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Autore: piumetta8    08/12/2015    1 recensioni
E se? E se la vita dei Brown ad Everwood avesse avuto inizio molto prima della morte di Julia? E se, durante quel terribile incidente, la donna non fosse stata sola? E se Andy Brown si trovasse costretto a prendere decisioni difficilissime per salvaguardare la sua famiglia?
E se, oltre a Delia, Ephram fosse cresciuto anche con un fratello?
Un universo decisamente alternativo dove ho rimescolato le carte e cercato di far interagire i miei personaggi preferiti...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nonno Jacob e nonna Ruth avevano fatto le valigie senza esitazioni ed erano partiti per Everwood, con i loro cuori ancora convalescenti, ma con la consapevolezza di dover essere, ora più che mai, due pilastri fermi per quella famiglia in ricostruzione.

Ephram aveva accolto con gioia l'arrivo dei nonni materni mentre il dottor Brown aveva accettato con un po' di riluttanza quell'aiuto indispensabile. Sapeva che, con il ritorno a casa di Colin, non ce l'avrebbe fatta a gestire da solo tre figli, una clinica e la riabilitazione del suo primogenito e, nonostante tra lui e Jacob corressero atavici rancori, aveva accettato quella mano tesa in suo soccorso.


Colin era tornato a casa pochi giorni prima di Natale e aveva trovato ad accoglierlo la sua famiglia e gli Abbott. Amy aveva proposto di festeggiarlo con un grandioso party di bentornato ma era stata dissuasa da Andy, Ephram ed Harold: Colin aveva bisogno di tranquillità ed essere travolto da una fiumana di adolescenti chiassosi ed esuberanti era l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Dimostrando una straordinaria maturità, la figlia del dottor Abbott non aveva insistito e aveva proposto un'accoglienza più soft per quel ritorno a casa atteso da mesi.


Nonna Ruth aveva arieggiato e pulito la villetta di Snowprie Line da cima a fondo, Delia aveva srotolato il cartellone di pronta guarigione che aveva colorato assieme a Nina il giorno in cui papà aveva operato Colin, Ephram, Bright ed Amy avevano gonfiato i palloncini e Rose aveva preparato la red velvet, la torta preferita del giovane Brown.

Il dottor Brown ed Ephram erano andati fino a Denver pieni di attese, entusiasmo e paure e avevano atteso che Colin terminasse l'ultima seduta di fisioterapia prima di riportarlo, finalmente, a casa.

Era stato un viaggio lungo e nonostante Ephram cercasse di interagire con il fratello raccontandogli le ultime novità di scuola, le assurde trovate del dottor Abbott, le divertenti marachelle di Delia, il ragazzo sembrava lontano anni luce.

"Visto papà che barba da hipster si è fatto crescere?"

A quell'osservazione, finalmente Colin si era voltato verso l'uomo alla guida. Il dottor Brown teneva la mano sulla leva del cambio ma, all'improvviso, l'aveva spostata sulla gamba del figlio per palesargli la sua vicinanza.

"Ti sta bene!"

Era il primo contatto concreto, netto, che Colin aveva davvero con la sua famiglia da quando si era risvegliato dal coma e il genitore e il fratello non avevano potuto fare a meno di esultarne.


L'arrivo dei maschi Brown era stato accolto in maniera trionfale e calorosa e presto Colin era stato avvolto dall'affetto sincero di tutti quelli che gli volevano bene.

Andy aveva trattenuto il fiato quando il suo primogenito aveva preso tra le mani una cornice con una foto di Julia e ne aveva ricalcato i lineamenti con il dito. Nessuno sapeva cosa dire anche perché Colin non aveva ancora manifestato nessuna emozione per la morte della mamma.

Era stata Delia ad avvicinarsi al fratellone per porgergli il suo cartellone colorato.

"Per te!"

Colin l'aveva preso e aveva sistemato la visiera dell'inseparabile cappellino alla sorellina. Era il berretto degli Knicks.

"Lo zio Brian me lo ha portato quando è venuto ad aiutare papà ad operarti. Ne prenderemo uno anche per te quando andremo con i nonni..."

Soltanto Ephram aveva notato l'occhiata in tralice che si erano scambiati Jacob ed Andy.

"Grazie Boogie!"

Delia era entusiasta nel sentire quel nomignolo mentre Colin non sapeva perché avesse chiamato così Delia e non aveva potuto contenere l'inarrestabile euforia della piccola che gli era saltata addosso, facendogli storcere le labbra in una smorfia di dolore mal camuffata.

Il suo corpo ammaccato risentiva ancora dell'inerzia del lungo periodo trascorso allettato e i postumi del complicato intervento chirurgico non avevano fatto altro che peggiorare la sua tenuta fisica.

"Piano. Piano tesoro!"

L'aveva ripresa dolcemente Bright Abbott facendo arrossire Delia che per lui aveva una sorta di venerazione.


Quella notte Ephram era stato svegliato da un rumore improvviso: qualcuno che si muoveva nella loro cucina, alla ricerca di qualcosa.

Forse era nonna Ruth che soffriva di insonnia o nonno Jacob che cercava qualcosa da bere. Non riuscendo a riaddormentarsi, decise di scendere a controllare.

La scena che lo attendeva era del tutto imprevista: Colin vagava da un angolo all'altro, smarrito, smanioso, disorientato.

Accortosi del fratello aveva interrotto la sua disordinata ricerca con un filo di imbarazzo.

"Posso aiutarti?"

Colin si vergognava un po' ma, alla fine, aveva ceduto.

"Sto cercando lo scivolo per i rifiuti. Non riesco a ricordare se è reale o se me lo sono soltanto immaginato!"

Il dottor Brown lo aveva spiegato al suo secondogenito: Colin avrebbe potuto soffrire di una parziale perdita di memoria.

Si erano seduti sul pianerottolo, insieme, come non facevano più da quando erano bambini.

"Ne avevamo uno nella casa di New York. Litigavamo sempre per chi di noi due avesse dovuto portare fuori la spazzatura così la mamma mise fine alla contesa stabilendo dei turni alterni!"

Ephram aveva udito, limpido, un singhiozzo e poi un altro ancora finché il dolore represso di Colin si era sciolto in un pianto disperato.

"Non c'è più Ephram. La nostra mamma non c'è più!"

Ephram gli aveva massaggiato le spalle sconquassate dai singhiozzi dapprima goffamente, poi con decisione.

Era lui, quella sera, il fratello maggiore.

   
 
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