16) Ognuno al suo posto (Completato il 3 marzo 2015)
 
Il gesto di Tremotino aveva lasciato spiazzati tutti. Nessuno se l’aspettava. Dopo quello successo con Uncino e le fatine, e il suo ritorno a Storybrook con Morgana, il signor Gold sembrava in tutto e per tutto tornato Oscuro.
E forse era anche lo stesso Tremotino ad essere sorpreso del suo gesto. L’aver rivisto Belle quella notte in città era stato il primo pezzo di un puzzle che voleva ricostruire la sua immagine migliore di lui.
Quella che lo aveva portato a rischiare la vita sull’Isola che non c’è, e addirittura sacrificarsi per eliminare del tutto la minaccia di Peter Pan.
Il fatto che suo nipote Henry fosse di nuovo in pericolo aveva contribuito a completare il puzzle, ma era stato il vedere Belle avanzare verso Camelot a suggerirgli cosa doveva realmente fare.
E quando Belle era a un passo dalla morte, il suo amorevole istinto ha prevalso sul tutto. E ora non gli restava che sperare che Camelot e Storybrooke dimenticassero i suoi passati errori.
«Tremo… mi hai salvato la vita…»
«Io ti amo, Belle, e farei qualunque cosa per te…Mi dispiace tanto per quello che ti ho fatto in passato.  E anche a voi. Soprattutto a te, Uncino»
«Non lo so se posso perdonarti, Coccodrillo. Certo, hai lasciato sorpreso anche me»
«Ci hai prima condannati, e poi salvati. Non so se Camelot debba punirti o ringraziarti» rispose Artù con un sorriso un po’ sarcastico.
«Artù, se siete vivo… è solo merito suo…» si intromise Merlino.
«Si, lo so, ha ucciso Morgana…»
«Non solo per questo. Ecco… è stato lui a far si che la profezia del Grande Drago si avverasse»
«Vuoi dire che…»
«Ha riportato Camelot al momento della vostra dipartita, e così vi ha restituito la vita. E anche la mia, metaforicamente parlando»
«Continuo ad essere confuso… quindi siete stato voi a far risorgere Morgana, oltre a me…»
«Vi assicuro, sire, che non sapevo affatto che riportare Merlino indietro nel tempo avrebbe causato un’altra resurrezione…»
«Beh, è stato un vantaggio per te, devi ammetterlo» si intromise Regina «Senza di lui, non avresti mai recuperato il tuo pugnale»
«Io volevo tornare a casa, e magari avrei anche usato qualche trucco magico purché vi scordaste tutto quanto di sbagliato ho fatto negli ultimi mesi»
«Questo non è un buon modo per convincerci…» Emma era perplessa.
«Basta così!» intervenne Belle «Tremo merita un’altra occasione. L’abbiamo data a tutti, in passato»
Una frase che fece fischiare le orecchie a Regina ed Uncino.
«Belle ha ragione» fu Biancaneve stavolta a parlare «E non vi starete dimenticando di Henry»
Forse era proprio così. Tutti intenti a decidere se perdonare o meno Tremotino, mentre il povero figlio di Emma e Regina era ancora prigioniero dei Sassoni.
«Come faremo a liberarlo?» David era molto preoccupato, ora che era tornata in ballo questa questione.
«Morgana mi ha detto che i Sassoni lo avrebbero consegnato solo a lei, ad accordo ultimato» furono le parole di Tremotino.
«Forse io ho la soluzione» Merlino si fece avanti.
«Tu Merlino?!?» chiese Artù «Ma se sei sempre il solito idiot…scherzo, parla pure»
«Basterà che Tremotino e Morgana andranno da loro a riprenderselo»
«E come?» Emma era perplessa.
«Così» Merlino allungò la mano verso Regina, e pronunciò una formula magica. L’ex sindaco di Storybrooke aveva assunto le sembianze di Morgana, anche negli abiti.
«Scusa, forse avrei dovuto chiederti il permesso…Regina, vero?»
«Si, Merlino, quello è il mio nome. E non preoccuparti. Hai avuto un’ottima idea. Gold, andiamo, ci metteremo un attimo con il teletrasporto»
«Aspetta, Regina» la fermò Tremotino «Cosa dobbiamo farne dei Sassoni?»
«I miei uomini non possono ripartire per una nuova guerra. Ma nonostante ciò, non mi piacciono gli spargimenti di sangue»
«D’accordo, sire. Farò in modo che non possano più darvi fastidio…senza ucciderli»
«Voglio fidarmi della vostra redenzione, allora. Ah, e il palazzo di Morgana…quello potrete distruggerlo, una volta che sarà vuoto»
«Come desiderate. Bene, Regina, ora possiamo andare»
Detto fatto, i due scomparirono, lasciandosi dietro un fumo violaceo.
 
Al castello di Morgana, i Sassoni erano in noiosa attesa, ma quando videro arrivare Tremotino e “Morgana”, non esitarono a tornare sull’attenti.
«Siamo tornati, la missione è andata a buon fine. Ora, riconsegnatemi il ragazzo» affermò l’Oscuro Signore.
«È così, mia regina?» il comandante dei Sassoni si rivolse a quella che pensava fosse Morgana.
«Si, senza alcun dubbio» si limitò Regina senza fare nomi, non conoscendo nessuno dei presenti.
«D’accordo, allora. Portate qui il ragazzo»
Henry fu portato al loro cospetto nella sala grande. Non appariva ferito o denutrito.
«Stai bene, caro?»
«Si, nonno. Che cosa hai fatto? Perché sei tornato ad essere malvagio?»
«Henry, piccolo mio, vieni da me, che ti racconto tutto»
«Su, obbedisci» ordinò Regina, facendogli l’occhiolino.
Quel gesto di complicità spronò il ragazzo ad andare verso di loro, che lo presero entrambi per mano.
«Bene, miei fedeli sudditi» fu Regina di nuovo a parlare «Ho una notizia da darvi: io non sono Morgana»
Alle facce increduli dei Sassoni, Regina rispose togliendosi di suo pugno l’incantesimo di camuffamento.
E così i feroci barbari passarono dall’incredulità alla rabbia. Stavano per scagliarsi contro di loro, ma Tremotino fu più rapido, e li trasformò tutti quanti in…conigli.
«Avete vissuto come lupi, ora morirete da conigli. Vi consiglio di sloggiare in fretta, tra poco questo edificio sarà dato alle fiamme»
I conigli ex umani erano già in fuga, ed uscirono prima che i tre lasciassero l’edificio. Così Regina ebbe l’onore di ravvivare l’ambiente, con il più classico dei suoi incantesimi.
«Vieni figliolo. Dobbiamo tornare a Camelot. Ti racconteremo tutto quanto mentre cavalchiamo»
«Oh, mamma…» Henry finalmente era tornato a parlare, e finalmente si sfogò piangendo. Non era mai stato spaventato come in quei giorni. Anche perché non si aspettava proprio una tale avventura. Non era manco narrata nel suo famoso libro…
Dopo un paio di giorni di cavalcata tornarono a vedere le mura di Camelot.
La vita nel castello era tornata tranquilla, Gaius aveva già curato tutti i cavalieri e soldati rimasti feriti.
E per fortuna, le vittime erano state molto limitate rispetto alle loro previsioni.
Henry quando vide Emma corse ad abbracciarla, e poi fece lo stesso con i suoi nonni materni.
«Bene, è ora di andare» disse David con un po’ di malinconia.
«Io, Merlino, e i cavalieri vi accompagneremo fino ad Avalon» affermò Artù con un gran sorriso sulle labbra.
«Avrebbe voluto venire anche Ginevra, ma è meglio che non si affatichi, per il bambino che porta in grembo»
«Più che giusto» affermò Biancaneve «Andremo a salutarla di persona nelle sue stanze»
Il giorno dopo il gruppo partì, e quando arrivarono a destinazione fu il momento degli addii.
«Grazie per averci aiutato a salvare Henry» Emma parlò a nome di tutti.
«Grazie a voi per averci avvertito degli orchi, e averci aiutato nella guerra» continuò Artù «E grazie anche a te, Tremotino. Alla fine hai fatto la cosa giusta, non scordarlo mai»
«Si, maestà»
«Ci rivedremo?» chiese Merlino
«Chi lo sa?» fu la risposta del Principe Azzurro «A Storybrooke tutto è possibile. Non si sta mai tranquilli»
E il gruppo attraversò il portale riaperto dalla magia di Merlino e Tremotino, per poi richiudersi.
Per sempre?
 
Fine