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Autore: Shieru__    04/03/2009    4 recensioni
Dal III° capitolo:“Tuo nonno mi ha telefonato per sapere se eri con me, gli ho risposto di sì, ma tu in realtà dov’eri?”. “Ha importanza, Jounouchi-kun?” domandò Yugi, spegnendo la luce di camera sua. “Per tuo nonno forse no visto che è sicuro che tu eri a casa mia, ma per me, sì, Yugi, ha importanza.” “Ero in giro”. “Tu non sei mai in giro”. “Ero da mia nonna”. “Tu non hai una nonna”. “Ero con Atem …”. “Potevi dirmelo prima che non avevi voglia di rispondermi”. [Ambientata dopo la serie]
Genere: Generale, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Seto Kaiba, Tea Gardner/Anzu Mazaki, Tristan Taylor/Hiroto Honda, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                   Imperfezione


Qualche settimana prima…

“Jounouchi-kun! Finalmente! E’ mai possibile che debba sempre aspettarti?” esclamò un ragazzo che non era alto come quello che stava arrivando di corsa, tutto trafelato.
Ma in compenso aveva due grandi occhi viola che assottigliandosi risaltavamo le ciglia allungate e vestiva semplicemente con un pantalone nero e una camicia grigia.
“Sai che il lavoro mi distrugge Yuugi! Odio fare quelle dannate consegne di alimentari!”  ribattè il più alto, biondo, slanciato con una giacca bianca sopra al pantalone nero  e la maglietta gialla che spiccava al di sotto di essa.
“Non saresti costretto a farle se fossi venuto all’università con me” gli ricordò  il ragazzo, andandogli incontro e prendendo a camminare con lui.
“Te l’ho già detto Yuugi non mi sopravvalutare … dei due sei tu quello intelligente, l’università non è roba per me …”  disse fermandosi a comprare due gelati, uno a vaniglia e uno al cioccolato.
“No, io lo volevo a fragola” commentò  Yugi stizzito, voltando il viso dalla parte opposta, rifiutandolo.
“Ma sei vai pazzo per il cioccolato! Cos’è questa storia?” rispose l’altro, sorpreso.
“Non è affatto vero che non sei intelligente Jounouchi-kun ! Lo sei molto più di me e avresti di certo tutte le possibilità di frequentarla!” ribattè il ragazzo afferrando il cono al cioccolato.
“ Ma dai, non sono mica bravo come te con i rompicapi! Ci avrei messo secoli a rimontare il puzzle del millenn…ah … bè volevo dire…” scherzò bloccandosi di colpo, ripensando a quanto aveva detto.
Il puzzle del millennio era collegato al passato che era collegato all’Egitto che era , a sua volta, collegato ai ricordi che Yugi aveva di Atemu.
E sebbene rattristasse tutti il pensiero di Mou hitori no Yugi , per l’originale era comunque una botta ricordarlo.
Poi  il fatto di assomigliargli  purtroppo non era d’aiuto.
“Jounouchi-kun, il puzzle non è un argomento tabù, sono convinto che anche tu saresti riuscito a rimontarlo , solo che era destinato a me questo compito ma non vuol dire che tu debba basarti su ciò  per renderti conto delle tue ottime capacità, ti ricordo che sei diventato un vero duellante da solo, senza l’aiuto o la testa di nessuno” continuò sorridendogli.
Ma non era affatto sicuro , Jono, che quell’argomento fosse del tutto indifferente a Yugi.

“Yuugi…a te manca Atemu qualche volta? Ci pensi mai a come sarebbe stato se fosse rimasto con noi?” domandò  il biondo, pensieroso, continuando  a  leccare il cono gelato.
“Che domande fai, Jounouchi-kun? Non sarebbe mai potuto rimanere qui, era impensabile allora,  figurati adesso … oh! Guarda! Un negozio  di carte!” esclamò  subito dopo, svicolando, avvicinandosi al negozio.
“ Dai, Yugi, non dirmi che alla tua età giochi ancora a Duel monster!”  lo derise Jono , puntellandogli la guancia  per gioco.
“ Senti chi parla! Ma se dormi ancora con le carte vicino al cuscino!” lo schernì  a sua volta Yugi.
“Argh … e quando l’avresti visto?” chiese l’altro con fare circospetto.
“Jono, quello che ancora non hai capito è che tu sei un libro aperto per me” disse  chi stava aprendo la sua bustina di carte osservandole una a una.

“ Ehi a proposito, hai notizie di Anzu? Da quando è partita per l’America non la sento molto spesso”  domandò Jounouchi  sedendosi su una panchina nel parco di Domino.
“Beh, sì la sento qualche giorno sì e qualcuno  no, più che altro mi chiama lei…” rispose l’amico , facendo il vago.
“Cosa, cosa, cosa? E perché tu hai il suo numero e a me non l’ha dato? Cosa sono questi favoritismi? Uh! Da quando … tu e lei …” brontolò Jono, colto poi da un’improvvisa  illuminazione.
“Ma … ma che dannazione dici , Jounouchi- kun!” sbraitò Yugi in preda al rossore che colorava persino i capelli.
“Ehi! Hai detto “dannazione” ! Proprio tu! Mi sa che adesso dovremo andare da qualche psicologo o a confessarci …” commentò assecondandosi da solo.
“Smettila di prendermi in giro! E comunque tra me e Anzu non c’è niente capito?!  Tu o perdi il cellulare o non sei raggiungibile o comunque non lo usi mai, faceva prima a scriverti una lettera! Poi  me l’ha dato quando ci siamo salutati all’aeroporto dove ricordo il TUO ritardo”.
“Ah, giusto … dimenticavo che tu e Rebecca vi sposerete presto” commentò maliziosamente, ignorando quanto gli aveva appena detto.
“Ma che stai dicendo!” gridò scaraventandosi su di lui iniziando a colpirlo come poteva.
Era la giornata ideale per uscire e passeggiare anche se avrebbero voluto che ci fossero anche Honda, Bakura e Otogi.
Ma mentre il penultimo era in viaggio chissà dove, Riuji si occupava del suo nuovo negozio di giochi ( diversa ubicazione rispetto al precedente) e i clienti non gli davano tregua, così i giorni liberi a sua disposizione erano limitati.
Dunque  Jono e Yugi erano abituati ormai a passare giornate intere da soli tranne quando il primo lavorava o il secondo aveva da fare.
Almeno lui l’università l’aveva terminata ed era già un impiccio in meno.
“Piuttosto dimmi , e fai il serio!”  ringhiò Yugi sedendosi vicino a lui.
“ Cosa?” fece ridendo.
“ Hai sentito Honda-kun ultimamente?  Non lo vedo da un po’ ma diceva che doveva partire anche … Jounouchi-kun?”.
L’espressione sul viso dell’amico era uno spettacolo agghiacciante per Yugi.
Il viso di Jono era diventato talmente rosso di rabbia che l’altro temeva sarebbe esploso.
“Non lo nominare che appena lo vedo non hai idea di come lo riduco!”.
“Che cosa? Ma… ma che ha fatto?”.
“Cosa ha fatto?! Tu mi chiedi  cosa ha fatto quel gran bastardo?!” ringhiò infervorandosi maggiormente.
“Se… riesco ancora a collegare la bocca al cervello direi di sì…”.
“Maledetto… è andato in vacanza con Shizuka!” ammise, risiedendosi.
“Shikuza-chan? Tua sorella?” ripetè Yugi, sorpreso.
“No, Yugi, mia nonna”.
“Hai una nonna che si chiama Shizuka?”.
“Ti prego, dimmi che non dici sul serio…”.
“Comunque per me sei troppo geloso di lei, dovresti lasciarle più libertà, con chi va in vacanza  non credo…” fu interrotto da un’occhiataccia indemoniata da parte del biondo.
“Non mi ha nemmeno avvertito! Me! Il suo adorato fratellone! Mi ha chiamato quando era già arrivata! E poi quel bastardo mi ha salutato con quella vocetta saccente che voleva solo insinuare : “ Te l’ho fatta!” Ma aspetta che torna…aspetta…” borbottò alzandosi e uscendo dal parco.

Seguito a ruota dall’altro si fermarono di nuovo in gelateria perché Jono doveva distendere i nervi con un nuovo cono alla crema.
“Bene, e ora dove si va?”.
“ In sala giochi? E’ da un po’ che non  ci facciamo una capatina” propose Yugi.
Jono lo guardò pensieroso per poi gettarsi su di lui iniziando a strattonarlo affettuosamente.
“Il tempo passa ma tu dai giochi non ti stacchi mai Yugi!”.
Erano circa le sei del pomeriggio e i due amici si diressero verso la sala giochi più vicina sponsorizzata dalla KC.
“Ti prego dimmi che quella sigla sta per “Kompagnie di CD” mormorò Jounouchi quasi disgustato.
“Ma non credo proprio, Jono-kun, però dobbiamo ammettere che Kaiba-kun ha fatto progressi, non c’è un negozio o un’insegna di giochi che non porti la sigla della sua società, il parco divertimenti deve essere andato talmente forte che il suo monopolio  si dev’essere esteso…”  il ragazzo avrebbe continuato a rimuginare se non si fosse accorto che Jounouchi era avanti da un bel pezzo.
“Guarda! Questo deve essere un nuovo tipo di gioco di lotta credo, ma a differenza degli altri i giocatori si posizionano in cabina e iniziano a colpire il bersaglio che sarebbe poi l’avversario presente nell’altra, se riesci a non farti colpire guadagni punti mentre se ti colpiscono ricevi piccole scosse o vibrazioni, non so bene, leggo quanto c’è scritto qui…” esclamò Jono eccitato.
“Dai, Yugi, proviamolo!” propose il biondo che era già entrato in cabina.
“A-Aspetta Jounouchi-kun!”.

La suddetta cabina non era molto larga ma permetteva di abbassarsi o spostarsi leggermente di lato per evitare i colpi, era dotata di cuscini sui quali indirizzare i pugni sia all’altezza delle braccia che a quella delle ginocchia.
C’era poi un microfono tramite il quale i giocatori potevano comunicare.
Infine a inizio  partita un piccolo casco si abbassava sul capo di ognuno dei due e visualizzava il gioco e l’avversario che si poneva di fronte al giocatore.
-    Ready … Go! -
“Yugi, attento!” dal microfono  posto vicino l’orecchio del ragazzo  uscì la voce di Jono poco prima che Yugi ricevesse una scossa dal casco che indossava.
“Ma …” non riuscì a capire come difendersi che gli arrivò un’altra scossa.
“Yugi, devi colpire davanti a te, i cuscinetti! Avanti!” spiegò Jounouchi, rimanendo in attesa.
“Ah finalmente! Bravo Yugi, così si fa!” aggiunse subito dopo aver sentito la scossa da parte dell’amico.
Andarono avanti per circa un quarto d’ora e ovviamente le volte in cui Yugi era stato colpito era di gran lunga maggiori di quelli in cui era riuscito a sferrare un pugno a Jono.
“Prendi!” continuava il biondo, divertendosi.
“Anf … aspetta, Jono, facciamo …  una pausa” non sapeva nemmeno perché gli iniziasse a girare la testa e si sentisse stanco, era solo un gioco e delle scosse non potevano certo abbatterlo  in quel modo!
E poi sentì il bisogno di uscire subito da quella cabina,  intimorito perché un simile effetto non gli era mai capitato.
Si riprese stando all’aria aperta e poco dopo lo raggiunse Jounouchi, preoccupato.
“Yugi! Stai bene? Che cosa c’è, sei pallido …”.
“No, non è niente, ho solo avuto un capogiro, mi avrai dato troppe scosse!” rispose buttandola sullo scherzo.
“Vuoi che ti accompagni a casa? O dal medico?”.
“Ma dai, non farla tragica! Sarà stato un calo di zuccheri, non ti preoccupare, torno da solo”.
“Come vuoi, chiamami se dovessi avere bisogno…ci sentiamo presto va bene?” disse Jono, salutandolo.
“E scusa…” aggiunse quasi subito.
“Che cosa? Perché?”.
“A te non piacciono i giochi di lotta o comunque di violenza vero? L’avevo dimenticato, preso dall’euforia del momento non ho pensato che …” si scusò, non riuscendo a guardarlo negli occhi.
“Non dire sciocchezze, era un semplice gioco, non c’era nulla di reale e tu non hai niente di cui scusarti, ci vediamo presto Jounouchi-kun” gli rispose con un sorriso.
E ripresero entrambi, anche se in direzioni diverse, la strada di casa.
In fondo non era stata male come giornata , pensò Yugi, aprendo la porta.
Si erano divertiti e questo era l’importante.
Alla fine per lui c’erano state solo due imperfezioni:
La disavventura in sala giochi e,  nella loro conversazione, il riferimento ad Atem.









Il secondo capitolo sembra parecchio diverso dal primo eh? E’ un’atmosfera più … normale direi ma serviva comunque per iniziare a spiegare il primo che è in medias res e cioè ci si trova subito all’interno della storia.
Piccola precisazione: Il primo capitolo era, come dire, un po’ a trabocchetto: le persone che dovevano visitarsi e fare le analisi erano due, Yugi e suo nonno che incontrandosi per strada si salutano e il primo chiede al secondo come sia andata la visita.
Questo perché Yugi era al corrente della visita del nonno ma quest ultimo non sapeva che il nipote dovesse a sua volta visitarsi, perciò Jono è l’unico a conoscenza per il momento del fatto che Yugi abbia qualche problema.
Dov’è allora il piccolo inganno?
Nel farvi cadere su chi sia veramente malato perché mentre il nonno sta benissimo, meglio del nipote quest ultimo invece no.
E credo ci sia riuscita poiché non tutti (se non nessuno) hanno capito che in realtà (anche se alla fine mi sembra di avervi dato qualche indizio in più per farvi intuire che il “vero malato” era Yugi) la vicenda ruota intorno al fatto che la visita del nonno è andata bene mentre quella del nipote no.
Fine precisazione XD
Siccome non ho molto tempo ringrazio chi ha commentato il primo capitolo:
Dragoon: ti chiedo solo un piccolo favore, capisco che io aggiorni quasi in contemporanea le fic ma posso dimenticarmi di metterti nei ringraziamenti se non trovo il tuo commento nella apposita fic e mi dispiacerebbe, se puoi  non fare di tutta l’erba un fascio anche perché con la testa bacata che mi ritrovo ti ometterei stupidamente, grazie comunque, spero continuerai a seguirla! Un bacio!
Valerya90: Ciao cara, grazie mille per i tuoi complimenti, spero che ti piaccia questo capitolo! Bacioni.
Masayachan: Letto la precisazione? Capito ora?XD Dimmi questo se ti lascia perplessa in qualche punto, provvederò a spiegarlo nel prossimo! XD Vabbè grazie comunque, un bacio.
Rinalamisteriosa: Grazie mille del commento, che cos’ha Yugi poi lo scoprirai, piccino, spiace a me per lui…ok, basta, baci!XD
Detto questo, inviterei chi legge a lasciare una minuscola traccia del proprio passaggio, scrivere fan fic è stancante e credo si sappia questo, quindi perché non far contenti gli autori? Sarebbe tanto carino**
Ovviamente non obbligo nessuno, ringrazio tutti, un bacio da Sloth.
  
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