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Autore: vero94    04/03/2009    11 recensioni
questa ff l'ho creata dopo aver visto un'intervista dei Tokio Hotel nel quale l'intervistatore domandava il perchè del titolo zimmer 483. Bill ha risposto che in quella stanza successe qualcosa di stupendo che però non svelerà mai!così la mia mente malata ha elaborato ques'opera del male!!!!muahahaha!!! ps il rating avverto che verrà alzato nel corso della ff
Genere: Generale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cosa accadde realmente nella zimmer483?



Ecco a voi mes amis!

Questo è seriamente l'ultimo....

che dire? Mi sono affezionato particolarmente ai personaggi, così come ai lettori...ma siamo giunti al capolinea XD

Siccome molte mi hanno chiesto msn, voglio dirvi una cosa....

lo metterò a breve -non so ancora quando di preciso- vi scrivo qui il contatto:

Pimpi.Batti@hotmail.it

se mi avete già lasciato il vostro vi aGGiungo io ….no problem.




Mi voltai osservando il volto marmoreo di Bill, che riposava placido non ostante la luce solare penetrasse abbastanza potente fin dentro la suite. Le occhiaie violacee segnavano il volto sciupato, privo della proverbiale luce che emanava. La pelle era secca e opaca, gli occhi velati da uno spesso strato di indifferenza, il viso,non più curato, era incolto e spento. Nonostante lo stato di degrado si poteva intuire la grandiosa bellezza che caratterizzava tempo a dietro quei lineamenti delicati e vagamente puerili, il mistero di quegli occhi nocciola affascinava non ostante l'apatia; mi parve di osservare il volto di un vecchio uomo, del quale le rughe facevano trasparire residui dell'affascinante bellezza appartenutagli tempo a dietro.

Mi accomodai sul bordo del materasso, scostando il candido lenzuolo dal pallido volto di mio fratello, così pallido da parere albino. Ne accarezzai le dita lunghe, dalle unghie spezzate e mal curate, soffermandomi sui polsi esili che parevano inadatti a sostenere mani così grandi. D'istinto strinse debolmente la mia mano, portandosela al viso...quel viso così simile a...quel viso nostro.


L'orologio a muro segnava le 11.07 .

riabassando lo sguardo incappai in due occhi spalancati, che mi fissavano inespressivi.

Oltre la perdita totale della voce, non aveva avuto nessun altro sintomo di paralisi...che stesse miracolosamente guarendo?

Mi coccolai con questa illusione per un paio di minuti, fino a che Bill non si posizionò a sedere facendomi capire che aveva fame.

il buffet per la colazione è finito da un pezzo.”

Risposi con un sorriso.

Mise il broncio, tirandosi le coperte fino alle orecchie e fingendo di dormire. Gli accarezzai un braccio dolcemente, come se fosse così fragile da potersi spezzare da un momento all'altro, mi scacciò via con un movimento brusco che non ammetteva repliche.

Sorrisi amaramente e con uno slancio di generosità decisi:

ti va se compro una bella torta ?”

con un breve gesto della testa mi fece comprendere il suo assenso, così mi chinai e gli schioccai un lungo bacio sulla fronte innaturalmente gelida, avviandomi poi verso la pasticceria più vicina.



Udii l'uscio chiudersi delicatamente.

Avevo freddo, sentivo l'aria ghiacciata sferzarmi il viso, inghiottire il corpo nel gelo. Cristo, era Marzo e Tom lasciava la finestra aperta?

Dopo qualche peripezia mi alzai dal letto, giungendo a piedi nudi verso la tanto odiata finestra, per poi scoprirla amaramente chiusa. Appoggia il capo con rassegnazione sull'imposta, disegnando linee distratte sul vetro appannato dalla condensa.

Sapevo che era innaturale,coscente di essere agli sgoccioli.

Il telefono di Tom squillò, stupidamente corsi a rispondere, rimanendo impalato ad osservare il display luminoso: Gustav, era scritto.

ehi Tom!”

la voce del biondino trillò nelle mie orecchie, feci per rispondere ma emisi solo un rantolo sordo, chiudendo gli occhi agghiacciato dalla verità che crudele si presentava ad ogni occasione.

Tom? Ci sei?pronto?”

Il batterista tergiversò con il nulla per un paio di minuti, durante ai quali un istinto autolesionista mi costrinse ad ascoltare quella voce , intervallata da quella di Georg che schiamazzante parlava ad alto volume con qualcuno.

Conclusi la chiamata rovinando al suolo, singhiozzando istericamente. Quella fu l'ultima volta che sentii I nostri amici.

Affondai le unghie nel palmo della mano, udendo I battiti del cuore martellami nelle orecchie, come a scandire il tempo che rimaneva.

Mi sentii schiacciato al suolo da una grande pressione che impediva movimenti ai muscoli: le ginocchia non sorreggevano il gracile peso del corpo, le braccia troppo deboli per aiutare le gambe a stendersi tremavano. Rinunciai a sollevarmi, perdendomi in lunghi attacchi di crisi.

Quando finalmente ordinai la situazione nella mente, mi accorsi che il respiro era irregolare, il ritmico movimento del diaframma era gravemente ostacolato da un imponente macigno immaginario. Inevitabilmente mi agitai, conscio che quello non era altro che il preludio della fine, se non l'arrivo stesso al capolinea.

Arrancai sulla moquet nel tentativo di raggiungere il telefono, ma l'ossigeno iniziava a bruciare, gli arti a dolere e la mente mi suggerì che se anche avessi raggiunto l'apparecchio nessuno sarebbe riuscito ad accorrere in mio aiuto, nessuno avrebbe udito la richiesta di salvataggio che per sempre sarebbe rimasta taciuta nelle mie labbra.



Fu così che abbandonai tutto, lasciando il capo posato sul soffice tappeto, rivolto alla giornata fuori dal balcone.

Oh tom ... che crudeltà morire di Marzo, ci vuole tanto, troppo coraggio.”

assistii alla danza di due leggiadre rondini nel cielo terso, ammirandone la perfetta sincronia. Tutto nasce in questi mesi, si risveglia pronto ad intrapprendere la tortuosa strada della vita...mentre io...io appassisco.

dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno” . Là , dove tutto decade addormentato in un sonno fatato, dal quale si ridesta solo con l'arrivo del tiepido sole d'Aprile.


Perchè questa sorte ?

è forse una punizione divina?”

una ventata d' aria fresca e frizzante giunse al mio viso, ma probabilmente lo immaginai, dato che la finestra era serrata.


Un respiro.

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mamma Simone scostò le tende permettendo alla forte luce di penetrare nella cameretta, dove un frugoletto giaceva avviluppato in un bozzolo di coperte color arancio.

Simone si accomodò sul soffice materasso, accarezzandogli I corti capelli biondo cenere. Premette le labbra contro la fresca fronte, inspirando l'odore di bambino che emanava la cute. Il piccolo si destò con un sorriso impastato, avvertendo subito il forte odore di caffè latte, che la mamma gli aveva gentilmente portato. La ipnotizò con uno sguardo colmo di amore e gratitudine, tuffando poi il naso affilato nella tazza, ispirando l'odore di casa e buono, di famiglia e tenerezza, di coccole ed affetto.


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piccolo respiro


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un ragazzino fin troppo minuto e gracile per I suoi 13 anni osservava il panorama fuori dal davanzale: un giovane rasta correva a perdifiato su una bassa collinetta erbosa inseguito da un agile cane, urlando di quando in quando ed accarezzando la testa all'animale.

Lo sguardo del moro era vagamente malinconico: suo fratello dedicava molto tempo a Scotty (così si chiamava) , mettendo in secondo luogo lui, lui che non era il tipo da correre tutto il tempo rotolandosi nella polvere.

Udì la porta schiudersi e una voce femminile chiamarlo.

Bill, vieni, ho una sorpresa”

impavido corse verso la cucina, dove la madre si era posizionata con una scatola di cartone.

Gliela porse.

Bill strinese saldamente il contenitore, guardando di sottecchi la madre un po' deluso.

devi aprirlo”

esplicitò paziente .

Così fece e con un'espressione dolce dipinta sul volto immerse le piccole mani nel cartone, delicato ne estrasse un batuffolo di pelo grigio, dai colori indefiniti e leggermente spelacchiato.

Ma...ma ...quanto è piccolo”

accolse il gattino ancora sonnecchiante nel grembo,attirandolo a se.

è così fragile...”

bisbigliò osservando con maggiore attenzione le zampe minute, la coda esile e gli occhi ancora cechi, tipico dei gattini nati da poco.

la madre è morta, ora dovrai prendertene cura tu”.

Disse Simone sporgendosi verso il figlio, che affondò il naso nel soffice manto.

Come erano delicate entrambe quelle creature”

pensò la donna.

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respiro interrotto


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Tu....ecco... io...”

avanti Bill che l'intervallo sta per finire!”

sospirò vagamente scocciata una giovane ragazza dalla postura imponente e I capelli ramati lunghi fino alle clavicole.

Il moro che le si poneva davanti era debole di fisico, ma vispo e sorprendentemente attraente, questo Stephany lo sapeva bene, anche se aveva non poche difficoltà ad ammetterlo: lei, ragazza senza dubbio molto ambita dai componenti dell'altro sesso di tutta la scuola, dal seno procace e le forme giunoniche,lei, con tutti gli spasimanti incalliti, si era irrimediabilmente fottuta il cervello per Kaulitz. E poi che Kaulitz?! Quello effemminato! Dio mio... a che stato si era ridotta...che fosse lesbica? Dopo tutto quel giovane aveva quasi completamente fattezze femminee, compresi l'abbigliamento e quel franch tanto criticato ma perfetto.

Si riscosse, scoprendo che il moro la osservava interrogativo dall'alto del suo metro e ottantacinque, con la faccia stirata in uno dei suoi soliti sorrisi e le mani impegnate in una lotta senza vincitori.

La rossa si issò senza preavviso sulle punte e si impossessò delle sue calde labbra. Un'ameba sarebbe stata più reattiva: al contrario delle sue previsioni il ragazzo rimase impalato al suo posto, esibendo un vivace colorito rossastro sulle gote...

sapeva che non aveva un grande successo con il gentil sesso Bill, ma di certo non immaginava che quello fosse il suo primo bacio.


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respiro inutile


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avevamo scarpinato per almeno tre ore tra le intemperie che offrono le Alpi in pieno Febbraio, per poi fermarci per la notte dove?!

Nel nulla più completo, con come uniche alleate contro il freddo le tende ad igloo ed I sacchi a pelo.

Volsi uno sguardo dietro a me:il mio gruppo era devastato quanto quello degli altri. Un paio di bambini con il moccio al naso si lamentavano tra loro delle scarpe poco adatte, un piccolo raduno di quattro o cinque ragazzine di si e no dodici anni cinguettavano frivole additando con fare irrisorio ogni oggetto, persona , animale o cosa che non rientrasse pienamente nelle loro grazie, e il favorito indiscusso dei petegolezzi aveva l'onore di essere il sotto scritto. In fine a chiudere la fila vi era l'altro capo-gruppo, vale a dire quel cascamorto di Tom, perennemente circondato da quattro ragazzotte che non gli risparmiavano nessun complimento, casto o indecoroso che fosse.

Sistemammo la nostra base stancamente, liquidando ogni moccioso con qualche minaccia, approfittando della situazione per praticare un po' di vecchio e sano nonnismo.

Tom mi raggiunse nella tenda sbuffando

mi spieghi perchè alla tenera età di sedici anni dobbiamo ancora venire agli scout?”

esordii, ottenendo un mugolio dal mio interlocutore

mi sento al quanto cretino con questa stupida divisa!”

mi lamentai polemico, additando la causa del turbamento.

Mio fratello scrollò le spalle, alludendo al fatto che almeno eravamo capi di questo piccolo gruppetto.

e poi ci godiamo la natura, con il suo splendido paesaggio notturno!”

esordì dopo qualche minuto di pausa, indicando con un cenno fugace l'uscita del riparo per la notte improvvisato.

Sbuffai ” si certo come no! Al massimo del paesaggio notturno ci becchiamo il freddo e l'interno di questa stramaledetta tenda!”

Tom, attraversato da un'idea improvvisa, spalancò l'entrata, mettendo il cuscino e la parte superiore del sacco a pelo appena fuori. Dispose anche il mio equipaggiamento nella medesima maniera, invitandomi ad infagottarmi all'interno della calda coperta in piuma; dopo di che spense la torcia che illuminava fiocamente l'ambinte.

Entrambi con il capo rivolto verso quel manto di velluto nero costituito dalla grandiosità dell'infinito ci addormentammo cullati dall'arcano fascino luminoso che creano gli astri, immersi nella pece del nulla come diamanti preziosi , costituendo, con un gioco di scie argentate e luccichii, quella cosa che l'uomo ha chiamato firmamento.

Noi, insieme nella notte.

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respiro mancato


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portai entrambe le mani al volto soffocando un gridolino strozzato: avevamo vinto agli “EMA” !


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dov'è l'ossigeno?


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immersi un piede nell' acqua cristallina.

Così limpida.

Così pura.

Così invitante.

Avevo sognato per anni di trascorrere qualche vacanza in luoghi del genere.

Le Maldive.

Mi voltai e vidi Tom spaparanzato sulla sabbia candida, che si contrapponeva alla pelle dorata da una per lui innaturale abbronzatura, rendendo il fisico vagamente scolpito ancora più alettante.

Mi unii a lui, ed insieme scrutammo quell'incantevole vastità d'acqua che rendeva il paesaggio surreale.

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strizzai le palpebre pesanti e gli occhi immerse da mille lacrime.

Non che stessi piangendo, ma semplicemente stavo soffocando.

Mi contorsi alla disperata ricerca di vita.


Ero cosciente.

Non avevo vie di fuga, neanche la più remota.

Graffiai, scalciai e battei I pugni fino a che la stanchezza della morte non sopraggiunse annullando la potenza dei muscoli .

La vista si offuscò sbiadendo così come la percezione del tempo e delle cose,di me e della vita.

Improvvisamente mi sentii etereo,

un essere mai iniziato ne finito, tutta via ancora inspiegabilmente umano.

Calai in un cosmo arancione, dai colori sgargianti ed a me sconosciuti,

che fosse una realtà utopica, dove tutto era lecito semplicemente perchè creato da me?

No, semplicemente rivissi tutta la vita in un arco di tempo indeterminato, osservando come spettatore e, nel medesimo tempo protagonista, ogni istante.

Ricordi?

No, rividi ogni pezzetto della mia esistenza, anche gli anedoti più insignificanti che ormai giacevano nel cassetto delle memorie più dimenticate e remote.

Pensai, rivivendo ogni singolo istante sovrapposto agli altri:

sì, ce l'ho fatta.

Sono felice.”

Non è forse lo scopo di ognuno di noi poter fare il resoconto

di tutto e sentire di aver raggiunto il massimo?

Che nel nostro piccolo

siamo maturati raggiungendo obbiettivi e superando avversità,

influendo sul non solo nostro destino, ma anche su quello dei personaggi che ci hanno accompagnato lungo il cammino?

Penso che se ogni storia, sia fantastica che reale, ha una morale o una frase significativa nel finale, questa dovrebbe essere la mia:

troppo amore per l'utopia che si era creata attorno al mio destino per potervi rinunciare;

perciò ho vissuto il secondo fino alla fine, seppur questo happy ending sia giunto fin troppo rapido,

sarei annegato in una vita a metà,

rilegandomi nell'esistenza mediocre di chi non è mai andato oltre,

sapendo quindi di non poter più librarmi leggiadro nell'aria.


Egoista?

Si, molto.

Non ostante la paura tutt'ora mi attanagli le viscere,

e l'eco del rimpianto si ripercuota implacabile sulla coscienza,

il potere di auto convinzione che la parte, forse malata, del cervello

esercita sul resto della mente è assai maggiore.


Tutto andrà avanti,

continuerà...

senza Bill Kaulitz...

Tom, perdonami,

anche se per le scuse è tardi.

Ricorda sempre chi sei,

chi siamo stati, non smarrirti nei meandri del dolore...

non perdere mai la speranza di ritrovarci, poichè questa è realtà.

Un giorno, che sarà molto lontano,

ci rivedremo fratellino,

ed allora

solo allora,

saremo tu ed io...

come nei nostri ricordi più lieti...

solamente tu ed io.



La pellicola della vita

si riavvolse completamente

quando mi scorsi agonizzante su una soffice moquet

e notai un piccolo filo

argenteo ed informe

sospeso nell'aria.

Mi avvicinai al mio stesso corpo,

attirato dal quell'ente sconosciuto

fino a che

non avvertii il bisogno impellente

di far parte di quella fluttuante entità.

Quasi la sfiorai,

così bella ed attraente...quando fui arrestato

da un'immagine

che nel mondo era reale

ma nella mia realtà parallela

solo un'ombra,

come se esistessi in un universo creato unicamente per me

sul quale vigeva solo la mia priorità assoluta.

Un giovane

era accasciato su ciò che forse ero io ,

tutto stava svanendo, perfino le memorie di me stesso

erano offuscate

ed indefinite come vapore nell'aria.


Quel ragazzo rievocò vagamente

un qualcosa di effimero,

sfuggevole ed inedentificabile,

tutta via

parte della mia essenza.

mugolava aiuto

con occhi colmi di disperazione,

si affannava su un corpo esanime...

...quel corpo...

quel corpo era mio...

ma allora

quel ragazzo chi era?

Biascicava

...stava soffrendo...

mi avvicinai, abbandonando l'oggetto che mi aveva attratto

che ancora fluttuava nell'aria.

Chinai la mia esistenza su di lui,

scrutando le rughe del dolore.

...io

...mi ricordo.

Sgranò gli occhi chini,

gridando,

scoprendo che il cadavere

che reggeva tra le braccia

respirava flebilmente.

Mi voltai verso l'entità luccicante,

scoprendola più fioca,

così come la percezione di questa nuova dimensione.

Il ragazzo emise un gemito

quando mi riavvicinai alla scia opalescente.

Alzò lo sguardo.

Sul mio.

Nel mio.

Nel nostro.

Tom.


Nulla è per sempre.

Una frase che dovrebbe far riflettere.

Nemmeno

I ricordi e le realtà più forti

lo sono.

Perchè?

Perchè è il corpo che trattiene le memorie

e quando non sei altro

che un'ente

creato dall'alchimia dell'ignoto,

di tutto ciò che eri

non rimane null'altro che una vaga traccia

sfuggevole.


Tom imperterrito mi fissava.

Non vedeva nulla penso, solo aria.

Niente fantasmi, spettri o zombie.

Mi avvicinai cauto,

osservando bene ciò che rimaneva di me

nella realtà.

Tremava, ragomitolato stringeva

una mano cadaverica,

di un corpo esanime,

che per crudeltà divina

esalava brevi respiri interrotti.

no Bill,

non possiamo

finire”

sussurrò fissandomi

inspiegabilmente nelle iridi.

Sfiorai una guancia

solcata da stille limpide,

che non afferrai.

Notai il corpo

che giaceva ai miei piedi

riacquistare colore,

ed il luminescente

filo argenteo dissolversi.

Mi allontanai chiamato da quell'aurea, pronto

e deciso a farne parte.


La sfiorai.

Bill...ti prego...”

sussurrò Tom ansante,

forse coscente che,ora ne ero certo,

non ci saremmo mai più incontrati

rimani”

maledetto questo inequo destino toccato agli umani...

...impressi bene quell'immagine

ti voglio bene fratellino”

sussurrai forse malinconico,

forse timoroso di lasciare tutto definitivamente alle spalle.

Entrai nell'essenza

di un qualcosa di puramente fantastico,

irreale.

Tutto si arrestò.

Scomparendo in dissolvenza verso il nero.


La fine.


Ma per un ultimo istante

udii distintamente poche parole

cariche di dolore,

odio,

rammarrico,

che accusatrici bruceranno rancorose come una maledizione nell'eternità della mia anima

anch'io”.


Ecco,

ecco cosa accadde realmente nella zimmer 483.




che dire?

No happy ending.XD

Vorrei comunque ringraziare ora ogni singola persona che mi ha appoggiato nel continuare a svolgere questa ff...che era nata così, allegra e leggera, ma si è conclusa in questa maniera.

Spero di aver suscitato in voi emozioni, anche se sono consapevole che ho un modo di scrivere pessimo XD.

In oltre colgo l'occasione per scusarmi dell'irregolarità nel postare, ma ho attraversato periodi un po' complessi

dove logicamente lo svolgimento dell'ff passava in secondo piano. E Credetemi

se vi dico dico che dire che la mia vita

è movimentata è un eufemismo.

.

UN BACIO A TUTTE.


Inguaribile sognatrice-----> che dire....a te devo fare un monumento! Hai seguito dall'inizio alla fine, lasciando pareri che mi hanno gratificato molto, ma anche aiutato a migliorare. Questi ultimi capitoli sono più densi di emozioni perchè appunto, come hai potuto notare, si soffermano maggiorment5e sulla parte descrittiva dei personaggi, luoghi, sentimenti. A te -come alle altre lettrici- devo tantissime cose perchè mi avete permesso di proseguire. Grazie veramente (L)



AlYzShReiBy ----> se ho scritto bene il tuo nic sono un mito....XD

comunque ...allora...facciamo il punto della situazione.

In primo luogo ti rispondo alla domanda: non in questo sito -o almeno non che ricordi- ma in altri mi avevano chiesto se ero gay XD allora per evitare nuove domande del genere ho prevenuto dando già la risposta. Comunque non vedo perchè mi avresti offeso e di conseguenza io ti dovrei insultare.

Mi ha fatto molto piacere sentire il tuo parere, perchè dalle poche e semplici righe che hai lasciato si intravede che non sei una persona superficiale e banale. Questa ovviamente è la mia opinione, poi potrei anche sbagliarmi.



Tokiohotellina483 ----> eh si cara, l'ff è finita. Anche io mi sono molto affezionato alle mie lettrici, e anche ai personaggi da me creati – visto che dei veri Bill e Tom questi, hanno solo l'aspetto- comunque sia...magari ci ribecchiamo in giro per il sito! Bacino *.*



Jolly 24---->Non ti preoccupare per la recensione che hai lasciato nel primo capitolo-l'ho letta- ma non ho avuto modo di ringraziarti per quella perchè avevo già postato il capitolo con i ringraziamenti.

Ebbene si...questo è l'ultimo, con tutti gli aggettivi malinconici che ci puoi attribuire.

Un'altra ff l'ho già pronta e postata!

Baci baci cara!




Mustardgirl94-----> Ciao ciccia! Grazie per aver sempre recensito facendomi sapere il tuo parere...

mi auguro che

prima di questo capitolo ti sia struccata XD

baci...(L)




  
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