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Autore: niebo    04/12/2015    1 recensioni
Questa è la storia di un mondo...
Questa è la storia di un viaggio...
Questa è la storia di un desiderio...
Questa è la storia di quattro risate....
Questa è la storia di anche più di quattro feels....
Tutti pronti... si parte!!!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fukigen finì di raccattare tutto il sale che aveva sparso in giro per evitare che la sventura si accanisse su di lui. Era buffo come un ragazzo così giovane (avrà avuto una trentina d’anni) avesse atteggiamenti e credenze che, spesso, si possono invece ricollegare a persone più anziane… ma alla fine questo era proprio ciò che lo rendeva un tipo particolare. A proposito di individui singolari, Iro se n’era andato poco prima, lasciando nell’aria una certa tensione e, nella testa di Syu, un tarlo che continuava a farlo pensare e preoccupare più del necessario.
Il cuoco, che pareva avere un certo sesto senso verso le difficoltà altrui, si avvicinò di nuovo a lui dicendo:
“Allora… ti hanno spiegato cosa dovrai fare ora…?”
Sorrise sperando di rassicurarlo un po’.
“In verità no… non so nemmeno perché sono qui e come ci sono finito… Non ho idea di dove sono diretto, né con chi… non so nulla di nulla…” rispose l’altro laconico.
“Ti spiego tutto io. In realtà non so esattamente quale sia il vostro piano, ma credo di poterlo intuire… Domani dovrete partire alla volta della città dove abita il dottor Irezumi…”
“Cosa, cosa, COSA?!? Hai detto dottore??? Perché dovrei farmi visitare?!?”
Gli occhi gli si erano sbarrati e il tono di voce si era alzato improvvisamente. Era evidentemente agitato fino al midollo.
“Non è una visita piccino… E’… insomma… andare via di qui non sarà così immediato come speri… quindi sarebbe meglio salvaguardarti per tutto il tempo che trascorrerai qui…”
“E…?”
Non gli piaceva che lasciasse il discorso cosi in sospeso. Era indice che la cosa non prometteva nulla di buono.
“…bisogna farti il tatuaggio.”
COSA?????
E di nuovo.
Ma in fin dei conti questa volta era piuttosto giustificato, cioè… cosa credevano di poter fare, sequestrarlo, fargli il lavaggio del cervello e poi riempirlo di segni indelebili come un chissà quale criminale???
“State scherzando vero? Dev’essere davvero uno scherzo ahahah!!!” rise nervoso tenendo alta la voce per sottolineare il suo disagio.
“Purtroppo no… non so se te l’hanno già anticipato, ma gli umani non sono molto ben visti dalla maggior parte della popolazione qui…”
Il tono sconsolato di Fukigen e le sue parole poco rassicuranti fecero interrompere la sua risata, mentre un flash attraversò d’improvviso la sua mente.
“Centra forse il… Kengah…?” domandò esitante. Non era sicuro né di averlo pronunciato nel modo giusto, né di ricordarsi correttamente il nome in sé.
Inoltre probabilmente non voleva nemmeno esserne al corrente.
Le premesse non erano state delle più rosee, quindi una spiegazione più estesa non poteva avere di certo una sviluppo positivo.
“Sì. Come fai a saperlo, ragazzo?”
Syu rivolse lo sguardo verso la porta in cui era entrato Iro poco prima, e  da cui ancora non era uscito.
“L’ho sentito…”
“E sai anche di cosa si tratta?” il cuoco si fece più serio di quel che già era.
L’altro scosse la testa. Ancora una volta aveva bisogno di chiarimenti. E si rese conto che probabilmente molte altre volte sarebbe stato necessario averne da lì in avanti…
“Vediamo da dove posso cominciare…  il Kengah è un’organizzazione non governativa… una sorta di forza bellica del paese. Teoricamente si occupa solo di addestrare militari, ma nella pratica è l’unica istituzione ad avere una certa importanza collettiva qui ad Antithesis… Spesso, quindi, le decisioni che vengono prese lì si riflettono poi sul benessere di tutta la popolazione. Credo che tu sia già al corrente di come avviene il nostro passaggio sulla Terra, vero?”
“La cosa della conferma dell’antitesi?”
“Esatto. Il punto è che, con l’andare del tempo, sempre più antithesiniani sono dovuti passare da voi, perché l’uomo sta progredendo ad una velocità spaventosa. Non eravamo abituati a tutto ciò… già dover vedere partire i propri cari così, senza preavviso, era doloroso… ora si è anche accorciato il tempo che loro stessi trascorrono qui. Il malcontento è iniziato a crescere tra gli antithesiniani che sostengono, in maggioranza, che sia necessario fare una crociata contro gli umani per bloccare questa specie di genocidio. E per questo la popolazione si affida al Kengah, la forza militare che prepara i soldati ad una futura spedizione di rivalsa…”
Syu lo stava ascoltando con attenzione. “Era davvero possibile tutto questo?” si ritrovò a chiedersi di nuovo. In ogni caso, più continuava ad ascoltarlo, più i brividi incominciavano a percorrergli la schiena. Che fosse vero o no, non importava. Voleva andarsene di lì il prima possibile, senza guardare in faccia a nessuno. Non poteva permettersi di rimanere bloccato in quel luogo, né di rimetterci le penne.
Un’irrefrenabile voglia di partire lo assalì.
Doveva.
Andarsene.
Subito.
“E’ meglio che io vada a cercare Yoku. Dobbiamo prepararci e...” iniziò Syu deciso, con i pugni stretti e gli occhi lucidi.
“Ehi ehi calma giovane, dove pensi di andare così di fretta? Partirete domani mattina, stasera è meglio che riposiate… specialmente tu.” concluse Fukigen, socchiudendo gli occhi e sorridendogli.
“Ma io…!!”
“Stai qui e calmati. Mmmmh… possiamo fare insieme una cosa che può farti rilassare un po’! Mi dispiace averti scosso a tal punto… Ma lascia fare a me!”
E così mise la mano sotto il grosso kimono per cercare qualcosa, nello stesso modo ridicolo in cui aveva estratto la bottiglia non molto tempo prima. Questa volta, però, estrasse una piccola scatola legata con un elastico rosso, e la poggiò sul tavolo. Questa voltaQUetsa
“Cos’è?” fece Syu mentre la osservava incuriosito. Ormai aveva imparato ad aprire la mente a qualsiasi cosa, anche la più strana ed improbabile.
“Le mie carte!” rispose l’altro levando elastico e coperchio al contenitore logoro e vecchio “Sono tipo mmmmh… come li chiamate voi…? Ah! Tarocchi! Ti leggerò i tarocchi prima del tuo viaggio!”
“Oh. Ok…”
Syu era troppo razionale per credere a quella roba. Era nella sua natura dover dare necessariamente una spiegazione logica alle cose… Però va beh… ne stava vedendo talmente tante di cose strane, che quello sarebbe stato il minimo.
“Vediamo vediamo..! Ora chiederò cosa ti riserverà il tuo viaggio!”
Mischiò le carte per qualche secondo, prima di appoggiarne sul tavolo quattro in fila orizzontale, tutte coperte.
Voltò la prima.
Su di essa era disegnato un piccolo cucciolo di cane che rincorreva una farfalla nella prateria.
“Ooooh… Mmmmh…” il cuoco analizzò la carta attentamente.
“Che carta è questa…?” domandò Syu incuriosito. Questa volta non era intimorito, d’altronde pareva un’immagine del tutto pacifica…
“LE FAUCI.”
“Eh..??”
“Le fauci! Le vedi…? Quelle del cagnolino! In questo caso… indicano un pericolo particolarmente sanguinario che ti inseguirà per tutta la durata della tua spedizione… Tu sei questa farfallina qui vedi? Guarda sta proprio per papparsela quel cucciolotto!” disse Fukigen quasi gioioso nell’indicargli tale presunta atrovità.
“S..sei serio..?”
“Le carte parlano! E sono sempre veritiere! Ma vedrai andrà tutto bene! Finora niente di grave!!”
Niente di grave, dice…
“Controlliamo la prossima!” fece voltando la successiva.
Questa volta rappresentava una tramonto su una spiaggia, dai colori aranciati ed il mare piatto e calmo.
“Aaaah mi piace moltissimo questa carta! Mi ricorda tanto la mia cultura!”
“Presumo perché i giapponesi sono persone tranquille…”
“TSUNAMI: indica la calma prima della tempesta. Ti sta consigliando di fare sonni tranquilli stanotte che ne avrai bisogno!” fece sempre sorridendo.
“N..ngh non so se voglio andare avanti con queste cavolate…” constatò Syu che, nonostante tutto, un po’ di tremarella l’aveva eccome.
“Ehi ehi non mettere in dubbio il potere delle carte!! Potrebbe rivoltartisi contro!!”
“Tanto peggio di così…” fece roteando gli occhi.
“Ecco!! E’ uscito L’OFFESO. Le carte se la sono presa!” lo rimproverò mostrando il tarocco che rappresentava un mazzo di carte buttate casualmente su un tavolo.
“Ma non possono offendersi!! Sono solo delle stupide car…!!”
Ma Fukigen non lo stava a sentire.
Si era improvvisamente zittito.
Stava osservando con attenzione l’ultima carta che aveva voltato.
“Mh…? Che succede?” chiese il ragazzo avvicinandosi al cuoco.
Riuscì così a scorgere l’ultimo dei quattro tarocchi che stavano analizzando… era completamente NERO.
Nessuna figura lo riempiva, nulla che potesse essere interpretato in qualche maniera improbabile, com’era successo finora.
“E questa che significa…?”
Fukigen si voltò a guardarlo.
“Questo…” fece una pausa e sospirò.
“Questo significa morte.”

  
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