Per scrivere questa fanfiction mi sono ispirata liberamente al film "Lady Hawke" - lo stesso titolo della fic è una frase presente nel film -. Visto che si ispira solamente al film, in realtà la fic è totalmente diversa: frutto della mia fantasia. Perciò, se anche non si è visto il film, la storia si comprende comunque.
Mi sembra che, nella sezione "InuYasha", nessuno abbia scritto una storia simile... Se per caso così non fosse, per favore avvertitemi che provvederò a controllare e rimediare. Grazie! ^^
Sempre
insieme, eternamente divisi
Due cuori separati
Kikyo è morta da qualche tempo, ormai,
ma InuYasha non può permettersi di fermarsi a rimpiangerla.
Finalmente, però, dopo tanto combattere,
qualche giorno di pausa...
Miroku e Sango hanno deciso di partire
con Kirara per far sosta qualche giorno al villaggio degli Sterminatori
di
Demoni; il villaggio nativo della ragazza.
Kirara
volò
più in alto, socchiudendo gli occhi e lasciandosi cullare
dalla fresca brezza
di quella bella giornata.
Sango inspirò
a pieni polmoni, rilassandosi, per poi chiedere al monaco alle sue
spalle:
«Dunque,
Miroku? Mi spieghi perché hai insistito così
tanto per venire con me?»
Il monaco,
intento ad osservare il sottostante paesaggio di verdi colline, rispose
tranquillamente:
«Beh, Sango,
dicevi di aver bisogno di riposarti qualche giorno, ma abbassare la
guardia è
molto pericoloso. Standoti accanto, potrò essere certo che
non ti accada nulla.»
Sango arrossì lievemente,
in imbarazzo, e ribatté:
«Avrei avuto
comunque Kirara con me, e so badare a me stessa...»
«Ne sono
certo. Ma... vedi...» Miroku sorrise «Saperti
lontana mi fa soffrire. Mi
mancheresti moltissimo.»
Sango arrossì
ancor di più, abbassando lo sguardo tremante, per poi
sussurrare:
«Oh, Miroku,
io...» si bloccò di colpo, irrigidendosi.
Miroku, ad
occhi chiusi, le stava palpando il sedere, sognante.
SCHIAF!
Sango tornò a
guardare davanti, accigliata, sbottando:
«Ti mancherei io o il mio sedere?»
«Eh, eh...» ridacchiò Miroku,
massaggiandosi la guancia
arrossata.
InuYasha e Kagome, invece, sono rimasti
al villaggio della vecchia Kaede per recuperare le forze, passando
allegramente
del tempo insieme.
«InuYasha,
a
cuccia!» inveì Kagome con forza.
Il mezzo-demone
si schiantò a terra violentemente e la ragazza
uscì dalla casetta a passi
pesanti, allontanandosi con un cipiglio nervoso e irato.
Due cuori uniti fino alla fine. Un
legame indivisibile, impossibile da spezzare; pronto a resistere anche
alle prove
più dure. Un legame che durerà per sempre.
Un destino infausto e terribile attende
però i due; pronto a mettere a dura prova questo legame,
così importante per
entrambi.
Il Destino a volte è crudele,
terribile; inevitabile.
Altre... altre volte può essere
cambiato.
La
vecchia
Kaede, incuriosita, si avvicinò alla casetta dalla quale
porta si affacciò
subito InuYasha.
«Kagome,
aspetta! Ma perché fai così?»
«Che cosa
succede, InuYasha?» domandò la vecchia, indicando
la giovane studentessa che si
stava dirigendo alla foresta.
Il mezzo-demone
incrociò le braccia, mettendo il broncio, e
sbuffò:
«Ma vai a
capirle le donne!»
Kaede alzò un
sopracciglio, scuotendo il capo, e insistette:
«Che cosa le
hai detto?»
InuYasha
storse un po’ le labbra e, voltando la testa da
un’altra parte, borbottò:
«Solo che è
davvero ridicola con quella fascia per capelli che si è
messa.»
«InuYasha! Non
sei per nulla gentile!» lo sgridò Kaede.
Lui si voltò a
guardarla infastidito, esclamando:
«Non ho fatto
nemmeno in tempo a dirle che sta molto meglio senza che lei mi ha
schiantato a
terra!»
La
sacerdotessa sospirò sonoramente, mostrando poi un piccolo
sorriso divertito.
«Non cambierai
mai...» commentò scuotendo il capo.
InuYasha tornò
ad incrociare le braccia e lanciò uno sguardo pensieroso e
un po’ imbronciato
alla foresta.
«Dici che si è
offesa tanto?»
Kaede gli
lanciò un rapido sguardo, poi, voltandosi per andarsene,
affermò:
«Credo proprio
di sì.»
InuYasha
storse le labbra con disappunto.
“Accidenti,
magari è meglio che la vada a cercare...”
pensò, preoccupato che Kagome gli
tenesse il broncio per tutto il giorno, cosa che lo spaventava non poco.
Avendo deciso,
partì di corsa verso la foresta.
Kagome,
sospirando, si arrotolò intorno al polso la fascia rossa che
si era appena tolta.
«Magari
InuYasha ha ragione...» mormorò pensierosa
abbracciandosi le gambe, lo sguardo
perso per il bel prato fiorito dove si trovava.
Poi la sua
espressione mutò.
«Certo poteva
dirmelo con un po’ più di delicatezza!»
esclamò con rabbia.
Prese a
attorcigliarsi intorno all’indice della mano destra una
ciocca di capelli,
alzando lo sguardo verso il cielo limpido.
«Tanto poi mi
sente.» concluse, annuendo convinta con il capo.
Udì un rumore
alle sue spalle.
Si voltò di
scatto, scrutando attentamente tra gli alberi dietro di lei.
“Che sia
InuYasha?” si chiese, non riuscendo a scorgere nessuno.
Alzò le spalle
e tornò ad osservare il prato.
Di nuovo il
rumore di prima: un passo. E ancora un altro e un altro.
Kagome,
allora, si alzò in piedi guardando tra gli alberi.
«InuYasha, sei
tu?» domandò Kagome, iniziando a preoccuparsi
«Non mi piacciono certi scherzi,
lo sai!»
A queste
parole rispose una piccola risata gelida.
La ragazza
sobbalzò, spaventata, e arretrò di qualche passo.
«Chi... chi
c’è?» chiese con timore.
Infine lo
sconosciuto si fece avanti. Rimanendo nella penombra degli alberi,
continuò a
ridacchiare. Nascosto nel suo pesante mantello nero, aveva fattezze
umane e in
mano brandiva un bastone bitorzoluto. Giusto un paio di
occhi rossi si scorgevano sotto
il cappuccio calato sul capo.
Kagome fu
invasa da un profondo terrore. Quella figura incuteva paura e la sua
risata
gelida entrava nelle vene della ragazza, pietrificandola.
«Kagome...»
sibilò freddamente lo sconosciuto, poi tornò a
ridacchiare, aggiungendo:
«Finalmente t’incontro.»
«Chi sei? Come
fai a conoscere il mio nome?»
«Kagome!»
La ragazza si
voltò di scatto, vedendo così InuYasha correrle
incontro tra l’erba e i fiori.
«Inu...
InuYasha!» esclamò lei, sollevata di averlo
lì vicino.
Appena lui le
fu accanto le chiese, preoccupato:
«Sei ancora
arrabbiata con me?» poi però si interruppe,
annusando l’aria e girandosi
immediatamente in direzione degli alberi tra i quali era nascosto lo
sconosciuto.
«Chi è là?»
chiese subito InuYasha, parandosi davanti a Kagome, che si
rifugiò dietro di
lui, spaventata da quella gelida risata che ora si udiva tra il
fogliame.
«Ah, eccoti
qui, InuYasha.» sibilò la figura, avanzando di un
paio di passi «Ti aspettavo.»
«Chi sei?!»
InuYasha portò la mano su Tessaiga, stringendo con forza
l’elsa, e ordinò
duramente:
«Fatti
vedere!»
Il cielo si
incupì all’improvviso. Una scura ombra cadde sui
tre e si alzò un vento gelido.
«InuYasha!
Cosa succede?» Kagome gli si strinse con forza addosso,
confusa e incredula.
«Non temere,
Kagome. Penserò io a te.» la rassicurò
InuYasha, poi tornò a rivolgersi con
rabbia allo sconosciuto che adesso, ancor più nascosto dal
buio, era tornato
silenzioso.
Gli urlò:
«In quanto a
te, maledetto, ora assaggerai la forza della mia spada!»
In un attimo
estrasse Tessaiga, che si trasformò all’istante, e
la brandì
con entrambe le mani.
Ci fu un
lampo, poi un tuono e iniziò a piovere sempre più
forte.
Grazie al
lampo, per un momento il mezzo-demone riuscì a intravedere
uno sprezzante
ghigno di quello sconosciuto, il
quale odore
non sapeva di demone, ma nemmeno di umano.
«Urla e
arrabbiati quanto ti pare, InuYasha. D’ora in poi non potrai
fare altro che
disperarti in completa solitudine.» affermò la
figura con decisione.
InuYasha alzò
un sopracciglio e si infuriò ancor di più:
«Dimmi chi
sei!»
Il nemico si
fece avanti, piazzandosi a pochi passi da InuYasha e Kagome. Con il
cappuccio
calato non riuscirono a distinguere ancora il volto, in ogni modo
sembrava
serio e duro. Era vestito come un monaco, ma sicuramente non era
affatto un
religioso.
Questi puntò
il bastone davanti a sé e freddamente dichiarò,
rispondendo alla domanda di
InuYasha:
«Questo non ha
importanza.»
Il mezzo-demone
strinse con più forza la spada, nervoso. L’odore
di quell’ uomo, o quel demone,
era veramente strano. Come
aveva potuto percepire
prima,
non era né l’uno né l’altro;
anzi, per meglio dire, sembrava essere entrambi. No un mezzo-demone...
qualcosa
di diverso.
Kagome prese a
tremare, un po’ per il freddo, ma soprattutto per il tono di
quello
sconosciuto, che era terribile e distaccato.
«L’unica cosa
importante è avervi trovato, dopo tutto questo
tempo.» riprese a parlare con
calma «Finalmente.»
«Insomma,
taci! Mi hai stancato!» InuYasha alzò furente la
sua spada, stufo di quel tipo,
e avanzò rapidamente verso di lui, abbassando
l’arma.
Venne però
bloccato da una forza ignota a pochi centimetri dal volto
dell’altro, rimanendo
come congelato in quella posizione.
«Ma che...?!»
esclamò InuYasha, provando a muoversi, senza successo.
«Cos’è accaduto?!»
si chiese Kagome, arretrando ancora di un passo.
«Non potete
nulla contro di me.» affermò lo sconosciuto, poi
alzò il capo verso InuYasha.
Quest’ultimo
lo guardò con disprezzo e odio, lottando con forza cercando
di sciogliere
quella specie di incantesimo che lo teneva pietrificato.
«Dì addio alla
tua Kagome, InuYasha, non potrete mai più stare
insieme.»
Le parole del
nemico colpirono profondamente sia Kagome che il mezzo-demone.
“Che... che
significa?” pensò Kagome, tremante.
«Ma non dire
sciocchezze!» urlò InuYasha con foga
«Non ti permetterò di fare del male a
Kagome!»
Lo sconosciuto
fece qualche passo indietro e afferrò con entrambe le mani
il bastone,
alzandolo verticalmente verso l’alto.
«Oh, non
temere...» ghignò, come divertito «Non
le farò nulla... di male...»
Alzò poi il
volto al cielo, stringendo con forza il bastone, e gridò:
«Una
maledizione scenderà su di voi! Il vostro profondo legame
verrà spezzato,
diviso dalla luce e dall’oscurità per sempre!
Due ali
splendenti sotto il sole e un mantello d’argento sfiorato dai
raggi lunari...
Solamente quando la Sfera d’Oro e quella d’Argento
si incontreranno per la
Veglia e per il Sonno, i due cuori si rivedranno solo sotto un cielo
arancio e
uno scarlatto.
Il demone e
l’umana; destinati ad inseguire quei due attimi per tutta la
restante vita,
impossibilitati a stare insieme fino alla morte...
Io vi condanno
a soffrire fino alla fine dei vostri giorni!»
Piantò con
forza il bastone nel terreno. Immediatamente dalla punta del legno che
si era
conficcato nella terra bagnata, scaturì un raggio di luce
intenso.
L’incantesimo
su InuYasha si spezzò all’istante e sia il
mezzo-demone che Kagome furono
quindi sbalzati indietro da una potente forza invisibile.
La risata
dello sconosciuto riempì la vallata, e infine, quando il
fascio di luce si
ritirò, lui scomparve con esso.
La pioggia,
però, continuò a scendere fitta e gelida.
InuYasha,
straiato a terra con il viso tra il fango, riprese lentamente
conoscenza pochi
minuti dopo. Aprì i suoi occhi ambrati a fatica, stanco come
non mai. Mosse la
mano destra, non percependo più il contatto con Tessaiga,
che infatti vide sul
terreno poco più avanti, ora tornata solamente una vecchia
spada arrugginita.
Poi, improvvisamente, si ricordò di Kagome.
Con tutte le
sue forze si costrinse a mettersi in ginocchio, ansimante. Alzò il capo e
fece vagare lo sguardo sul prato.
Dello sconosciuto non c’era traccia e, a quando sembrava,
anche la ragazza era
sparita.
«Kagome!» urlò
InuYasha, tirandosi in piedi e stringendo i pugni
«Kagome!»
Poi, fiutando
l’aria, percepì il suo odore. Però era
flebile e leggermente diverso dal
solito, ma evitò di interrogarsi ancora sul
perché e corse nella direzione
indicata dal suo fiuto.
E ciò che vide
lo vede bloccare in mezzo al prato.
Lì, sul
terreno poco più avanti, non si trovava Kagome,
bensì un bellissimo falco di un
piumaggio bruno e lucido per via dell’acqua.
Però non
c’erano dubbi: odorava di Kagome.
InuYasha,
tremante, si inginocchiò accanto il falco, che sembrava
svenuto, annusandolo
ancora. Non voleva crederci, non poteva crederci! Eppure le parole di
quel tipo
risuonarono gelide nella sua mente...
«...Il vostro profondo legame
verrà spezzato,
diviso dalla luce e dalla oscurità per sempre! Due ali
splendenti sotto il sole
e un mantello d’argento sfiorato dai raggi lunari...»
«Non è
possibile...» mormorò InuYasha, incredulo e senza
parole.
Il falco si
mosse.
Il mezzo-demone
sobbalzò, spaventato per un attimo dal movimento improvviso.
Il rapace aprì
un occhio e voltò di un po’ il capo per guardarlo
intensamente.
E InuYasha in
quello sguardo rivide quello di Kagome.
«Ka...
Kagome...» sussurrò rauco, fremendo leggermente.
Allungò pian
piano una mano per sfiorare il falco, ma il rapace, come impaurito, si
mosse di
lato. InuYasha ritirò subito la mano, afflitto e sorpreso
allo stesso tempo.
Il falco
rimase a fissarlo pochi altri istanti, con uno sguardo intimorito, poi,
con un
agile balzo, parti subito in volo, sbattendo sotto la pioggia
incessante le
bellissime ali.
«Kagome,
aspetta!» riuscì ad esclamare con angoscia
InuYasha, allungando una mano verso
il rapace, ormai quasi sparito nel buio.
Quando il mezzo-demone
non fu più in grado di vederlo, abbassò il
braccio, rimanendo in ginocchio
sotto la pioggia, lo sguardo perso nel cielo e la mente confusa, piena
di
pensieri.
«Sotto questa
forma non si ricorderà di te.»
Una voce, alle
sue spalle. Quella voce.
InuYasha si
voltò di colpo, stringendo i pugni e i denti.
La scura
figura era lì, inquietante, a pochi metri, dritta sotto quel
diluvio.
Il mezzo-demone
scattò immediatamente in piedi, mostrando un pugno
minaccioso e furente.
«Che cosa le
hai fatto?!» urlò irato.
L’altro
ridacchiò; a quanto sembrava era divertito dalla situazione
creatasi.
«Intendi dire,
cosa vi ho fatto.»
precisò con
soddisfazione.
InuYasha,
sorpreso, corrucciò la fronte.
“Vi?”
«Non temere, mezzo-demone,
dovrai solamente aspettare la notte per saperne di
più.» chiarì lo sconosciuto,
freddo, senza alcuna emozione apparente.
InuYasha
fremette d’ira.
«Che cosa le
hai fatto?» ripeté ancora, ringhiando
sommessamente.
La figura
sospirò e disse:
«Solamente la
notte Kagome riacquisterà il suo vero aspetto. Ma quando
sarà buio... sarai tu
a non poterla incontrare. Difatti, perderete la memoria ogniqualvolta
vi
trasformerete, per poi riacquistarla una volta tornati ai vostri veri
aspetti.
Rassegnati mezzo-demone, non vi rincontrerete mai
più.»
InuYasha
ringhiò più forte e con rabbia si
lanciò a mani nude sulla figura, urlando:
«Maledetto! Ti
ammazzo!»
Balzò in aria,
preparando gli artigli, e si gettò sullo sconosciuto.
«Sankon-Tessou!»
Il colpo fu potente e scagliato con ira. Ma l’avversario era
sparito e
InuYasha finì per conficcare gli artigli nel suolo bagnato
con un forte rumore.
«Sei proprio uno stupido.»
Il mezzo-demone si girò subito indietro, individuando
così il nemico a
diversi passi da lui. Allora estrasse immediatamente gli artigli dal
terreno e
ripartì all’attacco, furioso.
«Non mi sfuggirai sta volta!» ruggì e
balzò di nuovo cercando di colpire
il nemico.
Ancora una volta il suo pugno finì per colpire il terreno.
InuYasha volse il capo alla sua sinistra, avvistando rapidamente
l’avversario al centro del prato. Tirò fuori la
mano dalla terra e corse verso
di lui.
Sta volta ci fu un boato, provocato da un colpo più forte
dei precedenti
che lasciò infatti un piccolo cratere sul terreno, ma
purtroppo non colpì il
nemico.
«Maledetto!» ringhiò InuYasha, tirando
su il pugno e guardandosi irato
intorno in cerca della scura figura «Non scappare, dannato!
Non scappare!»
Si sentiva affranto, distrutto completamente da quella assurda
situazione. Il suo pensiero era rivolto a Kagome ed era avvilito a
pensarla in
quello stato.
«Disperati, disperati pure, InuYasha.» lo
beffò quella gelida voce «Pena
pensando a lei. Struggiti di dolore.»
«Dove sei?!» urlò InuYasha, non
riuscendo ad individuarlo «Fatti vedere!»
La voce ridacchiò e concluse:
«Addio per ora InuYasha... Addio per ora
mezzo-demone.»
Il vento si alzò più forte, scompigliando i
capelli del mezzo-demone,
ancora intendo a cercare il suo avversario con lo sguardo. Poi
cessò
improvvisamente di piovere, di colpo, e le nubi sparirono in un attimo.
E InuYasha rimase lì, solo, al centro del prato.
Strinse i denti, avendo verificato che quello sconosciuto non
c’era più,
e, lentamente, cadde in ginocchio a terra.
Alzò lo sguardo verso il cielo limpido, fremente, poi
serrò con forza gli
occhi e, con un urlo disperato, sbatté i pugni a terra.
«Kagome!» gridò, strizzando gli occhi.
Si udirono dei passi affrettati, poi la vecchia Kaede apparve dalla
boscaglia vicino il villaggio e vide InuYasha sul prato.
«InuYasha! Cos’è accaduto?
Perché si era fatto tutto buio?»
La sacerdotessa gli fu subito accanto e, dopo aver dato una veloce
occhiata intorno, aggiunse preoccupata:
«Dov’è Kagome?»
InuYasha, con ancora lo sguardo tremante puntato sul terreno,
mormorò con
rabbia sommessa:
«Se n’è andata... lei è...
lei non... non si ricorda di me...»
«Se n’è andata? Che vuol dire che non si
ricorda di te?»
InuYasha si alzò in piedi e guardò con decisione
il cielo.
«Ma io andrò a cercarla. Ad ogni costo la
troverò.» dichiarò stringendo i
pugni con forza.
La vecchia Kaede notò subito qualcosa di diverso negli occhi
del mezzo-demone
e, stupita, esclamò:
«InuYasha! Tu... ti è stata scagliata una
maledizione!»
Lui la guardò un attimo dolente, poi si voltò per
andare a recuperare
Tessaiga senza dire una parola.
«InuYasha, ma cosa...?» la vecchia Kaede fu
interrotta dal mezzo-demone
che, senza guardarla, mentre rinfoderava la spada, disse con
gravità:
«Devo andarmene. Devo cercare Kagome.»
«Anche lei è stata colpita dalla
maledizione?» chiese la sacerdotessa.
Lui si limitò ad annuire appena con il capo, continuando a
darle le
spalle.
«InuYasha... cosa intendi fare?» domandò
la donna, preoccupata.
Dopo qualche istante di silenzio, InuYasha rispose:
«Trovare Kagome.»
«E dopo? Non so chi è stato ad imporvi questo
maleficio, ma ti assicuro
che non sarà facile venirne fuori!»
esclamò la sacerdotessa «InuYasha,
cosa...?»
«Non lo so cosa farò dopo, vecchia!» la
interruppe il mezzo-demone
duramente, voltandosi a guardarla frustato «La cosa
più importante, adesso, è
ritrovarla.» abbassò gli occhi, stringendo con
rabbia i denti «E’ colpa mia se
questo è accaduto. Non sono stato in grado di
proteggerla.»
La vecchia Kaede rimase a guardarlo in silenzio qualche secondo, poi
disse:
«E allora trovala, InuYasha. Poi venite da me,
farò tutto il possibile
per aiutarvi.»
Lui tornò ad alzare gli occhi su di lei ed annuì.
«D’accordo.»
Dopo di che corse via rapidissimo verso la direzione presa dal falco,
seguendo la debole traccia d’odore di Kagome.
La vecchia Kaede abbassò lo sguardo, afflitta.
«Mi dispiace, InuYasha. Mi dispiace tanto per voi.»
mormorò.
Ed
ecco, il tramonto.
InuYasha si fermò un istante in cima ad un’altura
per riprendere fiato.
Aveva corso tutto il pomeriggio da quando era partito dal villaggio,
senza mai
fare una pausa.
In piedi, chino e con le mani sui ginocchi, rimase ad ansimare qualche
istante, poi alzò il capo per guardare il sole tramontare in
lontananza. E il
cielo, tinto di un rosso scarlatto, si rifletté su i suoi
occhi ambrati.
“...i due cuori si rivedranno solo
sotto un cielo arancio e
uno scarlatto...”
«Ma certo...»
mormorò InuYasha, drizzandosi e fissando pensieroso il
tramonto «E’ questo che
intendeva... l’intervallo di tempo tra il giorno e la notte.
L’aurora e il
tramonto.» abbassò lo sguardo cupo «Solo
in questi istanti io e Kagome potremmo
riconoscerci?»
Si voltò
indietro, verso la scia di odore lasciata dal falco, ormai non
più troppo
lontano.
Aggrottò la
fronte con decisione, dicendo:
«Allora devo
sbrigarmi! Troverò Kagome prima che faccia notte!»
Si mise subito
a correre, rendendosi conto che effettivamente aveva poco tempo.
Negli
stessi
istanti un bellissimo falco, percependo l’imminente
trasformazione, atterrò in
una radura e ripiegò le ali.
Dopo qualche
istante, mentre il cielo iniziava a sfumare nei vari colori (cremesi,
rosso
scarlatto e magenta) il rapace fu avvolto da una intensa luce bianca e
al suo
posto, seduta a terra, apparve Kagome.
La ragazza si
portò le mani al petto, percependo il cuore battere
all’impazzata. Spaventata
si guardò intorno, non riconoscendo quei luoghi. Si era
spinta fin lì, per
timore che InuYasha le facesse qualcosa di male. Ma perché
era scappata?
InuYasha non avrebbe mai potuto farle del male! Lui... lui voleva
aiutarla,
salvarla da quell’ assurda situazione!
«Io... io non
mi ricordavo di lui...» capì la ragazza, mentre
gli occhi le si riempivano di
calde lacrime.
Infine scoppiò
a piangere disperata, coprendosi il volto con le mani.
Passò diverso
tempo e lei non smise per un istante di piangere. Infine, pian piano,
il sole
iniziò a sparire del tutto in lontananza.
Fu un rumore
tra il fogliame a far sobbalzare Kagome. Si alzò in piedi di
scatto, cercando
istintivamente l’arco che non aveva con sé. Poi,
dagli alberi, apparve qualcuno
e la ragazza strillò spaventata, arretrando.
«Kagome, sono
io!»
Era InuYasha.
Gli occhi di
lei iniziarono a brillare, ancor più lucidi di lacrime.
«Inu...
Yasha...» sussurrò osservandolo. Lui era
lì, immobile e senza fiato, e la stava
guardando.
«InuYasha!»
pianse lei, correndo ad abbracciarlo.
Si strinsero
forte l’un l’altra e lei si lasciò
completamente andare alle lacrime sulla sua
spalla.
«Kagome, non
piangere.» le disse InuYasha cupamente, fissando il suolo.
«InuYasha, che
cosa è accaduto? Che cosa mi è
successo?» singhiozzò la ragazza, disperata.
«E’ una
maledizione, Kagome.» spiegò lui, prendendole le
spalle e staccandola
dolcemente dall’abbraccio per guardarla negli occhi con
serietà e sconsolazione
«Quel tipo ha detto che potremmo incontrarci nei nostri veri
aspetti solamente
all’aurora e al tramonto.»
«...I due
cuori si rivedranno solo sotto un cielo arancio e uno
scarlatto...» ricordò
Kagome annuendo.
«Già...» disse
InuYasha, distogliendo lo sguardo scuro e puntandolo altrove
«Negli altri
momenti, se saremo trasformati, non ci ricorderemo di noi.»
«InuYasha...»
la voce di Kagome fremeva leggermente «Io...»
«Mi dispiace,
Kagome, è colpa mia.» continuò il
mezzo-demone e tornò a guardarla con
decisione «Ma ti prometto che ti
salverò!»
«InuYasha!»
Kagome lo abbracciò forte strizzando gli occhi
«Non è vero, non è solo colpa
tua! Io... io sono stata una stupida oggi! Avevi ragione tu, quella
fascia era
orribile! Non sarei dovuta andarmene così!»
InuYasha, dopo
un attimo di sorpresa, la abbracciò dolcemente, chiudendo
gli occhi e
appoggiando il capo sul suo.
Rimasero
abbracciati in silenzio diversi minuti e il sole finì di
tramontare. Lentamente
venne la notte.
Il cuore di
InuYasha sussultò improvvisamente. Il mezzo-demone se ne
accorse e spalancò gli
occhi, allontanando di scatto da sé Kagome.
«InuYasha...
cosa succede?» chiese lei, sorpresa.
Il cuore del mezzo-demone
sussultò di nuovo e più forte sta volta. InuYasha
si portò una mano al petto,
stringendo con forza la veste. Quei sussulti erano dolorosi. Sembrava
come se
il suo corpo andasse a fuoco.
«Io... non lo
so...» confessò raucamente, arretrando si qualche
passo, soffrendo.
«Stai male?»
si preoccupò Kagome, avanzando verso di lui.
«Non ti
avvicinare!» l’aggredì InuYasha, forse
con troppa durezza.
Kagome si
bloccò di colpo, spaventata da quel comportamento.
InuYasha si
piegò su se stesso, gemendo ogni tanto per qualche fitta al
petto.
Alla ragazza
ritornarono alla mente quei momenti in cui il sangue demoniaco di
InuYasha
prendeva il sopravvento e il mezzo-demone perdeva così il
controllo. Che stesse
accadendo qualcosa di simile?
«InuYasha,
dobbiamo andare subito da Kaede!» gli disse Kagome, in
pensiero per lui «Deve
vederti... stai molto male...»
«Kagome...»
mormorò il mezzo-demone senza fiato, ancora piegato su se
stesso «Kagome...
allontanati da me...»
«InuYasha...»
sussurrò Kagome, tremando.
“Che cosa ti
succede?”
E, infine, un
sussulto più forte dei precedenti scosse il cuore del
mezzo-demone che urlò di
dolore, finendo a quattro zampe sul terreno.
«InuYasha!»
esclamò Kagome, facendo per avvicinarsi, ma lui la
fermò di nuovo, gridando:
«Vattene via
da me! Ora!»
Le mani del mezzo-demone
incominciarono a riempirsi di peli argentei e la veste di Hinezumi
iniziò a sparire.
Il corpo di InuYasha prese a mutare, allungandosi e cambiando fattezze.
Kagome,
spaventata, affermò:
«Non posso
andarmene! Che cosa ti succede? Non ti lascio qui!»
«Non capisci
che appena mi sarò trasformato non mi ricorderò
più di te?!» urlò InuYasha con
una voce roca «VATTENE VIA, KAGOME!»
Detto questo
lanciò un altro urlo di dolore, abbassando il capo e
iniziando a tremare.
Kagome
arretrò, appoggiando la schiena contro un albero, scioccata.
La veste di
InuYasha sparì del tutto per magia, mostrando un corpo di
sembianze canine. Le
braccia e le gambe del mezzo-demone, infatti, divennero zampe dagli
affilati
artigli. La chioma argentea ora non era altro che un fulvo pelo che
ricopriva
tutto il corpo del demone. Anche il volto si era allungato in un muso,
dalla
cui bocca spuntavano grosse zanne. Gli occhi cambiarono forma, mentre
le
orecchie erano rimaste le stesse. C’era ancora il Rosario
intorno al collo e
anche Tessaiga, legata saldamente, grazie ad una cinta, sul dorso del
cane in
cui ormai si era trasformato InuYasha.
«I... Inu...
InuYasha... » sussurrò Kagome con le lacrime che
le rigavano le guance.
Lui voltò di
scatto la testa verso di lei, soffermando i suoi brillanti occhi
ambrati su
quelli mogano della ragazza. Rimasero a fissarsi in silenzio qualche
istante,
poi Kagome, tremando, avanzò un paio di passi verso di lui,
allungando una
mano. InuYasha portò indietro le orecchie, facendosi
attento, osservando ogni
suo movimento.
«InuYasha...
ti prego... ti prego, dimmi che non ti sei dimenticato di
me...» singhiozzò a
mezza voce la ragazza, continuando ad avanzare come in trance.
Il bel cane,
da uno splendido pelo argenteo illuminato dai raggi della luna appena
apparsa,
non si mosse e continuò a fissare silenzioso la ragazza che
muoveva un passo
dopo l’altro, lentamente.
Poi InuYasha,
d’improvviso, si mise ad annusare l’aria in
direzione di Kagome, come cercando
di individuarne e riconoscerne l’odore. Lei allora si
fermò, in febbrile
attesa.
Il cane annusò
a lungo, come riflettendo, poi smise di colpo.
Lentamente la
sua espressione si trasfigurò. Il muso iniziò ad
incresparsi e la bocca ad
aprirsi leggermente, mostrando i denti aguzzi. Poi si chinò
un po’, mettendosi
in posizione d’attacco e iniziando a ringhiare forte.
Kagome,
terrorizzata, non si mosse.
InuYasha
ringhiò ancor più forte, facendo scorrere gli
artigli della zampa destra sul
terreno.
«Dimmi...»
sussurrò Kagome, presa da dei leggeri singulti e
completamente tremante «Dimmi
che non ti sei dimenticato, InuYasha...»
Il mezzo-demone
abbaiò forte e ringhiò ancora e, infine,
saltò contro la ragazza.
Kagome strillò
e cadde a terra, con InuYasha sopra che, dopo averle conficcato gli
artigli
della zampa sinistra nella spalla, e quindi dopo un urlo di dolore
della
ragazza, rimase immobile, con il muso a pochi centimetri dal volto in
lacrime
di Kagome. Il mezzo-demone mostrava ancora i denti e il suo respiro era
pesante
e caldo: si infrangeva sul viso della ragazza paralizzata a terra per
il
terrore e per la forza di InuYasha che la teneva bloccata.
Il mezzo-demone
prese a fissarla con intensità, percependo il contatto con
il caldo sangue che
fuoriusciva dalla spalla della ragazza. E lei, in un lume lontano, in
quello
sguardo rivide il suo InuYasha, quell’ InuYasha che mai le
avrebbe fatto del
male. Ma era una luce flebile e lontana, fatto che portò
Kagome nello sconforto
più totale.
«Ricordati di
me...» pianse in un bisbiglio la ragazza
«Ricordati...»
InuYasha
corrucciò la fronte, osservandola con più
intensità, e sembrò come rilassarsi
un po’. Però ancora non mollava la presa e
sembrava che non si ricordasse
affatto della ragazza sotto di lui.
«Chi c’è?»
«Andiamo a
vedere!»
«Avete sentito
anche voi qualcuno urlare?»
InuYasha alzò
subito il capo, drizzando le orecchie. Sembrava si stessero avvicinando
diverse
persone. Ringhiò un istante in direzione delle voci, poi
tornò a guardare
pensieroso Kagome. Dopo di che, estrasse gli artigli dalla spalla di
lei, che
lanciò un piccolo gemito, e poi corse via veloce da
lì.
«No! Aspetta,
InuYasha!» gridò Kagome, mettendosi seduta e
tenendosi con una mano la spalla
ferita «Ti prego, non andartene! Non mi lasciare sola!
InuYasha!»
Ma il mezzo-demone
era ormai lontano e Kagome, sfinita e ancora spaventata, svenne cadendo
a
terra.
Continua...
Dopo una lunghissima "assenza",
ecco che mi immergo di nuovo nel mondo delle fic, con questa fanfiction
che ho concluso da poco (dopo mesi e mesi di duro lavoro!). E'
la prima su InuYasha che scrivo (convinta ad iniziarla dopo
un'ispirazione improvvisa mentre vedevo per la prima volta il terzo
film della serie "La spada del dominatore del mondo")... spero
vivamente che i personaggi non siano OOC! Ho cercato di
descrivere nei minimi dettagli il loro carattere (che fatica quando
dovevo scrivere di Sesshomaru!)... spero di esserci riuscita!
Essendo appunto la fanfiction terminata, potrò aggiornare
periodicamente. ^^
Il prossimo aggiornamento sarà lunedì 9.
Grazie
in anticipo a tutti coloro che leggeranno. :)