Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MissKiddo    04/12/2015    2 recensioni
Isabel Sanchez Torrès è la figlia del torero più famoso ed acclamato di Spagna. L'unico problema? Lei odia la corrida. Non capisce come possa piacere tale vigliaccheria. Per queste ragioni i rapporti con i suoi genitori sono difficili.
Ma dopo un terribile incidente riuscirà a sistemare le cose nella sua famiglia? E se il posto di suo padre venisse preso da un affascinante ragazzo dagli occhi blu? Lei potrà innamorarsi di un ragazzo che segue le orme di suo padre? Non vi resta che scoprirlo leggendo la storia, vi aspetto.
Tratto dalla storia:
Finalmente la corrida era giunta alla terza ed ultima parte: “Tercio de muleta”. Ruben stava sudando, aveva perso molte forze per tenera a bada il toro. Per fortuna le corse mattutine avevano aumentato la sua capacità polmonare. Il toro era sfinito, presto sarebbe arrivata la sua ora. Ruben prese la spada, fissava gli occhi del toro, provava rispetto per l'animale. Si era battuto con orgoglio e forza, ma doveva ucciderlo.
[CAPITOLO BONUS MATRIMONIO ALL'INTERNO!]
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 14

Incertezza

 

Isabel era ancora sdraiata sul letto, il dolore lancinante che si irradiava dalla pancia fino alla schiena le toglieva il respiro. Aveva chiamato sua madre da pochi minuti e le aveva chiesto di avvertire un'ambulanza. Dopo poco sentì aprire la porta d'ingresso al piano inferiore, pensò che fosse Ruben ma era Amanda, che corse le scale velocemente. «Isa, come ti senti? L'ambulanza sarà qui tra pochi minuti, piccola mia» disse Amanda entrando come una furia in camera da letto.
Isabel aveva il respiro affannato. «Fa malissimo, pensi che siano contrazioni? È ancora troppo presto, non voglio perdere i bambini» iniziò a piangere. Amanda si avvicinò alla figlia e la strinse. «Non li perderai. Hai chiamato Ruben?»
«Si, ho provato molte volte ma non risponde. Forse è successo qualcosa...» un altra fitta dolorosa non le permise di continuare.
In lontananza sentirono le sirene dell'ambulanza che si stava avvicinando. Amanda cercò di mettere in piedi Isabel e scesero le scale molto lentamente. I paramedici entrarono in casa e chiesero cosa fosse successo. Amanda spiegò ogni cosa, dopo di che Isabel venne prese immediatamente dai due uomini. «Di quante settimane è?» chiese uno dei medici. «Sedici settimane...» rispose Amanda.
«Un po' presto per partorire, non credi? Vedrai che si sistemerà tutto» presero Isabel e la condussero sull'ambulanza, Amanda andò con lei. Partirono verso l'ospedale il più in fretta possibile.

 

Ruben si trovava fuori al pub, era nervoso e la sbornia non era passata del tutto. Marisol rimase immobile a fissarlo, non aveva intenzione di andare via. «Non farti più vedere, non voglio vederti mai più, Marisol» disse Ruben a denti stretti. Non aspettò una risposta, si voltò dandole le spalle e si incamminò verso una meta sconosciuta. Aveva bisogno di camminare e non pensare a niente. Quella serata si era tramutata in un incubo, non avrebbe dovuto accettare l'addio al celibato.
Marisol era ancora ferma sul marciapiede. «Aspetta, Ruben!» urlò. Stava quasi per seguirlo quando una mano l'afferrò per un braccio. «Lascialo in pace, non pensi di aver combinato abbastanza casini per stasera?» disse Armando che era appena uscito dal locale. Lei lo guardò con disprezzo. «Lasciami stare. Me ne torno a casa, siete tutti dei bastardi!» Armando la lasciò andare.
«Che stronza! Una rovina famiglie, ma ci pensi?» Salvador aveva raggiunto l'amico fuori. Armando scosse la testa. «Una stronza maligna! Ma Ruben dove sta andando? Ha anche dimenticato la giacca»
«Lascialo sbollire. Credo che abbia bisogno di rimanere da solo» rispose Salvador poggiando una mano sulla spalla dell'amico.

 

L'ambulanza arrivò in ospedale in quindici minuti. Isabel fu portata in ginecologia d'urgenza, ormai il panico aveva totalmente preso il sopravvento su di lei.
Amanda rimase nella sala d'aspetto, i secondi sembravano durare anni. Ancora i medici non le avevano detto niente e aveva paura che sua figlia avesse avuto un aborto spontaneo.
Dopo poco un medico uscì nella sala d'attesa e si diresse verso Amanda. «La signora Torrès?»
«Si! Mi dica dottore, è grave?» l'altro scosse la testa e sorrise. «Sta bene. Negli ultimi giorni ha fatto molti sforzi? O sta vivendo un momento di stress?» Amanda ripensò a tutti i preparativi del matrimonio, di sicuro era stato un periodo stressante per tutti. «Si, purtroppo si. Stiamo organizzando un matrimonio»
«Come immaginavo. Erano solo contrazioni dovute allo stress e agli sforzi. Dovrà dire a sua figlia di rallentare». Amanda trasse un respiro di sollievo, per fortuna non era niente di grave. Ne avrebbe dette quattro a quella sconsiderata di sua figlia.


Isabel era sdraiata sul letto d'ospedale e si sentiva in imbarazzo, aveva fatto una tragedia per niente ma quelle contrazioni l'avevano davvero spaventata.
Dopo dieci minuti vide sua madre entrare nella stanza e le sorrise. «Ok, ok. Da oggi starò più calma e lascerò fare a te!» disse tutto d'un fiato. «Sarà meglio per te! Ma adesso fatti abbracciare» si strinsero ma poi Isabel ripensò a Ruben. «Hai provato a richiamarlo?»
«Ho provato molto volte ma non risponde. Ma penso che sia normale, forse hanno bevuto» Isabel contrasse la mascella. «Aveva detto che potevo chiamarlo!»
«Devi stare tranquilla e non prendertela con lui, me lo prometti?» disse Amanda stringendo le mani di sua figlia. «Ci proverò» rispose Isabel sbuffando.

 

Armando e Salvador presero la limousine e andarono a cercare Ruben, lo trovarono poco distante seduto su una panchina. «Ruben, torniamo a casa» urlò Salvador dal finestrino. Ruben attraversò la strada e salì in macchina.
L'atmosfera era tesa, e Armando si sentiva terribilmente in colpa. «Ruben volevo scus...» fu interrotto. «Non devi! È solo colpa di quella stronza!». Salvador annuì con la testa. «Dirai ad Isabel quello che è successo?» Ruben ci pensò su e poi sospirò frustato. «Devo. Non potrei più guardarla negli occhi se non lo facessi»
«Andrà tutto bene, siete innamorati e questo è quello che conta» aggiunse Armando dando una pacca sulla spalla dell'amico.
Ruben scese dalla macchina e salutò i suoi due amici dicendo che gli dispiaceva di aver rovinato tutto. Entrando in casa capì immediatamente che c'era qualcosa che non andava. Dalì camminava nervosamente nel salotto. Quando lo vide salì in fretta le scale e quando entrò in camera ebbe un tuffo al cuore, era completamente vuota. Prese il cellulare tra le mani e si accorse solo in quel momento delle tante chiamate di Isabel e di Amanda, c'era decisamente qualcosa che non andava.
Con il cuore che batteva all'impazzata lesse anche uno dei messaggi di sua suocera in cui gli diceva di andare subito all'ospedale, senza pensarci troppo prese la macchina e schiacciò sull'acceleratore.


In ospedale spiegò la situazione ed un infermiera lo indirizzò verso la camera in cui era ricoverata Isabel. Entrando velocemente nella stanza vide Isabel seduta sul letto ed Amanda che l'aiutava a vestirsi. «Isa... come stai?» chiese lui con la voce strozzata. Lei lo guardò torva. «Sto bene. Erano solo contrazioni dovute allo stress» rispose bruscamente. Ruben si avvicinò e la prese tra le braccia ma lei non ricambiò l'abbraccio. «Per fortuna che non era niente di grave, ma se lo fosse stato? Mi hai lasciato completamente sola!»
«Non ho sentito il cellulare, ero con gli amici» Isabel si voltò dandogli le spalle. «Lo so, ma avresti dovuto farci attenzione»
«Isa, sai che devi stare tranquilla» aggiunse Amanda. «Forse è meglio se ci lasci da soli» rispose Isabel. Amanda uscì dalla stanza mal volentieri ma sapeva che quei due avevano un gran bisogno di parlare.
«Senti, devi stare calma. Mi stava quasi per venire un infarto quando ho visto che non eri a casa»
«Pensa come stavo io!» Ruben le mise le mani sulle spalle. «Non toccarmi»
«Ti prego, ascoltami. Devo e voglio essere sincero, stasera c'era anche Marisol...» Isabel si voltò verso di lui guardandolo con disprezzo. «Cosa ci faceva quella vipera con te?» stava quasi urlando. «Armando pensava che io e Marisol fossimo in buoni rapporti e quindi lei si è fatta invitare, io non lo sapevo neanche»
«Cosa è successo? È per questo motivo che non rispondevi?»
«Io le ho detto di andarsene ma lei insisteva per parlare e quindi l'ho accontenta» Ruben si passò una mano nei capelli sentendosi terribilmente frustato. Sapeva che Isabel doveva rimanere calma ma se non glielo avesse detto adesso non lo avrebbe fatto mai più. «E dopo?» chiese Isabel temendo la risposta. «Mi ha baciato, ma io l'ho allontanata subito. Isa io...» Isabel iniziò a piangere. Come aveva potuto farle questo? Dopo tutto quello che avevano passato e nelle sue condizioni. «Vattene. Subito.» la sua voce era ferma nonostante il pianto.
Ruben indietreggiò guardandola con occhi affranti. «Io amo te, lei non è niente»
«VATTENE!» urlò di nuovo lei più furiosa che mai. Amanda sentendo le urla entrò nella stanza, vide sua figlia con le lacrime agli occhi. «Mamma, andiamocene. Dormirò da voi stanotte» Amanda non capiva ma aiutò sua figlia a vestirsi. Ruben era rimasto immobile, si sentiva inebetito, stava rovinando la cosa più bella della sua vita.
Quando Isabel fu pronta raggiunse la porta ma prima di uscire si voltò verso Ruben. «Sono gemelli, per la precisione gemelle» detto questo prese sua madre per mano ed uscì in tutta fretta.

 

Spazio autrice:
Lo so, lo so. Non ci sono scuse, sono sparita lasciando a metà la storia ma adesso sono tornata. So anche che il capitolo è molto breve ma volevo tornare il più in fretta possibile. Per iniziare, o meglio, ringraziare accontentatevi di questo mini capitolo. Dal prossimo torneremo al regime normale.
Stavolta non prometto niente ma vi dico che farò del mio meglio.

PS: vorrei ringraziare:
Fantasy25
Rose6
Eleos99
allemari
Grazie perchè le vostre recensioni sono state preziose e dopo tutto questo tempo spero che non vi siate dimenticate di Isabel e Ruben.

A presto,
MissKiddo

Se volete leggere qualcos'altro scritto da me vi consiglio:Alaska:il posto in cui trovai l'amore
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MissKiddo