!>scagliando i due dardi il drago evita il primo ma il secondo lo prende ad una gamba facendogli un taglio di 3o4 centimetri che al drago fanno solo il solletico. Con le sue quattro zampe calpesta tutto guadagnando terreno. Caled si vede passare davanti una lucertola verde ma di dimensioni enormi con le squame verde smeraldo che sotto i riflessi del mattino producono sulle case bellissime luci verde smeraldo. Belli quanto la creatura che li produce è mortale. Caled sentendo che la creatura si allontanava lentamente con pesanti passi che rimbombavano torturando il terreno. Caled allora radunò tutte le sue forze compiendo uno sforzo immane per alzarsi e per sorreggere l’ascia diventata in quel momento pesantissima. Radunò le forze e con le gambe che tremavano uscì dal vicolo e;caricandosi con uno sforzo unico caricò l’ascia e con un lancio di una forza che non sapeva nemmeno di avere. Caled lanciò l’ascia verso il drago. La scena seguente si svolse in pochi secondi. Il mago nel momento del lancio si girò di scatto vedendo la scena del drago che li era quasi addosso ad un tratto in un istante il drago si girò e con una zampa fermò l’ascia lasciando di sasso Caled che crollando sui ginocchi. Il drago fermando l’ascia e lanciandola verso Caled facendogliela ricadere ai piedi a con una codata lo prende in pieno volto facendolo saettare alla sua sinistra contro un muro. In un’ istante Caled sputando sangue si ritrova scaraventato verso la casa e perde i sensi. Il mago approfittando della distrazione del dragonon fa in tempo a congiungere le mani che il drago con un colpo di zampa lo atterra e gli fa scagliare la sua fiamma contro una casa innescando un incendio a catena che si propaga in fretta. Ormai a mezzodì inoltrato i due sono praticamente spacciati ed il drago esultante si prepara a consumare il lauto pasto. < [NON ERI POI COSI’ MALE,MA COME TUTTI HAI FALLITO ANCHE TU] estraendo a fatica la spada fa uscire il suo braccio da sotto la zampa compiendo un enorme sforzo, con un fendente a denti stretti conficca la spada fino all’elsa nella zampa del drago,provocandogli una fitta che lo fa urlare di rabbia  [ORA MI HAI DAVVERO FATTO ARRABBIARE,NON TI MANGERO’;MA TI FARO’ PENTIRE DI ESSERE NATO!!!!!!] estraendo la spada rialzandosi a fatica e sorreggendosi con la spada per effettuare tale impresa;tutto gobbo e dolorante il mago guarda Caled e vedendolo svenuto pensa:ormai è la fine e lui lo sa bene!ad un certo punto una goccia cade su di loro ed il mago si accorge che un tuono squarcia l’aria.un fulmine squarcia improvvisamente l’aria tra il drago ed il magodimostrando invece che il colpo lo aveva sentito per il solo orgoglio rimaneva ancora in piedi. Il drago ormai furente sferra una zampata al mago scaraventandolo contro il muro e rompendogli un braccio insieme allo scudo che ci aveva attaccato e perdendo di mano il suo prezioso bastone. Il mago perdendo la concentrazione cade a terra svenuto con il suo bastone che non emette più luce. Ad un certo punto Caled risvegliatosi ed ancora stordito dalla botta vede l’ascia e gli corre in contro per riprenderla;ma essa è ben conficcata in una trave di sostegno della casa. Mentre sta per prenderla vede Gabriel a terra e lo chiama senza neppure pensare alle conseguenze che gli si vanno ritorcere contro <  O> [TU PICCOLO ED INUTILE ESSERE COSA CREDI DI FARE] girato la testa il drago lo osserva con i suoi occhi azzurri osservandolo. Intanto il mago alza la testa e dice tutto indolenzito la sua voce diventa di colpo roca e cavernosa e i suoi occhi si tingono di un colore nero <> [ECCO BRAVO STANNE FUORI IO ED IL MAGO CI DIVERTIAMO DA SOLI] <> [COME FAI A CONOSCERE IL MIO NOME ;E DOVE E’ FINITO QUELLO DI PRIMA] il drago alza la zampa per afferrare il mago e lui con la sua voce atona dice <>la zampa del drago appena tocca il mago viene scaraventata da una forza invisibile con una violenza tale che gli rompe il braccio. <> [DA DOVE VIENE QUESTA FORZA] Caled prendendo l’ascia riesce a nascondersi dentro ad un vicolo. Il drago furente allora si avventa a fauci spalancate sul mago che immobile alza la mano destra del braccio sano ed il tempo è come se si fermasse in quel istante;formando un vortice tra il bene ed il male con l’acqua che ormai aveva spento le fiamme e dalle case asciutte sgorgavano pinnacoli di fumo che raggiungevano lentamente il cielo ormai notturno;mentre le prime stelle facevano capolino tra le nuvole ed i due combattenti consumavano la fine del duello decidendone il vincitore il mago un vortice di fiamme avvolge in pochi secondi il drago per un intero minuto quasi fondendolo <.....> [NON CI POSSO CREDERE;IO SCONFITTO,NO!.....] crollando il drago emette un ultimo sonoro tonfo sordo morendo. Il mago allora chissà perché parla di se stesso in terza persona. Il mago svenendo di colpo abbandona tutto. Ad un certo punto dalla carcassa del drago esce uno spirito verde che si guarda in torno e dopo pochi attimi di esitazione punta decisamente verso Gabriel entrandogli dentro ed illuminandolo di una luce verde che in pochi istanti scompare la luna; finita la tempesta fa capolino da dietro le nuvole illuminando il volto pallido di Gabriel. Aprendo gli occhi Gabriel tentando di alzarsi ricade al suolo dopo poco stremato dalla battaglia svenendo e dicendo . Stringendo i denti per il dolore che la botta gli aveva provocato sguainando la spada i tre gli corrono in contro. Il primo azzarda un fendente allo stomaco e lui con una testata in pieno volto lo stordisce e con un calcio quando è a terra lo fa svenire;al secondo con un’ asciata effettuata con una giravolta ;e conficcata di rovescio nella pancia del soldato;lo atterra con un semplice sibilo di risposta. Il terzo osservando la scena guarda il capitano intimorito e poi parte con decisione verso il nemico azzardando una spadata al fianco di Caled ma questa volta lo becca facendogli uscire dal fianco un fiotto di sangue che provoca una fitta a Caled facendogli emettere un grido soffocato. Con un urlo di rabbia alza sulla sua testa l’ascia e facendola cadere sul soldato con un fendente gli affonda la lama nella spalla dividendolo in due metà agonizzanti e sanguinando a fiotti cade a terra agonizzando in preda a convulsioni che nell’arco di pochi secondi finiscono con il sopraggiungere della morte. Riponendo l’ascia sulla schiena e cingendosi il fianco dolente con il braccio. cominciando a traballare e ad annebbiarglisi la vista al capitano torna alla mente che era ancora vivo solo grazie al drago;e con la sua morte la loro immortalità cessava con essa! stringendosi una mano al cuore e cascando a terra. Sotto di lui subito dopo si viene a formare una voragine fiammeggiante che lo fa precipitare e porta tutta la città al suo vero aspetto;ossia ruderi secolari come per magia dopo aver mostrato la sua vera identità la voragine si chiude lasciando i due eroi in mezzo alle rovine del castello;ma almeno le mura sono ancora intatte così da proteggerli almeno per qualche giorno da incursioni esterne. . Raccogliendo il bastone ed il mago Caled che aveva riscontrato solo delle contusioni e delle emicranie che lo accompagneranno per qualche giorno per il resto era tutto a posto;tranne che per il fatto che lo scontro contro il muro gli aveva forse rotto qualcosa,e quella ferita infertagli da quel bastardo. Non sentiva niente e quindi non si preoccupava troppo. I tagli profondi che riportava in tutto il corpo e il fianco da cui perdeva molto sangue non lo interessavano al momento la cosa primaria era rendersi utile a Gabriel o chiunque realmente egli fosse per non farlo ammalare o morire di freddo. Arrivato nelle stanze da letto del castello ormai spoglie ;ma almeno al chiuso vi lasciò sopra Gabriel e ormai stanco morto e con la vista che gli si annebbiava Caled si accasciò accanto al letto e svenne. Gabriel risvegliatosi come da un incubo tutto sudato vide il sangue e realizzò di trovarsi nel castello;ma chi lo avrebbe potuto portare li;se non…… lo vide allora ansimante al margine del letto con una pozza densa di sangue ancora fresco che colava in abbondanza dal suo fianco destro . Curando il suo fianco e tutte le ferite si accorse che aveva la febbre alta. Non sapendo cosa fare ripenso a suo padre. richiusa la boccetta gli tasta la fronte e sente che la febbre è scomparsa;calmo e esausto crolla nel letto e dorme profondamente. I giorni passano ed i due lentamente e con dolore nell’arco di una settimana riescono a rimettersi in forse e a poter partire;grazie alla magia del mago e alle carni del drago che commestibili;sono durate una settimana e li hanno aiutati a curarsi più in fretta. <……..Si…..vengo ;ma prima devo passare a salutare il villaggio di cui non ti avevo parlato. Sono ladri si, e per la maggior parte vagabondi;ma lo fanno solo per vivere e per nessun altro motivo. Ora se vuoi partire andiamo a salutarli e a fargli scegliere un nuovo capo> . Raccolta la roba i due guardano il cielo che nel tardo pomeriggio è terso e blu. . Caled divento improvvisamente serio ripensando a Gabriel mentre lo affrontava sotto quel cielo nero;era completamente diverso da come è spensierato ora;ma chissà se lo è veramente. Meglio non pensarci. per questo te non la provi;perché non sei umano ne terrò conto. Voltandosi verso uno spazio aperto con ruderi di case intonò la sua nuova magia. Era pomeriggio inoltrato ma in quel istante;nel istante in cui Gabriel alzò le mani si fece buio in pochi attimi i quattro venti cominciano una danza fino a formare una tromba d’aria che spazza via tutto sul suo cammino;Gabriel come posseduto da qualcosa o qualcuno con una voce spettrale e antica abbassando le mani e restando a fatica in piedi;girandosi verso Caled cercando conforto in un volto amico. Girandosi caled si accorge che gli occhi di Gabriel da nero cupo tornano verde chiaro. Sta cercando di combattere la forza malvagia che è in lui;ciò mi conforta molto,quindi non è del tutto posseduto. Lo aiuterò! Andandogli incontro a confortarlo . . I due si dirigono allora verso il castello a concludere con una brace alla carne di drago due risate da amici e una rumorosa;rilassante e profonda dormita. Alzatosi Caled non vede Gabriel e si preoccupa cominciandolo a chiamare uscendo dalla terrazza e continuandolo a chiamare senza risposta. tirando un sospiro di sollievo Caled prende la roba e tutte le armi riponendole nel loro fodero. La roba di Gabriel non c’era;era dopo tutto un tipo molto prudente . .
  • . Lo sguardo di Gabriel si volse ad un passato troppo lontano perché Caled ne capisse l’origine;Con i suoi ventuno anni aveva visto tutto del presente;ma del passato ne ignorava completamente i fatti. La cosa non lo infastidiva comunque;perché in quei casi se ne veniva fuori con frasi del tipo io vivo al presente:e del passato non me ne importa niente. . . . Gabriel emettendo un fischio leggermente udibile e chiaro solo agli animali. I cavalli tardano poco ad arrivare privi di briglie e sella. saltati sui cavalli rispettivamente Gabriel elegante come la sua razza gli consente di essere e Caled un po’ più goffamente;ma dopo qualche minuto si aggiusta a sedere e partono. CAPITOLO 4 Con i ricordi alle spalle e i pensieri al domani partono con i loro cavalli attraverso la verdeggiante pianura che a perdita d’occhio si estendeva senza immediati pericoli. I due giorni seguenti passarono senza che i due parlassero molto. Su questo i due si intendevano molto bene;sapevano quando era il momento di pensare e tacere. Il terzo giorno ormai sul lago e prossimi al villaggio;prima di montare in sella al cavallo salendo sul cavallo Gabriel salendo anche egli in sella . A bassa voce lasciando Gabriel con il dubbio si avviò in una corsa furiosa verso il villaggio. correndogli dietro. Ad un certo punto nel senso contrario a loro vedono correre due orchi in sella a due Wolif ;queste creature simili a lupi ma 10 volte più feroci e tre volte la loro taglia. Dal pelo grigio folto queste creature vengono torturate dagli orchi per farsi obbedire ma appena il loro padrone muore sono ancora più feroci perché selvatici. Sono anche capaci a rivoltarsi al padrone e mangiarlo se troppo maltrattati. Creature con cui non c’è proprio niente da scherzare. Appena i due li vedono cominciano una folle corsa nella direzione del loro villaggio. Caled ponendosi davanti e fermandogli le vie di fuga. Il primo lupo s'impenna facendo cadere l’orco che gli stava sulla schiena che rovina a terra con un tonfo sordo dovuto alla pesante armatura che portava. Il secondo lupo visto in anticipo; l’ostacolo si ferma con calma e avvicinatosi al cavallo gli ringhia facendolo imbizzarrire. Arrivato gabriel lo calma ed insieme a caled scendono da cavallo. Facendo attenzione ai lupi Caled stupisce Gabriel incominciando un discorso con l’orco in una lingua arcana che il mago ne ignorava persino l’esistenza. Egli infatti incomincia un discorso con l’orco in sella al Wolif e guardandolo fisso negli occhi data la sua statura più che meritevole per un uomo >. [Cosa fate da queste parti esploratori?;al dì là del lago confine dove il lago si stringe con il fiume è l’inizio del mio territorio e la fine del vostro quindi se avete un motivo per il quale io possa giustificare una tale insolenza da parte vostra fatemelo presente che forse se lo ritengo valido posso risparmiarvi la vita] > [Lo sappiamo ma abbiamo fame e il territorio comune di caccia non ci basta più;per questo abbiamo deciso di sciogliere questo patto e uccidere tutti gli umani;che hanno la carne più tenera delle creature nel bosco;e poi sono più facili da uccidere!E adesso devi morire come gli altri] <….> [Cosa vuoi dire….] non finisce la frase che vede l’orco estrarre una spada scheggiata e ancora sanguinante;di un rosso denso e palpitante;ancora fresco. ed estraendo contemporaneamente la sua preziosa ascia da guerra che aveva sulla schiena. Detto ciò in un incomprensibile istante Caled con rabbia affonda la lama dell’ascia nel cranio del wolif vicino a lui uccidendolo sul colpo. Il wolif fa uscire dalla bocca un fiotto di sangue insieme alla lingua che al lato destro della bocca gli esce fuori a penzolare come un lombrico morto. Gli occhi gli si rigirano e diventano bianchi;crollando accanto all’orco che gli era caduto di sella accanto facendolo allontanare impaurito. Il secondo wolif dopo aver assistito alla scena disarciona l’orco sopra la sua schiena e dopo una breve corsa effettua un balzo verso il mago saltandogli addosso a fauci spalancate. Il mago preso alla sprovvista si difende con l’unica cosa che istintivamente ha a portata di mano;lo scudo,parandosi ma dimostrando poca forza fisica perché appena il wolif gli è sopra lo butta a terra addentandogli lo scudo e cominciando con la testa a scuoterlo con la speranza di romperlo e con la zampa artigliata nel mentre teneva a terra il povero mago che nel frattempo alla vista di quelle fauci era diventato bianco pallido. Come se la paura gli avesse sottratto la vita momentaneamente. In tale stato;anche se salvo il mago non riesce a pensare ad altro che alla speranza che lo scudo non si rompa mai. Caled intanto corre verso il secondo orco che caduto e gli sferra un asciata;ma quest’ ultimo scaltro si para con la spada,ed estratto un pugnale dal fodero nella caviglia glielo conficca nella coscia!Caled urlando di dolore solleva l’ascia e indietreggia zoppicando. L’orco sorridendo e rialzandosi in piedi <> [ Caro ladro,io sono molto furbo e ora pagherai questo affronto con la vita!] correndogli incontro e con la spada caled nel mentre lasciando cadere a terra l’ascia che reggeva al momento con difficoltà;la vista annebbiata dal dolore e lo sguardo assente fisso sull’orco estrae la spada facendola scorrere nel fodero e a due mani si prepara a parare il colpo. L’orco azzarda allora un fendente a vuoto a sinistra dell’uomo perdendo quasi l’equilibrio per la forza che gli aveva impresso. Caled approfitta del momento per sferrare con forza un fendente laterale con cui riesce a sfondare l’armatura all’orco e a far uscire un rivolo di sangue scuro;quasi nero che fa urlare di rabbia l’orco. Con un urlo echeggiante gli azzarda un fendente alla gamba essendo Caled troppo alto per la sua portata. Di tutta risposta evitandolo Caled lo afferra per il collo sollevandolo lentamente;l’orco dimenandosi intanto per riuscire a colpirlo e ogni tanto azzardando un fendente:che,purtroppo,non arriverà mai al bersaglio. Perché, non potrà mai con la sua statura eguagliare la lunghezza e la portata del suo braccio in proporzione alla sua mole. Caled dopo averlo portato davanti agli occhi;con uno sguardo assente muove la spada verso l’orco e nello stesso momento molla la presa affettandogli il collo con il gesto fulmineo:e con una forza tale da scaraventare ad un metro di distanza la sua testa. Provocandogli solo qualche schizzo di sangue scuro in volto per la violenza del colpo. Il corpo poi ricade esanime a terra provocando un tonfo sordo con la caduta. Giratosi Caled si dirige ora verso l’altro orco;che, al contrario del primo,indietreggia ancora a terra, trascinandosi all’indietro sulla soffice erba verde del prato. Senza proferire parola e con lo sguardo assente Caled gli trafigge la gamba con la spada piantando l’orco al terreno e impedendogli con sicurezza la fuga. Ora con uno sguardo perso in chissà quali pensieri si gira e si muove verso l’ascia continuando a perdere sangue dalla ferita del pugnale orchesco;provocandogli intense fitte di dolore ad ogni passo. Recuperata la spada se la mette in spalla e reggendola con una mano si dirige con un passo sicuro se pur zoppicante verso Gabriel che ormai è stremato dalle fauci e gli insistenti strattoni del lupo;anche se quello scudo su cui il wolif si accanisce gli ha involontariamente salvato la vita;senza quello a quest’ora sarebbe nelle fauci del wolif. Arrivato Caled gli sferra un calcione nella groppa che lo fa rivoltare;appena ricevuto il wolif si rivolta;caled non fa in tempo a posare il piede che con un morso il wolif glielo prende e lo stringe provocandogli altro dolore ;però questa volta nella gamba sana. Così Caled sembra come svegliarsi da un lungo torpore:con un urlo echeggiante di rabbia sferra un fendente dritto alle costole del wolif che anche se molto resistenti si rompono come rami secchi al cospetto della possente ascia di Caled che un singolo fendente al posto dei polmoni del wolif ci mette il freddo acciaio!con un colpo il lupo molla la presa e rigetta un piccolo fiotto di sangue dalla bocca buttando insieme ad esso di fuori anche la lingua e rovinando in fine a terra emettendo un singolo e soffocato guaito. Il mago di un pallore mortale sarebbe sembrato morto se non fosse stato che respirava seppur affannosamente ma ancora respirava rivoltosi al cadavere si gira e mollando l’ascia si dirige in fine verso l’orco che nel frattempo aveva provocato una densa pozza di sangue scuro fuoriuscitagli dalla profonda ferita. Arrivato ormai dall’orco e respirando affannosamente dall’orco con passo zoppicante e inesorabile impugna la spada e la rigira nella ferita appoggiandocisi. In una lingua che ormai solo le creature nere e pochi uomini conoscevano ancora;perché bandita dalle lingue di Valleria perché considerata malefica e portatrice di disgrazie <> [Ora ricominciamo da capo. Cosa facevate nel mio territorio?] <AAAAAARRRGGGhhhhhh> [ Il villaggio da giorni non mangiava,avevamo…….AAAAARRRGGGhhhhhh!!!!!] rigirando la spada nella gamba allargando la ferita e facendo uscire più sangue <> [Ti ho fatto una domanda ed esigerei una risposta:perché?] <…..> [Il villaggio……buono;uccidimi pure, tanto ormai è troppo tardi!Tutti morti…..] allargando un ghigno dagli spigoli della bocca che fa infuriare Caled estraendo il pugnale e conficcandoglielo con forza nella fronte ponendo fine al suo dolore immediatamente. Cascando poi a terra semi svenuto e respirando ormai a fatica alzatosi così di fretta all’udire quella voce tanto roca si precipito a corsa verso Caled <!>il mago con il semplice tocco delle ferite con le mani le rimargina lasciando solo i segni nei vestiti. >Grazie;ma ora andiamo stando a ciò che sono riuscito a far dire a questo stupido orco dobbiamo sbrigarci! Ho un brutto presentimento Gabriel. Perciò recupera in fretta questa notte non ci accampiamo se necessario!> . Con un sospiro di sollievo diventando immediatamente serio! salendo a cavallo. Gabriel salendo anche egli a cavallo Abbassando lo sguardo e diventando serio <....> rivolto al cavallo <> [Ora mostraci la parola fretta,vai amico mio]i due cominciano una folle corsa contro il tempo con la premura di arrivare il prima possibile. A sera arrivati nei pressi del villaggio con il sole che faceva ancora per poco capolino dalla collina dietro al villaggio addentrandosi nel bosco . Dopo circa mezzora di attraversamento del bosco Le parole gli si rompono in gola quando vede del fumo salire dal tetto di una casa;poi del sangue imbrattato sui muri e sulle reti da pesca un braccio di un bambino pende da una finestra di legno senza vita e con sotto una pozza di sangue che ancora gocciola;ad un certo punto vede una donna corrergli in contro gridandoe gli casca ai suoi piedi con un pugnale conficcato nella schiena. Con un ultimo sforzo di disperazione la donna allunga la mano verso Caled e con uno sguardo di paura misto a puro dolore dicendo con un sibilo di voce e cade morta al suolo con una pozza di sangue che si allarga dalla ferita sul suolo. Caled alza ora lo sguardo tenendolo fisso sull’orco che inseguiva la donna estraendo con furia l’ascia Caled effettua una corsa furiosa verso il nemico con la sola rabbia che lo guida. In quattro passi è sopra di lui. L’orco non ha il tempo di reagire che con un colpo secco lo dilania in due metà. Il sangue si sparge un po’ovunque. Con il volto macchiato di sangue non suo diventando serio abbandonato lo zaino accanto al cadavere della donna Gabriel impugna saldamente il bastone e comincia a perlustrare le case una ad una che però si mostrano tutte insanguinate alla luce del tramonto che ormai aveva lasciato con un ultimo bagliore come un guerriero che in fin di vita si ostina fino all’ultimo respiro a lottare fino a che non sopraggiunge la morte. Sopraggiunta la notte Gabriel entrando nella casa da cui di fuori si vedeva ancora nella fioca luce della luna il braccio del povero bambino;che,ciondolava fuori della finestra continuando ancora a gocciolare lentamente qualche ultima goccia. Entrando lentamente nella casa e illuminandosi la via oscura con la calda luce blu del suo magico bastone. Scricchiolando la porta rivela al mago una presenza dietro ad essa;il mago fa per entrare di scatto ed evita per un pelo estraendo la spada;una padella nel capo. Al buio una donna con la sua bambina ancora in braccio a proteggerla e con la padella nell’altro tira un sospiro di sollievo nel vedere che il clandestino è umano con le lacrime che cominciavano a rigargli il volto trattenendo un conato di vomito il mago continua ad ascoltare . senza parole Gabriel si alza e esce furtivamente con il suo cappuccio che gli oscura il volto e illumina la strada davanti a se con il suo bastone e prosegue. Lungo la strada;ad un certo punto vede una fiaccola che gli corre davanti attraversandogli la strada poco più in la della sua vista. Dietro di lui passa ora un’altra fiaccola però nel verso opposto;girandosi come per riflesso il mago vede due occhi simili a quelli che aveva rivisto in quella cella ed il sangue in un attimo gli si gela ripensando solamente di quanta crudeltà era capace una sola creatura in gabbia;rabbrividì pensandola libera!ed intanto un'altra fiaccola gli passava dietro sempre più vicino;come se sapessero di quanto era capace e ne avessero paura. Le risate tetre che emettevano quelli esseri però raggelavano il sangue e li facevano sembrare divertititi;come se ciò per loro fosse un gioco. Il mago aspettò ancora un poco e poi spense la luce nel bastone;<!>riponendosi il bastone nella schiena e infilandosi lo scudo al braccio con cui reggeva il dardo. Intanto estraendo la spada vide che le creature nonostante la velocità erano piccoli;come fanciulli con grossi occhi grigio chiaro che alla luna parevano spettrali e lugubri. Poco dopo che la luce del bastone si spenge uno di loro effettua un salto sul muro della casa di fianco al mago e salta sulla sua spalla addentandogliela;il mago si agita per liberarsene e per poco non cade a terra. Il goblin agile come un grillo salta per terra davanti al mago;allora l’uomo cerca di colpirlo con la spada ma data l’agilità dell’ultimo lo manca. Sono in due pensa il mago;per quanto veloci non volano davvero o si moltiplicano. Devo separarli! Da soli per quanto veloci sarà più facile batterli! Se continuo così ci resto secco! Meglio inventarsi qualcosa. Ad un certo punto;in un momento quasi eterno di silenzio mortale. Davanti al mago appaiono due torce rette da creature simili a bambini ma dalla pelle scura;quasi nera alla luce della torcia. Voltatosi per tentare la fuga il mago scorge invece sei occhi che nel buio apparivano blu chiaro;come tre anime spettrali dallo sguardo vuoto che alla stessa distanza delle prime si avvicinavano lentamente. La luna allora si sforzo di favorire il mago lasciandosi dietro a se le nuvole ;e,con un bagliore spettrale illuminando il vicolo corto e angusto;che nel piccolo villaggio faceva compagnia a pochi altri simili congiungendo tutti alla fine;più o meno lunghi alla piccola piazza centrale dove il pesce veniva preparato e venduto nel villaggio. Le creature alla luce della luna sembravano leggermente disturbate ma con un ghigno di denti gialli continuavano ad osservare il loro obbiettivo principale. Il mago si sentiva ormai perduto;circondato da cinque creature immonde ed affamate. Lui protetto solo dalla sua spada e dallo scudo robusto che già in due precedenti occasioni gli aveva salvato la vita. CAPITOLO 5 Caled camminando per i piccoli e stretti vicoli con l’ascia salda tra le mani e lo sguardo attento ad ogni angolo e ad ogni singola ombra proseguiva da solo per la via senza apparenti pericoli. Con le ombre che si allungavano alle sue spalle caled proseguiva tra alcuni focolai tardivi a spegnersi. Il grosso dell’incendio si era ormai placato. Ad un certo punto una donna urlante gli taglia la strada a una decina di passi dalla sua posizione,disperata correva urlando. Dietro subito appresso un Wolif gli correva appresso e con un salto la fa smettere di urlare mischiando le urla ad un suono acquoso che si spegne poco dopo. Caled furioso,si dirige con l’ascia salda in pugno con fermezza nella direzione del Wolif;ma per la donna ormai non c’era più niente da fare. Gli aveva squarciato la gola con un morso e ora gli stava divorando una gamba con gusto. le parole gli si fermano in gola quando la creatura gli si rivolta e ringhiando gli mostra la sua mole e le sue acuminate zanne! Che grondavano saliva a fiotti. Il Wolif era enorme;almeno due volte la mole di un Wolif normale:riusciva quasi a guardare negli occhi Caled che dall’alto del suo metro e novanta si pentiva ora di non essere stato zitto quando ne aveva avuto l’occasione. Impugnando saldamente l’ascia . Il Wolif tenta ora un balzo verso l’uomo ma quest’ultimo lo evita all’ultimo istante beccandosi quattro tagli sul petto da parte dei suoi artigli ben affilati. In questi vicoli sono morto è meglio tentare;si gira in torno e alla sua destra vede la piazzola dove il pesce viene tolto dalle reti e gli viene tolta la lisca. Li avrò qualche possibilità. Comincia allora una corsa folle verso la piazza;dal momento in cui comincia a correre però per il Wolif diventa una preda e gli si illuminano gli occhi;come se fosse un gioco. Correndogli dietro con due balzi gli è alle costole mentre sta per effettuare il balzo decisivo Caled si butta rotolando via dal vicolo. Il Wolif si vede scomparire la preda da sotto gli occhi e arrivato frenando nella piazza si gira intorno annusando l’aria per cercarlo;lo trova a venti passi da lui. Appena lo scorge ulula e gli corre subito in contro. Caled ormai in piedi si prepara a sferrare il colpo contraendo al massimo i muscoli e stringendo tra le mani la sua preziosa ascia pensando;se sbaglio sono morto! Lancia l’ascia mandando il colpo a segno;conficcando l’ascia nella schiena del Wolif. Il colpo lo rallenta non poco;con l’ascia conficcata nella schiena comincia a gocciolare saliva mista a sangue, caled estrae a questo punto la sua spada correndo verso destra e inciampando in una cassa di pesce che lo fa cadere in terra rovinando sul volto. Il Wolif ne approfitta,con due balzi gli è sopra;Caled con un gesto unico e pieno di speranza gli conficca con fatica la spada nel collo fino all’elsa. Il Wolif accusa il colpo vomitando un fiotto di sangue in faccia a Caled. Con le corde vocali lacerate, a fauci spalancate si avvicina ormai vittorioso alla testa della sua preda per addentargliela e staccargliela di netto! Ormai rassegnato caled chiude gli occhi e aspetta l’inevitabile. Il wolif però a pochi centimetri rigira gli occhi e con un gesto unico crolla di peso su Caled che apre gli occhi sorpreso e tutto ricoperto di sangue. cercando con un sorriso che gli si allargava in volto con ogni secondo che passava; per la fortuna con cui era scampato al pericolo imminente. Cercando di estrarre la spada si accorse di non riuscirci più;l’aveva conficcata a tal punto che con una mano non riusciva a sfilarla dall’animale. Tenta allora con tutta la sua forza di sollevare il peso morto sopra di lui ma con ogni secondo che passa il sorriso gli si spegne e realizza:non riesce con la sua forza a spostare l’animale! detto ciò dei passi fragorosi lentamente si avvicinano alla sua posizione;TUMP…….TUMP……..TUMP…….sempre più vicini ad un certo punto con un sibilo Caled si sente liberare. Con un colpo della sua enorme mazza la creatura che si era avvicinata lo libera facendo volare il cadavere contro il muro;con un tonfo fragoroso infrangendolo e poi facendo crollare anche il resto della casa. Caled disarmato e tremante si sente come un bambino senza i genitori e disperso in un bosco buio; con la luna che risplendeva ora sopra le loro teste. Caled lentamente allora si alza e vede un troll di 3 metri di altezza con una clava in una mano ed impaziente di usarla. Un troll………….Merda!!!e questo come lo fermo? Gabriel si sentiva perduto;messo alle strette in un vicolo. Circondato sia davanti che alle spalle da cinque goblin ed ai lati da due muri che non gli permettevano nessuna possibilità di fuga…………Il muro! Un luccichio gli provenne da una finestra alla sua destra;come se i raggi lunari gli volessero suggerire una via di fuga da quel pasticcio in cui si trovava. Grazie pensò;ora devo architettare un modo per farne fuori almeno qualcuno in modo che non mi seguano;senza creare troppo scompiglio. Ad un certo punto la luna illumino il vicolo liberandosi di una nuvola;girandosi verso i tre goblin alle sue spalle vide che la luce lunare li disturbava facendoli nascondere nell’ombra di alcune cassette;quelli davanti a lui sembravano invece nemmeno accorgersene. La luce!come un lampo questa idea gli attraverso la mente illuminandola di nuova speranza di vita! Impugnando ora il bastone che aveva riposto sulle sue spalle pensò:quando ho riposto in spalla il bastone queste creature mi hanno attaccato;ciò significa che ne temevano la luce e che mi seguivano da chissà quanto tempo…..accendendo la luce vide che i goblin ne erano disturbati da tale luce ma quelli con la fiaccola invece non se ne degnavano nemmeno ed entrati nel raggio di illuminazione del bastone continuavano la loro marcia seri e con un pugnale scheggiato in mano. Erano vestiti di pelle stracciata;con la pelle nero carbone e gli occhi grandi colore grigio pallido spettrale continuavano inesorabilmente ad avanzare. I tre dietro però si erano arrestati al margine della luce come intimoriti da un muro di luce inattraversabile. A bassa voce appena udibile <!>con un attimo di esitazione si rivolge a quello di destra che tiene una fiaccola dicendo a voce alta <!>. Il Goblin di sinistra no fa in tempo a girarsi che il suo compagno ha una freccia di ghiaccio piantata nella fronte;abbandonando la fiaccola,in pochi secondi,emette un verso strozzato e cade a terra morto. Allora il compagno digrignando i denti urla in una lingua sconosciuta al mago;l’antico Urk-Rei una lingua nera utilizzata solo da creature oscure e maligne. Rivolto agli altri tre sentite tali parole i tre goblin ad occhi chiusi entrano nel muro di luce azzurra del bastone alla ceca urtando ogni cosa sul loro cammino.<............!>Il primo goblin nella sua corsa ceca inciampa contro una cassetta di pesce in mezzo al vicolo rovinando a terra sanguinante e con la testa fracassata<!........!>Il primo bersaglio lo becca e lo fa inciampare infuocando anche il suo amico rovinandogli addosso. Urlando i due arrivano poco distante ai piedi del mago abbrustoliti e morti entrambi. L’ultimo infuriato gli lancia la fiaccola e Gabriel lo evita per un pelo. La fiaccola casca in una pozza spegnendosi;il mago anch’egli lanciando la freccia però lo manca;il goblin saltando sul muro e arrampicandosi con il pugnale in bocca scompare nelle tenebre il mago allora ripone nelle spalle il bastone e si lancia attraverso la finestra rompendola e con una capriola atterrando e limitando i danni della spalla dolente da cui ormai ha perso molto sangue;con la vista che gli si annebbia <……………>attende un attimo nel silenzio più assoluto;una figura atterra fuori e lentamente si addentra nella finestra <…………FIAMMA SACRA!!!!!>Un vortice di fiamme completata la magia si sprigiona dalle mani del mago distruggendo completamente la parete e abbattendo il muro dall’altra parte della strada. Gli altri tre muri lo seguono provocando un frastuono terribile disintegrando il piccolo goblin. <>passandosi la mano sulla spalla dolente;con una fioca luce blu la illumina facendo lentamente rimarginare la profonda ferita. Altrimenti;dal colore che aveva preso lo avrebbe portato sicuramente alla morte per cancrena. Momentaneamente sviene vedendo però una figura piccola simile ad un bambino che lentamente dall’ombra si avvicina a lui non finisce la frase che le forze lo abbandonano completamente facendolo svenire. Rinviene qualche ora dopo sobbalzando dal letto;un letto fatto di paglia messa su delle assi di legno che tengono elevato il letto;per evitare che i topi ti camminino sulla faccia quando dormi. Il letto è privo di lenzuola dato che oltre alla povertà del villaggio li grazie ai venti e alla vicinanza al lago in inverno è caldo e in estate soffia un leggero venticello fresco che rinfresca l’atmosfera. Tale villaggio anche se poco conosciuto perché visibile solo dal lago a cui costeggia è la meta finale di molti viandanti data la fama di tranquillità di cui gode. Ora però dato il modo in cui è stato ridotto dalle fiamme e dagli orchi che lo hanno attaccato sarà dura ricostruire tutto il disastro che in una notte hanno provocato;quando invece per costruirlo tale piccolo paradiso di tranquillità,molte generazioni hanno dovuto dare la vita. Un frastuono fragoroso sveglia il mago. Gabriel si alza in piedi di scatto e vede con la vista ancora offuscata dal sonno entrando alla luce della candela il mago si alza in piedi e segue il bambino;la casa è veramente piccola e la fioca luce della candela ne illumina le pareti nere come se un grande incendio ne avesse bruciato internamente le pareti;arrivati nella piccola stanza l’uomo vede la finestra rotta e un cadavere di donna poco più grande del bambino che ha davanti. Essa ha tutta la schiena nera e rivoltandola di schiena vede che sotto di lei c’è una macchia che le fiamme non hanno arrivato. A questo punto il mago capisce tutto;la sorella ha fatto scudo con il suo corpo al fratellino;con la casa infuocata gli orchi non sono tornati a vedere se vi fossero superstiti per questo è ancora vivo quel bambino. il mago estrae dal fianco una fiala rossa colore del sangue;dopo averla stappata un soffice vapore rosa magico ne esce fuori scomparendo quasi subito. Presa in mano la testa della donna la solleva e gli versa in bocca alcune gocce di quel liquido denso contenuto in una boccetta dalla strana e fantasiosa forma. Lo richiude e lo rimette alla cintura legandosela saldamente. La donna per alcuni lunghi attimi non mostra alcun segno di vita apparente………………un sobbalzo e la donna comincia a contrarsi come se qualcosa di disumano gli strisciasse dentro donandogli un colorito roseo acceso e facendola lentamente respirare di nuovo correndogli incontro. Il mago con un braccio lo ferma strattonando via il braccio il bambino corre ad abbracciare la sorella. Appena viene toccata la donna apre gli occhi e fissa con aria spaesata la stanza. Il bambino la abbraccia stringendola al collo,lei lo afferra con una mano e lo solleva da terra mettendosi lentamente in piedi la donna lo osserva con i suoi occhi azzurri e lentamente stringe la presa soffocando il bambino. Con un gesto fulmineo gli rompe il collo con un ultimo sguardo di superiorità lo getta via in un angolo. Il corpo molle ricade a terra emettendo un gesto sordo la donna allora con i suoi occhi azzurri si muove verso il mago;osservandolo con un intensità soffocante. Con una voce cavernosa;come se provenisse da molto lontano. I suoi occhi ad ogni passo diventano nero pece e con un sorriso spettrale estraendo la spada con un fendente laterale la donna si para con la mano stringendo la fredda lama con forza Il sangue comincia ad uscirgli dalla mano; con un fendente all’altezza della testa il mago gli taglia di netto la testa ed uno spirito nero esce dal corpo volando via dalla finestra favorito dalla protezione delle tenebre sue degne alleate. Ripulita la spada di sangue innocente versato solo per il capriccio di un demone. Osserva il corpo del bambino e pensa;non mi freghi questa volta non ci casco più….infilandosi il cappuccio si volta ed esce dalla parete ormai sfondata. Si è fatta l’alba nel mentre della entusiasmante conversazione con un demone superiore degli inferi……… esce e si dirige verso la piazza centrale che dal vicolo si intravede come unica via di uscita;dato che il crollo dell’altra casa ha chiuso il piccolo vicolo permettendone la fuoriuscita solo verso la piccola piazza. Caled in piedi davanti a quella enorme creatura alta 3 metri. Lo osservava dall’alto. Cercando di ragionare sul da farsi. I troll oltre ad essere immensi;con un enorme forza fisica. In quanto a cervello sono molto carenti ed infatti ragionano di istinto;attaccando qualunque cosa si muove e non gli somiglia. Caled dall’alto del suo metro e novanta era immobile;disarmato. Attendeva solo che gli venisse inferto il colpo di grazia. Il troll lo osserva cercando di cogliere un qualsiasi movimento e attaccare passano due ore ed i due non si muovono di un millimetro. Dei detriti cascano dal tetto di una casa ed il troll si distrae un attimo rivolgendo lo sguardo verso la casa. Caled approfitta di quell’attimo di distrazione per correre verso il wolif e recuperare le sue armi. Comincia allora una frenetica corsa. Il troll però rivolgendosi subito nella sua direzione appena sente muovere dei passi. Con un urlo lo aiuta a raggiungere più in fretta la meta . Con una mazzata lo colpisce in pieno e lo scaraventa verso il Wolif con un solo colpo facendolo letteralmente volare. Atterra fortunatamente sul morbido pelo del Wolif che fortunatamente ne limita i danni e gli ossi rotti. Dal tetto invece quattro guerrieri incappucciati con solo gli occhi visibili con un agile gesto scompaiono dalla vista del troll in un attimo. Il mostro comincia ad annusare l’arie .digrignando i denti muove la mazza nel vuoto colpendo un uomo incappucciato. Batte la testa uccidendolo sul colpo. Gli altri tre allora;simultaneamente scoprono le loro figure dal mantello che li celava agli occhi degli altri ed estraggono la spada facendola scintillare. Due di loro si mettono rapidamente davanti alle gambe del troll confondendolo ed il terzo gli rimane davanti. Il troll se la prende con quello davanti a se;con un fendente della mazza poderosa lo prende in pieno:l’uomo però ci rimane attaccato e comincia ad arrampicarsi da li fino al braccio mentre il troll cerca di scuoterla. Gli altri due invece gli salgono uno per gamba ;arrivati alla coscia,con sincronia perfetta si guardano e gli conficcano la spada nella coscia tranciandogli i nervi portanti. Il troll crolla in ginocchio urlando. Ne afferra uno e lo scaraventa a terra l’uomo sul braccio invece gli conficca la spada nella mano costringendo la creatura a mollare la mazza che casca con un tonfo fragoroso. L’uomo sul braccio estrae la spada e si getta attaccandosi alla spada sulla coscia libera e scende estraendo a che quella. L’altro invece estrae la spada e sale sulla schiena salendo dal braccio alla spalla ed infine arrivando sul collo. Il troll cerca invano di prenderlo ma con poco successo. L’uomo in cima alla schiena pianta la spada nella nuca del troll;data la sua pelle dura si attacca alla spada e con tutto il suo peso si butta nel vuoto portandosi dietro la spada e squarciando decisamente la gola al troll, che con un ultimo sibilo cade a terra sull’uomo che aveva lanciato ai suoi piedi:emettendo un enorme frastuono. Ormai è l’alba ed il sole si presentano dal lago ben visibile dalla piazzola che si affacciava proprio su un piccolo porto con qualche barca peschereccia attraccata. Gabriel sentendo il fragoroso botto corre verso la piazzola davanti a se per andare a vedere. Spinto dalla curiosità ed in parte dalla paura che qualche detrito gli cascasse addosso arriva in pochi minuti alla piazzola vedendo l’enorme creatura che ormai giaceva a terra morta con un lago di sangue che si espandeva dal collo. Con il volto oscurato dal cappuccio vede due persone incappucciate di nero che lo osservano. Dopo qualche attimo si dirigono con fare minaccioso verso di lui;uno con due spade in mano e l’altro con una sporca di sangue fino all’elsa. Il mago allora credendoli nemici estrae la spada L’uomo con due spade esita un attimo Caled estraendo con Fatica l’ascia dal cadavere la ripone in spalla ed estrae la spada avviandosi lentamente verso i due guerrieri togliendosi entrambi il cappuccio irritata Sharon Intervenendo Caled ora Gabriel ora che mi ci fate pensare;Loro hanno uno stregone dalla loro parte;un motivo in più per…> interviene Gabriel. lo interrompe Caled interviene allora Noa, riponendo una spada nel fodero e abbassando l’altra. interviene Gabriel. Noa con uno sguardo serio fa un cenno a Sharon che con un gesto di diniego ripone la spada obbedendo a Noa. Il sole è ormai sorto e con i suoi raggi si estende sul lago illuminandolo di nuova vita. I quattro stipulano una momentanea tregua e vanno a cercare di portare i superstiti alla piazza per calcolare i danni. Nel villaggio tra donne uomini e bambini abitavano 100 persone; ora tra tutti i sopravvissuti si arriva a malapena aventi,contando i feriti e i malati in condizioni gravi. ……. . Interviene allora Noa Caled;siamo andati un po’ oltre la meta che avevamo previsto,ora che ci siamo però non mi tirerò di certo indietro!> Il Cavaliere scelto parte lasciando i due uomini e la donna in balia del loro destino. Con un fischio echeggiante richiama il suo destriero che non tarda troppo ad arrivare. Vi monta in sella e con la velocità del vento che soffia in mezzo agli alberi in un bosco avvolto da un tramonto suggestivo che illumina la scena ancora per qualche istante prima che il sole scompaia del tutto. Nei vicoli stretti leggero e delicato alla vista dei tre guerrieri scompare come un fantasma. Sharon con il suo carattere autoritario prende subito capo al gruppo . Gabriel allora interviene Gabriel incuriosendo ancora di più la donna che lo segue con avidità di sapere. <> l’uomo toccando il villano intimorito da quella luce come parole stregate l’uomo si calma e si fa curare dal mago. Sharon stupita di tale magia risponde affaticato Gabriel appoggiandosi ad un muro e scivolando lentamente al suolo. dal suo metro e settanta la donna era un po’ impressionata dalla mole di Caled. Il suo ordine di cavaliere Ombra, gli imponeva, di rimanere in un atteggiamento tale, da non dimostrare cedimenti al nemico;o a chi non fosse del suo stesso ordine. Rialzatosi Gabriel si dirige lentamente verso un altro villano. Sharon sentendo parlare i due rimane profondamente commossa pur non dimostrando o lasciando trapelare alcun sentimento;come il vestito nero e il mantello che la ricopriva essa era tale fuori e dentro:vuota!decide però di aiutarli aprendo un piccolo spiraglio nel suo rigido e severo modo di comportarsi. La sera sopraggiunge in poco tempo al villaggio.<>. Gabriel finisce di curare l’ultimo villano e crolla; chiede Caled; chiede di rimando Sharon,fingendo preoccupazione. La vista gli si offusca e dopo molto tempo si risveglia sdraiato sopra ad un letto fatto di assi e paglia come guanciale. La notte si è inoltrata nel piccolo villaggio di Fisher quando il mago esausto si mette a sedere sul letto. entra nella stanza tirando un sospiro di sollievo nel vederlo sano e salvo Entra nel mentre Sharon dicendo Ridendo Gabriel si rivolge a Sharon togliendosi il cappuccio alzandosi in piedi Gabriel appoggia una mano sulla spalla di Caled che nel mentre si era seduto caled sentendo tali parole si gira verso Gabriel Sharon Guarda prima caled e poi Gabriel chiudendo gli occhi <…………..> aprendo gli occhi . Sharon esita,si mette a sedere e comincia dicendo Gabriel esita un momento sul da farsi e decide poi in parte di accontentare la donna . Caled completamente sbigottito I tre prendono il minimo indispensabile per il viaggio;tra cui un po’ di viveri per sei giorni e dell’acqua. Partono allontanandosi dal villaggio e salutando i villani rimasti mentre si addentravano nel piccolo boschetto che costituiva l’unica entrata sicura nel villaggio. CAPITOLO 6. Il sole illuminava la radura al di là del boschetto che circondava il villaggio. Un leggero vento con la sua freschezza di fronte al caldo opprimente alleviava la fatica del viaggio ai tre avventurieri dopo circa due giorni di cammino arrivarono di fronte ai monti nebbiosi senza incontrare pericoli fortunatamente. La notte giunge e: detto questo si avvicina alle pendici della montagna e incappucciato si addormenta con il bastone saldamente in pugno. . aprendo un occhio richiudendo l’occhio. . Sdraiatasi accanto al mago si addormenta come un angelo. Caled rimasto solo mangia un boccone sotto la luce lunare e se ne va a dormire accanto al mago dopo aver messo tutto a posto e aver preso saldamente tra le braccia la sacca dei viveri detto questo si addormenta anche lui. Dopo qualche ora i due russano come trattori a lavoro . La mattina giunge in fretta ed i due addormentati si svegliano dopo qualche strattone da parte di Gabriel. . I due sbuffando e svegliandosi di scatto la prima estrae la spada e la punta al collo del mago e il secondo si alza in piedi stringendosi al petto con un braccio la sacca del cibo e con l’altro estraendo l’ascia. La donna si stupisce di una tale risposta dato che il suo bel corpo ben tornito gli ha sempre fatto cadere gli uomini ai suoi piedi,perché tale discorso quell’uomo era riuscito ad affascinarla forse?no non può essere così! Io non provo niente per gli uomini……lui però,è diverso. abbassando lo sguardo. Caled mettendosi in spalla la sacca con i viveri Gabriel si gira e prosegue nell’aggiramento della montagna dietro alla quale si porrà lo scontro per il quale sono venuti sino a qui. Sharon guarda Caled;Gabriel che si allontana e come risvegliatasi da un sogno si mette il cappuccio e impugnando l’elsa della spada si prepara ad aggirare anche lei la montagna e a vendicare la propria famiglia Caled sentitosi escluso li segue con lo zaino in spalla dei viveri dato che dei tre il più forte è lui con poca fatica si avventura su sentieri anche per lui ignoti. Dopo mezzodì inoltrato;da cui si riesce quasi a scorgere il tramonto. Senza proferire parola i tre arrivano nei pressi dell’accampamento. Da li riescono a vedere pur rimanendo invisibili al nemico venti orchi un cancello contenente forse i wolif;ma da li non si scorge gran che. Infine una grotta richiusa da un cancello ma da cui provengono strani rumori:un fuoco enorme al centro dello spiazzo e molte tende orchesche. Il tramonto inonda la pianura e i fuochi divampano detto questo e formati il gruppo ed il singolo i tre si separano per attuare il piano di battaglia. La notte cade sull’accampamento avvolgendo nell’oscurità tutti i presenti. Caled si avventura furtivamente riparandosi nell’oscurità sicuro dell’effetto sorpresa e consapevole del vantaggio che gli comporta sul nemico. Caled ora riparandosi dietro una tenda,ora dietro un'altra si stupisce che nessun orco è ancora venuto a fargli visita o che lo abbia visto passare a perlustrare la radura. Il campo era grande ma non così grande da non vedere orchi per miglia se non due hai cancelli della grotta e due hai cancelli del recinto. Mi sembra troppo facile pensa l’uomo mentre si avventura nell’oscurità. Due occhi gialli lo seguono furtivamente vedendo ogni suo passo da una debita distanza di sicurezza. Caled estraendo ora l’ascia enorme vede una tenda molto grossa dove alla luce delle fiaccole si intravedono molte figure che sembra stanno ascoltando una figura eretta davanti a loro. A circa cinquanta passi Caled non riesce a sentire ciò che dicono;insospettito dal fatto che qualche guardia lo seguisse si gira di scatto. All’inizio non vede nulla,ma guardando meglio scorge due occhi gialli che lo osservano incuriositi e che si vanno a ritirare in una grotta rimanendo nell’oscurità. la luna ad un certo punto ne illumina parzialmente il corpo;la piccola creatura era in realtà un ragno enorme che aveva decimato durante le varie notti gli orchi catturandoli durante il turno di guardia;non essendo in grado di affrontare tale creatura si erano riuniti per porvi rimedio lasciando indifeso il campo dato che fare la guardia costituiva solo una perdita di uomini;tanto valeva che la guardia la facesse il ragno! Questo facevano ed in effetti la guardia la fa molto bene Caled scorgendo solo una piccola parte della creatura non si accorge cosa è in realtà il mostro. Lo insegue allora nel buco dove era scappato cercando di ucciderlo. Gli occhietti furbi si girano ogni tanto durante la fuga per vedere se la vittima continua a seguirla nella trappola; i cuccioli hanno fame e hanno bisogno di nutrirsi tutte le notti. Lui sarà sufficiente per questa notte. Caled ormai addentratosi nella tana del ragno si accorge troppo tardi del guaio in cui si era cacciato e cerca invano di tornare indietro. Quel labirinto però non lo fermerà!pensava prima di cascare e cadere su di una ragnatela appiccicosa; dopo essersi lentamente abituato all’oscurità che lo circondava. Grazie agli anni passati a scorgere le cose durante la notte ora riusciva con un po’ di impegno a vedere di notte quasi come se fosse giorno;un po’ come fanno i gatti. Ad un certo punto riesce a vedere con orrore dove si trova;circondato da robuste ed appiccicose ragnatele dei rumore seguono come per risposta alle sue parole degli squittii come topi di dieci chili si avvicinano. Estraendo l’ascia Caled cerca di avventurarsi fuori dal nido ma con molta difficoltà;ed intanto gli squittii si fanno sempre più frequenti,numerosi e,vicini. Gabriel con il suo mantello nero cerca di limitare i movimenti per non farsi scoprire. Camminando furtivamente tiene in pugno la spada cercando di stare dietro a Sharon che come un ombra si muove nascondendosi ad ogni anfratto dai deboli raggi lunari. Insieme percorrono l’intero circondario dell’accampamento ma non trovano orchi. tornati al punto di partenza;osservano dalla postazione sulle rocce il campo semi deserto. detto questo i due come due ombre si avventurano nell’accampamento nemico. dopo averlo esplorato tutto vedono che l’unica cosa che può somigliare a qualcosa di vivo è il recinto contenente dieci Wolif ed una grotta da cui provengono strani rumori ma è chiusa con un lucchetto in ferro e quindi non può essere aperta molto facilmente; con un luccichio negli occhi Gabriel si avventura verso il tendone illuminato dalle torce di chi vi è dentro. troppo tardi Gabriel era già davanti all’apertura della tenda. La donna con fare disinvolto si ripara nell’ombra osservando da una posizione sicura la scena con troppa paura in corpo per agire. Gabriel si volta e non vedendo più l’amica spalanca il velo che chiude la tenda ed entrando vede tutti gli orchi seduti ad ascoltare il mago. <!> [Si proprio te cercavo] parlando in Erak-Mil e continuando a fissare il mago. Gli orchi erano spariti per lui c’era solo il mago che era alla sua altezza. Un orco si alza e con un cazzotto butta a terra il mago. Lui si rialza chiudendo gli occhi e pronunciando parole sconosciute a tutti i presenti;parlando in antico Ark-Dul e riaprendo gli occhi che erano diventati neri <!> [Tu creatura che ci osservi libera il mio amico e fai cibare i tuoi piccoli delle carni dei rimasti orchi;a te toccheranno le pregiate carni dei loro destrieri!] detto questo dall’ombra esce fuori un enorme ragno nero che si dirige verso la tenda e addentandola la rovescia per terra mostrando la luna ai presenti. Caled ormai alle strette si credeva perduto;i ragni lo avevano circondato chiudendolo in un angolo,da tutte le uscite e da tutti i fori uscivano ragni grossi come pugni. Caled con in pugno l’ascia comincia allora a tranciare i ragni che gli saltano addosso a fauci spalancate ad un certo punto parole oscure risuonano nelle gallerie della grotta ed i ragni si fermano. Come impauriti da tali parole. Docili si avvicinano a Caled che continua ad ucciderli senza pietà;ma quando dopo il decimo ragno che uccide vede che non fanno resistenza decide a suo disgusto di lasciarli fare riponendo l’ascia nella schiena. Un po’ per curiosità,un po’ per qualche mano invisibile che lo rassicura capisce che nel fare di quei cosi pelosi non vi è più ostilità;dopo che lo hanno completamente ricoperto senza però morderlo formano come un tappeto e lo costringono a sdraiarcisi sopra. Come ipnotizzato dal loro modo di fare caled si sdraia con riluttanza e come un pascià si lascia trasportare da vivo tappeto peloso che gli cammina sotto. Dopo una serie di momenti interminabili, Caled vede la luce della luna. Una luce così bella da vedersi che quasi si commuove al pensiero di non poterla rivedere più:che lo aveva sfiorato prima al buio della grotta labirintica. Giunto fuori i ragni scivolano via da sotto il suo corpo e lo lasciano li a terra. Caled si rialza in piedi . Rabbrividendo Caled estrae nuovamente l’ascia che aveva in precedenza riposto e si avvia verso la direzione in cui sono andati i ragni. All’improvviso degli urli sovrumani provengono dalla stessa direzione . Con l’ascia salda tra i pugni corre verso la direzione del campo. <> [Colpite tutto ciò che non somiglia ad un essere umano] con una voce cavernosa Gabriel incita i ragni ad attaccare gli orchi che disarmati si difendono con il fuoco e i pugni avendo però la peggio sulla velocità dei piccoli ragni. Gabriel ed il mago orco circondati da uno scenario di distruzione;con gli orchi ce scappano e la madre dei ragni che salta dentro il recinto dei Wolif facendo volare pezzi di carne ovunque. Gabriel riesce a vedere la scena di tutto il perimetro contemporaneamente da ogni singolo sguardo dei ragni che possiede mentalmente percependo quello che provano mentre mangiano con gusto. Perfino leccandosi i baffi Gabriel riesce quasi a spaventare il mago orco;che con la sua scarsa potenza magica tenta di abbandonarsi al demone che lo possiede per avere il massimo potere magico in questo scontro. Gli occhi dell’orco diventano improvvisamente neri e con uno sguardo spacca il lucchetto che tiene prigionieri i quattro Troll. Con la via libra i Troll si scatenano schiacciando tutto quello che incontrano. Gabriel allora come se distratto da tutto ciò che lo circonda ed inebriato da tale cosa si risveglia di colpo ed osserva serio il mago;tutti i piccoli ragni rimasti vivi allora si avventano su un Troll che a mazzate li scaraventa contro il muro vicino all’entrata della grotta frantumando i loro fragili corpi. Gli altri però;riescono a sovrastarlo facendolo cadere e lentamente divorandolo con avidità. dice Sharon nell’ombra osservando la scena con tutta sicurezza. Gli altri tre Troll vedendo in difficoltà il compagno gli vanno in soccorso pestando con i piedi nudi e pustolosi i ragni che scoppiettano sotto i loro poderosi pestoni.. L’orco richiama allora i pochi wolif rimasti;tre e li fa scappare dalle grinfie del ragno facendoli attaccare il mago. Quest’ultimo richiamando a se la madre si para usandola come una marionetta nelle sue mani. Il ragno enorme si para davanti ai tre wolif che ringhiano circondandola essa effettua un salto e ricade sopra uno di loro mordendolo e poi saltando via;il wolif morso comincia a sbavare copiosamente e dopo pochi secondi muore in preda alle convulsioni. Gli altri due cercano di attaccarla ai lati. Nel mentre dello scontro tra titani i due maghi concentrati al massimo non si muovono di un millimetro; anche se lo scontro avviene a pochi metri da loro. Il ragno con i suoi occhi gialli osserva un Wolif programmandolo come prossima vittima;ma non vede che l’altro intanto gli sta correndo in contro;e con un morso gli si attacca ad una gamba e gliela stacca cominciando a sbavare copiosamente appena la lingua viene a contatto con il sangue altamente velenoso di questo particolare ragno;molto velenoso e difficile da incontrare. Il ragno con tre zampe da un lato e quattro dall’altro si avventa ora sull’ultimo Wolif rimasto che se la fa sotto non potendo scappare perché obbligato dalla volontà del mago a restare; paralizzato dalla paura, fa un lago di pipi sotto di se ed in fine muore morso dalla creatura tra atroci sofferenze e convulsioni continue. Caled arriva ad osservare la scena ma riesce solo a vedere Gabriel ed un orco vestito come lui in mezzo ad un ragno che combatte contro due Wolif e tre Troll che schiacciano i ragni sopra ad un quarto; in mezzo alla piazza e completamente esposto si sente trascinare ad un certo punto nell’ombra da delle mani umane;girandosi vede Sharon che lo ha tratto nell’ombra al sicuro osservando al sicuro nell’oscurità la scena e i suoi favorevoli sviluppi. Il ragno ora soddisfatto osserva Gabriel;e dai suoi occhi il mago si vede riflesso sorridente e soddisfatto del procedere degli avvenimenti. Il ragno ora osservando di scatto i Troll emette un suono sibilante che spacca il silenzio che ora li avvolgeva <> [Hanno ucciso i tuoi piccoli;ora va e sfoga il tuo istinto di madre!] con parole tetre Gabriel conversa sorridente con il ragno come se i due si capissero. Il ragno esita qualche istante e poi si fionda deciso all’attacco! Il mago orco;ormai escluso dallo scontro osserva impotente lo svolgersi degli eventi scappando verso l’ombra. dice gabriel come esaltato dai sensi variopinti dei ragni che con i loro pensieri gli riempivano il capo. Caled osservando uno dei pochi figli rimasti alla spietata madre ode tali parole come se fosse il Ragno stesso a parlare facendolo intimorire non poco. Detto questo il piccolo aracnoide si fionda in una corsa verso il mago mostrando la direzione a Caled e dopo aver raggiunto la vittima gli attacca alla schiena mordendolo. Egli estratta l’ascia poderosa con un lancio spaventoso la scaglia addosso al mago prendendolo in pieno sulla schiena mentre il ragno lo mordeva;prendendo entrambi. uscendo dall’oscurità e rifugiandosi in ogni ombra Sharon arriva all’ascia e con fatica la estrae nascondendola nell’oscuro mantello. Con la stessa invisibilità torna da Caled restituendogli l’arma. La madre osserva i tre Troll e girandoci intorno coglie l’attenzione di uno mentre gli altri due continuano a uccidere i suoi figli. Il Troll incuriosito dalla creatura ad otto zampe la osserva;non avendone mai vista una….o almeno per quanto ricorda data la sua scarsa memoria la osserva muoversi. Ad un certo punto come stufato di osservarla gli corre appresso agitando con furia la mazza e cogliendo impreparato il mago con tale scatto d’ira. Il ragno saltando evita il colpo andandosi a rifugiare su una roccia troppo alta perché il Troll possa raggiungerla. Il troll per un po’ la osserva e poi girandosi intorno vede il mago e con furia rinnovata gli corre incontro agitando la mazza. Il mago impaurito flette al massimo le gambe del ragno che con un salto poderoso atterra sulle spalle del Troll facendogli perdere l’equilibrio. Il Troll atterra di pancia e il ragno appollaiato sulla schiena;quale migliore occasione! Il ragno sta per sferrargli un morso quando si sente sbattuto da una fragorosa mazzata contro il muro….Un secondo Troll avendo assistito alla scena e corso in soccorso del primo usando con forza la mazza che teneva tra le mani sul Ragno che subendo l’inaspettato colpo rovina contro alla parete riprendendosi con fatica;e,lentamente rimettendosi in piedi sotto gli occhi incuriositi dei due Troll. Mentre il Terzo si divertiva a far scoppiettare i ragnetti facendo imbestialire sempre di più la madre esausta. Con un urlo che fa tremare le viscere di Caled e Sharon ma che lascia completamente indifferente sia i troll che Gabriel. Si raggruppa e con un salto poderoso salta addosso al Troll che giocava con i ragnetti;avvolgendosi addosso a lui come per formare un bozzolo cingendolo con le zampe. Avvolto così si affretta a colpirlo con ben cinque morsi così velenosi che il Troll in pochi secondi comincia ad avere un eccessiva salivazione e cade a terra in preda alle convulsioni. Morendo poco dopo. La madre si ferma un momento sopra al Troll che era caduto proprio sul cadavere di cui si cibavano i suoi piccoli;se ce ne poteva essere uno vivo,ora erano tutti morti. La madre contemplando un ragnetto spiaccicato; lo muove con la zampa sporcandola dei suoi fluidi interni. Emettendo un altro sibilo raggelante il ragno si rivolge ora ai due Troll guardandoli con aria di sfida! La rabbia gli bruciava dentro come un fuoco indomabile;tutti i suoi piccoli morti in una sola notte che stava ora quasi per giungere al termine. Furente dalla rabbia ormai il mago per quanto potente riusciva a malapena a tenerla sotto controllo tramite un leggero legame che si affievoliva mano a mano che la rabbia diventava follia. Se sarebbe stato a pensare oltre e non avesse ucciso i due troll al più presto forse il fragile legame mentale che legava i due si sarebbe spezzato non potendolo più ricostituire; infatti una volta posseduta una creatura come quella è meglio farla morire. Per quanto potente sia il mago il cervello del ragno è destinato lentamente a respingerlo e a tornare se stesso. Ormai per quanto volesse ancora divertirsi il legame era diventato troppo fragile;quindi doveva fare una corsa contro il tempo ed uccidere il ragno prima che fosse lei ad uccidere lui. Il tempo non era mai stato suo amico ma questa volta doveva chiudere un occhio nei suoi confronti;doveva! Pensando questo gabriel in pochi secondi si ritrovò ad affrontare due troll infuriati che venivano in contro alla ormai esausta madre. Lo sguardo del ragno era diventato lentamente vitreo;sta ciò a significare che la sua morte è vicina. Penso Gabriel dato che dagli occhi della creatura ormai vedeva sempre meno ogni secondo che passava;come da uno specchio appannato si intravedono le figure. Il ragno allora raccogliendo tutte le sue forze emettendo un salto verso il troll di destra ed afferrandolo con le zampe;così che tramite il suo peso e la spinta del lancio potesse buttarlo a terra ed essergli sopra. Così ne approfitta subito dandogli un morso velenosissimo in fronte in modo che soffra poco e muoia sicuramente. Il secondo nel frattempo si volta e visto il ragno sopra al compagno gli si fionda in contro. La madre non fa in tempo a voltarsi che la mazza gli scontra in faccia spappolandogliela letteralmente e spargendo ovunque il velenosissimo sangue. Il Troll trovandosi coperto da una sostanza appiccicaticcia verde ci fa poco caso e contempla per qualche secondo la vittima del suo colpo. Il ragno ormai senza testa riusciva a combattere solo grazie alla furia ceca che la guidava e al rapporto tra lei ed il mago;che si spezza lasciando come un senso di vuoto nel cuore di Gabriel;i cui occhi tornano del solito colore verde e versano una lacrima per le ultime parole pronunciate dal ragno nella sua testa e che ancora gli risuonano nella testa. <> [Maestro,mi dispiace di non averti soddisfatto;ora raggiungerò i miei figli] <> [No,Grazie hai svolto il compito in modo eccellente. Grazie!] <> [Sono felice!] questa frase risuonava ancora nella testa del mago;un essere così abbietto in grado di provare sentimenti così simili a quelli umani e provare dispiacere?NO! Non può essere vero!Questo ultimo pensiero fu davvero l’ultimo;perché la mente gli si oscurò trascinando nell’oblio ogni traccia di umanità che era in lui e rendendolo praticamente assente. Gabriel cascando in ginocchio e con gli occhi lacrimanti era fermo e vuoto in mezzo alla piazza come assente. Un po’ spaesata Sharon si riprende subito e acquisendo in pochi attimi tutta la superiorità che all’inizio del viaggio la distingueva….. I due cavalieri scesi da cavallo;come ombre si dirigono verso la grotta per esplorarla con la spada salda in mano e nascosta sotto il nero mantello. I due cavalieri Ombra arrivati all’entrata della caverna si affacciano all’interno posizionandosi furtivamente ai lati di essa vi osservano dentro e dopo pochi secondi il cavaliere a sinistra sente fischiare vicino al suo orecchio una freccia che per pochi centimetri non lo coglie in pieno volto. Il soldato sbiancando si ritrae e osserva il compagno fare lo stesso. La freccia ricade pi in mezzo al piazzale allarmando il resto del gruppo interviene Caled risponde Noa dall’alto del suo cavallo. I due cavalieri allora incappucciandosi si danno uno sguardo veloce e si dicono tutto;contemporaneamente entrano nascondendosi nelle ombre e creando un accerchiamento minaccioso che disorienta quelli situati all’interno dopo un minuto di esplorazione generale della grotta nelle ombre vedono che nessuno vi si nasconde e nella grotta vi è un solo uomo. Uno dei due cavalieri chinandosi ed estraendo un pugnale dalla caviglia in cui lo custodiva in caso di necessità come ogni bravo guerriero si rispetti impara ad avere sempre a portata di mano. Un coltello da caccia a lama lunga che ogni cavaliere Ombra riceve ad addestramento completato,c’è bisogno di una grande abilità per poterne usare uno con efficacia dato il peso e la lunghezza che lo rendono un arma potente ma poco maneggevole. Infatti coloro che lo posseggono si allenano per almeno un anno prima di impararne i segreti della tecnica;diventando in fine esperti combattenti e letali assassini. Con il coltello in mano si dirige silenziosamente alla spalle dell’uomo e con un braccio gli cinge le mani dietro la schiena facendogli cadere l’arco;puntandogli dopo il coltello alla gola,cos’ che la smettesse di dimenarsi per cercare di scappare. Il secondo cavaliere uscendo dall’ombra si avvicina lentamente all’uomo disarmato ed estrae la spada risponde l’uomo il cavaliere dietro di lui lasciandosi sopraffare dalla rabbia allora comincia ad urlare L’uomo pensando bene a come architettare una credibile storia che li convinca a risparmiargli la vita,interpreta allora un aria rassegnata. ;l’uomo con il coltello in mano allentando la presa non si accorge di niente. Un gomito,con una velocità fulminea lo va a colpire in mezzo agli occhi facendogli perdere la presa ed il pugnale. Impugnando il pugnale che cadeva con un movimento fulmineo arriva con un balzo davanti alla faccia del secondo cavaliere guardandolo dritto negli occhi che pieni di stupore non reagiscono nemmeno alla coltellata che gli viene inferta all’altezza dello stomaco. interviene caled rompendo il silenzio. Cosa è preso al vostro capitano?prendere via così senza spiegazioni.> . Detto questo il cavaliere prende il comando in assenza del capitano di venticinque Cavalieri Ombra che con uno scalpitare di zoccoli lo seguono verso una sconosciuta méta che alla fine rivelerà più cose di quelle che si aspettavano di scoprire. Gli altri cinque cavalieri scendono da cavallo e si apprestano ad accamparsi li tirando fuori dalle sacche laterali poste sui loro cavalli. Contenenti il minimo indispensabile per accamparsi all’aperto; guardando nella sacca uno . Sedendosi i cinque cavalieri cominciano allora ad ascoltare l’avvincente racconto. Sharon per prima racconta ciò che con i suoi increduli occhi vide la sera prima. La storia raccontata dalla donna era veramente incredibile che se non era per Caled che confermava ogni avvenimento con terrore al tempo stesso ammirazione i cinque cavalieri non ci avrebbero mai creduto. Concluse dicendo . Fu il turno poi di Caled che cominciò il racconto dicendo ;da quando entrò nell’accampamento a quando uscì dal nido del velenoso ragno trasportato dai ragni sotto di lui. Con un pizzico di ribrezzo rammentava la sensazione che provò quando i ragni lo ricoprirono; troppo difficile da descrivere la stessa sensazione che provava. Concludendo Caled rabbrividisce un attimo al pensiero che gli riaffiorava di quei ragni. Il giorno era giunto al termine raccontando storie ed osservando da prima Gabriel e ora il fuoco che con il giungere della notte avevano acceso davanti alla tenda dove essi dovevano riposare. Grazie all’attrezzatura dei Cavalieri che attaccata al cavallo insieme al cibo portavano sempre in ogni viaggio. Caled diventando improvvisamente serio Caled ora dopo averlo preso in braccio si accinge a portarlo dentro alla tenda per farlo riposare al chiuso,dato che l’ora era ormai diventata tarda. Stupiti del comportamento dell’uomo i Cavalieri Ombra lo osservavano commentando tra loro….. I Cavalieri si accingono a montare la guardia;freschi e riposati della giornata di ozio ora si mettono a vegliare il sonno dei tre. La notte scorre veloce;così veloce e tranquilla che non sembra nemmeno vera,che quasi puzza di agguato;tale è la tranquillità. Dopo la colazione Gabriel ancora dorme,e comincia a far preoccupare Sharon che appena mangiato si precipita nella tenda Trovando Gabriel a sedere che si stiracchiava rumorosamente. . uscendo dalla tenda più confusa che mai Sharon si siede insieme agli altri attendendo che si unisca anche il mago. Alzandosi Caled si siede vicino a Sharon e dice nel mentre esce Gabriel dalla tenda le parole gli si bloccano vedendo che non erano soli sedendosi acanto a loro che nel mentre si abbuffava. Con la bocca piena voltandosi verso Gabriel che cercava di tenergli il broncio;ma con poco successo data la comicità con cui caled teneva tra le mani il cibo e parlava con la bocca piena. Niente a che fare con il Guerriero affidabile che è. Quando mangia diventa un gigante bambino insaziabile. Con una risata di Caled e di Gabriel insensata finisce la colazione e tutti si preparano ad intraprendere il lungo viaggio Caled salito sopra un cavallo e Sharon e Gabriel saliti su quell’altro dei due cavalli rimasti senza padrone si accingono a partire alla volta del sole raggirando il lago e proseguendo al galoppo costante dei cavalli di Hallen fino alla loro méta. Dopo due giorni di galoppo raggiungono la costa di nessuno:che divide Valleria dal mare. Esso si estende a perdita d’occhio. Nessuno ha mai tentato di attraversarlo per vedere se oltre Valleria esista un'altra terra fertile al di là di tanta immensità. I pochi che ci hanno provato,tentati dallo spirito di avventura non sono mai tornati per raccontarlo. Gabriel e Caled anche se a sera rimangono estasiati da tale bellezza;il sole che vi tramonta sopra e uno spettacolo quasi unico. il soldato racconta la storia colmo di paura e avvilimento. chiede Gabriel . Conclude il soldato con rammarico. Il silenzio scende nella comitiva;sentite tali parole tristi. Tutti ammirano il tramonto e si accampano per la notte. Caled e gabriel dormono insieme…. diventando rosso. . . . . . Detto questo i due si addormentano. Dopo la colazione Gabriel non riesce più a guardare Sharon negli occhi senza provare imbarazzo. Dopo aver smontato le tende il capo dei cavalieri . CAPITOLO 7. Il piccolo gruppo si avvia allora pieno di speranza verso la méta a passo svelto alla volta del sole sperando di giungere prima che esso si spenga alle loro spalle. Saliti a cavallo i cavalieri ed i due guerrieri cominciano una sfrenata cavalcata contro il tempo per attraversare la lunga pianura che si presenta davanti ai loro occhi costeggiando alla loro sinistra le spiagge del lago Hallen e alla loro destra il pericoloso bosco;rifugio di mostruose creature sanguinarie che al calare del sole escono a cacciare tutto e tutti. Il giorno scorre in fretta e la notte lo segue senza cambiamenti. Dopo due giorni di fortunato attraversamento della pianura interviene il capo dei cavalieri rompendo il silenzio che in due giorni di attraversamento regnava nel gruppo. La notte ancora densa e lontana dal finire si accende ora di nuovi suoni mai sentiti fino ad ora. Il gruppo si ferma ad ascoltare tali schiamazzi che nella notte con la sola luce lunare ad illuminare la via mostrano solo due figure in lontananza che proseguono a velocità costante verso di loro. interviene il capo dei cavalieri. Come se avessero capito le sue parole i troll ora aumentano il passo! Il gruppo riesce ad oltrepassare la collina e si intravede da li dei luccichii simili a torce in lontananza come se si muovessero nel vuoto….. dice Gabriel impaurito da ciò. Arrivano a metà della strada che ancora li separa dal castello che i due troll li hanno già raggiunti. Con un colpo della possente mazza un troll prende il cavallo di un cavaliere rompendo la spina dorsale ad entrambi. Il gruppo continua imperterrito la corsa fino a quando pochi minuti dopo un troll si pone davanti al gruppo afferrando il cavallo di un cavaliere in testa al gruppo e scaraventandolo via. Come risultato i due per quanto tonti riescono a far fermare il gruppo e a costringerlo a combattere…cosa che ora essendo esausti dal lungo pellegrinaggio accentano a loro malgrado. Il Gabriel e Caled scendono da cavallo non essendo abituati a combattere in sella. Caled estrae allora la sua ascia e Gabriel il suo bastone cercando con la luce di intimorire i due mostri alti tre metri;tre metri e mezzo l’uno e vestiti sopra la loro pelle grigio scuro solo da pelli di prede uccise che vanno coprirli al pube e salendo coprono un pettorale. Il mago illuminando il suo bastone tenta di intimorirli e guadagnare tempo;non sapendo come affrontare creature di tale livello si limita a intimorirle con poco successo. Caled coprendo le spalle a Gabriel si pone di fronte all’altro Troll. I Cavalieri estratto l’arco intanto rimasti in quattro cominciano a bersagliare di frecce la dura pelle dei troll facendoli solo infuriare di più. Caled si lancia ora incontro al Troll che gli si pone davanti sferrandogli un asciata nella caviglia che fa inginocchiare il mostro. ridendo Caled. Il Troll urla ora di dolore e con uno schiaffo sferrato compiendo una mezza luna lo colpisce in pieno e lo scaraventa a due metri di distanza. Il Troll davanti a gabriel con sua grande sorpresa lo afferra stringendolo nelle possenti mani e lo stringe con gioia prima di mangiarselo. I Cavalieri assistendo alla scena senza poter fare niente continuano a bersagliare il troll a mani nude cercando almeno di uccidere lui dato che il mago era ormai spacciato;quando uno di quei bestioni ti afferra significa che è giunta la tua ora…perché non c’è modo di liberarsi da tale stretta. grida Sharon impaurita per la sua sorte. Caled semi svenuto per il colpo barcollando si mette a sedere sorreggendosi con l’ascia e cercando di fare mente locale dopo il colpo subito. Quando la speranza comincia a crollare si fa viva la luce della vita……..il primo raggio dell’alba esce da dietro le colline che circondano ora la valle lasciando spaesati ed impauriti i Troll che si accorgono ormai troppo tardi dell’ora tarda che si è fatta. Il primo lascia Gabriel e comincia una frenetica corsa verso il bosco;dopo pochi minuti però si arresta dato che il sole ormai sorto lo tramuta in pietra facendo di lui e del suo compagno due statue che le future generazioni potranno ammirare anche in tempo di pace. Il secondo nemmeno si accorge del tramonto;ed ancora inginocchiato rimarrà così per essere visto dai posteri immutato ed impaurito. Il gruppo tira un sospiro di sollievo ringraziando Calad dea della luce che sempre accompagni il loro cammino. Recuperando il mago ed il coraggioso Caled si apprestano a continuare il viaggio voltando le spalle ai loro inseguitori ed arrivando a giorno inoltrato davanti alle mura imponenti della Città di Hallen dove vi è l’immenso castello di re Hamon circondato da invalicabili mura. Contiene al suo interno la città di Hallen rigogliosa e famosa per i commerci in tutta Valleria; da qui passano tutte le merci della parte destra di Valleria tale regno infatti permette l’attraversamento del passo delle nevi perenni. Solo con un permesso infatti si può accedere oltre. Arrivati alle porte del regno vengono accolti poco volentieri dati i tempi bui. Sharon allora si fa avanti mostrandosi in volto . dice Sharon e lo conferma il capo dei cavalieri. dice allora Gabriel, dice Sharon. Non posso abbandonarlo così almeno un po’ devo ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per me pensa poi la donna cadendo quasi in trance;con una serietà che si nasconde però tra le risa e le acclamazioni del popolo che cominciava ad esprimere la loro gioia;capendo chi fossero coloro che erano entrati nel castello. Dopo circa trenta minuti di attraversamento arrivano all’immenso castello di Hallen e Caled sottovoce a Gabriel scherzando Gabriel sorridendo . Le porte del castello si aprono dinnanzi ai viaggiatori erranti finalmente giunti alla méta. Un lungo corridoio si mostra a loro mentre proseguono sotto le arcate secolari i due stranieri osservano con avidità di sapere tutto ad ogni passo come due bambini arrivati per la prima volta in un parco giochi. dice Caled; . Distratti dal loro conversare e dall’ammirare l’immensità del castello non si accorgono essere giunti alla méta Tutti si inginocchiano davanti al Re si alzano tutti e Sharon dice . chiede Sharon <….Non ho ancora finito…….io vi accolgo nella mia reggia per quanto volete se ciò che il mio cavaliere mi dice è vero allora ne siete degno;voi ed il vostro amico,ma se solo provate ad andare a giro per il mio regno senza un accompagnatore o un mio permesso sarete giustiziati immediatamente come traditori della Corona di Hallen. Se ciò vi è chiaro allora ritiratevi;il mio servo vi mostrerà le vostre stanze. Se siete nella ragione non avrete nulla da temere nel mio regno>. dice Sharon portando fuori dallo stanzone i due forestieri. . dice Caled. Gabriel fregandosene continua ad osservare gli arazzi e le statue che circondano il corridoio con aria seria e vuota:come la pietra di cui sono fatti i loro sguardi sono vuoti e al tempo stesso terrificanti;come se ti osservassero davvero e da un momento all’altro ti saltassero addosso. parlando alle spalle di Gabriel: Caled e Sharon <……Solo i duelli sanguinari> con il bastone che si illuminava dalla sua schiena di un pallore azzurrognolo. Ma hai per caso paura di me? Grande e grosso come sei hai paura di me?con me saresti al sicuro di fronte ad ogni avversità;valgo per un esercito e passo inosservato come un ombra. L’unica cosa che temo sono i draghi;se ti ricordi che fine Ha fatto il primo che abbiamo incontrato allora comprenderai la fine dei suoi successori…> dice Sharon cominciando a temere l’uomo che avvolto dal suo mantello oscuro sprigiona come un aura invisibile che mette a disagio i due presenti dice Caled diventando improvvisamente serio dice Sharon rompendo il velo di silenzio che era calato sui tre. Con passo deciso si dirige verso la porta ed esce dal corridoio entrando in uno stanzone in cui vi sono tre Letti con merletti e morbidi cuscini e lenzuoli;bianchi e candidi come la neve i tre letti vengono illuminati dalla luce della luna che ormai regna nella stanza penetrando dalle finestre. . Un bussare proviene dalla porta chiusa alle loro spalle; Gabriel e Caled tenendo la mano ferma sull’elsa della spada si girano di scatto osservando la porta che si apre. Sharon vedendo i due li ferma dicendo un uomo entra nella stanza preannunciando ai presenti che la cena è servita e gli chiede se lo possono seguire fino alla tavola imbandita. dice Sharon. L’uomo gli da le spalle e se ne esce dalla stanza incamminandosi verso la sala da pranzo. dice sarcastico Gabriel. Zittita da tale risposta Sharon se ne esce dalla stanza pensando al tono dell’uomo. Perché è così arrogante pensa questo uomo lo conosco da poco,mi sembra però che lo conosca da una vita e……non riesco ad odiare il suo modo di fare;nessuno mi aveva mai trattato così….male….i tre personaggi accomunati da sentieri diversi che in alcune parti si intrecciano ed in altre si allontanano proseguono alla luce della candela di Sharon seguendo la strada che gli mostra davanti a loro il servitore. Il corridoio segue tra gli arazzi e le porte chiuse;dopo poco il servitore si ferma i tre senza proferire parola si muovono verso la stanza ora aperta. Una tavola imbandita con delle candele che illuminano a giorno la grande stanza occupano il centro della stanza. Il camino brucia scolpito nel marmo scoppiettando allegramente il fuoco illumina una poltrona di pelle che produce un ombra,che si allunga lungo il muro oscurando la parete con la sua ombra. Aperta la porta un uomo si alza dalla poltrona di pelle di animali ed il tappeto fatto con la pelle di un wolif. commenta Caled dopo aver visto la pelliccia sdraiata per terra. l’uomo come se cambiato ora sembra meno ostile;anche in passato fu così e dovetti distruggere l’intero castello…..NON VOGLIO pensa Gabriel. I tre uomini e la donna si siedono alla lunga ed imbandita tavola. Caled comincia subito a sbavare sul piatto come un cane pelle ed ossa che vede un osso da sgranocchiare dopo giorni di digiuno;mentre osserva la carne di maiale arrostito che emetteva un odore molto invitante. dice Hamon con tono solenne risponde di buon gusto Caled soprappensiero avventandosi poi sul maiale e cominciando a strappare a morsi pezzi di carne;come contorno arraffando a manciate qualche patata dal vassoio d’argento. riferito a Gabriel. Hamon con la sua aria da superiore mangia da aristocratico. Gabriel non avendo tali modi prende un po’ di carne dal vassoio e con le mani la mangia. Facendo pochi complimenti anche sharon allora comincia a mangiare come Gabriel. La cena procede silenziosa con lo scoppiettare dei legni nel camino che allegramente risuonano nella stanza altrimenti vuota. Finita la sfarzosa cena tutti si alzano da tavola in silenzio e ringraziano il signore del castello che dirigendosi alla sua poltrona davanti al fuoco dice i tre se ne vanno silenziosamente uscendo dalla stanza chiusa la porta alle loro spalle il sovrano si siede alla poltrona davanti al fuoco cominciando a contemplarlo in silenzio;guardando la legna ardere e leggendovi davanti un buon libro. I tre arrivati alla loro stanza si coricano salutandosi. Sharon entra nella stanza accanto e vede che vi sono due letti imbanditi come i primi. Su di uno batte la luce lunare di una finestra;opta per l’altro. Vede un baule e vi ripone gli indumenti trovandone di puliti dentro per il soggiorno. Dopo essersi cambiata si corica;però non prima di aver dato una sbirciata alla porta accanto…i due uomini anche loro cambiati sono nei letti ma non dormono:conversano,troppo piano però perché Sharon li possa sentire. Con la curiosità che la rode dentro si corica nel morbido letto pensando a chissà quali fatti si siano raccontati i due quella notte. I due uomini dopo aver atteso che la donna uscisse dalla stanza si spogliano e cominciano a frugare nel baule che sta davanti al letto trovando vestiti puliti da indossare. dice Gabriel risponde Caled; ho un po’ di sonno dice saggiamente Caled: concludendo Caled si rigira nel letto morbido e si addormenta dopo poco. la notte scorre veloce e la mattina bussa alle finestre con i suoi raggi solari intensi e penetranti. Il mattino giunge con una splendente giornata di sole in Valleria. I raggi penetrano dalla finestra illuminando la stanza e risvegliando il nostro gruppo assonnato. Gabriel,più riposato che mai si alza dal letto stiracchiandosi rumorosamente;ma,sobbalzando poco dopo rammentando la sera prima. scuotendolo con la bocca impastata dal sonno. Alzandosi Gabriel va a prendere la roba nel baule rivestendosi con vestiti degni di tale castello e impugna il suo bastone,legandosi poi alla vita la spada. si alza e stiracchiandosi si dirige verso il baule dove aveva depositato la sera prima i vestiti e le armi;si riveste. Gabriel intanto si avvicina alla stanza dove dorme Sharon e la chiama da fuori bussando…. (nessuna risposta) (nessuna risposta)Gabriel allora comincia a pensare al fatto accaduto al castello di Amret;o per meglio dire alle rovine del castello….e si preoccupa Caled intanto si era finito di vestire;e,vede Gabriel entrare nella stanza di Sharon. Pensando ad uno scherzo del sonno lascia perdere. Gabriel seriamente preoccupato per la vita della donna entra nella stanza trovando tutto buio. Si avvia allora verso la finestra chiusa e la spalanca per creare luce. Vede girandosi Sharon sul letto immobile. Si avvicina allora tremante al letto e tasta le guance della ragazza….fredde come la pietra. Scopre allora le coperte e appoggia l’orecchio al petto……nessun battito più giù con le lacrime agli occhi nota un pugnale orchesco conficcato nella pancia della donna . Gabriel si sveglia nel cuore della notte con il fiatone e le lacrime agli occhi. Si gira e vede accanto a lui Caled che avvinghiato il cuscino chiede la seconda porzione di pollo parlando nel sonno. dice a Caled; mentre lui dorme. E si sdraia nel letto riaddormentandosi. Una figura snella nell’ombra spia la cosa e se ne va poco dopo aver assistito alla scena. Il giorno seguente Gabriel si sveglia facendo esattamente ciò che aveva fatto nel sogno senza accorgersene. Non avendo risposta da Sharon però si precipita subito nella stanza aprendo la finestra ed immergendo la stanza con la luce mattutina. Avvicinandosi alla donna la vede immobile nel letto. Si avvicina e preoccupato appoggia la testa sul petto prosperoso della donna……… tirando un sospiro di sollievo,va svegliare Sharon dal suo sonno. Essa Vedendo il mago sopra di lei e con la faccia rossa come un peperone…. e arrabbiatissima gli rifila uno schiaffone sonoro. I tre vengono fatti chiamare dal servitore poco dopo per la colazione. Caled leccandosi i baffi si va a sedere a tavola mentre i due altri membri del piccolo gruppo si osservano negli occhi arrabbiati l’uno con l’altra. Si siedono e comincia il via vai di pietanze da parte dei servi per la colazione servita con vassoi d’argento. La colazione inizia nel silenzio più completo. attimi di silenzio dividono la conversazione interviene allora Sharon dice il sovrano. . Caled nel mentre sta ordinando la terza porzione. dice Gabriel risponde con ancora il latte in bocca risponde Gabriel sorridendogli.
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