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Autore: LorasWeasley    12/12/2015    6 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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13.Dimenticare


Annabeth, Calypso ed Hazel uscirono quella sera per festeggiare i primi esami passati prendendo un taxi.
Si portarono dietro anche Piper e Reyna. Ad Annabeth stava troppo antipatica la sua compagna di stanza per invitarla.
Scelsero un pub molto grande e affollato, nessuno era di quella zona eccetto Piper, così si fecero guidare da lei.
Non era così brutto, sembrava anche abbastanza raffinato e perfettamente abbinato con l’abbigliamento che avevano scelto, né troppo elegante né troppo sportivo.
Parlarono quasi esclusivamente di ragazzi e del ballo imminente.
Non che avessero altri argomenti con Piper e Reyna davanti. Non potevano parlare né del loro passato né di loro nel particolare, così trovarono quell’argomento comune.
Anche Annabeth sembrava divertirsi per quanto potesse odiare quegli argomenti così frivoli e senza uno scopo finale, molto probabilmente era tutto merito dell’alcool che le girava in circolo.
Reyna era quella che non si integrava poi così tanto, aveva bevuto pochissimo e continuava a guardarsi intorno, come se stesse aspettando qualcuno o qualcosa.
Annabeth la teneva d’occhio, ma più alcool le circolava in corpo e più le veniva difficile.
Erano sedute al bancone del bar quando Piper annunciò che aveva urgentemente bisogno del bagno, scappò via trascinandosi dietro anche Calypso.
Dopo che le loro ordinazioni arrivarono Reyna si ricordò all’improvviso qualcosa di importante e chiese ad Annabeth di accompagnarla al guardaroba dove avevano lasciato le borse e i telefoni, non lasciò alla bionda il tempo di protestare che l’aveva già portata via.
Hazel rimase sola al bancone.
Dopo che le due ragazze scomparvero dalla sua vista riportò lo sguardo al suo drink rosso sangue e ne prese un lungo sorso.
Si era ubriacata parecchie volte in vita sua, ma mai un sorso di qualsiasi cosa le aveva fatto un effetto così immediato e potente.
Con quel poco di lucidità che le rimase capì all’istante che qualcuno le aveva drogato il drink mentre era girata, era l’unica spiegazione plausibile.
Le girò la testa così forte che cadde dallo sgabello su cui era seduta, vide il pavimento avvicinarsi sempre di più fino a quando due braccia forti non la fermarono.
Vedeva sempre più sfocato e non riusciva a connettere bene il cervello.
Era un ragazzo biondo e con un sorriso quasi sadico che la stava tenendo per non farla finire a terra. Aveva anche un volto vagamente familiare, forse l’aveva visto a scuola.
-Non svenire bellissima, ci servi sveglia.
Hazel non riuscì a protestare in nessun modo quando la portarono via.
 
Frank si stava godendo la pace della sua stanza mentre mancava il suo compagno, quando venne interrotto da una chiamata al cellulare.
Era Hazel.
Corrugò la fronte mentre rispondeva, la ragazza doveva essere fuori a divertirsi con le altre ragazze, perché lo stava chiamando?
-Hazel?
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi la voce flebile della ragazza – Frank … sto male … aiutami …
Il ragazzo iniziò a preoccuparsi anche se cercò di mantenere la calma – Hazel. Dove sei? Cosa è successo?
-Qualcosa … bicchiere … non so dove sono, ma … vieni subito … vogliono sapere …
La voce divenne sempre più flebile fino a quando non si interruppe del tutto, si sentì un botto e la chiamata si chiuse.
Nella migliore delle ipotesi il cellulare le era caduto di mano, nella peggiore … Frank non voleva neanche pensarci.
Uscì dalla stanza e corse, come non aveva mai corso in vita sua, fino alla stanza di Leo.
Grazie a qualche divinità di lassù il ragazzo era in camera, mancava Nico, ma Leo c’era.
L’orientale non gli diede neanche il tempo di parlare che spiegò di gettò cosa dovesse fare.
-Leo! Devi rintracciare subito il cellulare di Hazel, l’hanno drogata, era sola, l’hanno portata da qualche parte, dobbiamo andare subito.
Il ragazzo capì abbastanza in fretta la gravità della situazione e fece come gli era stato detto senza proferire parola.
Fece qualcosa con il suo cellulare e lo lasciò a caricare delle informazioni, o questo fu ciò che comprese Frank.
Mentre aspettava Leo si infilò in fretta le sue scarpe e prese al volo il giubbotto.
Poi corsero insieme fuori a perdifiato.
Quando salirono su un taxi, Leo gli indicò le indicazioni che il suo cellulare aveva trovato.
Non era un posto molto lontano, senza confusione sarebbero stati li in 6 minuti.
-Non era con le altre ragazze?- Chiese Leo.
Frank semplicemente annuì, non riusciva a dire una parola.
Leo riprese in mano il cellulare e chiamò a Calypso, la ragazza aveva però la segreteria telefonica.
Solo quando furono quasi a destinazione lei lo richiamò.
-Hey- rispose Leo.
-Non troviamo più Hazel- disse subito preoccupata la voce di Calypso – Provo a chiamarla da 10 minuti e non risponde al cellulare.
Leo si spiegò il perché della segreteria telefonica.
-Lo so, ha chiamato  a Frank, stiamo arrivando, ho trovato la sua posizione grazie al cellulare, se sempre è ancora insieme a quest’ultimo. Da quello che ho capito qualcuno l’ha drogata. Si trova nel posteggio dietro questo locale- E le disse il nome, la ragazza confermò che era proprio il luogo dov’erano andate.
Quando arrivarono pagarono in fretta il taxista lasciandogli una generosa mancia e uscirono velocemente dal veicolo.
Davanti l’ingresso trovarono Calypso che li aspettava.
-Annabeth è dentro con Reyna e Piper, abbiamo pensato che era meglio tenerle all’oscuro. Ci scommetto quello che volete che tutto ciò centra con la nostra missione.
I due ragazzi annuirono poi iniziarono a correre verso il parcheggio sul retro.
Era quasi deserto, ma notarono che una macchina stava sfrecciando via a tutta velocità.
Era buio e i fari accecarono i ragazzi a piedi non permettendo di vedere chi fosse all’interno del veicolo, ma i due ragazzi all’interno avevano visto perfettamente i loro volti.
Avevano aggiunto 3 nuove persone alla loro lista.
Nessuno di loro gli diede molta importanza, soprattutto quando notarono una figura minuta stesa a terra.
Frank fu il primo ad arrivare da lei, le si inginocchiò accanto e si portò il suo corpo al petto.
Hazel faceva fatica a tenere gli occhi aperti.
-Ti hanno drogato, ma va tutto bene adesso, ci siamo noi.
La ragazza fissò Frank intensamente negli occhi e mormorò qualche frase sconnessa.
-Lo sanno. Sanno della nostra missione … Volevano che gli dicessi chi altro è coinvolto. Erano due della scuola …
-Chi?- Chiese Leo.
Lei scosse la testa con una smorfia –Non so i loro nomi.
Era frustata, avrebbe potuto indicarglieli il giorno dopo, ma sapeva che non appena si fosse addormentata avrebbe dimenticato tutto. E sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti.
-Lo sanno- continuò la ragazza –Sanno di me … Ora sanno anche di voi tre …
A quel punto chiuse gli occhi definitivamente scivolando nel sonno.
Frank la prese in braccio rialzandosi.
Calypso intrecciò la mano a quella di Leo quasi come un riflesso involontario alle ultime parole della ragazza.
 
Annabeth stava tornando nella sua stanza sciogliendosi la treccia e lasciando i suoi lunghi ricci biondi liberi sulle spalle.
Stava pensando a tutto quello che era successo quella notte, arrivò alla conclusione che alla fine era stato un bene.
In questo modo avevano capito che il signor McLean sospettava che qualcuno si fosse infiltrato, ma non sapeva di certo chi era coinvolto.
Dovevano cercare di ampliare ancora di più le loro amicizie, se fossero stati loro nove sempre insieme l’avrebbe capito prima o poi.
Mentre il suo cervello lavorava in tutti i modi possibili incontrò Percy.
O meglio, lo vide mentre stava seduto a terra, appoggiato al muro nel bel mezzo del corridoio, la testa fra le gambe.
-Percy?- Domandò cauta la ragazza avvicinandosi.
Lui alzò lo sguardo su di lei, aveva gli occhi completamente rossi.
Annabeth a primo impatto pensò che stesse piangendo, ma quando il ragazzo fece uno strano sorriso capì che li aveva rossi non per il pianto.
-Nico è davvero simpatico quando vuole- commentò – Anche se non è proprio colpa sua se ci siamo ridotti in questo stato, gliel’ho chiesto io.
Annabeth sospirò e lo aiutò ad alzarsi per accompagnarlo in camera.
-Perché?- Volle sapere.
Percy non rispose subito, lo fece dopo un po’ in un sussurro quasi inudibile –Perché mi sento così solo…
Annabeth non disse più nulla, entrò in camera sua senza neanche bussare, era già occupata da Will, seduto alla sua scrivania a fare qualcosa a computer.
-Che è successo?- Chiese subito aiutando Annabeth a metterlo a letto.
-Lui e Nico si sono passati il tempo a fumarsi una scorta di canne che sarebbe benissimo bastata a metà dei ragazzi di qui dentro, penso.
-Will, ho fame- Commentò Percy quando si accorse che c’era anche il suo compagno di stanza.
Will sembrò non sentirlo e chiese a sua volta – Dov’è Nico adesso?
Percy dovette pensarci su parecchio –In camera sua, forse, non ricordo se quella fosse sul serio la sua camera- poi ridacchiò – è andato a sbattere contro la porta.
Will guardò Annabeth come a chiedergli “Pensaci tu qui, per favore”.
La ragazza annuì e il biondo andò via dalla stanza.
-E’ andato a prendermi del cibo?- Chiese ingenuamente Percy.
-Si- mentì Annabeth –Fra poco torna, perché adesso tu non dormi?
Gli doveva fare smaltire in qualche modo tutto quello che si era fumato e tenerlo sveglio non era poi una cosa così buona.
-Mi dispiace- sussurrò a quel punto il ragazzo.
-Per cosa?- Fece confusa Annabeth.
-Per quando ho fatto quella cosa che ha iniziato a farmi odiare da te, qualsiasi cosa sia stata, sappi che non volevo. E’ che sono sempre così … Idiota. E tu sei praticamente fantastica, in tutto. Sei brillante, intelligente, bellissima e fiera. E ti meriti tutto ciò che c’è di meglio in questo mondo, quindi è normale che non voglia avere nulla a che fare con me, lo capisco. Non ti avrei mai neanche detto una cosa del genere se non fossi sicuro che domani mi sarò già dimenticato tutto.
Annabeth rimase senza parole.
Poi, piano, si chinò su di lui e gli lasciò un leggero bacio in guancia, quasi sull’angolo della bocca.
-Ma io non scorderò una parola- Gli sussurrò.
Percy fece un leggero sorriso.
 
Quando Will entrò in camera trovò Nico steso nel suo letto, a pancia in su con uno sguardo vacuo diretto al soffitto.
Quando il moro si rese conto del rumore alla porta, abbassò lo sguardo e ridacchiò alla vista di Will.
-Ciao bellissimo.
Will si immobilizzò per le parole che erano appena uscite dalla bocca del più piccolo, quando si ricordò che era completamente andato si disse di lasciar correre continuando ad avvicinarsi al suo letto.
Nico mise il broncio e borbottò –Mi fa male la fronte, quella stupida porta mi è arrivata contro.
-La porta. Certo.- Gli diede corda il biondo avvicinandosi al suo volto, cercando di capire se si fosse fatto seriamente male.
Trovò un punto vagamente rosso, ma non era grave, sicuramente gli sarebbe cresciuto un livido.
-E’ vero. Io camminavo tranquillamente e lei ha deciso di ondeggiare e venirmi contro. Però Percy non l’ha preso. Che antipatica, non trovi?
-Davvero tanto.
Will ancora si stava domando perché fosse corso subito in camera sua, mentre continuava ad assecondarlo dopo essersi seduto al suo fianco sul letto.
-Perché vi siete ridotti in questo stato?- Sbottò a un certo punto.
Nico ci dovette pensare per un po’ – Percy era triste, voleva arrivare ad essere così e aveva bisogno di me per procuragli la roba, poi ho deciso che non potevo di certo lasciarlo solo e mi sono unito a lui facendomi solo qualche tiro.
-Solo qualche tiro, come no.
Nico sembrò non sentirlo – Perché non ti univi a noi? Ti saresti divertito.
-Sto bene così.
Nico ridacchiò di nuovo – Sei così innocente e adorabile. Mi rendo conto del perché tutti si innamorino di te.
-Di chi stai parlando?- Volle sapere il biondo, ma Nico fece di nuovo come se non l’avesse sentito.
-Vorrei tanto essere al tuo posto. Sei stato davvero fortunato a finire in stanza con Percy. E’ bellissimo, non trovi?
-Io … - Will si sentì qualcosa nello stomaco, qualcosa di invadente che avrebbe tanto voluto vomitare via – Si – abbassò infine lo sguardo – E’ bellissimo lui, è normale che ti piaccia.
Nico ridacchiò di nuovo e si portò un dito alla bocca – Non dirlo a nessuno però.
Will annuì con un sospiro infranto, non sapeva se fosse un bene o un male il fatto che il giorno dopo il moro non si sarebbe ricordato assolutamente nulla.
-Ho sonno.
-Perché non dormi allora?- Chiese dolcemente Will riportando lo sguardo su di lui.
Nico scosse violentemente la testa – Se dormo non posso combattere quando loro mi troveranno.
-Nico, non c’è nessuno che vuole farti del male.
Nico continuò a scuotere la testa – Tu non sai, non sai.
-Okay, facciamo così, io resto qui e aspetto che ti addormenti mentre ti proteggo, così tu ti riposi.
-Me lo prometti?
-Te lo prometto.
Nico chiuse gli occhi mettendosi comodo.
Will si perse a fissarlo. Era bellissimo.
Una figura monocromatica bianca e nera. Metà angelo e metà demone, nessuna via di mezzo.
Sulla carnagione pallida spiccava il nero dei capelli, delle lunghe ciglia nere, i suoi occhi coperti dalle palpebre erano dello stesso colore, Will lo sapeva bene. I vestiti e il tatuaggio.
Will trovò bellissimo anche quello, non si era mai fermato a osservarlo seriamente, non fino a quel momento. Da lontano sembrava tutto completamente nero, ma in realtà era un intrico fitto di linee e ghirigori, un disegno astratto. Gli copriva tutto il braccio finendo quasi sul dorso della mano.
Qualche secondo dopo Nico riprese a parlare sempre con gli occhi chiusi – Will?
Il biondo si riscosse dalla sua contemplazione -Dimmi Nico.
-In realtà è il contrario, è lui quello fortunato.
-Come?
-Percy. E’ lui ad essere fortunato. Per avere te come compagno di stanza.
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Ed eccomi qui con tutto ciò che avevo lasciato in sospeso la scorsa settimana!
Mh, a detta di word questo è per adesso il capitolo più lungo che abbia scritto, è anche uno dei miei preferiti.
Nella prima parte troviamo principalmente Frazel e un piccolissimo accenno di Caleo, anche se quei piccoli gesti sono quelli che amo di più.
Se non si fosse capito, i due ragazzi che se la "prendono" con Hazel sono Ottaviano e Chris Rodriguez, citati lo scorso capitolo alla fine: "ho in mente un piano, avrò bisogno dall'aiuto di Ottaviano e Chris".
Sempre riferendoci allo scorso capitolo, è questo il favore che Percy ha chiesto in privato a Nico.
Percy è sempre stato visto come l'eroe, il ragazzo perfetto senza neanche un difetto, pronto a tutto. Ma anche lui ha dei sentimenti e dei "momenti no", anche lui ha le sue insicurezze e le sue paranoie. E penso anche che non sia proprio il tipo di fare un discorso del genere ad Annabeth, non si sarebbe mai messo a nudo così presto. Aveva solo bisogno di un... aiutino.
Ovviamente, anche Nico non avrebbe mai detto nulla di ciò che è uscito dalla sua bocca se non fosse stato per le canne. Non è decisamente da lui.
Comunque, come avrete già ampiamente capito, nè Hazel nè Percy e nè Nico ricorderanno qualcosa di questa serata.
Alla prossima settimana! Deh
  
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