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Autore: BluBabuska    12/12/2015    3 recensioni
La chiamata giunta in un momento cruciale della vita di ogni uomo: l'adolescenza. In questo periodo si fanno scelte determinanti per la propria vita e Bellatrix Black lo sa bene.
Scritta per il contest "Choise a God, a Muse and write your story".
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Premesse: Questo storia l'ho scritta per un contest al quale ho partecipato se non erro nel 2013, quindi un saccco di tempo fa, ma poi mi sono dimenticata di EFP e non l'ho mai pubblicata. Non ricordo come mi fossi classificata e nel pubblicarla oggi non ho voluto rivederla perchè probabilmente non l'avrei mai pubblicata, dato che il mio modo di scrivere è cambiato in due anni.
Ciò detto, buona lettura!

 

Era notte fonda e il cielo era nero come la pece, la luna non si vedeva. Un gufo era appollaiato su un albero poco distante da una finestra. La finestra in questione era quella della camera di Bellatrix Black. La donna era eccitata, fissava continuamente il suo braccio. Il suo Signore l'aveva chiamata, finalmente. Un fruscio distrasse Bellatrix, che si voltò verso la finestra, ma non vide nulla, cosí tornò a guardare il suo braccio, il Marchio Nero bruciava tantissimo, ma lei gioiva quel dolore.

 

"Hai quasi rischiato di farti vedere!" tuonò Voldemort "Chiedo scusa, mio Signore, ma non é contento dei risultati che ho ottenuto?". Voldemort stette un attimo in silenzio, poi disse "Era eccitata? Sarà un'ottima Mangiamorte fedele".

Rodolphus Lestrange ripensò a quella donna, anzi, a quella ragazza che cercava di fare la donna, poiché era molto giovane, poteva aver finito Hogwarts da un paio d'anni. Ed era anche bella. Con quei suoi ricci neri scarmigliati e quegli occhi nero pece sembrava una ribelle.

Forse la sua voglia di unirsi ai Mangiamorte era soltanto questo, una ribellione, un capriccio da fare ai suoi genitori, certamente gente distinta, data la magnificenza della villa in cui viveva.

Quella ragazzina non sapeva a cosa andava incontro, morte, morte e ancora morte, e dolore. Quel capriccio le sarebbe costato caro.

 

"Aaah!" la ragazzina dai capelli neri urlò "Lascia stare il mio braccio Cissy! Non ti sopporto piú, non ti aiuterò con il compito di Pozioni".

La sorella rimase interdetta, per un attimo le era sembrato che la sorella avesse urlato per il dolore, invece era solo infastidita. Era rimasta stupita dal comportamento della sorella, anche perché l'aveva sempre aiutata nei compiti.

 

Il vecchio pendolo batté l'una, Bellatrix prese un soprabito nero e uscí, incamminandosi verso la periferia della città. Un gufo la seguiva, nascondendosi di volta in volta dietro edifici o tra gli alberi, ma sapeva che non ce n'era bisogno, infatti la ragazza era molto emozionata e a stento si accorgeva delle strade che percorreva.

Lord Voldemort infatti aveva proibito alla novellina di Materializzarsi. Il gufo ammirava la sua tenacia e la sua resistenza.

Dopo quasi un'ora di cammino, la donna raggiunse la radura dell'appuntamento.

 

"Vieni avanti Bellatrix Black!" disse una voce. La donna si fece avanti. Era cambiata, notò Rodolphus, non aveva piú quell'aria da ragazzina emozionata e sul suo viso si leggeva fermezza.

"Per entrare a far parte dei Mangiamorte devi uccidere quest'uomo". Bellatrix vide che, nell'angolo indicato, un uomo si dibatteva inutilmente e gemeva "Stai zitto tu!" urlò un Mangiamorte, mentre gli scagliava una Maledizione Cruciatus. L'uomo lanciò un grido, "Ora" pensò Bellatrix. Una scia verde uscí dalla sua bacchetta e colpí il petto dell'uomo.

"Bene" disse una voce fredda alle sue spalle. Bellatrix si voltò e vide che un uomo era apparso dal nulla. Tutti i presenti si inginocchiarono e lei fece lo stesso.

"La novellina ha superato la prova, ora possiamo passare al piano". Rodolphus vide la donna reprimere l'impulso di dire qualcosa per quanto riguardava la "Novellina". Era una donna molto orgogliosa, Bellatrix Black.

"Tiger e Avery, voi entrerete per primi" disse Voldemort "Malfoy e Goyle, voi bloccate le porte dietro, Lestrange, tu prendi la novellina e sorvoli il cielo, Ivan Price imparerà a insultare Voldemort e i suoi seguaci!" disse con la voce che fremeva d'odio.

"Malfoy" pensò Bellatrix. Conosceva quell'uomo, era venuto piú volte a farle visita nella loro villa. In realtà sembrava piú interessato a Cissy, ma era meglio cosí, era uno tutto perbene e lei odiava gli uomini cosí.

Bellatrix appellò la sua scopa e seguí il Mangiamorte. Vide Voldemort entrare, poi un urlo e il signor Price non appartenne piú a questo mondo.

Bellatrix provò gioia per la morte di quel signore, era convinta che un altro passo per liberare il mondo da quegli schifosi di difensori dei Babbani. E dai Babbani, ovviamente, ma quelli non contavano nulla, una volta tolte le radici della pianta cattiva, i rami sarebbero appassiti velocemente.

Non vedeva l'ora di raccontare ai suoi cosa aveva fatto, finalmente avrebbero smesso di complimentarsi con Cissy perché era buona ed educata e avrebbero lodato anche lei.

Era gelosa di sua sorella, Bellatrix Black, ma se qualcuno glielo avesse fatto notare, avrebbe detto che non sopportava i modi troppo mielosi mielati/ le smancerie della sorella.

Gli anni passavano, Narcissa Black si era sposata con Lucius Malfoy, proprio come Bellatrix aveva immaginato. Lei invece non si era ancora sposata, pur essendo piú vecchia della sorella, non aveva trovato ancora un uomo che fossee degno del suo amore, erano tutti troppo deboli. L'unico che le faceva battere il cuore, non sarebbe mai stato suo. E lo sapeva bene.

Per questo colse la palla al balzo quando Rodolphus Lestrange chiese la sua mano ai suoi genitori. Lo conosceva abbastanza perché faceva anche lui parte dei Mangiamorte ed era sufficientemente stimato da Lord Voldemort. Bellatrix si era accorta che era cotto di lei.

Ma Bellatrix non lo amava. Dopo il loro matrimonio era diventata fredda come il ghiaccio.

Nella loro nuova villa dormivano in stanze separate. Ogni tanto, quando Bellatrix era sola nella sua camera, un gufo si avvicinava alla finestra e, coperto dalla notte, la osservava mentre si cambiava per andare a dormire, i suoi movimenti erano sinuosi, i lunghi capelli, finalmente sciolti, le coprivano tutta la schiena. Anche quando dormiva, Bellatrix Black* aveva quell'espressione temibile che la rappresentava.

 

I Mangiamorte continuavano nella loro opera di sterminio dei Babbani, scie di morte li seguivano e ormai anche Bellatrix faceva parte di questi sterminatori. Provava una grande gioia quando vedeva cadere un acerrimo nemico ed era presa da una grande euforia. Era spietata e Voldemort l'adorava per questo. Invischiata/immischiata nei meccanismi del male e dell'odio, sprofondava sempre di piú, divenendo ancor piú spietata.

Rodolphus approfittava di questi momenti di euforia della moglie, nei quali quella invisibile barriera di ghiaccio si scioglieva.

Per il resto del tempo invece era fredda e distaccata, uno scudo di ghiaccio le imprigionava il cuore, che non voleva battere per lui.

 

Una sera si erano ritrovati a cenare insieme.

"Passami il vino!" ordinò Bellatrix. Subito il marito si affrettò a porgerglielo "Fammi il pollo" disse secca. Rodolphus si alzò, era la prima volta da quando si erano sposati che gli rivolgeva la parola in casa. "L'hai bruciato" disse con voce dura, ma gli angoli della bocca si storsero. E finalmente Rodolphus capí che Bellatrix-Cuore-Di-Ghiaccio non era cambiata per niente. Possessiva e spietata, ma sempre la Bellatrix Black capricciosa e ribelle.

In fondo Bellatrix amava Rodolphus anche se non l'avrebbe mai ammesso. Questo era soltanto l'ennesimo capriccio.


 

  
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