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Autore: AngelofDrakness    12/12/2015    2 recensioni
Post Avengers
La guerra è finita e Loki è stato sconfitto. Thor decide di partire il giorno dopo, ma una nuova minaccia metterà in difficoltà lui e gli altri eroi.
Dal testo: L’aria fresca della sera gli pungeva gli occhi. Thor si passò una mano sui capelli biondi, arruffati dal vento. Era sulla grande terrazza esterna della Stark Tower, e da lì poteva vedere il disastro nella quale New York era sprofondata. Strade divelte, grattacieli distrutti e pericolanti, vecchie carcasse di automobili ormai inutilizzabili. I chitauri si erano già polverizzati, lasciando solo una scia di quello che avevano fatto. Thor era uscito per prendere un po’ d’aria, perché il clima di allegria dei suoi amici stava iniziando a soffocarlo. Era stremato dalla battaglia. Quella battaglia alla quale non voleva partecipare, perché c’èra anche suo fratello Loki.
*Non sono presenti nuovi personaggi
[Thorki, Clintasha, alcuni cenni alla Stony]
Genere: Avventura, Azione, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PRIMA CHE TUTTO COMINICI

 
                                                                            <<Padre, ora tienimi la mano, tienila vicino al cuore, puoi sentire che ti amo>> Povia. La Verità

 
 
Asgard, la città eterna, casa degli dei e capitale dei nove regni. Situata in mezzo al mare e alla natura più rigogliosa che fa da sfondo alle costruzioni delle torri e delle abitazioni. Guglie di cristallo che sfidano la gravità, veicoli che vibrano nel cielo sfrecciando nel vento primaverile. Maestosa, con la reggia d’oro del padre degli dei, cosi divina da toccare il cielo senza nuvole e il sole caldo della vita; Capitale perfetta in ogni particolare, mozzafiato in ogni altura, aggraziata come nient’altro  al mondo. Così Thor l’aveva descritta sulla Terra, soffermandosi meravigliato su ogni particolare. Sembrava esagerato quel suo racconto, troppo fantasioso, troppo… magico. Eppure, in quel preciso istante, ogni vendicatore si ricredette.

“È… è… paradisiaca!” mormorò Steve guardandosi attorno. “Sembra di essere in un sogno”
“Tu abiti qui?” domandò occhio di falco “Stai scherzando, vero?”
“Non è che abbiamo sbagliato indirizzo?”
“Siamo morti. Non c’è altra spiegazione”
Thor rise di gusto nel vedere le facce estasiate dei compagni e le loro assurde domande. E questi sarebbero gli eroi di Midgard?
“Ragazzi, ve l’ho spiegato, non c’è nessun sortilegio: questo è Asgard, Il mio regno”
Si misero in marcia verso la reggia, chiacchierando del più e del meno. Sotto i loro piedi i sentieri di terra battuta si sostituivano a strade lastricate di ciottoli e pietre lucenti via via che si avvicinavano al centro abitato. Dopo una buona mezzora, con una sosta al mercato cittadino, giunsero a palazzo. Alcune guardie riconobbero il principe e si inginocchiarono prontamente, aprendo il pesante portone. Districandosi tra lunghi corridoi arrivarono finalmente alla sala del trono. Thor stava per aprire le porte quando una voce famigliare lo bloccò.
“Thor! Figlio mio!” la figura di Frigga comparve da dietro una colonna. Non era invecchiata neanche un po’, i lunghi capelli incorniciavano il viso angelico mescolandosi al vestito nocciola che portava con grazia.
“Madre!” Il biondo si avvicinò e le fece il baciamano, da bravo gentiluomo. Frigga però lo accolse in un tenero abbraccio. Quel contatto affettuoso gli fece veramente capire di essere arrivato a casa dopo tanto tempo.
“Thor ci sei mancato. Sono contenta che tu sia tornato sano e salvo. Tuo padre ed io eravamo in pensiero per te e per tuo fratello”  Frigga si sciolse da lui e si guardò intorno. “Buongiorno, gentili midgariani” salutò con trasporto ogni vendicatore, soffermandosi su ognuno di loro. La regina si bloccò verso la fine, stupita. Thor si morse il labbro e capì che la madre cercava il secondo figlio. “Thor? Dov’è Loki?” calò un lungo silenzio, nel quale nessuno osò aprir bocca. La regina aprì la sala del trono senza dire nulla, gravata da un cupo presentimento.  I vendicatori entrarono e andarono incontro ad Odino, che, seduto sul trono, leggeva una lunga pergamena.
“Padre!” Thor si inginocchiò felice sulla grande scalinata, contento di rivedere il suo amato genitore. Gli altri lo imitarono incerti. Odino sedeva tranquillo, l’armatura d’oro dei suoi antenati brillava sotto la luce calda del sole, creando giochi di luce. Una mano grattava la lunga barba mentre l’altra poggiava sul bracciolo con il documento, in attesa.
“Thor, figlio mio. Bentornato dalla Terra. Gli esiti della battaglia sono positivi?” Odino chiuse la pergamena, guardando il figlio con aria stanca. Era molto impegnato con le mansioni del regno e la guerra con Jötunheim si stava protraendo senza esiti da quasi un anno. In più, pensare ai problemi che affliggevano i suoi due figli gli costava un grande dispendio di energie e pazienza. Soprattutto quella.
“Ehm… certo padre…”                                                                                    
“Non mi sembri molto convinto.” Guardò gli eroi “Alzatevi, gentili ospiti, se date retta a mio figlio passerete l’eternità di fronte a me” Odino sorrise alla moglie. Si alzarono e a turno si presentarono al cospetto del padre degli dei.
“Sono Anthony Stark, ma può chiamarmi Tony. Sono un genio, milionario, playboy e filantropo e nel tempo libero vesto i panni di Iron Man, una tuta robotica di mia invenzione. Vorrei sapere come costruite le vostre armi, utilizzate una tecnologia innovativa?” Thor lo zittì subito tirandogli un calcio nello stinco. Se non fosse stato per l’occhio mancante Tony avrebbe scommesso al cento per cento che Odino era Babbo Natale in persona, in pensione nell’attesa della notte del 25 dicembre.
“Piacere di conoscerla, re. Sono Steve Rogers, capitano dei Vendicatori e collaboratore dello S.H.I.E.L.D. Grazie a uno speciale siero sono diventato Capitan America e proteggerò la mia patria e i miei amici a costo della vita”
“Sono Natasha Romanoff, originaria dalla Russia. Sono una spia e un abile assassina”
“Mi chiamo Bruce Banner, il mio lavoro consiste nello studio dei raggi gamma e nelle scienze in generale. Vi consiglio di non farmi arrabbiare”
Clint Barton, agente dello S.H.I.E.L.D. e arciere infallibile, la informo che ho avuto parecchi problemi con il vostro figlio minore”
Odino li ascoltò e sembrò felice di conoscerli. Frigga gli sussurrò qualcosa e il sorriso divertito sparì dalle sue labbra.
Thor…” il figlio si mise sull’attenti “…dov’è Loki?” Il padre riformulò la stessa domanda di poco prima. Al dio le parole gli morirono in gola, come tutto il coraggio che aveva raccolto in quelle ore.
“Lo…Loki è sparito” disse alla fine, poco convinto.
“Mi stai dicendo che tuo fratello è sparito di nuovo nel nulla dopo che ti ho mandato a prenderlo?!”
“No! È andato via… lontano… non so dove… e... neanche lui lo sa… credo…” Thor iniziò a giocherellare con le dita in preda all’ansia, e questo gesto iniziò a spazientire Odino.
“Potresti essere più chiaro?”
“Ehm, si padre! Sono chiari, no sono scuri… blu! Sono blu!”
“Basta!!” Odino urlò con tutto il fiato possibile. Tutti si paralizzarono, muti come pesci. Il padre degli dei batté la sua lancia sul pavimento e la stanza vibrò. “Vuoi spiegarti in un linguaggio comprensibile o devo chiederlo ai tuoi compagni?”
Thor deglutì:“ Al termine della battaglia contro Loki e i Chitauri siamo stati di nuovo attaccati. Abbiamo scoperto che il pericolo proveniva da Jötunheim, in particolare da Laufey. Ha rapito Loki e ora vuole conquistare Asgard” disse tutto d’un fiato, biascicando le parole per evitare che si sentissero. Calò il silenzio.
“Laufey? Mi stai prendendo in giro?”
“Non mi permetterei mai padre! L’ho visto con i miei occhi e ora mio fratello è in pericolo. Dobbiamo andare a salvarlo!”
“Ne sei sicuro?” Odino lo guardò perplesso. Certo che sei proprio un fannullone. Gli aveva affidato un compito semplicissimo: recuperare il figlio minore su Midgard, e non era nemmeno riuscito a portarlo a termine. Vai, prendi, consegni. Come bere un bicchiere di idromele. Certo, Loki era praticamente un genio nell’ ingannare le persone e nello scomparire all’improvviso, ma era fatto così. Che pazienza questi figli! Prima che potesse ribattere una guardia entrò di corsa spalancando l’enorme portone di legno. Era leggermente sconvolta e sulla fronte goccioline di sudore lasciavano trapelare tutta la sua agitazione:“ Sire! Sire! Sono stati avvistati tre giganti di ghiaccio nel boschetto a nord, dobbiamo mandare una pattuglia?”
Ma che discorsi! “Sì, un manipolo di guardie dovrebbe bastare, non siate troppo ostili” Odino si alzò dal trono e raggiunse lentamente il figlio, gradino dopo gradino.
“Padre, come è possibile? Non ci sono entrate vicino al bosco…” chiese Thor.
“C’è un passaggio magico” mormorò Frigga accanto a lui “Solo i reali e i maghi esperti lo conoscono” Il dio del tuono alzò le spalle: lui di magie e portali non ne sapeva nulla.
“Loki” Troppo preso a valutare gli avvenimenti Odino non si rese conto di aver pronunciato il nome del figlio ad alta voce. Si guardarono tutti in faccia, preoccupati.
Thor si animò dal suo stato di trance, gli occhi si accesero di paura e il corpo scattò. Odino lo afferrò per un braccio, impedendogli di sgattaiolare verso l’uscita della sala. Il figlio si girò di scatto, arrabbiato. “La fretta non ti porterà da nessuna parte, Thor”
Frigga si avvicinò ai due e posò una mano sulle loro. Poi guardò i vendicatori e con un gesto sommesso del capo fece cenno di avvicinarsi. “Andare a Jötunheim senza una adeguata preparazione farà fallire i tuoi propositi fin dal principio”
“I-io devo andare a salvarlo!”
“Preparati insieme a loro, prenditi un po’ di tempo per i preparativi, figlio mio. Fai rifornimento e inventa un piano d’azione per attaccare la fortezza. Sii saggio e non avventato” Frigga sciolse i due uomini dalla stretta e avvicinò le sue mani al cuore di Thor “Tuo fratello è forte, devi fidarti di lui”
“Ascolta tua madre, Thor” Odino strinse la spalla del figlio, per rassicurarlo.
“Quando partiamo?” intervenne Tony, rompendo il silenzio che si era creato tra i reali.
“Ho bisogno di armi, pellicce e di qualche guardia…”
Frigga sorrise. “So cosa fa al caso tuo”
 
La fortezza di Laufey si trovava vicino al punto in cui Heimdall poteva aprire il varco, non era protetta da montagne e crepacci, solo un solido muro percorreva l’entrata ed era l’unica scelta per un intrusione. Lì vicino sorgeva un villaggio di pochi giganti, innocuo. C’erano poche guardie che sorvegliavano, forse perché Jötunheim non era abituata ad essere attaccata. Secondo quanto stabilito i quattro guerrieri, (Lady Sif, Fandral, Hogun e Volstagg) scelti per combattere con Thor, avrebbero attaccato all’entrata, distraendo il lato frontale e creando scompiglio. Sul retro i vendicatori avrebbero scavalcato il muro per poi combattere in silenzio per garantire l’anonimato della missione. L’obbiettivo principale era trovare il re e Loki, per questo Thor, Natasha e Steve sarebbero entrati essendo in grado di combattere silenziosamente. Bruce e Tony avrebbero sollevato il ponte per permettere l’entrata degli Asgardiani. Occhio di falco aspettava il momento della loro sorpresa finale a suon di frecce. Tutto era stato stabilito. Alle armature erano state aggiunte dei rinforzi anti freddo muniti di lana di pecora, per evitare il congelamento. Le loro armi erano dotate di incantesimi difensivi: si sentivano tutti più sicuri e pieni di energia. Si trovarono tutti da Heimdall mezz’ora dopo, ne troppo presto ne troppo tardi. Frigga e Odino chinarono il capo dando il consenso di partire. Heimdall inserì la grossa spada al centro dell’osservatorio ed il portale iniziò a girare su se stesso. I vendicatori guardarono meravigliati quel prodigio che si presentava ai loro occhi, da tempo troppo chiusi alle apparenze che la tecnologia umana poteva offrire. Prima che potessero partire Thor guardò i genitori per rassicurarli. Alzò il martello ed urlò: “Per Asgard!” un sorriso spuntò sul viso delicato della regina. Quando il portale li risucchiò, si sentì solo la voce di Odino.
“Tornate con mio figlio minore”






-Angolo dell'autrice-
Bene! Non maledicetemi o odiatemi vi prego! Lo so che è da tantissimo tempo che non aggiornò ma ero troppo impegnata... Sorry T-T Tenete i pomodori per fare la pizza che è più buona.
Fatto sta che eccomi di nuovo qui col il settimo capitolo, wow! La canzone è di Povia, e credo che la frase sia perfetta per Loki e quel testone di Odino.
Lasciate perdere i nomi colorati, erano un sfizio che volevo togliermi già da tempo. Ho finito! Ci vediamo all'ottavo capitolo!
Thor: era ora! 
Io: ma taci e va a salvare tuo fratello, pentapalmo!

Ok, scusate attimi di delirio O.o
A presto!
AngelofDrakness

P.S: le critiche e i commenti sono sempre graditi <3
   
 
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