08/12/2015
1 recensioniLACRIME E SENTIMENTI
Capitolo 3
Lo sceriffo era di turno così tornò alla macchina e andò al lavoro ma i ragazzi volevano seguirli ancora e tra un battibecco e l'altro sia Derek che Stiles non riuscirono a dissuaderli perciò si ritrovarono ad dover andare al cimitero con loro.Capitolo 3
'Almeno possiamo restare soli in macchina...' Pensò l'umano.
Il tragitto durò poco tempo durante il quale nessuno dei due aveva parlato, godendosi semplicemente la reciproca presenza. Arrivati all'entrata, ognuno prese il rispettivo mazzo di fiori, Stiles i gigli e Derek le pervinche.
"Cosa ci facciamo qui?" chiese Malia.
"Secondo te? E' un cimitero Malia." chiese Scott e poi rivolgendosi ai due ragazzi. "Perché siamo qui?"
"Mi ricordi come ci hanno incastrato?" chiese Derek.
"Non ne ho la minima idea..." rispose l'umano. "Da chi prima?" chiese prendendogli la mano.
"Portiamo prima i gigli, ok?"
"Derek se vuoi and-"
"Stiles."
"Uff. Si può sapere come riesci a rendere il mio nome una minaccia?"
"Pratica. Tanta pratica." disse stringendogli la mano.
"Molto divertente...".
"Allora volete rispondere?" chiese in coro il branco.
Si avviarono lungo il viale che portava all'ultima dimora di Claudia Stilinski. Di lei era rimasta solo la lapide: un nome inciso sul freddo marmo sotto alla sua foto; una di quelle sorridenti, di quelle che racchiudeva la sua essenza.
Stiles si inginocchiò e posò il mazzo di gigli. Ogni volta che andava a trovarla le raccontava la giornata, anche se certo che lo osservava da lassù, questa volta non lo fece perché in compagnia del branco; ma decise di tornare un'altra volta magari con Derek, per presentarli come di dovere.
"Ciao mamma." Sussurrò accarezzando la foto e si alzò e sorridendo prese la mano di Derek "Andiamo?"
"Stiles..." lo chiamò Lydia
"Cosa c'è?"
"Perché non ci hai detto che saremmo venuti da tua madre?"
"Lydia, non sono venuto qui per me..." disse per poi rivogersi al più grande "Da che parte dobbiamo andare?"
"Seguimi." disse stringendo un po' di più la sua mano tra la sua.
Il mausoleo si trovava verso la fine del cimitero, nell'area dedita alle tombe di famiglie; quello degli Hale si riconosceva dal simbolo del trischele che spiccava sulla facciata anteriore, dal giorno dell'incendio custode dei resti di venti persone, tra cui dei bambini.
"Quella è...." iniziò Kira.
Derek si fermò all'ingresso dopo aver aperto il cancello d'acciaio e prese un grosso respiro.
"Va tutto bene." lo rassicurò Stiles stringendogli la mano e lui annuì.
Mentre avanzava, Derek abbracciò con lo sguardo ogni nome, ogni lettera incisa sul marmo, indugiava quando trovava i nomi dei più piccoli, i cuginetti non più grandi di 6 anni ma la presenza di Stiles dietro di lui lo aiutava ad andare verso i propri genitori e verso la sorella maggiore. Al centro della costruzione c'era un vaso enorme pieno di gardenie bianche, depositato lì recentemente, dove pose anche le pervinche.
Intanto Stiles, rimasto in disparte sentendosi un intruso, lo seguiva con gli occhi. Lo vide avvicinarsi al muro opposto all'entrata e accarezzare quella superficie fredda che ricopriva le pareti.
"Stiles, guarda che puoi entrare sai?"
"Io non...ecco...sono un estraneo, uno sconosciuto e non..." Balbettò guardandosi le scarpe.
"Non sei un estraneo, sei il mio compagno quindi fai parte della famiglia."
"Derek..." Gli si avvicinò.
"Ti amo." Gli disse appena strinse in un abbraccio Stiles.
"Ti amo anch'io." Rispose baciandolo.