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Autore: LadyTaiga99    09/12/2015    0 recensioni
Erano in quattro. Un ragazzo, che si poteva contraddistinguere per la sua altezza ed i suoi occhi azzurri, e tre ragazze; la più bassa di loro era stretta a lui mentre le altre due camminavano poco distanti a braccetto. Si dirigevano speditamente verso la stazione della città, contrariamente al resto dell’enorme folla. I loro abiti erano particolari, portavano delle maschere proprio come quelle dei loro eroi…o dei loro carnefici. Arrivarono al binario prestabilito, convalidarono i biglietti e dopo poco salirono sul treno. Il gruppo prese posto sul vagone: il giovane degli occhi azzurri e la ragazza minuta si misero l’uno accanto all’altra abbracciandosi per poter godere un’ultima volta del loro calore, le altre due invece, la ragazza dalla felpa gialla e la ragazza dai corti capelli ricci, erano sedute di fronte alla coppia, una guardava fuori del finestrino con gli occhi sfavillanti e l’altra disegnava strane figure sui fogli di un taccuino, forse agli altri sarebbero sembrati semplici scarabocchi ma per loro…per loro erano segni quasi maledetti.
"Finalmente ho rivelato questo enorme segreto che mi porto dietro da ben 15 anni. Adesso sono in pace.”
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva compiuto 18 anni. Da un paio di mesi era stata dimessa dall’ospedale…so che vi starete chiedendo “Dove si era fatta male?” “Cosa si era rotta?”…il suo cuore era stato ferito e la sua mente si era rotta. L’unica soluzione per salvarla era internarla in un istituto psichiatrico, lontana da tutto e da tutti. Rimase lì per tre lunghi anni. Aveva perso ogni contatto con il mondo. Quando fu pronta per lasciare l’istituto, l’andò a prendere la madre, unica persona che periodicamente l’andava a trovare. La vestirono con dei vestiti normali, togliendole di dosso quel brutto camice. I primi tempi le lasciarono indossare i suoi abiti, ma provava spesso a farsi del male con le cerniere o ad impiccarsi con i pantaloni, così le misero un semplice camice per preservarla. Il suo viso era magro e pallido, due grandi occhiaie contornavano i suoi occhi, ormai spenti, a causa di tutte le notte passate a contemplare il soffitto e ad ascoltare le cantilene che le voci ripetevano tutto il giorno, tutti i giorni. I capelli, un tempo folti e lucenti, avevano un colore spento e ed erano tutti arruffati. Uscì, tenendo per mano la madre, e diede un’occhiata fugace alla a quel luogo, che per lei rappresentava l’inferno e il paradiso, per poi salire in macchina e avviarsi verso casa. E trascorsero i giorni. Durante quel periodo, nessuno dei suoi amici la contattò per chiederle come stava o per fare due chiacchiere. Riattivò il suo profilo Facebook. Nessun messaggio. Controllò il suo cellulare, da cui erano stati cancellati tutti i numeri. Nessuna chiamata, nessun messaggio. Sapeva che sarebbe stato così…ma quell’ulteriore conferma la colpì dritta al cuore facendole scendere una lacrima sul volto scarno. La mattina del suo compleanno si svegliò, cercò gli occhiali sul suo comodino e accanto ad essi trovò un foglietto su cui c’era scritto “I’M COMING FOR YOU” le lettere erano calcate e sulle O era segnata una X. La ragazza impallidì. Riconobbe quel tipo di scrittura…iniziò a tremare. Chi aveva messo lì quel biglietto? E soprattutto…chi stava arrivando? Erano passati tre anni…l’avevano convinta che erano solo storie e fantasie, che nulla fosse reale ma adesso...teneva quel biglietto, quella prova concreta fra le mani. Il suo respiro si fece affannato e sarebbe sfociato in un attacco di panico se la madre non fosse entrata e non fosse riuscita calmarla. La giovane nascose velocemente il biglietto. Fece una bella colazione con sua madre,poi si preparò e uscì, portandosi dietro la pagina. Aspettò un paio di minuti davanti al portone di casa, ricordava che tre anni prima 2 persone le promisero che si sarebbero presentati a casa sua al compimento dei suoi 18 anni e l'avrebbero sposata...nessuno si presentò. Lei sospirò. Si avviò per le vie del suo quartiere. L'aria era fresca e frizzante ed era un piacere passeggiare, pur essendo autunno inoltrato. Mentre se ne stava seduta sulla panchina di un parchetto poco lontano, il suo cellulare squillò. Era un messaggio. Lo lesse: "Sto arrivando, ma ci vorrà ancora un po' ". Tremava appena, era impaurita. Perché le arrivavano certi messaggi? Cosa stava succedendo? Fece un respiro profondo e si calmò, forse avevano solo sbagliato numero. Così, essendosi tranquillizzata, riprese la sua passeggiata. Dopo poco le arrivò un altro messaggio: "Ancora una mezz'ora e arrivo. Vieni alla stazione" stavolta dovette prendere i suoi sali ed annusarli per potersi calmare. Non sapeva cosa fare. Avrebbe dovuto ignorare quei messaggi? O forse doveva andare a vedere? Ci penso per alcuni minuti per poi decidere...e si incamminò verso la stazione. Era ansiosa, aveva paura ma voleva sapere. Voleva sapere cosa stesse succedendo, voleva sapere la verità. In poco tempo arrivò alla stazione e si guardò intorno. Era pieno di persone, questo la faceva sentire a disagio anche se non più come prima. Non vedeva nessuno che conoscesse e non sapeva cosa la aspettasse. Girò un po' e trovò un'altra pagina, simile a quella trovata prima, con su scritto "I'M ALWAYS WATCHING YOU". Tremava come una foglia ma era decisa a scoprire...mentre analizzava il foglio le arrivò un altro messaggio "ti vedo". Impallidì. Si guardò intorno freneticamente ma non vide nessuno. Ansimava e aveva le lacrime agli occhi: poi non vide più nulla. Due mani le avevano coperto gli occhi e sentì una voce maschile -Buon compleanno, piccola-. Lei si girò e lo vide. Era un ragazzo molto alto, i capelli era neri e corti e due grandi azzurri la guardavano con dolcezza. -Sei...tu...- la ragazza era incredula -Certo che sono io! Non dirmi che ti sei dimenticata di Foxy, eh Chica?- disse lui ridendo -No...certo che non ti ho dimenticato...ma che ci fai qui?- -Sono qui per il tuo compleanno ovviamente! E non sono solo!- si spostò e due ragazze erano nascoste dietro di lui. Una, dai capelli ricci e dal fisico formoso, la guardava sorridente mentre l'altra, dai lunghi capelli lisci e dagli occhi nocciola, stava con le braccia incrociate e guardava da un'altra sbuffando -ragazze...- la giovane era paralizzata e li guardava come se stesse vivendo un sogno. La riccia le corse in contro e l'abbracciò -sissah...ci sei mancata tanto..vero???- -si...certo- disse l'altra che le si avvicinò e l'abbracciò. Lei le strinse entrambe con le lacrime agli occhi. Le due amiche sciolsero l'abbraccio e si avvicinò alla giovane che la strinse forte e le sussurrò -mi sei mancata amo-. Lei chiuse gli occhi. Da tre anni aspettava quelle parole. Da tre anni attendeva quel momento. Lui sciolse l'abbraccio e i tre amici le porsero un regalo. Lei lo scartò. All'interno vi era un biglietto del treno. Li guardò con fare interrogativo. Il ragazzo esordì -ricordi tre anni fa, prima del tuo ehm...crollo..., decidemmo che appena avremmo potuto ci avremmo riprovato? Beh quello è il primo passo per il nostro nuovo inizio.Tra una settimana si va a casa mia anzi...nostra-sorrise -e poi-continuò la riccia- saremo tutti molto più vicini e potremo cazzeggiare quanto ci va!!- le due amiche risero.-Ma...mia madre...- -con tu madre ci ho già parlato io...te lo dovevo in fin dei conti, tu mi hai parato il culo con la mia quella sera...- disse la ragazza dai lunghi capelli neri facendole l'occhiolino. Gli occhi della ragazza, che non brillavano più da tempo, sbrilluccicarono e li fecero tornare di un bel verde accesso. -allora, visto che siamo qua, vi faccio vedere la mia città e casa mia- disse lei e gli amici annuirono. andarono in giro, ridendo e scherzando. La giovane non rideva così da molto, molto tempo. Mentre le due ragazze guardavano affascinate la vetrina di una pasticceri, lei prese in disparte il ragazzo e gli mostrò le pagine -certo che siete stati bravi eh! Mi avete proprio messo paura- disse lei sorridente -ma...noi non abbiamo fatto nulla...non sappiamo niente di queste pagine..-rispose lui nervosamente. La ragazza abbassò lo sguardo e guardò quelle pagine. Ma allora...chi era stato? Un brivido le percorse la schiena. Non poteva essere...non adesso... Nessuno le avrebbe impedito di essere felice! Neanche quell'incubo che sembrava essere tornato...
  
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