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Autore: andrea_98    05/12/2015    5 recensioni
[Percabeth] ovviamente!
Annabeth e Percy sono due ragazzi normali: si sono amati, fraintesi e lasciati...il ciclo di una normale coppietta adolescente.
Ma il loro amore era più profondo tanto da invertire il ciclo: dopo essersi lasciati, si sono fraintesi e forse riusciranno a ritornare ad amarsi, ma quando la vita ti sorprende non c'è modo di seguire un ciclo come si deve...
L'ho detto che tornavo e sono tornata, con la mia prima storia a capitoli!
La storia avrà due punti di vista: Annabeth e Percy (ma dai!) e forse uno in più ma non vi dico di chi!
La trama effettiva sarà chiara tra il terzo e il quarto capitolo, ma anche i primi due sono fighi...va bhe non dico più niente , leggete che non vi fa male!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Percy/Annabeth, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La mia vita con te'
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Annabeth



 - Mamma … -
- Uhm?!-
- Mammina … -
- Kyle, torna a dormire. È presto-
- Ma oggi è una giornata importantissima! –
- Ma che ore sono?-
- Le cinque e mezza –
- Dai vieni qui vicino a me e dormiamo!-
- Ma oggi è una giornata importantissima!-
- Va bene … che giorno è?-
Guardai mio figlio che mi fissava con gli occhi verdi  sveglissimi, mentre io non riuscivo proprio a tenerli aperti.
- Dai come fai a non saperlo?-
- Kyle sono le cinque!-
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo – Mamma è il tuo compleanno!! 12 luglio! Stava scritto sul calendario … -
Giusto, il mio compleanno. Fantastico.
Non è che mi sentissi vecchia o altro, ma ormai quella data aveva perso di importanza più o meno da quando avevo compiuto 18 anni, tranne per le mie amiche che continuavano a portarmi al centro benessere per passare una giornata rilassante, e per la signora Brunner che continuava a preparare la sua torta allo yogurt ricoperta di glassa al cioccolato.
Quest’anno sarebbe stato anche meno di conto visto che la signora Brunner non aveva le forze per preparare una torta (e si era anche scusata!ridicolo) e le mie amiche avevano deciso di venire il giorno prima per darmi i loro regali (totalmente inutili!).
Comunque si prospettava una giornata normale. Percy sarebbe venuto a prendere Kyle e lo avrebbe portato al parco e io sarei andata a fare la spesa, sarei tornata a casa e avrei messo in ordine. Magari avrei potuto riordinare l’armadio, anche se lo avevo già fatto, ma una volta in più non avrebbe fatto male.
Sì, una giornata normale.
- Oh! È vero! Grazie per essertene ricordato tesoro- gli dissi quando si accoccolò affianco a me. Gli diedi un bacio sulla testa e lo strinsi a me – Dai ora dormi che quando ci svegliamo ti preparo i pancake al cioccolato!-
- Quando sarò più grande ti preparerò la colazione e te la porterò a letto!-
- Ne sono sicura-
 
Riuscii a dormire poco più di un ora prima che Kyle si svegliasse per dirmi che era ora di colazione.
Dopo che finimmo di mangiare Kyle andò a guardare i cartoni e io lavai le tazze e i piatti.
Ad un certo punto sentii suonare il campanello. Guardai l’ora: erano le otto.
Potevano essere solo tre persone a quell’ora, il giorno del mio compleanno: Thalia, Piper e Silena!
Sicuramente pensavano di trascinarmi da qualche parte per passare una giornata tra donne, ma io ero intenzionata a non farmi mettere i piedi in testa quest’anno.
Andai verso la porta borbottando frasi di guerra, ma quando la aprii trovai Percy in una posa da “supereroe” e con un sorriso a trentadue denti, ma con addosso la sua “tenuta da spiaggia” era abbastanza ridicolo (camicia hawaiana, costume blu, infradito blu, occhiali da sole troppo grandi per la sia faccia, cappellino da pescatore e zaino blu).
Era talmente esilarante che gli scoppiai a ridere in faccia – Wow, e io che credevo di averle viste tutte! Dovrei farti una foto da mandare a Jason e Nico – dissi asciugandomi una lacrima.
- Ah ah! Divertente … non ne capisci proprio di moda marittima! – mi fece il verso mentre si toglieva il cappello e metteva gli occhiali sui capelli.
Beh, adesso era tutta un’altra cosa. Il suo aspetto ora era più come quello dei surfisti che appena usciti dall’acqua ti offrono un cocktail ai beach bar.
Sperai di non perdermi tra i suoi occhi verdi e il suo sorriso bianchissimo – Ehm … che ci fai qui, così? – chiesi sperando di non apparire scocciata.
- Ho controllato il meteo e ho visto che questo week end ci sarà un tempo veramente fantastico, quindi perché non approfittarne per passare due giorni a Montauk?-
Mi presi due secondi per apprendere la notizia. Intanto Kyle corse verso Percy e rise della sua camicia.
Voleva portarlo due giorni al mare?! Proprio nel week end del mio compleanno?! Non che importasse qualcosa ma almeno in quei giorni mi sarebbe piaciuto non dovermi preoccupare che Kyle potesse farsi male o ferirsi gravemente per un qualsiasi motivo. E poi sarebbe stato triste. Non ero mai stata lontano da Kyle per più di una giornata e mi volevano lasciare sola proprio oggi?! Non ce l’avrei fatta a rilassarmi in un centro benessere mentre sapevo che mio figlio faceva un bagno nell’oceano!
Quando Percy lo disse a Kyle, fece i salti di gioia e quasi non pensai più ai possibili 312 pericoli della mia lista.
Poi però si fermò e aggrottò le sopracciglia – Ma Percy, è il compleanno della mamma-
- Lo so! Quindi quale modo migliore di festeggiare, se non due giorni a divertirsi sulla spiaggia?-
- COSA!?- dissi io. Non avevo capito che sarei dovuta andare anch’io.
In quel momento capii il perché le mie amiche mi avessero regalato tutta quella roba per il mare.  
Quando gli avevo aperti mi erano sembrati regali senza senso : Silena mi aveva regalato due bikini della collezione di non-so-chi che le aveva mandato dei campioni e degli occhiali da sole (l’unica cosa che reputavo abbastanza utile, perché potevo metterli anche in città mentre guidavo) , Piper dei sandali (carini,ma non abbinabili!), Bianca un prendisole di quel tessuto leggero che ricorda tanto la spiaggia e Hazel ci aveva abbinato una borsa (anche quella non abbinabile se non con il prendisole), dentro poi ci avevano infilato un telo e un pochette abbinata da parte di Calypso.
L’unica che, forse, aveva cercato rendere questa pillola meno amara era stata Clarisse, che mi aveva regalato un completo formato da un pantaloncino e da una canotta larga sportiva che per l’occasione era veramente adatta (io sinceramente l’avrei messa anche per stare a casa o andare ad un picnic in una giornata particolarmente calda).
Mentre inveivo contro l’elenco dei regali, Percy mi mise una mano sulla spalla – Tu vai a prepararti. Ci penso io a lui,tranquilla- lo guardai andare verso la camera di Kyle, poi si voltò di scatto – Ah! Ricordati di portare un cambio e qualcosa per dormire –
Soffiai dalle narici – E se avessi avuto da fare?-
Lui alzò gli occhi al cielo – Non avevi da fare –
- E se fosse stato così? –
- Ho chiesto in giro e mi è stato confermato che questo week end eri libera. Non prendermi per un novellino. So quello che faccio – concluse ammiccando.
Mi battei una mano sulla fronte – Devo parlare meno con i tuoi cugini! –
Rise – Dai, forza! Quei regali non si sfruttano da soli!-
- Come sai dei regali?!- gli gridai dietro, ma lui se n’era già andato.
Guardai i piatti, e decisi che era il caso di lavarli prima di “prepararmi”.
 
Una caratteristica delle mamme single? Tralasciare la depilazione.
Quando sei giovane e single stai attenta perché ogni occasione potrebbe essere quella buona.
Quando sei giovane e fidanzata lo fai per essere sempre attraente e pronta.
Quando sei mamma e single puoi essere giovane quanto vuoi, te ne freghi altamente.
Io ero l’ultimo caso, non so se si era capito.
Di solito mi occupavo delle zone basilari : dal ginocchio in giù, ascelle, stop.
Poi,parliamoci chiaro, ero bionda! Praticamente in alcune parti del mio corpo i peli erano pressoché invisibili e quasi inesistenti dopo le prime cerette.
Ora, di fronte allo specchio, in intimo, vedevo che comunque c’era una zona critica che sicuramente mi avrebbe dato problemi : l’inguine.
Mi giustifico dicendo che da quando era nato Kyle non dovevo preoccuparmi di mantenere in modo decente quella zona … insomma, non ce n’era motivo!
E poi utilizzavo le cerette del supermercato, comprendete!
Non avevo intenzione di mettermi in bikini (sarò anche dimagrita, ma non ero più così … soda!), ma almeno volevo essere presentabile.
L’unico rimedio era nel cassetto del lavandino: la lametta. Veloce e indolore.
Dopo questa ardua decisione rimaneva solo da scegliere il costume. Non che fosse difficile, quelli che potevo mettere erano i due regalati da Silena.
Me ne aveva regalato uno bianco, molto semplice a fascia intrecciata e degli slip normali. Pensai che era il caso di mettere quello perché l’altro … beh, credo sia stato ideato a posta per Percy. Per sedurlo, immagino.
Sapevo benissimo che le ragazze (e anche i ragazzi) sbavavano all’idea di far rimettere insieme me e Percy, e ci provavano in tutti i modi.
Quel costume era terrificante: il pezzo di sopra era modello reggiseno e leggermente push up … perché si, dovevo mettere in mostra la mercanzia! E poi era blu! E non di un blu qualsiasi, ma della sfumatura preferita di Percy! Almeno avevano avuto la decenza di prendere uno slip normale.         
Preparai la borsa e controllai che tutte le finestre fossero chiuse.
Andai in camera di Kyle per vedere che stavano combinando. Trovai Percy concentrato a mettere le scarpine al bambino, mentre lui giocava con il delfino blu. Ancora gli piaceva quel pupazzetto.
- Ehi! Avete preparato tutto?-
- Si. Ho preso lo zainetto blu, quello più grande, non quello per la scuola- mi rispose Percy sempre concentrato. In quel momento lui e Kyle avevano la stessa espressione. Mi si scaldò il cuore – ci ho messo un telo, il pigiamino … -
-Quello di Nemo!- precisò Kyle.
Percy rise – Ovviamente … due cambi per sicurezza e due costumi- concluse convinto.
Da mamma iperprotettiva quale sono decisi che serviva almeno un cambio e un costume in più, e la magliettina per fare il bagno.
Vidi poi che avevano rifatto anche il letto – Wow vi siete dati da fare! Allora possiamo andare- dissi poco convinta.
Kyle non se lo fece ripetere due volte e corse fuori.
- Dai! Vedrai che ci divertiremo- mi disse Percy dandomi delle pacche sulla schiena.
 
Ci volevano due ore per arrivare e, contro ogni mia previsione, non furono imbarazzanti o impossibili.
Kyle raccontava di tutte le cose che, secondo lui, si fanno al mare e ne discuteva con Percy che lottava con la radio per cercare delle canzoni che non avessero parolacce. Era esilarante la sua faccia.
Poco prima dell’uscita dell’autostrada ci fermammo in un mini market per comprare qualcosa da mangiare.
Kyle fece talmente tanti capricci per comprare un sacco di schifezze che mi sembrò ingiusto l’insistenza di Percy di pagare lui. E, ciliegina sulla torta, avevo anche notato che nel suo portafoglio era rimasta la mia foto dell’ultima volta che eravamo andati proprio a Montauk.
Cercai di ignorare quella sensazione di calore che stava dilaniando nel mio stomaco.
Quando arrivammo dovetti bloccare Kyle per impedirgli di andarsi a buttare in acqua.
Dovevo ammettere che era bellissimo: la spiaggia era abbastanza pulita e soleggiata e la casa era stata sicuramente ristrutturata, perché risultava più moderna di quando frequentavamo il college.
Rimasi imbambolata mentre annegavo nei ricordi: il bagno, gli scherzi, i baci, le passeggiate, il “dopo” …
- … hai visto?! Mamma!! Mammaa!!-
- Scusa Kyle, dimmi-
Lui alzo gli occhi al cielo – Non mi stavi ascoltando! Comunque mi piace un sacco la spiaggia!- disse tutto allegro.
- Dai aiutiamo Percy a prendere la roba –
 
Quando entrammo non feci neanche in tempo a guardarmi intorno che Kyle mise lo zaino a terra e corse fuori.
Vedendo che stavo per sgridarlo Percy posò tutto a terra e gli corse dietro. Poggiai la spesa sul tavolo e misi le borse sul divano.
Andai sul retro e vidi Kyle e Percy che camminavano sul bagnasciuga tenendosi la mano. Era una scena commuovente. Di sicuro questo weekend sarebbe stato un colpo al cuore costante.
Mi ricordai di quella volta ad una delle prime riunioni dell’asilo in cui avevo incontrato due genitori cristiani fortemente convinti della loro religione. Io non avevo niente contro il cristianesimo, anzi una delle mamme che subito mi avevano accolto era proprio cristiana e mi è sempre stata simpatica, ma quei due genitori, quando avevo raccontato la mia storia (per sommi capi) mi avevano guardato inorriditi dicendo che i figli non possono essere concepiti fuori dal matrimonio e che ero una peccatrice.
Io non ero cristiana, ma quelle parole mi fecero ugualmente molto male. Non credevo di essere così cattiva da meritarmi l’inferno per aver concepito Kyle fuori dal matrimonio. Lui era così dolce e innocente da non poter essere minimamente considerato peccato.
Ma per il fatto che lo avessi nascosto a Percy sarebbe stato diverso : mi sarei sentita macchiata a vita e oltre.
Appena mi accorsi dell’ora iniziai a mettere la roba in frigo e nella dispensa, pensando a cosa avremmo potuto mangiare per pranzo, ad un certo punto squillò il mio telefonino e corsi a vedere chi fosse : Luke
- Pronto?!-
- Ehi Annie, sono Luke,ho chiamato per sapere che stavate facendo-
- Luke dov’è Thalia?-  quella ragazza aveva bisogno di una ramanzina.
Sentii un fruscio e un “Molla l’osso,bello!” – Bionda! Allora vi state divertendo?-
- Siamo appena arrivati e Kyle è praticamente già in acqua-
- Sapevo che quel posto gli sarebbe piaciuto!-
- Ah! Giusto, dimenticavo … tu sapevi e non mi hai detto niente. Bell’amica. Davvero. –
- Dai Annie! Doveva essere una sorpresa, e già con i regali avresti dovuto intuire una cosa del genere … a proposito, hai portato anche il mio, di regalo?-
Precisazione veloce: mi aveva regalato della lingerie, anche quella studiata per Percy.
- Ovviamente! La sto indossando proprio ora … -
- E sono solo le 11.45! Wow un nuovo record! Dovrei chiamare Silena o Piper … qualcuno oggi sarà molto contento e smetterà di farsi delle docce fredde … -
Sgranai gli occhi e senti la voce di Zoe in sottofondo che chiedeva “Perché?” e Luke che parlottava.
- Anche tua figlia è scandalizzata! No davvero siamo serie … perché avete fatto una cosa del genere?-
- Veramente l’idea è stata di Percy, noi poi ci siamo semplicemente mobilitate per renderti il soggiorno fantastico e … piccante, ecco-
- Sentite, la dovete smettere di sperare in un qualcosa che non ci sarà mai, chiaro?!-
- Ma Annabeth! Noi non speriamo in un “qualcosa che non ci sarà mai”-
- La dovete smettere perché altrimenti inizierò a sperarci anche io, e succederà come l’ultima volta!-
-Quale ultima volta?-
Era una cosa che non avevo raccontato a nessuno e che da sempre negavo a me stessa, ma Thalia era la mia migliore amica, glielo dovevo per tutto quello che faceva per me.
- Quando dovevo dire di Kyle a Percy, avevo pensato … beh, avevo pensato che magari … si sarebbe rimesso con me, per questo … ma non mi ha lasciato neanche parlare e la mia remota speranza è sfumata in un momento- 
Avevo le lacrime agli occhi e, probabilmente, ero tutta rossa.
- Annabeth … credo che tu abbia bisogno di goderti un momento questa vacanza, come se foste una famiglia-
- Il problema è che noi non siamo una famiglia … -
- Percy ha bisogno di vedervi come una famiglia e anche Kyle. Non vorrai mica dirgli che Percy è suo padre senza che lui lo abbia considerato tale almeno una volta? Sarebbe un colpo –
- Magari Percy non lo vuole dire a Kyle … -
-COSA?! L’aria dell’oceano ti ha dato alla testa?!
- Forse, anche cinque anni fa, lui se lo sentiva che ero incinta e,pur di non sentirlo, il suo subconscio ha deciso che fosse meglio non farmi parlare-
- Annabeth, hai bisogno di uno psicologo-
- Thalia, tu sei uno psicologo! Dovresti adorare tutte quelle robe sul subconscio!-
- Percy non vede l’ora di dire a Kyle di essere suo padre! È da quando i suoi neuroni hanno elaborato la situazione che sbava dietro l’idea di andare alle partite di baseball o alle gare di nuoto, fare da accompagnatore alle gite e tutte quelle robe là. Fattene una ragione-
- … -
- Annie, comportati come fai di solito e stai più vicina a Percy. Cerca di coinvolgerlo come io faccio con Luke -
- Per esempio? –
- Chiedigli cosa vuole per pranzo, farti aiutare a lavare i piatti come se fosse ordinario e chiacchierare … cose così-
- Le hai dette anche a lui queste cose?-
- Forse … tranquilla, lui sa cosa fare e nel tuo “subconscio” lo sai anche tu-
- Ti odio … -
- Ci vediamo lunedì bionda. E usa il mio regalo!
Le chiusi il telefono in faccia.
Ok, ce la potevo fare. Potevamo comportarci come dei coinquilini che avevano un bambino. Decisi che pensare era peggio che agire, così andai fuori e gli raggiunsi.
-Ehi vi state divertendo?-
- Si … guarda mamma queste conchiglie hanno il buco per fare le collanine. Me lo ha detto Percy!- disse mostrandomi le conchiglie che aveva nella manina.
- Wow, bellissime. Allora stasera le facciamo, che ne dite?-
- Io volevo fare il bagno!-
Ci pensai un po’ su – Non so … Che dici, Percy, ce la facciamo?-
Percy sembrò cadere dalle nuvole – Io … cioè, si! Facciamo un bagnetto veloce  e poi mangiamo, va bene?-
- SIIIIIII!-
- Okay … volete dei sandwich per pranzo? Con un po’ si insalata?-
Siccome Kyle era immerso nella contemplazione delle conchiglie, guardai di nuovo Percy – Si, certo!-
 
Decidemmo di mangiare fuori, sul terrazzo sul retro.
Era stato bello, parlare, ridere, scherzare e godersi l’aria della spiaggia. Mi sembrava quasi un sogno. Eppure appariva tutto così stranamente ordinario, che non riuscivo ad immaginare come avessi fatto a vivere in modo diverso per cinque anni.
Appena finito di mangiare Percy e Kyle decisero di fare una passeggiata sul bagnasciuga.
Alla fine fui costretta ad andare con loro.
Dopo un’ oretta circa decidemmo di tornare, visto che Kyle si era fatto prendere in braccio da Percy ed era in procinto di addormentarsi.
Io decisi di rientrare, mentre loro due se ne stavano a guardare non so cosa, probabilmente dei delfini, non so.
Trovai una chiamata persa: Frederick Chase
L’ultima volta che ci eravamo sentiti direttamente era stato il compleanno di Kyle, le altre volte solo attraverso Bobby e Matthew  che chiamavano almeno due volte al mese e cercavano di messaggiare con me.
Non riuscii a trattenere uno sbuffo: le nostre conversazioni si riducevano a “come stai?il lavoro?posso parlare con Kyle?” poi finiva lì.
Non mi lamentavo, visto che l’ultima volta che ci eravamo visti di persona sua moglie mi aveva praticamente sbattuto in faccia che ero una ragazza madre, sola.
Mi avevano invitato loro a San Francisco per vedere Kyle e cercare di riappacificarci, e invece appena mio figlio, che aveva 18 mesi, l’aveva chiamato nonno (sapeva a malapena parlare!), la mia cara matrigna era andata su tutte le furie, dicendo che non poteva accettare una cosa simile,dove saremmo finiti continuando in quel modo, che ero la personificazione della famiglia rovinata … cose molto carine,insomma.
Mio padre aveva visto sua figlia con le lacrime agli occhi, prendere in braccio il suo nipotino che piangeva e uscire da quella che sarebbe dovuta essere casa sua, impassibile.
Niente lo aveva smosso, neanche le proteste dei miei fratellastri, che avevo sempre giudicato male e che invece erano diventati l’unica cosa che mi teneva alla mia vecchia e inesistente famiglia.
Era servito a poco quando mi avevano chiamato, un mese dopo, per scusarsi. Io avevo accettato le loro scuse, ma era stato come mettere un cerotto su un’emorragia. Si era giustificata dicendo che era stato un momento di nervosismo, legato ad un grande mal di testa persistente.
Da allora ogni volta che mio padre parlava al telefono con Kyle avevo paura che Susan avesse uno dei suoi mal di testa e gridasse contro mio figlio attraverso la cornetta.
Non mi colpevolizzavo se non avevo voglia di rispondere o richiamare. Ma lo feci ugualmente.
- Pronto-
- Ciao papà, sono Annabeth-
- Ehi Annabeth, ti avevo chiamato prima-
- Si ho visto. Non avevo sentito il telefono squillare-
- Certo. Ti avevo chiamata per farti gli auguri-
- Grazie-
- Si, anche i gemelli volevano farteli. Anche Susan ti fa gli auguri e ti saluta-
- Wow come no!-
Lo sentii trattenere il respiro. Me lo immaginavo mentre chiudeva gli occhi e stringeva un pugno nel tentativo di calmarsi dopo quell’esclamazione. Speravo che fosse per il fatto che si sentiva odiato da sua figlia, invece ero sicura che fosse perché avevo appena rifiutato gli auguri della moglie.
- Te li chiamo, aspetta! Bobby! Matthew! C’è Annabeth al telefono!-
Mi risposero in coro – Auguri Annabeth!!!!-  
Risi – Grazie mille –
Non riuscivo a distinguere le loro voci, visto che dicevano una frase per uno – È il tuo compleanno-
- E stai diventando vecchia-
- 25 anni non sono pochi-
- Un giorno sei come noi: giovane, sano e in procinto di andare ad una  festa in piscina-
- E, neanche te ne accorgerai, ti ritroverai a badare ai figli di Kyle senza sapere com’ è successo-
- Non siete bravi con gli auguri! Meglio che andate a questa festa in piscina-
- E Kyle?faccelo salutare prima … -
- Ora non c’è. Andatevi a divertire, vi faccio chiamare domani-
- Va bene! Salutacelo, mi raccomando
- Anche io! Ci sentiamo domani!-
Stavo per riattaccare, ma mio padre riprese la conversazione – Allora, come stai?-
- Bene, tu?-
- Anche io. Susan vorrebbe provare un nuovo ristorante sulla baia stasera. Almeno ci rilasseremo un po’-
E a me non mi portava neanche da Mc Donald’s – Sono contenta per voi-
- Certamente. Come va a lavoro?
- Bene: ho appena finito un progetto ed è stato approvato, dobbiamo solo iniziare i lavori-
- Fantastico. Ma non dovevi trasferirti a Chicago?-
- Si, beh … c’è stato un contrattempo e quindi non si è fatto più niente-
Proprio in quel momento entrò il “contrattempo”che disse ad alta voce – Eccoci qua! Kyle si è addormentato!-
- Ma quello non è Percy?-
Non so cosa mi fece più paura : se il fatto che dovevo spiegare, di nuovo, tutta la storia a mio padre o quello che aveva riconosciuto la voce di Percy, nonostante ci avesse parlato una sola volta.
Deglutii un paio di volte, mentre Percy mi guardava con le sopracciglia aggrottate.
- Si, papà. È lui-
Vidi Percy strabuzzare gli occhi , per poi stringere Kyle, come se fosse la sua salvezza. Io lo guardavo sperando che lui fosse la mia in quel momento. Infatti teneva i suoi occhi verdi legati ai miei.
- Ah … cioè, cosa sta succedendo? Posso saperlo?-
Ero tentata di dirgli no, che non era affar suo dal momento esatto in cui mi aveva cacciata di casa cinque anni prima, ma non era il caso di nascondermi dietro il rancore. Mi assicurai che Kyle dormisse.
- Percy ha scoperto … tutto-
- Ed è lì con te? A casa tua?-
- No, cioè, stiamo insieme … -
- Vi siete fidanzati?!-
Mi sentii obbligata a guardare da un’altra parte. Probabilmente ero tutta rossa. – NO! Non in quel senso!- dissi mentre andavo fuori – Nel senso che ci troviamo nello stesso posto!-
- Nel giorno del tuo compleanno?-
- Si, ne ha approfittato per portare Kyle a Montauk-
- E ha portato anche te?-
- Era solo la scusa … ti prego, non farmi il terzo grado. Sono adulta, posso gestire la situazione-
- Lo so. Sei una donna ormai. Ma vi ha già lasciato una volta … -
“Anche tu …” - Sai che non è andata così. Percy ci sta provando. Sta facendo il padre-
- Kyle lo sa?-
- No, quindi non accennare a questa storia. Io e Percy vorremmo dirglielo con calma-
- Va bene, questi sono affari vostri. Solo … vorrei che tu e Kyle stesse bene-
- Lo so-
- Stai attenta, okay? Qualsiasi problema non esitare a chiamare-
- Me lo dici sempre … -
- E non lo fai mai –
- Sto bene. Stiamo bene! Ce la caviamo alla grande, e Percy mi sta aiutando un sacco. Sarà un buon padre per Kyle. Lo adora. Veramente si adorano a vicenda. Non preoccuparti-
- Tu sei sempre stata indipendente. Te la sei sempre cavata da sola. Meriti un aiuto del genere-
- Grazie papà –
- Ti chiamo domani, per sentire un po’ Kyle. Ancora auguri, Annie. Ti voglio bene –
- Anche io-
Riattaccai e guardai il mare. Perché dovevano succedere tutte a me?! Sapevo di stare meglio di quelle ragazze degli incontri. Quelle ragazze madri senza un lavoro, che non ancora si diplomavano, con una vita che sarebbe cambiata nel modo più radicale nel momento meno adatto.
A me era andata meglio, ma sentivo sempre nel cuore che un giorno avrei potuto cedere. Avrei voluto una famiglia normale, mia. E se prima il mio sogno era diventare architetto, ora era quello di potermi riscattare come persona.
Io non ero la personificazione della famiglia rovinata! Io ero una madre che stava crescendo da sola suo figlio, una ragazza che si è laureata a suon di borse di studio e concorsi, una ragazza che aveva avuto un figlio e che, se prima voleva fare l’architetto perché era il lavoro più bello al mondo, ora avrebbe anche fatto la commessa in un fast food pur di dare il meglio al suo bambino.
Io ero una donna che ce la poteva fare.
Quando rientrai evitai di parlare con Percy. Non me la sentivo tanto. Lavammo i piatti parlando degli Yankees. Poi Kyle si era svegliato ed erano andati a fare un altro bagno. Non so come e ne quando, ma ad un certo punto mi addormentai.
 
 
- Annabeth … -    
- Uhm?! –
- Annabeth … -
- Ma che succede … ?-
- Ti sei addormentata sul divano –
- Ma che ore sono?-
- Le sei … -
Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai Percy a dieci centimetri dal mio naso, che sorrideva divertito.
- Scusami se ti ho svegliato, ma la cena è quasi pronta-
-Come “è quasi pronta”? chi ha cucinato?!-
Percy fece un gesto teatrale, mettendosi una mano sul cuore – Mi ferisci così! Oltre ad un grande scienziato, un sexissimo  surfista ed un eccellente costruttore di castelli di sabbia, sono anche un sorprendente cuoco-
Risi – Oddio! E sentiamo, cos’ha preparato di buono per cena, signor chef?-
- Ho messo un delizioso impasto di pane croccante,che fa da letto ad una succulenta salsa di ortaggi rossi e latticini, in un caloroso abbraccio di 180° -
- Cioè?-
- Ho messo la pizza in forno –
Scoppiai a ridere tenendomi la pancia – Credo tu sia più bravo con le parole che con il cibo-
-Donna di poca fede!-
E mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi. L’accettai senza pensarci. Ma la spinta fu troppo forte e io andai a sbattere contro il mento di Percy con la fronte. Entrambi gridammo “AHI”, io tenendomi la fronte e lui il mento.
Quando incrociammo lo sguardo scoppiammo a ridere. Avevo bisogno di un momento di quel genere.
- Mammaa! Percee! –Kyle arrivò in pigiama saltando in braccio a Percy e poi mi diede un bacio sulla testa – Su forza! Mangiamo!-
Ci mettemmo ancora fuori, con le luci che si affievolivano sempre di più.
Dopo che finimmo Kyle crollò immediatamente sul divano e Percy lo portò nella camera da letto dove io e Kyle avremmo dovuto dormire.
Siccome non avevo molto da fare mi sedetti sulle scale della terrazza, per contemplare il tramonto.
Il panorama era così bello da sembrare surreale. E il rumore delle onde era così rilassante da isolarmi totalmente.
Avrei voluto fermare il tempo in quel momento: Kyle sarebbe rimasto piccolo e mi avrebbe visto sempre come la sua dolce e troppo preoccupata “mammina” e Percy mi avrebbe sempre sorriso nel modo che mi avrebbe fatto scaldare il cuore, se non fosse che gli avevo rovinato la vita  e quindi era inutile.
Sussultai quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla. – Calma, sono io! Kyle si è addormentato come un sasso-
Percy si sedette affianco a me, a circa venti centimetri di distanza.
Potevo sentire l’odore della sua pelle, i muscoli guizzare per ogni minimo movimento, il suo respiro mischiarsi con l’aria.
Era una sensazione bellissima. Avrei voluto abbracciarlo e mettere la testa nell’incavo del suo collo. E la sua vicinanza era una tentazione. Dovevo smetterla.
- Grazie … per esserti occupato di Kyle … -
-Tranquilla. Non dovresti ringraziarmi per una cosa del genere- disse facendo un gesto con la mano,come a dire che fosse ovvio.
Feci un respiro profondo prima di continuare – e anche per averci portato qui-  dissi spostando lo sguardo sul mare.
Vidi con la coda dell’occhio Percy girarsi verso di me, ma non sapevo che espressione avesse.
Siccome nessuno dei due parlava, ebbi paura che il silenzio potesse farsi imbarazzante – Cioè, io so che ci tenevi a portare Kyle qui, perché ti somiglia molto da questo punto di vista. Anzi da tutti i punti di vista. Ma il fatto che tu abbia voluto portare anche me il giorno del mio compleanno … è stato gentile. Non eri obbligato, e lo so che alla fine era solo una scusa per … -
- Annabeth fermati e guardami-
Girai la testa verso di lui, con il labbro inferiore schiacciato tra i denti.
Percy mi sorrise senza mostrare i denti, ma quel sorriso gli arrivava agli occhi – Io l’ho fatto anche per te. Secondo te avrei fatto tutto quel casino dei regali per niente. Io ci tengo a conoscere Kyle e a farmi conoscere. E si, quando mi sono ricordato che oggi era il tuo compleanno, ne ho approfittato. Ma questo – disse spostando lo sguardo sul mare – l’ho fatto per Kyle,per te e anche per me. Vorrei poter tornare indietro, di cinque anni, e lasciarti parlare, ma non posso. Quindi oggi è il tuo compleanno e io ho portato mio figlio e te nella casa dei miei genitori al mare per vedervi felice. Perché se voi siete felici, lo sono anche io-
Lo guardai con gli occhi sgranati. Fissava il tramonto, tutto rosso sulle guance. Era la cosa più bella che potesse dirmi.
Decisi di non resistere, di lasciarmi andare. Lo abbracciai.
Lui non era preparato ad una cosa del genere, infatti rimase immobile. Poi si rese conto della situazione e ricambiò l’abbraccio.
Erano proprio come me li ricordavo, i suoi abbracci. Mi mancava mettere la testa nell’incavo del collo e respirare sulla sua pelle. Avvolgere le braccia attorno alle spalle, che erano abbastanza forti da sorreggermi quando stavo per cadere. Sentire le sue braccia muscolose stringersi sulla mia gabbia toracica e le sue mani accarezzarmi la schiena, dalle scapole fino alla curva dei fianchi. E in quel momento mi piaceva che fosse attento a non essere indiscreto e scendere più giù, come invece faceva avevamo 18 anni.
- Mi dispiace così tanto- sussurrai.
- Lo so- disse accarezzandomi la coda di cavallo. Era un gesto affettuoso, che significava che non mi odiava poi così tanto.
-Grazie- dissi e mi staccai da lui, controvoglia. Non potevamo rimanere in quella posizione per sempre. Avrei voluto, ma non si poteva.
Tenne una mano sulla mia spalla – Prego- continuando a sorridere.
- Bhe io vado a dormire … Buonanotte-
- Buonanotte anche a te … Ah! Dimenticavo - disse facendomi fermare sulla porta. Si girò verso di me e sorrise mostrandomi i denti – Buon compleanno!-
Andai a dormire ridendo e pensai che se Kyle somigliava tanto a Percy, tra vent’anni ci sarebbero state tante ragazze illuse e molti cuori spezzati. Ma non smettevo di sorridere.
 
 
 
Angolo autrice:
 
Lo so … non merito il vostro perdono! Avevo promesso di postare in una settimana … invece sono passati molti mesi, tanto che qualcuno si sarà dimenticato di me! Chiedo umilmente perdono! Ma davvero non ce l’ho fatta.Ho avuto dei problemi che non sto qui a raccontarvi. Qualcuno ha pensato che avessi abbandonato la storia. Non è così.
Ringraziate chi mi ha assillato nei messaggi, perché se no avrei aspettato una manna dal cielo, invece di spremermi le meningi.
Vorrei scusarmi ancora per il ritardo. Non so come possa essermi sfuggita di mano la situazione. Il tempo è passato in un attimo e mi sono ritrovata a dover fare cento cose e manco una buona!
Comunque spero che il capitolo sia di vostro gradimento e di riuscire a postare durante le vacanze di natale …
Perdonate ancora il mio clamoroso ritardo nel postare!
PERDONATEMI!!
 
andrea_98
          
 
 
   
 
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