Hai mai pensato di essere carina?
Era entrata in Serpeverde – avevi praticamente supplicato il Cappello Parlante – non sapendo che si sarebbe innamorata di un Tassorosso.
Babbano.
E avrebbe generato una figlia con lui, dandole un nome che nel suo mondo era considerato regale.
Non sapeva che la sua bambina sarebbe stata speciale, che sarebbe diventata Auror.
Dora ha sei anni, Ted le ha regalato un aggeggio che fa le bolle e lei si diverte da morire.
Se fosse stata sua madre, l’avrebbe affidata alle cure della governante – ma tu non sei tua madre, vero Andromeda? – e magari sgridata per non essere composta o sufficientemente coordinata.
Quando era scappata, con la bambina in grembo, aveva sbraitato per la prima volta in vita sua e pianto davanti a Bellatrix – e lei t’aveva maledetta, maledetto il frutto del tuo tradimento, giurando di ucciderla.
Ma mentre la guarda, non vede dove ha sbagliato: certo, Dora non è una bambina tranquilla, cambia colore di capelli quando le pare e piace, ha modi clowneschi e si esprime per simbologie.
La osserva con più attenzione e un pensiero le balugina nella mente: è così piccola.
E intanto Dora riprende a scorazzare ed emettere piccoli gridolini, accompagnati da piccole scintille sulla punta delle piccole dita grassocce.
“Tesoro, sono a casa” Ted è tornato e Andromeda gira la testa verso la porta che conduce al salotto.
“Siamo in veranda, Ted” e sorride, non può fare altro per il momento. Suo marito la raggiunge e si mette vicino a lei sedendosi su una sedia in legno dipinto.
“Per le mutande di Merlino, Dromenda, quella bambina si prenderà un raffreddore coi fiocchi”
“Lo sai che non mi ascolta, Ted. Le avrò detto un centinaio di volte di mettersi un cappotto ma niente” sbuffa, continuando a guardare il corpicino di sua figlia. “Come mai sei a casa così presto?”
“Nulla, solo poco lavoro al Ministero. Ho staccato prima. Non è un problema, vero?”
“Ma no, sai … me lo chiedevo e basta, tutto qua”
Mamma, mamma, urla Dora con quanto fiato ha in gola, ho trovato un insetto stecco.
No, tesoro, quello è un Vermicolo, risponde la madre, vieni qua, sono quasi le sei: è l’ora del bagno, mia cara.
E Dora corse, inciampando sui gradini, verso la sua mamma – hai mai pensato di essere carina, Andromeda Black?
E con un sorriso complice e uno zuccotto di zucca, la famiglia Tonks viveva ancora nell’oblio che nessuno avrebbe intaccato la loro personale felicità.
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