Tessa, giovane ma già esperta fotografa,
è stata incaricata di fotografare la finale di un contest musicale di cui ha
seguito ogni fase precedente.
In quella sola serata si troverà a
contatto con Jack, intrigante chitarrista di una delle band e Ian, cantante dell’altra il qual è riuscito a leggere nel
più profondo della ragazza.
Ma per Tessa i triangoli sono una forma e
una relazione nati nel modo sbagliato.
–
Attraverso –
La
macchina si ferma, il motore viene spento e, con esso, anche le luci. La
portiera si apre e le Vans nere si appoggiano a
terra. Tessa scende dall’auto dopo aver afferrato l’attrezzatura dal sedile del
passeggero e chiude la macchina a chiave. Si infila il cappuccio della felpa,
incamminandosi verso l’ingresso del locale senza prestare attenzione agli
sguardi delle persone davanti a cui sfila. I lunghi capelli tinti di nero e
liscissimi le nascondono il profilo, lei vede solo davanti a sé, dove si sta dirigendo.
Passa dalla biglietteria, mostra il tesserino di riconoscimento e si abbassa il
cappuccio. Di risposta le danno l’ok con il pollice alzato e la fanno
passare. Dopo aver spinto la porta viene
introdotta nella sala principale del locale; una sala non tanto grande e non
tanto alta, resa vagamente claustrofobica dai pannelli insonorizzanti presenti
su soffitto e pareti. Il palco, agghindato, è illuminato a giorno dai faretti
colorati, già ingombro di amplificatori e batteria. L’occasione è la finale del
contest musicale della contea di Swansea. Due band sono rimaste in gara. Avendo
fotografato tutte le fasi eliminatorie del concorso Tessa ha ormai capito quali
sono i suoi soggetti, qual è il modo per raffigurarli al meglio e cosa
aspettarsi dalle loro esibizioni. È quello il motivo per cui si trova nel
locale, per fotografare, è il suo mestiere.
Fa
scorrere lo sguardo sui presenti in cerca dell’unica persona che le interessa
veramente: Jack, chitarrista di una delle band in finale. Il motivo per cui le interessa
non è legato a sentimenti profondi o seri. È legato esclusivamente ad un’attrazione, un magnetismo che lui possiede
quando sale sul palco, chitarra alla mano, per lasciarsi andare alla sua
musica. Nei due concerti precedenti, entrambi fotografati da Tessa, lei ha
avuto modo di rendersi conto di quell’aura unica emanata da Jack. L’obiettivo
della sua reflex si spostava quasi automaticamente sul corpo del chitarrista.
Attraverso il mirino della macchina fotografica lei ha visto l’anima di quel ragazzo,
ha visto l’arte che lo caratterizza, quella di cui è composto e ne è rimasta
stregata. Non innamorata, ma affascinata. Jack la intriga e Tessa non ha mai
trovato niente di più eccitante di un uomo in grado di intrigarla.
Non
riesce a trovarlo, nella sala non c’è. Probabilmente era una di quelle persone
davanti a cui è passata per entrare nel locale, una di quelle figure a cui non
ha prestato particolare attenzione.
«Tessa,
ben arrivata»
Lei
si volta verso la voce, riconoscendo il suo caro amico, nonché organizzatore
del contest per cui lavora: «Steve, felice di rivederti»
Si
abbracciano, dopodiché lui posa la mano sulla schiena della ragazza: «Vieni con
me, sei nostra ospite questa sera»
Lei
lo segue, dopo un sorriso, silenziosa. Lancia appena un’occhiata all’ingresso
sperando di veder comparire il ragazzo che tanto sta cercando, ma invano.
*
Le
immagini scorrono sul display della reflex, una dietro l’altra. Da dentro
l’edificio proviene il suono della musica, sparata dalle casse del dj. I
concerti ormai sono finiti; la band di Jack non ce l’ha fatta, è stata battuta
dall’altra in concorso. L’altro gruppo, con quel cantante – un tipo magro e dal
consumato fascino poetico – che Tessa ha scoperto più volte ad osservarla
durante la sua esibizione, mentre lui cantava e lei fotografava. Non stava
guardando la macchina fotografica, lui – Ian, questo
è il suo nome – stava guardando lei
attraverso l’obiettivo. Tessa è una fotografa; sa distinguere quando qualcuno
guarda solo la reflex e quando invece la usa come tramite per cercare di
guardare dentro di lei e non c’è niente che la faccia sentire più violata nell’intimo
di questo. Da sempre ragazza chiusa, a volte perfino scontrosa, ha permesso
solo a poche e fidate persone di conoscerla veramente, di capire fino in fondo
che tipo di persona sia in realtà. Soltanto quando fotografa lei mostra se
stessa, soltanto in quell’occasione le persone, estranee o no che siano, hanno
la possibilità di vedere nel più profondo delle sue passioni, nel più profondo
della sua anima. Ma bisogna essere in grado di farlo. Si deve essere capaci di
leggere i gesti e gli sguardi della ragazza quando si isola dal mondo che la
circonda per immergersi nel suo. Ian dev’esserci
riuscito e la cosa fa sentire Tessa improvvisamente vulnerabile. Tuttavia
smette di pensarci. Appoggiata con la schiena alla parete, vicino all’uscita
sul retro, continua a guardare le foto scorrere sullo schermo della macchina.
La sigaretta stretta fra le labbra sbuffa delicati e argentei sospiri, il
sapore del fumo inonda la gola della ragazza.
Freme.
Sente un leggero tremito scuoterla dentro. Ha scattato centinaia di foto,
centinaia, e non sa quante solo di Jack. È successo anche stanotte, anche
durante il concerto da poco conclusosi. Lui ha impugnato la sua chitarra nera e
l’ha conquistata per la terza volta consecutiva. Ma per Tessa, e non solo per
la sua passione per musica e fotografia, Jack è irresistibile. Il modo in cui
suona, quello in cui si muove sul palco, quello in cui si mette a nudo davanti
agli estranei facendo ciò che ama. Forse solo lei nota tutto questo, forse solo
lei che ricerca l’arte per fotografarla è riuscita a trovare quella emanata da
lui.
Spegne
la macchina, improvvisamente infastidita. Striscia la sigaretta, iniziata da
poco, contro la parete in modo da uccidere la fiamma e la infila dietro
all’orecchio. Spinge la porta dell’ingresso sul retro, la reflex aggrappata
alla spalla grazie alla tracolla e rientra nel locale, notando che caldo è
gente sono aumentati. Si avvicina al bancone e ordina un amaro; le serve
qualcosa di immediato da ingerire. Allunga i soldi al barista ma lui non li
vuole. Beve subito l’amaro, in un sorso, lasciando il bicchiere ormai vuoto sul
bancone. Si volta verso la sala, per poco la reflex non sbatte contro una delle
persone che ha accanto. Lo nota di sfuggita, mentre si fa largo lungo la pista,
a testa alta, evitando accuratamente tutti coloro che sono impegnati a ballare:
è Jack. Tessa sente il suo corpo muoversi da solo, si avvia verso il ragazzo e
lo ferma. Lui la guarda, sorpreso; rimane sulla difensiva finché lei non gli fa
i complimenti per l’esibizione appena conclusa, ricordandogli di averlo già
visto tre volte, nelle serate del contest. Allora il ragazzo si rilassa,
l’ascolta e sorride – incurvando leggermente l’angolo destro della bocca –
cominciando a parlare della lavorazione del nuovo disco, su richiesta di Tessa,
che rimane ad ascoltarlo vagamente attenta alle sue parole. Lo guarda negli
occhi e lui fa lo stesso, ma la ragazza è concentrata anche su altro. L’odore
acre del fumo che Jack emana si mescola al profumo della t-shirt pulita che si
è infilato al termine del concerto, in un contrasto tutt’altro che sgradevole. Gesticola
poco mentre parla, la schiena dritta e il portamento sicuro. La voce è
leggermente roca, forse per colpa delle sigarette, e Tessa trova che si intoni
perfettamente ai capelli corvini, dolcemente ondulati ma ancora corti e selvaggi. L’osserva attentamente mentre
parla; mentre le spiega fra quanto entreranno in sala prove lei inizia a
pensare ad altro. Comincia a farsi delle domande. Jack è un ragazzo normale,
senza nulla di rilevante o di notevole rispetto ad altri. Con molta probabilità
ha circa ventisette anni – ossia due in più di Tessa – e non è certo avvenente
quanto un attore hollywoodiano. Allora
perché lei è così attratta da lui? Per quale motivo sta sperando con tutta se
stessa di assaporare ancora un po’ di quell’arte che, lei sa, lui possiede?
«Grazie
per averlo chiesto, comunque. Basta che tu tenga d’occhio il sito» dice lui,
posando una mano sul braccio della ragazza.
Istintivamente
lei abbassa lo sguardo sulla mano, proprio mentre Jack è sul punto di ritrarla.
«Figurati»
risponde Tessa, sperando che sia la risposta corretta.
Pare
di sì; lui sorride un’ultima volta e la saluta, allontanandosi. Lo guarda
mentre scompare fra la folla, sempre intenta a ballare al centro della pista.
Ha appena parlato con lui, con Jack. Ha appena avuto il suo viso, il suo corpo,
incredibilmente vicino a sé. Ha respirato la stessa aria, sentito il suo
profumo e si è persa in quegli occhi in cui ha notato lo stesso bagliore che
posseggono mentre lui suona. Il fremito dentro di lei pare aumentare, una leggera
morsa tenta debolmente di impossessarsi del suo stomaco. Distoglie lo sguardo
dal punto in cui Jack è scomparso, stringe a sé la macchina fotografica e si
avvia verso l’uscita, sentendo un bisogno viscerale di fumare la sigaretta
ancora custodita dietro al suo orecchio. Esce dall’ingresso principale e si
allontana abbastanza dalle persone rimaste impalate davanti alla porta; trovato
un pezzo di muro libero vi si appoggia con la schiena, si alza il cappuccio e
accende la sigaretta. Si abbandona ai pensieri, contorti e incomprensibili che
siano. Cerca risposte alle domande che
si è posta poco prima, per poi rendersi conto, fra una boccata di fumo e
l’altra, che non le interessano. Lei è
umana. E come tutti gli esseri umani si sente attratta da qualcosa, da
qualcuno.
Quel
qualcuno è Jack. L’ha stregata, letteralmente e, sicuramente, nessuno dei due
ne sa il motivo.
Sente
un rumore accanto a lei, immediatamente si volta e vede Ian,
il cantante della band vincitrice. «Ti disturbo?» chiede lui.
Tessa
abbassa il cappuccio della felpa, facendo spallucce: «Direi di no»
Il
ragazzo sorride: «Volevo solo
ringraziarti per tutte le fotografie che ci hai fatto fino ad oggi. Sei molto
brava» si avvicina di qualche passo mentre parla.
Lei
alza nuovamente le spalle: «È il mio
lavoro, ma grazie»
Ian abbassa lo sguardo,
posandolo sulla punta delle dita. Non dice niente, probabilmente sta pensando
alle parole giuste.
«Vuoi
una sigaretta?» domanda Tessa poco dopo. In parte infastidita da quel silenzio.
Lui
punta nuovamente gli occhi su di lei, leggermente sorpreso: «Non fumo, grazie»
Nuovamente
cala il silenzio. Il cantante prende fiato, sforzandosi di mantenere gli occhi
su quelli delle fotografa: «Ti andrebbe di andare a bere qualcosa?» chiede,
togliendosi apparentemente di dosso un macigno.
Lei
solleva un sopracciglio: «È davvero la proposta che sembra?»
Ora
è lui ad alzare le spalle: «Credo proprio di sì»
«Non
sono il tuo tipo» taglia corto la ragazza.
Ripensa
al concerto, all’esibizione di Ian. Le torna alla
mente l’attimo in cui si è resa conto che lui l’aveva vista per quello che era
realmente, il momento in cui lui era riuscito a vedere oltre la protezione che
lei si era, faticosamente, costruita intorno.
«E
come fai a dirlo?»
«Lo
so e basta, fidati»
Lui
non demorde: «Ti è mai capitato di sentirti attratta da qualcuno,
inspiegabilmente? È per questo che sono qui. Ti ho vista fotografare e non
credo serva aggiungere altro. Va oltre al fisico, puoi capirlo?»
La
ragazza sorride, pensando istintivamente a Jack. Va oltre al fisico.
«Perfettamente»
risponde.
Decide
di chiudere così la conversazione. Non ha nessuna intenzione di proseguire quel
teatrino. Ian è interessato a lei per lo stesso
motivo per cui lei è così interessata a Jack. Tessa ha sempre pensato che i
triangoli non possano funzionare, uno dei tre è sicuramente di troppo. Si avvia
verso l’ingresso del locale, fermandosi un attimo accanto a Ian.
«Credimi,
non posso essere io il tuo tipo» gli confida.
Si
lascia tutto alle spalle e rientra nel locale, decisa a prendersi da sola da
bere. Vuole provare a non pensare a niente. Quando arriva al bancone, però,
sospetta che il karma le deva un favore. Anche Jack è lì, la birra stretta
nella mano sinistra, gli occhi scorrono annoiati sullo schermo dello smartphone.
Per un momento la ragazza è indecisa se provare o no ad avvicinarsi, se tentare
o meno di parlare nuovamente con lui.
Decide di lasciar fare al caso, o al destino, che dir si voglia. Si ferma
accanto al ragazzo e ordina la sua bionda. Come gliela portano, il chitarrista
alza lo sguardo e incontra quello di Tessa. Lui infila il cellulare in tasca: «Tu
sei la fotografa» esordisce.
«L’hai
dedotto dalla reflex?» chiede lei.
Jack
sorride, incurvando appena l’angolo destro della bocca. «Non sono molto fisionomista,
non ricordavo fossi tu la fotografa del contest» spiega.
Tessa
approfitta di quella situazione e si avvicina a lui: «Non preoccuparti» dice.
«Ho
visto su internet le foto che ci hai fatto la volta scorsa. Sei davvero brava»
«Ti
ringrazio»
Beve
un sorso di birra, cercando di non prestare particolare attenzione a Jack, che
ticchetta con le dite sul legno del bancone. Poco dopo lui prende fiato e
domanda: «C’è modo di poter avere alcune foto di stasera? In formato originale
dico, non compresso»
Lei
solleva le sopracciglia e il ragazzo le da delucidazioni prima che lei possa
chiedergliene: «Gestisco io il nostro sito internet. Mi piacerebbe metterne
alcune. Ovviamente scrivendo i tuoi crediti»
«Come
minimo» mormora la ragazza, strappando un sorriso all’altro.
«Ti
lascio il contatto della band, ti va?» le chiede.
Tessa
annuisce, semplicemente scuotendo la testa. Una scusa per risentirlo, magari
per rivederlo. Non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Il
chitarrista ferma uno dei baristi, chiedendogli una penna. Appena gli viene
consegnata afferra un sottobicchiere in carta dalla pila che ha vicino e segna
l’indirizzo e-mail. Lo allunga a Tessa quando finisce e lei legge ciò che c’è
scritto. Il fremito che sente dentro di sé non si è ancora arrestato, probabilmente
c’è un solo modo perché si plachi. Prende fiato accuratamente prima di dire: «Quando
suoni sei incredibile»
Il
ragazzo si mostra preso alla sprovvista, ma per poco. Si dipinge un sorriso sul
volto: «Spiegati» dice.
Lei
scrolla le spalle: «Non so come spiegarlo, in verità. Ci sono molti chitarristi
bravi in giro; io ne ho visti e li ho fotografati, ma mai nessuno come te. Tu hai qualcosa, emani,
trasmetti qualcosa che agli altri manca»
Jack
pare pesarci per un secondo, l’espressione che si è dipinta sul suo volto è un
misto di divertimento e lusinga: «Emano, che so, arte, vuoi dire?» ammicca.
«Sì»
si limita a rispondere la ragazza.
Lui
si blocca un momento, leggermente sorpreso dalla fermezza del sì appena pronunciato dall’altra: «E tu
come fai a esserne sicura?» domanda, fattosi improvvisamente serio.
«Perché
sono una fotografa e io ricerco proprio l’arte nelle persone. Non ho mai avuto
problemi a trovarla in te»
Lui
solleva un sopracciglio e sorride nuovamente, mettendo finalmente in mostra la
dentatura perfetta: «Eccitante»
Il
loro contatto visivo non si è mai interrotto dall’inizio della conversazione.
Rimangono a guardarsi per svariati secondi, in silenzio. Jack è il primo a
spostare lo sguardo: «Beh, grazie» inizia. «Mi fa piacere sapere una cosa del
genere» ammette.
Tessa
si limita a sorridere. Lui raddrizza la schiena: «Spero di risentirti. Magari
non solo per le foto»
Indica
il sottobicchiere scritto, ancora sul bancone accanto alla birra della
fotografa. «Io devo andare» conclude.
«Fra
poco vado anche io» risponde lei.
Jack
sorride un’ultima volta: «Allora alla prossima»
Le
fa un cenno con la mano e si incammina verso il backstage. Questa volta Tessa
non rimane a guardarlo mentre scompare fra le persone; afferra il
sottobicchiere, leggendo l’indirizzo e-mail mentre beve un sorso di birra. Ha
tutto quello che le serve: la scusa per risentire Jack, il suo invito a farlo e
un contatto, anzi, molto più di un semplice contatto. Perché girando il
sottobicchiere, in un gesto innocuo e spontaneo, si rende conto che il
chitarrista non le ha lasciato soltanto l’indirizzo e-mail della band, ma anche
il suo personale numero di cellulare.