Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: LadyTaiga99    09/12/2015    0 recensioni
Erano in quattro. Un ragazzo, che si poteva contraddistinguere per la sua altezza ed i suoi occhi azzurri, e tre ragazze; la più bassa di loro era stretta a lui mentre le altre due camminavano poco distanti a braccetto. Si dirigevano speditamente verso la stazione della città, contrariamente al resto dell’enorme folla. I loro abiti erano particolari, portavano delle maschere proprio come quelle dei loro eroi…o dei loro carnefici. Arrivarono al binario prestabilito, convalidarono i biglietti e dopo poco salirono sul treno. Il gruppo prese posto sul vagone: il giovane degli occhi azzurri e la ragazza minuta si misero l’uno accanto all’altra abbracciandosi per poter godere un’ultima volta del loro calore, le altre due invece, la ragazza dalla felpa gialla e la ragazza dai corti capelli ricci, erano sedute di fronte alla coppia, una guardava fuori del finestrino con gli occhi sfavillanti e l’altra disegnava strane figure sui fogli di un taccuino, forse agli altri sarebbero sembrati semplici scarabocchi ma per loro…per loro erano segni quasi maledetti.
"Finalmente ho rivelato questo enorme segreto che mi porto dietro da ben 15 anni. Adesso sono in pace.”
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Passarono quella notte in bianco. La bruna era esaltata ma continuava a sbraitare poiché era stata morsa prima Marta, che era solo una bambina,invece di lei che si diceva “grande esperta” di tutto ciò che riguardava essere un Proxy, quando in realtà aveva paura anche solo del sangue. Gli altri tre, impegnati nel medicare e tranquillizzare la bambina, dovevano subirsi i suoi stupidi monologhi. Mentre la giovane dagli occhi verdi teneva la figlia tra le braccia e il marito cercava di disinfettare la ferita, sentì la voce dell’amica dire –Certo che vostra figlia è proprio fortunata. Potrà stare con persone che la amano per quello che...- ma non ebbe il tempo di finire la frase che si trovò le mani della giovane madre intorno al collo che la soffocavano –se provi ancora…a dire che non amiamo nostra figlia non avrai più un simile avvertimento…hai capito stronza?- le sussurrò a denti stretti per poi lasciarla andare e tornare dalla sua bambina. La bruna tossì e si sfregò il collo per poi guardare con odio la donna che l'aveva appena attaccata. Non l'aveva mai sopportata. Ne quando l'aveva conosciuta ne adesso. Le era sempre stata antipatica, le aveva portato via il suo fratellone e la sua migliore amica o almeno era ciò che credeva. Si sedette sul letto dando le spalle agli altri. La bambina si era calmata grazie all'aiuto della zia, esperta psicologa, ma il padre non riusciva a medicare la ferita, ormai diventata nera. La madre teneva la bimba stretta al suo petto. Decise che quella notte avrebbe dormito con lei e il padre. Ma non dormì nessuno. Marta passò la notte con forti attacchi di nausea e ne i genitori ne le zie riuscirono a prendere sonno. Alle prime luci dell'alba finalmente la piccola si addormentò stremata e così tutti gli altri. La donna dagli occhi verdi si svegliò. La luce, forte ed abbagliante, entrava dalla finestra. Guardò l'ora. Le undici e venti. Si stropicciò gli occhi e si voltò verso la figlia...e rimase di sasso. La coperte ed il viso della bambina erano imbrattati di sangue. Anche la sua camicia da notte si era sporcata. Prese la bimba tra le braccia e con un filo di voce svegliò il marito. Lui guardò la scena e impallidì. Le tolsero delicatamente i vestiti e le lavarono via il sangue di dosso, fortunatamente l'emorragia si era fermata, e le misero dei vestiti puliti per poi rimetterla a letto e farla riposare. Avevano ancora sonno ma decisero di rimanere svegli per poter essere pronti ad intervenire se ce ne fosse stato il bisogno, così si misero a preparare la colazione...o per meglio dire il pranzo. Grazie al profumino della buona pasta alla carbonara preparata dalla donna si alzarono sia le due amiche sia la bambina. Apparecchiarono velocemente e si misero a mangiare senza troppi problemi anzi, l'aria durante il pranzo era così calma e tranquilla da aver quasi cancellato i ricordi della sera precedente. Dopo aver mangiato, la piccola voleva giocare fuori ma i genitori le spiegarono che non era sicuro perché non si sentiva bene, non volevano dirle la verità. Decisero che a turno uno di loro sarebbe rimasto con Marta per controllarla. Non successe quasi nulla, ma ormai tutti nella casa soffrivano di violenti mal di testa, nausea e piccole epistassi. Certe volte si dimenticavano addirittura cosa stessero facendo o dicendo. Dopo il tramontare del sole, i preparativi per la cena ebbero inizio. Era la giovane dagli occhi verdi a controllare la bimba. Fu chiamata dal marito, le chiedeva dove fosse la sua canottiera bianca. Lei gli rispose, dicendogli che si trovava nel secondo cassetto del comò ma lui insistette sostenendo che non fosse lì. Lei, seccata, uscì dalla camera della bimba a grandi passi per raggiungere la camera in cui si trovava lui e trovare magicamente la canottiera nel cassetto. Ci mise meno di un minuto e subito tornò nella camera della figlia...ed urlò. La finestra era aperta. Il lettino vuoto. La bimba ed i suoi pupazzi erano spariti. Si affacciò alla finestra e riuscì a scorgere la figura della bambina la cui vita era stretta da ciò che sembrava un tentacolo. I tre, sentendo l'urlo della ragazza, si precipitarono nella camera e videro la donna accasciata sulla ginocchia intenta a guardare la finestra. -L'ha presa- sussurrò lei -Marta...è stata presa-. Gli altri si avvicinarono a lei. La donna aveva le guance rigati di lacrime. -Ormai...non c'è più speranza- continuò a sussurrare -No Dio santo! Abbiamo ancora speranza!- l'uomo prese le spalle della moglie, voltandola verso di sé, e la guardò negli occhi dicendo -Non ci arrenderemo adesso! Adesso noi usciamo e ci riprenderemo nostra figlia!- -ma...ormai è tardi...- sussurrò ancora lei -no, non lo è. Mi ha insegnato che anche quando le cose sembrano gravi e terribili se c'è qualcuno al tuo fianco si possono superare. Salveremo la nostra bambina. Insieme.- concluse così l'uomo dagli occhi azzurri, aiutò la moglie a mettersi in piedi e proclamò -Ragazze, è tempo di rincontrare una vecchia conoscenza. Andiamo!-. Le ragazze lo guardarono decise e si avviarono verso la porta. Lui strinse la moglie ai fianchi e la baciò. Dopo pochi secondi cercò di staccarsi, ma lei lo strinse di più prolungando il bacio. Aveva bisogno di lui adesso. Ora andiamo o sarà troppo tardi- -si amore...hai ragione- la donna si sciolse dall'abbraccio e seguì le altre. Lui, prima di uscire, andò in cucina e prese velocemente un grosso coltello e lo mise nella grande tasca della felpa che indossava. Infine uscì. Le tre ragazze lo aspettavano davanti all'entrata del bosco e lui le raggiunse. -Come 15 anni fa...- sospirò la riccia, che tremava leggermente. La sua paura di camminare nei boschi di notte si era attenuata, ma era ancora presente in lei. -Si! Sicuramente è una prova di Slender per vedere se siamo pronti! Finalmente diventerò un proxy- esultò la bruna, che aveva indossato la felpa gialla per quell'occasione. I due coniugi la guardarono scocciati. Non importava loro se sarebbero diventati proxy o no ne il loro destino. Volevano solo riavere la loro piccola Marta. -Allora...pronte?- chiese lui -Pronte- disse la donna dagli occhi verdi. Così si immersero nel folto della foresta.

//E si va avanti! Vi ringrazio ancora se state andando avanti con la storia
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: LadyTaiga99