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Autore: Three    12/03/2005    4 recensioni
se fossi un animale quale saresti? immagina una persona con caratteristiche feline...e da questo partì tutto ciò che portò l'uomo a credersi Dio.
Genere: Fantasy, Generale, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13

Ecco che l'odio si insinuava in lui.

Odio.

Sempre più odio per la persona che aveva di fronte.

Lo vedeva e insieme a lui tornavano le immagini dolorose del suo triste e cupo passato.

Odio.

Ora aveva solo odio per quell'uomo.

Come poteva provare altri sentimenti per uno che l'aveva fatto nascere di nascosto da tutti....uno che l'aveva strappato dalla madre costringendolo a scappare insieme a lui, uno che fino ai 13 anni gli aveva tenuto nascosto il suo passato e le sue origini. Uno che poi gli aveva buttato addosso la verità in quel modo.

Si ricorda bene quando, da ragazzo, era stato portato di nascosto nel cortile del palazzo reale. Non capiva perchè non dovevano farsi vedere.

La giornata era bellissima, un caldo sole illuminava ogni cosa. Nel giardino curato, sull'erba appena tagliata vi erano tre persone. Un uomo adulto vestito bene ed un portamento regale stava seduto composto su una comoda sedia da giardino, guardava qualcuno.

Accanto a lui c'era una bellissima donna dall'acconciatura sfarzosa e un vestito vistosamente bianco candido. Le espressioni erano felici e serene anche lei guardava una terza persona presente insieme a loro.

Sull'erba stava seduta una bambina.

Sembrava il ritratto dell'altra donna in miniatura. Probabilmente era la figlia. Avrà avuto sui 10 - 11 anni, ma era così bella da togliere il fiato.

I capelli biondi erano grossi boccoli che scendevano fino a metà schiena, incorniciandole il volto sorridente. Gli occhi erano grandi e verdi, ma luminosi. Un vestitino lussuoso le ricopriva il corpicino.

Stava giocando con una bambola e di tanto in tanto si girava verso i genitori e sorrideva loro radiosamente. Quel che l'aveva colpito quella volta era il fatto che quella era una famiglia felice e serena.

Li aveva invidiati.

Poi le parole del padre come lo schiaffo più forte che avesse mai ricevuto. Gli disse che erano il re, la regina e la principessa. E che la piccola era la sua sorellastra, mentre la regina sua madre.

Enya.

Vederli sorridere così felici senza di lui era troppo. Per loro lui non esisteva. E stavano bene così, mentre lui aveva dovuto fare questa vita crudele.

Gli sembrò di sentire il cuore sanguinare e spezzarsi definitivamente.

Ad ogni risata della bambina una goccia del suo sangue veniva persa. Lacrime. La prima e unica volta che aveva pianto in vita sua. Se le ricordava bene Linkin.

In quel momento prese ad odiare tutti. Scappò da quella visione terribile per lui. Dal padre che ora odiava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Quel padre che gli aveva tenuto nascosto una cosa del genere. E pensando a ciò cominciava anche a rendersi conto che, in realtà, non sapeva nulla di lui. Usciva la mattina e tornava la sera, lo lasciava solo in casa ordinandogli di non allontanarsi troppo.

Cosa faceva? Chi era in realtà suo padre? No, non voleva saperlo. Non voleva avere più nulla a che fare con lui.

Scappò di casa senza lasciare più nessuna traccia. Si limitava a spiare di nascosto la famiglia reale, quella che avrebbe dovuto essere la sua famiglia. E mentre vedeva la principessa, sua sorella, crescere sempre più bella con quel suo carattere impossibile, più se ne innamorava. Voleva averla per sè. Solo lei.

E farla pagare a tutti gli altri che l'avevano fatto soffrire così, dal padre alla madre. Ma vivendo da solo e per strada si lasciò andare ed un giorno venne visto dalle guardie reali e venne ucciso credendolo un ladro.

Enya fu informata e volle vederlo. L'aveva riconosciuto.

Teneva sempre una sua foto segreta con sè per non dimenticarlo mai.

L'aveva visto morto e si era disperata.

Ma si sbagliavano.

Tutti.

Morte.

Cos'è la morte?

Altri non è un sogno sulla via della vita. Ma la vita stessa è fatta di morte. Morte e vita sono un tutt'uno e quando si mescolano in quel modo prende forma un mostro ininnominabile.

Un Non-Vivo.

Un dannato.

Un ripudiato sia dalla vita che dalla morte.

Quando sentimenti di odio e disperazione abitano il cuore sanguinoso di un essere del genere e questo essere viene trovato da un altro suo simile nasce un vampiro.

Linkin.

Fu così che rinacque a nuova vita. E in quella nuova vita, perdutamente innamorato della sorellastra Eloise, accettò il compito di rapirla da parte di Machiavelli. Un povero illuso che credeva di averlo dalla sua parte. In realtà aveva accettato solo perchè si trattava di lei.

Si sarebbe fatto amare a sua volta dalla principessa segnando così la rovina della famiglia felice e del padre odiato.

Le immagini cessarono lasciando gli occhi rossi del vampiro ancora più cupi e pericolosi di prima.

Nemmeno il sangue gli avrebbe succhiato. No. Per uno del genere solo la morte era giusta.

"Mi odiavi così tanto? Mi odiavate così tanto? Tanto da trattarmi in quel modo? Da tenermi nascosto e da ripudiarmi?"

Questa era la domanda alla quale Linkin voleva risposta. Pretendeva risposta! E per l'unica volta dalla sua rinascita si era lasciato andare.

Aveva estraniato i suoi sentimenti.

Aveva gridato.

Questo lasciò tutti sorpresi, nemmeno Zaphir si sarebbe aspettato una cosa del genere. Non aveva capito nulla, ma non gliene aveva nemmeno mai dato modo di spiegarsi.

Senza attendere una risposta il vampiro lo attaccò mostrando una forza inumana.

La lotta iniziò lì, davanti a lei. Ad Eloise le cui lacrime si fermarono sentendo le loro parole.

Ma perchè adesso? Ma perchè preferiscono uccidersi a vicenda invece che chiarirsi? E perchè lì? Perchè vogliono farle assistere a scene del genere?

Provava un sentimento d'amore per il ragazzo oscuro. Un richiamo da tanto tempo. Voleva stare con lui. Doveva aver sofferto, ma non le importava. Lei non aveva mai conosciuto la pietà. Ma ora si sentiva solo tradita. Non voleva tornare dalla madre....come l'avrebbe guardata? Che le avrebbe detto? Al momento le venivano solo insulti eppure era sempre sua madre. Non le importava che sarebbe successo a Zaphir, anche lui l'aveva tradito. Eppure...vedere ora l'odio consolidato in quel modo assurdo la faceva star peggio. Voleva andarsene dalla gente che non capiva nulla.

Linkin probabilmente voleva ottenere solo quel che voleva lui, non gliene importava degli altri. E di lei? Cosa provava per lei? Cosa aveva dentro quel ragazzo? Non sapeva più nulla. Ma provare a fidarsi di lui pensava che le avrebbe fatto bene.

" Basta..." mormorò a fior di labbra. Poi si mise ad urlare ancora perdendo il controllo:

" BASTA! SMETTETELA BRANCO DI IDIOTI! CHE DIAVOLO STATE FACENDO! FINITELA! UCCIDERVI VI FA SENTIRE PIU' GRANDI ED INTELLIGENTI? TANTO NON CAMBIATE LA VOSTRA STUPIDITA' E NON MUTERETE L'ODIO CHE GLI ALTRI PROVANO! E' TARDI PER RIMEDIARE A QUALUNQUE COSA! SMETTETELA! NON VOGLIO VEDERE CERTE COSE!"

Questo fece fermare i due uomini dall'affrontarsi a vicenda.

" Linkin...andiamocene...ti prego...lascia perdere..." Linkin la guardò con un misto di stupore e serietà. Erano quelle le parole che aveva sempre desiderato sentire. Era l'amore di quella ragazza che voleva per sè. Ma ora era giusto?

Improvvisamente fissando quegli occhi pieni di lacrime che premevano per uscire di nuovo provò dubbi. Erano occhi sinceri e giusti, fatti per la felicità che probabilmente non avrebbe più potuto provare come prima...e questo a causa sua. Sua e di tutti.

Ma prenderla con sè e farle fare la sua stessa vita era più giusto? Farla vivere accanto ad un dannato rendendola dannata a sua volta poteva mai restituirle ciò che aveva perso oggi?

No, non poteva rovinarla a tal punto.

Fino a quel giorno era stato egoista e, a costo di uccidere anche suo padre, era pronto a portarsela con sè. Ma in quel momento dubitò. Anzi, non dubitava più. Era sicuro che se l'amava veramente doveva lasciarla andare. E farle fare la vita che per lei era giusta.

Doveva farsi odiare. Solo così avrebbe imboccato la sua via.

"No."

Un sussulto.

"Cosa ti fa pensare che io ti ricambi?"

Fiato che si interrompe.

"Tu mi ami, ma io?"

Occhi sgranati.

" Io non ho nessuno intenzione di condividere la mia vita con una come te!"

Bocca aperta.

"Tu per me eri solo lavoro. Ora che l'ho fatto posso andarmene da solo!"

Corpo paralizzato.

"Sei troppo insopportabile."

Freddo.

"Ora che ho recitato bene la mia parte posso essere pagato..."

Cuore...

"...e andarmene..."

...che...

"...da..."

...si...

"...solo!"

...spezza...

"Ahahahah!!!!"

...irrimediabilmente...

"Ora vattene, non servi più!"

...per l'ennesima volta in pochi minuti.

Eloise non riusciva a parlare. Era crudele, troppo crudele.

Provò a parlare, ma la voce le tremò.

"Linkin...non puoi...farti...amare...e poi abbandonarmi così. Trattarmi...così. Ma che ho fatto?"

Un sorriso gelido. Assolutamente gelido che la ruppe definitivamente.

"Nulla."

Non riusciva nemmeno a piangere. Trovare l'amore vero. Il primo. E perderlo così. Essere rifiutate così. Sentire parole del genere. Vedere l'amore donato buttato e calpestato.

Lei non aveva mai provato un sentimento così puro e vero. Grande. Era innamorata di lui. In un solo sguardo si era persa in lui.

Ma perchè tutto questo? Non poteva sopportarlo. Sarebbe stata pronta ad abbandonare tutto per stare con lui. Sarebbe stata pronta a ripudiare il suo sangue che per metà scorreva anche in quello di lui. Sarebbe stata pronta a lasciare la madre.

Dopo che l'aveva fatta sentire in quel modo quando erano soli, cosa le diceva?

Che doveva fare? Dove doveva andare?

Sembrava che nessuno la considerasse realmente....solo perchè era viziata e capricciosa ed isterica? Solo perchè non serviva a nulla, solo a farsi portare a letto come la madre? Solo perchè era una semplice figlia? Solo perchè era l'imitazione dell'originale regina meravigliosa? Perchè credevano di potersi dimenticare che esisteva anche lei e che aveva un cuore? Quanti ancora si sarebbero presi la libertà di tradirla e spezzarla così? Quanti?

Il silenzio calò. Assoluto. Tutti pensavano a cose incomprensibili, mentre attendevano la sua reazione chiaramente isterica.

La credevano una bambina fino a questo punto?

Reazione che non arrivò.

In quel momento la porta si aprì rivelando nell'ombra una sagoma adulta ben conosciuta.

La persona fece un passo dentro la stanza mettendosi sotto la luce di un lampione che filtrava dalla finestra. Era la Tigre.

Grazie alla sparizione di Lymahl e della Gazza (e a quanto pareva anche del Corvo) si era perso dentro al buio più assoluto e sebbene vedesse anche nella notte, se la casa non la conosceva, gli serviva a ben poco.

Le urla di poco fa della principessa erano servite ad orientarlo nella giusta direzione. Ora era lì e non esigeva spiegazioni e risposte. Ma solo che la sua protetta stesse bene.

Eloise lo guardò con gli occhi spalancati. I loro sguardi si incrociarono e subito le lacrime le uscirono senza più essere trattenute. Di slancio e d'impulso corse da lui e si buttò fra le sue braccia forti che, dopo un primo attimo di incertezza, le cinsero la vita abbracciandola a sua volta.

Violenti singhiozzi le scossero il corpo sottile coperto solo dalla giacca di pelle del Lupo. E mentre lui la stringeva forte, preoccupato, i suoi occhi taglienti come il ghiaccio presero a correre su entrambi i presenti. Sembrava che potesse farli a pezzi. Brividi di freddo per brevi istanti.

"Ma perchè?" fra il pianto silenzioso Eloise riuscì a pronunciare quelle parole. Ty non chiese nulla, solo non sapeva come aiutarla....si poteva aiutare un pianto del genere? Diverso da qualunque altro che mai avesse avuto?

"Piccola Eloise...io le starò sempre accanto...di me si può fidare..." senza saperne il motivo la Tigre pronunciò quelle parole che colpirono l'anima dalle ragazza.

Quando le lacrime scesero di meno Ty la prese in braccio, come poco prima aveva fatto Zaphir. La teneva con cura come se fosse stata la cosa più fragile del mondo. Un esserino da proteggere. Un esserino che sapeva avere un cuore grande e tanto amore da dare...amore che non tutti erano in grado di sentire e custodire.

"Andiamocene lontano da qui..." la voce era rotta, un sussurro.

" A casa?" Chiese delicatamente.

" No...ti prego...ancora non là..."

"Come desidera."

E senza dire altro uscirono dalla stanza. In breve la Tigre fece perdere le sue tracce con la sua principessa.

Rimasti soli Zaphir si voltò incupito più di prima, se possibile, verso il figlio che trovò in piedi sul balcone della finestra aperta. Aveva uno sguardo enigmatico. Apparentemente inscalfibile.

" Per ora direi di finirla qua. Hai molte cose su cui riflettere paparino. Forse ci rivedremo...ma intanto...addio." E sparì buttandosi dalla finestra, in breve si innalzò in cielo aprendo il mantello nero come fosse stato delle ali. Presto non fu più visibile nel manto nero della notte. Solo il suo pensiero.

-Perdonami…-

E delle gocce di sangue che cadevano dall'alto sul terreno. Gocce di sangue che provenivano dai suoi occhi. Le sue lacrime. Le sue prime lacrime dopo la sua rinascita. E per la prima volta desiderò poter morire...desiderio impossibile.

-…Non potevo contaminarti....rimani come sei tu che puoi. Addio mia piccola principessa.-

E il destino è beffardo. E' possibile amare in questo modo? Amare per di più una ragazza per nulla dolce all'apparenza? Una ragazza impossibile? Una ragazza bellissima, ma intrattabile? E' possibile amare per un dannato? Un Non-Morto è ancora capace di salvare le persone da lui amate? La risposta a tutto sono due sole minuscole lettere tracciate col sangue, amante dell'oscurità.

Si.

Si trascinò lungo la stradina di terra battuta. La tempia gli pulsava.

-Dannato ghepardo!- pensò. Ma ancora più forte era il pensiero di Ester...lì...da sola...ce l'avrebbe fatta contro Jason?

Ma cosa gli importava poi? In teoria sarebbe dovuta morire comunque...però....preferiva che perisse per mano sua...e non per mano di uno sconosciuto qualunque...

Non doveva pensarci....!!! Ora doveva occuparsi di Lymahl e Asha.

Sentiva che Ester non era in pericolo...lo sapeva...

Continuò a camminare barcollando.

Era buio e la vista era appannata dopo il colpo ricevuto...scrutava nell'ombra alla ricerca di qualcuno...

Il corpo di Asha giaceva al suolo. Sembrava che dormisse. Così serena era la sua espressione.

Lymahl non sapeva cosa fosse successo.

Non sapeva perchè le falene avessero abbandonato la giovane, per poi dileguarsi in quel modo. Non lo sapeva...ma la cosa era capitata a proposito!! Questo era poco, ma sicuro!

"Meglio così!" disse inginocchiandosi accanto alla Gazza "Ehehe...eccomi a te tesoro! Mi devi un favore enorme...chissà la faccia che farai quando saprai che sono stato io a salvarti!" gli venne da sorridere. Già poteva immaginare uno dei suoi soliti commenti acidi a riguardo, del tipo 'Ci hai messo anche più tempo del dovuto!!' oppure 'Potevi muoverti prima!' oppure ancora 'Grazie per esserti scomodato!'... fece per prenderla tra le braccia, quando avvertì un fruscio.

C'era qualcun'altro.

-Ancora?- pensò -Non si sono ancora stancati di mettersi tra me e la MIA proprietà?-

I suoi occhi scrutarono il buio.

Il fruscio si spostò di qualche metro.

"Tsk...non sapevo che gli scagnozzi di Dogger giocassero a Nascondino!!" esclamò con un sorriso.

"Nascondino?" rispose una voce dalle fronde facendosi largo "Non conosco questo gioco...sarà perchè non ho mai giocato in vita mia!"

La figura di un giovane si fece strada lentamente.

Lymahl lo potè vedere nella sua interezza appena si fermò a pochi metri da lui.

Capelli lisci. Lunghi alle spalle. Neri. Almeno di tale colore sembravano nel buio. Coprivano un occhio.

L'altro era ben visibile.

Non gli piaceva.

Era una linea sottile.

"Allontanati dalla ragazza!" disse con tono calmo.

"Tsk! Me lo stai ordinando per caso?"

"No...te lo sto consigliando!"

A Lymahl venne da ridere. Più andavano avanti e più gli sgherri di Dogger si facevano arroganti.

Glielo stava consigliando!!!! Oh mio dio!!!!

"Ahaahahahah!" sbottò "Non ho bisogno dei tuoi consigli! Lei è la mia preda!" lo osservò fisso dicendo queste ultime parole, come a voler mettere da subito in chiaro le cose.

"Non posso permetterti di portarla via. Dogger la vuole per un lavoro, io sono stato pagato per portargliela!"

"Non sarà così facile!" gli fece notare, alzandosi in piedi frapponendosi tra Asha e lo sconosciuto.

"Vuoi combattere con me?" domandò con tono distaccato e freddo.

"Se mi costringerai si! Io non ne avrei voglia, ho già perso troppo tempo con voi...mi siete venuti a noia!"

"Mi spiace!"

"Che vuoi fare? Mi lasci andare...o preferisci farmi perdere la pazienza?"

"Tu sei libero di andartene quando vuoi...non è te che voglio! Io voglio lei!"

"Lei viene via con me!"

"Allora saremo costretti a batterci!"

Lymahl lasciò trasparire un ghigno beffardo "Come preferisci...ma non dire che non ti avevo avvertito!"

Caricò sulle zampe posteriori, effettuò la sua rincorsa con velocità impressionante.

Saltò.

Ne aveva avuto abbastanza per quella sera!

Lo sconosciuto non si era mosso.

Erano ad un soffio l'uno dall'altro.

Uno strano senso di pericolo improvviso si fece largo sulla sua schiena quando ormai era già tardi.

Con uno scatto quasi geometrico il suo avversario riuscì ad evitarlo.

-Che movimento insolito!- fu il suo primo pensiero. L'altra cosa che lo incuriosì fu quello strano rumore di campanelli....

-Comunque è veloce e devo stare attento....-

Ed ora che stava facendo? perchè gli voltava le spalle?

Ma che razza di tipo era mai quello?

Si muoveva lentamente verso la Gazza.

"Ehi!" chiamò con tono seccato "Guarda che non abbiamo ancora finito noi due!"

"Si invece!"

Lymahl rizzò le orecchie a quell'affermazione.

"Non te ne sei accorto?"

Accorto di cosa? Di che parlava?

Lo sconosciuto sorrise rivelando un lungo canino.

"Il tuo braccio..." gli fece notare.

Il gatto abbassò lo sguardo.

Il braccio sinistro presentava due piccoli fori.

due....fori.....

Quando glieli aveva fatti?

....quando l'aveva scartato!!

E non li aveva sentiti?...ma come....

I campanelli....

Non erano campanelli....

Li sentiva di nuovo...

Lo sconosciuto si muoveva....e c'era quello strano rumore....

Si concentrò per capire da dove provenisse....

La testa gli girò.

Per un attimo, ma fu sufficiente per metterlo in allarme...

Si riprese.

Girò di nuovo...

Con più insistenza questa volta...

Gli occhi presero a lacrimargli...

Se li sfregò con il dorso della mano...

Ora di sconosciuti ce n'erano due...

O era lui a vedere doppio?

Sorrideva.

Aveva sollevato Asha.

Lymahl fece per muoversi, ma le gambe cedettero.

Di colpo.

Erano così pesanti.

Non le aveva mai sentite così...ma cosa....

E il fiato...

Era corto....

Faceva fatica.

Una fatica tremenda....

"Non muoverti troppo..." lo sentì dire "...o entrerà più facilmente in circolo!"

"Chi..." la bocca era pastosa "...sei....tu...."

"Xavier! E’ stato un piacere!" gli voltò le spalle e si allontanò, con la Gazza tra le braccia.

I capelli lunghi sulla schiena erano legati con una coda che raccoglieva solo le punte....e le punte...avevano qualcosa appeso....che faceva rumore....le campanelle....ma più che campanelle....erano....sonagli.....

Fu l'ultima immagine.

Poi il suo viso toccò terra senza sentire dolore.

Judas si muoveva a fatica lungo la strada appoggiandosi agli alberi che la costeggiavano. Come prima missione avevano fatto una figura decisamente misera...almeno lui, ora si trovava ridotto quasi senza forze...sperava che agli altri fosse andato meglio, ora sarebbe arrivato da Lymahl e Asha e loro gli avrebbero dato una mano....o almeno sperava che fosse così.

Sperava che fosse finita....un pensiero volò di sfuggita agli altri nella casa. Zaphir, Igor, Prince, Ty, Eloise...e quel Non-Vivo. Chissà se erano già tornati dalla regina, oppure se li stavano cercando.

Improvvisamente una figura stesa a terra immobile attirò la sua attenzione. Chi poteva essere? Strinse gli occhi per vedere meglio. Solo quando fu a pochi metri da lui lo riconobbe, era Lymahl. Come era possibile? Quando l'aveva lasciato stava più che bene e sembrava avere così tante forze da far fuori una città intera se si fosse intromessa fra lui e Asha. Ma di Asha nemmeno una traccia.

Sul corpo privo di sensi del ragazzo c'erano i segni di una seconda lotta...doveva aver avuto una seconda visita...ma possibile che quella seconda visita avesse avuto la meglio sul Gatto? E che si fosse preso Asha?

Si avvicinò lentamente a lui e lo girò con il volto verso l'alto, tirandogli su la testa cominciò a schiaffeggiarlo per svegliarlo, lo chiamava ma otteneva solo lamenti...stava sudando, non era stata una semplice e normale lotta.

Osservandolo meglio notò sul braccio due piccoli buchi. Era stato morso? Sembravano i classici segni di un morso da serpente...un serpente in questa zona era abbastanza introvabile...ma che succedeva?

Ma se era stato morso da un serpente il veleno in circolo nel suo sangue era subito da togliere. E se fosse stato troppo tardi? Veloce face quel che tutti sapevano fare, succhiò via il veleno, sperano che non fosse entrato da troppo tempo, succhiò un po' poi lo sputò a terra con un misto di sangue.

Ripetè l'operazione per un po' poi fu interrotto da qualcosa. Intorno a lui agitazione....non la sua agitazione, ma quella degli spiriti che vedeva sempre. Solitamente erano calmi, ma ora anche loro avvertivano qualcosa di strano. Lymahl indossava un top smanicato e attillato di pelle rossa(i suoi vestiti preferiti) e i segni erano ben visibili. L'unica cosa che poteva fare era legargli sopra e sotto al ferita dei lacci stretti in modo da rallentare il flusso del veleno nel sangue. Doveva portarlo in ospedale...certo, in quelle condizioni non sarebbe mai riuscito a sollevarlo. Con la fronte aggrottata cominciò a guardarsi intorno, che doveva fare? Che accidenti doveva fare?

"Maledizione!"

Gli venne in mente la donna di prima, la sorella, la Donna-Ragno...se fosse ancora qua l'avrebbe aiutato, ma probabilmente era lontana già miglia.

Dei rumori attirarono la sua attenzione. C'era un ombra che si muoveva in alto e così velocemente che sembrava volasse. Presto lo riconobbe, solo una persona poteva muoversi così per quel che aveva visto. Una della guardie di Lion-oh. Il Falco. Come si chiamava? Fly...o qualcosa del genere, si ricordava per certo i suoi occhi da falco, questo si. Bè, se era lui forse qualche speranza c'era!

Eccolo, si era fermato proprio dietro di loro. Si era Fly. Si lasciò sfuggire un profondo sospiro. Finalmente il gran capo inviava aiuto...si era veramente stufato. Mentre Dogger aveva mobilitato tutti gli uomini al suo comando probabilmente, il Leone nemmeno uno!

Il giovane ragazzo si chinò su Lymahl accanto a Judas e senza guardarlo e perdere tempo disse in tono sbrigativo ma distaccato:

" Mi ha mandato il capo Lion-oh a dare un occhiata e vedere come ve la cavavate. Come prima missione mi sembra sia stata abbastanza tragica!"

Dopo un occhiata al ragazzo svenuto lo prese su e senza sentire risposte eventuali da parte del Corvo, continuò alzandosi:

" Vieni."

Juidas lo seguì senza dire nulla, non chiese dove lo stava portando, tanto lo avrebbe scoperto subito. Chissà cosa era accaduto agli altri se aveva parlato così.

Presto arrivarono a destinazione. Non era la casa di Lion-oh, bensì l'appartamento messo a loro disposizione la prima volta che avevano parlato dell'accordo. Era spazioso e sembrava in un quartiere sicuro.

Entrarono e con grande sorpresa trovò anche tutti gli altri. C'erano varie stanze, in una camera da letto vi erano due letti singoli in uno c'era Igor nell'altro Prince che riposavano, in cucina seduto al tavolino al buio con una birra in mano e lo sguardo perso stava Zaphir, nel salotto c'era una ragazza nuova mai vista prima che però aveva un che di famigliare, era bella senza dubbio, aveva lunghi capelli biondi e lisci, viso angelico preoccupato e un vestito con vari motivi floreali. Gli occhi azzurri corsero subito sui tre nuovi arrivati. Costei si fermò subito dal preparare medicinali vari per andare loro incontro.

Fly posò Lymahl all'interno di un altra camera da letto, anche là vi erano due letti singoli. In uno posò il Gatto, mentre indicò a Judas di sedersi nell'altro.

Dopo aver eseguito il consiglio, rivolgendosi all'unico sveglio che lo fissava interrogativo, si decise a parlare nuovamente:

" Lei è Celine, un infermiera che vi curerà ogni volta che finirete per farvi male. Sarà sempre a vostra disposizione. Il capo Lion-oh aveva programmato una situazione del genere, conosce bene il suo nemico. Così ha contattato lei e fatto un accordo con questa ragazza."

"E perchè proprio lei?"

"E' la sorella della Gazza. Lion-oh ha voluto metterla a conoscenza dei rischi che correva sua sorella e quindi anche lei. Così ha accettato la proposta. Almeno così può accertarsi che stia sempre bene!"

" Ha fatto così solo con sua sorella?"

" No, sta contattando ogni parente vicino a voi. Il motivo preciso non lo so, ma lui ha i suoi piani e sa quel che fa. Io faccio il mio lavoro."

Poi Fly aprì la finestra della camera. Erano al 5 piano e c'era una bella visuale della città di notte. Fece entrare Celine e le disse rimanendo distaccato:

" Il ragazzo dai capelli rossi si chiama Lymahl è stato morso da un Crotalo probabilmente...è in grado di curarlo, signorina?"

La ragazza annuì, in seguito Judas le spiegò che aveva provato a toglierne un po', ma ugualmente gli era venuto un febbrone grazie al veleno non letale.

Poi Fly proseguì:

"Lui è Judas, è stato colpito alla nuca ed ha diverse altre ferite. Si occupi anche di lui." Il Corvo si ritrovò a stupirsi dell'incredibile capacità d'osservazione di quel ragazzo.

Celine annuì nuovamente, ma prima di mettersi al lavoro fermando Fly gli chiese di sua sorella e lui le rispose che doveva essere stata presa da Dogger. Le lacrime presero a scenderle lungo le guance. Si coprì il volto iniziando a piangere. Temeva che sarebbe accaduto. Ora che avrebbe fatto? Una mano titubante le si posò sul capo e una voce bassa e penetrante, parlò rassicurandola a modo proprio:

" La riporteranno da lei signorina." Poi uscì dalla stanza lasciandola sola a curare i due ragazzi fra le lacrime.

Tante cose erano successe, cose che nessuno avrebbe mai dimenticato. Cose che avevano segnato per sempre la loro vita, ma ormai era troppo tardi tornare indietro. Troppo tardi.

  
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