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Autore: Manu_Green8    06/12/2015    0 recensioni
Lauren poteva contare soltanto su una persona nella sua vita: Louis Tomlinson, suo vicino di casa e migliore amico da ormai tanti anni. E la svolta nella vita del neo cantante, porterà di conseguenza un cambiamento in quella della ragazza.
Il trasferimento, la conoscenza della band, il passato alle spalle.
Ma Lauren riuscirà a gestire il tutto? Con il nuovo lavoro accanto al migliore amico, un irlandese biondo e un nuovo mondo da esplorare, riuscirà ad avere una vita "normale"?
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Niall/OC; Larry Stylinson
E dopo una lunga riflessione, ho deciso di far venire a galla ancora una volta la mia ossessione per i One Direction con una fan fiction (rimandando altri lavori in programma).
Partirò dall'inizio, tenendo conto (per lo sfondo) di fatti realmente accaduti (tappe del tour, interviste e roba varia), ma tutto il resto è pura fantasia. L'unico personaggio che mi appartiene (ovviamente!) è quello originale.
Buona lettura!
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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28 Marzo 2013

Lauren girava per casa già da un po’. Non aveva nulla da fare e di conseguenza si ritrovava a pulire e a sistemare qualsiasi cosa all’interno dell’abitacolo già immacolato. Continuava a pensare al fatto che Niall non fosse lì, anche se cercava di non farlo.
Sbuffò: avrebbe dovuto sopportare ancora qualche giorno senza di lui. Sospirò: in quel momento il ragazzo era con la sua famiglia, in un momento al quale anche lei avrebbe voluto partecipare. Maledì Louis e la sua copertura, mentre sistemava l’ennesimo oggetto sopra alla libreria. Però si pentì subito di aver maledetto il suo migliore amico e si sentì in colpa. Borbottò tra sé e sé, iniziando a maledire se stessa e decise di farsi un the, accendere la televisione e sprofondare nel divano.
Aveva sentito Niall qualche ora prima, mentre stava indossando i suoi vestiti e le aveva raccontato di come in quella casa ci fosse il delirio, gente che entrava e usciva, suo padre entusiasta e Greg che cercava di nascondere il suo nervosismo.
Niall aveva riso al telefono con la sua ragazza e poi le aveva promesso di richiamarla dopo la cerimonia in chiesa, dato che lo avevano chiamato dal piano di sotto già due volte per le foto.
E ovviamente non appena la conversazione era finita, Niall le aveva mandato una foto di se stesso davanti allo specchio, con il suo viso sexy e il suo corpo all’interno del vestito dannatamente elegante.
Maledizione, adesso quella foto era l’unica cosa a cui pensava, mentre faceva zapping con il telecomando e non trovando il canale giusto. Beh, non che stesse prestando attenzione ai vari programmi che passavano davanti ai suoi occhi. Sarebbe stato difficile farlo, con Niall che continuava ad invadere i suoi pensieri.
E poi, dopo essere riuscita a trovare un film d’azione dal titolo carino, il suo telefonò iniziò a squillare.
Lo prese da sopra il tavolino accanto al divano e si accigliò, vedendo il volto di Niall sorridente sullo schermo: la foto che aveva impostato per le sue chiamate.
Si affrettò a premere il tasto muto del telecomando e rispose.
“Niall, amore” disse, stranita. Infatti la cerimonia sarebbe iniziata a breve e Lauren non si aspettava una sua chiamata.
“Ren…” solo sentire la sua voce che pronunciava il suo nome in quel modo, la fece quasi andare nel panico.
Si raddrizzò sul divano e continuò: “Tesoro, cosa c’è? Stai bene?”.
“Io… no. Cioè…” iniziò a balbettare con voce rotta.
“Ni, amore, calmati. Respira e raccontami cosa è successo. Dove sei?” chiese Lauren, confusa.
“In chiesa, cioè nel bagno della chiesa” rispose, ridacchiando prima nervosamente, poi lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
A Lauren si spezzò il cuore. Era il matrimonio di Greg e Niall stava piangendo chiuso in un bagno. E lei non sapeva neanche il perché.
“Oh, tesoro” disse la ragazza dolcemente.
“Lauren. Vorrei che fossi qui con me. Mi manchi” disse Niall a bassa voce.
“Amore, mi manchi anche tu e vorrei essere lì con te. Ma cosa è successo, piccolo?” chiese, sapendo perfettamente che Niall non stava piangendo per il fatto che lei fosse a casa, lontano dall’Irlanda.
Sentì Niall che respirava profondamente, poi parlò: “E-eravamo qui fuori, davanti la chiesa. E… e c’erano delle fan. Erano tante e mi hanno fermato. Io… loro volevano gli autografi e le foto con me. E io ero con Greg. L’ho accompagnato in macchina. Dio, Rennie. Era un delirio. C’era troppa gente sconosciuta intorno a noi e delle ragazze… hanno leccato la Range Rover, Ren. Che schifo!” spiegò Niall tra le lacrime, cercando di parlare velocemente.
Lauren sospirò pesantemente. “Amore, mi dispiace tanto” disse.
“Ho rovinato il matrimonio di mio fratello” affermò il ragazzo, continuando a piangere. Niall non si aspettava che sarebbe finita in questo modo. Sarebbe dovuto essere tutto perfetto e invece… si ritrovava nel bagno di una chiesa a piangere come una dodicenne.
“No, Niall, non dirlo. Non è vero”.
“Sì, invece. Doveva essere il suo giorno. Per una volta doveva essere solo Greg Horan e non Greg Horan il fratello di Niall dei One Direction. Doveva essere speciale e io sono riuscito a rovinarlo” continuò con la voce incrinata, ma più alta.
Lauren sospirò. I ragazzi avevano sempre amato le loro fan, ma quando si comportavano in quel modo stupido, alla ragazza veniva solo voglia di urlare al mondo che anche i ragazzi erano delle persone normali e di lasciarli vivere una volta tanto. Almeno nelle occasioni importanti.
E poi sentire il suo ragazzo così distrutto la faceva imbestialire ancora di più.
“Amore, ascoltami. Tu non hai rovinato nulla. Lo sai, alcune ragazze sono proprio fuori di testa. E Greg non sarà arrabbiato con te, per nulla” cercò di rassicurarlo.
“Non… tu non hai visto il suo sguardo. Sembrava così deluso, Ren. Sono soltanto il suo fratellino che continua a rovinargli la vita” la interruppe il biondo, passandosi una mano tra i capelli.
“Niall. Ok, non ho visto il suo sguardo, ma io so perfettamente che Greg ti ama. E non ti darà mai la colpa per l’accaduto. Niall, il suo matrimonio non è rovinato. Sì, è stato solo un tantino più pubblico, ma rimarrà comunque speciale. E quando guarderete le foto tra qualche anno, vi ricorderete solo di quanto eravate belli e lui solo di quanto fosse emozionato di sposare sua moglie. Ni, non lo hai rovinato affatto. Credimi, nessuno lo pensa, ma se continui a stare chiuso in quel bagno… Beh, allora sì che sarà un problema. Greg si ritroverà senza il suo testimone e tutti andranno nel panico. Amore, non piangere” disse, sentendo Niall tirare su con il naso. “Sorridi come fai sempre e va a condividere questo momento con tuo fratello” terminò.
Niall sospirò. “Lo pensi davvero?” sussurrò.
“Ovviamente, piccolo”.
E poi sentì qualcuno in sottofondo, probabilmente Maura, che chiamava Niall.
“S-sì, sono qui” rispose il ragazzo, asciugandosi gli occhi con la mano e aprendo la porta del bagno.
Lauren sentì Maura – adesso era sicura che fosse lei – che diceva: “Oh, tesoro. Va tutto bene. Tuo fratello era preoccupato per te. Ha bisogno del suo fratellino e tra mezz’ora inizia la cerimonia”.
Niall sospirò e annuì. “Dammi cinque minuti e arrivo” disse alla madre, che gli accarezzò il viso e tornò di là.
“Ren, sei ancora lì?” chiese.
“Sì, amore”.
Niall si guardò nel piccolo specchio e sospirò. “Dio, Lauren, sono un disastro” disse guardando gli occhi arrossati, così come le sue guance e i capelli appena scombinati.
“Tesoro, tu non sarai mai un disastro. Anche se fossi nudo saresti perfetto. Beh, in effetti nudo…”.
Niall accennò un sorriso e la interruppe. “No, questa volta sono proprio un disastro” disse, aprendo l’acqua e bagnandosi il viso. “Maledizione” borbottò.
“Niall. Anche truccato da pagliaccio saresti bellissimo, quindi non preoccuparti. Puoi sempre giustificare gli occhi rossi con una canna nel bagno della chiesa” disse con voce divertita.
“Ren!” affermò Niall, iniziando a ridere.
La ragazza rise con lui. “Beh, amore, potrebbe essere un’idea” e Niall roteò gli occhi.
“E… Ni, sarai comunque l’uomo più bello e importate della sala. Beh, a parte lo sposo ovviamente”.
Niall sorrise e Lauren continuò. “E mi raccomando, sorridi! Tutti amano il tuo sorriso irresistibile”.
Niall si aggiustò i capelli con la mano libera e sperò che gli occhi rossi svanissero in fretta.
“Ren” la chiamò.
“Mmh?”.
“Grazie” le disse dolcemente.
“Sono sempre qui per te, amore. Ti amo”.
“Ti amo anche io”.
“E adesso va a fare il testimone più sexy del mondo” continuò la ragazza.
Niall rise, scaldando il cuore della mora e facendola sorridere istintivamente.
“Ti chiamo dopo la cerimonia, ok?” le chiese.
“Certo” disse, prima che Niall riattaccasse.
Il ragazzo si guardò un’ultima volta allo specchio e sospirò.
Almeno gli occhi rossi stavano praticamente andando via e le guance sarebbero tornate presto del loro colore naturale. Poteva andare. Si aggiustò la cravatta e uscì dal bagno.
Non appena tornò verso l’altare, Greg lo guardò con occhi indagatori e preoccupati.
“Dio, Niall. Sei qui” disse, quando gli fu accanto.
“Sono qui” disse Niall con sguardo dispiaciuto.
“Tutto ok?” chiese Greg, stringendogli una spalla con la mano.
Niall annuì e sorrise. Greg fece lo stesso e Niall si sentì più sollevato. Forse Lauren aveva ragione, forse Greg non era arrabbiato con lui. Dopotutto la giornata era ancora all’inizio e lui avrebbe potuto rimediare. Doveva ancora fare da testimone e doveva mantenere la sua promessa di suonare la chitarra in sala. Sì, avrebbe potuto aggiustare le cose e magari tutti avrebbero finto che tutto quello non fosse mai avvenuto.
E così, come gli aveva detto Lauren, sorrise e iniziò a parlare con suo padre, mentre aspettavano la sposa.
 
 
Lauren intanto era tornata a guardare la televisione, sperando che al matrimonio tutto sarebbe andato per il meglio.
Dopo poco tempo, comunque si era ritrovata con il telefono di nuovo tra le mani.
Aprì Twitter e si stupì ancora una volta della velocità degli update di dare notizie. Vide qualche foto di Niall sull’altare accanto a Greg e sospirò, notando soltanto le sue guance leggermente arrossate.
Ringraziò il fatto che Niall riuscisse a tornare del suo colorito molto velocemente e si ritrovò a sorridere dolcemente, guardando il suo ragazzo.
Sì, sarebbe andato tutto bene.
 

23 Aprile 2013

“Voglio venire anche io. Ti prego, Lou. Ti prego” Lauren afferrò la mano del migliore amico, mentre quest’ultimo la guardò con un sorrisetto.
“Solo perché vuoi spassartela con Niall nella città dell’amore?” chiese, sollevando un sopracciglio.
“Lasciatemi fuori. Io non c’entro nulla” disse il biondo, continuando a tirare biscotti fuori dal pacco e a ficcarseli in bocca.
“Oh, amico. Tu c’entri sempre” lo canzonò Louis, senza guardarlo.
Lauren, al contrario si voltò, cercando gli occhi del suo ragazzo, che era molto interessato a quei biscotti al cioccolato.
“Al posto di mettere su peso…” iniziò, ma Niall sollevò gli occhi e la guardò mentre un cipiglio si formava.
“Io non metto su peso” protestò per poi tornare a fare ciò che stava facendo.
“Senti, bell’irlandese, non puoi aiutarmi?” chiese allora Lauren scuotendo la testa.
“Non hai bisogno del mio aiuto. Tanto ti dirà comunque sì”.
Louis guardò la mora con un sorrisetto diabolico sulle labbra. “Cosa mi dai in cambio?”.
“Un cazzotto va bene?” chiese Lauren mettendo su lo stesso sorrisetto.
“No, no mia cara. Così non va bene. Ritenta”.
Lauren lo fulmina con gli occhi. “Un bacio?”.
“No” la parola venne pronunciato dal biondo, che evidentemente li stava a sentire.
“Guarda, Ni. Il bacio glielo do io solo per farti un dispetto” fece Louis.
“Smettetela” intervenne Lauren sbuffando. “Avanti, Lou. Dimmi che cavolo vuoi”.
“Mmh, fammi pensare…” Louis ci mise un po’. Non sapeva proprio che cosa chiederle.
“Ti sbrighi?” lo incitò la mora, iniziando a tamburellare con le dita sul tavolo.
Louis storse la bocca e la osservò. E la prima cose che gli venne in mente fu: “Voglio i tuoi occhiali da sole”.
“Che cosa? No!” protestò la ragazza, portandosi una mano ai capelli dove degli occhiali scuri le portavano strategicamente i capelli indietro.
“Louis, adesso ti metti a rubare ai tuoi compagni di band?” disse Niall, allontanando da sé i biscotti e facendo una smorfia disgustato.
“No, Niall. Perché ti sei fermato? Puoi finire tutto il pacco” commentò Louis ironicamente.
“No. Sto a posto, grazie” Niall gli fece un sorriso sfacciato, poi continuò rivolto a Lauren: “Babe, puoi darglieli. Te li ricompro. O ti do i miei”.
Lauren si imbronciò: “Ma questi sono già tuoi!” e incrociò le braccia al petto.
Louis ridacchiò per quella reazione da bimba. “Ti do i miei nuovi” Niall cercò di contrattare.
Lauren scosse la testa categorica. “Allora niente Parigi” disse Louis maleficamente.
La ragazza si scurì ancora di più e si andò a sedere sulle gambe del biondo.
Niall la strinse a sé e allungò un braccio verso la testa della ragazza, afferrando gli occhiali da sole. “Tieni Lou” li porse al maggiore, mentre la ragazza protestava con un “Ehi!” e cercava di riprenderseli.
“Pensa a quando staremo a Parigi, babe. Tu con i miei nuovi occhiali da sole e Louis che dovrà sentire la testata del letto sbattere contro il muro della sua camera senza poter dormire” disse Niall, sorridendo alla ragazza ancora in grembo su di sé.
“Oddio che schifo. Mi sanguinano le orecchie” Louis fece un verso schifato, mentre Lauren si mise a ridere.
“E pensa a quanto sarà carino quando i fan penseranno che Lauren ha rubato gli occhiali al suo Louis” Niall aggiunse felicemente.
Louis ci pensò un secondo e spalancò gli occhi, prima di restituire gli occhiali a Lauren. “Puoi venire anche tu, ma ad una condizione”.
La ragazza afferrò gelosamente gli occhiali di Niall, che erano ormai diventati suoi. “Quale?”.
“La vostra camera deve essere su un piano diverso del nostro” e poi uscì dalla stanza, mentre i due ragazzi scoppiavano a ridere di gusto.
“Grazie” disse Lauren dando a Niall un bacio a fior di labbra.
Il biondo non disse nulla, ma continuò a poggiare baci leggeri sulla bocca della ragazza.
“Te l’avevo detto che avevo bisogno del tuo aiuto” disse Lauren accarezzandogli il viso.
E Niall sorrise. “E’ stato un piacere, babe”.
 


29 Aprile – Parigi

Niall aveva sperato in qualcosa di magico e di speciale durante quei pochi giorni a Parigi ed effettivamente, eccetto il momento in cui Louis e Lauren avevano inscenato la coppietta felice ed innamorata, Niall si poteva ritenere soddisfatto. Nella camera d’albergo, nel corridoio opposto a quello dei Larry, il biondo si era divertito con Lauren così dannatamente tanto, che il fatto di non poter girare mano nella mano per le strade della città della passione era quasi venuto meno alla sua mente. Era quasi irrilevante. L’importante era che loro stessero insieme e fossero ancora una cosa sola, una sola anima pronta a condividere baci, tocchi delicati e più aggressivi, dolci parole e tempo, tutto il loro tempo.
E quando quel senso di beatitudine si sgretolò sostituito dalla paura, l’ansia, la delusione di dover tenere tutto nascosto, Niall non era pronto.
Continuava a fissare quel telefono con la bocca semiaperta e gli occhi spalancati. Il video si ripeteva ancora e ancora, facendo quasi male alla testa del biondo e alle orecchie di Lauren.
“Se ne scorderanno” disse la ragazza, andando dietro al ragazzo seduto sul divanetto di pelle marrone al centro della camera immensa.
“Dovreste stare più attenti” disse Louis, ma con così poca decisione che anche lui faticava a sentirsi.
“Senti chi parla” borbottò la mora ed Harry sospirò.
“Ha ragione” brontolò quest’ultimo, passandosi una mano sul viso.
“Questi sono i rischi. Lo sappiamo. Dobbiamo stare attenti. Ormai quel che fatto è fatto. Ma dopotutto quel video non dice proprio nulla” disse Lauren, iniziando a massaggiare le spalle tese di Niall.
“Mi dispiace” disse il biondo senza staccare gli occhi dal cellulare.
“Non è colpa tua, Niall. Non avresti potuto nasconderlo in nessun modo. È impossibile” fece Harry, cercando di consolarlo.
“Non pensavo fosse così evidente” disse a bassa voce l’irlandese.
“Evidente per noi, Ni. Ambiguo per il resto del mondo” precisò Louis, cercando di calmare anche se stesso. Non voleva che i loro manager facessero altro: non voleva che rincarassero la dose né tanto meno che iniziassero ad occuparsi anche di Niall.
Lauren non poté fare a meno di chiedersi se fosse davvero così: ambiguo? Il suo sguardo si posò sullo schermo del telefono che Niall teneva in mano e osservò quei pochi secondi di video, nonostante si fossero già incisi nel suo cervello da quando qualche ora prima Niall glielo aveva mostrato.
Il video non riprendeva direttamente loro due. Era stato girato da Josh, che poi lo aveva messo sul suo profilo Instagram. E da lì, era scoppiato il finimondo. Tutti si sarebbero dovuti concentrare su Zayn e Louis che stavano facendo i cretini davanti a Just Dance. Andiamo, vedere Zayn ballare era una cosa così rara. Lo avevano quasi minacciato, ma non avevano ottenuto nulla e poi una volta che erano riusciti a toccarlo nell’orgoglio aveva accettato la sfida del maggiore.
Niall, Liam ed Harry ridevano di gusto seduti sul divano, fino a quando Niall aveva voltato appena la testa.
Nessuno avrebbe dovuto farci caso. Nessuno avrebbe dovuto prestargli attenzione. Ma le fan si sa, hanno un occhio così attento. Soprattutto quando hanno un componente della band sul piedistallo e prestano maggiore attenzione a lui, anche quando non è al centro dell’attenzione.
E così, i trend con: ‘lo sguardo di Niall’ e ‘Chi guarda Niall?’ erano saliti velocemente in tendenza.
Il vero motivo era che il biondo stava seduto lì ad aspettare Lauren per portarla a cena. Era tutto programmato: aveva affittato un locale soltanto per loro, nonostante non fosse niente di così eclatante. Niall indossava semplicemente un jeans e una camicia colorata, mentre aspettava che la ragazza fosse pronta. Era per questo che appena lei aveva messo piede nella stanza, Niall era stato attratto in quella direzione. Aveva sentito l’aria mancargli per un secondo e il suo viso aveva mostrato a Lauren, e a quanto pareva anche ai fan, ciò che aveva provato in quel momento.
La bocca del ragazzo si era aperta appena e i suoi occhi avevano iniziato ad allargarsi. Come dicevano i fan: “Chi diavolo aveva fatto luccicare gli occhi di Niall in quel modo?”. E poi la sua testa si era inclinata e aveva percorso con gli occhi tutto il corpo della ragazza non inquadrata nel video, dai suoi stivaletti, alle gambe nude fino a mezza coscia. Il suo vestito blu, il suo viso appena truccato e i capelli legati in una treccia laterale.
Lauren aveva sorriso e Niall aveva ricambiato dolcemente, per poi alzarsi e andarle incontro, uscendo così dalla visuale della telecamera.
“Dite che ho fatto un disastro?” chiese Niall per l’ennesima volta.
“No, piccolo. La gente si dimenticherà anche di questo. Non preoccuparti. Sarà tutto normale” rispose Lauren ed Harry sospirò.
“Odio la nostra normalità” commentò e nessuno ebbe il coraggio di rispondere.
 


28 Maggio 2013

Lauren era così su di giri. Erano passati ormai dieci giorni da quando aveva visto i ragazzi, da quando aveva visto Niall. E per dieci giorni aveva avuto il suo sorriso stampato in testa, i suoi occhi attivi mentre guardava Milano dal finestrino dell’auto, la sua estrema goduria nel mangiare la pizza italiana, i dolci tocchi e i momenti di passione dentro l’ennesima camera d’albergo.
Dopotutto dieci non erano niente, giusto? Ma per Lauren erano sembrati un’eternità. Un lungo tormento, lontana dall’amore della sua vita e del suo migliore amico. Gli mancavano così tanto. E ovviamente le videochiamate, il suo continuo controllo degli update e il suo scorrere di immagini, non le bastavano affatto.
E proprio per quello adesso era su di giri. Così tanto, al solo pensiero che tra qualche ora sarebbero stati di nuovo in Inghilterra. Niall sarebbe tornato da lei. Aveva riordinato casa, aveva cucinata tanto da bastare per una settimana, aveva fatto di tutto pur di far sì che il tempo scorresse più velocemente. Un attimo prima aveva il sorriso, quello dopo il suo viso veniva attraversato da un velo di tristezza, per poi sparire di nuovo. E mentre continuava ad avere quegli sbalzi d’umore dovuti all’attesa, non si immaginava minimamente di cosa sarebbe avvenuto qualche ora dopo.
 

Niall continuava a giocare nervosamente con le sue mani, mentre stavano sospesi nell’aria, dentro quella gabbia metallica.
“Niall, togli quel muso” fece Zayn, sollevando gli occhi al cielo.
“Io non ho nessun muso” protestò il biondo.
“No, Zee. Pensavo fossi più intelligente: quello non è un muso, Niall sta solo morendo di ansia” lo sbeffeggiò Liam, ridacchiando.
“Senza alcun motivo, aggiungerei” si intromise Harry, continuando a guardare i suoi tatuaggi sul braccio.
“Io non lo definirei nessun motivo” disse Niall guardando fuori dal finestrino.
“Guarda che ti dirà di sì”. Louis sollevò la testa dal grembo di Harry. “Anche io ti ho già detto che è una buona idea. Quindi Haz ha ragione: non c’è alcun motivo”.
“Come fai a saperlo?” chiese Niall, continuando a torturarsi le mani.
“Perché la conosco, Niall. Sarà sorpresa, ma ti dirà di sì” rispose il castano, per poi chiudere di nuovo gli occhi e cercare di godersi gli ultimi minuti di viaggio.
L’irlandese non era così convinto, ma Louis la conosceva meglio, giusto? Quindi rimase lì in silenzio, ripercorrendo con la mente il suo piano.
 

Lauren entrò con la sua auto, quella che era riuscita a comprarsi mettendo i suoi ormai proficui stipendi da parte, nella piccola villetta di Niall, superando il cancello verde che era stato aperto appositamente per lei.
Uscì dalla macchina con un sorriso sulle labbra, lanciando appena uno sguardo alla costruzione che aveva davanti. Quando Niall aveva deciso di sostituire il suo appartamento con un posto più grande, un mese e mezzo prima, era subito andato a dirlo a Lauren, sperando e confidando in un suo aiuto. L’avevano trovata quasi subito e Niall era davvero entusiasta. Ma con il tour di mezzo non era ancora riuscito a riempire l’interno, che in alcuni punti risultava ancora spoglio.
“Puoi farlo tu se vuoi. Mentre io sono via” le aveva detto con un sorriso sul viso.
“Ma Niall! È casa tua” aveva ribattuto la ragazza.
“Lo so, ma voglio che piaccia anche a te. Questa dove la mettiamo?” aveva aggiunto poi, sollevando una cornice con al suo interno la foto di loro due abbracciati.
Lauren aveva sorriso divertita e aveva scosso la testa, guardandosi però intorno per trovare il posto giusto.
Niall le aveva fatto quasi intendere che quella casa era perfetta per entrambi, ma lei sembrava non farci tanto caso.
Lauren accelerò il passo e una volta salita sul portico, suonò al campanello due volte.
Ad aprirgli però non fu Niall, ma Louis con un sorriso beffardo sul viso e i capelli scombinati. “Len”.
“E voi che…” non fece in tempo a finire la frase che vide una testa bionda entrare nel suo campo visivo. “Niall!” disse con voce squillante e un sorriso sul viso, prima di spostare Louis con il braccio e correre verso l’altro ragazzo.
Si tuffò tra le sue braccia e Niall fece appena in tempo ad afferrarla, senza perdere l’equilibrio. “Rennie” disse Niall, mentre lei sistemava le gambe intorno alla sua vita e affondava il viso nel suo collo.
“Mi sei mancato così tanto” borbottò lei, solleticando con il respiro la pelle del ragazzo.
“Anche tu, babe. Posso avere un bacio?” chiese Niall con un sorriso.
Lauren sollevò il viso e si fiondò sulle labbra del biondo, che ci mise pochissimo ad approfondire il bacio.
“Ehi, noi siamo ancora qui” disse Harry, che era arrivato chissà quando.
“A noi neanche un bacino?” la prese in giro Louis, mentre i due si separavano con il respiro leggermente affannato.
Lauren fece pressione con le gambe e Niall la rimise giù. “Ah ah, simpaticone” disse la ragazza, raggiungendo Louis e abbracciandolo. “Mi sei mancato anche tu” gli sussurrò all’orecchio.
“Grazie, Len. Pensavo che adesso ti importasse solo di Niall” commentò Louis passando le dita tra i capelli sciolti della sua migliore amica. Sia Niall che Harry sentirono una punta di gelosia, ma dopotutto lo sapevano. Quei due erano Louis e Lauren: un’unica cosa, ma allo stesso tempo due cose assolutamente separate.
Lauren gli diede un colpo con la mano sullo stomaco, dopo il commento del maggiore, che ridacchiò e disse: “Mi sei mancata anche tu”.
“Che ci fate qui?” chiese Lauren a quel punto.
“Niall aveva bisogno di supporto morale” disse Louis con noncuranza.
“E io volevo riprendermi la mia padella” disse Harry sollevando l’oggetto che aveva in mano e facendo ridere Louis. Lauren scosse la testa, ma non riuscì a ridere.
“Supporto morale per cosa?” chiese curiosa, guardando prima Louis, poi Niall che la guardava senza dire una parola.
“Ok, è ora che noi andiamo. A presto ragazzi” Harry prese Louis con la mano libera e lo trascinò all’esterno, lasciando soli i due ragazzi.
“Allora? Per cosa, piccolo?” chiese Lauren diventando sempre più impaziente.
“Ehm…” Niall si morse il labbro e la ragazza non poté fare a meno di avvicinarsi a lui e prendergli il viso tra le mani. “Puoi dirmi tutto, lo sai”.
Niall annuì e mettendole le mani sui fianchi disse:  “Questa casa è vuota”.
Lauren annuì. “Lo so, babe. La riempirai” lo rassicurò, accarezzandogli la mascella con il pollice.
“Voglio che sia tu a farlo”.
La ragazza piegò la testa di lato. “Perché questa ostinazione nel fatto che debba farlo io, Ni?”.
Niall deglutì. “Beh… perché… vuoi venire a vivere con me, Ren?”.
Lauren fu colta alla sprovvista. Non si immaginava niente di quel tipo. I suoi occhi si allargarono e istintivamente fece un passo indietro, perdendo il contatto con Niall.
L’irlandese sentì il vuoto una volta privato da quella mancanza e pensò di aver fatto la cazzata più grande degli ultimi tempi.
“Ren, io… cioè era solo un’idea buttata lì. Lo so, è presto e mi…” e Lauren lo fermò, facendo scontrare le loro labbra.
Niall gemette e attirò Lauren a sé più di quanto non avesse già.
“Sì” sussurrò la ragazza sulle sue labbra.
“Cosa hai detto?” un mezzo sorriso si posò sulla bocca del biondo.
“Ho detto sì. Voglio venire a vivere con te” ripeté la mora.
“Ti amo” disse Niall prima di baciarla ancora una volta. Sentiva la gioia nel petto. Sentiva che tutti i tasselli stavano andando al loro posto.
“Anche io ti amo, piccolo elfo”.
 
 

15 Luglio 2013

“Niall, sono solo un paio di giorni” disse Lauren con una punta di tristezza nella voce.
“Appunto! Paio di giorni nei quali sarai con me. Ti prego, ti prego, ti prego!” la supplicò inginocchiandosi davanti a lei, che stava seduta sul divano.
“Non so se posso, babe” sussurrò senza guardarlo.
“Per favore” ripeté Niall stringendole il ginocchio. “E’ così importante per me. Voglio che ci sia anche tu. Dopotutto, è anche tuo nipote”.
Il cuore di Lauren perse un battito e il suo viso si incupì. “Niall, non dire queste cose”.
“Perché no? Io ti amo, i miei ti amano, mio fratello ti ama. Perché non dovrei considerarti parte della famiglia? Per me lo sei, babe. Perché Theo non potrà chiamare zii sia te che me?” Niall era così convinto di quello che diceva.
Lauren sentì le lacrime fare pressione dietro agli occhi. “Vuoi che venga con te?” chiese a bassa voce.
“Assolutamente”.
Lauen annuì. “Andiamo a vedere tuo nipote, allora” e sorrise dolcemente.
“Nostro, Ren, nostro”. E quelle parole scaldarono il cuore della ragazza.
 

Lauren pensava che una volta giunta in Irlanda, nel reparto maternità, si sarebbe sentita fuori posto. Dopotutto, nonostante Niall le avesse detto che lei era parte della sua famiglia, lei era pur sempre e solo Lauren, la migliore amica e finta fidanzata del compagno di band di loro figlio o di loro fratello.
O almeno, così lei credeva. Appena misero piede in ospedale, mano nella mano, la prima che li vide fu Maura, che sorrise dolcemente e andò loro incontro. La ragazza era pronta a spostarsi, lasciando che Niall abbracciasse la madre per bene, ma Maura non era dello stesso parere. Mise ciascun braccio intorno al loro collo e li abbracciò. Entrambi.
“Oh, i miei ragazzi. Finalmente siete arrivati” disse, prima di stampare un bacio sulla testa di Niall.
Lauren in un primo momento si era irrigidita, stringendo la presa sulla mano di Niall, ancora intrecciata alla sua. E il biondo ovviamente se ne era accorto. Le aveva fatto un piccolo sorriso e così anche lei era riuscita a rilassarsi tra quelle braccia.
“Ciao, mamma” aveva risposto Niall.
“Come state?”.
Lauren aveva sorriso, mentre Niall rispondeva: “Noi stiamo bene. Greg? Denise? Il piccolo è nato?”.
Maura scosse la testa. “No, stanno ancora lì dentro” e indicò con la mano una porta immacolata.
In quel momento anche Bobby Horan, tornato probabilmente dalla caffetteria, si avvicinò a loro.
“Niall” disse e il ragazzo biondo sorrise, dandogli un abbraccio veloce.
E poi Bobby si voltò verso Lauren e sorrise. “Posso avere un abbraccio anche dalla mia ragazza preferita?”.
“Papà!” Niall protestò, mentre Lauren restava lì immobile. Non perché non volesse abbracciare quell’uomo, ma perché era piacevolmente sorpresa.
“Cosa c’è? Era ora che mi portassi una ragazza del genere a casa” borbottò Bobby e Lauren sorrise tristemente.
Dal suo punto di vista, una ragazza come lei non era una fortuna. Una ragazza con la mente a pezzi e i segni visibili sul suo corpo. E lei sapeva benissimo che Niall aveva parlato della sua storia con la sua famiglia. Non tutta magari, ma sapevano abbastanza. E continuavano ad accettarla. A volerla in famiglia.
Abbracciò Bobby, sentendosi per la prima volta protetta tra le braccia di un uomo, che fosse più rande di Niall e di Louis. Che non fosse suo padre.
Forse Niall aveva ragione. Anche lei voleva far parte di quella famiglia irlandese e decisamente normale.
 
“Sorridi” disse Lauren con il telefono di Niall tra le mani e il biondo fece un mezzo sorriso. “Sembri un po’ teso. Guarda il tuo braccio”.
“Me la sto facendo sotto. Al posto di ammirare in quel modo il mio braccio, potresti scattare la foto?” disse Niall velocemente.
“Oh sì, scusa” la ragazza ridacchiò scattando la foto, mentre gli altri Horan ridevano dietro di loro.
E poi Niall restituì il bambino che aveva tra le braccia a Greg.
“Che carino!” Lauren non riusciva a smettere di dirlo da quando erano entrati in quella stanza.
Niall ridacchiò e mettendosi dietro alla ragazza, le cinse la vita con un braccio attirandola a sé, mentre tutti i presenti chiacchieravano senza prestare loro attenzione. Prese il suo telefono dalle mani della ragazza, che protestò. “Aspetta. Voglio mandarla ai ragazzi” disse ed entrambi si ritrovarono ad osservare quella foto.
“Aw, che siete belli e dolci” disse Lauren con gli occhi sognanti e Niall commentò: “E’ davvero minuscolo” e un sorriso ebete sul viso.
“La prossima volta toccherà a te, zio Niall”. Quella frase detta da Denise spiazzò entrambi i ragazzi, che sollevarono di scatto la testa.
“Eh?” chiese Niall, come se non avesse capito bene.
“Beh, dovrete dare un cuginetto a Theo” disse Greg ridendo, mentre cullava il bambino tra le braccia.
Lauren arrossì di colpo e non riuscì a dire nulla, mentre Niall iniziò a balbettare: “Beh, cioè… io… noi… siamo ancora troppo giovani. Lascio a te l’appellativo papà, fratello. Io mi accontento di zio, per adesso”.
E tutti scoppiarono a ridere, mentre Maura diceva: “Greg, lascia stare il mio bambino. È ancora troppo presto”.
E quando nessuno li stava più guardando Niall aveva voltato la testa verso Lauren. “Un giorno” aveva detto sorridendo.
E la ragazza non poté fare a meno di annuire, stampandogli un bacio all’angolo della bocca.
 
 

27 Settembre 2013

“Lo sa? Oddio, lo sa?” chiese Louis camminando nervosamente per la stanza.
“No, Louis. Non lo sa” disse Zayn, guardando lo schermo del suo telefono.
“Ma lo sapete tutti. È l’unico che non lo sa! Insomma, l’avrà capito!” continuò imperterrito il maggiore.
“Harry è ingenuo. Non l’ha capito sicuramente” disse Liam, mentre Louis borbottava: “Mica tanto ingenuo”.
E in quel momento la porta si spalancò. “Sarò tutto perfetto!” esclamò Lauren entusiasta, saltellando verso Louis, dopo aver poggiato molti pacchi all’ingresso e gettandogli le braccia al collo.
Louis si sentì subito meglio grazie a quel contatto e disse: “Bentornata, Len”.
“Grazie” disse lei.
“Harry e Niall?” chiese l’altro guardando la porta ormai chiusa.
“Sono andati a prendere la cena. Niall non ce la faceva più ad andare in giro per i negozi con noi. Si è lamentato tutto il tempo. Ricordatemi che la prossima volta lo lascio qui con voi”.
I ragazzi si misero a ridere, poi Louis tornò improvvisamente serio.
“L’ha capito?” chiese alla sua migliore amica.
“No. Ha capito che domani hai in mente qualcosa per lui, ma…”
“Oddio, l’ha capito!” la interruppe Louis mettendosi le mani tra i capelli.
Lauren sollevò gli occhi al cielo. “No! Louis, non ha capito un bel niente! Mi ha detto che è in ansia e non sa neanche perché”.
“Beh, è giusto che lo sia” ridacchiò Zayn.
“Tu hai fatto quello che dovevi fare?” chiese la mora al ragazzo più grande.
“Ho chiamato Anne per sicurezza e mi ha confermato la sua benedizione. E… e poi l’ho comprato” spiegò Louis torturandosi le mani.
“Oddio! Voglio vederlo, ti prego!” disse Lauren saltellando sul posto.
“Non qui. Se Harry entrasse adesso…” Louis rabbrividì.
“Allora andiamo di sopra”. Neanche il tempo di ribattere che Louis si ritrovò trascinato dalla ragazza verso la camera da letto al piano superiore.
“Dai, dai, dai” lo incitò e Louis sospirò.
“E’… è davvero… troppo normale, Len” commentò il ragazzo, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina scura.
“Sai come la penso Lou. Più normale è più Harry lo può sfoggiare in pubblico. Oddio, l’anello al medio della mano destra, come la perfetta coppia di fidanzati gay. Aaaaah!”.
Louis rise. “Smettila di fangirlare o non te lo faccio vedere”.
Lauren si zittì. “Scusa” e ridacchiò nervosamente.
Louis aprì la scatola e Lauren osservò quell’anello che in apparenza non aveva nulla di speciale. “Mi piace un sacco, Lou” commentò la ragazza, guardando la scritta Peace incisa sopra quel cilindro argentato.
“E’ molto… Harry, vero?”.
Lauren annuì e Louis continuò: “Spero che gli piaccia. È il gesto che conta, giusto?”.
“Non gli piacerò, Boo. Lo amerà! E scommetto che ti sia costato comunque un a fortuna. E un gesto del genere… insomma, io penso che sverrà”.
Louis si mise a ridere. “Esagerata. E poi è più possibile che lo faccia io”.
“Naah. Sarai perfetto, Boo. Sarà uno dei giorni più importanti della vostra vita”.
“Magari mi rifiuta”.
“Magari sei scemo. Quella non è una possibilità. Proprio no” disse Lauren decisa, incrociando le braccia al petto.
Louis sorrise divertito e annuì. In quel momento le voci gli arrivarono chiare dal piano di sotto: Niall ed Harry erano tornati con la cena.
Lauren fece per uscire dalla stanza. “Nascondi per bene quel piccolo tesoro, Lou. E poi vieni di sotto, prima che la cena sparisca. Sai di cosa è capace un Niall affamato”.
E Louis ridacchiò, prima di annuire e guardarsi intorno. Doveva trovare il posto giusto. Anche se per una notte, il nascondiglio perfetto.
 




Angolo dell'autrice: TADAAA'. Ci ho messo meno di quanto speravate, vero? x) Ok, allora... che dire: questo è un capitolo dolce e tranquillo. E dal prossimo giungiamo finalmente al 2014 eheh. Spero che per adesso il tutto vi stia piacendo. Confindo in un vostro parere. Sempre grazie a tutti xx
-M
  
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