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Autore: PersephoneAm    05/12/2015    1 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Mio fratello, Silvia e tutti gli altri erano arrivati una mezz'oretta dopo e si erano seduti alle due lunghe tavolate del salone, che era stato svuotato dei due divani e del tavolino. Tommy e Alex, insieme a Teo e a tutti gli altri si erano presi il compito di spostare i mobili, mentre io, Silvia e Stefania dirigevamo (per modo di dire) i lavori. In realtà stavamo semplicemente chiacchierando amabilmente con Monica del più e del meno, finché la donna non mi aveva preso in disparte.

«Te l'avevo promesso che ti avrei detto tutto.»sorrise lei, stringendomi i polso tra le sue mani. «Alli, sono incinta e sei la prima a saperlo!»

Spalancai gli occhi e rimasi a bocca aperta. Volevo urlare e piangere, poi volevo ridere e poi di nuovo piangere: sapere che mia cognata era in stato interessante ed essere la prima a saperlo mi faceva morire dalla gioia.

«Oh dio, Monny!»esclamai, con le lacrime agli occhi. «Sono... contentissima per te! Vieni qui e fatti abbracciare!»

La strinsi a me, con delicatezza e poi asciugai le lacrime sfuggite al mio controllo con il fazzoletto che mi stava porgendo lei. Era ironica, la scena: lei, che doveva piangere come una fontana, passava a me il fazzoletto per asciugarmi le lacrime.

«Nathan non sa ancora nulla.»mi disse lei, dopo che mi fui calmata. «Anzi, credo che glielo dirò questa notte, come regalo di Natale.»

«Sarà il suo miglior Natale, questo!»ridacchiai. «Ne sono sicura guarda.»

«Penso proprio di si.»

Quando poi Michael era arrivato, Monica gli era andata incontro e lo aveva baciato con passione sulle labbra, tanto che avrei giurato che Carmen li avrebbe invitati a tornarsene a casa, se dovevano fare così tutta la serata. E invece persino Carmen, dopo che aveva appreso anche lei la notizia, si stava dando da fare con suo marito Gianluca.

Così avevo deciso di togliermi dall'imbarazzo della situazione e me ne ero andata in cucina, con tutti gli altri. Mi sedetti vicino a Tommy e mi avvicinai con le labbra al suo orecchio.

«Così hai lo stesso nome di tuo nonno eh.»sussurrai.

Si voltò verso di me, facendomi l'occhiolino, poi mi spinse a sedermi sulle sue gambe. «È una tradizione terrona, dovresti saperlo.»

«Guarda che io di terrone ho solo le origini!»sorrisi.

«Ah già!«»fece lui. «Mi stavo dimenticando che tu sei nata qui.»

«Senti, caro il mio tenebroso siciliano.»iniziai. «Si stanno baciando tutti e noi siamo gli unici a parlare.»gli feci notare, facendo segno verso i suoi genitori e Michael e Monica.

«E quindi?»fece lui, ammiccando. «Cosa vuoi?»

Gli tirai uno scappellotto. «Ma guarda che sei uno stronzo eh!»sussurrai, mettendogli una mano dietro alla nuca e avvicinandolo a me. «Voglio le coccole.»

Lui ridacchiò e posò una mano sulla mia coscia. «Da quando in qua vuoi le coccole scusa?»

«Perché sono invidiosa di loro che si sbaciucchiano!»protestai a bassa voce. «Mentre tu non mi fai nemmeno una carezza.»

La sua mano si spostò, salendo verso la mia vita e scese sul mio sedere. «Così ti va bene?»

«Tommy, ho detto coccole, non i preliminari!»dissi, cercando di alzarmi.

Lui scoppiò a ridere, trattenendomi per la vita. «Guarda che sei tu che pensi male.»

«No, caro mio! Sei tu che CAPISCI male.»

Mi alzai in piedi e andai verso Silvia e Alex, i quali stavano giocando a scala quaranta, un gioco che facevano anche i nostri nonni a natale e che ci avevano insegnato.

«Perché non mi avete detto che avreste giocato?»mi lamentai. «Dopo entro anche io.»

«Guarda che doppi sensi che fai: chi deve entrare dove?...«mormorò Tommy al mio orecchio, avvolgendomi la vita con le braccia.

«Ma stasera cos'hai?»ridacchiai. «Sei impazzito?»

«È colpa del vestito!»si giustificò lui. «Mi sa che devi andare a cambiarti.»

Capii subito le sue intenzioni: Tommy era diventato un libro aperto per me, ormai. «Sei incredibilmente geloso e doppiamente scemo! Non mi cambio solo perché il vestito ti dà fastidio! Abbi un po' di fiducia in me!»

«Di te mi fido, amore.»mi disse. «Sono gli altri che... Mh!»

«So come far tenere agli altri le mani a posto, tranquillo.»

«Voi due!«»ci chiamò Alex. «Dovete giocare o no?»

Mi sedetti subito al tavolo e, dopo qualche minuto, ero già riuscita a far "uscire" dalla partita la maggior parte dei giocatori, tranne Carmen. Era tosta, mia suocera, c'era da ammetterlo! Alla fine dovemmo interrompere la partita perché era arrivata l'ora di mangiare.

Quando vidi un piatto di lasagna fumante davanti agli occhi, non potei che spalancare gli occhi e gemere. «Carmen, capisco che siamo a Natale, che mi vedi magra, ma questo piatto straborda!»

«Mangia e non ti lamentare!»mi disse Lia, facendomi l'occhiolino. «Per una volta non ti fa male!»

Alla fine fu Tommy a finire anche il mio piatto, perché io stavo già scoppiando. «Al TheBlok ci posso arrivare rotolando, ora!»dissi, sbuffando.

Scoppiarono tutti a ridere e Tommy mise il suo braccio sulle mie spalle, stravaccandosi tranquillamente sulla sedia. «Mamma era buonissima! Brava!»

«Ci mancherebbe altro che non ti piace!»fece Carmen. «Altrimenti te ne vai a mangiare da Alice!»

«L'hai proprio trovata quella che sa cucinare bene!»dissi, indicandomi e lasciando poi andare la mano sulla gamba di Tommy.

«Ai miei tempi le ragazzine della tua età sapevano cucinare già da cinque o sei anni!»esclamò Lia. «È ora che inizi anche tu, no?»

«Lia, non è che non mi piace cucinare...»

«Le piace più mangiare.»ridacchiò Teo, facendo poi sghignazzare tutti quanti.

«Ma va!»feci io, guardando male il mio amico. «È la cucina che mi odia!»

Lia rise, scuotendo la testa. «Devi comunque metterti sotto e provare!»

Tommy si avvicinò al mio orecchio e mormorò: «Anche in cucina devi metterti sotto eh!»

«Ma smettilaaa!»mi lamentai, schiaffeggiandogli la coscia. «Sei odioso quando fai così!».

Le sue labbra erano incurvate in un sorriso birichino, mentre si alzava dalla tavola e mi prendeva per mano. «Vado a fumarmi una sigaretta, va!»

«Non fartele mai mancare, mi raccomando!»lo riprese Carmen. «Poi vedi come corri in campo!»

«Tu inizia a non tirarmela dietro, mamma».

Uscimmo sulla terrazza, dopo aver preso la giacca e mi sedetti su una sedia, quelle fatte di paglia, mentre Tommy accendeva la sigaretta e aspirava ed espirava il fumo. Presi a canticchiare una canzone a caso, che nemmeno ricordo e dondolai le gambe sulla seggiola per il freddo. Tommy mi si avvicinò e mi fece mettere in braccio a lui, stringendomi con le braccia per riscaldarmi.

Sorrisi. «Grazie.»

«E di cosa?»fece lui, rispondendo al sorriso.

«Per tutto.»mormorai, baciandolo sulle labbra con delicatezza e sentendo l'odore del tabacco sulle mie.

Qualcuno aprì la porta finestra e si affacciò per cercarci. «Ragazzi, la mamma vi vuole dentro.»ci disse Nathan, con un sorriso. «Stiamo per iniziare a giocare a tombola.»

«Oh mamma.»sbuffò Tommy. «Alli, non giocare se c'è anche mia nonna! Lei è sempre fortunata in questo cazzo di gioco.»

«Maddai, Tommy.»dissi. «Proviamoci almeno una volta.»

«Io non gioco. Sia chiaro.»si lamentò, aspirando l'ultimo tiro dalla sigaretta e spegnendo la nel posacenere.

Scoppiai a ridere. «Devi accettare la sconfitta, Tommy!»

«Facciamo così: se vince sempre mia nonna, vai a cambiati il vestito.»

«E se vinco io, tu vai in bianco fino a capodanno!»lo sfidai, mettendo le mani sui fianchi.

«Affare fatto!»
   
 
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