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Autore: Arydubhe    09/12/2015    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa ficcy è dedicata alla mia coppa preferita di FT, la Gale! La storia si propone come una summa della loro intera storia dal loro primo incontro...fino a dove il manga ancora non è arrivato (ma si spera arriverà). Come procede la loro storia vista dai loro occhi? Quali sono i loro pensieri e come evolvono i loro sentimenti? Ma soprattutto come hanno fatto i nostri due beniamini a finire per lavorare per il concilio? Cosa è successo durante l'anno in cui la gilda è stata chiusa? Cosa ci riserva il loro primo bacio e quali saranno le conseguenze di qualche incidente piuttosto hot? questo e tanto altro vi aspettano! Leggete e lo scoprirete!
Dalla storia:
"Dal diario di Levy MacGarden
[...]Dopodichè Gajeel se ne è andato, salutandoci, già girato di spalle.
“Strafottente” ho pensato. Ma stavo ridendo.
Non era proprio tutto ciò che da lui avrei voluto sapere; non era niente, anzi, rispetto a quello che avrei voluto chiedergli, ma non ne avevo la forza. Vedevo Gajeel che trotterellava pian piano lontano da noi, eppure non trovavo la voce per parlare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Lucy Heartphilia, Pantherlily, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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14- Boobs 

 

Tette. Tette. Tette. TETTE.

Tette ovunque.

Il prossimo che parla di tette lo ammazzo.

La prossima che le sbandiera al vento la stendo.

Sicuro.

Si può sapere perché il mondo, sia maschile, sia femminile, giri attorno alla tette?

Diario, dubito che tu possa spiegarmelo, ma ti giuro che questo fatto mi sta facendo IMPAZZIRE.

Perché se c’è una lingua che non so, posso studiarla, se ho una lacuna concettuale, posso colmarla.

Però per quanto concerne i difetti fisici posso solo sperare nella GRAZIA.

Perciò le tette, io, me le scordo.

Dimmi, diario: dov’ero quando distribuivano le taglie di reggiseno? Niente uscite consolatorie sul fatto che ero in fila per il cervello, per piacere…

Tutto questo comincia ad essere davvero imbarazzante.

 

E’ dura ormai, alla mia veneranda età di quasi-non-più-teenager, alzarsi ogni mattina sperando DAVVERO nel miracolo. Agognare che improvvisamente la camicetta tiri proprio in quel punto, che il vestito ti stia stretto e che finalmente ci sia qualcosa nella tua visuale che si frappone tra gli occhi e i piedi.

E invece…niente.

Oramai rasento il disagio: mi sono messa a parlare con loro. Ogni tanto mi metto davanti allo specchio e prego loro, prego la Natura, i vari elementi di operare il miracolo, di elevare la pianura a collina, almeno un pochino... Ma è più probabile che un giorno o l’altro trovi una rientranza piuttosto che una sporgenza.

 

Ma che poi, non dico di voler sembrare una mucca: però sono anche stufa di sentirmi chiedere ogni volta che entro in un museo se per me va bene il biglietto ridotto…già sono bassina…almeno il resto del corpo potrebbe darmi una mano…potrebbe finire lì, nelle tette, quella buona dose di centimetri che la Natura si è scordata di concedermi in altezza.

Sono talmente ossessionata che oramai sogno anche di notte seni parlanti. Sì, diario, PARLANO. E sciorinano taglie di reggiseno, e urlano “Boobs, Boobs, Booby, Buu”.

L’altra notte mi sono svegliata urlando.

Ridatemi i sogni con inseguimenti, morti e assassinii, per piacere.

C’è un’unica persona, in tutta la gilda, che è piatta come me: Wendy.

Che però è una bambina!

Sono disperata.

 

Tanto più che…di per sé potrebbe anche non essere un problema…però…ho un sospetto.

Non è che… anche per questo a Gajeel non riesco a piacere fino in fondo?

Non è che magari preferisce qualcun’altra, magari un po’ più matura? Esteticamente parlando, c’è molto di meglio rispetto a me…

Oramai il dubbio si è insinuato nella mie mente.

 

Oggi noi ragazze di Fairy Tail siamo andate alle terme…vedere così tanti corpi perfetti da fare invidia a Venere mi ha quasi fatta sentire male. Certo lo capirei, Gajeel, se mi dicesse di preferire esteticamente un corpo come il loro. Lo vorrei pure io!

Sono ai ferri corti con me stessa. A un certo punto ho pure pregato le ragazze di considerare l’argomento del seno un tabù in mia presenza.

Mi sento inferiore.

E la cosa comincia a rendermi intrattabile.

Se c’è qualcuno che poi assolutamente non capisco, e di conseguenza ultimamente non tollero, è Lluvia, che tutte le volte che siamo alle terme urla che si vergogna a farsi vedere anche solo da noi, che pure siamo tutte femmine…ma di cosa ha da vergognarsi con quel fisico asciutto e la sua quarta di reggiseno?

Prima o poi le urlo se vuole fare cambio…voglio vedere come il pensiero di essere ignorata dal suo “Grey-sama” per via del piattume la zittisce…

Diario, sono così acida che potrei sciogliere le tue stesse pagine…

 

Erza si è accorta di come ultimamente io sia diventata irascibile a causa de mio aspetto fisico e si è offerta di aiutarmi a riguadagnare fiducia in me stessa. Mi ha detto che la mia bellezza (prima di tutto, quale bellezza?) non è affatto compromessa da una taglia in meno di reggiseno rispetto alla norma…Solo che la sua maniera di dimostrarmelo non è stata proprio una grandiosa idea...

Diario, anche Erza mi spaventa alle volte…e non per la sua forza disumana: è il suo senso dell’opportunità, di sicuro molto carente.

Per la carità, ho apprezzato il suo gesto…però…non vedevo come un costume da coniglietta potesse aiutarmi in alcuna maniera…

Ho provato a dirle che ci rinunciavo…ma come fai a dire di no a Erza?

Sapevo però che non sarebbe servito a granchè…e di fatto…è servito solo per deprimermi ancora di più.

Conciata così non sembravo sexy, bensì una bambina pronta per la festa di carnevale.

E anche Gajeel, come coniglietta, secondo me, ha preferito Lucy.

O almeno credo. Non ho proprio capito bene cosa gli sia successo o meglio cosa abbia pensato oggi quando mi ha vista. Io ho interpretato le cose in una maniera, altri in un’altra…Fatto sta che a lei non ha ordinato di levarsi quella roba di dosso. Ma sto tentando di dire troppa roba tutta insieme.

 

In pratica, dopo che Erza era riuscita a procurare a me e ad alcune altre ragazze (Mira, Lucy, Lluvia che è subito corsa dal suo “Grey-sama”, Wendy e Lisanna-  e non so come ha fatto a convincerle, anche se ho dei sospetti) dei costumi da conigliette, ci ha fatte sfilare per la gilda e servire per qualche ora ai tavoli conciate a quella maniera. Ah, diario, quasi scordavo di dirti che anche Erza era vestita come noi. Pure lei, che a fisico non ha nulla da invidiare a Mira. Insomma c’erano loro, le conigliette.

Le fighe.

E poi c’ero io.

Quella (al massimo) carina.

Quella che sembrava il coniglio pasquale.

CHE IMBARAZZO.

Oh be’ che dire, per la sala il sangue si è visto sprizzare a fiotti. I maschi navigavano nell’epistassi almeno fino alle ginocchia al passaggio ancheggiante delle conigliette.

Però era palese che le reazioni fossero diverse a seconda di quanto ciascuna di noi soddisfaceva l’indice di gradimento di ciascuno. Passavamo dai fiumi in piena ai rigagnoli. Io mi meritavo tuttalpiù o stillicidio effetto rubinetto che perde. Se perdeva. Una delusione, diario.

Ma non c’è da stupirsene…Non sono tagliata per cose simili.

Inoltre, a mio avvio, vestita così i miei difetti erano solo più evidenti.

 

La scena che mi ha delusa e lasciata perplessa più di tutte coinvolge però Gajeel. Il dragon slayer ha fatto capolino improvvisamente dal portone centrale della gilda. Si è guardato attorno con la sua solida aria a metà tra l’annoiato e il facinoroso, avanzando lentamente col suo passo da delinquente. Lì per lì non pareva nemmeno essersi accorto di noi ragazze che giravamo per la sala vestite così.

Quando però Lucy gli si è parata avanti, obbligato a quel punto a cogliere l’evidenza, l’ha squadrata da cima a fondo, stupito. Più che altro perplesso.

«Ma tu vestirti normale, mai, ragazza-in-cosplay?»

«E tu una parola gentile neanche col binocolo? »

«Solo se ti metti a ballare mentre canto sul palco come la scorsa volta, bunny-girl»

Lucy ha fatto per tirargli in testa il vassoio per le ordinazioni che aveva in mano, ma Gajeel si è scostato rapidamente con un ghigno.

«Te lo puoi scordare!» e se ne è andata via stizzita, col fumo che le usciva chiaramente dalle orecchie e il passo robotico.

Non potevo crederci.

Gajeel le aveva chiesto di salire sul palco con lui…ma per il resto…Lucy aveva fallito nelle arti di seduzione. Lucy, voglio dire! Lucy e il suo corpo voluttuoso…

Era il momento della verità: era il MIO momento.

 

Mentre Lucy gli consegnava da bere con malgarbo, per poi andarsene alla svelta senza degnarlo ulteriormente di uno sguardo, mi sono fatta forza e mi sono avvicinata a Gajeel.

L’ho chiamato per nome comparendogli alle spalle.

Mi aspettavo le solite parole offensive o perlomeno, né più né meno rispetto agli altri, uno sguardo indifferente. Al massimo qualche volita battuta sui gamberetti…non mi aspettavo nemmeno lo stillicidio…

Stava bevendo qualcosa dal bicchiere quando il suo sguardo si è posato su di me.

L’attimo dopo ho temuto si stesse strozzando.

Ha strabuzzato gli occhi e ha sputato rumorosamente quanto stava sorseggiando, fermandosi qualche secondo a guardarmi a bocca aperta: era orrore quello dipinto sulla sua faccia?

«Cosa ci fai tu, conciata così, nana? »

Hai presente le voragini, diario? Ecco Gajeel mene aveva appena scavata una sotto i piedi.

Cos’era quella reazione?

Ma dico io, facevo così schifo?

«Perché qualcosa che non va, forse? »

Ero furiosa.

Non mi ha nemmeno risposto.

«Fila a cambiarti! »

«Cosa…? Come ti permetti…chi ti credi di essere per darmi ordini? »

Insomma, secondo lui Lucy poteva permettersi quel vestito e io no? Lei poteva fargli da spalla mentre cantava io non potevo restare un secondo davanti a lui o gli si sarebbero sciolte le orbite?

Ok, ci arrivavo. Che modi erano per dirmelo, però!

«Togliti quel…COSO di dosso!»

«Sono così brutta?»

Mi ha ignorata di nuovo.

Sembrava infuriato. LUI!

«Se non ci vai ti ci porto io! Ma che roba…Farsi vedere in giro così davanti a tutti…»

Già mi stava caricando in spalla, brontolando cupo, ma questa volta io non avevo la benchè minima intenzione di farmi trattare in questa maniera.

Mi aveva appena ferito, così profondamente come mai aveva fatto.

Tra dimenamenti e urla l’ho praticamente obbligato a rimettermi a terra. Gli ho rifilato una sberla colossale in faccia, piazzandogli quella vassoiata che Lucy non era riuscita a stampargli sul suo brutto muso, completamente in preda all’imbarazzo e con il fiato corto dall’indignazione. Non so se fatti due conti sia risuonato più forte il colpo in quanto tale o il clangore metallico del vassoio che rovinava a terra.

«Stupido di un Gajeel!» gli ho urlato in lacrime e sono corsa via, lasciandolo a terra a massaggiarsi la guancia.

Mi sono fiondata al dormitorio e mi sono rimessa il mio solito vestito arancione con le maniche separate dal busto e la bandana.

 

Ecco, è così che sono io. Infantile e senza tette. Vestita con nastri e fasce. Però proprio perché io sono così e quello è il mio stile devo imparare a volermi bene così come sono e capire che se gli altri non mi accettano per il mio aspetto fisico non sono degni di me nè delle mie attenzioni.

Ho pianto tutto il pomeriggio.

 

Erza poco fa è venuta a scusarsi con me. All’inizio non volevo farla entrare, anche perché ero un po’ arrabbiata con lei. Se non le fosse venuta in mente questa buffonata delle conigliette forse io sarei stata ancora col muso lungo per via del mio seno, ma non avrei litigato (di nuovo) con Gajeel. Alla fine però l’ho fatta entrare e ho accettato di buon grado le sue scuse. Non pensava davvero che quella specie di gioco potesse sortire un effetto totalmente opposto a quanto voleva ottenere. Un gioco che non è neppure durato una mattina ed  è stato abbastanza per tutto il resto della mia vita.

Erza, per quanto cara, alle volte è davvero una scocciatura. Ma che ci posso fare, alla fine era in buona fede.

 

Mi ha detto che aveva provveduto già lei a dare una bella strigliata a Gajeel.

«Gli ho detto che deve imparare a trattarti con più gentilezza. Lui potrà essere un bruto, ma tu sei una gentil donzella.»

«Cosa ha detto?»chiesi, fingendo indifferenza, ma la sua risposta mi interessava altrochè.

«Era un po’ malconcio per le percosse, ma ha sbuffato e ha mugugnato che hai frainteso…».

A quel punto non ce l’ho più fatta a trattenermi.

«Non c’era molto da fraintendere: a lui andrebbe bene avere Lucy al fianco mentre canta, ma la sottoscritta non la vuole nemmeno vedere con quel costume.»

Mi sono accorta che mi ero alzata in piedi e stavo urlando, perciò mi sono zittita.

Tremavo.

Ho lottato per ricacciare indietro le lacrime. Erza mi ha sorriso con dolcezza infinita.

«E con ciò temo tu abbia frainteso veramente. Ripensa un attimo alla scena. Gajeel è rimasto indifferente verso Lucy. Il solito screanzato, certo, ma il suo comportamento non è mutato di una virgola. Quando invece ha visto te, be’, onestamente, ho temuto lo stessimo perdendo. Ha cambiato colore, anzi, se l’è girate tutte le tonalità dell’arcobaleno, ha perso la facoltà di respirare e gli è quasi preso un attacco di cuore. Io credo piuttosto che non gli andasse proprio a genio che fossi vestita così.»

«Questo è chiaro…»

«Sì, ma quello che intendo dire è che a lui non va che tu indossi abiti…succinti, ecco. Roba sexy e provocante, palesemente provocante come quello che indossavi prima.»

Ero rimasta a bocca aperta, interdetta al principio di una frase piena di insulti per Gajeel che a quelle parole si era dissolta nel nulla.

In effetti aveva senso, messa giù così.

«Secondo me- ha continuato Erza- si è fatto dei problemi perchè occhi indiscreti, occhi di altre persone, altri uomini si stavano posando su di te vestita così. Diciamo pure SVESTITA così.»

«Per questo mi ha urlato di andarmi a cambiare?»

«Penso proprio di sì. Credo che tu lo abbia turbato, e anche parecchio, Levy»

 

Erza si è poi illuminata e ha detto che è stato un gesto molto romantico quello di Gajeel. Chiaramente nei suoi modi rozzi e sgrezzi di bruto, delicato come un macigno e gentile come un pugno.

«Gajeel non sa gestire l’imbarazzo…l’unico mezzo che conosce per tutto è la violenza…per tutto.»

A queste rivelazioni mi sono portata le mani al volto e mi sono lasciata ricadere sul letto.

Se era vero…Che cosa avevo combinato, di nuovo?

Altro che…stillicidio…quello a momenti ci rimaneva secco…

 

Erza ha aggiunto un’altra cosa, un’osservazione che mi ha fatto pensare: sono l’unica da cui Gajeel si lascia colpire. Nel senso materiale e fisico del termine. Anche oggi da Lucy non si era lasciato nemmeno sfiorare. Il mio schiaffo invece se l’è preso in pieno senza scansarsi. E pure la badilata con il vassoio. E parliamo di un dragon slayer e di me, che ho capacità offensive pari a zero.

Ripensandoci, è vero. Oramai da me se le è prese con qualunque cosa: libri, scarpe, borse, oggetti contundenti della più casuale identità. Ricordo ancora la borsettata che gli ho piazzato in pieno volto a Tenrou!

 

«Poi vabbè – ha aggiunto Erza- a picchiarlo ci sono anche io, ma io picchio tutti.»

Sono scoppiata a ridere.

Potevo essere grata a Erza. Anzi DOVEVO. Mi aveva davvero aiutata, come promesso.

«Quindi dici che non gli sono proprio indifferente…?»

«Non credo, Levy»

Breve silenzio.

Dovevo chiederlo. Tanto a quel punto…

«Si vede tanto? »

«Cosa? »

«Che mi piace…?»

Erza si è limitata a sorridermi di nuovo.

«Farete presto pace, vedrai»

Poi se ne è andata.

 

Boh, non so cosa pensare. Erza potrebbe avere solo voluto cercare di consolarmi (di nuovo), presa da un certo senso di responsabilità e colpa, anche se devo ammettere che il suo ragionamento fila.

In definitiva, perciò, resto della mia idea: queste sono tutte belle parole, ma sul palco con lui, Gajeel, sta di fatto,  avrebbe preferito Lucy LA Bunnigirl a me…visto che non mi voleva neanche guardare.

E resterò di quest’opinione finchè non sarà Gajeel stesso a dimostrarmi che mi sto sbagliando.

 

-*-*-

E’ passata qualche ora, diario. E torno con l’orgoglio ristabilito, anche se con la coda un pelo tra le gambe.

erza aveva ragione.

senza nemmeno dover aspettare l’indomani o che so io, stasera, dopo cena, Gajeel si è presentato al mio dormitorio a Fairy Hills per cercarmi.

 

Appena scesa, non ha aspettato neppure i convenevoli.

«Non pensavo che ti piacessero cose come quel costume che indossavi prima, gamberetto…però, ecco, sì, sono stato un po’ sgarbato con te, ecco.»

Fischia se Erza l’aveva pestato ben bene…

Senza pensarci due volte, ho interrotto quella sequenza quasi fastidiosa di “be’”, “cioè”, “insomma”.

«Non importa, anche io…ho reagito così perché avevo male interpretato le tue parole….»

Perché mi stavo scusando?

«E’ che non me lo aspettavo…» ha continuato Gajeel.

Non si aspettava che cosa?

Non capivo.

Mi pareva che in tutto quel discorso ci fosse qualche fraintendimento. Mica adesso Gajeel avrebbe pensato che mi dilettavo a indossare cose imbarazzanti come quelle…?

No, per la carità, dovevo spiegargli che non stavano così le cose, magari senza fare accenno a tutta la questione delle mia paranoie per le tette, ma dovevo dirgli che era stata tutta un’idea di Erza quella di vestirsi così e chiarire il qui pro quo

Intanto Gajeel stava sproloquiando sulla sua sorpresa...

La situazione necessitava di un chiarimento. Subito. O chissà cosa avrebbe pensato…

«Veramente, Gajeel…»

D’un tratto, un affarino peloso stava sventolando sotto il mio naso.

« Me le ha consigliate Lily. Dice che sono carine. Però preferirei che ti limitassi a queste. Niente body con ponpon e codine…magari quando in giro non c’è proprio tanta gente…»

Ero incredula.

 

Non ce l’ho fatta ad andare avanti a dire alcunchè vedendo quella roba. Sono scoppiata a ridere fino a farmi spuntare le lacrime. Gajeel è rimasto a guardarmi interdetto mentre mi sbellicavo, chiaramente senza aver compreso nulla della comicità della situazione.Mi stava mostrando un paio di orecchie di peluche da gatta con tanto di fiocchi e campanellini, montate su un cerchietto. Stava guardando un punto indecifrabile dalla mia fronte, decisamente evitando il mio sguardo.

Erza aveva davvero ragione. Nessuno dei due aveva capito niente, ma io più di tutti.

Gajeel è uno scemo.

Ma io sono proprio una cretina.

Che dire? Siamo idioti al punto giusto, forse.

Idioti fatti e finiti.

Cotti a puntino.

Quando mi è ritornata la facoltà di parlare gli ho chiesto da quando Lily fosse esperto in faccende che riguardano le donne.

Lui ha fatto una faccia strana e non mi ha dato altra risposta che un laconico “Che rottura”.

Ho preso in mano il cerchietto e me lo sono infilato in testa. Sono sicura che se avessi aspettato un solo secondo un più lo avrebbe gettato il più lontano possibile con un ringhio. Vedevo il suo palese imbarazzo, ora che aveva compreso di essersi comportato in maniera ridicola e di aver perseverato.

Ha cominciato a inseguirmi per strapparmi quelle cose di dosso, ma alla fine me le ha asciate tenere.

«Con i draghi, è meglio avere a che fare, piuttosto che con le donne!»

 

Sono sicura che fosse imbarazzo onesto e sincero quello che vedevo sul suo volto.

Dimmi diario, cosa devo fare con lui?

Voglio una guida, l’opera omnia per dummies per comprendere Gajeel.

Le cose positive di oggi sono due:

-anche se vestite da conigliette, noi ragazze, per una volta, abbiamo potuto aiutare Mira che è sempre da sola a gestire una gilda di pazzoidi;

-adesso per minacciare Gajeel e vederlo tremare mi basta dire “nyaa”

 

p.s. Si può sapere come fa Erza ad avere una pelle così perfetta nonostante tutti i combattimenti che affronta??? A me basta essere morsa da una zanzara per portare segni indelebili sulla mia pelle e cicatrici da far paura!

 

*-*-*

15- Addii e rimpianti - perchè alle volte è troppo tardi

 

Caro Diaio,

a Fairy Tail non basta avere salvato il mondo dai draghi venuti dal passato/futuro (ci sono stati così grandi aggrovigliamenti nella continuità spazio temporale che in pratica sono corrette ambedue le cose e non so scegliere come meglio esprimermi); non ci basta sgominare terribili gilde nere tra un grande casino e l’altro.

Adesso doveva pure capitarci tra le mani Zeref, il mago oscuro più potente della storia della magia. E non solo lui, ma pure i mostri provenienti dal suo libro di demoni, e, dulcis in fundo, E.N.D, primo fra tutti per pericolosità.

Diario, quando otterremo un po’ di meritato riposo?

Non chiedo tanto, ma una ventina di giorni consecutivi dove il mio massimo problema possa essere il pagamento dell’affitto a Fairy Hills, il reperimento del sequel di un libro, la scelta dello smalto per unghie da abbinare al vestito che indosso e cose così.

Voglio il prepensionamento…E io ancora mi chiedo come fa Makarov alla sua età ad andare avanti con tutta quella forza…

 

A parte gli scherzi.

Diario, comincio ad essere stanca: non dell’avventura, non della fatica. Ma della morte sì.

So che è idiota, che la morte è parte della vita e bla bla. Ma la morte resta qualcosa di difficile da accettare.

 

La giornata di oggi è stata traumatica...non solo per me.

Ci troviamo in mano una nuova grandiosa gatta da pelare: Fiore ha cominciato a pullulare di mostri dalla potenza inaudita, esseri che possono competere e superare in potenza Deliora; Tartaros sta rafforzando sempre più il proprio potere e ogni due per tre stiamo scoprendo che il mondo è disseminato di armi stermina-maghi e stermina-popolazione cui Tartaros è interessato.

Come se non bastasse, è cominciata una caccia spietata ai membri del concilio, perché quei folli di Tartaros vogliono sciogliere i sigilli che non permettono all’Etherion di essere usato liberamente. Il sistema delle chiavi d’attivazione del cannone è molto semplice: siccome l’Etherion è legato dal Living Link a tre membri del concilio, finchè il cuore di costoro batte, a meno che essi stessi non concedano la loro approvazione alla messa in funzione, l’Etherion non può essere azionato. Il che ovviamente resta valido a patto che tutti i detentori di una parte del sigillo non muoiano e l’Etherion si ritrovi così senza la sua “sicura” magica.

Tartaros, perciò, ha pensato bene di non andare per il sottile: non sapendo chi esattamente possieda una parte del sigillo di attivazione, sicari hanno cominciato ad essere dispacciati per cercare e fare fuori uno per uno gli ex membri del concilio che ancora, oltre ai membri attuali, potrebbero essere in possesso della chiave. La loro prima mossa è stata attaccare direttamente la sede conciliare e sterminare tutti i presenti. Decisamente non scherzano.

Quelli di Tartaros sono dei folli e sono forse il nemico più pericoloso che finora abbiamo dovuto affrontare… (Acnologia non lo contiamo, va’; anche perché dire che lo abbiamo affrontato sarebbe profondamente ipocrita.)

Fairy Tail non poteva restare con le mani in mano di fronte all’ennesima minaccia per l’intero mondo.

La prima missione che ci siamo prefissati è stata quella di aiutare nel difendere la vita dei membri del concilio superstiti. Ora come ora, impedire che i tre sigilli dell’Etherion vengano sbloccati è tutto.

Fa quasi ridere il pensiero di una gilda di comuni maghi che si mobilita per fare da guardia del corpo a individui così potenti da essersi meritati un posto nel Concilio. Tanto più che nessuno di noi si sentiva al sicuro sapendo che già a decine i maghi del Concilio erano stati uccisi impunemente e che i fautori di questi atti indegni erano stati in grado di battere pure la Thunder God Tribe al completo, compreso Laxus.

Hanno poteri straordinari, questi demoni di Tartaros, niente a che vedere con le solite gilde oscure. Un potere di cui noi conoscevamo poco e niente. Sapevamo che i nostri nemici di Tartaros potevano avvelenarci tramite la manipolazioni dell’eternano, che potevano riportarci alla condizione di bambini e fare altre di queste “maledizioni”, come le avevano chiamate loro stessi, una forma di magia strana, più malvagia rispetto agli incantesimi di cui si fa uso normalmente e derivata direttamente dalle sperimentazioni di Zeref.

Ma nascondersi per paura delle conseguenze e per l’incertezza dell’esito ignorando la gravità della situazione non è cosa che si addice alla nostra gilda.

 

Con questo spirito a metà, direi, tra il combattivo e l’impreparato alla situazione, erano stati formati i vari team di supporto-salvataggio dei membri del concilio. Anche io sono stata destinata a una di queste unità d’immediato intervento: quando siamo partiti, io, Lily e Gajeel, miei compagni in questa missione, avevamo appena idea di cosa avremmo potuto trovarci davanti.

Ma era inutile prepararsi ulteriormente o tergiversare, l’unica cosa che contava era far presto, prima che un altro membro del concilio perisse. Solo arrivando a destinazione avremmo potuto scoprire chi e cosa ci sarebbe eventualmente trovati ad affrontare…e avremmo dovuto tentare di sconfiggere. Se anche una sola squadra delle nostre fosse riuscita a battere un demone di Zeref il nostro morale avrebbe potuto risollevarsi almeno un po’.

Ma non sarebbe stato quello il giorno.

 

Il soggetto affidato alla nostra protezione era Belno.

Personalmente non sapevo quasi nulla di lei, se non che era un ex-membro del concilio, da cui era stata per la verità costretta alle dimissioni in seguito alla decisione di usare l’Etherion da lei presa assieme agli altri maghi con lei in carica all’epoca dei fatti della Torre Paradiso. Nota per il suo rigore e la severità, ero al corrente di come più di una volta avesse mostrato riserve nei confronti della nostra gilda e del nostro temperamento, da lei ritenuto un po’ troppo focoso. Tuttavia, in questo momento, non erano fatti di cui mi potesse importare. Non aveva senso rivangare passate ostilità né ergersi a giudici d’intento o vendicatori.

Se, comunque, a guidare me era il mero senso del dovere, avevo capito subito, invece, che a spingere Gajeel doveva essere anche dell’altro.

Quando Makarov aveva chiesto chi fosse disposto ad andare da lei per recarle supporto, Gajeel si era subito offerto. Non era da lui esprimere preferenze.

Che conoscesse Belno?

«Vado io col gamberetto» aveva detto dandomi una pacca sulla testa. Non so quanti si siano accorti della sua particolare espressione facciale. Niente ghigno che annunciava tutta la sua voglia di combattere, niente sorriso sghembo pieno di strafottenza: anche nel suo gesto, pure così usuale, potevo leggere una tensione che non riuscivo bene a decifrare. Gajeel era decisamente turbato.

Anche se non avevo indizi per capire in che senso. Si era chiaramente rabbuiato.  Mi sembrava però strano, per non dire impossibile, che la sua fosse paura.

Doveva essere qualcos’altro a preoccuparlo…tuttavia avevo la netta sensazione che sarebbe stato inopportuno chiedere, così mi limitai a guardarlo, a mia volta pensierosa e lasciai correre.

E infatti, a posteriori, posso dire di aver fatto solo bene, allora, a tacere. Forse in tutta questa situazione avrei sempre solo dovuto farmi i fatti miei.

Ma del senno di poi ne son piene le fosse.

La realtà avrebbe avuto modo di diventarmi completamente chiara poche ore dopo, del resto.

Purtroppo.

 

Ah, mi fossi fatta bastare il vago sentore dell’irrequietezza di Gajeel!

I suoi grugniti, sbuffi, versi e pure il suo silenzio stanno diventando per me più loquaci di mille parole. Caro diario, quasi vorrei congratularmi con me stessa per l’abilità che sto acquisendo nel capire Gajeel…

Se solo, in tutta questa situazione, ci fosse qualcosa da festeggiare…!

 

Quando arrivammo alla casa di Belno, trovammo il modesto edificio –molto modesto, considerando di chi stessimo parlando- ancora intero, ma con la porta completamente divelta. Un chiaro segnale che aveva poco di benaugurante, mise tutti in allarme e fece immediatamente presagire il peggio.

E a ragione.

Il solo mormorare concitato di Gajeel «La vecchia» mi aveva riempito di quello stesso senso di ansia che traspariva dalle sue parole.

Potavamo sentenziarlo senza entrare: eravamo arrivati tardi.

 

Non c’era sangue tutt’intorno, non c’era nulla che a prima vista potesse far pensare che su quella poltroncina stesse un cadavere. Il corpo si Belno giaceva infatti sulla poltrona in una posizione composta, come se stesse dormendo. In giro nessun segno di colluttazione.

«Un sicario…»

«Una morte silenziosa, rapida e indolore in piena regola…non si è nemmeno accorta di nulla, probabilmente…»

Restammo immobili qualche minuto nel cordoglio generale, poi, come destandoci da un lungo sonno, predisponemmo le prime operazioni per le onoranze funebri di Belno.

Non potevamo fare altro. Eravamo stati battuti sul tempo e di conseguenza una vita innocente era stata perduta. Potevamo incolpare solo noi stessi di quel disastro…anche se non potevamo davvero essere biasimati per qualcosa, perché avevamo fatto tutto il possibile…che però neppure questa volta era stato sufficiente. Tartaros che ci aveva sconfitti e per l’ennesima volta.

 

Gajeel se ne andò fuori dalla casa non appena ebbe fatto rapporto tramite la lacryma, senza proferire altre parole.

Dissimulava per non darlo a vedere, ma era chiaro che fosse profondamente scosso.

C’era qualcosa che chiaramente non sapevo, qualche tassello che mi mancava, un tassello che la mia mente aveva benissimo compreso non facesse parte dei cosiddetti “fatti miei”.

Però Gajeel stava male, stava soffrendo e io mi sentivo moralmente in dovere di fare qualcosa…come potevo vedere l’uomo che dicevo di amare soffrire senza fare niente?

Rimasi per un po’ incerta sul da farsi, ma la preoccupazione era troppa. Decisi di seguirlo.

 

Lo trovai sul tetto.

Stava piangendo.

Sì, hai letto bene.

Aveva gli occhi gonfi e pieni di lacrime.

Per un attimo venne da piangere anche a me.

Cosa diavolo avevo combinato?

Avrei voluto fuggire. Ma era tardi, mi aveva già vista.

Eccola la caterva di “fatti miei” che non mi ero fatta, ma che avrei fatto meglio a farmi.

In quel momento mi vennero in mente un miliardo di cose che avrei potuto dire: battute, frasi di circostanza, scuse…l’unica cose che mi riuscì di pronunciare fu però una parola terribilmente alla Gajeel: “Cazzo”

Cosa dovevo fare?

Ora capivo perché se ne era andato.

«Cosa ci fai qui, gamberetto.»

Eh? Lo stupore per l’inaspettata gentilezza non mi impedì di notare come stesse facendo di tutto per tenere la voce ferma, calma, ma tremava. Un misto di cose che prima di tutto esprimeva furia.

3…2…1…Sarebbe volato il peggiore insulto ricevuto in vita mia.

«Io…»

«Vattene. »

«Gajeel…»

«Vattene, ho detto!»

Non me lo feci ripetere un’altra volta.

 

 

A cena Gajeel non fu dei nostri e io ovviamente non lo andai a cercare.

Aveva bisogno dei suoi tempi, anche se non sapevo perché, e io li avevo violati.

Ero mortificata ma sapevo che del mio dispiacere Gajeel non se ne sarebbe fatto nulla…

 

Poi alla sera…

Avevamo appena finito di approntare i turni di guardia per la salma e stabilito come disporre delle esequie, ognuno perciò aveva fatto mestamente ritorno al proprio accampamento, noi di Fairy Tail così come la delegazione del concilio che ci era stata data come scorta e rinforzo.

Io ero alla mia scrivania da campo, niente più che una cassetta di legno appoggiata a terra con una candela alla bell’e meglio piazzata nell’angolo. Stavo da sola a rimuginare tra me e me, quando all’improvviso sentii le falde della mia tenda che si scostavano lentamente.

Era Gajeel.

Sono subito scattata in piedi come sull’attenti.

Era venuto a regolare i conti, sicuro. Mi avrebbe investita davvero di insulti, stavolta, me lo sentivo.

Ma che dire? Niente, se non che me lo ero meritato…Non avrei nemmeno provato a giustificarmi. Ero stata così inopportuna

Chiusi gli occhi aspettando al fiumana di rimproveri e improperi.

Senza cerimonie si è invece seduto sul mio giaciglio e ha cominciato a parlare con voce cupa, ma calma.

«Conosco Belno da quando Metallicana mi ha lasciato…»

Per un attimo dovetti trattenere l’istinto di restare a bocca aperta.

Stava dando spiegazioni. A ME.

«Gajeel. Davvero, non mi devi spiegare nulla, ho già dimenticato quello che ho visto…»

“Taci, donna. Lasciami parlare. Ti sembra così strano che un uomo voglia confidarsi con qualcuno?”

No, non era strano. Ma mi sembrava più normale che lo facesse con altri uomini, magari che lo conoscevano bene, magari Panther Lily.

Magari non con me che a rigore avrei dovuto essere con tutti i crismi ricoperta di insulti da parte sua.

Perchè io?

Perché lo avevo visto?

Certo eravamo amici ma…

Fu la verità celata nelle sue parole a convincermi a rimandare questi inutili pensieri e ascoltare quanto mi stava confessando.

Ascoltai il suo racconto con commozione sempre maggiore.

Ora mi è chiaro quanto la morte di Belno debba essere stata per Gajeel un duro colpo.

Belno è stata per lui non propriamente una madre, ma una madrina sì. L’unica persona che sinceramente si era interessata a lui dopo che era rimasto da solo, che lo aveva consigliato, anche se Gajeel poi aveva sempre continuato a fare di testa sua; lo aveva difeso, aveva al suo meglio tentato di indirizzarlo lungo la retta via, lontano dall’oscurità del suo cuore, lontano da Phantom Lord e dalla cattiva persona che non era. Perché era proprio quello il problema: che Gajeel aveva nonostante tutti gli sforzi di Belno perseverato lungo la via che a LUI era parsa di volta in volta la più conveniente, incurante delle attenzioni e dei consigli di quella donna, che senza che nessuno glielo chiedesse, si era fatta carico di lui e del suo destino con tutto il cuore. Gajeel lo aveva sempre negato a sé stesso, ma aveva sempre voluto bene a quella donna, anche sé mai aveva mostrato segno esplicito della cosa. Perciò adesso poteva solo rammaricarsi di quanto fosse tardi. Tardi per parlare con lei, per ringraziarla, per farle sapere che alla fine aveva seguito i suoi consigli, che sì continuava a finire nei guai, ma che adesso era diverso, che aveva degli amici e aveva finalmente abbandonato quella via solitaria per la quale si era ostinato ad andare per così tanto tempo. Oramai era troppo tardi per farle capire che i suoi sforzi non erano stati vani, che le sue parole lo avevano aiutato davvero, che in buona sostanza lui le era riconoscente e desiderava renderla fiera. Non poterla salvare era stato il peggior fallimento della sua vita.

Un pugno piazzato a terra aveva sottolineato appieno il concetto.

«Io ho la mia età, Levy, ho avuto modo di collezionarne davvero tanti di sbagli, Phantom Lord è stato uno e forse neanche il più grave. Capita a tutti di perdere persone care, lo so bene. Ma è dura quando ti convinci che a non legarti alle persone soffrirai di meno…per poi accorgerti che non è servito a niente, se non a peggiorare le cose. Che essenzialmente per anni ti sei raccontato solo tantissime balle, e non aver mostrato affetto non significa non averne provato affatto...vuol solo dire che ti sei auto-imposto di non dimostrarne, perdendo mille occasioni…»

Alla fine del suo racconto ero io a piangere, stavolta per davvero. Niente pizzicorino di lacrime che si può ricacciare indietro con un po’ di forza di volontà.

Perchè la vita pretendeva così tanta forza da Gajeel?

Perché quel ragazzo doveva sempre essere privato dei più cari affetti?

Ero arrabbiata con l’ingiustizia della sorte, con l’infelicità del mondo.

Da come parlava era chiaro che tutta questa faccenda lo stava riamiendo di un estremo dolore.

 

Sono veramente dispiaciuta per Gajeel.

Vedevo che mi guardava in modo strano, durante tutto quel discorso. Non capivo cosa volesse davvero da me. Cosa voleva farmi capire…

Gajeel riusciva sempre a mostrarmi lati di sé che mi sorprendevano.

Ma…non posso negarti che sono felice che lui abbia pensato a me nel momento in cui ha avuto qualcuno con cui palare. Sono di nuovo depositaria di un pezzo della sua storia.

Io.

 

Gli ho chiesto scusa per la mia indiscrezione, alla fine, e per la mia indelicatezza. Non avevo parole per consolarlo, perché capivo che era una di quelle sono situazioni per le quali non esiste consolazione, solo il lenitivo del tempo o un’occasione che prima o poi possa consentire alla propria coscienza di trovare pace, accettare che si è fatto di tutto e trovare la forza per andare avanti.

 

Incapace di esprimermi altrimenti, esitante, lo ho abbracciato. Volevo trasmettergli tutto il mio sostegno, tutta la mia comprensione. Non so cosa avrei dato per fare un po’ mio il suo dolore e alleviarlo di quel peso.

Gajeel mi ha abbracciato di rimando.

Era così bello poter sentire il suo cuore battere regolare, avere la conferma che un po’ si fosse calmato rispetto al pomeriggio. Potevo regolarizzare il mio respiro al suo…

Accettavo quell’attimo di intimità come un regalo prezioso, un gesto di estrema fiducia.

Eravamo così vicini, in un contesto così strano…

Perciò, per quanto avrei voluto accarezzargli la schiena, i capelli, sebbene l’istinto mi dicesse di abbracciarlo con più forza, fargli sentire ancor più che c’ero, mi sono obbligata a non farlo. Sarei stata la spalla perfetta…quello dovevo essere, e basta. Niente di più, niente di meno.

Non volevo impormi su di lui, non volevo che travisasse ancora.

Lui mi aveva dato spiegazioni, io giustificazioni, avevamo condiviso di nuovo tanto, ma era un contesto particolare quasi fragile, che temevo di poter rovinare alla minima parola o gesto in più. Non so come dire, ma qualunque cosa fosse successa oltre un amichevole abbraccio di comprensione, consolazione e cordoglio mi sarebbe sembrato un grande sbaglio. Come se avessi approfittato della sua momentanea debolezza, del suo slancio di sincerità…

Siamo stati così per un po’, poi lui se ne è andato, lasciandomi ai miei doveri.

 

Credo di avere imparato molto di Gajeel, da questi avvenimenti. Prima di tutto che l’idea di perdere persone care lo terrorizza. Non riuscire a fare niente per loro, rivelarsi inutile. Nonostante tutta la sua forza, nonostante tutto l’impegno e l’amore. Questo è ciò che Gajeel teme di più al mondo.

 

“Perché a uno sbaglio puoi sempre rimediare…basta non aspettare che sia troppo tardi…”

 

Io non conoscevo Belno, diario, come ho detto. Ma se è vero che il paradiso esiste, io penso che da lassù ora lei sia orgogliosa di Gajeel.

 

Perciò ho giurato di trovare Tartaros.

Dispiegherò ogni fibra e scintilla del mio potere pur di riuscirci.

Scoprirò dove si trova, fosse l’ultima cosa che faccio.

Dopodichè Belno sarà vendicata.

 

*-*-*

16- Il bacio

 

HO.BACIATO.GAJEEL.

HO.SALVATO.GAJEEL.

Certo, poi lui ha dovuto salvare me, ma sono DETTAGLI.

 

Caro diario, ora posso davvero morire felice.

E’ stato, è stato…

OH MAMMA…

 

È successo nel mezzo di una missione.

Direi anzi LA missione, perché penso di poterla per antonomasia piazzarla in cima agli eventi significativi della mia vita.

 

Lo so, forse dire di avere baciato Gajeel è un po’, come dire, pretenzioso da parte mia…ma del resto in fin dei conti se per bacio si intendono due paia di labbra che si toccano le une con le altre, anche la respirazione bocca a bocca tecnicamente è un bacio…no?

Sì, diario, è di mere manovre di sopravvivenza che parliamo…L

Ma considerata la dinamica è indubbio che sia stato più un bacio che altro…

 

La cosa grave è che forse, e ripeto forse, un pochino devo essere grata a Tartaros per aver messo in pericolo le nostre vite…

È andata così.

Ci trovavamo nel bel mezzo della battaglia contro Tartaros, avevamo fatto breccia entro la base volante del nemico e uno dopo l’altro ne stavamo eliminando i componenti. Dopo numerosi scontri, a un certo punto l’intera gilda, a quanto ne sapevamo, rischiava di affogare a causa dell’allagamento provocata volontariamente dal demone Torafusa con un incantesimo, la Tenchi Kaimei. Una soluzione estrema anche per loro, di fronte al pericolo sempre più concreto che i loro piani fossero fermati dal nostro intervento. I corridoi, le stanze, ogni parte della base si stava progressivamente riempiendo di acqua sino al soffitto e una vera onda anomala stava spazzando via ogni cosa, ala dopo ala, all’interno dei meandri della base.

Io stessa non ho avuto più di due secondi per percepire il frastuono dell’arrivo dell’immensa valanga di acque nerastre che si dirigeva verso l’ala della base dove mi trovavo io. Ma assieme ad esso, ero certa di aver udito il suono a me più caro al mondo: la voce di Gajeel.

Mi rendo conto che non è materialmente possibile, probabilmente deve essere stato un misto tra sesto senso e follia. Così, di fatto, quando vidi l‘onda arrivare, anziché fiondarmi in fuga dalla parte opposta, cosa che capivo sarebbe stata peraltro perfettamente inutile, mi sono gettata nel mezzo di quelle acque vorticanti, decisa a raggiungere la fonte delle medesime e della voce di Gajeel.

Percepivo che quella non era normale acqua salmastra perché un terribile senso di torpore si stava impadronendo delle mie membra mano a mano che avanzavo tra i flutti; ma sapevo di dover andare avanti, perché qualcosa mi diceva che Gajeel aveva bisogno del mio aiuto.

Quando arrivai nell’androne completamente allagato dove parte della mia gilda era radunata, impiegai appena qualche decimo di secondo per comprendere che la situazione era grave: un demone acquatico, tal Torafusa appunto, stava riempiendo Gajeel di colpi ben assestati, senza che questi sembrasse veramente in grado di opporre resistenza, i  movimenti rallentati e i riflessi tutto meno che pronti a causa di quell’ambiente svantaggioso, in cui invece Torafusa sembrava muoversi benissimo; tutt’attorno, Natsu, Lucy, Lluvia  galleggiavano privi di sensi, incapaci di partecipare al combattimento e in condizioni, specie Lluvia -incrediile a dirsi-, che, a prima vista, mi parvero davvero critiche. Tutti erano oramai già giunti a corto di ciò cui io stessa stavo secondo dopo secondo rimanendo priva: ossigeno.

Con un ennesimo pugno, Turafusa aveva nel mentre fatto schizzare lontano –proprio nella mia direzione- Gajeel, che aveva smesso di muoversi. Vedevo le sue braccia annaspare alla ricerca di aria…

Fu il panico di vederlo in quelle condizioni a spingermi ad intervenire.

«Gajeel!»

 

Sarebbe di sicuro morto affogato se nessuno avesse provveduto a fornirgli aria e certamente io non avevo abbastanza potere da sconfiggere da sola il demone e salvare tutti. Fossi schiattata io, piuttosto, non avrei dunque mai permesso che a morire fosse Gajeel, l’unica speranza per noi di uscire vivi da quel grande macello.

Non ci ho pensato due volte e mi sono gettata su di lui.

Il suo corpo volteggiava nei turbinii dei flutti pressoché esanime. Vedevo gli occhi ormai chiudersi, bollicine fuoriuscire dalla sua bocca fino a qualche momento prima sigillate da delle barrette di ferro incrociate e inchiodate. Si era obbligato fino alla fine a trattenere il respiro, a conservare ogni atomo di ossigeno per usarlo nel combattimento subacqueo, ma adesso Gajeel era giunto davvero al limite.

Mi diedi una spinta in avanti e nuotai fino a lui.

Ringraziando che la sua bocca non fosse più sigillata dalla magia, lo presi per il bavero e posai le mie labbra sulle sue. Soffiai.

Vederlo come riprendere vita, il viso colto da un guizzo mentre lo stringevo tra le mani, è stata una sensazione unica. Così come incontrare il suo sguardo sorpreso e grato per l’aria ricevuta quando il suo corpo, inondato davvero, come si suole dire, da un soffio vitale. Riprese un minimo le forze quel poco che bastava per sorridermi immediatamente grato, passato qualche attimo di pura sorpresa.

Di fatto avevo agito quasi senza pensare.

Non avevo mai baciato nessuno prima.

Né tantomeno condiviso il mio ossigeno con qualcuno tramite quella specie di respirazione bocca a bocca.

Vedere però che, di qualunque cosa si fosse trattato -mera condivisone di aria o bacio?- aveva funzionato, mi riempiva il cuore di gioia.

Poi, che a quel punto fossi io quella in procinto di svenire e affogare, non mi importava granchè…

 

Era stata davvero l’unica cosa che mi era venuta in mente lì per lì, la respirazione bocca a bocca. E per pochi secondi bastò a Gajeel per riprendere il combattimento e salvarmi dalla furia di Torafusa, pittosto imbestialito dal mio intervento. Io però stavo davvero a mia volta rimanendo del tutto senza ossigeno e sebbene Gajeel mi stesse stringendo tra le braccia per tenermi al riparo vedevo il mondo attorno a me farsi sempre più nero…

Mi sentii una stupida quando Gajeel, risvegliandomi a scossoni, mi fece capire che aveva bisogno di altra aria.

Arrossii violentemente in preda all’imbarazzo, purtroppo non ne avevo altra, gli dissi, ed ero al limite.

Stavo ripensando al bacio, a come avrei voluto davvero condividere nuovamente con lui il mio ossigeno, a come avrei desiderato baciarlo di nuovo e basta, anche se non avrebbe avuto lo stesso effetto benefico…

Mi sentii ancora più un stupida, per la seconda volta, perciò, quando Gajeel mi fece notare che mi sarebbe bastato muovere un dito per creare aria con la mia solid script.

COME DIAVOLO AVEVO FATTO A NON PENSARCI IO???

Non so di che colore fossi quando alla fine ci ritrovammo immersi con la testa in una grande bolla d’aria. Credo che parlare di “rosso” sarebbe un blando eufemismo.

Scema scema scema scema SCEMA.

Avrei dovuto usare la magia sin dall’inizio…

«Scusa…»

Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi…

«Non importa. Vai a dare aria anche agli altri»

«Ok»

«Ghihihi, grazie Levy»

 

Grazie di cosa, Gajeel?

Di essere intervenuta?

Di averti dato aria?

Di averlo fatto nella maniera in cui l’ho fatto?

Di averti, in pratica, baciato?

 

Non lo so diario, perché come al solito abbiamo fatto finire le cose nel dimenticatoio. Io non ho il coraggio di chiedere nulla a Gajeel e lui evidentemente non ha interesse a farlo. Forse ha etichettato tutto come un incidente e il mio gesto come causa di forza maggiore, per questo non ha chiesto spiegazioni. Ma del resto, con Torafusa lì dietro di noi pronto a farcela pagare, quello non era proprio il momento giusto per le spiegazioni…

Ma se c’è una cosa di cui sono certa è che probabilmente la colpa di quanto accaduto va al mio subconscio. Del resto, l’amnesia temporanea –chiamiamola così- su quanto sarebbe stato più pratico usare la magia piuttosto che la respirazione bocca a bocca è facilmente spiegabile: quella parte innamorata ed assolutamente inopportuna di me, che probabilmente sono pure la stessa cosa, ha messo da parte il mio intelletto e tirato fuori l’istinto. Istinto, che neanche più so da quanti mesi, mi spinge a gettarmi nelle braccia di Gajeel, ma viene frenato dal mio senso di decenza.

Assolutamente inopportuno.

Anche se, a questo punto, decoro, ritrosia, continenza sono chiaramente andate bellamente a farsi un giro, con un biglietto di sola andata in mano, pronte per una lunga lunga lunga vacanza.

Poche storie: respirazione o non respirazione si è trattato di un bacio rubato in piena regola.

 

La cosa che mi consola è che nessuno ci ha visti. Vuol dire salvarsi da battutine, insinuazioni…resta una faccenda tra me e Gajeel, esattamente come è stato sinora. Solo che la quantità di dubbi a questo punto si è fatta un baratro. E sembra insormontabile.

Forse sbaglio io e dovrei davvero cominciare a sperare in un qualcosa di eclatante che diventi di pubblico dominio: sto cominciando a soffrire davvero troppo per tutte queste incertezze tra noi due. Sebbene sia evidente che entrambi siamo dei geni nel tergiversare…non possiamo andare avanti così ancora a lungo…

…o almeno lo spero.

Però stavolta io la mossa l’ho fatta, volontaria o involontaria…

Stavolta non mi sono trattenuta.

E non ho neppure fatto un gran casino- se non relativamente…

Quindi a questo punto, come al solito, non resta che aspettare e vedere se succederà qualcosa…

Però una cosa è certa.

 Il prossimo passo…tocca a lui compierlo.

Ha baciato Gajeel, diario…di che sprone ha ancora bisogno per dirmi qualcosa?

 

*****

17- Occhi

 

Un drago è qualcosa di indescrivibile, diario.

Vorrei, ti giuro che vorrei poterti descrivere tutto ciò che ho provato stando davanti a Igneel, Grandeene, Metallicana e agli altri draghi, ma non trovo le giuste parole per farlo, in nessuna lingua che io conosca.

Quando sono comparsi davanti a noi nessuno voleva credere ai propri occhi. Perché un conto sono i racconti sui draghi che in tutti questi anni ci erano sati fatti dai dragon-slayer, un contro era incontrare draghi in carne e ossa…

 

I draghi sono creature NOBILI, diario. Con tutte le sfaccettature che puoi associare al termine nobiltà. Buone come cattive, perché anche loro, come tutti gli esseri viventi, hanno luci e ombre. E trattandosi di entità così arcane, anche la luce e il buio che portano dentro di sé sono forze antiche, misteriose, potenti.

Noi, tuttavia, e per fortuna, abbiamo avuto modo di sperimentare solo la prima parte di loro, quella buona, la parte che ama l’umanità, sebbene proprio per colpa di questa loro propensione amichevole nei nostri confronti in passato i draghi non hanno più potuto prosperare in questo stesso mondo.

Le nostre razze erano incompatibili e la convivenza reciproca si era trasformata in guerra di sterminio, dove ambo le parti lottavano per la sopravvivenza. Erano la biologia e ragioni fisiologiche ad impedire che tra noi si realizzasse la pace. Eravamo a due gradini troppo diversi della catena alimentare, un dato di fatto che nessuno logica poteva sovvertire e con cui non si poteva venire a patti…

Avevamo l’intelligenza, avevamo i poteri più disparati…ma la realtà era che draghi e umani non avrebbero mai potuto camminare fianco a fianco.

Perciò i draghi, nella loro infinita bontà, hanno sacrificato se stessi per noi, per la nostra razza, volontariamente e senza chiedere nulla in cambio. Noi non siamo stati in grado di salvarli, né di trovare nessun altro compromesso…L’era dei draghi dopo millenni di prosperità per loro e secoli di lotta con gli uomini è definitivamente giunta al termine.

 

Con oggi, soprattutto, le ultime cinque facelle dei draghi buoni si sono spente. Ci hanno detto addio nella commozione generale, mentre i dragon-slayer maturavano secondo dopo secondo la consapevolezza dell’imminente addio. E’ solo grazie a Metalica, Grandine, Igneel ecc. se siamo ancora tutti vivi; è solo grazie a loro che abbiamo potuto ottenere la salvezza anche questa volta.

Ora il peso della salvaguardia di questo mondo è ufficialmente solo in mano all’uomo.  Ed è nostro dovere assolvere a questo compito.

Glielo dobbiamo: le ultime parole dei draghi sono state di fiducia nei confronti della nostra razza.

 I draghi sono scomparsi, ma hanno lasciato dietro di sé una responsabilità e un retaggio che, per quanto ci spaventino, ci onorano: siamo stati ritenuti degni di essere i loro successori. Nessun drago buono verrà d’ora in poi ad aiutarci, a proteggerci. Nessun altro drago incrocerà più la vita degli uomini…perché non v’è alcun drago buono tra noi.

 

Resta solo Acnologia. E se i cinque draghi dei Dragon Slayer rappresentano il punto più alto dell’armonia con l’uomo, la prova che i draghi avrebbero potuto vivere al fianco della nostra razza, quella terribile bestia distruttiva e irosa ne rappresenta la totale negazione del retaggio dei draghi.

Perché neanche loro, i draghi buoni, nonostante tutti i piani, l’attesa, la preparazione, sono riusciti a fermarlo. Tartaros è sembrato quasi un ostacolo da nulla, in confronto…

Acnologia ha lasciato, ancora una volta, tanto, tantissimo dolore dietro di sé

Per colpa sua, Igneel è caduto; proprio sotto gli occhi di Natsu, che, disperato, non ha potuto fare altro che guardare impotente Acnologia aprire un enorme squarcio nel ventre di suo padre, prima di farlo precipitare al suolo con un roboante tonfo.

E se nemmeno Igneel è riuscito a sconfiggere Acnologia, che speranze abbiamo mai noi?

Acnologia è ormai diventato, diario, l’incarnazione stessa della paura e della sconfitta.

 

È stato terribile per i nostri Dragon Slayer scoprire cosa davvero successe il 7 luglio 777 e credere di avere ritrovato la propria famiglia solo per perderla di nuovo poco dopo, stavolta per sempre. Finalmente, tuttavia, siamo stati messi al corrente della verità.

I draghi ci hanno sempre protetto in tutti questi anni, diario, anche se non li vedevamo, hanno protetto noi tutti e soprattutto i loro figli adottivi lungo questi anni. Si sono nascosti dentro il corpo del rispettivo dragon-slayer per fermarne la dragonificazione, la stessa che ha trasformato il mago Acnologia nel drago che è ora, e per prolungare la loro vita oramai esauritasi, consumata da Acnologia stesso tempo prima. Hanno atteso fino a questo momento per liberare il proprio potere residuo e poter così rivelare come all’occorrenza avessero modificato i ricordi dei dragon-slayer pur di non lasciare tracce dietro di sé e proteggere tutti. Igneel ha sacrificato la sua esistenza per combattere Acnologia faccia a faccia, pur sapendo che ben poco del suo potere originario gli sarebbe rimasto quando fosse venuto il tempo dello scontro finale.

Davvero, come ha detto Metallicana, mai in tutto il mondo è esistito un drago così amorevole nei confronti della nostra razza come Igneel.

 

Perdere di nuovo i draghi è stato un duro colpo per tutti i dragon-slayer, indipendentemente dall’età, indipendente dal modo, indipendente dalla loro personalità.

Le lacrime non sono state risparmiate, soprattutto da parte di Wendy, anche se ho ammirato la mesta fierezza con cui Gajeel la esortava a salutare i draghi a testa alta. Deve sempre fare il duro, lui…

Ma stavolta il senso del suo gesto andava oltre: onorare il valore di quei maestosi compagni, rendendoli feri di loro sino alla fine.

 

Onestamente, mentre Metalicana e Gajeel discutevano, ho avuto l’impressione che le parole tra quei due fossero carta vetrata. Frecciatine, battutine. Affetto esplicito proprio non se ne è visto tra Metalicana e Gajeel. Eppure nessuno dei due sembrava risentirsi. Più ci penso, più mi convinco che si deve imputare a Metalicana se Gajeel è così scontroso e totalmente incapace di esprimere i propri sentimenti. Mi è sembrato che li accomunasse la medesima attitudine: piuttosto che proferire un complimento, Metalicana sciorinava uno sfottò…che poi è esattamente quello che anche Gajeel fa nella vita di tutti giorni con gli altri, s’inventa prese in giro, nomignoli, irritanti battute di spirito e insinuazioni.

 Moine, decisamente, Gajeel non deve averne ricevute dal drago, a quanto si è potuto evincere.

Non perché non fosse amato da Metallicana…né perché questi non sapesse amare…però… ho come l’impressione che l’amore di Metallicana sia stato più quello del maestro che quello di un padre.

 

E, alla luce delle rivelazioni odierne, non riesco a smettere di sospettare che questo modo di fare di Metalicana, forse, sia dovuto alla consapevolezza, che il drago aveva sempre avuto, di dover un giorno sparire, nonchè al pensiero di quanto avrebbe potuto soffrire Gajeel, di nuovo solo, alla sua scomparsa, qualora il loro rapporto fosse divenuto troppo stretto.

Il che anche mi spiega la differenza tra la tristezza di Natsu e la rabbia di Gajeel per il 7 luglio 777. Natsu si deve essere sentito abbandonato, Gajeel semplicemente tradito.

 Con ciò non voglio dire che Gajeel non consideri al pari di Natsu il proprio drago un padre né che effettivamente Metalicana abbia amato Gajeel di meno. Solo…penso che il loro amore sia profondamente diverso, ispirato a principi dissimili, mirato a ottenere scopi differenti.

Igneel ha insegnato a Natsu ad amare la vita e viverla, Metalicana a Gajeel ha mostrato “soltanto” come continuare a viverla e andare avanti.

 Un po’ lo biasimo per questo…ma credo che come tutti anche Metallicana abbia fatto del suo meglio. Non è facile essere padre e crescere un figlio, figurarsi essere padre di un umano quando si è nati draghi. Ancora di più poi se quell’umano è Gajeel, con tutte le particolarità del suo temperamento. Sarebbe stato difficile per tutti, anche per dei genitori umani.

Resta il fatto che, mi pare evidente, la strategia di Metalicana nel crescere Gajeel sia riassumibile nella massima: fingere non troppa affezione per convincersi di poter tutti poi soffrire di meno alla separazione.

E’ una atteggiamento più comune di quanto faccia piacere ammettere, evidentemente…erroneo…e non è un atteggiamento solo umano.

 

Dopo aver conosciuto i draghi, e soprattutto il suo drago-padre putativo, finalmente ho capito tante cose su Gajeel che prima potevo solo sospettare. Gajeel non solo è stato allevato da un drago, ma effettivamente ha anche ereditato alcuni tratti caratteriali che lo rendono molto simile sia a quelle bestie leggendarie sia nello specifico a suo padre, Metallicana.

 

Come un drago, Metalicana in primis, Gajeel è forte e caparbio e dimostra sempre un grande coraggio misto ad un orgoglio sconfinato: sarebbe disposto anche a morire pur di seguirlo e anche per questo, soprattutto, non accetta mai l'aiuto di nessuno, a meno di non essere costretto a ciò da forze di causa maggiore.

Io penso che Gajeel abbia imparato benissimo il concetto di “cavarsela da soli”, talmente bene da spiegare perché ancora oggi trovi difficile comprendere che chiedere aiuto non è sempre una ammissione di debolezza. Gajeel ha fatto dell’indipendenza un suo credo di vita. Un po’ perché ha passato buona parte delal sua vita da solo, un po’ proprio perchè Metalicana stesso gli ha insegnato così.

Non conosco bene il suo passato e forse non avrò mai l’occasione di sapere davvero come fu la sua infanzia, ma io credo che Metalicana più di tutti gli altri draghi abbia fin da subito cercato di insegnare a Gajeel a camminare sulle proprie gambe, ad andare avanti per la propria strada, anche se totalmente solo, rinnegato, perso. A proseguire sempre e comunque, con le proprie forze. Per questo Gajeel alle volte fa fatica ad accettare di collaborare…e cerca sempre il posto in prima fila, per mettersi in mostra.

 

Del resto, tante sue caratteristiche sono solo questioni propriamente di carattere e non necessitano di grandi spiegazioni…in fondo in fondo, Gajeel è per sua natura desideroso di apparire cool, perciò ogni situazione che possa incrinare questa sua aria di intoccabilità lo irrita. Tutto in Gajeel tenta di esprimere figaggine. Ostentata figaggine. E desiderio di incutere reverenziale timore.

 

Ogni parte del suo carattere, poi, è esagerata, ad esempio basta molto poco per fargli perdere la pazienza, è abbastanza irascibile e poco gentile nei confronti degli altri, perlomeno di primo acchito. In un certo senso anche questo è normale, visto che gli anni fondamentali per la socializzazione Gajeel li ha passati insieme ad un enorme drago, il quale pur volendo bene al ragazzo, non era di certo una persona con reazioni e sentimenti umani; perciò ancora oggi, trovandosi ad aver a che fare con persone, Gajeel resta, come dire, impreparato. Gajeel è e rimane un inetto nelle relazioni umane e sociali, anche se, devo ammetterlo, forse è la persona, tra quante io conosca, che negli ultimi anni è cambiata più di tutti e in meglio: fa progressi, lenti, ma li fa. Io credo che Gajeel sappia essere un ottimo compagno, tanta è la complicità che ha saputo creare con Panther Lily e l’intera gilda, sebbene in trascorsi con entrambi siano torbidi, proprio perché appianati i diverbi, è una delle persone più fedeli che io conosca… Ci si può fidare di lui e anche se i suoi metodi possono sembrare un po' rudi e grossolani, è una persona sulla quale si può fare affidamento senza problemi. Quando il suo umore gira nel modo giusto, Gajeel si dimostra anche una persona simpatica e divertente, ama fare scherzi a volte un po' pesanti ma sa essere anche premuroso e coscienzioso verso gli altri.

 

Ciò non toglie che sia testardo oltre ogni limite, Gajeel, oltre ad essere molto impulsivo, il che a volte lo fa cacciare in grossi guai visto che non pensa quasi mai prima di agire, preferendo far parlare i cazzotti prima di tutto, mettendo momentaneamente in pausa il cervello… cosa ovviamente non tra le migliori. Altro ch saggezza proverbiale dei draghi…Irasciblità dragonesca e focosità! Forse anche questa sua maniera violenta di reagire è in parte dovuta al fatto di essere figlio di un drago…un po’ come anche Natsu, che ama menare le mani, anche se a vedere Wendy non la si direbbe l’attitudine tipica di tutti i dragon-slayer. Ma Grandeene, oltre a drago, era anche femmina, quindi la cosa si spiega…

Oppure semplicemente Gajeel ama combattere e per questo non perderebbe l’occasione di farlo per nulla al mondo, specie nel caso in cui di fronte a lui si trovasse un nemico difficile da sconfiggere e perciò tanto più degno di tutti i suoi sforzi. E anche questo mi pare un tratto da drago, riconoscere in tutta onestà i meriti altrui e usarli da sprone.

L’unica cosa che davvero non mi spiego è come e quando Gajeel abbia imparato a suonare la chitarra…

 

In buona sostanza, l’incontro con Metallicana, per quanto breve è stato davvero illuminante. Gajeel assomiglia veramente a suo padre. Per il resto è solo un po' strano, Gajeel, ma ognuno è fatto a modo suo, no? E a me va bene così, perché è proprio la maniera in cui in lui si sommano pregi e difetti di draghi e umani ad avermi fatta innamorare di Gajeel.

 

Per la prima volta ho visto Gajeel sorridere parlando di e con Metallicana. Si punzecchiavano, ma si vedeva che l’irritazione che mostravano era simulata. La sua è stata una gioia contenuta, ma non repressa né poco sincera, direi adulta. Forse il loro addio è stato il più felice di tutti. Si sono salutati da pari, Gajeel e Metalicana, come due vecchi amici le cui strade si separano per proseguire ciascuno lungo per la propria via. Proprio come i vecchi amici, che appunto non hanno bisogno di parole esplicite, e nel non dirsi apparentemente nulla agli occhi degli altri, si comunicano in realtà di tutto.

 

Una solo cosa di quanto Metallicana ha detto a Gajeel mi ha lasciata perplessa “Hai sempre quello sguardo cattivo negli occhi, Gajeel…”

Gajeel non ha risposto nulla se non che non gli sembravano belle parole di saluto.

Sono rimasta davvero stupita.

Come ho avuto modo di ripeterti più e più volte, diario, io sono convinta che Gajeel sia molto cambiato da quando è entrato in Fairy Tail…possibile che nonostante tutto, in fondo in fondo, non sia invece cambiato davvero? Quale luce oscura ha colto Metalicana negli occhi di Gajeel.

Non mi fraintendere diario: so che Gajeel è buono. Solo che mi chiedo…quale tormento ha visto e continua a vedere in lui il drago, che io non riesco a vedere? Possibile che nel suo cuore ci sia ancora qualche ferita o qualche dubbio che Gajeel non è stato capace di fugare, colmare, da cui ancora fatica a guarire?

Mi dispiace perché, sebbene sappia che tutto questo è molto presuntuoso da parte mia, ero convinta di aver compreso a fondo Gajeel, già da tempo…e in parte con orgoglio la mia coscienza mi diceva di aver contribuito a mutare il suo carattere in meglio…

E mi dispiace anche che queste siano state in pratica le uniche parole che si sono rivolti.

 

Gajeel si comporta in modo tale da non darlo a vedere, ma è distrutto. Giace da giorni nei posti più impensabili, ha ormai sviluppato una propensione nello sdraiarsi sui muriccioli e addormentarvisi, manco fosse un barbone. Fa il duro come al solito se gli di chiede qualcosa, mugugna che lo si sta importunando e vorrebbe essere lasciato solo. Onestamente sono un po’ in pensiero, perciò passo i giorni a fargli da balia, preoccupata come sono. Ma non ha molta voglia di parlare, né di fare alcunchè. Del resto non lo posso biasimare…ma vederlo così un po’ mi scoraggia. 

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Sì ok ci ho messo un'eternità.

Scusateeee!

E' che ho avuto impegni..

e poi sono partite idee idee IDEE.

La realtà è che anche Mashima ci si è messo, mettendo nel manga delle vignette che mi hanno fatta partire per i dolci lidi dell'imamginazione...

ergo eccomi qua.

E per farmi perdonare per l'attesa dopodomani posterò un capitoletto bonus su *rullo di tamburi*...i pensieri gi Gajeel.

  
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