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Autore: silvia93    05/12/2015    2 recensioni
Quando Arthur ritorna finalmente da Avalon, ritrova un Merlin un po’ scoraggiato a causa di tutti gli anni passati ad aspettare da solo.
Lentamente, Arthur lo aiuta a rimettere insieme i pezzi e Merlin comincia a credere che Arthur sia davvero lì per restare. Poi ritrovano Gwen e Merlin si prepara a lasciarlo andare, ma la decisione di Arthur non è quella che si aspetta.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elyan, Gwen, Merlino, Principe Artù, Sir Leon | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Siamo quasi alla fine ormai, ma volevo avvisarvi che l'epilogo di questa bellissima storia sarà pubblicato Lunedì..mi dispiace farvi aspettare (per farvi forza pensate a Merlin che ha dovuto aspettare più di mille anni ;)  ) ma sono via per il weekend.
Intanto godetevi questo splendido capitolo.
Silvia






Merlin rimase in camera per più tempo possibile, giocherellando con i vestiti mentre ascoltava le chiacchiere e le risate che provenivano dal soggiorno.
Alla fine, quando non poté aspettare ancora, sospirò e si cambiò per poi tornare in salotto, ora più silenzioso e fu sorpreso di trovarlo vuoto.
Vide che si erano spostati tutti in giardino e Arthur stava mostrando ai loro amici le sue piante.
Gwen lo vide appoggiato alla porta e lo salutò.
-Oh, Merlin questo posto è bellissimo. Non posso crederci che l’abbia costruito tutto tu-
-Si, è davvero fantastico- concordò Elyan.
Merlin si limitò ad annuire e provò ad evitare le occhiate curiose che gli lanciava Arthur.
Gwen non aveva voluto presentarsi a mani vuote e così aveva portato un cestino pieno di cibo e aveva suggerito di fare un picnic.
Tutti si dissero d’accordo e riunirono in cerchio, mangiando e condividendo storie sui loro ricordi e sulla loro vita attuale.
Merlin si sforzò perfino di raccontare un po’ su se stesso, ma non raccontò proprio tutto, solo Arthur sapeva l’intera storia della sua vita.
Il trio aveva vissuto a Glastonbury per tutta la vita e erano sorpresi di non aver mai incontrato Merlin.
Tuttavia, quando Arthur aveva spiegato che Merlin viveva come una specie di eremita, avevano accettato la cosa e non avevano fatto altre domande, sembravano averne capito il motivo.
Gwen lavorava come infermiera all’ospedale della città, la sua naturale tendenza a prendersi cura degli altri era messa a buon uso.
Sia Elyan che Leon lavoravano in polizia, avendo scelto questa opzione invece che l’esercito durante i loro anni di studio.
A parte i loro ricordi della vita passata, erano persone normali e di questo erano soddisfatti.
Leon disse loro che sperava fossero stati riportati indietro solo per essere amici e avere vite normali senza preoccupazioni di battaglie, draghi e altri orrori magici.
Alla fine la conversazione si concentrò su come rintracciare gli altri amici.
-Non puoi localizzarli con la magia?- chiese Leon improvvisamente.
-Uhm..non lo so, forse, ma tutti i miei libri sono andati persi, e adesso tutto quello che faccio è istintivo- spiegò Merlin nervoso.
-Gaius una volta mi disse che la tua magia è speciale, che non hai mai dovuto studiare- gli disse Leon.
-E’ vero, facevo volare oggetti per casa ancora prima di saper camminare- rispose Merlin abbassando la testa imbarazzato.
Leon sorrise solo al pensiero.
-Scommetto che eri una vera peste per la tua povera madre- si intromise Arthur sorridendogli.
-Pensi che siano tornati anche loro?- chiese Gwen dolcemente -Gaius e tua madre-
-Non lo so, probabilmente no- disse Merlin scrollando le spalle.
-Ma mio padre è lo stesso- insistette Gwen.
-Si, ma io ho mille e cento anni, non ho bisogno di una madre- mormorò Merlin.
-E’ un peccato- disse Gwen tristemente.
Arthur si avvicinò a Merlin, un calore confortevole al suo fianco.
-E cosa mi dite dei cattivi?- chiese Elyan -Morgana e Mordred?-
Merlin rabbrividì al pensiero e Arthur, già abbastanza vicino da toccarlo, gli cinse la schiena con il braccio.
Questo gesto non passò inosservato e Gwen si accigliò, ma non disse nulla.
-Forse- disse Merlin.
-Mi piacerebbe parlare di nuovo con Morgana- disse Arthur pensieroso -E risolvere le nostre divergenze-
-Li troveremo- disse Leon ottimista.
-Si, sono sicuro che li troveremo- concordò Elyan -Ma mi stavo chiedendo se sposerai di nuovo mia sorella, Arthur. Ha una cotta per te dal liceo- scherzò.
-Elyan!- esclamò Gwen arrossendo e guardando a terra imbarazzata.
Elyan guardò prima lei e poi Arthur con aria imbarazzata e Merlin tentò di allontanarsi da Arthur che però non glielo permise.
-Non lo faro- sussurrò Arthur.
-Cosa?- chiesero Gwen e Leon in coro.
-Non lo farai?- chiese Elyan confuso.
-Penso sia crudele questa cosa della reincarnazione- disse Arthur con calma -Darvi tutti questi ricordi e sentimenti quando avevate già una vita, e per me è crudele-
-Non mi ami più?- urlò Gwen -Arthur, ti sto aspettando da quando avevo quindici anni! Sei tornato solo da pochi mesi, avresti potuto aspettare- singhiozzò.
-Ti voglio bene, Gwen, solo non come prima- disse Arthur preoccupato per la reazione.
-Non ci posso credere- mormorò lei girandosi a guardare Merlin -Questa è opera tua, me l’hai portato via. Finalmente l’hai avuto tutto per te e me lo hai messo contro- sibilò.
-No Gwen, non ho fatto niente- rispose Merlin non volendo fare altro che scappare e nascondersi dalla situazione che si era venuta a creare.
-Ho aspettato che lui mi ritrovasse, Merlin, fin dal liceo, la mia vita si è fermata da quando avevo quindici anni. Ho aspettato dieci anni, Merlin! Come hai potuto?!- chiese.
-Io ne ho aspettati mille- sussurrò Merlin prima di mettersi una mano sulla bocca per impedirsi di dire qualcosa di peggio.
Gwen lo guardò negli occhi e la sua furia sembrò scemare un po’.
Anche nel pieno della rabbia, provò compassione per il dolore di Merlin.
Poi si girò a guardare Arthur.
-Non posso competere, vero? Ora che l’ho visto, so che è così- sussurrò -Ho mai potuto?-
-Una volta- rispose Arthur a bassa voce -Ti voglio ancora bene, ma..-
-Non importa..solo..non ce la faccio..non posso restare- singhiozzò la ragazza.
-Gwen- la richiamò Merlin.
Ma lei scosse la testa e lasciò il giardino senza aggiungere altro. Elyan lanciò un’occhiataccia ad Arthur prima di seguirla, Leon rimase indietro.
-Cambierà idea- assicurò Leon -E’ tutto un po’ incasinata questa cosa della reincarnazione-
-Già- disse Arthur afferrando Merlin per un polso prima che questo potesse scappare e correre in casa -Non volevo ferirla. Non avevo pensato che potesse amarmi visto che mi aveva appena incontrato, non avevo capito come funzionassero i vostri ricordi-
-Ci vorrà del tempo. Da quando le sono tornati i ricordi si immaginava il giorno in cui tu saresti tornato e saresti caduto ai suoi piedi- disse Leon.
Merlin riuscì finalmente a liberarsi dalla presa di Arthur e scappò verso casa, ma si fermò sulla porta e si appoggiò allo stipite avendo bisogno di un supporto.
-Devo averla delusa molto- disse Arthur -Tengo ancora a lei, tanto quanto prima- ammise.
-Ma non la ami tanto quanto ami qualcun altro?- chiese Leon indicando Merlin e sorridendo debolmente.
-Mi ha aspettato per mille anni, Leon, ed è rimasto da solo. Mi ama così tanto che mi terrorizza. Ha bisogno di me, Leon- disse Arthur con voce spezzata.
-Ma tu lo ami?- chiese Leon, un pizzico di ammonimento nella sua voce.
-Più di quanto abbia mai amato chiunque altro, più di quanto abbia mai amato Gwen, temo. Il mio amore per lui offusca  tutti gli altri sentimenti e anche io ho bisogno di lui, tanto quanto lui ha bisogno di me- disse Arthur.
-E allora ne dovresti parlare con lui- suggerì Leon sorridendogli un po’.
-Non me lo lascerà fare- rispose Arthur sofferente.
Leon indicò di nuovo Merlin, ancora inchiodato sulla porta.
-Penso che questa sia la tua occasione, mentre è ancora troppo scosso per rispondere- disse Leon dandogli una pacca sulla spalla prima di andarsene.
Passando accanto a Merlin gli disse piano -Dagli una possibilità-
Merlin annuì, senza parole.
-Ora me ne vado, ma tornerò fra un paio di giorni, va bene?- chiese Leon gentilmente.
-Va bene- gracchiò Merlin guardandolo aggirare la casa per dirigersi verso la strada principale.
Merlin si incamminò lentamente verso il giardino.
-Arthur?- sussurrò.
-Ok, Merlin, siediti. Ora io parlerò e tu ascolterai, va bene?-
Merlin annuì e si sedette sull’erba, Arthur si unì a lui portandoli ad essere faccia a faccia.
Tuttavia, Arthur rimase in silenzio.
-Arthur?- ripete Merlin.
-Dammi un secondo, sto decidendo cosa dire- disse Arthur pensando profondamente -Tutto quello che ho detto a Leon è vero, ma so che non mi crederai, quindi devo fare le cose per bene.
E capisco perché non mi credi, hai passato così tanto tempo da solo che è difficile per te lasciarmi entrare. Riesco a vederlo nei tuoi occhi, Merlin: all’inizio avevi paura che io potessi scomparire, poi hai avuto paura che io me ne andassi e così non mi hai lasciato avvicinare.  Ho sempre tenuto a te, lo sai. Quando eravamo a Camelot, voglio dire. Eri il mio più caro amico, e penso di averti amato anche allora. Forse non quanto tu amavi me, ma ti amavo, poi ho scoperto la verità ed ero furioso, davvero furioso, ma non sono riuscito a rimanere arrabbiato per molto. Non dopo aver visto tutto quello che avevi fatto per me, e non mi avevi raccontato nemmeno la metà di quello che avevi fatto. E Merlin, non mi sono mai sentito così amato. Sapevo che stavo per morire, sentivo l’oscurità che mi stava allontanando da te, ma ho cercato di resistere più che ho potuto perché tu hai provato così tanto, hai cercato così disperatamente di salvarmi. Non volevo vedere il tuo cuore spezzarsi e così ho cercato di resistere per te. E’ stato allora che ho capito di amarti davvero, come avrei potuto non farlo? E volevo dirtelo, ma non l’ho fatto perché volevo che tu andassi avanti e vivessi la tua vita. Merlin, se avessi saputo che sarei tornato, se avessi saputo che tu mi avresti aspettato per tutto questo tempo ti avrei detto con il mio ultimo respiro che ti amavo, così non avresti dovuto aspettare senza sapere che..-
-Arthur!- singhiozzò Merlin, ma Arthur lo fermò con un gesto non avendo ancora finito.
-Ho amato Guinevere, ma quando l’ho rincontrata tu avevi già conquistato il mio cuore. Dal momento in cui sono tornato, sei stato l’unico. Lei non aveva nessuna possibilità. Anche se fosse tornata con me, penso che non avrei provato le stesse cose.  No, non è vero, provo le stesse cose, il mio amore per Gwen è sempre presente, ma è come..una volta lei è stata la mia luce, sarebbe potuta esserlo ancora, ma tu, Merlin, tu sei il sole e bruci.  Non ridere, ma tu metti tutti gli altri in ombra- Arthur si fermò aspettandosi che Merlin ridesse della sua sdolcinatezza, ma Merlin lo guardava con occhi sgranati -Ho bisogno di te tanto quanto tu hai bisogno di me, ti prego dimmi che mi credi- lo pregò Arthur.
-Si. Si ti credo- sussurrò Merlin.
-Rimarrò qui con te, Merlin, anche se dovessimo affrontare alieni e zombie o vivere qui come eremiti, saremo io e te- promise Arthur allungandosi e portando Merlin sulle sue ginocchia.
-Ti credo- ripete Merlin -Ti credo- disse di nuovo come una preghiera portando la fronte a toccare quella di Arthur.
-Grazie a Dio- disse Arthur sollevato.
Si chinò e premette le proprie labbra su quelle di Merlin, piano e delicatamente solo per precauzione, ma Merlin, che aveva deciso di tuffarsi completamente in questa cosa, intrecciò le propria dita fra i capelli di Arthur e lo attirò più vicino, aprendo le labbra e gemendo con abbandono nella bocca dell’altro.
-Mio Dio, Merlin- soffiò Arthur spingendolo sull’erba e stendendosi sopra di lui -Ma guardati-
Merlin alzò le braccia e le portò dietro il collo di Arthur tenendolo vicino.
Arthur lo baciò ancora con passione, finché Merlin non fu senza fiato e iniziò a contorcersi sotto di lui.
Merlin fece scorrere avidamente le mani lungo la schiena di Arthur, fino raggiungere l’orlo della maglietta e poi vi si infilò sotto fino a sentire la pelle calda. A quel contatto Arthur interruppe il bacio e scese a baciare la mascella e la gola di Merlin.
Poi Arthur si concentrò sulle orecchie e ne prese un lobo fra i denti. Merlin non riuscì a fare a meno di contorcersi e gemere sonoramente, il che non fece altro che spingere Arthur a continuare.
Alla fine, Arthur si allontanò per respirare, ansimando pesantemente, il viso arrossato e i capelli in ogni direzione dopo che Merlin li aveva completamente spettinati.
Boccheggiò e guardò in basso verso Merlin.
-I tuoi occhi- sussurrò accarezzandogli gli zigomi con il pollice -Sono dorati, sono bellissimi-
-Non posso farci niente- mormorò Merlin -E’ la magia, è tutta..tutta in superficie. Sto bruciando e ho freddo allo stesso tempo. Arthur..ho bisogno..ho bisogno..- lo pregò Merlin incoerentemente.
-Sono qui, ci penso io- promise Arthur intrecciando le dita fra i capelli di Merlin e spingendo i propri fianchi contro quelli di Merlin schiacciandolo ancora di più conto l’erba.
Merlin gemette e spostò le mani sulla cintura dei jeans di Arthur, tirandoli disperatamente, desiderando poter sentire più pelle, più Arthur.
-Merlin, aspetta- ansimò Arthur fermandogli le mani -Forse dovremmo rallentare- gli disse guardandolo intensamente.
-Non mi spezzerò, Arthur- mormorò Merlin.
Arthur lo accarezzò dolcemente.
-Certo che no- disse -Non lo permetterò- sussurrò sedendosi e togliendosi la maglia, sorridendo quando Merlin si lamentò della lontananza.
Merlin fece lo stesso e provò a togliersi maglione  e jeans con le mani tremanti.
Arthur gli prese le mani fra le sue e le fermò.
-Non potresti..- Arthur mosse le dita in modo allusivo.
Merlin sorrise e attinse alla sua magia, che a quel punto era impaziente di emergere.
-Sarebbe stato più sexy se tu mi avessi spogliato- disse Merlin sfacciatamente -Ma suppongo che tu sia troppo pigro per farlo-
Arthur si limitò a fissarlo con affetto e gli occhi leggermente lucidi.
-Eccoti qui- sussurrò allungandosi e catturando velocemente la bocca di Merlin in un bacio, come se Merlin fosse l’unica fonte d’aria al mondo.
Arthur gemette dal profondo della sua gola e questo suono fece rabbrividire Merlin dal desiderio.
Arthur mosse il suo corpo contro quello di Merlin, una mano abbandonata a lato della testa di Merlin, le dita che scavano nel terreno soffice.
Mosse l’altra verso il basso tra i loro corpi e prese in mano entrambi i loro membri.
-Mi prenderò cura di te, Merlin- mormorò con voce rotta, come fosse una promessa, mentre cominciava a muovere la mano.
Merlin non riusciva nemmeno a parlare, ma strinse le larghe spalle di Arthur fino a lasciare segni rossi con le dita. Lo attirò disperatamente a sé volendolo più vicino possibile.
Merlin non riuscì a fare a meno di spingersi freneticamente nella mano di Arthur, la sua stessa pelle sembrava andare a fuoco, ma stava tremando, il bisogno quasi troppo intenso dopo così tanto tempo.
-Ti amo- disse Arthur, senza fiato, tra baci scoordinati, quasi più continui scontri di labbra -Ti amo, ti amo- continuò a ripetere come una supplica.
Quelle parole furono tutto quello che servì per mandare Merlin oltre il limite.
Mentre Merlin si svuotava fra i loro corpi, le luci della casa tremolarono per un momento prima di spegnersi del tutto e lasciare il giardino nelle ombre del tramonto.
Arthur velocizzò la sua mano e Merlin, che giaceva sull’erba stanco e completamente soddisfatto alzò lo sguardo verso di lui.
Nell’ultima luce del giorno Merlin lo vide con la bocca spalancata e gli occhi leggermente offuscati mentre si muoveva disperatamente. Merlin allungò le braccia e lo attirò per un bacio.
Questo fu abbastanza per Arthur che venne, il suo gemito soffocato dalla bocca di Merlin.
Le braccia che lo avevano supportato cedettero e Arthur cadde pesantemente sopra a Merlin. 
Rimasero distesi sull’erba, gli unici suoni erano i loro respiri pesanti e il rumore distante  del traffico che sembrava attutito e in lontananza, come se appartenesse ad un altro universo.
Alla fine Arthur era riuscito convincersi a spostarsi e ora giaceva al fianco di Merlin.
Prese la mano del giovane e intrecciò le loro dita.
-Ti amo, Merlin- gli giurò.
-Lo so, lo so. E ti amo anche io. Ti ho sempre amato- mormorò Merlin.
-Sempre?-
-Beh, non sempre. Eri proprio un babbeo quando ci siamo conosciuti- scherzo Merlin.
Si sentiva così leggero che pensava potesse prendere il volo senza la presa di Arthur.
-Mi hai reso migliore- disse Arthur tranquillo.
-Sei sempre stato un brav’uomo Arthur, avevi solo bisogno di una spinta- gli assicurò Merlin.
Arthur emise un suono di assenso.
-Hai fatto andare via la luce- disse Arthur beffardo.
-La magia e l’elettricità non vanno molto d’accordo- spiegò Merlin.
-Andiamo dentro, ci diamo una pulita, accendiamo delle candele e poi ci coccoliamo sul divano- suggerì Arthur alzandosi e trascinando Merlin con sé.
 
Merlin era mezzo addormentato fra le braccia di Arthur quando quest’ultimo lo scosse freneticamente riportandolo alla realtà.
-Cosa?- chiese.
-Ho appena controllato il mio telefono. Guarda cosa mi ha mandato Leon appena prima che facessi andare via la luce. Pare tu abbia ritrovato anche lui- disse Arthur con un sorriso mentre gli passava il telefono.
Merlin si strofinò gli occhi, assonnato e prese il cellulare. Guardò curioso lo schermo che mostrava un video su YouTube.
-Clicca Play, Merlin- gli disse Arthur impaziente.
Merlin lo fece e si ritrovò a guardare una specie di pubblicità di uno shampoo anti forfora per uomini.
-Arthur ma cosa..- si interruppe -Non può essere- sussurrò.
-Si invece!-
Il modello che si passava una mano fra i capelli senza forfora era Gwaine, che stava davanti alla telecamera come un professionista.
-Oh mio Dio!- esclamò Merlin.
-Lo so, solo Gwaine- concordò Arthur.
-Anche gli altri potrebbero vederlo- suggerì Merlin appoggiandosi al petto di Arthur.
-Già, penso che ora sarà più semplice ritrovarli, se vuoi- disse Arthur esitante.
-Lo voglio. Lo voglio davvero- rispose Merlin.
-Dormi adesso. Abbiamo un sacco di tempo a nostra disposizione- mormorò Arthur.
E Merlin dormì, perché per la prima volta in mille anni si sentiva davvero felice.
 
  
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