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Autore: lToothlessl    08/12/2015    1 recensioni
Dopo un lungo viaggio, Eragon e Saphira, finalmente arrivano sulle coste di Alalea. Il futuro sembra serbare per loro molte sorprese, ma saranno piacevoli o no? Eragon dimenticherà Arya? Oppure il suo cuore continuerà a battere per la Regina degli elfi? I nostri beniamini riusciranno a scongiurare il male che si trova in agguato dietro l'angolo o soccomberanno ad esso?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eragon, Nuovo Personaggio, Saphira, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Volarono ancora per alcuni minuti fino a quando Saphira decise di atterrare vicino ad un'ansa del fiume. Eragon scese dalla sua groppa facendo attenzione a non inciampare nei sassi scivolosi. L'acqua era limpida e fresca quando infilò le mani dentro, ne bevve qualche sorso che rinfrescò la sua gola riarsa. Poi tornò ad osservare le manette. 

Sembrava che avessero deciso di non lasciarsi togliere, aveva provato di tutto, ma era come cercare di rompere un diamante. Si voltò verso Saphira che nel frattempo anche lei si era dissetata, la dragonessa aveva i fianchi che le tremavano per lo sforzo di sfuggire da quelle strane creature. In un qualsiasi altro momento sarebbe stato molto meno faticoso per Saphira, ma lo sforzo del viaggio l'aveva sfiancata. Eragon le posò le mani legate sul fianco attirando così la sua attenzione. La dragonessa lo guardò con quei suoi bellissimi occhi di zaffiro, poi gli avvicino il muso al viso e lo leccò sulla guancia. Eragon, per quanto le manette gli potevano permettere, le abbraccio il muso e appoggiò la testa sulla sua fronte chiudendo gli occhi. Il Cavaliere e la sua dragonessa con quel gesto vollero chiedere scusa a vicenda per essere stati così distanti tra di loro negli ultimi giorni. 

Dopo alcuni minuti in quella posizione Saphira si scostò e toccò con il muso le manette del suo Cavaliere, da quel gesto Eragon capì cosa gli stava chiedendo. 

"Non le riesco a togliere" le disse, la dragonessa inclinò la testa così Eragon continuò "Credo siano incantate, ma non posso capirlo finché non riuscirò a toglierle, la mia mente e la mia magia sono bloccate." 

Saphira annusò i due strani aggeggi e agitò la coda frustata, provò a romperle con le sue zanne, ma quelle rimasero intatte, senza nemmeno un graffio. La dragonessa emise un ringhio, non si sarebbe fatta sopraffare da un oggetto. Lei era un drago, una figlia del cielo, il primo drago da essere nato da oltre un secolo, l'unica dragonessa esistente, lei era Saphira Squamediluce. 

Quella mattina quando si era svegliata e non aveva visto il suo piccolo era andata in panico, gli elfi erano subito partiti in cerca del Cavaliere, ma non era servito a niente, chi lo aveva rapito sapeva come cancellare le proprie tracce. C'erano volute ben due ore, non senza una grande dose di fortuna, per ritrovarlo. In un villaggio pieno di strani bipedi con strani draghi, bipedi, legato con strane manette. Ed ora eccoli li, nel mezzo del nulla, senza sapere dove fossero, con un intero popolo alle calcagna. Non che avesse paura di loro, se avessero solo provato a far del male a lei, o ancor peggio al suo Eragon li avrebbe inceneriti. 

Non passò molto tempo prima che sentissero nuovamente dei battiti d'ali, con un solo sguardo Saphira fece montare il suo Cavaliere e con un potente balzo partì verso il cielo. Eragon cercò di aggrapparsi il più possibile su uno degli aculei della sua dragonessa e strinse le gambe attorno alla sella, purtroppo non avendo molta manualità al momento non aveva legato le cinghia attorno alle gambe, così ad ogni virata della dragonessa era difficile rimanere ancorato al suo dorso. 

Eragon guardò il cielo per individuare le creature, in lontanaza vide delle forme che assomigliava a degli uccelli, ma lui sapeva che non lo erano. Erano ancora distanti quindi i colori non erano ancora riconoscibili, il Cavaliere ne individuò ben tre di dimensioni differenti. Si avvicinavano velocemente  ma non provenivano della foresta, la loro provenienza era la grossa montagna che si trovava nel mezzo della pianura. 

Improvvisamente un'ombra passò su di loro, Eragon alzò lo sguardo, ma in quel momento era già troppo tardi. Una massa enorme cadeva in picchiata sulla dragonessa, Saphira riuscì a spostarsi solo quel tanto che bastava per non essere presa in pieno, ma non era lei il bersaglio. Delle potenti zampe afferrarono il busto del cavaliere scaraventandolo verso il terreno. Proprio prima di toccare terra un'altra di quelle creature lo catturò al volo. Fu in quel momento che Eragon vide quattro zampe, non due come le altre creature. Quelle creature erano draghi. 

Saphira si buttò in picchiata riuscendo a sfuggire al drago, grande due volte lei, per poi virare velocemente a destra. Il drago potrà anche essere più forte di lei, ma lei era più veloce. Si diresse verso il drago che teneva tra le zampe anteriori Eragon. Questo gli ruggì contro cercando di intimidirla, ma non aveva contato che la dragonessa era presa da una furia cieca. Qualcuno aveva osato nuocere al suo cavaliere, e quel qualcuno stava per pagare questo con la vita. 

Nel frattempo Eragon scalciava cercando di sfuggire dalle grinfie della bestia, ma era come un topo negli artigli di un gatto. Fu in quel momento che Saphira piombò contro il drago che lo aveva intrappolato, sbilanciandolo a facendo in modo che allentasse la presa. Eragon colse l'occasione al volo e diede un calcio al ventre mollo della creatura, quella con un ruggito di dolore lo mollò. Eragon atterrò sulla groppa della sua dragonessa che velocemente si diresse verso l'altro sfruttando il suo peso minore e virò verso la montagna 

Non avrebbe potuto scegliere meta peggiore. 

 

   
 
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