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Autore: Inquisitor95    09/12/2015    1 recensioni
L'ultimo anno scolastico: il più memorabile, il più tormentato e difficile da affrontare. Nove ragazzi decidono di andare per il fine settimana nella baita di montagna sul Crow's Peak vicino Seattle. La notte di Halloween non è mai stata così divertente per loro, tuttavia qualcosa turberà la loro notte che si trasformerà in un incubo ad occhi aperti nel quale la paura sarà l'elemento base.
[Storia Interattiva]
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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8.

Assassino






Ingrid
Strada verso il ponte – 0.30



Alla fine Blair mi ha dato retta: abbiamo fatto tanta strada per arrivare al capanno del guardiacaccia per cercare aiuto, non possiamo arrenderci solo perché non l'abbiamo trovato. Inoltre quelle impronte sembrano averci indicato la via, sono sicura di quello che dico come nulla prima d'ora.
« Va bene, andiamo al ponte, se non troviamo nessuno torniamo subito alla baita da Serena e Sam. » ha detto Blair, mi sembra un compromesso ragionevole, per questo ci siamo subito messi dentro l'auto e siamo andati avanti.
Siamo tutti in silenzio mentre guido, premo l'acceleratore appena così da aumentare la velocità quando sentiamo altri rumori nel bosco, sembrano identici a quello di prima: lo sparo misterioso; mi scambio una rapida occhiata con Ben che si trova seduto al mio fianco. « Chi è che fa questo rumore? » chiedo io, non voglio realmente saperlo, quanto più sono curiosa dal sapere se sono o no colpi di pistola.
« Non ci tengo a scoprirlo! » dice Blair con voce roca e bassa, ha di nuovo quell'espressione cadaverica che aveva quando è venuta a parlare della sua visione. Ben sembra accorgersene quindi le fa subito la domanda.
« Blair? Che c'è? Hai avuto... un'altra... » balbetta come un idiota mentre io probabilmente sarei in grado di fare la domanda, lei però intuisce ciò che vogliamo sapere.
« Ho visto Alex che abbassava un pulsante. Poi delle fiamme hanno ucciso una persona... non ho visto chi fosse! » dice Blair, stringo le mani attorno al volante. Queste visioni sono inutili se non sappiamo chi è in pericolo di morte!
« E chi dovremmo pensare che sia? » chiedo arrabbiata.
Lei scuote il viso ma Ben mi risponde invece. « Qualcuno che sta con Alex, o che sarà con lui. » tutti quanti noi pensiamo subito a Violet: lei era uscita scappando dalla baita e lui l'aveva cercata, questo significa che lei era la ragazza inghiottita dalle fiamme e Serena quella nell'ombra?
Tutti quanti sembrano arrivare al mio stesso ragionamento però Ben ancora una volta parla per negarlo. « Non lasciamoci ingannare, le previsioni sono incerte. Non possiamo mai sapere cosa accadrà e a chi, quindi non culliamoci del fatto che Serena sia al sicuro con Sam alla baita e che Violet sta per essere cotta al forno! » ritorniamo nel più totale silenzio, sono convinta della mia teoria anche se è chiaro che non abbiamo nulla di certo ormai.
Usciamo dai boschi trovandoci nel grande spiazzo che percorre la vallata e freno di botto prima di mettere un solo centimetro della ruota sul ponte.
Sul ponte che ormai non esiste più ovviamente! Scendiamo tutti e tre dalla macchina, paralizzati dalla vista di ciò che stiamo vedendo: il vuoto riempie lo spazio dove poche ore prima c'era il ponte che collegava le due estremità, sposto il mio sguardo verso il basso trovando i resti della struttura crollati.
« Ditemi che è uno scherzo? » chiedo io, scuoto il viso stringendo i pugni. « Anzi no, questo è vero. Che cosa è successo, dannazione!? » urlo in preda al panico alla visto della nostra unica possibilità di chiedere aiuto sfumata in un mare di macerie ancora fumanti.
Blair sembra avere una rivelazione: « Quel rumore che abbiamo sentito alla baita... quello che sembrava un'esplosione. » sento le spalle più leggere perché stavolta non posso darle torto: il rumore era così assordante da somigliare proprio ad un'esplosione, al suono del ferro del ponte che sfrega contro l'intera parete rocciosa.
« Ma se è stato il ponte... immagino che il guardiacaccia possa averlo sentito. Ma allora lui dov'è? » chiede Ben guardandosi intorno cercando un minimo indizio che riveli la presenza dell'uomo che abbiamo cercato.
Troviamo qualcosa di meglio: un'automobile nera con le strisce blu, la scritta che ne indica l'appartenenza all'FBI.
Sembra parcheggiata e qualcuno sembra sedere sul sedile principale, forse la poliziotta che abbiamo visto insieme al guardiacaccia proprio all'inizio della serata.
« Dio sia ringraziato! » dico alzando le mani al cielo e correndo verso la macchina prima che gli altri due possano fare lo stesso; mi avvicino al mezzo chiamando chiunque ci sia all'interno: « Mi scusi? Lei nell'automobile, abbiamo bisogno di aiuto, la prego! » non mi sono resa conto di avere la voce colma di panico, pensavo di essere più tranquilla.
Quando mi trovo accanto all'auto posso finalmente vedere chi c'è all'interno di essa: si tratta di un uomo con l'elegante divisa della FBI, sto per chiamarlo quando vedo i suoi occhi sbarrati e un rivolo di sangue che gli esce dalla bocca. Solo allora vedo le numerose macchie di sangue che contornano degli strappi nella sua divisa. Mi porto le mani al viso e comincio a urlare per l'orrore impresso nei miei occhi.
Ben subito appresta a tenermi in piedi, Blair imita il mio movimento e anche lei trova il poliziotto morto. « Chi può aver fatto una cosa simile!? » chiede lei disperata.
« Dobbiamo andarcene subito da qui! » urlo cercando di scuotere Ben per il braccio, il ragazzo si limita ad allontanare Blair dal cadavere dell'uomo nella macchina, si avvicina e apre la portiera. « Che stai facendo? »
« Cerco di capirci qualcosa! » mi risponde piuttosto innervosito, torna ad osservare l'interno dell'auto. « Penso che non sia morto qui. Qualcuno deve averlo spostato... ma non capisco perché... » non ho idea di quale criterio usi per dirlo, ma salto tre metri in aria quando una voce echeggia all'interno della macchina, viene dalla radio.
« Qui è l'Agente Hills, Thomas mi senti? Rispondi! » è la voce della poliziotta, Ben si affretta a prendere la radio per rispondere. « Tom? »
« No, signora. Mi chiamo Benjamin Williams, la baita a nord vicino alla centrale... » dice lui identificandosi, fa un lungo minuto di silenzio e poi la donna parla.
Ed è quella strana esitazione a farmi venire i brividi. « Cos'è successo all'Agente? Voglio parlare con lui, sbrigati ragazzo! » dice lei imponendo quell'ordine, Ben si morde il labbra e cerca di tirare il filo della radio per allontanarsi un po' dal sedile, probabilmente a causa della puzza del sangue.
« L'abbiamo trovato morto, signora. Stavamo cercando il guardiacaccia e perciò siamo usciti quando... » Ben cerca di spiegare all'Agente Hills come le cose sono andate ma lo interrompe come se non le importasse nulla.
« Andate subito alla baita. Ci vediamo lì! » la comunicazione poi viene interrotta immediatamente, Ben lascia quindi la radio e chiude lo sportello avvicinandosi a me e Blair per comunicarcelo, come se non avessimo sentito.
« La poliziotta... » lo interrompo subito, non voglio risentirmi dire quello che la donna ha detto. Lo trovo inutile e non ci dà una soluzione, uscire dalla baita è stato inutile.
« Perché dobbiamo tornare proprio ora? Voglio dire... potrebbe essere... pericoloso. » dico io, gli occhi di Ben cercano di carpire una risposta in quelli miei, è inutile tenermi i dubbi dentro ormai, con morti ed esplosioni alle nostre spalle. Decido di essere sincera. « Non mi convince. »
« Cosa non ti convince? L'Agente? Vuole aiutarci. E magari possiamo capirci qualcosa, magari può trovare il mondo di proteggerci... » dice Blair, non sono sicura di questo, è ovvio che se la poliziotta è qui vuol dire che è successo qualcosa di grosso.
Nella mia mente ripercorro le ore precedenti: io e Serena eravamo nella foresta, davanti alla chiesa dove avevamo incontrato la poliziotta, potevamo seguirla e scoprire cosa stava cercando, invece l'ho convinta a tornare. Loro vorrebbero tornare subito alla baita e anch'io, tuttavia ho troppa paura che possa trattarsi di qualcosa di peggio, non so più di chi fidarmi, potrebbe essere stato anche uno di noi ad ammazzare il poliziotto, o forse l'Agente Hills stessa.



Sam
Sentiero innevato – 0.25



Sento i miei arti rigidi: non per il freddo ma per il terrore che mi infiamma il corpo, una fiamma che mi brucia il cuore stesso, non saprei come altro descrivere la sensazione di paura che ho adesso; mi trovo al fianco di Alex, entrambi rivolti con lo sguardo alla figura in nero, sta cercando qualcosa nella propria giacca, i suoi occhi sono puntati contro Violet e sembra minacciarla mentre la ragazza si guarda intorno, non capisco cosa ha intenzione di fare.
Con la mente ripercorro gli ultimi istanti alla baita: Blair e Ben che escono di casa, la mia amica che chiude la porta e io che ritorno con Serena, totalmente tranquilla nel suo disegno, poi sbuffa e lo butta dall'altro lato del salotto. Le ho chiesto se fosse impazzita nel fare una cosa del genere, mi ha risposto mandandomi a quel paese e poi mi ha chiesto scusa.
-Coraggio Sam, devi spostarti, devi correre verso il bosco. Non ho modo di superarlo ma posso andare....- freno i miei pensieri quasi come se quella figura dalla spalle larghe potesse sentirli. Voglio agire, ma tiene sotto controllo ogni nostro spostamento, i nostri fiati si fanno lenti come se fossimo prossimi alla morte, mi tremano le mani.
Cerco di stare calmo, me lo ripeto fino a perdere il conto delle volte che me lo dico. Credo di essere arrivato almeno a venti volte, la paura mi ha bloccato il cervello! Ancora una volta mi compare nella mente Serena, che dopo avermi chiesto scusa ha avuto il coraggio di chiedermi di cercare Alex per lei; e come un idiota mi sono fatto convincere.
-Chi me l'ha fatto fare!?- chiedo a me stesso.
L'attimo seguente un corvo gracchia e vola nella foresta passando sopra di noi, poi tutto tace e Violet si sposta: si china per prendere un ramo dal cespuglio al suo fianco, nello stesso istante in cui si rialza si vede puntata contro la pistola che l'uomo in nero ha preso dalla giacca, parte il colpo che echeggia in tutta la foresta, balzo indietro cadendo per terra sulla neve, non riesco più a sentire nulla che non sia l'eco dello sparo; vedo che Alex si volta per correre via, mi rialzo cercando di capire cosa è successo: Violet ha la bocca spalancata mentre urla anche se non riesco a sentirla, in una mano tiene il ramo spezzato, l'altra invece cerca di frenare il sangue che le esce dall'enorme foro alla spalla e che le bagna tutto il giubbotto di rosso. Mi gira la testa adesso!
Fuggire e correre fino a che non mi esplodano i polmoni: è questo che devo fare prima che il prossimo colpo sia per noi. Mi giro e striscio per pochi centimetri prima di riuscire a rialzarmi, il tempo necessario affinché Alex sfrecci oltre di me, mi rimetto in piedi restando con la schiena curvata nella speranza che qualunque cosa ci sia lassù nel cielo mi possa dare una mano a uscirne vivo; qualcosa sbatte in un albero a me vicino, gli rivolgo un'occhiata di sfuggita per vedere un enorme buco nella corteccia dell'albero, all'altezza della mia testa praticamente. Sfuggo via e mi nascondo tra gli alberi mentre echeggia un altro colpo, non so cosa abbia colpito stavolta ma sono felice che l'udito mi stia già tornando.
« Sam! » sento il mio nome poco prima di vedere chi l'ha pronunciato, riesco a fermarmi in tempo prima dall'andare a sbattere contro l'imponente Alex, mi frena in parte lui tenendomi per i polsi e lo guardo negli occhi.
Se mai avessi pensato di vederlo in questo stato avrei riso al solo pensiero: gli occhi del ragazzo sono spalancati, pieni di paura e tremanti, riesco a vedere il colpo di pistola nella spalla di Violet più e più volte e il sangue che le cola via. L'urlo che non sono riuscito a sentire. « Dobbiamo andare! » gli dico, penso che la cosa fosse ovvia ma riprendiamo a correre in fretta tra gli alberi sfrecciando sulla neve.
Il bosco improvvisamente sembra essere diventato una gigantesca trappola per attentare alla mia vita: rami che sembrano spuntare dal nulla come per magia, grandi radici che sbucano dal terreno e che restano celate dalla neve come assassini pronti all'agguato, come l'uomo che ci ha sparato contro. Non voglio più pensare quindi spengo la mia mente.
Riesco a vedere solo la strada fitta tra gli alberi, Alex a pochi metri che compie i miei stesi movimenti, saltellando qua e là nel tentativo di sfuggire al pazzo assassino, non ho idea di dove mi stia portando ma decido di sicuro non può essere più pericoloso di quello che ci stiamo lasciando alle spalle.
Mi voglio illudere che l'assassino ci abbia abbandonato e che in realtà stiamo correndo senza senso, che probabilmente stia correndo per prendere Violet, per quanto possa dispiacermi spero proprio che sia così perché questo significherebbe che noi abbiamo salva la vita, per ora. Mi sento un mostro nello sperare questo, ma non posso farci niente: inoltre non mi importa nulla di Violet, piuttosto sono più preoccupato per la mia vita.
Capisco cosa Alex stia cercando: un posto dove nasconderci, ma nulla è abbastanza per poterci salvare dai colpi di pistola e da chissà quanti proiettili! Improvvisamente però sembra aprirsi uno spiraglio di speranza: ritroviamo il sentiero principale che sembra condurci ad una grande distesa di nulla, poi mi accorgo che si tratta di una struttura che poi sprofonda, sembra quasi una diga. « Vieni qui, cazzo! » mi urla Alex, sento solo adesso il vero terrore nella sua voce, è spaventato come non mai. Lo seguo correndo.
Compare una struttura, sembra quasi una casetta di forma quadrata, costruita con mattoni credo, una grande porta di ferro ne chiude l'ingresso e Alex sembra intenzionato ad entrare lì, non penso alle possibili conseguenze e ci andiamo a sbattere entrambi, lui mette mani alla grande maniglia e la gira, questo fa si che la porta si apra, mi spinge dentro con la forza e in un primo momento siamo nell'ombra più buia, poi le luci si accendono rivelando una stanza molto spoglia con pochi mobili, nessuna finestra per l'aria, eppure sembra che qualcuno sia stato qui di recente.
Mi volto verso Alex che ha chiuso il portone di ferro e a tirato la maniglia per bloccare la porta, nessuno può più entrare qui dentro a meno che non liberiamo la sicura.
Un brevissimo istante in cui possiamo riposarci, in cui sento il cuore esplodermi in gola per la fatica della corsa, cerco di riprendere fiato piegandomi e tenendomi alle gambe, Alex si tiene alla porta e ne vedo le larghe spalle, sputa la saliva e poi si rimette composto poggiandosi con la schiena davanti la porta, subito mi percorre un brivido alla schiena.
« Allontanati dalla porta! Potrebbe sparare e... » comincio a dirgli, non penso che la porta sia di ferro perché sono un ammasso di istinti come ora, voglio solo sopravvivere!
« Che dici, finocchio? Questa porta è di ferro. Non può sfondarla a suon di proiettili! » sbuffa arrabbiato, mi zittisco guardandolo con risentimento, mi rendo conto solo ora che sono rinchiuso con questo idiota in questo posto tetro!
« Come conosci questo posto? » chiedo cercando di conversare con lui, sento l'ansia svanire lentamente dal mio corpo e l'adrenalina esaurisce i suoi effetti facendomi sentire dolore ai polpacci che massaggio dolcemente.
« L'ho visto con Ben. » taglia corto, osserva la stanza senza capire, dai suoi occhi è come se cercasse qualcosa che evidentemente manca. « Qui c'era un uomo... una specie di guardia della sicurezza della diga. » dice lui.
Mi guardo intorno allargando le braccia e osservando l'evidenza, oltre i mobili più semplici come un letto, un comodino e il necessario della cucina c'è una libreria. « Ti sembra che ci sia qualcuno qui? »
« Vaffanculo, finocchio! Non mi prendere per il culo col tuo sarcasmo. » dice in risposta, immagino non sia il caso visto che hanno appena sparato alla sua ragazza; continuo a guardarmi intorno andandomi a sedere in uno sgabello.
« Io... lascia perdere. » vorrei dirgli che mi dispiace, che comunque è orribile quello che sia successo a Violet, ma non credo che le mie parole lo farebbero stare meglio.
« Devo andare a prenderla! » dice lui. Ci guardiamo negli occhi nello stesso momento, non credo di aver mai sostenuto tanto a lungo il suo sguardo, ho i brividi alla schiena.
« Sei impazzito!? C'è un pazzo assassino che non ha esitato a spararci e per poco non ammazzava a sangue freddo Violet, e tu vuoi andare a cercarla!? » alzo la voce senza rendermene conto visto quanto la sua idea sia folle.
« È la mia ragazza! Non posso lasciarla là fuori da sola! » urla in risposta, mi alzo in piedi di scatto facendo cadere lo sgabello e urlandogli contro sbattendo i piedi.
« Capisco quello che vorresti fare e credimi, è una cosa davvero nobile, ma non puoi affrontare quell'uomo da solo. Possibilmente è proprio dietro la porta pronto a spararci e aspetta solo che la apriamo per ammazzarci! »
Si volta guardando la porta e poi verso di me con lo sguardo sconfitto, gli occhi che continuano a tremare per la paura e l'orrore che abbiamo vissuto. « Che cosa dovrei fare allora? Sperare che se la cavi mentre stiamo nascosti? »
Vorrei rispondergli di sì, per quanto spregevole possa sembrare dobbiamo prima pensare alla nostra vita; una parte di me però mi dice che dovrebbe andare a cercarla e che non dovrei lasciarlo da solo visto che ho già lasciato sola Serena e ho sbagliato nell'uscire dalla baita. O lo convinco a restare, o vado con lui, non ho altre scelte.



James
Baita degli Williams – 0.30



« Capito Serena? » chiedo nuovamente, lei mi guarda con i suoi occhi grandi e azzurri, tremano con le lacrime. Non vuole restare da sola nella baita, ma è la scelta migliore per lei perché se uscisse... non c'è luogo più sicuro della casa!
« Sì, sei comunque uno stronzo! » dice mordendosi subito dopo le labbra, mi sento in colpa perché non dovrei lasciarla qua da sola, mi chiedo perché Sam invece se ne sia andato.
Non ha senso: non cercherebbe mai Alex, e non lo aiuterebbe neanche se quello fosse in pericolo di vita. Mi concentro nuovamente sulla ragazza. « Resta nascosta nella tua camera, chiuditi e non aprire a nessuno che bussi o suoni va bene? Neanche se siamo noi. » sospira e annuisce più volte mentre le dico cosa dovrebbe fare. È spaventata e spero proprio che concretizzi ogni mia parola.
Mi allontano da lei e mi avvicino a Nicole che ha già preso due torce, una per lei e una per me, si è presa anche un piccolo zainetto ma non ho idea di cosa possa esserci. Sembra seria in volto e ho come l'impressione che questo viaggetto verso la centrale non sia una buona cosa, se c'è qualcuno che vuole farci del male... potrebbe anche essere uno scherzo.
Un brutto scherzo organizzato da Alex e dai suoi amici, Ben incluso, tuttavia non vedo come potrei spiegare la visione di Blair nella sua mente. « Ci sei? Sembra quasi che hai visto un fantasma... » mi dice Nicole, non saprei dire che tipo di sensazione ho, come se avessero già detto questa frase a qualcuno che non fossi io.
Annuisco. « Sì, ci sono. Possiamo andare. » vedo Serena che sparisce dietro la porta della sua stanza nella cucina, si chiude dentro e poi i suoi passi svaniscono nel nulla, resto per un lungo attimo nel silenzio più totale: l'intera montagna è come se fosse spenta ma poi qualcosa rompe la quiete, dei colpi di pistola, qualcuno ha sparato di nuovo.
« Che cosa sta succedendo? » chiedo io a Nicole, mi aspetto che lei possa darmi una spiegazione, magari qualcosa che possa aiutarmi a capire. Scuote il viso e apre la porta guardandosi intorno con fare circospetto, usciamo quindi dalla porta di servizio della cucina e saltiamo la ringhiera.
Atterro sulla neve che finisce sui miei stivali, fortunatamente Nicole mi ha concesso alcuni minuti davanti al fuoco e ciò mi ha permesso di riscaldare gli abiti, ora che siamo di nuovo nell'aria gelida della montagna sembra che non abbia fatto nulla e i miei abiti sono di nuovo umidi.
« Come va? Senti freddo? » chiede lei preoccupata, scuoto il volto ma resto in silenzio mentre mi passa la torcia, l'attimo seguente le rivolgiamo contro il bosco intorno alla baita cercando uno spiraglio, dovrebbe esserci un sentiero.
Lei lo indica con la mano ed annuisco mentre entrambi ci incamminiamo per la strada, rivolgo un'occhiata alla baita che dall'esterno è spaventosa, tetra con le sue finestre scure come se ci fosse qualcosa di pericoloso all'interno. « Stai ancora pensando a Serena? Vedrai che starà bene. » dice Nicole senza distogliere lo sguardo dal sentiero innevato che abbiamo trovato, è molto più fitto di quello che abbiamo seguito per arrivare alle piste sciistiche.
« Sono più in pensiero per Blair. » dico finalmente, Nicole sembra raggelarsi a causa della mia rivelazione; non sono uno stupido: ho notato subito il modo in cui mi guarda, il modo in cui cerca di approcciarsi, non voglio illuderla perché nono sono un cattivo ragazzo e non voglio che soffra, ma non sono interessato a lei come lo sono con Blair.
« Ah... » la sua esclamazione lascia il vuoto tra di noi; l'andare alle piste sciistiche, il giretto io e lei e tutti quei discorsi che ha fatto, la piscina... so che cosa sta cercando di fare. Ma non avrà nulla da me ed è il momento che lo capisca. « Ti piace parecchio, vero? » chiede.
-Quanto le costa dirlo?- immagino che stia soffrendo, eppure dallo sguardo vivo che ha negli occhi quasi non sembra, la verità è che Nicole è una brava attrice. « Non so bene cosa provo per lei, mi interessa molto come persona... » non voglio espormi troppo. Vorrei dire che mi piace la sua mente così intelligente, il fatto che sia bella è superficiale in confronto a tutte le altre qualità; tutta questa situazione mi ha dato molto da pensare in quanto tutti siamo in pericolo.
« Perché non glielo dici e basta!? » dice lei ridendoci sopra; odio quando le persone piangono, non ho idea di come potrei riuscire ad aiutarle e sento lo stomaco girare per la rabbia. Nicole non sta direttamente piangendo ma sento le increspature nella sua voce, ha gli occhi lucidi, e questo non è per il freddo!
« Mi dispiace... » riesco a dire, le mie scuse però non possono risolvere nulla, tira su col naso e mi sorride facendomi segno che non c'è nulla di storto.
Finge di stare bene e non posso fare altro che rispettare la sua scelta di non sfogarsi, è una ragazza forte, io non sono il tipo per lei, troverà colui che potrà amarla.
I nostri discorsi si interrompono quando dopo l'aver percorso il sentiero nel bosco fitto ci troviamo davanti ad un cartello: da un lato ci viene indicata la via per la centrale, dall'altro lato invece segna la strada per arrivare all'hotel abbandonato; istintivamente guardo la direzione in cui non dobbiamo andare aspettandomi di vedere il profilo della struttura abbandonata ma i miei occhi non riescono a scorgere nulla tra gli alberi.
« La gente doveva passare per la vostra baita per arrivare all'hotel di cui mi hai parlato? » chiedo.
Prendiamo la strada che porta alla centrale e camminiamo mentre ritorniamo a parlare anche se per poco. « No, c'è un sentiero collegato alla strada principale: veniva chiamato “viale degli alberi profumati”; non ho mai sentito profumo però, e ora non resta altro che una strada malandata. » mi risponde, restiamo in silenzio fino a che non arriviamo alla centrale elettrica che presto spunta davanti noi.
La zona è molto piccola, circondata da una recinto alto almeno due metri e poi contornato da un filo spinato sulla cima, c'è una struttura poco più grande della baita degli Williams e ci sono due alte torri elettriche ai lati mentre al centro c'è una torre più alta che suppongo essere una torre radio; forse è proprio quella che non ci permette di comunicare con gli altri, potrebbe essere un guasto, o forse qualcuno ha volontariamente fatto un casino.
« Non siamo soli... » dice Nicole osservando le orme sulla neve, sono stivali maschili. « Oppure qualcuno è stato qui da poco. » ritorna ad osservare la centrale al quale ci avviciniamo con circospezione.
L'ingresso principale è un cancello automatico ma una volta che la luce è assente dubito che funzionerà, ci postiamo verso il fianco della struttura a pari passo con il recinto. « Cosa stiamo cercando esattamente? » le chiedo.
Non mi risponde in quanto sembra intenta a cercare qualcosa, uno spiraglio che infine localizza: si allontana da me e dal recinto finendo in una specie di fossa scavata, la seguo per non lasciarla sola e vedo che cosa stava cercando: un tubo gigantesco con una grata leggermente aperta, suppongo che passi ed entri nella centrale.
« Nicole... ti ringrazio per il complimento, ma le mie spalle e i miei pettorali non ci passeranno mai da lì! » dico indicando la fessura appena necessaria per il passaggio della ragazza, la grata di ferro non lo consentirebbe neanche a lei.
Lei mi guarda in maniera strana, come se fosse confusa. « Lo so... per questo devo andare solo io. » dice con tanta tranquillità. « So come attivare il generatore quindi posso raggiungerlo in fretta da questo punto. »
Probabilmente si accorge della mia espressione contrariata. « Cioè davvero vuoi andare là dentro da sola? E ti aspetti che te lo permetta!? » è uscita fuori di testa. Non sappiamo cosa potrebbe esserci là dentro e benché mi fidi delle abilità di Nicole con la centrale non mi fido del restare soli.
« Scusa cosa proporresti allora? » dice lei come se non ci fossero altre soluzioni per risolvere il problema.
Potremmo cercare un'altra entrata insieme, un modo per scavalcare o per riuscire ad entrare ma restando uniti, cazzo! D'altro canto lei sembra così sicura di sé che potrebbe davvero entrare dentro la struttura e risolvere il problema in pochi minuti e da sola.
  
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