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Autore: _TinaHowl_    12/12/2015    1 recensioni
In questa breve fanfiction, ho voluto rappresentare una piccola parte della Battaglia di Hogwarts vista da George Weasley. Avventure, emozioni, e struggenti incontri.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelina, Johnson, George, e, Fred, Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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George fu scaraventato giù dalla scopa.
Stava ancora precipitando, aspettando di essere abbastanza vicino al terreno per poter fare un “Arresto Momentum” , quando sentì un forte colpo al fianco. E in men che non si dica si ritrovò a dimenarsi per ritrovare l’ossigeno.
Grayback lo aveva lanciato dentro al lago nero e con un incantesimo lo teneva in profondità.
George si guardava intorno mentre continuava a trattenere il fiato, nessun appiglio, nessuno scoglio, nessuno in suo soccorso.
Ad un tratto sentì un colpo alla testa e, contrariamente a come pensava, tutto si fece più chiaro. Si risvegliò steso a terra nel suo salotto, lì, a casa Weasley. Si mise seduto massaggiandosi la testa, chiedendosi cosa potesse essere accaduto.
Poi, sentì una voce familiare chiamarlo: -Ehi, Georgie!
Il ragazzo, dinnanzi a sé, vide suo fratello gemello.  Avrebbe dovuto essere sporco, con i segni della battaglia appena affrontata addosso. Invece era in forma smagliante, indossava il maglione con la “F” fatto dalla loro madre e sembrava felice.  - Fred? Sono morto?- Chiese con tono, dovette ammetterlo, quasi speranzoso.
-Naaah. - Rispose il fratello alzando le spalle.  -Hai solo sbattuto la testa e sei svenuto, ma ti conviene spicciarti a svegliarti,  amico, altrimenti mi raggiungerai sul serio.
George, sconcertato dalla spigliatezza di Fred, disse: - Lo preferirei al vivere senza di te. – E iniziò a guardare il pavimento, vergognandosi di quello che aveva detto.
-Oh, andiamo, non essere così disfattista! - lo rimproverò il gemello. - Preferisci forse che sia Ginny a portare avanti le industrie dei Tiri Vispi Weasley? – Fece una pausa – Beh, c’è Ron... ma lo sai meglio di me che Ron non è adatto. Perciò ora  svegliati, non hai molto tempo.
George si alzò in piedi, trattenendo l’impulso di piangere che gli era venuto appena aveva visto Fred. Voleva abbracciarlo e non mollarlo mai più, e allo stesso tempo, voleva gridargli contro, e chiedergli come poteva avere quell’atteggiamento. Invece esclamò soltanto:  - Ma come faccio? Greyback mi tiene bloccato sott’acqua!
- E quando mai un incantesimo di concentrazione ha funzionato con noi due?- Chiese Fred facendogli un sorriso soddisfatto.
George ebbe un lampo di genio: sarebbe bastato uno dei loro scherzi.
Ma in verità, lui desiderava tutto fuorché separarsi da suo fratello. Rimase in silenzio per qualche secondo, indeciso sul da farsi.
- Beh, allora, che aspetti? – Lo incitò Fred. – Forza! Basta un po’ di Polvere Buio Pesto Peruviana! – Proseguì avviandosi verso l’uscita.
-Ma dove vai? – Gli chiese George.
 - Vado da Remus. – Rispose Fred indicando l’esterno della casa. – Qui, tutto è diverso con le trasformazioni dei lupi mannari. Non riesce più a controllare la sua e continua a mutare e per poi tornare umano, così  James mi ha mandato a prendere gli ingredienti per fare una Pozione Antilupo.
George si sentiva confuso. Sapeva soltanto che non voleva andarsene. – C’è Lupin? E James? James Potter, intendi? Ma allora li hai incontrati! Come stanno?
Fred si avvicinò al fratello e gli mise una mano sulla spalla:- Calma, George, stanno tutti bene e vi salutano. Ora, mi dispiace, devo andare.
George fissava il suo gemello, ricacciando continuamente giù il groppo che aveva in gola.
Per un secondo, gli sembrò di vedere delle lacrime affiorare negli occhi di Fred, tuttavia non fece a tempo a distinguerle, perché quello gli aveva dato un buffetto sulla guancia e si era diretto immediatamente verso la porta d’uscita.
George lo voleva afferrare e trattenerlo perché, in qualche modo, tornasse indietro e si risvegliasse con lui. Ma era impossibile, lo sapeva benissimo. Non poteva fare altro, si fece coraggio e lo chiamò con voce rotta: - Ehi Fred! Ora che ci penso...ricordi tutte le persone che ci hanno sempre detto che siamo identici e noi non capivamo dove vedessero questa somiglianza? Forse è perché abbiamo i capelli quasi dello stesso colore!
Il gemello gli sorrise: - Ma io sono comunque più bello di te. – Disse ammiccando. E si chiuse la porta di casa alle spalle.
George rimase a guadare la porta per qualche secondo, ancora con il sorriso sulle labbra. Poi si rese conto di quello che era successo.
Non poteva lasciarlo. Non così. No. Non in quel momento. Non così presto. Lo rincorse e uscì dalla porta più speranzoso che mai. Però, oltre la porta, Fred non c’era. Era di nuovo in acqua e si dimenava per liberarsi dalla magia del Mangiamorte.
Non poteva rinunciare. Lo doveva a troppe persone. Lo doveva a Fred.
Non aveva mai mollato la bacchetta, se ne rese conto solo in quel momento. Con i polmoni in fiamme e allo stremo delle forze, la puntò verso l’alto e ne fece uscire un delfino di scintille rosse, che iniziò a danzare sulla superficie. Fece appena in tempo a fare l’ultimo incantesimo, poi la sua forza venne meno e tutto divenne scuro.
Il delfino aveva nuotato nell’aria fino al muso di Greyback, per poi esplodere in un fuoco d’artificio  e facendo volare quest’ultimo nelle acque fangose del lago nero.
Quando George riaprì gli occhi, vide un cielo grigio. “Ecco” pensò, “ora sì che sono morto.”
Poi, ancora una voce: - George! Forza, George! Svegliati, ti prego!
Sentì una pressione al petto e vide dei riccioli scuri calare su di lui. Era Angelina Johnson. – Oh! – Esclamò la ragazza appena lo vide svegliarsi. – Grazie al cielo!
George non riusciva a crederci: era vivo. Tossì e sputò ancora molta acqua, poi riuscì a prendere conoscenza.
La battaglia impazzava ancora attorno a loro.
- Per fortuna che ti ho trovato. – Disse la ragazza afferrandolo per un braccio e aiutandolo ad alzarsi. – Muoviamoci, ora
Poi, Angelina puntò la bacchetta verso di lui ed enunciò: “Reinnerva”. George si sentì subito meglio. Stirò le spalle e fece schioccare il collo. La guardò. – Grazie, davvero.
Lei annuì e si avviò a passo svelto verso il castello di Hogwarts. Lui fece per seguirla, ma si ricordò di suo fratello. E se si fosse svegliato anche Fred? Oppure, se lui si fosse immaginato tutto, compresa la sua morte, mentre tentava di tornare a galla?
Si guardò intorno. Provò l’impulso di tuffarsi in acqua e cercarlo, ma la consapevolezza di quella che era realtà era più forte della speranza. Cercò di non pensarci più e seguì Angelina verso il cortile della scuola.
Poco dopo, la voce penetrante di Voldemort annunciò che avrebbe ordinato alla sue forze di ritirarsi, purché Harry si fosse consegnato.
George non raccontò mai a nessuno di quello che successe quella sera. Nemmeno a sua moglie Angelina.
                                                                                                                                     
   
 
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