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Autore: RickishMorty    12/12/2015    3 recensioni
Vari capitoli autoconclusivi visti dal punto di vista di un personaggio estremamente sottovalutato, ma che ha avuto un impatto psicologico su di me micidiale. E' come un abisso: infinitamente vasto ciò che c'è da dire, oscuro e gelido il modo in cui lo si legge.
Potrebbero esserci accenni Sonadow, non ne ho idea, dipende da cosa l'ispirazione mi consiglia. In genere non apprezzo le raccolte di flash-fic, ma con lui ho fatto questo esperimento. Inserisco i rating Yaoi e (per il momento) Giallo per correttezza e sicurezza, nonostante non tutte le storie saranno così. Ad esempio la prima è su Shadow e Maria, quindi vi consiglio di leggere all'inizio di ogni capitolo la breve descrizione per capire se possa interessarvi. Nei capitoli comunque appariranno tali personaggi:
1. Shadow/Maria
2. Sonic/Shadow
3. Sonic/Shadow
4. Shadow/Rouge
5. Sonic/Shadow
6. Dr. Eggman/Shadow
7. Shadow/Maria/Sonic
8. Shadow/Infinite
Buona lettura e grazie.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Maria Robotnik, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci con un nuovo capitolo! Lo uso per festeggiare la mia laurea qui su EFP con voi  :)
Questa volta è un piccolo scorcio del rapporto fra il Dottor Eggman e Shadow.
Dò via a un piccolo sondaggio: qual è il vostro capitolo preferito? Quale personaggio vi piacerebbe vedere nel prossimo? Non importa se è già apparso oppure no. Buona lettura a tutti, e ancora grazie per la vostra preziosa presenza in questo piccolo esperimento.
A presto.
Marta


«A volte mi domando se io possieda per davvero la genialità di mio nonno».
La voce di Eggman gli arrivò lontana, quasi ovattata, perso com’era nell’osservare i combattimenti degli androidi nel cortile recintato sottostante. Gli tornarono in mente quelle miriadi e miriadi di suoi cloni robotici che aveva incontrato nella base di Eggman tempo prima. Difficilmente la sua identità era stata messa così tanto in discussione come in quel momento critico in cui aveva temuto di essere semplicemente un’unità meccanica difettosa e fuori controllo, capace di costruire una volontà propria.
Non si voltò verso lo scienziato, continuando a dargli le spalle, guardando fuori a braccia incrociate, serio in volto.
«Non è da lei dubitare del proprio genio inventivo, Dottore».
Eggman lo studiò, assottigliando lo sguardo, stropicciandosi un baffo, spettinandolo ancora di più: com’era riuscito Gerald Robotnik a creare dal nulla una forma di vita così perfetta ed invincibile, senza ombra di difetti o effetti collaterali quale era Shadow? Era scienza di cinquant’anni fa, eppure, paragonandola ai propri risultati (eccelsi, in ogni caso), sembrava provenire da un futuro lontano.
Si alzò, portando le mani a stringersi dietro la propria schiena, guardando a terra, pensieroso. L’Ultimate Life Form non era opera sua, e per quanto la stima per i propri antenati fosse assoluta, sentiva quel peso genetico su di sé. Confronto a Shadow, i suoi robot erano ferraglia inutile e rumorosa.
Shadow aveva smesso di interessarsi ai robot, inarcando un sopracciglio nel seguire il rumore del movimento del Dottore, senza guardarlo ancora. Era stato contattato per una missione, e non lo aveva stupito: non sarebbe stata la prima volta in cui collaboravano. Sebbene in un rapporto conflittuale e molto spesso a senso unico, entrambi  si stimavano e rispettavano tacitamente, ma senza alcun dubbio.
Se così non fosse stato, non si sarebbe mai rivolto a lui con l’appellativo “Dottore”.
Andava detto che l’odio comune verso Sonic aiutava quel sodalizio occasionale.
«Solo tu e Sonic sembrate immuni dall’autocritica, Shadow. Altro punto in comune».
Il riccio assottigliò gli occhi, chiedendosi per un attimo se, tirando fuori il nome del rivale, non gli avesse letto nel pensiero. Si voltò verso di lui, torvo, sciogliendo la stretta delle braccia, lanciandogli uno sguardo affilato: «La mia sicurezza non ha nulla a che fare con la presunzione di quel megalomane blu».
Strano. Eggman se avesse dovuto descrivere Shadow avrebbe usato fra i tanti aggettivi proprio megalomane. Non l’avrebbe risparmiato nemmeno a Sonic, comunque.
Ridacchiò appena sotto i baffi, scuotendo la testa, mentre Shadow stringeva ancora di più gli occhi, arrivando a quel limite di sopportazione che concedeva alle conversazioni in generale.
«Mi è chiaro l’obiettivo della missione, quindi non vedo perché portare avanti questo sterile colloquio» dichiarò perentorio, oltrepassando il Dottore e tornando a dargli le spalle, pronto a teletrasportarsi lontano da quello spreco di tempo.
«Un giorno vorrei parlare con te della nostra famiglia».
Quella frase immobilizzò il riccio lì dov’era, portandolo a spalancare gli occhi, ringraziando il cielo che Eggman fosse dietro lui, impossibilitato nel vederlo: se l’avesse guardato si sarebbe reso conto di uno sguardo inedito negli occhi del riccio rosso e nero. Lo aveva lasciato senza parole, per una serie infinita di motivi: aveva detto “nostra”? Voleva parlare davvero con lui di qualcosa che non riguardasse missioni, obiettivi o strategie? Ne era in grado?
Avrebbero parlato anche di Maria?
Shadow serrò la bocca, in un disagio misto a morbosa e masochistica curiosità. Voleva solo fargli delle domande? Non gli risultava che li avesse conosciuti, in fondo… Deglutì silenziosamente, stringendo i pugni nel sentire Maria ridere nella sua testa. Perché voleva riportarlo a quei ricordi?
Immagini confuse e sfocate di un corridoio percorso in corsa e di un vetro macchiato di sangue gli colpirono la testa come spilli. Shadow digrignò i denti, sollevando lo sguardo, ora furioso, carico d’odio. Eggman non vide nemmeno quello, ma dopotutto non era così raro.
Shadow non disse nulla, sparendo all’improvviso, lasciando Eggman nel suo studio e nel silenzio più totale.
Il Dottore si accarezzò di nuovo i baffi, voltandosi verso la larga finestra di fronte la sua scrivania. Shadow non era una sua creazione, ma non aveva mai potuto fare a meno di sentirlo Suo in qualche modo.
Guardò il cielo, immaginando in un punto indefinito l’ARK, Gerald, Maria e Shadow insieme, come cinquant’anni fa.
  
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