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Autore: WereWolfves    07/12/2015    2 recensioni
Lesly ha solo sette anni quando, in una notte insonne, scende le scale per prendere un bicchiere d'acqua e sente qualcuno grattare alla porta d'ingresso, invocando aiuto con delle flebili parole appena udibili nel silenzio della notte. Ha solo sette anni quando, spinta dalla curiosità e dal bisogno di capire da chi provenga quella voce , apre la porta ritrovando ai suoi piedi un ragazzo sdraiato scompostamente e ricoperto di sangue. Ha solo sette anni quando incrocia quegli occhi, neri come la pece e profondi come gli abissi più oscuri, che inizieranno a perseguitarla in ogni suo più piccolo gesto. Ha solo nove anni quando vede quel ragazzo andare via portando con sé una parte del suo cuore, per per poi scomparire nelle profondità del bosco innevato d'inverno.
Ha solo dieci anni quando le viene data una regola importante da non violare: Non entrare mai nel bosco...
Genere: Fantasy, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Leslie sentiva più caldo del solito quella notte, nonostante la tempesta di neve fuori dalla sua finestra, che le dava uno scorcio sul mondo, imperversava senza calmarsi dalle luci di quella mattinata. Quella giornata per colpa della neve la piccola era stata costretta a sentire le chiacchere lunghe e interminabili dei suoi genitori, a cui ancora non riusciva a dare un senso dato la piccola età; lei guardava fuori, dove stava il suo campo giochi preferito immerso dalla neve. Nonostante il fastidio di dover rimanere buona e non uscire, si fermava più volte ad osservare meravigliata, come solo una bambina può essere, la coltre di neve che si estendeva lungo casa sua, addentrandosi anche nel bosco, avvolgendo in un bozzolo anche gli alberi più alti, che per lei erano fin troppo grandi, tanto da incuterle timore la notte dalla finestre, quando le ombre dei lunghi rami si stagliavano sulla terra fin quasi toccare il suo rifugio protetto e al caldo.

Togliendosi la coperta di dosso, si stropicciò gli occhi e prese coraggio, pronta ad avviarsi per i corridoi bui della casa, da dove potevano fuoriuscire -a suo parere- i mostri cattivi di cui parlava la nonna. Poggiò i piedi nudi a terra, rabbrividendo a contatto con il gelido pavimento in legno, e scese dalla sua postazione sicura.

Sotto il suo peso delicato, il pavimento emise un scricchiolio, ma la piccola Leslie tenace strinse le mani in due pugni e continuò a camminare verso la porta. Dopo aver superato il primo ostacolo, proseguì lungo il corridoio , da cui varie porte chiuse si estendevano, fino a raggiungere la porta socchiusa della camera dei suoi genitori che dava sulle scale. Si ricordava che ogni volta chiedeva preoccupata, corrucciando il suo tenero viso, perché avessero deciso la camera che lei considerava la più vicina ai mostri, poiché da quella porta si scorgeva l'uscita, da cui poteva entrare chiunque per fare loro del male. I suoi genitori ridevano inteneriti e le rispondevano 'Per proteggerti ovviamente!' per poi stringerla tra le loro braccia calorose.

Sentendo i loro respiri quieti, Leslie si rassicurò sicura che tutto andasse bene e proseguì quasi saltellando per le scale. Sorrise quando arrivò davanti al frigo vittoriosa e aprendolo, riuscì a prendere la bottiglia d'acqua fresca, lasciata nei primi piani per fare in modo che anche con la sua piccola altezza riuscisse a prenderla.

Compiaciuta di sé si riempì un bicchiere fino all'orlo, umettando le labbra arse per la sete e e secche a causa del freddo invernale; bevve dei sorsi profondi, sospirando per il sollievo e tornò verso le scale con il bicchiere stretto tra le mani.

Posò il piede sul primo scalino, sentii dei rumori graffianti provenire dalla porta, il suo viso si voltò allarmato verso il suono proveniente dalla porta davanti gli scalini. Le pupille le si allargarono, allarmata, la paura la strinse nella sua morsa gelandola sul posto.

Un mormorio indistinto attraversò la porta, raggiungendo supplicante le sue piccole orecchie. Scuotendo il volto, Leslie si riscosse e tremante si avvicinò alla porta.

"A-aiuto.." il sibilo arrivò basso, allo stesso tempo forte alle sue orecchie, strizzò gli occhi e poggiò la mano alla maniglia.

Le avevano insegnato a non aprire agli estrani, a non aprire la porta a nessuno, quel rumore parve però richiamarla e la paura si mischiò alla curiosità dandole la forza di aprire la porta, permettendo a un occhio di schiudersi per vedere ciò che c'era oltre la porta.

Spalancò la porta e quello che vide davanti al suo sguardo la costrinse a spalancare anche i suoi di occhi e a lasciar cadere il bicchiere per terra; il rumore del vetro che si rompeva contro il pavimento le arrivò attutito lontano rispetto a quella immagine che si impose con violenza, prepotente e rimase scolpita nella sua mente.

Un ragazzo sui tredici anni stava supino lungo il vialetto davanti la porta, con le gambe piegate protette dalle braccia, in difesa; la paura si stagliava sul suo volto mentre i suoi occhi penetranti lasciavano un segno indelebile nella piccola Leslie. I capelli chiari, bianchi come la neve gli ricadevano sul volto,alcuni sporchi di sangue si incollavano alle sue tempie; da sotto le costole scendevano imperterriti fiumi di sangue, in contrasto con la pelle chiara, quel colore cremisi risaltava facendo risaltare la spaventosa condizione in cui si trovava il ragazzo. Le sue labbra chiuse e ferite cercavano di aprirsi per formare parole che avessero un senso, allungò una mano verso la bambina e con le ultime parole rimastegli sussurrò una supplica implorante, indifeso.

Leslie sospinta da una forza sconosciuta, allungò le sue dita verso quelle del ragazzo lasciando che si scontrassero per poi congiungersi. Il freddo di quel contatto la turbò nel profondo, quel freddo reale gli diede la spinta per urlare e urlare spaventata, preoccupata per quel ragazzo che aveva smosso in lei qualcosa di profondo e sconosciuto, pregò che i suoi genitori arrivassero subito per aiutarla, per aiutare lui. In quel momento odiò essere così piccola e fragile, odiò di essere incapace di trascinare il ragazzo dentro, al caldo, perché nonostante fosse giovane sovrastava il suo corpo che poteva cadere anche solo a causa di una folata di vento.

Delle braccia l'avvolsero, sua madre la strinse a sè intimandole di fare silenzio.

Suo padre serio e imponente sporse il viso oltre la porta, per vedere se nei dintorni ci fosse qualcuno, mosse la testa più volte a destra e a sinistra prima di caricare il ragazzo sulle spalle e trascinarlo dentro.

La porta venne chiusa e sua madre iniziò a dare ordini a suo padre a destra e a manca, dicendogli ciò che doveva portarle per prendersi cura delle ferite ingenti del ragazzo; intanto Leslie seguiva come un ombra il padre, con gli occhi incatenati a quelli del ragazzo che pur le tremende condizioni non distoglieva lo sguardo dal volto della bambina. Le dedicò un sorriso piccolo e caloroso che Leslie chiuse in uno scrigno dentro sé , poi stremato svenne tra le braccia di suo padre lasciandola spaventata e con un vuoto dentro che riempì i suoi occhi di lacrime lasciandola immobile.

***

"Lascialo riposare Leslie, torna in camera piccola" cercò di convincerla suo papà dolcemente.

Lei scosse decisa la testa, prese posto accanto al ragazzo che riposava tranquillo nel letto dentro la camera degli ospiti. Sua madre era una dottoressa ed era riuscita a rattoppare le ferite del ragazzo che si erano rivelate meno gravi del previsto; per tutto il tempo la piccola era rimasta a guardare sua madre lavorare sul corpo straziato del ragazzo, non volendo distogliere lo sguardo nemmeno un secondo da lui.

In seguito suo padre sotto indicazioni della madre aveva adagiato il ragazzo sul letto nella camera degli ospiti e lo aveva coperto in maniera che rimanesse al caldo.

"Piccola, ascolta tuo padre, torna a letto e lascialo riposare" continuò persuasiva la madre.

"No!" scattò cocciuta lei "Voglio stare qui, lo voglio proteggere" disse convinta delle sue parole.

I suoi genitori si guardarono sconsolati negli occhi e scuotendo il capo dopo aver provato per mezz'ora a convincerla, rientrarono nelle loro stanze.

Leslie accertatasi di aver vinto contro i suoi genitori e sbadigliando si distese accanto al ragazzo, poggiando la testa sul cuscino morbido.

Osservò per lunghi attimi il viso dolce del ragazzo sul cuscino, le sue labbra socchiuse e i capelli ormai puliti che cadevano come neve sulla sua fronte.

"Tranquillo puoi riposarti ora, nessun mostro verrà a prenderti mamma e papà ci proteggeranno" sbatté più volte le palpebre che si facevano sempre più pesanti "va tutto bene..."mugugnò prima di addormentarsi accoccolata a quella figura esile accanto a lei.

Il ragazzo socchiuse gli occhi udendo le sue parole e prima di ricadere nel sonno sorrise, felice di essere sopravvissuto, felice che quella bambina così piccola l'avesse salvato e giurò su se stesso che avrebbe fatto di tutto pur di diventare più forte, ed essere lui a proteggerla dai mostri. Avvicinò il volto a quello piccolo di lei e rassicurato dal suo tenero respiro, si lasciò cullare cedendo al sonno.
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Ciao a tutti! Questo è la prima parte del prologo e se vi piacerà pubblicherò anche la seconda parte.
Questa mia storia è già presente su un altro sito(non si sa mai lo scrivo XD)
Spero vi piaccia.
Un bacio by WereWolfves

   
 
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