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Autore: SofiFlo    12/12/2015    2 recensioni
Regina ed Emma sono due ragazze distanti dal mondo che si sono ritrovate ad abitare; ma forse sarà questo a far stringere le distanze tra loro.
[Swanqueen]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Cora, Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Regina passò il giorno seguente a domandarsi dove fosse Emma. Si era svegliata molto tardi, aveva fatto colazione, ed era uscita dal Granny’s e aveva chiesto in paese se qualcuno aveva bisogno di un’aiutante in un lavoro, ma non vide mai la ragazza bionda.
Verso sera stava rientrando e sentì quella voce che già le era diventata familiare chiamarla (con un nome che, ancora, familiare non le era). La aspettò, per percorrere l’ultimo tratto di strada insieme, e le chiese dov’era stata, notando, mentre Emma si avvicinava, un foglia rimata in quei fili d’oro che incorniciavano quel volto angelico.

“Sono andata nella foresta” la bionda con un sorriso misto ad una ristata rispose come se non ci fosse niente di più ovvio al mondo “a suonare. Sto…cercando d cantare anche, mentre suono alcune canzoni, ma – ti rivelerò un altro mio difetto- non ho una bella voce. Credo che mi arrenderò, se provassi a cantare, penso che tutti inizierebbero ad odiare la mia musica…” Regina pensò, per un istante soltanto, che Emma era davvero una persona amichevole, e che non era strano che non avesse problemi a socializzare con le persone, nonostante si fermasse per pochissimo tempo nello stesso posto.
“Oh, non credo che tu ne abbia bisogno. La tua musica è eccezionale, sorprendente, capace di trasportare la mente umana lontano dai problemi quotidiani. E, ti prego, perdonami se ieri sera non mi sono complimentata con te, credo che il mio cervello ce ne sia dimenticato, annebbiato dalla stanchezza com’era.” Le sue guance si colorarono leggermente di rosso non appena si rese conto di essersi lanciata liberamente in una serie di elogi, ma anche di aver ammesso una così grave mancanza di controllo. Eppure, quel tenue colore si notò appena, nel tardo pomeriggio, almeno in confronto al volto di Emma che, invece, arrossì violentemente.
“Ehi, non esagerare, Jean, mi metti in imbarazzo. Io…suono e basta, rallegro un po’ le aerate, tutto qui.” Si sorrisero dolci, in quel rosso momento precedente la sera, e continuarono a camminare, fianco a fianco.

***

Regina era seduta a leggere, quando, all’improvviso, senti alcuni colpi alla porta, forti e in rapida sequenza. Spaventata, corse ad aprire, e si trovò una sorridente Emma che la guardava, senza smettere di saltellare, agitarsi e gesticolare un po’ fastidiosamente. Prima che Regina potesse anche solo salutarla o invitarla ad entrare, la bionda stava parlando, alla velocità della luce, e non sembrava intenzionata a farsi fermare “Ammettilo, lo hai pensato anche tu! È un’idea troppo geniale, è la soluzione perfetta a qualunque problema sia mai esistito, certo, ovviamente, se funziona. Forza, vieni, andiamo subito a provare!”
“Emma! Aspetta un minuto, non mi hai detto cos’hai intenzione di fare” Regina rise, nel pensare a quanto fosse tenera quella ragazza che, pur essendo sicuramente più grande di lei, aveva ancora un po’ di quella magia che avvolge i bambini, energia allo stato puro che dona entusiasmo anche a chi sta loro intorno. E si sentì per un attimo vuota, nel pensare a quanto velocemente lei avesse perso quell’aria, a quanto in fretta aveva imparato a sembrare un adulto in miniatura. “Emma! Non mi hai detto cos’hai in mente!” La bionda non si fermò e Regina non ebbe altra scelta che seguirla, perché sì, in teoria sarebbe potuta ritornare in camera, ma ormai era curiosa di sapere cosa passasse per quel biondo cranio. Appena prima di entrare in quella che, Regina pensò, fosse la sua stanza, Emma si voltò, le lanciò uno sguardo complice, e le fece segno di seguirla. Regina si ritrovò chiusa in quella stanza, con la ragazza che aveva conosciuto la sera prima già pronta a suonare. E poi un’idea, rapida e inaspettata, le passò per la mente, e le provocò un brivido, misto di stupore e sorpresa e, non lo ammise nemmeno a sé stessa, un po’ di timore. Emma voleva che cantasse, e Regina sapeva benissimo di esserne capace, ma cosa avrebbe dovuto fare? Si presentava come una qualunque abitante di quelle terre, non come la figlia della ricca e temuta contessa Cora, istruita sin da piccola in qualunque materia potesse studiare che la rendesse interessante a un qualunque sovrano in cerca di una semplice moglie da esibire come un trofeo. Era però lì, si trovava in quella stanza con quella ragazza affascinante e le veniva offerto tutto quel che stava cercando : qualcosa da fare. Così cercò di essere quel che raccontava di essere: non guardò gli spartiti, fingendo di non capirli, ma cantò con il cuore, non era nemmeno certa di quali fossero le parole che stavano uscendo dalla  sua bocca, ma sapeva che la facevano sentire lontana dall’unico posto che, suo malgrado, poteva chiamare “casa” e che la facevano sentire libera e felice. La musica uscì dalla sua bocca come se non avesse fatto altro nella sua vita, e Regina si rese conto che ad un certo punto Emma aveva perfino smesso di suonare, e si era fermata a guardarla con gli occhi spalancati, che la resero orgogliosa, ma allo stesso tempo la fecero sentire completamente in imbarazzo, consapevole com’era di essersi appena esibita, e che nulla le sarebbe stato rimproverato maggiormente nel mondo a cui apparteneva. Eppure dimenticò tutto questo quando un paio di braccia forti la strinsero e un bacio venne stampato sulla sua fronte dalle stesse labbra che stavano pronunciando alla velocità della luce parole di entusiasmo e che la stavano elogiando, facendola arrossire violentemente. Ad un certo punto Emma si fermò, immobile e la guardò negli occhi. “Jean. Tu, ragazza mia, hai del talento, e io non sarò così folle da permetterti di sprecarlo. Tu” e a questo punto un dito venne untato contro Regina “canterai questa sera, accompagnata dall’unica fisarmonicista presente in questo paese.”
["Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà della ABC che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione appartengono solo a me.”
Grazie a tutti quelli che stanno leggendo questa storia, mi fa piacere sapere che ci sono ancora un po’ di visualizzazioni (anche se il fatto che siano diminuite incredibilmente di numero nell’ultimo capitolo mi preoccupa un po’, perché mi chiedo se ho sbagliato qualcosa, a parte il fatto che il mio modo di scrivere, già decisamente non molto buono, sta peggiorando drasticamente in questo periodo a causa dello stress….) e mi spiace per aver aggiornato così tardi. Scusate, ma è stata un’altra settimana infernale, dalla quale non mi riprenderò prima del prossimo anno.
Sono felice di essere arrivata a questo capitolo, perché la mia mente sta scrivendo cose che si allontanano non poco dall’idea iniziale, e quel che ho in mente ora per il prossimo capitolo mi piace. Non aspettatevi molto, il mio cervello è un po’ disagiato in questi giorni, ho dormito tipo 30 ore negli ultimi 5 giorni e sto in piedi solo grazie al Caffè. Comunque, buona domenica a tutti
•Sofia
P.S. opinioni / consigli / critiche sono sempre apprezzati ]
 
   
 
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