[JAERIN]


I suoi occhi visti da vicino sono così profondi. Svegliarmi ed udire il dolce suono della sua risata è una cosa che mai avrei pensato potesse accadere. Il modo in cui inconsciamente porta la sua mano nei suoi capelli arancioni è un qualcosa di adorabile.


Se non fosse per questa terribile sensazione di nausea e per il mal di testa, penserei che tutto questo non sia vero. Cerco di ricordare cosa è successo ieri sera, ma nulla, il vuoto più totale.
Mi guardo allo specchio e vedo le terribili condizioni in cui sono. Capisco perché mi ha detto di sistemarmi, deve essersi spaventato pensando fossi un mostro. Ho i capelli tutti spettinati, la matita nera ormai si è sfumata sotto tutto l’occhio. Non bastava il vomito, anche il panda ci voleva! Per fortuna nella borsa ho sempre delle salviettine struccanti e i trucchi di emergenza. Dov’è la mia borsa? Cerco per tutta la camera da letto ma non la trovo da nessuna parte. Di sicuro di là non vado conciata così. Provo a dare un ultima occhiata in giro, ma niente.  

Sto andando letteralmente nel panico. Lo so che non dovrei farlo, ma decido di frugare negli armadietti del bagno in cerca di un batuffolo di ovatta e una crema struccante o almeno un acqua tonica…Bingo! Chiederò scusa più tardi. Ho la buona abitudine di portare sempre un codino al polso a mo’ di bracciale così almeno i capelli posso raccoglierli in una treccia laterale. A costo di sembrare ripetitiva, ancora non posso credere di essermi svegliata nel dormitorio dei BTS.  

Prendo un po’ di dentifricio con un dito e lo porto sulla lingua per cercare di eliminare il sapore di vomito e sembra funzionare. Devo riuscire a trovare almeno il cellulare: solitamente lo tengo nel giubbotto per comodità. Spero non mi sia venuta la malsana idea di posarlo in borsa proprio ieri. Il giubbotto in ogni caso non è in questa camera. Non mi resta altro che uscire di qui, mantenere la calma, capire cosa mi è successo e poi magari sclerare in tutti i sensi.

Mi avvicino alla porta e faccio per aprirla, ma prima respiro lentamente cercando di rallentare i battiti cardiaci. Sono troppo in ansia. Devo rimanere calma. Apro leggermente e faccio timidamente capolino in quella che penso sia la cucina.